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I Territori Fantasma - La Landa del Nord - Topic di Gioco


Lucifero

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Principali partecipanti

Daisun

"Beh, ne ho sentito parlare a corte, qualche volta, sempre a bassa voce... ma non ho mai saputo molto, se non che han perso la vita duecento uomini armati. E non immaginavo fosse lui. Adesso credo ancora più fermamente di dovermi sdebitare con lui... non è un soggetto da avere contro."

Un brivido mi percorre la schiena. Questa non è gente da sottovalutare. Continuo a camminare dietro ad Andrè fino alla destinazione.

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Beh, se davvero sono queste le informazioni che girano a corte, qualcuno si è coperto le spalle, per non essere volgare. Ad Alicant non persero la vita duecento soldati, mi spiace, bensì si dice che lo sterminio della città fosse dovuto a duecento uomini armati che la assediarono. La realtà è un pochino diversa... sembra quasi divertito mentre pronuncia queste parole e ha gli occhi sognanti In verità, ad assediare la città, fu solo Minos. Vedi, lui qui vive con suo figlio, ma una volta aveva una famiglia, moglie e tre figli. Chi non si trova qui fu assassinato da dei mercenari del "Sommo" Re e Minos si infuriò. Rase completamente al suolo la città sede della milizia mercenaria macchiatasi dell'omicidio della sua famiglia e sterminò ogni soldato che gli fu mandato contro successivamente. Ancora oggi Alicant non è altro che un cratere fumante, dove dalla terra si levano fiamme viola, un segno eterno della potenza delle stirpi draconiche quando si adirano. 

 

Andrè prosegue a passo svelto, senza fermarsi, per parlare con te. In un paio di minuti siete nei pressi delle mura cittadine, dai cancelli. Si dirige verso una abitazione.

Non sai se è per le parole di Andrè o perché stai camminando a passo veloce, ma non hai più freddo, anzi, un piacevole tepore si irradia per tutto il tuo corpo, già da qualche minuto, poco dopo essere uscito di casa...

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Daisun

"Le informazioni che avevo... beh, è stato poco ciò che ho potuto origliare. Ma di sicuro non si parlava di stirpi draconiche. Tutto è distorto, a corte. Sono infidi e sguscianti, senza cuore, senza sentimenti. E pronti a distorcere la realtà, solo perché ne hanno il potere."

Inizio a sentire un tepore piacevole spandersi nelle mie membra. Adesso è tutto molto meglio, rispetto alla prima volta che ho visto i cancelli di questa cittadina.

"Per curiosità, dove abiterebbe Minos? Giusto per sapere quale casa non disturbare in nessun caso..."

Guardo Andrè abbozzando un sorriso, sperando colga la battuta. Ma che fornisca anche l'informazione. Più so, meglio è.

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Entri dentro la piccola casa e Andrè ti fa strada. Dopo pochi metri si volta verso di te e, mettendosi l'indice della mano sinistra davanti alla bocca chiusa, ti fa segno di tacere.

Passate una stanza, più grossa delle altre e, mentre superi la porta, Andrè sorride, divertito. Guardando dentro vedi un letto enorme e, sopra, sdraiato e addormentato, Minos che dorme russando. La voce di Andrè diventa un flebile sussurro, a mala pena distinguibile Ti basta come risposta? osserva velocemente la tua reazione e riparte, verso lo scantinato. Quando arrivi non credi ai tuoi occhi... lo scantinato è invaso dagli insetti (principalmente scarafaggi) e, sul fondo, sono presenti quattro manichini, completamente equipaggiati...

Modificato da Lucifero
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Daisun

Sbalordito, trovo Minos addormentato in quella che pare essere la sua casa. Mi sento in imbarazzo, ad aver pensato male di Andrè. Forse non è poi così male. Ma mi sta portando, di nascosto, nella casa di uno degli esseri più potenti della Landa, a commettere ciò che potrebbe essere definito un furto. Potrebbe essere una trappola.

Queste... sicuro che non se la prenderà? Non vorrei avere casini, in questo posto, soprattutto con lui. E queste cosa sono?

Sussurro ad Andrè.

