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Dragons´ Lair

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Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte

Risposte in primo piano

comment_1925347

Nathan Clark

All'esterno (in attesa di guai)

'Finalmente!', non faccio quasi in tempo a provare un attimo di tranquillità per quanto riguarda Noah (e la cosa mi stava preoccupando parecchio), che arriva un'altra ondata di marea emotiva.

Cavolo, mi piace proprio questo odore... e quanto mi travolge! Possibile che io sia diventato più ferino, dopo il passaggio tra i mondi (o la mia probabile bipolarità)?

Guardo verso Kathlyn e ho un breve momento di esitazione, poi rammento il consiglio dell'infermiera: perché non provare a capire cosa può accadere?

"No, anzi... È solo che non sono abituato a incontrarti in spazi così ampi!", mi lascio andare a un sorriso, stranamente spontaneo, e le prendo istintivamente una mano, mentre la muove ancora di fronte ai miei occhi: "Ma davvero sei bravissima, a riuscire a trovarmi, oggi. Potrei pensare che mi trovi persino interessante...".

Le guido poi il polso, con dolcezza, per invitare Kathlyn a sedersi vicino a me: "D'altronde, sono ancora in debito di un numero di telefono, se non sbaglio. E io pago sempre i miei debiti.

Soprattutto se è un debito verso una bellissima baciatrice", concludo, facendo eco alle sue parole, con un misto di ironia e di - spero, non sono granché esperto! - galanteria.

Modificato da Ghal Maraz

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comment_1925415

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

Appena la tua mano scivola più in basso, Wade si irrigidisce e il suo sguardo cambia di colpo. Non c’è più quella patina divertita e malcelata attrazione: diventa freddo, quasi infastidito. Ti afferra il polso con forza, allontanando la tua mano dal cavallo dei suoi pantaloni.

«Che ca&&o credi di fare, Scarlett?» la sua voce si abbassa, tagliente. Fa un passo indietro, evitando di farsi spingere dentro al ripostiglio. «Non sono uno dei tuoi zerbini, ok? Non provo a fare il duro… io sono così. E se pensi di usarmi come giocattolo, hai proprio sbagliato persona.»

Il suo sguardo resta su di te, intenso e ostinato, ma stavolta non cede: non si lascia trascinare dalla tua provocazione, nonostante tu riesca a percepire il suo desiderio nei tuoi confronti.

E proprio mentre la tensione resta sospesa a mezz’aria, un suono secco di passi echeggia nel corridoio. Ti volti di scatto e vedi la figura alta e magra della preside Eleanor Vance avanzare lentamente verso di voi, il bastone che picchietta ritmicamente a terra a ogni passo. Lo chignon perfetto, lo sguardo glaciale dietro gli occhiali sottili: basta un attimo per farti sentire inchiodata al muro, colpevole a prescindere.

Si ferma a pochi metri, e la sua voce autoritaria taglia l’aria come una lama. «Signorina Scarlett. Ancora lei. Non solo i suoi traffici poco… ortodossi a scuola, ma ora anche certe condotte nel corridoio.» Non alza mai il tono, ma è il genere di voce che fa più male di un urlo. «Venga subito nel mio ufficio. Ora.»

Poi sposta lo sguardo su Wade, che abbassa un attimo lo sguardo, più imbarazzato che spaventato. «Lei invece, Lively, si ricordi che questo è un istituto scolastico, non un vicolo. Filare in mensa e non farmi perdere altro tempo.»

Wade annuisce in fretta e si defila, con un’occhiata veloce e quasi accusatoria verso di te, mentre la Vance resta immobile, aspettando che tu ti muova.

Tiri di dado

Eccitate qualcuno: 5-1=4. Fallimento.

Segni 1 exp

Avrei voluto davvero che i dadi dessero un altro esito!! Ci sono r8masto male pure io eheh..

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Kathlyn ridacchia, il suo riso è leggero e limpido, quasi contagioso, mentre i suoi occhi ti si posano addosso con quella scintilla furba che sembra sempre saperti tenere un passo dietro. Si lascia guidare senza resistenze dalla tua mano e si accomoda accanto a te, muovendo la testa di lato in modo che una ciocca ribelle le cada sul viso. Quando sorride così, con le labbra che si piegano appena e lo sguardo che brilla, sembra quasi che il resto del mondo diventi sfocato.

«Infatti sono venuta a saldare il debito!» dice, con tono malizioso ma naturale, mentre tira fuori il telefono. Lo tiene con una disinvoltura quasi elegante, pronta a scrivere il numero che le detterai. Poi, un attimo dopo, abbassa lo sguardo sullo schermo e ridacchia ancora. «Oh, guarda qua… stanno ancora arrivando commenti alla nostra foto.» Fa un piccolo gesto con il pollice, come se ti invitasse a guardare. «A me sembra una bella foto, però.»

Ti sorprende la sua leggerezza: per lei sembra quasi un gioco, e non pare dare peso né alle battute cattive né ai giudizi. Al contrario di te, non lascia che i commenti le si appiccichino addosso. Come se, per Kathlyn, le parole degli altri non avessero il potere di scalfirla davvero.

@Voignar

Darius Whitesand

Ti siedi al tavolo e provi a buttarla sul ridere, ma Mei Lin, come al solito, non raccoglie. Ti lancia uno sguardo laterale, impassibile, mentre sistema con ordine i libri accanto al vassoio.

«Almeno oggi ti sei degnato di presentarti» commenta a mezza voce, con quella freddezza sottile che non è mai rabbia, ma sempre un richiamo. «Peccato che ieri tu abbia trovato di meglio da fare che studiare con me per la verifica di matematica. Ma certo, immagino che ci siano priorità più… pressanti.»

Si aggiusta la frangetta con un gesto preciso, poi afferra le posate e comincia a mangiare con la consueta calma metodica. È evidente che la tua battuta ha fallito, ma non ti taglia completamente fuori. Dopo qualche attimo di silenzio, infatti, si concede un argomento di conversazione che le appartiene di più.

«Comunque, la lezione di biologia di stamattina era piuttosto interessante» dice con tono appena più disteso, ma sempre perfettino. «È affascinante pensare a quanto gli ormoni condizionino il comportamento umano. A volte mi chiedo se non sia sopravvalutata la cosiddetta "razionalità" di cui tanto ci vantiamo. Anche se comunque credo che ci siano persone che li sappiano tenere più a bada di altre…»

Ti guarda di nuovo, stavolta con un lampo quasi divertito negli occhi. «Ma forse è un discorso troppo complesso per uno che non ha avuto tempo di aprire il libro di matematica ieri.»

