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Dragons´ Lair

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MadLuke

Circolo degli Antichi

Tutti i contenuti pubblicati da MadLuke

  1. Questo romanzo incentrato sul più celebre, forse, tra tutti i samurai giapponesi, è descritto come un grande classico della letteratura nipponica, che rappresenta per loro quello che per gli italiani sono “I promessi sposi”. In verità già nei primissimi capitoli io ho rilevato una profonda differenza tra le due opere: mentre quella di Manzoni catapulta immediatamente il lettore in una vicenda piena di enigmi e conflitti interpersonali, “Musashi” comincia dalla conclusione dell’epica battaglia di Sekigahara nel 1600, quindi l’azione si è già svolta e l’opera si presenta come una gestione della quiete dopo la tempesta. Inoltre mentre nell’opera di Manzoni la fa da protagonista il fronteggiarsi dei diversi personaggi, ognuno con un ben distinto temperamento (i bravi e don Abbodio, don Abbondio e Renzo, Renzo e Lucia con fra’ Crisotoforo, ecc.), in Musashi invece ogni personaggio è impegnato per lo più nell’affrontare i propri demoni interiori, un lavoro d’introspezione, anche quando viene svolto in maniera superficiale. Oltre al protagonista si può individuare un ristretto gruppo di personaggi secondari che si alternano nell’affiancare l’eroe lungo tutto il corso della narrazione. Tutti loro, a prescindere degli obiettivi concreti che si prefiggono, si possono dividere in due categorie: quelli che prendono seriamente la loro vita, quindi decidono d’impegnarsi per conquistare un senso alla loro esistenza, e quelli che invece badano unicamente a perseguire piaceri mondani e gioie effimere. In questo credo risieda il grande valore pedagogico dell’opera, nettamente superiore a quello dell’italiana, che nella conclusione esplicitamente invita invece ad affidarsi alla Provvidenza. All’opera è stato poi riconosciuto un elevato valore di ricostruzione storica dei costumi e tradizioni del tempo, la qual cosa è quanto mi ha lasciato assolutamente basito. Il famoso codice d’onore dei samurai, che solo un paio di secoli dopo sarebbe stato raccolto nel celebre Bushido, non ha nulla a che vedere col codice d’onore dei Cavalieri di Carlo Magno o delle Crociate, sebbene anch’esso mitizzato, come ingenuamente pensavo io: la difesa degli oppressi, la spada al servizio della giustizia, ecc. I samurai appaiono invece dediti a niente altro che una oltremodo meschina ricerca della vanagloria, per se stessi e per la loro famiglia o scuola marziale. Per questo viene descritta come pratica comune aggredire con i mezzi più sleali e vergognosi anche chi ha combattuto e sconfitto lealmente un degno avversario. Perché per loro proteggere in maniera assolutamente ipocrita il buon nome del loro clan, era molto più importante che onorare con i gesti qualsivoglia ideale o virtù. Una cosa che poi mi ha colpito negativamente è la sostanziale assenza di una trama vera e propria: ogni personaggio, il protagonista in primis, si muove unicamente in preda ad eventi contingenti. Non c’è alcun filo conduttore a guidare lo svolgersi degli eventi. Certo, questo permette all’autore di mostrare come la vita vissuta in maniera consapevole si compia attraverso qualunque genere di circostanza chiunque si trovi ad affrontare, anche quelle più insignificanti o caotiche però il valore letterario ne esce parecchio ridimensionato a mio avviso. Basti pensare che la stragrande maggioranza delle disavventure che colgono in varia misura vari personaggi sono dovute semplicemente allo smarrirsi lungo le strade che percorrono nei loro lunghi pellegrinaggi, aggressioni di volgari banditi, incidenti con animali imbizzarriti, temporali imprevisti, assolutamente nulla che possa anche solo accennare a un disegno superiore. In questo per me sta il demerito maggiore dell’opera. La prosa è assolutamente scorrevole, come il pennello di un maestro pittore che fluidamente traccia un ideogramma sulla tela. Con la stessa chiarezza sono esplicitati i pensieri, paure e desideri più profondi di ogni personaggio. Apprezzabile anche la descrizione dei numerosi combattimenti, resi con dovizia di particolari ma senza mai eccedere dal loro ruolo nella narrazione. Voto: 3/5
