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[Greyhawk] Il Ritorno dei Draghi


raemar

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Irongate

la mappa della Libera Città di Irongate

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notizie generali sulla Libera Città di Irongate e sulla Regione di Irongate

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La Libera Città di Irongate sorge alla foce del fiume Levasslar (in antico nanico, “passaggio tra la superficie e i sotterranei”), sulla Baia di Samryn. Con i suoi oltre 50.000 abitanti è di gran lunga la città principale di tutta l’area, che non a caso è conosciuta come Regione di Irongate e che si sviluppa nelle valli ondulate e irregolari formate da tre fiumi: il Levasslar, appunto, Il Khanahllar (che è il principale affluente del Levasslar) e il Yaughlar (che sfocia a Nord nella Baia di Dunhead, nei pressi della città di Northancor).

La Regione è delimitata, oltre che dalle due baie citate, a Ovest da una lunga serie di colline i cui pendii vanno via via inasprendosi da Nord verso Sud, tanto da formare una sorta di barriera naturale a protezione della Libera Città di Irongate; a Est da impervie creste rocciose (che diventano poi oltre le Colline di Ferro sotto cui sorge il più conosciuto Regno dei Nani delle Flanaess) che impediscono il passaggio a carovane commerciali o ambasciate per diversi chilometri, rendendo nei fatti praticabile solo la strada che da Irongate costeggia il Mare Azzurro verso la Contea di Idee.

L’accesso alla Libera Città di Irongate merita un accenno. Giungendo da Nord lungo la strada principale che collega Scant a Irongate (e quindi buona parte delle Flanaess orientali all’Occidente e al Nord, passando via mare per Greyhawk), i viaggiatori noteranno sin da lontano un enorme e all’apparenza grezzo castello ergersi su di una collina. Un’alta e spessa fila di mura, regolarmente interrotta da torri in pietra solide e robuste, collega il castello ad altre colline che circondano la città, formando una prima cinta muraria che non ha eguali in tutte le Flanaess. Il muro esterno del castello, quello che si scorge sin da lontano, è totalmente privo di porte, portoni, finestre, archi o altri accessi o abbellimenti, se si escludono diverse feritoie e un’unica ampia torre centrale che permette la vista per diversi chilometri in ogni direzione. L’accesso a Irongate si può notare solo da più vicino: sotto il castello, un lungo tunnel (circa 800-900 metri) scava longitudinalmente la collina ed è protetto da due ampi e massicci portoni di ferro all’estremità più a Nord e da altri due ampi e massicci portoni di ferro all’estremità più a Sud. Per tutta la lunghezza del tunnel, il cui attraversamento risulta a molti nuovi visitatori della città poco ospitale, vi sono feritoie a circa 20-30 metri di altezza che permettono di tenere sotto controllo la zona di passaggio, illuminata da una lunga serie di torce rese magicamente inestinguibili.

Oltre il tunnel, ci si trova di fronte a una piccola zona lievemente ondulata di circa 400-450 metri, in cui sorgono diverse basse costruzioni, per lo più in legno, e in cui, particolarmente in questi giorni di festa, vi è un gran via vai di gente. Alle spalle di chi entra nel primo cerchio esterno della Libera Città di Irongate, sulla collina del castello, sono incise nella roccia due lunghe scalinate che portano all’ingresso del maniero e che terminano rispettivamente a Ovest e a Est dell’accesso interno del tunnel.

Superata quest’area intermedia, un altro cerchio di mura racchiude il cuore della Libera Città di Irongate, chiamata dai suoi abitanti la “Città delle Scale”, per il numero infinito e incredibile di scalini che si estendono sotto la superficie della città (un vecchio adagio ricorda che per ogni metro che Irongate toglie al cielo, contemporaneamente ne toglie almeno due alla terra).

Ecco una breve descrizione delle zone principali in cui è divisa la Libera Città di Irongate.

Il quartiere ricco contiene molte delle maggiori case e dimore delle famiglie di mercanti più facoltose di Irongate. Esso sorge nell'area occupata dall'originale città Aerdi e ancora oggi alcuni degli edifici di un tempo, principalmente in legno, sono stati preservati. La Cittadella, uno dei simboli della Città, è di costruzione Aerdi, anche se si dice che sia stata costruita sulle rovine di una fortificazione Suelita ancora precedente. Le vecchie segrete custodiscono certamente molti misteri, ma entrare nella fortezza è cosa piuttosto difficile. Alcune voci dicono che vi siano passaggi sigillati molto sotto la superficie, passaggi più antichi della storia conosciuta.

Il quartiere delle forge ospita molte delle forge e delle fonderie degli umani dentro la città, anche se molte attività di questo tipo (sia umane che naniche) si trovano in effetti sotto la superficie di Irongate. La città era spesso chiamata “l'armeria del Grande Re” quando ancora sotto il controllo del Grande Regno, e tutt'oggi gli armaioli di Irongate sono i migliori delle Flanaess (“forgiato a Irongate” è spesso sinonimo di indistruttibile).

Il quartiere mercantile contiene le case e i negozi dei mercanti, degli artigiani e dei lavoratori della città. Molti mercanti sono stati attratti dalla ricchezza di Irongate derivata soprattutto dalle forge e dalle fonderie, così che si sono diretti verso la città per dar vita al proprio negozio o laboratorio e offrire tutto ciò che non ha a che vedere con le armi o le costruzioni militari. La posizione strategica di Irongate e la mancanza di una vera e propria economia agricola hanno segnato il successo di queste iniziative. Molte delle più famose organizzazioni mercantili hanno una loro sede in città.

Il quartiere accademico è la sede di diverse istituzioni educative, molte gilde e templi, nonché degli affari legati alla religione. La Torre di Daern si trova qui ed è la sede dell'Unione degli Artefici di Irongate e della relativa Università magica.

Il quartiere popolare è un luogo rude e spesso scena di diversi atti illegali che ospita i cittadini più poveri. Ci sono voci di templi malvagi nascosti, politici avari e corrotti, boss del crimine spietati e spie straniere. Niente di inaspettato in una città grande come Irongate.

Il quartiere del porto è il punto nevralgico di ogni attività commerciale. La leggendaria e formidabile forza navale di Irongate è sistemata vicino alla Cittadella, con quartier generale e baraccamenti nella parte Est. Su un'ampia piattaforma vicina all'oceano nel mezzo del quartiere si innalza il Colosso di Irongate. Sempre in quest’area, inoltre, si trova un massiccio edificio usualmente chiamato “la Torre” (o “Torre di Docan” ), formidabile fortificazione a protezione della parte occidentale del porto, sede di una delle più decorate unità dell'esercito di Irongate (la “Terza Compagnia della Torre” ). La fortezza sul porto è una modesta costruzione su un'isola rocciosa nella baia che assicura importanti capacità difensive al porto di Irongate. Si dice che un tunnel colleghi la fortezza direttamente alla Cittadella, rifornendola così senza la necessità di viaggi in nave. Un'immensa catapulta sul tetto (che si crede sia di natura magica) copre la maggior parte del porto con la sua portata micidiale.

La “città” della feccia è un nomignolo dato a un posto povero, abitato da anime sfortunate che cercano di scroccare una vita nel grappolo di edifici tra la discarica delle miniere e la palude puzzolente che li separa fisicamente dalla città. Chi voglia ascoltare un vecchio avventore delle meno che lussuose taverne della “città” della feccia potrà sentire storie di miniere perdute e di fantastiche creature.

Altre cose da sapere.

Irongate ha tre porte di accesso: la “Porta delle miniere” o “Porta Ovest”, la “Porta della valle” o “Porta Nord” e la “Porta dei nani” o “Porta Est” (benché per ogni porta vi siano in realtà due aperture, una per ogni cinta muraria, ci si riferisce usualmente a esse come fossero una unica).

La Grande Scala è una spettacolare costruzione in pietra con un dislivello di circa 30 metri in 60 metri (pendenza 26°) sullo strapiombo esterno alle mura Est di Irongate. La scalinata è stata costruita come dono dai clan nanici delle Colline di Ferro alla Città di Irongate ed è completamente in marmo bianco importato da diverse località delle Colline di Ferro, in rappresentanza dei diversi Clan che hanno contribuito a questo meraviglioso dono (la Grande Scala è considerata una delle meraviglie dell’Est delle Flanaess).

All'interno della città ci sono quattro grandi piazze. Il Mercato Alto è il luogo dove si possono trovare bancarelle con merci di elevata qualità (anche se i singoli negozi di solito sono meglio forniti); il Mercato Basso è un posto dove la differenza tra trovare un buon affare su prodotti a basso costo e venir derubati è molto sottile; il Mercato dei Commercianti è l'unico posto dove i commercianti non locali possono vendere la loro merce; la Piazza della Città è il centro dell'attività politica e culturale di Irongate: festività e ricorrenze sono celebrate qui.

Quando la città dichiarò la sua indipendenza, il nuovo Municipio fu costruito all'esterno delle vecchie mura, rivolto verso l'ingresso, come simbolo di libertà dall'oppressione. Il campanile del Municipio è la struttura più alta dell'intera città (di poco rispetto alla Cittadella). Attorno alla Piazza della Città vi sono gli edifici del Governo, le sedi delle Gilde dei Mercanti e dei Commercianti, e gli uffici di molte organizzazioni mercantili.

Gran parte della città di Irongate, tuttavia, non è visibile in superficie. Chi volesse potrebbe addirittura attraversare l’intera città in lunghezza e in larghezza senza mai vedere il sole, visitando negozi e armaioli collegati da una complessa rete di passaggi e scale. Questa parte della città è nascosta agli occhi, si possono solo intravedere piccoli o grandi camini che sbuffano e che suggeriscono l'attività sotterranea di molti abitanti e mercanti .

La lingua di terra che si estende a Est di Irongate è un luogo strategicamente micidiale ed è stato teatro di famose battaglie, tra cui la Battaglia dei Mille Vessilli.

Il governo di Irongate

Sua Signoria il Sindaco della città, Lord Cobb Darg, è al suo quinto mandato ed è in carica da quasi 50 anni. Egli è capo della milizia cittadina e si preoccupa dell’applicazione delle leggi e dell’amministrazione della giustizia, mentre il potere legislativo è nelle mani del Consiglio, rappresentativo di varie famiglie di alto rango: commercianti, nobili, religiosi e anche alcuni capi militari.