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Orion Kykero

Mensa

Ma allora ci riesce a non essere cringe quando vuole... Penso dopo la chiacchierata col professore mentre mio avvio in mensa. Tutto sommato le notizie che mi ha dato sono positive. Certo, resterò basso, ma almeno il mio corpo assumerà la forma corretta. E, Dea volendo, potrò guardarmi allo specchio senza sentire il bisogno di mettere mano alla borsa dei trucchi.

Quando arrivo al mio tavolo lo vedo più vuoto di quanto dovrebbe essere. Ci sono le mie sorelle ad aspettarmi, ma Alice non si è seduta con noi. Me lo aspettavo, ma fa comunque male vederla insieme al resto di quei perdenti.

Perché...penso di aver fatto una cretinata Dico alle mie sorelle con voce bassa Ad Alice piaceva quell' idiota di Nathan. E non ha preso bene il mio post di oggi. Quella foto l' ha ferita, e tanto. Avrei dovuto parlarne con lei prima di pubblicarla, ma ho agito d' impulso. Ci sono solo tre persone al mondo davanti a cui ammetterei un mio errore, e due sono sedute a questo tavolo. Però era davvero una gran bella foto Dico come debole giustificazione.

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Darius

Mensa

Diciamo che tutto questo tempo non l’ho avuto, mi hanno quasi ammazzato… ma come te lo spiego?

Sorrido a mezza bocca, continuando a mangiare senza prestare attenzione alla sua frecciatina

Vedila così, adesso devo assolutamente chiederti aiuto a qualcuna… conosci mica una studentessa asiatica molto brava in tutte le materie?

Ridacchio per stemperare la tensione, per poi tornare al discorso che ha aperto lei stessa

Diciamo che la razionalità e l’istinto non vanno in disaccordo, secondo me; tutti abbiamo degli istinti e delle “spinte animalesche”, vuoi per il divertimento, vuoi per il cibo, vuoi per altro, tutto sta a quanto e come le teniamo a bada con il nostro cervello

Che di fondo è il problema con quasi tutti gli spiriti e le “fate”: sono puro istinto e razionalizzano pochissimo

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Nathan Clark

Fuori mensa

"Sì, insomma... è davvero un artista, Orion", provo a comprendere il punto di vista di Kathlyn. Maledizione, come la invidio!

Ma come fa a lasciarsele passare tutte addosso? Spero non sia solo per superficialità, anche se quel sorrisetto e quel modo di fare mi sembrano di una tipa sveglia, nonostante la facciata che pare aver sbandierato al mondo.

Mi spiace per i commenti, che mi dispiacciono soprattutto per Alice: si è trovata di fronte a qualcosa che io stesso non avrei voluto vedere sbattuto in prima pagina così. Tra l'altro, sembra che ci fossimo imboscati nel ripostiglio apposta e che io avessi già chissà quale relazione con Kathlyn. Incredibile...

Certo è che qualche dubbio, su questa storia, mi rimane. E poi, comunque non vorrei che lei mi vedesse semplicemente come una tacca sul body count... piuttosto che (di nuovo) lo zimbello dei social. Certo, vedere me come una tacca... ce ne vuole, di fantasia!

"Però, non vale, eh... i commenti per te sono 100% positivi!", provo a riprendere la conversazione: "Sono invidioso!"

Mi fermo un attimo e mi avvicino al suo volto. All'improvviso, ho una gran voglia di riprendere il nostro bacio da dove si era interrotto... chissà se è lo stesso anche per lei?

"O solo molto... fortunato?", chiedo, e la mia mano scivola attorno alla sua schiena.

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Scarlett Bloomblight

Piano fallito

Quando Wade mi afferra il polso e mi allontana la mano, evitando anche la spinta per farlo entrare nel ripostiglio mi sento mancare il fiato per qualche istante: tutto il piano che mi ero dipinta in testa stamattina si infrange, lasciando solo qualche brandello ai bordi di quel quadro immaginario.

Riesco nuovamente a respirare quando una vampata di calore parte dallo stomaco e sale fino alla gola, come se in qualche modo il mio corpo stesse cercando di rigettare questo fallimento: nonostante tutto mi sento incredibilmente calma, ancora permeata da quella sorta di superiorità e autorità di stamattina. "Niente giochi Wade, stavo solo cercando di fare qualcosa che fosse il meglio per entrambi." Rimango sul vago, ovviamente mentendo, per fargli capire che non mi ha destabilizzata, nemmeno se ha resistito alla tentazione.

Ma poi un altro attacco: l'eco di quel bastone da passeggio mi è perfettamente familiare, forse la persona peggiore che potesse passare di qui al momento. "Preside Vance, buon pomeriggio." Sorrido senza scompormi, anche se c'è il rischio che il sorriso sembri troppo forzato a causa della tensione. "Va bene." Rispondo al suo ordine, tranquilla ma senza utilizzare un tono incurante o strafottente. Evito di salutare Wade mentre se ne va, purtroppo credo che mi sia bruciata ogni possibilità con lui, quindi dovrò trovare altre strade per la questione Jeremy.

Seguo la preside lungo i corridoi, camminando al suo passo e in silenzio, fino al suo ufficio.

"Posso sedermi, Preside Vance?" Domando educatamente una volta entrate; anche qui mantengo un tono di voce normale, senza infletterlo troppo sulla gentilezza: la preside non è una stupida e i giochetti di base non servirebbero a nulla con lei.

A prescindere dalla sua risposta lascio che sia la prima a parlare e nel frattempo studio i suoi lineamenti e il linguaggio del corpo per cercare di capire le sue intenzioni: modulerò la mia risposta e il mio comportamento in base al tipo di accusa che formulerà, parlando prima di lei rischio solo di pestarmi i piedi da sola.

@Loki86 offgame

Anche io speravo in un esito positivo, quantomeno un 7-9. Sarebbe stato interessante per sviluppare Scarlett sulla sua ossessione per il controllo degli eventi, determinata a fare ogni cosa purché i suoi piani vadano come vuole.

In ogni caso questo è comunque un interessante risvolto, non mi sarei mai aspettato una intromissione della preside.

Domanda, anche per gestire la mia successiva risposta: già mi avevi detto che è impossibile che nessuno del personale scolastico sappia degli "affari" di Scarlett (vedi la prof di psicologia), però volevo chiederti se sia mai stata beccata o ripresa. Da come si è comportata la preside lei sa qualcosa; dici che ha già ripreso Scarlett almeno una volta (in via ufficiosa però perché la madre non sa nulla) oppure lo sapeva ma finora ha chiuso un occhio?

Modificato da TheBaddus

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Ana Rivero

A mensa

Mi accorgo dell'invito di Max ma... c'è troppa gente a quel tavolo. Non credo che stare intorno a così tanta gente mi faccia bene. O, almeno, non ora che aspetto Eliza. Gli faccio un cenno per fargli capire che ci vedremo "dopo". Anche perché non posso raccontare quello che è successo a un tavolo con gente tipo Tyler. Specie perché l'ho insultato neanche un'oretta fa, praticamente, e non ho voglia di discutere ulteriormente.