  2. Io invece sono un genio incompreso e i moderatori a Natale mi mandano sempre il cesto.
  3. MadLuke ha risposto a MadLuke a un discussione Off Topic
    Si, ma poi continuava a ripetere che ha lanciato i suoi incantesimi, e il suo libro d'incantesimi, ma gli incantesimi sono falliti... Un deficiente integrale (per rimanere sugli insulti simpatici e non dire ciò che è davvero).
  4. MadLuke ha risposto a MadLuke a un discussione Off Topic
    E' solo questione di seguire o meno la politica internazionale, la questione israelo-palestinese, Francesca Albanese. :-) Ed era si una battuta ironica (riuscita o meno che sia), anche se non c'è proprio nulla da di ridere.
  5. MadLuke ha pubblicato una discussione in Off Topic
    L'ambasciatore di Israele presso l'ONU è chiaramente un giocatore di D&D... vecchio birbone! ;-) Ciao, MadLuke.
  6. AS. Non m'interessa continuare a parlare dello scopo del GdR, come si gioca e ci si diverte. Ce ne sono già fin troppi di post a riguardo. Tornando sul tema: in realtà credo la differenza più grossa tra Inception e D&D sia la quantità di ruoli: D&D - DM: ambiente/leggi e PnG - PG: 1 personaggio ciascuno Inception - Sognatore: 1 personaggio/se stesso e tante proiezioni/PnG - Giocatori: 1 personaggio/se stessi ognuno - Giocatore architettto: ambiente/leggi In Inception mi sembra cioè che ci siano 3 ruoli differenti invece di 2. Anche a voler considerare il caso D&D dell'ambientazione preconfezionata, quindi con ambiente fatto da una persona terza, è comunque diverso, perché Gino WotC poi non partecipa al sogno. E comunque il master si trova a dover sempre creare almeno un poco di ambiente.
  7. Secondo me tu scambi il mezzo (inganno sensoriale) con il fine (convincerti che quel mondo è il reale). Se tu spendi un supplemento di 10 € per garantire un plus al tuo personaggio del videogioco, cioè per renderlo "più forte" (non dico quindi per giocare in assoluto dove è normale retribuire il lavoro di chi ti intrattiene), oppure preferisci giocare lo scontro con il troll piuttosto che trovarti con gli amici, o tuo figlio, moglie, ecc. e quindi intrattenere relazioni sociali reali (non dico la classica serata settimanale che ovviamente ci sta, parlo di qualcosa di sistematico), significa che non distingui più il mondo reale dall'immaginario. E il fatto che l'inganno abbia richiesto di passare dai tuoi sensi o meno è assolutamente irrilevante. Io si, ogni mio PG ha un tratto più o meno marcato di me, che esprimo in maniera totalizzante nel PG, cioè diventa la cifra che definisce il suo BG, e giocando scopro dove conduce. Piuttosto che fare divertimento fine a se stesso, sollazzarmi, preferisco leggere un libro. Ma non è questo il punto. Tranquillo: non c'è alcuna esigenza né giustificare te stesso, né di lanciarti in arringhe a difesa del gdr (lo sappiamo che non sono demoniaci, ecc.) :-D GPT ha solo evidenziato la comunanza di circostanze tra il sogno condiviso del film e il gdr (che sia patologico o meno non è interessante ora). E si: ristrutturare il reale col sogno/gdr è proprio quello che fanno tutti: nel film c'è la scena in cui il chimico li porta a visitare il suo "dormitorio" e Saito chiede "perché lo fanno?" allora il chimico risponde "è l'unico modo che hanno per sognare". In D&D hai la possibilità di vivere un mondo dove i confini etici sono ben marcati, nessuno è relegato all'insignificanza sociale, nessuno gesto è insignificante, sciatto, volgare, tedioso. Tutto è pregno di significato. Poi puoi sognare per 5 minuti come nel film viene descritto come "normale" oppure 4 h filate ogni giorno come i dormienti nel sotterraneo del chimico. Puoi farlo per una sera ogni settimana per una sana evasione prima di rimetterti di piglio buono a lavorare, oppure ogni pomeriggio per ore invece di preparare l'esame. Evitiamo di banalizzare facendo psicanalisi da 2 €/quintale su come "si, esistono ragazzi con problemi ma però io invece sono una persona equilibrata e i miei amici sono tutti personcine a modo", per piacere.