Il sindaco Darg e il Consiglio della città si riuniscono in seduta pubblica ogni primo Terreno (sesto giorno della settimana) del mese, per raccogliere le lamentele e le questioni sottoposte dalle persone iscritte a parlare e prendere decisioni in merito .

Il sindaco Darg è sempre stato visto come una leggenda da parte dei cittadini di Irongate, non solo perché ha fatto il bene della sua città (è stato l'unico a non fidarsi mai della Fratellanza Scarlatta e a mantenere al sicuro da quella minaccia Irongate), ma anche perché vi sono diverse suggestive supposizioni sulla sua origine.

Oggi è il terzo giorno di festeggiamenti per l'annuale Festa della Birra, il periodo di sette giorni che segna il passo dall'estate all'autunno. Siete nell'Anno Comune 594.

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ashrat

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Terash non ricorda bene quei momenti. Lui non sa dire se sia stato reale o se si sia trattato di una delle sue visioni. Terash sa per certo che i brividi di paura erano reali. Il sudore, le estremità gelide, la sensazione di impotenza e il gracchiare insistente di Sussurro. Dal suo nascondiglio sull’albero, Terash li ha visti passare. Della stessa sostanza di cui sono composti gli incubi, li ha visti spostarsi senza toccare il suolo. Si trovava nel cuore di Onnwal, tra i villaggi che i popolani da queste parti chiamano Faysage Dell e Norecand. Terash non sa perché non si siano fermati per prendere anche lui. Terash non ricorda bene quei momenti. Lui non sa dire se sia stato reale. Quando se ne erano andati, la mattina non era più mattina, il giorno si era fatto scuro. E lui vagava. Sceso dal nascondiglio sull’albero, col suo Sussurro ben stretto al petto, trovò decine di corpi, grossi corpi, corpi dalla pelle verdastra, corpi che i popolani da queste parti chiamano “nemici”. Lui sapeva cosa doveva fare. Aveva visto cosa li aveva uccisi. Li raccolse tutti, con grande fatica, in un unico mucchio, Sussurro lo aiutò nel compito, e accese una grossa torcia con la sua magia per bruciare quei verdi corpi morti. Terash non ricorda bene quei momenti. Forse si è trattato di una delle sue visioni.

Quando apri gli occhi, Sussurro sta gracchiando con insistenza. Il sole è alto nel cielo, forse il sonno ti ha preso più a lungo di quanto non avresti voluto. Sei ad Irongate ormai da qualche giorno, e hai avuto modo di girare in lungo e in largo (e in basso) per la città. Durante giorni di festa come questi, non è raro che le famiglie che hanno a disposizione una stalla o uno scantinato lo sistemino in modo da poter ospitare alcuni viaggiatori e guadagnare alcune monete. Proprio presso una di queste famiglie hai trovato rifugio, una benedizione per te che non ami particolarmente le locande, che comunque sono piene in questo periodo. La tua sistemazione si trova tra il quartiere mercantile e quello popolare, non distante dalla piazza del mercato basso e, cosa piuttosto strana, sopra la superficie della città.

Ti alzi dal giaciglio sistemato alla bell’e meglio a terra e Sussurro quasi di rimando smette di gracchiare. Noti che il tuo compagno di “stanza” non è presente: un tipo curioso, che tuttavia ti va stranamente a genio dal momento che parla molto poco, è silenzioso e schivo, e ha la particolare caratteristica di cambiare aspetto a ogni sorgere del sole. Sei sufficientemente abituato ad avere intuizioni sulle persone che conosci, abbastanza da sapere che è buona norma non parlarne con i diretti interessati o con altri. Da parte sua, egli continua a indossare, giorno e notte, quella buffa maschera di metallo per nascondere il suo segreto al mondo.

Mentre la tua mente è impegnata in questi e in altri pensieri, che per lo più hanno per filo conduttore il sogno che hai appena fatto, la tua concentrazione viene interrotta da un forte vociare all’esterno della porta della stanza. La apri e ti affacci, notando che a pochi metri di distanza si è raggruppato un certo numero di curiosi che pare attendere che qualcuno prenda la parola. Presti maggiore attenzione e noti che su una sedia distrattamente sistemata al centro del gruppo sta cercando di ergersi un individuo di bassa statura, decisamente non un nano, che pare imporre un certo carisma alla sua platea. È Leedstit!, senti mormorare qualcuno dalla folla. Sì, è proprio lui!. Sentiamo cosa ha da raccontarci questa volta. Le voci che si intrecciano sono tra il curioso e l’ammirato. Finito di sistemarsi sul suo trespolo, l’individuo si schiarisce la voce e sembra attendere un minimo di silenzio per iniziare a parlare.

vincent laymann

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Affondi il colpo con sicurezza, ma tutto ciò che la tua lama incontra è la soffice opposizione dello strato più superficiale della neve fresca. Durante la notte deve esserne caduta di nuova, ti sei sempre sentito legato al suo candore. Il tuo avversario grugnisce soddisfatto, riportandoti all’immanenza della battaglia. Cerca di affondare il rozzo randello che tiene in mano non importa dove nel tuo corpo, ma è talmente sgraziato che non sa fare buon uso della sua stazza. Il tuo è un movimento fluido, senza soluzione di continuità, frutto di anni di severi addestramenti. Sollevi la lama della spada dal suo riposo tra le candide braccia della neve, giri su te stesso per evitare il colpo e affondi nuovamente deciso nella carne del troll, all’altezza del gomito. Il suo grugnito, stavolta, è tutt’altro che soddisfatto. Perde un’infinità di tempo a dare una forma al suo dolore, sei certo che trascorrano almeno alcuni secondi pieni. Ti scansi mentre cade in ginocchio, probabilmente non hai di fronte il più brillante tra i guerrieri dei troll. Meglio approfittarne. La debolezza altrui è la forza per noi. Mentre la tua lama lacera la carne del troll dove il collo incontra la spalla, lo sguardo è già proiettato oltre. Non vedi la sua testa rotolare lontano. Realizzi che i tuoi compagni, più avanti, hanno bisogno di aiuto. E corri in loro soccorso.

Quando apri gli occhi, la donna al tuo fianco dorme ancora. Non ne conosci il nome, non ha voluto rispondere quando per più volte le hai porto la domanda, ma se sei certo che avrai modo di rivederla in locanda. Ti alzi cercando di fare poco rumore, Kraag riposa ancora sul davanzale sotto un insolitamente caldo sole di inizio autunno. Il messo con cui hai scambiato poche chiacchiere ieri ti ha detto di presentarti presto al Municipio. Le lettere che porti dal Nord non possono aspettare oltre. Se non sarà direttamente il Sindaco Darg a riceverle dalle tue mani, almeno vorresti avere la possibilità di scambiare qualche convenevole con un Consigliere. Sai che le liste per le pubbliche audizioni sono infinitamente lunghe, ma conti che il sigillo posto sulle tue carte possa concederti un’audizione privata. Con grande attenzione, apri la porta e una volta nel corridoio la richiudi dietro di te. Allunghi l’orecchio per raccogliere eventuali rumori dall’interno, ma tutto tace.

In strada incontri il via vai tipico di questi giorni di festa a cui ormai hai fatto una certa abitudine. La tua locanda, il Bricco Purpureo, non è distante dal Municipio e in poco tempo ti ritrovi in fila di fronte a un bancone. Un commesso, nove persone di fronte a te, ha il naso fisso su un foglio di pergamena e sta annotando ciò che il primo della fila gli sta riferendo. Dopo pochi istanti, ti si sistema alle spalle una ragazza, un’elfa, dall’aspetto tutt’altro che comune. Ti sembra di averla già notata alla locanda, una delle sere precedenti, probabilmente nella sala comune. Quando la guardi, lei ti sorride educatamente.

Arrivato il tuo turno, il commesso alza per la prima volta il naso dal suo lavoro e dice con pomposa ufficialità: Le liste per le pubbliche audizioni sono chiuse. Chi desidera iscriversi per il mese prossimo, può lasciare a me il suo nominativo e la sua attuale residenza e verrà contattato a tempo debito. Detto ciò, torna a fissare le scritte sulla sua pergamena, in attesa che qualcuno si faccia avanti.

muso

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Lo sguardo che si riflette nello specchio, non è il tuo sguardo. I lineamenti del viso non sono i tuoi lineamenti, la sagoma del corpo non è la tua sagoma, la mano che stringe il pugnale non è la tua mano. Mentre l’incantatore di fronte a te gorgoglia le sue ultime vane parole da vivo, non puoi fare a meno di pensare che lo specchio alle sue spalle non stia affatto riflettendo la tua immagine. Sono ormai passati tre anni dal rituale di iniziazione, tre anni evidentemente non sufficienti a rendere i cambiamenti una cosa usuale per te. Prima di uscire dalla stanza, soffermi un momento la tua attenzione sul corpo a terra. Il colore, l’odore, la sensazione della morte sono così diversi da come vengono raccontati dai poeti e dai bardi. Nessuno racconta lo sguardo agghiacciante di una persona pochi istanti prima di morire, nessuno dice di quanto sia difficile non ferirsi con la lama mentre si accoltella un uomo, nessuno magnifica la possibilità, peraltro incredibilmente comune, che le viscere rilascino i loro liquidi pochi istanti prima di morire, insozzando i pantaloni dello sventurato come solo i bambini più piccoli possono fare. Il tuo aspetto non è l’unica cosa, in quella stanza, che non riconosci. Tenere la vita di uomo tra le proprie mani, sentirlo pregarti, supplicarti, tentare di corromperti, e di nuovo supplicarti, e pregarti. Inghiottire le sue parole come un pasto pesante e renderle vane con un movimento rapido e preciso. Questa stessa sensazione, non ti appartiene. Uscirai dagli Uomini Senza Volto. Forse vorrà dire morire, ma non sarai nuovamente, consciamente, deliberatamente responsabile di tutto ciò. Non più.

Quando apri gli occhi è ancora presto, come sempre. Ti alzi rapidamente senza far rumore e non presti particolare attenzione ai cambiamenti intervenuti nel tuo fisico. Da quando hai lasciato gli Uomini Senza Volto, ti è risultato più facile abituarti ai mutamenti. Forse è solo il risultato del tempo trascorso.

