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Life is but a walking shadow - Atto Primo


Ragnarok28

Messaggio consigliato

@Ghal Maraz

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"Come ...?" E' l'interrogativo strozzato di Aldur che sancisce il preludio di uno squarcio sull'illogico. Non ha alcun senso ciò che si consuma difronte ai tuoi occhi, o forse lo ha ma è un senso che non dovrebbe appartenere alla norma auspicata da ogni sano essere umano. L'uomo alza una mano tremolante verso il cielo con dita scomposte che scattano in maniera meccanica, come se fossero gli arti di una goffa e orrenda bambola manovrata da un burattinaio. 
E' questione di pochi e allucinanti attimi prima che anche il capo conficcato nella pietra venga scosso da un fremito violento e improvviso, uno scatto folle e contorto che permette all'uomo di staccarsi dallo spuntone. Si mette in piedi con flemma che a tratti si direbbe assonnata e ad altri nervosa, come se alternasse un torpore apatico ad un violento moto agitato. "Fa ..." Biascica dalla bocca cianotica e incrostata di sangue. "Fa :.." 
Trema, scosso da spasmi incontrollabili che lo spingono a torcere il capo in ogni direzione possibile. Anche gli arti assumono angolature e pose innaturali, contraendo muscoli e flettendo ossa al limite del possibile. Pare una danza quella fatta dall'uomo, una danza grottesca e disgustosa che nulla conosce in merito a grazia e bellezza.
Senti gemere Jan alle tue spalle, il suo è un verso terrorizzato che tradisce l'impotenza addirittura ad urlare. 
"Ehi, mi senti ... amico?" Azzarda Aldur con un tono per nulla convinto mentre si accosta circospetto all'uomo. La sua ingenuità bonaria lo porta a cercare speranza anche dove non c'è e, in questo caso, non solo essa è assente ma è letteralmente fuggita a gambe levate. Non esiste speranza quando la natura viene rivoltata contro se stessa.
"Fame" Gorgoglia infine l'uomo. Spalanca gli occhi, rivelando pupille iniettate di sangue che guardano altrove. Guardano un punto che probabilmente non esiste. Sono occhi di squalo. Occhi affamati.
Digrigna i denti e si avventa contro Aldur schiumando dalla bocca. Cerca di morderlo, mancandolo per un soffio. 
"cavolo!" 

 

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Iniziativa: Stefan, Zombie, Aldur.
Jan è rimasto sotto l'effetto di "Spaventato"
 

! I tiri per attaccare di Stefan fammeli pure tu, mi fido. 

 

 