Incrocio lo sguardo di Eliza e mi sfugge un sorriso di sorpresa, quando vengo intercettata da uno studente che non credo di avere mai inquadrato prima. Non ne so il nome almeno, so solo che è più grande di me. Però... non lo so, da una parte mi fa pena, dall'altra ha avuto le palle a chiedere a me di sedersi vicino a me. Solo Max in genere (ed Eliza, of course) hanno questo coraggio, ma vedendo questo tipo credo che solo questa mossa gli abbia tolto ogni energia.

Da una parte, non mi sembra così diverso da me. Si nasconde dal mondo, ma in modo diverso. Non lo so, qualcosa mi dice che devo lasciarlo stare. C'è sempre tempo per cacciare qualcuno e far continuare la mia nomea, in fondo. Scrollo le spalle, e quasi senza guardarlo gli dico "Fa' pure".

Non voglio comunque perdermi Eliza. Ricambio il suo sguardo e le indico il posto accanto a me con un sorrisone. Che in retrospetto credo sia inquietante, ma eehii

Off game

Scusate il ritardo, ma sono stato al festival di Venezia e ho preso "LA FEBBRA".

Modificato da SNESferatu

  • Autore
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@Theraimbownerd

Orion Kykero

Ti siedi al tavolo, e non appena butti fuori quella mezza confessione, le tue sorelle si scambiano uno sguardo rapido, il genere di linguaggio silenzioso che tra gemelle funziona alla perfezione.

Diana sbuffa piano, piegandosi leggermente verso di te.
«Oh, dai, era davvero una gran bella foto» ti dice, con tono deciso, come se fosse un dato di fatto. Poi arriccia appena il naso e aggiunge: «E comunque non capisco come faccia Alice a stravedere per uno come Nathan. Seriamente, non ci vedo proprio nulla in lui. A volte mi chiedo se stia davvero bene in mezzo a noi, sai? È... diversa. Non dico che mi stia antipatica, ma non so quanto c’entri davvero col nostro gruppo.»

Juno invece mastica un pezzo di panino e, senza nemmeno aspettare di averlo deglutito del tutto, alza il dito come se avesse trovato subito la soluzione.
«Beh, se vuoi, potrei parlarci io» propone, con aria innocente. Poi, facendo finta di guardare distrattamente verso il tavolo di Alice, aggiunge: «Tanto… ci sta anche Tyler lì. Non mi dispiacerebbe avvicinarmi.»

Ti fissa con un mezzo sorriso, come a dire: due piccioni con una fava.

@Voignar

Darius Whitesand

Ti lasci scivolare addosso la frecciatina di Mei Lin, e mentre lei si prepara a ribattere con il suo solito tono da prima della classe, ti coglie all’improvviso una fitta violenta alla base del collo.

Il tatuaggio ti brucia come se qualcuno ci avesse puntato contro un ferro rovente, e il dolore ti si riflette in un lampo acuto dietro gli occhi. Ti pieghi appena, trattenendo un gemito, e allora la senti: un sussurro basso, vischioso, che ti graffia la mente.

«Portami la ragazza di fuoco… ORA.»

La voce risuona cupa, imperiosa, e per un istante perdi la percezione del rumore della mensa. Solo quel comando, quel maledetto imperativo che ti scava dentro.

Ti riprendi con un respiro affannoso, e quando rialzi lo sguardo, Mei Lin ti sta osservando. Non ha visto nulla di strano sul tuo collo — anche se la tua maglia lascia intravedere parte del tatuaggio che pulsa rosso vivo, sembra completamente cieca a quel dettaglio.

«Ehi…» ti chiede, con un filo di esitazione nella voce, come se non volesse ammettere di essersi preoccupata. «Va tutto bene? Hai avuto un mancamento?»

I suoi occhi ti scrutano, cercando una crepa, ma il tatuaggio rimane invisibile per lei. E intanto, dentro di te, l’eco di quella voce non si spegne del tutto.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Kathlyn ridacchia, e il suono è cristallino, leggero, quasi contagioso. Ti sembra sincera, come se in quel momento fosse davvero a suo agio accanto a te.

«Oh sì… proprio tutti positivi, guarda qui…» dice, facendo scorrere con il pollice lo schermo del telefono. Poi legge a voce alta, con tono ironico: «“Kat va proprio con tutti”… “Zoccoletta in saldo”… “Scommetto che ci prova pure coi professori”…». Ti mostra lo schermo, e il suo sorrisetto beffardo ti sorprende: non sembra scalfita, anzi, sembra divertirsi.

Quando ti avvicini e le passi una mano dietro la schiena, lei ti guarda con quegli occhi luminosi e ti regala un sorriso che ti colpisce dritto allo stomaco. Un sorriso irresistibile, che si piega subito in un piccolo bacio. Le sue labbra si staccano appena, restando vicine alle tue.

«Uhm… vedo che ci hai preso gusto…» mormora, prima di dartene un altro, veloce, come un gioco. Poi si scosta di un soffio e ti agita davanti il telefono. «Però ora devi saldare il tuo debito!»

Sul display lampeggia ancora l’app dei messaggi. È chiaro cosa intenda.

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

La preside Vance chiude la porta dietro di te con un gesto secco del bastone, il rumore del legno che tocca il pavimento riecheggia nello studio silenzioso. Con un cenno appena accennato della mano ti indica la poltroncina davanti alla sua scrivania.

«Accomodati, Scarlett.» La sua voce è tagliente ma priva di rabbia, ferma e misurata. Ti squadra da dietro le lenti sottili, lo chignon perfetto che non lascia sfuggire neanche un capello.

Attende che ti sieda prima di continuare, appoggiando entrambe le mani sul bastone. «So bene che in questa scuola, a causa tua, circolano… traffici. Non è mia intenzione conoscere i dettagli, non è questo il mio ruolo. Fuori da qui puoi fare ciò che vuoi: se la legge avrà qualcosa da ridire, se la vedrà con te e con chi di dovere. Ma dentro queste mura, Scarlett, io non tollero simili comportamenti.»

Ti fissa negli occhi, senza battere ciglio. Non parla di nulla di specifico, nessuna accusa diretta: ma è chiaro che non le sfugge il tuo atteggiamento, che ha intuito fin troppo.

Poi la sua voce si abbassa di un tono, senza perdere fermezza: «Spero di non dover ripetere questa conversazione. Se dovesse accadere… mi vedrò costretta a interpellare tua madre.»

Il nome rimane sospeso nell’aria. Noti un impercettibile irrigidimento sul volto della Vance: non sembra nemmeno a lei un’opzione gradita, come se dover avere a che fare con tua madre fosse un fardello che preferirebbe evitare.