Sei a Irongate da ormai un mese. Hai conosciuto Ardim quasi per caso, lui aveva bisogno di una mano per alcune commissioni per la sua bottega, tu eri entrato per chiedergli di forgiarti un’altra maschera di metallo. Ti ha colpito il fatto che non ti abbia mai guardato storto e che non abbia mai fatto domande sul perché ne indossi una. Ti ha accolto in casa sua, o meglio nella parte di casa sua che, se avesse degli animali, sarebbe adibita a stalla, ti ha presentato la sua famiglia, ti ha dato un posto dove mangiare e la possibilità di darti da fare. Forse è stata la prima persona che ti ha trattato con un certo riguardo da molto tempo a questa parte. E per certi versi, la sensazione di normalità che hai gustato durante questo mese ti ha soddisfatto.

Il tuo compagno di “stanza” dorme ancora. È un curioso vecchietto, un mezz’uomo per quanto hai potuto capire, che se ne va in giro con il suo corvo e parla in modo bizzarro. A dire il vero, la prima cosa che hai pensato quando Ardim te lo ha presentato, ormai alcuni giorni fa, è che non ci fosse tutto con la testa. Ma la sua compagnia è discreta, e questo per te è più che sufficiente.

Esci per recarti nei soliti posti a recuperare materiale per Ardim: la legna per la forgia, il metallo ordinato dai fornitori, un po’ di cibo per la famiglia, cose ordinarie che riempiono la vita delle persone comuni. È un bene che grazie ad Ardim tutti ti vedano come un semplice ragazzo di bottega, ti permette di guadagnare tempo. Nel corso dei giorni trascorsi a Irongate la tua maschera è passata dall’essere il muro di fronte a chissà quale misfatto compiuto in passato al rifugio dietro il quale si nasconde un viso giovane sfigurato da chissà quale disgrazia che sicuramente si è portata via la tua famiglia. Ti sta più che bene così.

Quando, più tardi la mattina, stai rientrando con il carretto pieno, ti colpisce un corposo capannello di persone che si è raccolto poco distante dalla porta di entrata alla stalla. Noti un piccolo individuo che sta tentando di issarsi su un’alta sedia e che sta raccogliendo l’attenzione dei presenti. Dalla porta della stalla noti uscire il vecchio con il suo inseparabile corvo. Terash è il suo nome, Terash della Penna Nera. È Leedstit!, senti mormorare qualcuno dalla folla. Hai sentito questo nome in precedenza, lo colleghi a uno gnomo che pare essere una sorta di autorità a Irongate, soprattutto per quanto riguarda la conoscenza del sottosuolo e dei minerali che si possono estrarre dalle miniere alle porte della città. Sì, è proprio lui! Sentiamo cosa ha da raccontare questa volta. Le voci che si intrecciano sono tra il curioso e l’ammirato. Finito di sistemarsi sul suo trespolo, l’individuo si schiarisce la voce e sembra attendere un minimo di silenzio per iniziare a parlare.

freppi

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Sulle labbra hai il sapore neutro della terra, nelle narici l’odore pungente dell’erba. Hai imposto a te stessa di tenere la faccia premuta più possibile al terreno mentre loro sono qui. Non hanno bisogno di vedere il tuo dolore o di guardarti dritto in faccia. Sono entrati in tre stavolta. Altri due sono rimasti fuori. L’uomo di fede, lui non è mai venuto. Sull’occhio già gonfio senti il calore del sangue. Il secondo sta abbassando i pantaloni, puoi sentire il fruscio del tessuto mentre li cala lungo le gambe, quando un urlo squarcia l’assurdo silenzio. Intuisci movimenti frenetici alle spalle, ma lontano dal tuo corpo. Altre voci, altri rumori, confusione. Ti sfidi per un momento ad aprire gli occhi e ti rendi conto, con tuo grande stupore, che sei rimasta sola nella tenda. Sfreghi con energia i pugni agli occhi, tenerli chiusi a lungo ti appanna la vista. Ancora grida, ordini, rumore di metallo e di squarci aperti nella carne. Pochi istanti di lucida frenesia. Poi risate, gioia, monete e fuoco, forse. Passi. Passi che si avvicinano. Trattieni per un attimo il respiro. Qualcuno apre la tenda ed entra. Cerca qualcosa, è concentrato, dapprima non ti nota, raccolta come sei in un angolo, poi mentre si volta i vostri sguardi si incrociano. È un’eternità fatta di secondi quella che trascorre tra il respiro affannato che sfugge dalla tua bocca e il successivo battito del cuore. Non sai cosa leggi nei suoi occhi, solo più tardi darai un nome a ciò che hai visto. Pena. Il suo silenzio nell’uscire dalla tenda è tutto ciò che di più bello hai potuto ascoltare negli ultimi mesi. Mentre stremata ti lasci andare al sonno, ancora nuda, gli incubi ritornano. Sono fiamme, e c’è gente attorno alle fiamme, e urla, e grida, e inveisce contro le fiamme. C’è qualcuno tra le fiamme. E quando riesci a scorgere il suo viso, ti rendi conto che sei tu.

Quando apri gli occhi, qualcuno ti sta chiamando. Messer Lacroix? Vincent Lacroix?. Quel “Messer” è così stridente con l’ambiente che ti accoglie appena sveglio che quasi ti scappa una risata. D’altra parte, sai chi è alla porta e non ti meraviglia affatto la stonata deferenza. Quando entra nella stanza, il giovane Bice accenna addirittura un inchino: non hai dubbi che questi diventerà uno dei più fidati aiutanti di Sua Eccellenza De Cobham.

Ti ho detto mille volte di non venire al quartiere popolare, la tua preoccupazione non è certo per la sua incolumità, ma ti dispiacerebbe alquanto se quel giovane leccaculo dovesse rovinare il tuo lavoro. Noti, tuttavia, che un certo tentativo di camuffare il suo nobile aspetto il giovane Bice lo ha messo in atto. Senza raggiungere grossi risultati, va detto.

Sua Eccellenza, la sua voce si fa quasi inudibile, Messer De Cobham, desidera vedervi quanto prima per discutere dei vostri progressi. Vi aspetta possibilmente nelle prime ore successive al pranzo. Dice di raggiungerlo nella sua dimora nel quartiere alto. E addio alla prudenza, ti verrebbe da urlare.

Non hai altre parole da scambiare con il giovane Bice, pertanto lo inviti a uscire. Cos’altro vorrà De Cobham: ormai ogni aspetto è stato vagliato, ogni particolare è al suo posto, ti è sufficiente decidere il momento in cui potrai finalmente catturare Iogle in una delle sue frequenti visite in incognito a Irongate e consegnarla alle autorità cittadine, ritirando naturalmente la taglia che pende sulla sua testa.

Dapprima, Sua Eccellenza De Cobham si è dimostrato un valido aiuto, ti ha indicato dove cercare e cosa cercare, con quali persone parlare, quali piste battere e quali no. Ti ha incuriosito il fatto che niente meno che uno dei Cinque Consiglieri del Consiglio di Irongate potesse interessarsi alla tua ricerca e avere questo genere di informazioni, ma poi ripensando alla tua esperienza e a ciò che hai potuto vedere in altre città, hai considerato che spesso chi ha potere ricopre tale posizione perché ha o ha avuto le amicizie giuste che lo hanno spinto verso l’alto.

Ultimamente De Cobham si è però fatto più titubante, sembra quasi voler ritardare il tuo compito, non certo che ne abbia il potere, hai sempre agito di tua volontà e così desideri che continui a essere. Cos’altro vorrà questa volta. Mentre pensi, non puoi fare a meno di complimentarti con te stessa per i progressi che hai fatto. Ormai riesci a centrare quasi completamente il pitale pisciando da in piedi.

samirah

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Mentre non puoi fare a meno di percepire qualche goccia di sudore scendere sulle tempie, ricordi a te stessa che non ti piace essere messa sotto pressione. Il vestito ti sta stretto, il trucco è eccessivo, l’acconciatura è ridicola ai tuoi occhi, ma evidentemente non a quelli delle persone che, tra l’ammirato e l’inebetito, ti stanno guardando. Quando tuo padre entra nell’ampio salone del vostro palazzo, tu sei seduta dalla parte opposta della stanza, tua madre al fianco. Nistril Mallian, fiero esponente di una delle più nobili famiglie di Scant, ultimo discendente di una delle più nobili famiglie della Foresta Celadon, procede verso di te a passi sicuri e orgogliosi, con accanto un esserino del tutto insignificante coi capelli laccati all’indietro, un fiero sorriso stampato sul viso, il petto ben in fuori in segno di superiorità e un ampio mantello di colore scarlatto che non lascia dubbi sull’origine di quella superiorità. <Mia cara>, tuo padre sembra affannato mentre parla, ma tu sai che si tratta di una pusillanime deferenza che egli ama mostrare nei confronti dei pochi che gli sono superiori, <costui è il Legittimo Fratello Jeruan, figlio del Supervisore Capo Illattas, umile e insostituibile servo della Sorella Esaltata Kuranyie>. Segue un silenzio troppo studiato per essere spontaneo. Ci si aspetta qualcosa da te? Ora? <Figlia mia, porgi omaggio al tuo promesso sposo>.

Quando apri gli occhi, realizzi che il sudore era reale. La scena, fortunatamente, no. Sei nella tua stanza al primo piano del Bricco Purpureo e come sempre accade da qualche giorno a questa parte, il primo pensiero della tua mattinata va ai vecchi compagni di avventura. Scrolli la testa e ti alzi, esegui una litania di gesti ormai usuali per te mentre prepari le tue cose e ti appresti in tutta fretta a dirigerti verso il Municipio dove avrai la possibilità di iscriverti alle liste per le pubbliche audizioni. Anche se, certamente, parlare a quattr’occhi con il Sindaco o con uno dei Consiglieri sarebbe meglio, ma per quello occorrerebbe un vero e proprio colpo di fortuna. O quantomeno un messo differente da quello che ti ha malamente accolto la volta precedente.