  8. AS. Ho chiesto a ChatGPT di fare una comparazione tra il sogno condiviso raccontato nel film e il gioco in D&D. Trovo che ci siano alcuni interessanti spunti di riflessione. *Inception* e *Dungeons & Dragons* (pur partendo da mondi diversi: il cinema e il gioco di ruolo) condividono **una stessa radice esperienziale e concettuale**: l’**immersione collettiva in un mondo mentale costruito**. Vediamolo punto per punto, con attenzione alla dinamica del sogno condiviso e alla struttura narrativa di *Inception*. --- ### 🎭 1. **Il mondo immaginario condiviso** In *Inception*, un gruppo di persone entra in un sogno costruito — una realtà mentale condivisa, coerente, ma instabile. In D&D, un gruppo di giocatori entra in una realtà immaginata — il mondo di gioco, condiviso e narrato dal Dungeon Master. 👉 In entrambi i casi: * c’è **un architetto/narratore** (Cobb o l’Arkitetto nei sogni; il DM nel gioco) che costruisce lo spazio e stabilisce le regole fisiche e narrative; * i partecipanti **sospendono la realtà** per agire dentro un mondo mentale comune; * il mondo “esiste” solo finché il gruppo lo sostiene con la propria attenzione, immaginazione e coerenza interna. È una forma di **onirismo strutturato**: la mente collettiva diventa teatro, o meglio, *campo di gioco del reale*. --- ### 🧠 2. **Livelli di realtà** *Inception* si costruisce su più livelli di sogno, ognuno con leggi temporali e fisiche proprie. In D&D succede qualcosa di simile: * ci sono **livelli di realtà narrativa** (il mondo del giocatore ↔ il mondo del personaggio); * **livelli di finzione dentro la finzione**, quando i personaggi recitano, sognano o vivono illusioni; * e c’è sempre il rischio del “crollo”, quando un giocatore rompe la sospensione dell’incredulità (equivalente al risveglio improvviso nel film). Il sogno multilivello di Nolan è, in fondo, un **metaforico dungeon della mente**, dove ogni piano più profondo è più instabile e più carico di verità psichiche. Esattamente come le profondità narrative di una campagna ben costruita. --- ### ⚔️ 3. **Il gruppo come unità psichica** Il “party” dei sognatori (Cobb, Ariadne, Arthur, Eames…) funziona esattamente come un gruppo di avventurieri in D&D: * ognuno ha **un ruolo tecnico** (il guerriero, il mago, il ladro; o il sognatore, l’architetto, il falsario, il chimico); * tutti devono collaborare per **raggiungere un obiettivo narrativo condiviso**; * il successo dipende dal **coordinamento mentale e fiducia reciproca** — come nei buoni gruppi di D&D. In entrambi i casi, la coesione del gruppo è l’unico modo per non “perdersi” nel mondo immaginato. --- ### 🌀 4. **Il pericolo dell’immersione** Nolan mostra il rischio di “rimanere bloccati” nel sogno, incapaci di distinguere il reale dall’immaginato. In D&D, il rischio esiste in forma più simbolica: * il giocatore può **identificarsi troppo** nel personaggio, perderne il controllo o usarlo per fuggire da sé; * la campagna può diventare un “livello di sogno” dove l’immaginazione sostituisce la vita vissuta. In entrambi i casi c’è una **vertigine ontologica**: dove finisce il gioco e comincia la realtà? Cosa accade se l’immaginazione diventa più vera del reale? --- ### 🕰️ 5. **Il tempo soggettivo** Nel sogno di *Inception*, il tempo scorre più lentamente: un’ora reale equivale a giorni o anni nel sogno. In D&D, accade lo stesso fenomeno psicologico: * quattro ore di sessione passano in un lampo; * ma dentro la narrazione, possono trascorrere settimane, mesi o secoli. È la **dilatazione del tempo percepito** dell’immersione, identica alla logica onirica. --- ### 💡 6. **Il “tótem” e il “tiro di dado”** Nel film, ogni sognatore ha un tótem per distinguere il sogno dalla realtà. Nel gioco, il *dado* o la *voce del DM* sono gli strumenti che determinano ciò che è “vero” nel mondo immaginario. Entrambi svolgono la funzione di **stabilizzare la realtà narrativa**: impedire che il sogno diventi arbitrario. --- ### 🔮 7. **La catarsi del sogno e del gioco** Alla fine, *Inception* e D&D servono allo stesso scopo umano: > **ristrutturare il reale attraverso l’immaginazione condivisa.