Spoiler

Chiedo cosa sono per avere una descrizione dei manichini. Che armi hanno? Le cose sono normali, magiche o tecnomagiche? Giusto per capire cosa prendere e come far sviluppare il pg

 

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André ride sommessamente. Si dirige verso i manichini. Perché mai dovrebbe offendersi se prendo le mie armi? Il sorriso a trentadue denti che sfodera è a metà fra il divertito e il malvagio, mentre la porta si chiude alle tue spalle. Oh cavolo, sì, io ODIO sussurrare, ora puoi tornare a parlare normalmente, quella porta è bella spessa. Allora, Daisun il Fuggiasco mentre parla alcuni degli scarafaggi a terra iniziano ad arrampicarsi sulle sue gambe credo sia il momento di presentarmi davvero, di gettare le maschere, ma prima, due cose: 1) non prendertela se non mi sono presentato prima, ma sai, la gente ascolta e le informazioni sono letali nella mani sbagliate; 2) io e te ci conosciamo, da prima della tua prigionia si avvicina ai manichini e afferra due armi, sembrano pistole, intagliate nel legno, di fattura eccezionale. Le bocche da fuoco sono larghe e appiattite, le impugnature presentano sei incavi ovali ognuna e tre gemme nere decorano il grilletto di ognuna anche se è vero che, ai tempi, avevo un corpo un pochino diverso. Il mio nome completo, o meglio, quello con cui mi conoscono quasi tutti nel continente, è André degli Scarabei, mercenario e assassino, in attività da... beh, troppi anni per ricordarmi con precisione quanto io sia stato in attività. Ero presente quando Raphael, il figlio di Cuttnell, uccise tua madre... povera donna, era così ben voluta. Una lacrima gli scende dall'occhio sinistro Sappi che, prima di andarmene da quel posto, ho aggiustato quel maledetto... ora puoi chiamarlo Raphaella il suo viso cambia improvvisamente, percorso dalla rabbia e dall'odio ma non lo ho ucciso, non potevo, quello è compito tuo. Ho aspettato per anni che ti liberassi da quell'inferno e quando ti ho visto alle porte di Drorver sapevo che era giunto il momento. Sarò franco nei tuoi confronti: adoravo e veneravo i vampiri, vivevo a corte per servire Raphael. In fondo sono esseri umani perfetti, divinizzati. Veneravo la loro perfezione: smettere di invecchiare, lasciarsi alle spalle i sentimenti, la ricchezza e tutto ciò che è mortale... quando sei eterno quelle cose frivole perdono importanza, ma quando ho visto tua madre uccisa prende fiato, altre lacrime gli rigano il volto deformato dall'ira non ho potuto fare altro che presentargli Dred Vexx  mentre lo dice, sul palmo della sua mano si poggia uno degli scarafaggi a terra gli si posa sul palmo della mano tesa verso di te. Grande quanto una piccola pesca, carapace nero, grosse mandibole e occhi dorati uno Scarabeo Divora-Carni, uno dei più rari, potenti e malvagi che esistano. Ho aspettato che andasse a dormire e gli ho sparato senza pensarci due volte, volevo che soffrisse. Poi, era il momento dei miei gemelli si leva il giubbotto e gli altri vestiti, fino a rimanere a torso nudo. Appeso a una catena un altro scarabeo, viola questa volta, lucido, con un cerchio nero sulle ali mentre un altro, identico, si appoggia vicino a quello sulla mano Mongrel e Brute. Scarabei Divora-Anime. Hanno una particolare abilità: chiunque venga colpito da uno di questi scarabei, si vedrà prosciugato della sua anima, ma, se chi spara indossa l'altro scarabeo, le loro anime si scambiano. Per cui mi ferii mortalmente appena sentii arrivare la prima guardia, poi feci fuoco, ecco perché ora ho cambiato aspetto e perché la mia carriera è così lunga da rendermi impossibile ricordarmi quanto sia durata, considera che al tempo dello Sterminio di Alicant io ero già in attività da molto.

 

Ti ho portato qui, per mostrarti chi sono davvero, per farti capire, spero, che puoi fidarti di me, se vuoi. Soprattutto, sono qui per dirti una cosa: se vuoi, se è la vendetta che cerchi, io te la posso offrire, ti posso allenare e addestrare. Conosco persone di ogni razza e stirpe, ho girato il continente e ne sono uscito, per farvi ritorno. Accettami come tuo maestro e ti porterò ovunque per farti amici potenti, per rovesciare l'aristocrazia e distruggere ogni vampiro esistente. La sua faccia cambia, determinata, feroce e spietata, ma anche sincera...