Esci dalla stanza e ti soffermi qualche istante di fronte alla porta di Nimei. Non senti rumori provenire dall’interno, probabilmente sta ancora dormendo o forse ha passato la notte a deliziare qualche altra locanda con la sua arte. Hai provato subito un’istintiva simpatia nei confronti di quella ragazza, il cui fascino è peraltro innegabile tanto quanto lo è la sua cultura e il suo interesse per ogni aspetto della vita. La sua amabilità ti ha indotto a confidarle parte della tua verità, certo senza entrare nei particolari, ma parlare con lei è stato piacevole e senti che in te sta nascendo un sentimento di amicizia che da diverso tempo non provavi. Ed è bello cullarlo per un istante mentre ti sporgi verso il silenzioso legno della porta della sua stanza.

Ti riprendi dai tuoi pensieri e ti dirigi al Municipio, non distante dalla locanda. Quando arrivi, la fila per iscriversi alle pubbliche audizioni che si è disposta di fronte al messo è già più lunga di quanto non avresti voluto. Noti se non altro con piacere che non è quel fastidioso individuo che ti ha risposto seccamente quando, ormai più di una settimana prima, ti sei recata per una breve visita a Irongate insieme alla tua vecchia compagna di viaggio Kirsha. Perfino per uno della tua razza, sembra passato un secolo.

Di fronte a te c’è un ragazzo alto, dai capelli talmente chiari da sembrare in alcune sfumature addirittura bianchi. Il suo aspetto è molto formale, quasi nobile per certi versi, e ha alcune carte in mano, probabilmente delle lettere sigillate da recapitare a qualcuno. Quando si volta e hai occasione di vederlo in viso, ricordi di averlo visto in precedenza. Sì, certamente alloggia anche lui al Bricco Purpureo, deve essere arrivato in città da qualche giorno. Accenni un educato sorriso quando ti guarda.

Arrivato il suo turno, il commesso alza per la prima volta il naso dalla pergamena sul tavolo e dice con pomposa ufficialità: Le liste per le pubbliche audizioni sono chiuse. Chi desidera iscriversi per il mese prossimo, può lasciare a me il suo nominativo e la sua attuale residenza e verrà contattato a tempo debito. Detto ciò, torna a fissare le scritte sulla sua pergamena, in attesa che qualcuno si faccia avanti.

morwen

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’Dormi con me, stanotte’. Rileggi il biglietto che Rilian ha distrattamente lasciato nelle tue mani mentre ti salutava prima di ritirarsi e non presti attenzione al fatto che il tuo camminare ti ha quasi inconsciamente portato all’ingresso della torre Ovest, dove si trova la tua stanza. ‘No, stanotte no’. Sorridi nella tua mente mentre sali le scale e non ti rendi immediatamente conto della voce che proviene da una delle stanze esterne. <… io dico che è questo il momento migliore per attaccare Ahlissa e cercare di aprire una via di terra per Irongate e Onnwal>. Qualcuno sta perorando la sua causa con passione. Qualcuno che non si lamenterà certo se ascolti un po’ quello che ha da dire. <L’autorità del Grande Principe è quotidianamente messa in dubbio, ci sono molti che aspirano al suo posto, non vi è unità nelle loro fila. Io dico approfittiamo di questa opportunità. E mandiamo emissari a Ratik e al Nord per stringere con loro alleanze che ci permettano di chiudere in un pugno mortale anche il Regno del Nord>. Ambizioso. <Sono parole ambiziose le tue>, riconosci la voce di tuo zio, siete sempre stati in sintonia, <tuttavia non prive di un fondamento di verità. Forse è giunto il momento che ciò che resta del Grande Regno segni il passo a un disegno più grande e che la pace e l’ordine regnino realmente nell’Ovest delle Flanaess>. Una lunga pausa quasi ti spinge ad allontanarti, nel timore che gli interlocutori possano uscire da un momento all’altro. <Vieni con me a Rel Mord, lì ti introdurrò alla corte di Re Lynwerd e avremo modo di valutare se, come credo, altri daranno eco alle nostre idee>. Non è una richiesta, bensì l’ordine di una persona rispettata e influente, quello che tuo zio impone con fermezza al suo interlocutore. Altre guerre? Altri eserciti in marcia? La pace di Greyhawk è davvero così fragile?

Quando apri gli occhi è perché qualcuno ha chiuso la porta. Ti riprendi lentamente dal sonno, ancora annebbiata dai pensieri che hanno preoccupato il tuo riposo, e non ti rendi subito conto di non essere nella tua stanza. Poi ricordi. Quel ragazzo era troppo silenzioso per essere vero, troppo silenzioso per non essere stuzzicato un po’, troppo silenzioso per la sala comune di una taverna, seppure non una delle più chiassose che tu abbia frequentato. Eppure dopo averlo fatto uscire dal rifugio che si era costruito, la sua compagnia si è rivelata incredibilmente piacevole, per tutta la serata. Ha detto di chiamarsi Mehtevas, ti venire dal Nord, di essere in città per questioni importanti, e ricordi di aver giocato un po’ con lui e di non aver risposto ad alcune delle domande che lui periodicamente ti riproponeva. Sei certa che non sappia nemmeno il tuo nome. Non è tua abitudine passare la notte con uomini che non conosci, tuttavia quel giovane ti ha così piacevolmente sorpreso ed è riuscito a trasmetterti sensazioni talmente positive, che come di fronte a una scogliera a picco su un mare calmo non hai potuto fare a meno di tuffarti.

Ti alzi del letto e ti prepari per uscire, colpita per il fatto che lui si sia alzato senza disturbarti. Sei certa che rivedrai Mehtevas la sera stessa e non riesci ancora a comprendere a fondo se questo ti faccia piacere o meno. Tuttavia abbandoni in fretta questi pensieri, passando a cose più pratiche. Ardim. Da quando sei arrivata in città, ancora non hai avuto modo di scambiare quattro chiacchiere con il vecchio compagno d’armi di tuo zio, che “certamente avrà notizie importanti per te. Parla con lui, cerca di capire come stanno le cose a Irongate, cerca di valutare le voci che da più parti giungono sulla Città Libera, usa la tua arte e la tua cultura per farti accettare nei circoli che contano e fa in modo che la causa del Nyrond sia presa come una priorità”. Tuo zio non ha mai ecceduto in particolari: una semplice traccia su un foglio lui la chiama disegno, quattro parole messe in rima sono per lui una poesia. Ti ha dato solo quel nome e ti ha indicato la posizione della forgia di Ardim, tra il quartiere mercantile e quello popolare. E fino a ora sei stata troppo impegnata a scoprire la vita di una città come Irongate, così diversa da Wragby.

Esci dalla stanza di Mehtevas cercando di lasciare tutto in ordine. Scendi al primo piano del Bricco purpureo e ti soffermi qualche istante di fronte alla porta di Liarel. Quell’elfa è riuscita in poco tempo a entrare nelle tue grazie, la senti quasi come un’amica di vecchia data. Forse il tuo giudizio è influenzato da ciò che Liarel ti ha raccontato, tutte le sfortune che ha dovuto affrontare nell’ultimo periodo: la partenza da casa, l’abbandono della famiglia, la perdita dei suoi compagni di avventura. Non ci sono rumori che provengono da oltre la porta chiusa, pertanto prosegui ancora qualche metro e finalmente ti ritrovi di fronte alla tua stanza.

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Resto un attimo basito, di fronte all'uomo. Possibile che proprio subito prima del mio turno dovessero essere chiuse le audizioni? Questo sì che è strano. Molto, molto strano. In effetti, mi vien da pensare che...

Vengo ridestato dai miei pensieri dal borbottio insistente delle persone alle mie spalle, ancora in fila, un po' spazientite dal fatto che stessi perdendo tempo, letteralment person nei miei pensieri. Scuoto rapidamente la testa, come ascrollarmi di dosso quello a cui stavo pensando.

Poi, arrancando maldestramente fra le preziosissime lettere che porto con me, cerco di tirarle fuori tutte e, mostrando il sigillo che recano, mi rivolgo all'uomo:

Io... Ahem... Io mi chiamo Mehtevas. Sono una guardia reale, nonchè emissario, di re Hundgred, signore delle grandi Montagne di Griff, dico, proclamando la mia identità con la pomposità di una litania, come se la stessi recitando a memoria ancora una volta. Resto un attimo immobile, con gli occhi sbarati sul commesso. Quando vedo che sta ancora aspettando che finisca la frase, proseguo: il mio signore mi manda ad IronGate per consegnare queste lettere di grandissima importanza, direttamente nelle mani del consigliere Drag... Dran... Darg! Mi correggo, sperando di aver pronunicato correttamente il nome al terzo tentativo. E' molto importante che giungano nelle sue mani il prima possibile, possibilmente prima del mese prossimo, e sua maestà Hundgred si è tanto raccomandato che fossi io stesso a mettere queste lettere nelle sue mani. Mi fermo nuovamente, chiedendomi se la frase appena pronunciata fosse corretta grammaticalmente. Potrei aver sbagliato qualche tempo verbale, e non sarebbe affatto una bella cosa, visto che devo fare una bella impressione sull'uomo. Oh, per gli Dèi, spero che ora non mi consideri un arrogante, se ho insistito tanto. No, non devo neanche pensarci. Devo stare tranquillo, e vedere che risponde, ma... Questa volta mi scrollo di dosso i pnsieri da solo, non appena il commesso accenna a darmi risposta.

Teso come una corda di violino, attendo impaziente una risposta.

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@master

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Porto rapidamente il carretto nella stalla, non sia mai che nella confusione qualcuno pensi di rubare qualcosa, e poi esco nuovamente cercando un angolo da cui posso guardare e soprattutto ascoltare senza essere visto. *Chissà cosa vorrà raccontare costui... mah... occhi aperti, ogni variazione al solito tran tran potrebbe essere pericolosa... occhi aperti*. Silenziosamente e lontano dalla maggior parte degli sguardi indiscreti mi concentro sul capannello di persone e cerco di ascoltare cercando di controllare i presenti e chiunque possa essere troppo interessato alla mia persona.

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Raccolgo il bastone tra le mie cose, e mi avvicino lentamente al capannello di persone. A ogni passo, le piccole ossa con cui è decorato l'oggetto sbatacchiano, con un caratteristico rumore di sonaglio. Sussurro ci è passato sopra, utilizzandolo come un posatoio. Poso lo sguardo sull'ometto che si è arrampicato sul trespolo.