@Xolum

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La cena è un pasto piuttosto frugale, composta da pane e stufato vegetale preparato per tutti i membri della cerchia interna dell'Oculus. 
Quando finisci di mangiare non ti rimane altro che raccogliere tutte le tue cose e prendere la licenza universitaria da mostrare alle autorità cittadine per poter accedere in tutta sicurezza alla piccola cappella vicino al mercato. 
Ti lasci alle spalle le stanze dell'Oculus, percorri i corridoi candidi dell'Università e passi oltre aule e laboratori fino a quando l'Università stessa, una svettante torre di marmo bianco che sfida il cielo alla ricerca di un sapere che trascenda i confini fisici dei mortali. 
E' una costruzione prometeica ed è facile per qualche mala lingua attribuire a quel posto un inevitabile destino di punizione per la tracotanza che si cela nelle sue fondamenta. Se solo si sapesse cosa davvero viene custodito all'interno di quel luogo di sapienza, sarebbe la fine per tutti i suoi professori e studenti. La magia è una scienza per pochi ormai, clandestina e pericolosa attorno alla quale l'odio che è fermentato ha assunto connotazioni di ferocia sanguinaria.
Vieni scortato lungo le strade di Jodram con una delle carrozze universitarie, la quale sfreccia sotto alti edifici appuntiti e tetti a mansarda illuminati da lampade ad olio e candele. La vita, nella parte centrale della città, è un tripudio di rumore e movimento anche durante le ore della notte. Si dice che quella zona non dorma realmente mai essendo anche frequentata spesso da molti tuoi compagni di università per mero svago in taverne e locali. Vi abita quel mare magnum classificabile come "ceto medio", affiancato dalla borghesia imprenditoriale che ancora non è riuscita ad accaparrarsi ranghi nobiliari attraverso matrimoni combinati. Le case sono di varia natura, molte delle quali addossate le une alle altre e intervallate da villette distaccate con giardini personalizzati, vezzo dei più ricchi di quella zona urbana. Voci e schiamazzi si rincorrono assieme ai fumi delle fabbriche, mischiati agli odori di alcolici e profumerie. Tutto vibra, tutto parla e tutto ascolta nella parte centrale di Jodram. 
Il mercato è già chiuso quando la carrozza vi transita attraverso, con le botteghe e i tendoni raccolti e sprangati in vista del mattino successivo di vendite e scambi. Il cocchiere svolta lungo un vicoletto secondario che ti conduce finalmente alla meta.
La piccola chiesetta è davvero di dimensioni modeste e senza nulla di particolare nella sua conformazione circolare. Eppure, il modesto pinnacolo che la sormonta, emana effettivamente un vivido alone di luce color rubino che tutto appare fuorché naturale. La luna ormai ha fatto scendere la notte su Jodram e niente potrebbe essere responsabile di quella luminescenza se non qualcosa che effettivamente sovverta le leggi fisiche fino ad oggi conosciute su Morian.
Scendi dalla carrozza e mostri il lasciapassare ai due cavalieri del Santo che sorvegliano la cappella, i quali ti fanno passare con un grugnito scortese. Nessuno tra i più zelanti fedeli della Chiesa gradisce le intromissioni degli accademici.
Dentro trovi ciò che ci si aspetterebbe in ogni chiesetta: panche di legno per i fedeli e un'altare con predella per l'officiante delle cerimonie. Infondo a tutto, una statua di San Julianus, il protettore dei morti e fratello di Zekharia, svetta nella sua mole incappucciata intenta a fare il segno del silenzio con l'indice della mandritta in pietra.
Sono tre le persone presenti all'interno della struttura e quello che davanti a te si para è chiaramente un litigio. 

"Abbiamo l'autorizzazione del Vescovo Rolaff, non c'è alcun cavillo legale a cui potete aggrapparvi per impedirci di esaminare questa struttura" Dice con tono tagliente e piccato una ragazza dai capelli biondo slavati, lisci e con un paio di occhiali rotondi sul naso. A dispetto dell'aria da prima della classe, è una ragazza per niente affatto sgradevole. Esile e mingherlina, il viso è talmente delicato che sembra fatto di nuvole. Tutto in lei sembra misurato e ingentilito per quanto negli occhi brilli una luce metallica di supponenza. Riconosci la ragazza: si tratta Ella, una studentessa di Archeologia e membro dell'Oculus. Una maga promettente e molto poco simpatica, anche se si è sempre dimostrata piuttosto gentile nei tuoi confronti. 
Il ragazzetto dalla pelle olivastra e il pizzetto corvino è Basilio Fernandez, uno studente di edilizia proveniente dalle Repubbliche Carmezziane con un accento molto marcato e un'inguaribile attitudine al divertimento più becero in taverne malfamate. A discapito di ciò è estremamente bravo nel suo studio di Storia dell'Arte, cosa che lo rende molto competente anche in fatto d'edilizia. Ha un buon potenziale pure come mago, pur tuttavia non essendo tra i più brillanti membri dell'Oculus.
Lui si gode lo spettacolo mentre una sacerdotessa giovane e secca come uno scheletro freme nelle sue lunghe vesti bianche recanti il teschio grigio di Julianus. I suoi occhietti da topo sono carichi di livore.
"Non mi importa! Non avete la licenza con voi. Senza non vi farò toccare nemmeno la polvere a terra, guai se ci provate!" Squittisce lei.
Sei arrivato in tempo con il tuo documento, a quanto pare, per salvare la situazione. 