** Il sogno, come la campagna di D&D, è un laboratorio dell’anima — un luogo in cui si rielaborano colpe, paure, desideri e archetipi. Cobb affronta il senso di colpa verso Mal come un personaggio affronta il proprio demone interiore; il DM, come un regista o uno psicopompo, guida i giocatori attraverso le proprie proiezioni simboliche. --- In sintesi, *Inception* e D&D si incontrano in un punto profondissimo: > entrambi sono esperienze di **metafisica partecipata**, dove la mente collettiva costruisce un mondo coerente che, pur non essendo reale, *produce effetti reali* — emozionali, psicologici, perfino etici. --- Vuoi che ti descriva come potrebbe funzionare una **campagna di D&D ispirata a Inception**, con “livelli di sogno” e missioni mentali? Potrebbe essere un bellissimo concept.
  9. Questo romanzo è il primo della tetralogia “La fede e l’inganno” che ho deciso di leggere, alla disperata ricerca di un buon fantasy, disperato come ero dopo le ultime delusioni ricevute da questo genere. Dall’ambientazione inizialmente ho colto un’atmosfera vagamente norrena anche se in realtà quella sensazione si è presto persa in descrizioni sia di paesaggi naturali che di abitati assolutamente privi di spessore. Gli scontri che si susseguono credo si presentino con una distribuzione ottimale tra duelli tra abili guerrieri, sfide con creature mostruose e anche baruffe tra ragazzini. Il romanzo ha infatti i tratti del romanzo di formazione, col protagonista che è vittima delle proprie paure, saggi adulti che lo guidano nell’affrontarle, la maturazione, ecc. Tutto sullo sfondo di una trama “più grande” invece assolutamente epica, con lo scontro tra le massime entità della luce e dell’oscurità, come il titolo stesso lascia intuire. Il problema che io trovo è che l’autore non è assolutamente in grado di narrare questa storia pur assolutamente ben congeniata. I numerosi personaggi (alcuni dei quali mi sono parsi assolutamente superflui) che danno il nome ai capitoli hanno un risibile spessore psicologico, e piuttosto manicheo. Anche la cosiddetta crescita interiore dei ragazzini, tra cui il protagonista, è assolutamente lineare, mai un tratto di quella contraddizione o dubbio che caratterizza ogni essere umano. La saga di “Dragonlance” in confronto pare un trattato di psicologia dell’età evolutiva. Non mi sono mai sentito coinvolto nella lettura giacché a mio parere è tutto molto ridotto a una fredda cronaca dei fatti, non c’è alcun pathos narrativo. Dialoghi da cui non traspira alcuna personalità, combattimenti con sintetiche descrizioni delle ferite e ancor più asciutte descrizioni dei paesaggi e delle atmosfere, come accennavo all’inizio. La prosa è comunque scorrevole e gli eventi che vi sottendono sono legati tra loro da innegabile coerenza e linearità. Se solo l’autore avesse saputo narrarli in maniera più appassionata, credo sarebbe potuto nascerne qualcosa di grandioso. Invece non mi ha lasciato nulla, e tantomeno mi è sorto il desiderio di continuare con gli altri volumi della collana. Voto: 3/5
  10. Ho sognato una sintesi della scena del Trono di Spade quando Jon Snow affronta e cattura Ramsey Bolton, e poi lietamente si ricongiunge con Sansa Stark... Solo che in tutta questa scena, dall'inizio alla fine, Jon Snow non era il not attore (di cui non ricordo il nome), armatura nera bordata di pelliccia, barba e capelli scuri, ecc. bensì Samvise Gamgee, con i suoi capelli biondicci, la camicia, il panciotto e tutto il resto. ...Dottore che significa? Ciao, MadLuke.