Per essere una così piccola creatura, riceve grosse attenzioni, si?

Sussurro agita il capo, d'accordo con me. E cosa avrà da dire?

Mi dispongo ad ascoltare, un po' discosto dalla folla, pesantemente appoggiato al bastone.

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Entro nella stanza, mentre il pensiero ritorna ancora per un istante al ragazzo silenzioso.

Bisbigliando come al solito le parole di quella vecchia canzone, mi lascio distrarre ora da altri pensieri, più lontani nel tempo, ed attraverso la camera fino al bagno. Non mi curo dei vestiti abbandonati lungo il tragitto e mi immergo nella tinozza, lasciando che l’acqua fredda mi liberi degli ultimi residui di sonno.

Mi piace il freddo. Mi ricorda quand’ero bambina.

Sistemo il colletto della camicia osservando distrattamente la mia immagine riflessa; per un solo momento, uno soltanto, i lineamenti del viso di fronte a me si modificano leggermente, gli occhi diventano d’un verde pallido, i capelli cortissimi. Sorrido. Anche lei sorride.

Chissà se hai trovato la tua canzone...

Dall’assoluto caos che regna nel mio zainetto incantato *forse avrei dovuto chiedere allo svampito mago di corte di inventarsi qualcosa per porre rimedio a questo macello* tiro fuori soltanto un elegante cappellino grigio ed un anello d’argento col sigillo della famiglia Azure, lasciando cadere quest’ultimo nella tasca. Pronta!

Assicurandomi d’aver chiuso per bene la porta della stanza, mi dirigo verso le scale e verso la sala comune della taverna, ripassando mentalmente la strada da percorrere per raggiungere la forgia di Ardim.

Sulle labbra ho ancora le parole della solita vecchia canzone e non riesco a trattenere un sorriso...

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Rimango esterrefatta di fronte all'ennesimo tentativo fallito di poter parlare col sindaco.

*a Scant le cose non erano così complicate, ma era tutto un altro ambiente, tutta un'altra vita... un'altra vita...*

Ascolto immobile lo sfogo dell'uomo di fronte a me...

*forse c'è un'opportunità di evitare un'altra lunga attesa...

Il luogo che nomina è ancora più lontano delle foreste da cui proviene la mia famiglia... cosa sarà venuto a chiedere fin qua a Irongate...*

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prova di Conoscenze (geografia) +4 senza addestramento
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Mi avvicino al piccolo specchio senza cornice, adagiato sul bordo del mobile affianco al letto: è talmente impolverato che riflette solo un'immagine sbiadita del mio volto. Non me ne curo. Afferro la brocca di coccio e verso l'acqua - dall'odore sembra pulita - direttamente nella tinozza. Mi spoglio degli abiti con cui ho dormito gettandoli distrattamente sul letto, raccolgo i lunghi capelli e me li lego alla buona. Infine mi avvicino alla tinozza e mi fermo sopra di essa: l'acqua è immobile e mi ritrovo ad osservare il suo volto, il volto di una donna, le sue labbra, il suo naso, i suoi occhi, quegli occhi freddi e determinati ... i miei occhi. L'immagine scompare con uno schizzo che bagna il muro affianco: ho perso fin troppo tempo dico, accorgendomi sono qualche istante dopo di non aver aperto bocca. Affogo i miei pensieri nell'acqua e mi lavo alla svelta.

...

Avvolgo una larga fascia chiara a stringere i seni sul petto, chiudendola sotto una camicia bianca dal colletto alto; infilo un paio di pantaloni scuri di pelle, leggermente larghi, sotto una spessa cintura in cuoio dalla grande fibbia e mi allaccio un paio di stivali alti, un po' logori. Nascondo bene il giaco di maglia finemente lavorato, coprendolo con una giacca e mi sistemo i capelli, poco prima di indossare quell'insolito cappello a mezzapunta che mi contraddistingue. Infilo scimitarra e kukri nei foderi alla cintola, così come indosso tutto il resto del mio equipaggiamento "leggero".

...

La stanza è ancora nella penombra: mi avvicino alla finestra e spalanco entrambe le ante, illuminando a giorno l'ambiente.

*Il tempo promette bene e siamo solo a metà; per la fine della Festa avrò catturato la mia taglia, Iogle, con o senza l'approvazione di quel viscido di De Cobham!*

Apro la porta ed esco col mantello sotto il braccio: scendo andando direttamente nella sala comune per un frugale pasto, prima di lasciare la locanda e dirigermi nel quartiere alto.

*Non posso fallire.*

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muso e ashrat

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Avete ora l’opportunità di vedere meglio l’individuo che il gruppo di persone attorno a voi ha chiamato Leedstit. Si tratta di uno gnomo di taglia comune, particolarmente magro, con dei caratteristici baffi ripiegati all’insù verso le estremità, un lungo naso a punta su cui sono poggiati in precario equilibrio due occhialetti rotondi, dei capelli che si potrebbero definire quantomeno scomposti nascosti parzialmente da un cappello decisamente troppo piccolo perfino per quell’individuo e delle mani che sembrano per certi versi sproporzionate. Indossa dei vestiti comuni, che però notate sono impreziositi con metalli di varia natura (alcune spille, una fibbia, un fermaglio per il mantello e così via). Mentre fa ampi gesti con le braccia per richiamare il silenzio, la vostra attenzione non può che concentrarsi sulle sue dita, incredibilmente lunghe e sottili.

Quando nella piazza è stato raggiunto un sufficiente livello di silenzio, egli inizia a parlare:

Ricordo ancora con immenso e incontrollabile piacere quando il mio illustre antenato, Danior Leedstit, che per diversi anni ha trascorso la sua vita percorrendo in lungo e in largo le miniere che circondano questa mirabile città, scoprì quasi per caso, a dire il vero non esattamente per caso, dal momento che stava comunque cercando qualcosa di prezioso di cui aveva precedentemente letto in un libro che suo padre gli aveva regalato per il suo centoequattordicesimo compleanno, l’incredibile metallo, e dalle molte proprietà, oserei dire, che ancora oggi fa parte della fortuna di questo meraviglioso baluardo della libertà che è Irongate, da molti conosciuto con il nome di “Sangue di Oerth”, ma tecnicamente catalogato nei tomi della mia biblioteca di famiglia come “metallo prezioso n. 157”..

Il tono dello gnomo è euforico e solenne mentre riporta alla mente dei presenti le gesta del suo antenato.. e di un’altra decina (vi pare siano in tutto dieci, ma tutto sommato potrebbero benissimo essere anche nove o undici) di suoi parenti più o meno prossimi. Il suo discorso dura all’incirca una mezz’ora e la cosa che vi stupisce maggiormente è che il suo eloquio non sembra minimamente tediare gli ascoltatori, che anzi sottolineano le sue parole con mugolii e gesti di approvazione. Voi stessi siete piacevolmente trasportati nel mondo della genealogia di quel simpatico gnomo, e se non fosse che vi siete imposti altri compiti per la giornata, certamente vi fermereste ad ascoltarlo fino alla fine. Mentre ormai vi state allontanando, certi che Leedstit non abbia nulla di interessante da comunicarvi, una parola riaccende la vostra attenzione.

.. illuminite, vi dico, questo è il nome volgare che ho dato al tecnicamente catalogato nei tomi della mia biblioteca di famiglia “metallo prezioso n. 214”. Le sue proprietà sono straordinarie e, anche se non è mia intenzione oggi dilungarmi sui particolari, vi basti sapere che esso brilla di luce propria e che potrebbe addirittura essere un sostituto del fuoco! Per non parlare poi delle sicure proprietà magiche di cui quel materiale è certamente intriso. Ebbene, alcuni giorni or sono mi ero recato presso le miniere alle porte di questa meravigliosa perla nel deserto che è la città di Irongate con alcuni temerari avventurieri che si erano offerti, per così dire offerti dal momento che il loro onorario era più che congruo al compito, di accompagnarmi nella mia terza visita di ricerca a questo mirabolante nuovo materiale di cui speravo di poter a breve iniziare l’estrazione. Mentre valutavo quale fosse il punto d’impatto più adatto a non sprecare alcuna delle proprietà dell’illuminite, tecnicamente catalogato nei tomi della mia biblioteca di famiglia come “metallo prezioso n. 214”, il gruppo è stato assalito da belve disumane, che mai avevo avuto la possibilità di vedere in precedenze, e che sinceramente avrei preferito non vedere mai. Non animali, vi dico, bensì demoni, demoni a quattro zampe, scuri come la notte e con gli occhi brillanti come il fuoco.. non certo come l’illuminite, ma come il fuoco sicuramente. Ho avuto a malapena il tempo di raccogliere i miei appunti, i quali state tranquilli non hanno subito alcun danno, e di precipitarmi all’uscita della caverna in cui eravamo. Ho sentito gli avventurieri che mi avevano accompagnato combattere alle mie spalle, ma nessuno di loro si è presentato a riscuotere la parte mancante, quella che io usualmente tengo a garanzia del lavoro svolto, del loro onorario. Beninteso, se dovessero farsi vivi, non mancherei di ottemperare ai patti da me stesso stabiliti, tuttavia ho il timore che essi siano periti nello scontro e che quelle preziose, preziosissime cave di illuminite siano momentaneamente inaccessibili.

La voce di Leedstit si è fatta via via bassa durante le ultime parole pronunciate, il suo tono mestamente sconsolato. Lo vedete profondamente colpito, anche se non è ben chiaro se sia rammaricato più per la morte del gruppo che lo aveva accompagnato o per l’impossibilità di raggiungere il materiale che sicuramente per lui è il coronamento di una vita di pellegrinaggi e ricerche.

In questi giorni di festa in cui questa incomparabile culla della cultura e della civiltà che è Irongate pullula di gente, nuova e vecchia, ebbene ho pensato che qualcuno potesse essere interessato ad aiutarmi, per una buona ricompensa, si intende. Chi lo desiderasse, può trovarmi per il resto della giornata a casa.

Dice ciò come se conoscere dove sta di casa Leedstit fosse una cosa del tutto comune nella incredibilmente ricca di risorse minerarie Irongate.

