Heinrich
Apro lentamente gli occhi, e nonostante la vista appannata riconosco i volti dei miei commilitoni. Fa freddo, tremo, e sento tra i dolori uno del tutto particolare sull'addome. Ansimando, giro il braccio attorno alla spalla di quello che è chiaramente Arroch. Sputo un grumo di sangue a terra e, dopo essermi fatto alzare e aver ben piantato i piedi a terra, vomito anche l'anima lì in mezzo alle rocce, un misto nauseabondo di bile e sangue dall'odore acre. Mi rendo conto di essere nudo, ma al momento non ho riacquisito abbastanza delle mie capacità mentali per preoccuparmene, ma vedo la cicatrice sullo stomaco. Dopo un paio di secondi, sussurrando bestemmio come una belva: "Si, ce la faccio, grazie. Maledetti bast*rdi, il mio fucile... spero proprio che provino a usarlo... chissà che gli esploda in faccia... si era inceppato...".
Mi separo da Arroch e, incurante del dolore anche ai piedi, mi dirigo con passo malfermo verso la città.