Tellain, Background
D’autunno le foglie degli alberi della Foresta si tingono di ogni tonalità dell’arancione, dell’oro, del rosso, tutte le sfumature di ogni colore caldo esistente nello spettro dell’iride. Un giovane seduto con la schiena poggiata sulla corteccia di un albero sospira piano, ad occhi chiusi, godendosi gli ultimi giorni di calore prima che la pioggia cominci a scorrere impetuosa e a ridonare vita alla terra cotta dal sole dell’estate. Vicino a lui un bastone dall’aspetto vissuto, incrostato di muschio sulle estremità e scheggiato in più punti, sembra quasi sparire nell’insieme del sottobosco e foglie secche che circondano il giovane dai capelli ramati. Ad un primo sguardo sembrerebbe un qualunque viandante che si riposa. Ma i normali viandanti non hanno un lupo che dorme con la testa posata vicino alle proprie gambe. Eppure l’animale non sembra affatto intenzionato a nuocere in alcun modo al ragazzo. Si limita ad alzare il muso quando uno scricchiolio si alza dal sottobosco in lontananza. Rimane immobile.
“Sai che il fatto che preferisca che tu eviti sforzi non significa che non ti puoi muovere sai?” La voce del ragazzo infrange il silenzio, quando si rivolge al lupo, accennando al grosso bendaggio che circonda il ventre dell’animale. Apre gli occhi e guarda quelli del lupo “So che mi vuoi proteggere, ma ora non ci sono pericoli” Un sorriso, sincero, mentre gli appoggia la mano sul muso marrone. Il lupo si ritrae sdegnosamente, prima di alzarsi e sparire dietro alcuni alberi. Il ragazzo scuote la testa ridacchiano, poi si alza, riprendendo il suo bastone. Gli fa ancora uno strano effetto aver lasciato il circolo, Nekare, il suo compagno animale, era solo una delle tante cause che lo avevano portato a lasciare gli altri druidi. La natura avrebbe lasciato morire quel lupo, lui lo aveva aiutato. Era semplice, così come era chiaro il fatto che non riuscisse ad essere perfettamente neutrale e impassibile. Poco male, almeno le sue conoscenze delle piante e le sue capacità di guaritore avrebbero potuto servire qualcuno. Non si mette a cercare il lupo, sa che lo ritroverà, non si è mai allontanato per più di un giorno da lui, eppure in un angolo della sua mente sottili timori tentano di intaccare la sua sicurezza. Scuote la testa come a cacciarli, invano. Si mette a camminare quindi, senza nemmeno curarsi molto della direzione, mentre la mente vaga fra i ricordi, passando dall’ingresso come druido nella foresta di Ardeep, al ritrovamento di quel lupo ferito e selvaggio a cui poi avrebbe dato nome di Nekare. La cicatrice sul braccio di quando gli si è avvicinato per la prima volta per curarlo probabilmente non sparirà mai. Sorride a quel ricordo, un sorriso accompagnato da un pensiero a tratti inquietante: I lupi possono staccare con facilità il braccio ad una persona. Perché allora ha il pieno funzionamento di entrambe?
Non so perché avevo voglia di fare un BG che non prevedesse morti o traumi vari... Peccato che alla fine non mi sia nemmeno riuscito poi tanto bene Razza umano, classe, beh, se non lo avete capito è druido...