@ muso

Spoiler:  
Quando Leedstit termina di parlare e scorri con lo sguardo la gente che ti è attorno, vedi nuovamente il vecchio, Terash, e poco oltre incroci gli occhi di Ardim, che ti sta fissando. Il suo viso ha un che di consapevolezza, non è minaccioso ma serio. Ti sembra, per un momento, che faccia un cenno di assenso verso di te, come volesse confermare un tuo pensiero. Quindi si gira e si dirige verso il magazzino dove hai lasciato il carretto. Noti una donna che gli si avvicina.

@ ashrat

Spoiler:  
Quando Leedstit termina di parlare, mentre la folla si allontana in ordine sparso, noti a poca distanza da te il tuo "compagno di stanza" con la sua inseparabile maschera e, qualche metro alle tue spalle, l'uomo che ti affittato per qualche giorno il giaciglio, ardim. poco dietro di lui, una donna sembra rivolgergli la sua attenzione.

samirah e vincent laymann

Spoiler:  
Il messo, un uomo dalla statura indifferente dal momento che siede su uno scranno talmente grande da sembrare un trono regale e dietro una scrivania in posizione sopraelevata che arriverebbe al petto di una persona comunemente alta, guarda l’individuo che gli è di fronte con inaspettata noncuranza.

Ragazzo, se avessi una moneta, non dico d’argento, ma di bronzo per ogni persona che si è presentata dinnanzi a me con la pretesa di parlare con Suo Risoluto Onore, il Grande Sindaco Cobb Darg, probabilmente in questo momento potrei permettermi di presentarmi di fronte al vostro Re e acquistare da lui parte delle sue terre.

Allunga due esili mani per ritirare le lettere che il giovane gli sta mostrando. Le esamina, controlla la veridicità del sigillo con uno sguardo approfondito, vi sembra addirittura annusarle per un istante, quindi le porge nuovamente al portatore. Non vi è alcun mutamento nella sua espressione, tuttavia notate una certa indecisione nel tono della voce.

Naturalmente, alcune questioni sono di maggiore importanza rispetto ad altre. Suo Risoluto Onore, il Grande Sindaco Cobb Darg, in questi giorni è impossibilitato a ricevere visite, tuttavia Sua Eccellenza Messer De Cobham, Consigliere del Consiglio di Irongate, si è detto disponibile a sbrigare le faccende più urgenti e importanti in sua vece. Chiaramente solo quelle che non richiedono necessariamente la presenza di Suo Risoluto Onore, il Grande Sindaco Cobb Darg, aggiunge un po’ precipitosamente, come a voler rimediare a qualcosa di detto che potrebbe risultare sconveniente.

Vedete che si alza, e in effetti la sua altezza rimane tutto sommato indifferente quando notate che supera la scrivania di appena metà testa. Esce da una porta e ne rientra poco dopo accompagnato da un ragazzino.

Questi è Rice, vi accompagnerà immediatamente alla residenza di Sua Eccellenza Messer De Cobham. Esita un momento, il tempo per il ragazzino che vi sta di fronte di compiere un inchino. La ragazza è con voi, immagino? chiede il messo indicandoti l’elfa che avevi notato alle tue spalle e che nel frattempo si è quasi messa al tuo stesso livello nella fila.

@ samirah

Spoiler:  
Grosso modo, sai che il Nord è a Nord e il Sud è a Sud, anche se non ne sei troppo convinta.. ma questo ti basta per sopravvivere, anche perché la magia, in certi casi, può sopperire all’ignoranza. Noti inoltre il sigillo sulle lettere del ragazzo che ti è di fronte, la curiosità ti spinge a protrarti in avanti più del dovuto. Nonostante la tua nobile origine, il sigillo non ti dice nulla, non l’hai mai visto prima.

Spoiler:  
Se non sei addestrata in Conoscenze (geografia) non puoi usarla come abilità, per quanto ne so (forse ti confondi con la 4a ed.).. comunque, ho fatto un tiro in Conoscenze (nobiltà e regalità) con risultato 1 e un tiro su Conoscenze (storia) con risultato 2.. ci ho provato!

morwen

Spoiler:  
Probabilmente in una giornata normale impiegheresti poco meno di venti minuti a raggiungere la forgia di Ardim. Tuttavia, come spesso ti accade, oggi ti senti come se non fosse una giornata normale. Decidi quindi di prenderti il tuo tempo, fermo restando che hai deciso che parlerai con il fabbro prima che il sole tramonti. Passi dal quartiere del porto, uno dei luoghi che più ti affascinano della Città di Ferro: le sue strade sono sempre freneticamente popolate da centinaia di persone di culture e provenienze disparate, indaffarate nei loro compiti quotidiani, chi di passaggio e chi di stanza. Ti senti sufficientemente sicura nella folla, non corri il rischio di essere derubata o altro. Passi da un individuo al successivo con estrema leggerezza, li scruti giusto per un istante, il tempo di carpire un cenno, una parola, una frase, che vanno a comporsi nella tua mente come in un poema immaginario. Ti senti in perfetta sintonia con l’ambiente.

Arrivata all’accesso del quartiere popolare, un curioso rituale attira dapprima la tua attenzione, quindi ti impedisce di proseguire senza aver compreso meglio di cosa si tratti. In corrispondenza di un corto molo direttamente sulla baia, è legata una piccola imbarcazione di legno riempita alla bell’e meglio di sterpaglie. Sul camminamento una decina di persone stanno intonando una litania dall’aria mesta. Uno di essi è in posizione centrale rispetto agli altri, che lo circondano volgendo lo sguardo verso di lui. Terminata la canzone, noti che una delle persone esterne si stacca dagli altri per avvicinarsi a un fuoco acceso poco distante: vi immerge la torcia che reca in mano e la accende, quindi torna sui suoi passi, recupera il suo posto e meccanicamente si dirige verso il centro del cerchio, porgendo il fuoco alla torcia dell’individuo che occupa quel posto. Così fanno tutti gli altri, andando ad aggiungere il loro inutile fuoco a una torcia già accesa, il che ti fa capire che non vi è utilità nel loro gesto, solo ritualità. Finito il giro, l’individuo al centro si stacca dalla sua posizione e si avvicina all’imbarcazione. La torcia accesa con la collaborazione dei suoi compagni porta le sue fiamme tra le sterpaglie, quindi la cima viene slegata e il piccolo guscio di legno prende lentamente il largo, le fiamme che si specchiano gloriose sulle acque del Mare Azzurro. Non sei sufficientemente vicina, non hai potuto vedere bene, ma sei certa che dentro a quella imbarcazione vi fosse il corpo di un essere umano.

La scena ti colpisce e ti fa momentaneamente perdere lo spirito con cui hai lasciato il Bricco Purpureo. Ora le persone sono impegnate in una sorta di preghiera collettiva, lasci un pezzo della tua attenzione a quel minuscolo molo nel porto di Irongate e prosegui verso il quartiere popolare.

Non ti è difficile seguire le indicazioni di tuo zio, che se manca di profondità nei suoi discorsi di certo non manca di precisione. Scendi le scale che ti portano sottoterra, non hai camminato molto sotto la superficie della città finora, in quanto preferisci la luce dell’ultimo sole estivo. Quando raggiungi la forgia, una signora che si presenta come la moglie di Ardim ti dice che puoi trovarlo di sopra, nel magazzino. Torni pazientemente sui tuoi passi, riemergi dalle profondità della terra, volti l’angolo e individui l’edificio di cui la donna ti ha parlato. Di fronte a questo, un congruo capannello di persone è raggruppato attorno a un alto sgabello di legno con sopra uno gnomo che sta parlando e che pare avere la loro piena attenzione.

…Mentre valutavo quale fosse il punto d’impatto più adatto a non sprecare alcuna delle proprietà dell’illuminite, tecnicamente catalogato nei tomi della mia biblioteca di famiglia come “metallo prezioso n. 214”, il gruppo è stato assalito da belve disumane, che mai avevo avuto la possibilità di vedere in precedenze, e che sinceramente avrei preferito non vedere mai. Non animali, vi dico, bensì demoni, demoni a quattro zampe, scuri come la notte e con gli occhi brillanti come il fuoco.. non certo come l’illuminite, ma come il fuoco sicuramente. Ho avuto a malapena il tempo di raccogliere i miei appunti, i quali state tranquilli non hanno subito alcun danno, e di precipitarmi all’uscita della caverna in cui eravamo. Ho sentito gli avventurieri che mi avevano accompagnato combattere alle mie spalle, ma nessuno di loro si è presentato a riscuotere la parte mancante,quella che io usualmente tengo a garanzia del lavoro svolto, del loro onorario. Beninteso, se dovessero farsi vivi, non mancherei di ottemperare ai patti da me stesso stabiliti, tuttavia ho il timore che essi siano periti nello scontro e che quelle preziose, preziosissime cave di illuminite siano momentaneamente inaccessibili.

La voce dello gnomo si è fatta via via bassa durante le ultime parole pronunciate, il suo tono mestamente sconsolato. Lo senti profondamente colpito, anche se non capisci se sia rammaricato più per la morte del gruppo che lo aveva accompagnato o per l’impossibilità di raggiungere il materiale che per lui sembra essere così importante.

In questi giorni di festa in cui questa incomparabile culla della cultura e della civiltà che è Irongate pullula di gente, nuova e vecchia, ebbene ho pensato che qualcuno potesse essere interessato ad aiutarmi, per una buona ricompensa, si intende. Chi lo desiderasse, può trovarmi per il resto della giornata a casa.

Dice ciò come se conoscere l'ubicazione della sua casa fosse una cosa del tutto comune a Irongate.

In breve, la gente che attorniava lo gnomo si disperde e va a congiungersi con altra gente che copiosa si riversa per le strade adiacenti la piazza. Alcuni restano invece fermi. Un uomo si dirige verso il magazzino e intuisci che potrebbe trattarsi di Ardim.

freppi

Spoiler:  
Appena in strada, un moto di disgusto ti assale per un attimo. Nonostante tu sia a Irongate da diverso tempo, ancora non ti sei abituata alla frenesia di questa città, alla quantità di persone che popolano le sue strade, particolarmente in questi giorni di festa. L’idea di attraversare l’intero quartiere mercantile per raggiungere l’abitazione di De Cobham ti nausea, pertanto decidi di prendere una strada più lunga ma relativamente meno trafficata che passa dal quartiere del porto, evitando i percorsi principali attraversati dai carri e dai portantini con le merci, e risale quindi il limite del quartiere mercantile, evitandoti il fulcro del caos.