La preside si raddrizza e con un cenno deciso ti indica la porta. «Adesso fila in mensa. E niente altri casini.»

Off game

Ho cercato di risponderti un po’ alle domande all’interno della narrazione. Non sei mai stata beccata in nulla di compromettente… la preside non ha prove concrete di nulla. Ma sicuramente sei stata vista da qualcuno del personale scolastico.. inoltre la tua reputazione che circola tra gli studenti è sicuramente arrivata alle orecchie di professori e della preside. Quindi qualche ramanzina te la saresti potuta essere anche già presa in passato. Tua madre, ovviamente, non è ancora mai stata convocata a riguardo.

@SNESferatu

Ana Rivero

Appena ti lasci sfuggire quel «Fa’ pure», il ragazzo si lascia cadere sulla sedia accanto a te con un mezzo sorriso nervoso.
È alto e allampanato, i capelli troppo lunghi e unti che sembrano nascondere più che incorniciare il viso. Tamburella con le dita sul tavolo come se non riuscisse a stare fermo, e quando apre bocca la sua voce è bassa, quasi strascicata:

«Sai… ti osservavamo da un po’. Sei… diversa dagli altri. Non fai finta di niente. Non hai paura. Ci piace questo.»

Non dice chi sia questo noi, ma l’uso del plurale è più che eloquente. C’è qualcosa di disturbante nel modo in cui ti guarda, come se cercasse un segnale, un riconoscimento.

Proprio in quel momento Eliza si avvicina, i suoi occhi si spostano subito su di lui e si stringono in due fessure gelide. Senza giri di parole, la sua voce taglia l’aria:

«Alzati. Lei non ha bisogno di un’ombra appiccicosa accanto.»

Il ragazzo fa per smuoversi sulla sedia, le mani che tremano un po’ sul piano del tavolo. Fissa Eliza stringendo gli occhi. Non dice niente, ma non se ne va: resta lì, lo sguardo che si sposta da Eliza a te, aspettando quasi un cenno di conferma. È come se solo la tua parola potesse dargli il via libera per andarsene… o peggio, la speranza che tu possa invece zittire la tua amica e lasciarlo restare.

Off topic

Un virus micidiale che ti fa stare proprio una cosa malissimo!!

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Orion Kykero

Mensa

L' idea di Juno è perfettamente sensata, dovrei accettare...eppure prima che possa pensarci un "No" esce fermo dalla mia bocca. Il mio cervello ci mette un attimo a realizzare quello che è successo e continuo, tentando di recuperare in scioltezza. "Ho fatto io la cretinata, dovrei essere io a parlarle. Dobbiamo chiarirci faccia a faccia. Sapete quando tengo a lei. E' vero, non è come noi però...E' comunque importante per me. E poi" Dico, deviando il discorso con aria cospiratoria, avvicinandomi a loro per condividere un gossip succoso. un buon modo per cambiare discorso "Ho scoperto delle cose molto interessante su un certo insetto che ci sta dando problemi" L' idea che Juno possa andare vicino a Tyler ovviamente non c'entra niente con la mia decisione. Assolutamente niente.

"Jeremy organizzerà anche lui una festa sabato. Vuole sfidarci apertamente. Inoltre ho saputo da fonte sicura che c'è una ragazza in questa scuola che potrebbe odiarlo persino più di me. Valentina Lane. A quanto pare lui si è dichiarato a lei l' estate scorsa, e lei ha avuto il buonsenso di rifiutare. Chiaramente lui non ha saputo prendere un "no" come risposta e lui e la sua cricca hanno bullizzato quella povera ragazza fino a poco fa. "

Modificato da Theraimbownerd

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Scarlett Bloomblight

In presidenza

Il suono del bastone che picchietta sul pavimento è un po' inquietante, ma riesco comunque a rimanere abbastanza calma; quando mi dà il permesso mi siedo.

Ah, quindi è per questo... caz***e, è impossibile fermare il giro che mi sono creata. Sorrido mentalmente, mentre assumo una espressione semi-colpevole per far credere alla preside Vance di avermi in scacco.

Non cerco di scusarmi, giustificarmi, o trovare scappatoie: non stiamo trattando, lei sta semplicemente scoprendo le carte sul tavolo e mi sta avvisando che le cose andranno così.

Sto per rispondere in modo affermativo, giusto per darle il contentino di avermi messa a tacere, quando nomina Zarneth: mi irrigidisco, mentre sento un brivido freddo corrermi lungo la schiena e ogni mio istinto più puro affievolirsi in favore della paura; Faccio il possibile per nascondere il mio sgomento, ma la preside non può non averlo notato. Va a mio favore il fatto che anche lei non sembri contenta all'idea di metterla in mezzo.

Dopo qualche secondo sono di nuovo lucida, e riflettendo su quello che la preside ha detto trovo una piccola scappatoia. "Dentro le mura di questa scuola non accadrà più nulla di ciò che ha nominato, glielo prometto." Le mie parole sono anche qui studiate con cura, alla perfezione, in modo che, se mi verrà rinfacciato qualcosa io potrò svicolare ricordando la mia esatta promessa.

Poi quando mi dice di filare ne approfitto per evitare che la conversazione possa protrarsi e io rimanerne in qualche modo fregata; mi alzo e mi dirigo verso la porta. "Buona giornata, Preside Vance." Dico prima di uscire.

Una volta fuori dal suo ufficio mi incammino verso la mensa; sono un po' arrabbiata che le cose abbiano preso questa piega, ma non posso certo scoraggiarmi alla prima difficoltà.

In mensa

Entro in mensa e il mio sguardo cerca istintivamente Emily, anche se in realtà scelgo di ignorarla: ho ancora delle cose da fare oggi e devo restare concentrata. Mi dirigo al banco per recuperare da mangiare e poi mi siedo ad un tavolino da sola, in attesa delle ore di teatro per poter parlare con Nathan.

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Nathan Clark

Fuori

'Adesso potrebbe chiedermi di andare sulla luna e penso che ci riuscirei...', penso, mentre cerco, comunque, di resistere alle emozioni e all'imbarazzo.

(Che sono molto, MOLTO legati e molto, MOLTO evidenti in questo momento. E spero tanto che la cosa non sia troppo ovvia, agli occhi di Kathlyn...)

"Beh, diciamo che esistono abitudini peggiori, che potrei pensare di prendere", cerco di scherzare, per poi aggiungere: "Ma ogni promessa è debito".

Riprendo in mano il mio telefono, costringendomi a ignorare ancora i messaggi di Noah, e passo il mio contatto a Kathlyn.

Che se ne farà, poi? Voglio dire... io sono, beh, io!

