Mi sono letto tutta la discussione, e credo che sia a Derezzed che a Fenix85 manchi un presupposto importante, cioè che il master sia un *buon* master.
Non si può prendere in considerazione uno che fa hr per potenziare il mago perchè secondo lui è scarso.
Ciò detto, almeno per come io vedo il gioco di D&D, è necessario che i giocatori si fidino del proprio master.
Il divertimento del DM è direttamente proporzionale al divertimento dei giocatori. Tutta la fatica e l'impegno spesi nel creare ambientazioni, compagne e png vengono ripagati quando il gruppo gioca e si diverte.
Per questo tutte le modifiche apportate da un buon master saranno tese al miglioramento dell'esperienza di gioco del gruppo, e di conseguenza del master stesso.
Specialmente quando si parla di ambientazioni e campagne personali le home rules sono spesso necessarie. Alcune verranno fatte presenti a inizio campagna, altre verranno proproste in corso, altre sono opzionali e su quelle si può chiamare i giocatori a decidere.
Alcuni esempi stupidi: ho creato una campagna che non prevede l'uso della magia e la propongo ai giocatori. Se accettano di giocarla non potranno usare la magia, anche se dopo qualche sessione tutti loro volessero multiclassare mago. Ho speso tempo e fatica nel creare una storia nella quale è fondamentale l'assenza della magia, non è corretto chiedermi di buttare via il mio lavoro.
Oppure: per esigenze di trama esiste un artefatto che uccide chiunque lo tocchi (qualcuno aveva accennato a una cosa simile qualche posto più in su) ed è posizionato su un altare del dio della morte sotto a un gigantesco cartello con scritto "NON TOCCARE, MORTE ISTANTANEA". Se i giocatori lo toccano muoiono. Non si possono lamentare del fatto che un oggetto simile non esiste nelle regole quindi non lo posso mettere.
Invece, se la regola non comporta cambiamenti nella struttura della campagna, è buona cosa discuterne con i giocatori e assicurarsi che tutti siano soddisfatti.
In ogni caso l'ultima parola spetta al master, perchè se è vero che lui non può giocare senza il resto del gruppo, è anche vero che 5-6 persone fanno affidamento su di lui per giocare. In sostanza non tutti contribuiscono individualmente in parti uguali allo svolgimento del gioco, e questa non è una democrazia.