Arrivata all’accesso del quartiere del porto, un curioso rituale attira la tua attenzione e ti permette di isolarti un attimo dal mondo che ti circonda. Hai ancora tempo, ti allontani dalla strada e ti issi su una serie di rocce apparentemente crollate ma in realtà probabilmente lì da prima che la città fosse costruita. In corrispondenza di un corto molo direttamente sulla baia, è legata una piccola imbarcazione di legno riempita alla bell’e meglio di sterpaglie. Sul camminamento una decina di persone stanno intonando una litania dall’aria mesta. Uno di essi è in posizione centrale rispetto agli altri, che lo circondano volgendo lo sguardo verso di lui. Terminata la canzone, noti che una delle persone esterne si stacca dagli altri per avvicinarsi a un fuoco acceso poco distante: vi immerge la torcia che reca in mano e la accende, quindi torna sui suoi passi, recupera il suo posto e meccanicamente si dirige verso il centro del cerchio, porgendo il fuoco alla torcia dell’individuo che occupa quel posto. Così fanno tutti gli altri, andando ad aggiungere il loro inutile fuoco a una torcia già accesa, il che ti fa capire che non vi è utilità nel loro gesto, solo ritualità. Finito il giro, l’individuo al centro si stacca dalla sua posizione e si avvicina all’imbarcazione. La torcia accesa con la collaborazione dei suoi compagni porta le sue fiamme tra le sterpaglie, quindi la cima viene slegata e il piccolo guscio di legno prende lentamente il largo, le fiamme che si specchiano gloriose sulle acque del Mare Azzurro. Non sei sufficientemente vicina, non hai potuto vedere bene, ma sei certa che dentro a quella imbarcazione vi fosse il corpo di un essere umano.

Rifletti per un attimo su ciò che hai visto, mentre le persone in lontananza si impegnano in una sorta di preghiera collettiva, quindi prosegui verso la tua destinazione.

Arrivi di fronte all’abitazione di De Cobham e non puoi fare a meno di essere nuovamente colpita dalla quasi totale assenza di persone in giro per il quartiere alto. Ti presenti alle guardie che in breve tempo ti fanno accomodare nell’ampia sala d’ingresso del palazzo, dove ti accoglie un messo di nome Vice che hai già visto in altre occasioni e che ti sta raccontando che ti accompagnerà nell’antistudio di De Cobham. Non hai mai sopportato gli inutili passaggi necessari a parlare con Sua Eccellenza, e oggi non fa differenza. Tanto più che è stato lui a convocarti. Quando finalmente viene ammesso nello studio, De Cobham sta ancora colloquiando con alcuni individui attorno a un tavolo, evidentemente persone di poco conto dal momento che le loro conversazioni possono essere udite anche da uno come te. Tuttavia, il fatto che così tanta gente ti veda lì aggiunge sale su una ferita già aperta.

Congedati i presenti, De Cobham fissa finalmente il suo sguardo nel tuo. Il tono della sua voce è pacato, come sempre.

Benvenuto, sono felice che tu sia riuscito a passare così in fretta. Mi spiace non averti potuto invitare per pranzo, ma come hai potuto vedere, avevo questioni da discutere.

Ti fa accomodare, ti offre da bere e inizia a chiederti informazioni sullo stato della tua investigazione. Ti limiti a riferirgli quanto già gli avevi detto durante il vostro ultimo incontro. De Cobham si fa serio mentre gli parli, come se la sua mente fosse altrove. Quando ti rivolge la parola, il suo tono è sufficientemente solenne.

Ti chiedo una cortesia Lacroix, forse l’ennesima che spero vorrai concedermi. Ormai hai scoperto dove si trovano Iogle e i suoi uomini, conosci perfettamente i suoi spostamenti, sai quando coglierli in flagranza di uno dei vari reati di cui sono accusati e per cui sono ricercati. Nessuno può toglierti questa taglia, né tantomeno ti chiedo di farlo. Ciò che desidererei è che tu attendessi ancora qualche giorno, diciamo dopo la fine della Festa della Birra. Come potrai ben comprendere, le motivazioni sono di Irongate e del suo Governo e non posso rivelartele. Tuttavia, se mai sono stato di qualche aiuto in questa tua ricerca, ti chiedo di desistere ancora per un po'. Il prossimo Stellare, il primo giorno del mese di Alzamuro, l’inizio di questo Autunno, tu avrai il tuo momento di gloria, ti do la mia parola.

Sorseggia il vino nel suo calice quindi ti guarda, in evidente attesa di una risposta.

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Elfa? Quale elfa?, chiedo guardandomi intorno. Ci metto alcuni istanti a capire che il messo sta parlando della ragazza dietro di me, lungo la fila. Lei è con me? No, un istante: non era dietro di me? Che voglia scroccarmi il posto in fila? No, a che scopo? Tanto siamo tutti bloccati qui! Resto per alcuni istanti indeciso sul da farsi. Non posso non notare che l'elfa si è spostata al mio fianco, e questo vorrà pur dire qualcosa. Ma non mi pare di averla mai vista. O forse era alla locanda? Da qualche parte l'ho vista di sicuro, qui ad IronGate! Cerco di scrollarmi di dosso i dubbi, rendendomi conto che tutti, qui intorno, stanno aspettando una mia risposta. Se proprio non riuscirò a contattare Lord darg, mi dovrò accontentare di qualcuno che ne fa le sue veci. Andate dalla mia stessa parte?, chiedo gentilmente all'elfa.
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samirah e vincent laymann

Spoiler:  
notate che il messo resta un attimo sorpreso dall'indecisione mostrata, quindi prende in mano la situazione.

bene, se non siete insieme, voi procederete per la dimora di sua eccellenza messer de cobham, si rivolge così dicendo al ragazzo, mentre voi, rivolgendosi in modo insolitamente gentile alla ragazza, probabilmente con un po' di timore di poter rispondere nuovamente in modo scortese a qualcuno che reca notizie importanti, di cosa avete bisogno?

sentite che le altre persone stanno iniziando a lamentarsi per il trattamento speciale riservatovi e per il tempo che vi è stato dedicato. con un'occhiataccia carica del suo ruolo, il messo riporta la calma e si concentra sulla risposta della ragazza che ha di fronte.

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Ascolto con attenzione le parole dello gnomo. Sussurro, appollaiato al suo posto, si pulisce le piume, disinteressato.

*Segugi della notte dagli occhi di fuoco. Ci sono in tante di quelle profezie...*

Zanne nel buio, carne lacerata, sangue versato di figli di re... ma dove sono i figli di re qui, Sussurro? No no, dev'essere altro... All'apparire dell'occhio di fuoco, conta tre lune per la disgrazia di oriente... Oh, no no, neanche questo. Terash dovrà pensarci su, sì, amico mio?

Ritorno verso la stanza, appoggiandomi pesantemente al bastone, cercando nella mia memoria, per curiosità, informazioni sulle bizzarre creature della miniera.

@Master

Spoiler:  
Prova di Conoscenze (natura) +12

Ma per il momento, Terash ha delle cose da scrivere. Era un sogno stanotte, si, o una visione? Come se ci fosse differenza, vero?

Ridacchio, e Sussurro gracchia con me.

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Mhhh..

Muovo meccanicamente qualche passo verso l'uomo *dovrebbe trattarsi di Ardim, sì..*, osservando ancora per qualche secondo lo gnomo che si allontana e memorizzando rapidamente le sue parole circa quelle bestie.

*belve disumane.. demoni a quattro zampe con occhi come il fuoco..*

Scuoto la testa cercando, una volta tanto, di non farmi sopraffare dalla curiosità e ricomincio a camminare decisa verso il magazzino.

*demoni con occhi di fuoco.. demoni.. occhi di fuoco.. *

Tentativo inutile. Lo sguardo si fa di nuovo distratto, il passo di nuovo lento, mentre con l'indice della mano destra picchietto sulle labbra riflettendo su un'ipotetica poesia, canzone, ballata, sonetto..

*forse potrei chiedere a quello gnomo qualche notizia di più, in privato.. sì, magari una descrizione accurata di quelle belve, così che io possa dargli forma in un dipinto..*

Nella mente, in un'immaginario spazio bianco, una sagoma bestiale comincia a delinearsi, mutando istante dopo istante, con occhi di fuoco come unica costante.

*magari Ardim sa dov'è la sua dimora. Chiederò.*

Ritorno poi alla realtà, raggiungendo l'uomo con qualche passo di corsa prima che ricominci a dedicarsi alle sue faccende.

Signor Ardim..?

Gli rivolgo un gesto di saluto, a metà tra un inchino e un poco conveniente -almeno a quanto diceva quella noiosa insegnante durante le altrettanto noiose lezioni di buone maniere e galateo- cenno del capo, accompagnato da un sorriso gentile.

Un ultimo pensiero mi distrae non appena mi fermo dinanzi a lui, in attesa di una conferma circa la sua identità...

*e se qualcuno di quegli avventurieri fosse ancora vivo..?*

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Prima che mi sfugga di mano un'altra occasione per poter parlare col sindaco o chi per lui, concentro la mia attenzione sul messo, fissandolo negli occhi. Espando la mai volontà verso la sua mente, mentre cerco di costruire una sottile trama che impedisca ai suoi pensieri di volgersi altrove.

Spoiler:  
Gli lancio charme su persone, utilizzando Incantesimi Silenziosi Immediati e Incantesimi Immobili Immediati; CD 15 su Volontà

Addolcisco il più possibile il tono della voce, sorridendo con cortesia e sperando che il mio incantesimo abbia avuto presa sulla sua mente.

"Suppongo che se venissi con voi per discutere con il Consigliere, sarebbe tanto tempo risparmiato per tutti. Si tratta di una comunicazione, non di documenti da visionare, e proprio per questo non terrò il Consigliere occupato a lungo, ma l'urgenza di recapitare il messaggio mi spinge a chiedervi di non far trascorrere altro tempo prezioso."