Modificato da Ghal Maraz

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Darius

Mensa

Boccheggio mentre la sensazione di calore finalmente mi abbandona, sto sudando freddo anche se sento un caldo micidiale

Ho difficoltà a mettere a fuoco Mei Lin, e mi serve quasi un minuto intero per capire cosa mi stia dicendo No... o sì... forse un piccolo calo di zuccheri... ti dispiace se vado un momento in infermeria?

Non credo che l'infermiera della scuola possa vedere il marchio di quel coso, ma mi serve una scusa per andare a parlare con qualcuno che possa saperne qualcosa. La scommessa migliore è la suora che ci fa religione, o quantomeno potrebbe essere quella che ne sa di più su roba occulta o simili

Devo anche trovare Scarlett, quantomeno per capire come ha fatto a rompere le p***e a uno spirito del genere, al punto che ne è ossessionato. Magari però si tratta di un interesse romantico, un pensiero stupido che però mi strappa un sorriso momentaneo

Senti un po', Mei Lin dico, alzandomi ancora barcollante sulle gambe ho letto durante le vacanze di una storia strana, una roba tipica europea: una fata che si innamora di un umano e fa di tutto per conquistarlo. Ti pare possibile una cosa del genere?

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Ana Rivero

A mensa

"Ci... piace?" rispondo di rimando, con parecchia confusione. Che è, cercando di comportarmi come una persona normale ho ottenuto l'approvazione di una setta? Che bello! Non fa per me, ma che bello. Mi fa quasi onore. Non faccio in tempo ad aggiungere altro che Eliza gela quello strano individuo. Che, ripeto, non ho mai visto prima. Metto le mani avanti, metaforicamente parlando.

Mi devo fidare di Eliza. Lei ha sicuramente a cuore il mio "status" sociale qui. Forse più di me. Faccio spalluce e fingo quasi l'imbarazzo. "Eh, mi spiace. L'hai sentita la signora. Non ho bisogno di un'ombra appiccicosa accanto. Sarà per la prossima volta!".

Quindi cerco lo sguardo di Eliza per l'approvazione. Me la merito! Ma in fondo non ho bisogno di così tanti amici, specie quelli che parlano in prima persona plurale.

  • Autore
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@Theraimbownerd

Orion Kykero

Juno inarca un sopracciglio al tuo «No» secco, e il broncio che le si dipinge sul volto non ha bisogno di troppe parole. Si limita a sospirare, affondando la forchetta nel piatto con troppa energia. «Beh, allora arrangiati…» borbotta a mezza voce, ma il tono lascia intendere che il suo disappunto c’entra meno con Alice e più con il fatto che le hai tolto un’occasione perfetta per avvicinarsi a Tyler.

Diana invece si irrigidisce un attimo, socchiudendo gli occhi come se stesse sfogliando un album mentale di visi. «Valentina Lane… Valentina Lane…» ripete piano, fino a quando la lampadina si accende. «Ah! Ma quella! Con quei maglioni smorti e i capelli sempre sciatti?» Un brivido le corre lungo le spalle e scuote la testa. «Che gusti strani, Jeremy…» commenta con un mezzo sorriso storto, per poi tornare seria subito dopo. «Ma aspetta, Orion. Vuoi davvero chiedere l’aiuto della Lane? Non ti sembra… una caduta di stile? Non proprio il tipo che frequenteremmo di solito.»

Mentre le tue sorelle discutono, il tuo sguardo finisce inevitabilmente verso il tavolo distante, quello dove Alice si è sistemata con Tyler, Emily, Sasha, Harper, Max e Ben. L’atmosfera lì è vivace, chiacchiere e risate che si intrecciano, un contrasto fastidioso rispetto al vuoto che senti accanto a te. Vedi Alice ridere a una battuta di Harper, i suoi occhi che brillano un istante troppo a lungo quando Max le dice qualcosa all’orecchio. Non sembra nemmeno arrabbiata, non in quel momento. Sembra… integrata.

E tu sei qui, con Diana che ti guarda perplessa e Juno che mastica di malumore.

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

Quando entri in mensa, il tuo sguardo cade subito sul tavolo dove Emily è seduta: tra Tyler e Harper, con Max, Ben, Sasha e Alice attorno. Stanno chiacchierando e ridendo, l’atmosfera sembra leggera, quasi spensierata. Emily ti nota per un istante: i suoi occhi si soffermano su di te, senza sorriso, senza cenno. È uno sguardo breve, attento, come se ti stesse studiando, poi si gira di nuovo verso gli altri e ride a una battuta di Harper.

Harper, invece, pare cogliere quel frammento muto e ti lancia un’occhiata fugace, che sa di soddisfazione. È rapida, ma abbastanza per pungerti.

Ti siedi da sola, cercando di non dar peso alla scena, ma poco distante Cory Edwards e la sua solita cricca fanno rumore, ridacchiando mentre scrutano la sala. Uno di loro ti nota e indica nella tua direzione. Tanaka si volta, ti fissa, e il suo sorriso sicuro di sé si accende subito. Si alza con calma, quasi teatrale, e si avvicina con passo rilassato, lo stesso che sembra dire so che non puoi ignorarmi.

Arrivato al tuo tavolo, ti guarda dall’alto con un lampo negli occhi che mischia sfida e attrazione. «Quindi?» domanda, inclinando leggermente la testa. Poi abbassa la voce, solo per te: «Bloomblight… a quanto vedo non stai ottenendo granché risultati.»

Le sue parole sono un colpo di lama sottile, ma il tono con cui le pronuncia ha quella cadenza irresistibile che ti conosci bene: provocatorio, ma carico di un fascino difficile da scrollarsi di dosso.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Kathlyn prende il tuo numero, lo salva e ti sorride come se avesse appena vinto qualcosa. Per un istante sei certo che stia per sporgersi e assediarti di nuovo le labbra… e una parte di te probabilmente non aspetta altro. Invece no: si appoggia meglio al vassoio che ha portato fuori con sé dalla mensa e pesca un boccone, guardandoti con quell’aria a metà tra divertita e curiosa.

«Sai…» ti dice con tono leggero, «ieri mi hai colpita. Il modo in cui hai tenuto testa a quel deficiente di Edwards…» fa una pausa, lasciando che il sorriso le si allarghi. «Certo, poi hai dato anche un po’ di matto.» Ti osserva sorridendo, quasi sondandoti, ma nei suoi occhi non c’è ombra di giudizio negativo, solo interesse.

Mastica lentamente, poi riprende, sollevando le spalle con naturalezza: «Secondo Emily e Jordan sei stato uno odioso con Tyler.» L’espressione che accompagna le parole è eloquente: io non sono loro, e nemmeno mi importa così tanto.

Dopo un altro morso, torna a fissarti dritto con i suoi occhi azzurri intensi, il tono improvvisamente più diretto: «Dimmi una cosa, Nathan… ti ha dato davvero così tanto fastidio quella foto che Orion ha messo su Blabber?»