 

Spoiler

Alcune cose di lore:

- André degli Scarabei, lo conosci eccome, era uno dei più feroci assassini al servizio di Raphael, ma non il suo preferito, accettava solo i compiti che voleva lui e non uccideva donne inermi, vecchi o bambini. Lui e tua madre erano molto amici, li vedevi spesso chiacchierare quando avevano tempo;

- quelle armi sono di fattura egregia e sai essere di provenienza fatata, usate principalmente dalla stirpe fatata degli Spriggan, le fate assassine.Usano munizioni vive (scarabei particolari che possiedono abilità speciali) spinte con la magia e sono armi tecnomagiche di rara potenza e versatilità: solo chi ha il favore della matriarca Spriggan le può usare. Lui le chiama Morte e Sussurro;

- Andrè ha detto che è uscito dal continente... ma il Sommo Re ha escluso il continente dal resto del mondo oltre cinque secoli orsono...

Osservi gli altri manichini in fondo, tutti allestiti con armi e armature eccezionali: 

- il primo è gigantesco, con una spessa armatura di metallo e una grossa ascia a due mani appoggiata;

- il secondo porta una armatura leggera in maglia, che lascia scoperte le braccia, mentre le gambe sono coperte da una gonna di maglia. A tracolla un grosso arco in legno nero, la corda in metallo, sembra richiedere una forza spaventosa per essere usato;

- dal terzo ha attinto Andrè, non ha molto altro addosso, se non alcuni abiti di fattura elegante, ma molto comodi alla vista (li riconosci, quella è la divisa ufficiale da assassino di Andrè degli Scarabei)
- il quarto porta un'armatura intera, molto sottile. Sul braccio sinistro uno scudo triangolare ben rifinito, mentre, impugnata nella mano destra, una spada di fattura meravigliosa. Lunga in tutto circa 130cm, l'elsa è difesa da una guardia a coppa con incastonate cinque gemme (zaffiro, smeraldo, diamante, rubino e perla),mentre nel pomolo è incastonata un'opale grossa quanto un'albicocca. La lama, lunga circa un metro, è sottile, ricurva e affilata come un rasoio. La conosci, ne hai sentito parlare da un bardo durante una cena a corte: il Roseto degli Anziani, la lama che si dice racchiuda il potere delle stirpi elementali, angelica e demoniaca. Un artefatto dal valore inestimabile...

 

Andrè vede il tuo sguardo. Quella armi appartengono ai miei compagni di ventura: io, ovviamente, Minos, conosciuto come Il Sole Viola, Dusk, L'Arco del Giudizio e Koz'Goral, noto ai più come L'esiliatore. Assieme, eravamo mercenari di ventura, al soldo di molti potenti aristocratici... Ma ora li odiamo e vogliamo le loro teste... A te la scelta, Daisun... la faccia è molto più rilassata ora, mentre gli scarabei prendono posto nelle scanalature delle impugnature delle armi.

Modificato da Lucifero
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Daisun

Sono confuso. In un secondo, è crollato un mondo, e se ne è aperto un altro, molto più ampio e complesso.

Andrè degli Scarabei. Uno dei più feroci assassini al soldo della nobiltà. Giravano voci su di lui e sulla sua compagnia, a corte: si dicevano cose strane, che fossero più forti di qualsiasi esercito, che avessero compiuto imprese mirabolanti e che avessero straordinari poteri. Conoscevo Andrè, di vista, era solito intrattenersi con mia madre, quando avevano entrambi del tempo a disposizione. Non sapevo come potesse essere tanto attratta da un soggetto simile, mia madre tanto calma e pacifica, mentre lui spietato assassino al soldo di quelli stessi che la tenevano in una condizione avvicinabile parecchio alla schiavitù.

Ricordo di aver visto una volta quelle armi, ne ero rimasto quasi affascinato, ma non avevo bene compreso come funzionassero. Lui, invece,  mi sembra diverso: non è quello che parlava con mia madre. Il suo alibi non ha punti deboli, ma io non so se posso fidarmi. Ma in qureto momento non posso fare altro se non fidarmi.

Avrei tante domande da fargli, tante cose da chiedergli, per sapere cosa è successo, dove sta adesso Raphael, ma non riesco a mettere insieme le parole. Guardo i manichini ancora integri, incantato. Mi avvicino e li divoro con gli occhi, quasi a imprimermi per sempre quell'immagine negli occhi. Sono armi potenti, di uomini potenti, che hanno scritto la storia. Molto sangue è stato versato dalle loro lame.

Luccicano...

Riesco a prendere il coraggio a due mani, e finalmente apro la bocca per parlare.