  11. MadLuke ha risposto a MadLuke a un discussione Cinema, TV e musica
    Esiodo/Ovidio. Mi piacerebbe una storia che comincia con lei che si pone come rivale in bellezza di Atena, quindi linseguimento e lo stupro di Poseidone e la punizione di Atena/Zeus. La morte per mano di Perseo, che io sappia, non ha grande valore simbolico per cui dovrebbe avere spazio ridotto anche nella trama.
  12. Ora ho capito! A parte @MattoMatteo nessuno ha capito il tono retorico-pessimista-avvilito della mia domanda iniziale..! Vabe', è andata così.
  13. Si, Israele nei confronti dei Palestinesi. Io ingenuamente penso a Neraka, Sanction, l'esercito di Takhisis e non avevo inteso avessero intenti tanto nefasti. Ma neppure i Maghi Rossi del Thay. Penso ad Al-masri che stupra un bambino di cinque anni (per citare l'ultimo caso) e neanche Lord Soth o Zsass Tam penso abbiano mai osato tanto. E prima Re Leopoldo che stermina 15 milioni di Congolesi per poter avere mani libere sul caucciù, e via così...
  14. AS. Questo sarebbe dovuto essere uno stato utente. Mi chiedevo: ma in quale gioco, ambientazione o campagna fantasy dark horror gothic grim succedono le cose che succedono in certi paesi del mondo reale?
  15. Simpatico. Però non mi sembra Terence Hill abbia mai avuto alcuna vocazione artistica, semmai è un maneggione! L'avrei fatto ladro, vestito in maniera ben più trasandata. Se Bud Spencer deve (giustamente) essere barbaro, allora deve essere meno elegante, con un'armatura ben più stazzonata. No: pare basso perché il tronco è alto come le gambe, il che ovviamente non torna.
  16. Ti farò sapere quando leggero il prossimo volume: con Vercingetorige senza se e senza ma! :-D
  17. https://it.wikipedia.org/wiki/Marco_Porcio_Catone_Uticense Dal romanzo direi che il personaggio ne esce senza alcuna virtù, e anche le condizioni in cui muore sono decisamente riarrangiate per esigenze di trama, d'altronde pressoché tutta la storia è raccontata dal punto di vista di Cesare, comunque è lui.