Il modo in cui lo chiede non ha nulla di superficiale. Vuole una risposta sincera.

@Voignar

Darius Whitesand

Mei Lin ti fissa con quel suo sguardo imperturbabile, un filo di preoccupazione che però non intacca la sua solita freddezza. «Se davvero non ti senti bene, forse è il caso si, che tu vada dall’infermiera!» dice in tono pragmatico, quasi fosse una constatazione più che un consiglio.

Ti alzi, ancora un po’ barcollante, pronto a muoverti verso l’uscita quando ti viene in mente quella domanda, e gliela lanci quasi d’impulso. Lei rimane interdetta, sgranando appena gli occhi come se non si aspettasse nulla del genere da te. Poi scuote la testa, un’espressione che sfiora la derisione.

«Fiabe europee? Davvero?» ribatte con un accenno di sarcasmo. «Io non ne so nulla, e non me ne importa. Sono solo sciocchezze. Fantasie.» Il tono è tagliente, il suo sguardo si fa più severo. «Ehm… Forse sì, ti serve davvero una visita in infermeria.» La freddezza del giudizio è evidente: sei strano, Darius. Ma tu ormai la conosci, sai che è fatta così.

Ti volti, pronto ad allontanarti, e noti Scarlett, seduta da sola a un tavolo appartato, un’occasione quasi perfetta per affrontarla. Il pensiero ti scatta in testa come un lampo, ma qualcuno ti anticipa: Tanaka, il tizio della cricca di Cory Edwards con cui ieri parlava di nascosto in cortile, si stacca dal suo tavolo e la raggiunge con il suo passo sicuro, quasi predatorio. Le dice qualcosa, inclinando appena il capo con quell’aria irresistibile e sfrontata che lo contraddistingue.

E tu ti domandi se sia di nuovo il caso ti farti gli affari suoi oppure no.

@SNESferatu

Ana Rivero

Il tipo ti fissa per un istante, e per un attimo ti sembra quasi ferito dalla tua risposta. Poi però il suo sguardo scivola su Eliza, e lì diventa puro odio, freddo e palpabile. Si alza, ti fa un cenno come a congedarsi, e senza aggiungere una parola si allontana a passi lenti, col capo leggermente chino.

Tu ed Eliza lo seguite con lo sguardo mentre attraversa la mensa: il suo modo di muoversi è dinoccolato, quasi trascinato, e raggiunge un tavolo in disparte. Lì, seduti, ci sono almeno altri quattro ragazzi. Non li avevi mai notati prima d’ora… o meglio, uno di loro ti sembra di averlo già visto: qualche giorno fa, fermo in corridoio, che ti fissava senza vergogna.

Quando il tizio che ti aveva approcciata arriva al tavolo, si piega leggermente in avanti e dice qualcosa agli altri. Tutti, lentamente, si voltano a guardarvi. Lo sguardo di quel gruppetto ti si appiccica addosso come una macchia, inquietante e fastidioso. Poi, senza fretta, uno dopo l’altro raccolgono i loro vassoi e lasciano la mensa.

Eliza li segue con lo sguardo carico di disprezzo finché l’ultimo non scompare oltre la porta. «Viscidi…» sibila con tono tagliente. Poi si volta di nuovo verso di te, come se nulla fosse, e si lascia cadere al tuo fianco. Inizia a mangiare un boccone con aria tranquilla.

«Stai lontana da quella gente!» commenta secca, come fosse un ordine non discutibile. Poi, quasi in contrasto con quel tono rigido, si sporge verso di te con un mezzo sorriso divertito: «Allora… nelle prossime ore buche sei pronta a fare una pazzia?»

Modificato da Loki86

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Ana Rivero

A mensa

Questa volta quando dico che non capisco non credo dipenda solo dal fatto che non capisco un sacco di convenzioni sociali. In pratica ho cacciato via un ambasciatore, e ora tutti quanti i membri della sua ciurma se ne vanno da mensa insieme? Sono confusa. "Sì, ok, sto lontana, sto lontana... ma chi sono? Ne ho viste di cose strane, ma... mai così strane."

Quando Eliza si sporge verso di me, devo fare il possibile per non sporgermi anche io. Mi reggo al tavolo per resistere. Il pranzo si fa meno importante. "Sono pronta a qualsiasi cosa mi chiedi... oddio, quasi tutto. Non farmi fare amicizia con gente tipo Tyler..." E le faccio un occhiolino. Si fa così, no?

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Nathan Clark

Fuori

È più curiosa di quanto pensassi. La cosa mi fa piacere... e mi preoccupa. Dato che non ho ancora deciso se sono una mezza fata o se sono sono matto.

Possibile che siano vere entrambe le cose, ovviamente.

Però, ecco... proprio di ieri bisogna parlare? In realtà, no. Non fa domande, eppure...

"Con Tyler ho già chiarito e abbiamo risolto. Nessuno è perfetto - anche se lui ci prova parecchio! -, soprattutto io. Ma, in quel momento, essere "odioso" era l'ultimo dei miei pensieri. O delle mie intenzioni.

S, però, a Emily e Jordan ha dato fastidio il mio comportamento, possono dirmelo. Alla peggio, finirò per urlare in faccia anche a loro!", passo dal tono serio a quello scherzoso in un attimo, ma ci tenevo a spiegare che, in effetti, con Ty credo di avere sbottato un po' troppo.

La sua domanda vera e propria mi colpisce, invece, come un diretto allo stomaco: "Sì... e no. Non è una questione per cui non ci dormo la notte, ovvio. Però, ecco... in primo luogo, la mia vita è affare mio. Mentre, da quel giorno nel bosco, sembra essere diventata qualcosa che interessa agli altri... ma senza che io interessi a loro. Non gli importa nulla di me, ma solo di quello che mi è successo.

Poi, insomma... credo che ti sia ormai chiaro che non sopporto le teste di c@$$o che fanno i bulli, solo perché sono dei frustrati con le loro vite di m€rd@. Come Cory o, immagino, Orion.

Infine... credo che una mia amica abbia una specie di... cotta, diciamo, per me. È una buona persona, e anche se lei per me è solo una amica, mi dispiace, perché so che ci starà male. Non mi piace far male alle persone.

Cioè, non mi piace fare male alle persone normali, non agli $tronzi come Edwards".

Modificato da Ghal Maraz

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Darius

Mensa

Dicono che dietro ogni fiaba si nasconda un fondo di verità, spesso è solo che negli anni si è rivestita una storia normale con dettali folli commento, guardando di sottecchi verso il tavolo di Scarlett

Parlarle dopo ciò che è successo stamattina potrebbe essere problematico, e non mi pare davvero il caso di portare la ragazza dalla strana fata. Mi alzo, salutando Mei Lin e dirigendomi fuori dalla mensa, ma invece di dirigermi all’infermeria provo a capire dove posso trovare la suora che ci fa religione, per poterle fare qualche domanda

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Scarlett Bloomblight

In mensa

Sorrido di rimando ad Emily e mi storce un po' il naso alla sua interazione con Harper, ma al momento ho un focus diverso e lascio correre.