 

@nanobud @Pippomaster92

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@Pippomaster92

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"Una bellezza triviale, bambolina" Risponde prontamente Ingrid mentre si tormenta una ciocca corvina in preda ad una chiarissima stizza causata dall'invidia. La smilza infatti non riesce a staccare gli occhi di dosso dalla moglie del visconte. 
"E' pure già ubriaca, povera creatura. Ancora non ha capito che il suo posto dovrebbe essere il bordello da dove viene? Non per essere cattiva, chiariamoci, ma è evidente che si senta a disagio in una simile situazione. Lo dico per il suo bene!"
Civetta con tono mieloso Elsa mentre continua ad ingozzarsi. Yulia invece, impassibile difronte all'entrata della donna, ridacchia velenosa in tutta risposta.
"Oh, per il suo bene? Elsa adorata, quando dirai qualcosa per il bene di qualcuno gli asini voleranno in cielo" 
"Perché, credi che già in un certo senso non lo facciano?" Rimbecca Elsa con una certa aggressività nel tono, alludendo all'attuale situazione in cui versa Jodram. La situazione che riguarda il mondo intero è argomento accantonato durante le cene, i ricevimenti e i colloqui tra nobili il più delle volte. Si cerca di fuggire da una realtà inevitabile: l'aristocrazia ha reagito così in questo tempo di rovina e fine, fingendo e chiudendo gli occhi. Percepisci una certa ostilità provenire dal gelido disappunto di Yulia
"Bé, adesso ... godiamoci la musica, suvvia" Cerca di rimediare la grassona, visibilmente intimorita dall'occhiata glaciale della tua protettrice. Yulia è molto più potente delle due donne che vi stanno facendo compagnia al tavolo e rispettarne il potere è d'obbligo se non si vogliono rischiare grossi guai. La baronessa sa essere molto crudele anche per ragioni di second'ordine. 
"René Saintcroix! Quanto lo adoro ... la sua musica è così dannatamente seducente ..." Mormora Ingrid, rapita dalle note del bel bardo solo per beccarsi una stoccata pungente da parte di Yulia. 
"Non farti troppe illusioni, mia cara"
"Cosa vorresti dire?"

"Avanti, è una cosa risaputa che Saintcroix sia in rapporti molto intimi con il Conte. Non cascarmi dalle nuvole, adorata" S'intromette Elsa tra un boccone e l'altro, lasciando una sospirante Ingrid in preda alle sue fantasie impossibili.
In quell'esatto istante noti Yulia fissare con ostilità una donna pochi posti distante da voi. Ha dei capelli ricci ed estremamente folti, un volto ovale che sembra fatto di cera e un lungo vestito verde smeraldo. "Hilde von Karstaff ... stalle lontano il più possibile. Quella è solo una cagna arrivista" ti sussurra Yulia. E' la prima volta che senti quel nome ...

@nanobud

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"Non posso darti torto" Ammette tuo fratello con una scrollata di spalle "Vorrei averla anche io la tua capacità di lasciarmi andare in simili occasioni. Ma a quanto pare il Santo ci ha benedetti con doni diversi, nevvero?" Sorride lui, riprendendo a mangiare.
C'è sempre un velo di mestizia e tristezza ad adombrargli il volto, qualcosa di pesante e greve che non lo abbandona nemmeno per un istante. Sai poco del suo lavoro, tuo fratello è un lucchetto chiuso anche per se stesso nonostante sia incapace di mascherare l'amarezza che lo consuma di anno in anno. Ultimamente il suo stato emotivo sembra peggiorato stando ai continui vuoti di memoria e al consumo eccessivo di alcool che hai scoperto per puro caso. E' facile pensare che sia per qualche motivo legato alla sua professione, probabilmente un caso particolarmente difficile o cose del genere. Qualunque cosa sia, è una pesantezza che di tanto in tanto torna a farsi avvertire. 
"Permaloso com'è sono sicura avrà da ridire in merito a questa serata" Puntualizza tua madre in relazione alla tua considerazione fatta sul cantore del Conte.
"Come se non fosse già abbastanza questa serata in sé a ridire di se stessa!" Il patriarca dei Dusl non manca di certo a questa nuova occasione per una delle sue scoccate ciniche e sarcastiche. Probabilmente non lo hai mai visto in differenti versioni di se stesso se non quella che lo vede intento ad insultare "creativamente" terzi o a fare umorismo nero e pesante su situazioni e dinamiche. Le tue sorelle hanno ripreso gran parte di quel carattere velenoso, mancando tuttavia della prudenza del padre, cosa che non le ha salvate dal finire in punizione. Le gaffe continue che compiono in presenza di altri nobili sono spesso gravi e in diverse situazioni tu e tuo fratello siete stati in procinto di scendere alle mani pur di frenare la rabbia offesa di qualche nobile punto dalle lingue di quelle monelle bizzose. Eppure è impossibile per te non volere loro bene.
"Il crollo di questa casata è inevitabile. L'unica pecca è che da tutto ciò è il visconte non ha nemmeno una figlia da sposare, Magnus. Sarebbe stata un'ottima cosa risollevare e assorbire i possedimenti degli Schrodimberg una volta decaduti attraverso un matrimonio di convenienza"
"Madre, come fai darli già per spacciati?"
Esclama tuo fratello
"Sono semplicemente realistica! E poi tu di cosa ti impicci? Hai già una promessa sposa! E pure ricca, per giunta"
"Ah, come tu abbia fatto, figliolo, a sedurre quella serpe della von Eltreij è un mistero. Ti è andata di fortuna però, è tanto potente quanto irrimediabilmente stronza" Borbotta tuo padre.
"Non essere cattivo con Yulia. E' una donna di tutto rispetto"