  18. Questo romanzo costituisce il secondo volume della tetralogia dedicata da questo autore a Giulio Cesare. Ripercorre quindi in forma dichiaratamente romanzata ancorché, per la maggior parte, fedele a quanto riportano le cronache, la vita di Cesare dalla sua prigionia ad opera dei pirati e il successivo rilascio in seguito al pagamento del riscatto. Quindi la costituzione della sua legione “I lupi di Roma” in Nord Africa, la spietata vendetta contro il pirata Celso, e ancora: la soppressione della rivolta di Mitridate in Grecia, il suo rientro a Roma con la nomina a tribuno per i riconosciuti meriti sul campo. Infine la partecipazione nell’esercito guidato da Pompeo e Crasso, inviato per inseguire e sconfiggere Spartaco e la sua famosa ribellione di schiavi, l’esecuzione di Catone per gli omicidi dei familiari delle personalità sospettate di essere coinvolte nell’avvelenamento di Silla e per ultimo l’assegnazione del suo nuovo incarico in Spagna. Una storia ricca di vicende almeno in parte note a tutti, narrate in maniera assolutamente avvincente che fanno da sfondo immortale ad altri intrecci sicuramente di minore spessore storico ma altrettanto importanti sia per comprendere gli eventi che hanno contribuito a formare il temperamento del più celebre condottiero di tutti i tempi, sia per restituire l’atmosfera della Roma antica, la politica corrotta che caratterizzava la fragile Repubblica, che di fatto si decideva più nei postriboli e nella suburra che nell’aula del Senato. Oltre che un romanzo quindi, una via estremamente accattivante per conoscere la storia che a scuola ci era risultata magari noiosa, solo di tanto in tanto impreziosita con i termini e locuzioni latine debitamente spiegate, che qualche volta può già esserci capitato di sentire. Voto: 4/5
  19. MadLuke ha pubblicato una discussione in Giochi di miniature
    Ciao, ieri l'ho provato in ludoteca... So' frocio per 'sto gioco. 😅 La tragedia graca è che a mio figlio non piace molto e quindi anche se lo comprassi non avrei nessuno con cui giocare. 😭 Ciao, MadLuke.
  20. L'ultima nuova regola introdotta: Sappiamo che ad esempio la spada ha 10% di probabilità di fare minaccia di critico, se confermato va a infliggere il doppio dei danni. Bene. Con la ultima regola che ho introdotto l'area di critico di ogni arma non è più una sola bensì 2: - area di critico danni: come standard, 10% per la spada, 5% per l'ascia, ecc. e il danno x2 e x3 rispettivamente; - area di critico per ferite: come area critico danni +/-5% per ogni taglia di differenza tra l'attaccante e l'avversario. Questo significa che se un umano attacca un goblin con la spada, l'area di critico diventa 15% (medium-small=1), se attacca un uccello stigeo 20% (medium-tiny=2), se attacca un Gigante di pietra 0% (Medium-huge=-2). Le 2 conferme di critico si tirano entrambe separatamente, ciò significa che magari quel guerriero fallsce la conferma di critico danni (o addirittura minaccia ferita critica senza minaccia critico danni, quindi fa solo 1d8) però gli infligge una ferita critical al braccio cui l'ha colpito (vedi srd PF). Al contrario quando combatte contro un gigante magari fa pure il danno doppio 2d8 ma non ha speranza di procurargli un danno critical ad alcun organo. Anche la soglia per debilative damage è modificata in funzione della taglia del personaggio (small x3/4, Large x3/2, Huge x2, ecc.). Ormai ogni combattimento è una scena da film, mi piace molto. Ciao, MadLuke.
  21. MadLuke ha pubblicato una discussione in Off Topic
    Chi indovina da quale pellicola, niente meno del 1959, è preso "il bardo" a sinistra vince non meno di 5.000 PE. :-D
  22. Credo che la tua obiezione valga per gli adulti che effettivamente si limitano a interpretare, quando il buono, quando il cattivo, pur rimanendo sempre diversi da se stessi. Ma mio figlio ha 9 anni; quando gli ho spiegato la griglia 3x3 degli allineamenti così che potesse scegliere, la spiegazione che ha fatto della scelta (NB) era pura identità "giocatore=PG".