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Osservo la scena con fare meditabondo. *Uhm... chissà quali sono tutte le implicazioni di quello sguardo... non mi resta che scoprirlo, ma senza farmi notare troppo dalla donna... chissà cosa vuole, non l'ho mai vista...*. Dopo di che seguo Ardim tenendomi a distanza e il più possibile alle spalle della donna, cercando di non farmi notare. Appena questa rivolge la parola ad Ardim mi posizione in modo da poter ascoltare la conversazione senza essere visto. *Certo che non vorrei mai dover lavorare per uno come Leedstit... ha pensato più ai suoi appunti che alle vite di quei poveretti... mah! valli a capire gli gnomi...*
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samirah e vincent laymann

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Rice! il messo richiama il ragazzo che si era allontanato assieme all'uomo del Nord, entrambi si arrestano a pochi metri dalla scrivania, poi volge uno sguardo del tutto amichevole all'elfa. Avete certamente ragione, meglio fare un unico viaggio che due, dico io. andate pure con Rice, entrambi, lui vi guiderà sino all'abitazione di Sua Eccellenza. Mi auguro che lei possa, i suoi occhi sono solo per la giovane donna elfa, parlare con De Cobham oggi stesso, in ogni modo sicuramente al più tardi domani. Notate che si allontana per un attimo, facendovi segno di attendere. Quando rientra, porge all'elfa un biglietto su cui è posto un sigillo, recante quattro torri di altezza differente poste su una serie di rocce stilizzate, e la dicitura "urgente", con in calce una rapida firma. Sorride alla donna, quindi ritorna al suo lavoro. Mentre uscite dal Municipio, sentite un forte vociare alle vostre spalle.

La strada che percorrete è breve, e non appena entrati nel quartiere alto di Irongate non potete fare a meno di notare come vi siano pochissime persone per le strade, in forte contrasto con il periodo di festa e con quanto accade altrove all'interno delle mura cittadine. Rice vi precede di qualche passo fino all'ingresso di una grande casa, quasi un palazzo, che si sviluppa su tre piani in superficie (impossibile dire per quanto invece sotto terra). Le guardie alle porte squadrano il vostro accompagnatore e gli fanno cenno di entrare. Venite fatti accomodare in un enorme salone d'ingresso, con mobili di evidente valore e rifiniture in un materiale che sembra avere tutte le caratteristiche dell'oro. Il pavimento è in marmo e la poltrona su cui vi viene chiesto di sedervi in velluto blu notte e legno scuro. Rice vi fa un cerimoniale inchino e si allontana. In breve vi raggiunge un altro individuo, probabilmente al servizio di De Cobham, che ritira la vostra "raccomandazione", vi porge alcune domande di rito e vi chiede di aspettare alcuni istanti.

@ samirah

Spoiler:  
tiro salvezza fallito da parte del messo, come avrai intuito il tuo incantesimo ha avuto pieno effetto.

@ samirah e vincente laymann

Spoiler:  
avete alcuni minuti a disposizione prima di essere introdotti a De Cobham. A seguito della conversazione con il maggiordomo, sapete i rispettivi nomi: Mehtevas e Liarel.

morwen, muso e ashrat

Spoiler:  
La piazza si svuota velocemente, finché rimanete solo voi in mezzo a un frenetico via vai di persone più o meno indaffarate. Vedete lo gnomo che ha appena finito di parlare raccogliere il suo sgabello e allontanarsi barcollando senza che nessuno lo disturbi.

@ ashrat

Spoiler:  
Mentre rientri nella stanza, perso nei tuoi pensieri e nelle tue visioni, non ti sembra di poter associare alcuna informazione o nome all'essere descritto da Leedstit. Poco prima di varcare la porta, non puoi fare a meno di notare che la donna ha iniziato a parlare con Ardim, mentre con la coda dell'occhio noti lo strano individuo con la maschera di metallo, ti pare di ricordare che si chiami Alì, fingere di essere indaffarato a poca distanza da loro, evidentemente per origliare. I tre sono qualche metro oltre la porta della stanza, di fronte a quello che ti è stato detto essere il magazzino dell'attività di Ardim.

Spoiler:  
Non ho fatto il tiro su Conoscenza (natura) in quanto non ti sarebbe comunque servito.

@ muso

Spoiler:  
Ritieni che la cosa migliore per ascoltare ciò che la donna ha da dire ad Ardim sia posizionarti dentro al magazzino, un basso edificio affiancato al luogo dove dividi la stanza con Terash e il suo corvo (lo stesso in cui hai sistemato il carretto con il materiale per il fabbro). Loro sono appena fuori, e quando entri, facendo un cenno ricambiato ad Ardim, senti che la donna ha appena iniziato a parlare. Signor Ardim...?

@ morwen

Spoiler:  
Mentre approcci l'uomo che credi essere Ardim, poco distante dalla porta d'ingresso di quello che hai individuato essere il suo magazzino, noti due individui: un vecchio di bassa statura buffamente adornato con ossa e altri ninnoli, che porta un corvo nero sulla spalla con cui sembra essere intento a parlare, entra con fare pensieroso in un edificio affiancato al magazzino, senza prestare più di tanta attenzione a voi o a ciò che lo circonda; un uomo, o quantomano un individuo dalla statura normale che ritieni essere un uomo, dal momento che non riesci a vederlo in faccia essendo questa coperta da una maschera di metallo, vi passa a pochi metri di distanza e si infila all'interno del magazzino, proprio mentre inizia a parlare. L'uomo che hai di fronte si volta e ti chiede, senza freddezza nella voce: Chi vuole saperlo?

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Osservo soltanto per pochi secondi le due bizzarre figure, sebbene con estrema curiosità. Poi, rivolgo di nuovo piena attenzione al mio interlocutore.

Il mio nome è Nimei, signore. Mi presento all'uomo, accompagnando le parole con un lieve inchino. Sono qui ad Irongate su richiesta di mio zio, Gerrard, vecchio compagno d'armi di Ardim. Ho ricevuto istruzioni di cercare quest'ultimo, e di parlare con lui.

Resto in silenzio per qualche momento. Potete dunque aiutarmi?, concludo con un sorriso affabile.

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Resto per qualche minuto indeciso, se rivolgere o meno qualche parola alla ragazza che mi ha seguito. Del resto di lei non so niente, salvo il nome. Fortunatamente è il mio piccolo Kraag, a destarmi da quel dubbio, sbucando da una delle mie tasche, con quel suo visino curioso.

Lascio che la mia piccola lucertola salga sull mia mano, e si appollai sul mio polso, guardandosi intorno, sorpresa forse anche lei dalla ricchezza della sala in cui ci trovaimo. Inizio ad accarezzare Kraag con gentilezza, aspettandomi quasi che faccia le fusa, come se fosse un gatto. Poi, senza voltarmi verso l'elfa che mi siede vicino, e con gli occhi sempre fissi sul mio piccolo amico, chiedo alla ragazza: Come avete fatto? A convincere il commesso, voglio dire...

Faccio una piccola pausa, sperando di non essere risultato troppo indiescreto. Mi mordo il labbor inferiore, continuando, ad ogni modo, ad accarezzare Kraag. Poi proseguo: Era un incantesimo? Qualcosa che sai fare da quando sei nata?

Poi attendo con impazienza una risposta, rifiutando in ogni caso di ricambiare un eventuale sguardo della ragazza.

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Spoiler:  
*Quindi Ardim in passato ha fatto il soldato o l'avventuriero... buono a sapersi anche se non credo mi interessi gran che. Vediamo, se non altro la ragazza sembra avere delle cose interessanti da dire* Rimango dove sono e continuo a fingere di fare le mie solite cose, come se niente fosse e come se non mi riguardasse.
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morwen

Spoiler:  
vedi l'uomo che hai di fronte interrompere le sue faccende e guardarti con cura. devo ammettere che pensavo saresti passata prima, ma tuo zio mi aveva avvertito che coltivi diversi interessi. il suo tono è piuttosto informale, non è alterato, tuttavia non ti dà confidenza. ti chiedo un istante per sistemare una cosa in magazzino, poi potremo scendere di sotto e avrai modo di pormi le domande che desideri. non attende la tua risposta, scompare oltre la porta e ti fa aspettare circa una decina di minuti. al suo ritorno, ti fa cenno di seguirlo e ripercorrendo a ritroso il tragitto fatto poc'anzi, vi ritrovate a breve nella casa di ardim sotto la superficie della città. vi sedete al tavolo di quella che è plausibilmente una sala, anche se ha più l'aspetto di un'armeria dal momento che vi sono else, lame, borchie, pomelli, lacci di cuoio, gorgiere, schinieri e altri vari pezzi d'armatura un po' ovunque, e ardim fissa i suoi intensi occhi azzurri nei tuoi. bene, nimei, quali notizie stai cercando.

muso

Spoiler:  
dalla tua posizione, senti piuttosto bene ciò che ardim e la donna si dicono all'esterno. nimei è il suo nome, non l'hai mai vista in precedenza. quando intuisci che ardim sta per rientrare nel magazzino, ti dai da fare in modo che lui non capisca che stavi origliando. non appena entra, capisci che la cosa da sistemare in magazzino ha a che fare con te.

allora, ragazzo, hai sentito cosa aveva da dire leedstit. il suo tono è talmente diretto che non percepisci l'inclinazione della domanda. ti sembra deciso e chiaramente non si aspetta che tu parli. lo gnomo è una delle autorità in materia di estrazioni minerarie e di metalli qui in città, e si può dire che la sua influenza vada ben oltre questo aspetto. non crederai che ti abbia tenuto con me per la tua abilità nello svolgere le commissioni che ogni giorno ti dò, vero? è giunto il momento di metterti alla prova. si volta e si dirige nuovamente verso l'uscita. senti dal vecchio. in quel mezz'uomo c'è più di quanto gli occhi non vedano.

Spoiler:  
d'ora in avanti non puoi più leggere gli spoiler di morwen. attendi l'intervento di ashrat e la mia risposta prima di andare avanti. nel frattempo, se vuoi, puoi postare le tue considerazioni su quello che ha detto ardim, altrimenti puoi aspettare e inserire tutto in un unico post.

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