Quando però mi siedo al tavolo per mangiare e arriva Tanaka rimango un attimo stupita: prima di tutto dal suo solito atteggiamento e portamento, poi il suo profumo. Perché deve essere così dannatamente simile a mio padre?! La mia mente sta urlando per due motivi molto diversi, mentre all'esterno tento di mantenere la mia maschera anche se mi scappa una leggera smorfia.

"Quindi cosa?" Gli rispondo in cagnesco, anche se poi abbasso la voce come lui. "Devo ricordarti le tue parole di ieri?" Mi alzerei in piedi, ma la nostra stazza non reggerebbe il confronto e sembrerei un barboncino che abbaia ad un dobermann, quindi mi limito ad affilare il tono e renderlo freddo, come una lama di ghiaccio. Va rimesso al suo posto. Ok uno scivolone durante la giornata, ma non si deve permettere di rivolgersi a me così. "Il bosco va bene, hai detto con voce neutra. Sento Cory. Ti faccio sapere. Tieniti pronta per domani." Incrocio il suo sguardo, e come ho fatto con Harper tento di "intensificare" l'energia che sento da stamattina: voglio che ne senta la presenza e abbassi la cresta. "Non sarò un genio ma io non ho ancora sentito nulla da te; magari quel codardo del tuo amico si è ca**to sotto e ora vuole tirarsi indietro; dopotutto ieri pomeriggio al Violet Crown c'eri solo tu." Ora anche i miei occhi sono affilati, e se potessero emanare saette o fiamme Tanaka sarebbe un cumulo di cenere. "E nonostante tutto questo parte del mio l'ho fatta: devo solo parlare con lui dopo pranzo per organizzare l'orario in cui andare nel bosco, ovvero alle 16 dopo la lezione di teatro." Soprattutto in quest'ultima parte abbasso la voce perché non voglio essere sentita da altre persone e che tutto vada nuovamente a disoneste. "Ti avrei avvisato a certezza ottenuta, visto che non mi piace lasciare le cose a metà." Le ultime parole sono forse più un attacco a lui, ma non sono sicura del perché io le abbia dette.

@Loki86 offgame

Direi che qui si attiva la mossa Gelare, ho +2.

In caso di successo vorrei togliergli un FILO, o guadagnarne uno su di lui se lui non ne ha su di me.

Sarebbe curioso capire anche se "l'aura" di Scarlett ha qualche effetto.

E sarebbe ancora più curioso capire che succede se dovessi nuovamente fallire la prova 🤣🤣

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Orion Kykero

In mensa

È in momenti come questi che mi manca Alice. Diana potrà non vederlo, ma senza di lei l' equilibrio del nostro gruppo non è lo stesso. La sua leggerezza, la sua innocenza... è qualcosa che non appartiene né a me né alle mie sorelle. Ed è importante, per tutti noi.

Mi giro verso Diana, con aria pensosa. La conosci? Ammetto che non ero riuscito ad associare una faccia al nome, tutto quello che so di lei è che ha una buona ragione per vedere Jeremy rovinato. Potrebbe comunque tornarci utile, non pensi? E poi ho chiesto una mano a Scarlett a riguardo, sapete quanto è brava. Presto sapremo tutto ciò che vale la pena sapere su Jeremy.

Dimostrò sicurezza quando parlo, più di quanto effettivamente ne senta. Ma essere un leader è anche questo. Se non credo nel mio successo come possono crederci gli altri.

Modificato da Theraimbownerd

  • Autore
comment_1926184

@SNESferatu

Ana Rivero

Eliza, alla tua prima domanda, non dà nessuna vera spiegazione: fa solo un mezzo cenno col capo e una smorfia eloquente, che vuol dire più o meno “gente che è meglio lasciar perdere”. Non insiste oltre, come se non valesse neanche la pena sprecare fiato per parlare di loro.

Quando poi le butti l’occhiolino su Tyler, lei ti fissa un istante e scoppia in una breve risatina. «Dai… Tyler non è poi così male. Certo, non sono una Tyler’s girl…» dice con un’aria di finto disgusto, accompagnata da una scrollata di spalle. «Ma alla fine, se lo conosci un minimo, è un bravo ragazzo. Quelli come lui, di solito, sono molto più str**zi!» La frase le esce leggera, senza difenderlo davvero, più che altro per liquidare l’argomento.

Poi il suo sguardo cambia. Diventa più furbo, quasi complice. Si guarda attorno per un istante, come per assicurarsi che nessuno stia ascoltando, e si sporge un po’ più vicino a te. «Comunque… ho ripensato a quello che mi hai detto ieri sul professor Moss.» La voce si abbassa di un tono. «Potremmo approfittare delle due ore buche per intrufolarci nel suo ufficio. Così, giusto per vedere se riusciamo a trovare qualche prova contro di lui.»

Negli occhi di Eliza vedi brillare una scintilla elettrica: non solo determinazione, ma proprio il brivido all’idea di fare qualcosa di rischioso, proibito… e divertente.

@Ghal Maraz

Nathan Clark

Kathlyn ti ascolta in silenzio, gli occhi azzurri puntati su di te con quella sua luce vivace che non sembra spegnersi mai. Quando accenni a Tyler, sorride appena e fa un gesto con la mano, come per dire “ok, lasciamo perdere”.

Quando poi le parli di Alice, per la prima volta il suo sorriso si addolcisce, lasciando trapelare una punta di serietà. Si sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e la voce le esce più calma.

«Oh.. capisco…» dice, iniziando a comprendere i motivi dietro il tuo malumore.

«Beh… mi dispiace davvero per lei. Non dev’essere facile, se ci tiene a te in quel modo. Io non la conosco, ma capisco che ti possa pesare vederla stare male.»

Poi però, come a non voler restare troppo a lungo su un tono cupo, torna a parlare con quel suo modo solare e diretto, la luce negli occhi di nuovo accesa. «Però ecco, la gente come Cory e Orion non è che si diverte davvero, eh. Hanno vite tristi, e si sentono forti solo quando fanno sentire qualcun altro più debole. E non è che ce l’hanno proprio con te, o con me, o con chiunque: in realtà ce l’hanno con se stessi.»

Appoggia il gomito al tavolo e ti guarda inclinando la testa, un sorriso ironico sulle labbra. «Io non gliela do vinta. Mi chiamano “zoccoletta”? Va bene, rispondo “sì, certo, hai ragione”… e la cosa finisce lì. Ci godono solo se ti vedono starci male. Ma se non glielo concedi, perdono subito gusto.»

