Classe stregone (con uno spiccato amore per la piromanzia ) Razza umano
Cos'è il fuoco? Quello che a prima vista sembra essere soltanto una manifestazione luminosa del calore , in realtà è molto di più. Il fuoco nell'alchimia rappresenta la vita, ma è anche il principio della distruzione e del caos, come ha imparato a sue spese Alester. All'età di 8 anni, dopo aver subito l'ennesima punizione dal padre, scopre di poter manipolare il fuoco, può spegnere le candele e farle riaccendere, far apparire piccole fiammelle in aria di pura luce. Ma la sua carriera nel mondo della magia è destinata a perire giovane, il padre desidera che lui diventi un cavaliere e vede di cattivo occhio l'uso della magia. Ma gli ordini del padre non possono fermare il richiamo che la magia ha su Alester e il ragazzo continua, di nascosto, a praticare l'Arte. Tuttavia creare luci ormai suscita ben poco interesse nel ragazzo e, all'età di 10, grazie all'aiuto della madre, riesce a procurarsi il suo primo libro di magia. Ma quello che doveva essere il suo regalo più grande si traduce in realtà in un fallimento, il libro è a dir poco criptico e Alester non ha la più pallida idea di cosa significhino gli strani glifi che dovrebbero dargli il potere di imbrigliare il potere magico. Non si rende continua a studiare, cercando nelle librerie della casa della madre qualcosa che possa aiutarlo a controllare i suoi poteri che nel frattempo sono cresciuti esponenzialmente... Ora non fatica più a tenere accese le luci , ma dove prima si formavano innocue fiammelle, adesso genera fiamme bollenti dalla punta delle dita quando è arrabbiato, cosa che ormai accade spesso. Suo padre lo considera un mostro ed è solo grazie a sua madre che è ancora vivo, ne è certo. Accetta quindi con accondiscendenza di andare al castello di suo zio per continuare l'apprendistato forzato al cavalierato. qui passa gran parte del tempo in camera sua, pregando Mystra (Di cui ha letto molto durante il suo studio della magia) di uccidere suo padre. Le sue preghiere non si avverano, ma almeno gli offrono una speranza a cui aggrapparsi, esile forse come una tela di ragno, ma sempre speranza. A 16 anni torna per la prima volta dopo 6 anni a casa, ma qui lo attende solo una tragica notizia: sua madre è morta e suo padre lo ha ripudiato per il suo nuovo figlio Peter. Ora l'odio contenuto a stento per 8 anni non può essere contenuto e Alester sa che ora il fuoco gli obbedirà: lo sente parlare a cena, una piccola voce che gli sussurra parole finalmente comprensibili e quando finalmente giunge la sera , quello che doveva essere solo un pensiero maligno si trasforma in Inferno. Il fuoco è ovunque, ma non brucia Alester, poiché ne è lui la causa: un bagliore sinistro gli illumina gli occhi mentre, avanzando lentamente per quella che era la sua casa, osserva la servitù cercare di spegnere il fuoco. Ma non ci riusciranno, di questo è certo Alester, perché tutto è avvenuto quando era protetto dall'oscuro manto della notte. Persino suo padre dormiva... Lui è stato il primo a morire, e ora moriranno tutti. Esce e si dirige al giardino alberato che senza le cure di sua madre si è lentamente trasformato in un contorto intrico di rovi. Vorrebbe farlo tornare allo splendore di un tempo, ma non ne ha le forze, la magia di prima lo ha come prosciugato. Riesce solo a lanciare qualche debole raggio di gelo a bloccare alcuni tentacoli di fuoco che si stavano avvicinando al Giardino Segreto: quello deve rimanere intatto, in memoria di sua madre, si inoltra sempre di più nel piccolo bosco fino a raggiungere la radura interna. Quello era il vero Giardino Segreto: un giardino nel giardino, un segreto fra sua madre e lui. Ma qualcosa è cambiato, un blocco di marmo bianco sorge al centro della radura, accanto al piccolo stagno dove un tempo fiorivano le ninfee. Una tomba. Quella di sua madre. Coglie un fiore, un'orchidea selvatica, unica superstite di quello che era una volta un piccolo angolo di paradiso, e la depone sulla tomba della madre. Vorrebbe fare di più ma non ne ha le forze. Trattenendo le lacrime si volta ed esce dal Giardino e vede per la prima volta quello che la sua magia ha causato: quella che pochi minuti fa
(ma erano davvero passato solo così poco tempo)
era una delle più belle case di un ricco mercante, era ridotta in un ammasso di macerie ed era tutta colpa
(di suo padre, solo sua)
sua,
(perché suo padre non capiva)
se solo avesse provato a capire, forse
(era LUI la causa della sua morte, tu non centri)
questo non sarebbe successo
(SI! sarebbe accaduto ugualmente)
La voce nella sua testa continua a tormentarlo, quella voce che un tempo trovava così confortante, perché era ora così fredda e distante. Urla, chiude gli occhi e spera che quanto accaduto sia solo un'illusione, che tutto sia accaduto nella sua mente, ma quando li riapre lo scenario non è cambiato: la casa è ancora distrutta e le ultime lingue di fuoco si stanno estinguendo consumando i resti di qualche antico tappeto o prezioso tavolo. E quando la disperazione finisce rimane solo la fredda consapevolezza. Il fuoco continuerà sempre a sussurrargli all'orecchio, forse non più come una tenera amante, ma comunque come un amico, pronto a sorreggerlo nel suo viaggio, sa che per quanti incantesimi imparerà, non potrà mai e poi mai abbandonare il fuoco, perché è ormai parte di lui, ma questo va bene, gli ricorderà per sempre cosa ha fatto, un monito indelebile inciso a fuoco nella sua anima.
Spero che non sia troppo noioso