Io ti accetto come maestro, Andrè. E sappi che prima o poi ti chiederò molte cose. Ma queste armi non posso prenderle. Non voglio. Per quanto le cose siano cambiate, queste armi sono state più volte mosse per volere di coloro che hanno ucciso mia madre. Poi, io odio gli oggetti magici o tecnomagici, sai, mi ricordano quella maledetta nobiltà becera e corrotta. E per ultimo, sono armi non mie. Qualsiasi cosa facciano, ancora oggi, sarebbero le armi di Minos, Dusk, Koz'Goral. Io voglio che l'arma in mano mia sia riconosciuta come "di Daisun". Qualsiasi cosa io possa compierci. Non è necessario che sia di fattura particolarmente pregevoleBasta che quando uno la veda, dica "quella è l'arma di Daisun." Spero tu possa capire le mie motivazioni, Andrè. Perdonami, ma non posso accettare queste armi, per quanto siano meravigliose.

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Se hai domande fammele pure, ti risponderò. Sicuro di non voler impiegare la tecnomagia o gli oggetti magici? È difficile diventare forti senza... Si riveste ed è impossibile uccidere i vampiri senza essere forti... Ma, se questo è il tuo desiderio, so dove andare come primi passi di crescita.

 

Sorride gentilmente 

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Daisun

Non ha tutti i torti. Ma al momento non riesco a impugnare quegli oggetti.

Sono conscio di ciò. Magari in futuro vincerò il mio rimorso, ma per adesso non riesco a pensare di usare armi che mi possano legare con... beh, quello. Sarà difficile, lo so benissimo, ma non per questo mi devo ritirare. Devo anche lavorare per il recupero della mia forza fisica. Adesso non sarei nemmeno in grado di sollevare una spada. Ma dimmi, cosa ne é stato di Raphael? Dubito di averlo ucciso.

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Daisun

Non molto, in realtà... so che ne esistono molti tipi diversi, ma nulla di più dettagliato. A corte ho sempre dovuto lottare per la sopravvivenza in realtà... e in prigione passavo le giornate a spaccare pietre.

Abbasso un po' lo sguardo. Mi mette in imbarazzo, la mia ignoranza. 

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Non c'è vergogna nel non aver potuto sapere, ma solo nel non aver VOLUTO sapere. Capisco, la mia vita a corte era piena di sfarzi e ricchezze, in più ho girato il mondo, per me conoscere era un diritto, un dovere e un obbligo, per te un lusso, ma non ci sono problemi, farò in modo di passarti tutto ciò che so. Esce dalla stanza e sia avvia verso l'uscita. Ciao Minos, ben svegliato, come stai? La sua gentilezza non viene ricambiata dal colosso squamoso che vi attraversa la strada senza considerarvi. Esce dalla casa e continua a parlare Non fare caso a Minos, è sempre scontroso quando si sveglia. Di cosa parlavo? Ah sì, le fate. Iniziamo col dire che ne esistono dodici tipi diversi, ma, per ora, ti parlerò solo di alcune di loro, le più importanti. Altra cosa importantissima, le stirpi fatate femmine, si chiamano Fate, quelle maschili si chiamano Fauni. Le specie che ci interessano sono quelle Bianche, quelle Argentate, quelle Viola e quelle Nere. Le fate Bianche o Demoni della Nebbia o Ajar'kai, sono fate pacifiche, abitano nelle miniere e sono particolari... tutto fumo, da qui il loro nome.: la loro più grande abilità è quella di parassitare un ospite in una coesistenza definita simbiosi, per aiutarlo, portandogli numerosi vantaggi; le fate Nere, gli Spriggan o Diavoli, sono le fate assassine, esperte nei movimenti silenziosi e occulti, coloro che possono entrare in una città sorvegliata passando davanti alle guardie; le ultime, le fate Argentate, gli Dei della Spada o Uphin, sono veri maestri d'armi, coloro che più di tutti padroneggiano il combattimento armato e disarmato, gli scudi, le spade, le armature, le asce e gli archi. All'improvviso si gira verso di te Hai detto che non vuoi usare magia o tecnomagia? Questo comporta due cose: devi toglierti quel giubbotto, oggetto creato dalle fate Rosse e, soprattutto, ho bisogno di sapere: utilizzeresti l'alchimia in combattimento? La specialità delle fate Viola... detto questo allunga la mano verso di te, in attesa del cappotto. Solo ora noti che i bottoni sono fatti di cristalli e gemme varie, probabilmente è li che rimane immagazzinata la magia che lo alimenta e ti tiene caldo...