  23. Io una volta ho fatto morire il PG di @Idriu (16° liv. mi sembra, che era anche il mio PG preferito del gruppo tra i ben 10 iniziali di 1°, ex-aequo con un altro). Non è che mi fossi impegnato per ucciderlo, solo che si era preso Confusione da un Umber Hulk, e a ogni round pari veniva che doveva scappare (benissimo!) e a ogni round dispari doveva attaccare chi glielo aveva lanciato (malissimo). Per cui continuava a fare avanti e indietro senza combinare nulla, salvo prendersi una marea di AdO. Sono passati anni ma mi ricordo che la mattina del giorno dopo appena aprì gli occhi nel letto pensai spaventato "Oddio, cosa ho fatto?!" Mi sentivo uno schifo, come se avessi lasciato una fidanzata "importante" che ci sta male, non so se mi spiego. Ho idea lui la prese meno male di me.
  24. Si... Poi in strada non perde occasione per correre dietro ai piccioni per spaventarli. Più volte gli ho detto "il giorno che li farai incavolare e ti scagazzeranno in testa mi farò due risate". Però effettivamente lo scopo principale del giocare con lui a D&D è proprio iniziare a farlo familiarizzare con i conflitti etici, il mio scopo intendo... Il suo è "voglio uccidere tutti i goblin!". Ma proprio per questo quel suo comportamento assolutamente etico mi ha sorpreso ancora di più.
  25. Ciao a tutti, solo una pagina di diario, uno sfogo al mio senso di inadeguatezza. :-) Per giocare con mio figlio (9 anni), in solitaria, ho dovuto riprendere a giocare al tavolo. Con lui già gioco a HeroQuest ma avendo capito presto che in D&D ci sono molte più possibilità che gironzolare per un tabellone e uccidere tutti, mi ha chiesto di giocare anche lui. Bene. Il problema è che abbandonare il "tavolo virtuale" mi ha confermato come io non sia assolutamente in grado di masterare al tavolo: - preparo la mappa con la trappola, lui entra nel corridoio... "Luca avanti 10 m. c'è la trappola, ora lui la farà scattare...", invece mi chiede una prova di Ascoltare, dice che tiene lo scudo bene davanti al corpo e procede spedito. Io, stordito come sono, mi distraggo e mi dimentinco della trappola. Oppure: - piazzo un goblin e scrivo una nota (solo il giorno prima della sessione!) "il goblin attacca di sorpresa sbucando da un nascondiglio e ha una pietra rossa al collo". Io, sempre più stordito, dimentico tutto e faccio uscire il goblin normalmente, dimentico la descrizione e lo faccio combattere/morire in pochi round. - se poi decide di fare qualcosa di appena appena imprevisto non vi dico: ah... ehm... ok... Scusa ma non ho preparato, Per oggi dobbiamo fermarci qui. E' uno strazio! Peggio: mi stresso! :-D Giocando PbF io invece avevo tutto il tempo del mondo per leggere e rileggere quanto avevo preparato (ma anche le regole se solo avevo un dubbio), raccordare le azioni impreviste dei PG con quanto preparato, ecc. (anche se ritardavo il mio post di 4 ore mica nessuno se ne accorgeva! Anzi magari la scena veniva anche più bella). Le soddisfazioni le ho da lui: - lui (nano guerriero) e l'altro nano socio (PnG) incontrano altri due nani commilitoni: uno sta percuotendo un goblin già ferito e indifeso. L'altro è l'ignavia fatto a persona. Lui allora dice "Gili occupati dell'altro, io penso al prepotente"... E va a colpirlo di piatto per farlo smettere. Io che impersono il prepotente gli dico "ma cosa vuoi?! è solo un goblin, non è uno di noi, faccio quello che voglio!" E lui: "se i goblin ti catturassero ti piacerebbe facessero a te quello che tu fai a lui?" (quasi quasi lo propongo come diplomatico a Gerusalemme, peggio non potrà fare). Poi il nano è morto (per sua avventatezza nonostante gli avvertimenti) e ora ha un druido elfo: lui lancia Calm animals e tranquillizza un serpente che stava attaccando il suo socio barbaro. Il barbaro quindi gli chiede: lo lasciamo andare? Lui: certo, è un animale e quindi va rispettato. Sarà di parte, ogni scarrafo-PG è bello a papà suo, ma mi ha impressionato. Ciao, MadLuke.

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