Il suo sguardo si fa più intenso, quasi tenero. «Alla fine… quello che conta davvero è conoscersi. Io so chi sono, a prescindere da come mi dipingono. E non saranno certo i commenti di Orion o di quelli che cercano la sua approvazione solo per essere invitati a una festa a decidere per me.» Poi addenta il panino, mastica piano e ti fissa ancora con quegli occhi luminosi, come se volesse leggere dentro di te.

Quando riprende a parlare, il tono è più basso, rispettoso ma incuriosito. «A proposito… hai nominato quel giorno nel bosco. Posso chiederti cosa ti è successo davvero?»

@Voignar

Darius Whitesand

Uscendo dalla mensa ti senti ancora addosso lo sguardo curioso e un po’ giudicante di Mei Lin, ma non ti volti. I corridoi sono pieni di studenti che vanno e vengono, il brusio che rimbomba sulle pareti bianche. Dopo pochi metri, un profumo pungente di detersivo ti annuncia la presenza di Branda Lewis, la bidella della scuola, china con la scopa in mano e i capelli cotonati che tremolano a ogni movimento.

Quando le vai incontro ti squadra con quell’aria da “so già tutto di te”, accennando un sorriso furbetto.

Quando poi le chiedi, un po’ titubante, se sa dove trovare suor Margaret, lei spalanca gli occhi e abbassa la voce come se ti stesse rivelando un segreto di stato.
«La nostra santa donna? Ma certo! Ancora chiusa nella cappella, a lustrare candelabri e crocifissi… ci passa più tempo lei lì dentro che la preside nel suo ufficio.» Ti fa l’occhiolino, ridacchiando tra sé, quindi ti lascia andare con un gesto della mano, tornando a spazzare ma continuando a seguirti con lo sguardo malizioso.

Pochi minuti dopo, l’atmosfera cambia: imbocchi il corridoio dell’ala antica, quello dove le pareti di pietra sbiadita raccontano l’origine conventuale della scuola. I tuoi passi rimbombano più forti, mentre la luce delle vetrate colorate getta riflessi tremolanti.

La porta pesante della cappella cigola quando la spingi. Dentro regna il silenzio, rotto solo dallo sfregare di un panno contro il bronzo. Suor Margaret è lì, intenta a lucidare un candelabro accanto all’altare. La sua figura esile è rischiarata dai colori delle vetrate, che le disegnano addosso macchie di rosso e blu.

Quando si accorge di te, sobbalza leggermente. «Signor Whitesand!» esclama, serrando le mani attorno al panno. «Mi ha fatto prendere un colpo… Non è proprio il posto dove ci si aspetta di trovare uno studente a quest’ora.»

Ti osserva, dritta e attenta, con quel suo sguardo che sembra leggere più in profondità di quanto tu vorresti. «Hai bisogno di qualcosa?»

@TheBaddus

Scarlett Bloomblight

Il tuo attacco diretto, il modo in cui gli hai rinfacciato parola per parola ciò che ti aveva detto ieri, sembra spiazzarlo. Tanaka temporeggia, come se all’improvviso non trovasse più le parole giuste per ribattere.

È in quel momento che, quasi senza accorgertene, lasci scorrere dentro di te quella forza nuova che ti sembra di possedere. Ti tornano alla mente le immagini del sogno: tu, immensa e nuda sul trono, padrona assoluta, e lui — insieme agli altri — inginocchiato al tuo cospetto. Un filo dorato vi legava, ma adesso lo vedi con più chiarezza: sembra sia lui a stringerlo. Fino a quando, all’improvviso, con tua profonda soddisfazione, è come se quel filo si spezzasse.

E funziona. Tanaka abbassa la cresta. Farfuglia qualcosa, lanciando un’occhiata rapida alle sue spalle, verso Cory che lo osserva dal suo tavolo. Poi si piega, sedendosi accanto a te come per riportarsi al tuo livello.

«Cory è impaziente…» ammette a mezza voce, con un tono insolitamente meno sicuro del solito. «Sta esagerando un po’ con tutta questa storia, e beh… Devo ammettere che la cosa mi rende nervoso… Voglio solo chiuderla al più presto.»

Questa sua apertura te lo fa vedere improvvisamente più aperto e vulnerabile. Ti ascolta, annuisce, e infine aggiunge: «Va bene per le 16, dopo teatro. Tienimi aggiornato sul punto preciso e ci saremo.»

Si alza, ma prima di andarsene si ferma un istante a guardarti. Il suo sguardo è intenso, come se cercasse di leggere dietro la tua maschera, come se percepisse che qualcosa in te è cambiato. La tensione tra voi due è quasi tangibile, sospesa a mezz’aria come una scarica elettrica.

Poi si volta e se ne va, lasciandoti con il cuore che batte un po’ più forte e la netta consapevolezza di aver appena ribaltato i ruoli.

Off game

Gelare qualcuno: 7+2+1(bonus dato dalla sensazione che ti è rimasta al ricordo del sogno)= 10 successo -> tanaka perde il filo che ha su di te.

@Theraimbownerd

Orion Kykero

Diana alza appena le spalle, accennando una smorfia.
«Di lei so solo chi è. Non ci ho mai parlato, mai avuto a che fare…» commenta con tono pragmatico, poi sospira piano. «Però, sì, forse potremmo trarne qualcosa. In fondo, tutto quello che mette i bastoni tra le ruote a Jeremy può tornarci utile.»

Mentre parla, noti che Juno continua a stare imbronciata. La sua espressione sembra voler dire che ha qualcosa da aggiungere, ma si trattiene, mordendosi il labbro come se volesse farsi pregare.

Diana intanto riprende con naturalezza, cambiando argomento: «E Scarlett… quella ragazza ha talento, non c’è dubbio. È ammirevole, davvero. Peccato che non si curi minimamente di sé, con quell’aria sciatta. Potrebbe avere molto più potenziale, se solo volesse.»

Le sue parole restano sospese qualche secondo, lasciando calare un breve silenzio. Ed è allora che Juno finalmente interviene, col suo solito tono un po’ supponente:
«A proposito di potenziale… giusto perché tu sappia le cose, Valentine Lane in questo momento si sta vedendo con un compagno di squadra di Tyler.»

Fa una pausa teatrale, poi aggiunge con aria vagamente offesa:
«E… qualcuna potrebbe, guarda caso, chiedergli di presentarcela. Sempre se, ovviamente, non ti dà troppo fastidio che io esca con lui.»

Il suo sguardo resta fisso su di te, con una scintilla di sfida e una punta di risentimento, quasi a voler capire fin dove arriva la tua chiusura alla storia con Tyler. Evidentemente deve aver percepito qualcosa.

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