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Daisun

Guardo Andrè, sconcertato. Ho probabilmente imparato di più in questi due minuti che in tutta la mia vita. Gli passo il giubbotto.

Perdonami, ma non conosco bene l'alchimia. Quel poco che ho sentito è confuso e mancante di pezzi: a volte veniva assimilata alla magia, altre volte alla tecnomagia, altre volte invece si parlava di intrugli strani creati in laboratori improbabili. Ritengo quest'ultima via la più probabile, ma potrei benissimo sbagliarmi. A dire il vero io... io non sono mai stato intelligente. Ho passato la maggior parte della mia vita a spaccar pietre, probabilmente mi troverei bene a combattere i nemici con armi bianche, magari una bella spada, di quelle agili ma robuste...

Mi scintillano gli occhi. Non sono mai stato un intenditore di armi, ma durante gli anni passati in prigione ho sempre pensato a quale arma avrei scelto per compiere la mia vendetta. Inizialmente pensai ad una mazza, perché richiede un combattimento meno pensato, solo colpi menati a destra e a manca, di forza bruta, ma non mi piacque l'idea rozza. Poi pensai ad un'ascia, via di mezzo tra mazza e spada, ma la trovai un compromesso che non era né istintiva e pesante come la prima, né elegante e mortale come la seconda. E poi scelsi la spada: elegante, ma capace di essere comunque robusta. Permette di parare, fare affondi, colpi di taglio, ragionare, ma permette anche di avere una lama robusta, che non si spezzi facilmente. E fa sempre la sua porca figura. Così iniziai a pensare alla spada che avrei usato io, in quelle poche ore che di notte ci venivano lasciate per dormire, che puntualmente uno passava sveglio, tra freddo e gemiti di chi stava morendo, pensai a come sarebbe stata l'elsa, la guardia, la lama, e a come l'avrei usata.

Sì, penso proprio che preferirei una spada.

Guardo Andrè, sperando di non deluderlo. Capisco che il mio rifiuto per tutto ciò che è magico o tecnomagico gli suoni strano, ma per il momento non riesco ad averne a che fare. Magari, chissà, in futuro supererò questo mio limite e impugnerò una delle lame che mi ha proposto lui...

Spoiler

Fuori dal gioco: Tutto questo pippotto mentale lo faccio per via delle statistiche che ho messo al personaggio, pendenti decisamente al corpo a corpo. Immaginando che l'alchimia ricada su mente, che è la mia statistica più bassa, ho pensato che sarebbe dura da usare. Mi rimetto a te in questa decisione poiché non conosco le meccaniche di combattimento di ARS, consigliami tu 

 

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Mi spiace, ma anche qui devo correggerti ha lo sguardo serio, ma sereno, nessun rimprovero nella sua voce l'alchimia non è nulla di ciò che hai detto. La specialità delle fate viola si basa sul rispetto delle creature e dei morti: usa parti di animali potenti per creare armi, armature e oggetti con i loro poteri, potrebbero usare la pelle di un drago di fuoco per essere immuni al fuoco e così via sorride gentilmente mentre esci dalla porta e si dirige a casa

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Esci dalla casa e subito inizi a tremare, col cappotto addosso ti eri scordato che qui fa un freddo cane e ora sei solo con una maglia e i pantaloni, con la stampella e un dolore lancinante al ginocchio... Andrè inizia a camminare Qui, inizia il tuo addestramento, ci vediamo a casa, ma fra venti minuti toglierò il cibo d'in tavola fino a sta sera a cena... dopodichè spara uno scarabeo in direzione della casa e sparisce 

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Daisun

Maledetto... vuole infierire su uno che è praticamente morto. Ma non gli darò la soddisfazione di arrivare tardi. In prigione ho fatto ben di peggio. Coraggio, diamoci una mossa.

Mi metto a camminare veloce, sempre più veloce, poi smetto di utilizzare la stampella e, ignorando il dolore che mi spacca il ginocchio, mi metto a correre, per quanto mi sia possibile. Inizialmente cado a terra svariate volte, ma riesco sempre a rialzarmi, ogni volta più frustrato, scagliando occhiatacce alla gente che mi guarda allibita. 

Avrete la magia, la tecnomagia, quello che volete, ma sono troppo testardo per arrendermi a voi. Ho una missione troppo importante per perdere queste sfide ridicole.

Mi torna in mente mamma, il momento in cui Raphael. Grido, non me ne frega niente di chi è in giro o chi dorme, devo vincere. E mi metto a correre più veloce.

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