La musica di Saintcroix raggiunge vertici di virtuosismi altissimi, conduce gli astanti in mondi immaginifici e paradisiaci. Premiato e glorificato da quasi tutti i nobili di Jodram, è l'orgoglio del Conte. E' proprio quando la musica finisce che un urlo agghiacciante squarcia l'atmosfera.
All'urlo ne segue un secondo. Poi un terzo che sfocia in pianto. Dalla balconata superiore, quella dove i ciceroni di casa stanno banchettando, si affaccia in preda al terrore una domestica dal volto paonazzo.
"L'hanno ucciso! Hanno ucciso il Visconte!" 
Un caos di voci scoppia nella sala ...

 

@Pentolino

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Sei come un felino nero nella notte che si aggira impugnando l'arma più letale di tutte: la Fede. Zelante e obbediente, lasci il mastodontico edificio della Cattedrale alle tue spalle. E' una costruzione impressionante, inumana ... e probabilmente lo è davvero come vogliono le leggende. Guglie nere, pinnacoli di pietra oscura e statue minacciose sono solo una parte della sua possanza titanica, sviluppata su terrazzate, ponti sospesi sul vuoto e cupole labirintiche. La Cattedrale è una città dentro la città, la cui scalinata gigantesca da dove si esce e si accede è quasi un collegamento tra la sua santità e la profanità materiale del resto della città.
Ti tuffi dentro Jodram, svicolando tra le magioni dei nobili e gli edifici dei borghesi fino ad arrivare al mercato ormai chiuso. La notte è calata eppure continua ad esserci vita in quella zona di città, consumata tra locande e locali in un vortice di dinamismo che un inquisitore non può far altro che guardare con sospetto se non addirittura con sdegno. 
Il peccato puzza come le ciminiere delle fabbriche cittadine. Puzza come i profumi che fuoriescono dalle botteghe per dame d'alto ceto. Puzza come gli effluvi alcolici delle locande. Qualche mendicante di guarda e prega la carità della Chiesa. E' gente povera, accattoni senza più nulla se non la speranza che nella vita oltre la morte il Santo possa accoglierli nella sua grazia. La città si snoda attorno a te tra tetti appuntiti ed edifici cupi che si schiacciano da soli, si affastellano e paiono voler soffocare chiunque vi passi sotto.
Infine arrivi.
La chiesetta è piccola, circolare e in pietra con un pinnacolo aguzzo dal quale promana una luminescenza cremisi del tutto singolare. Miracolo o sacrilegio? Opera del santo o dell'inferno?
I due cavalieri della Chiesa che fanno da guardia alla piccola cappella ti riconoscono subito e ti fanno cenno di avvicinarti.
"In bocca al lupo dentro: L'Università ha già mandato tre dei suoi ficcanaso cagacazzo. Dovrebbero pensare a pregare anziché stare su libri ammuffiti e pericolosi" Ti fa quello alla tua sinistra.
Dall'interno senti dei toni concitati ... un litigio, a quanto pare, è in corso. 

 

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Hans Landa

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Mi congedo dall alto prelato consapevole dell importanza dell incarico che mi e' stato affidato e delle responsabilita' che con esso mi sono fatto carico. Esco in strada in preda ad una strana eccitazione, quel fremito che mi pervade da capo a piedi ogni volta che la natura del cacciatore prende il sopravvento.

Percorro rapidamente le scale che portano verso il centro citta', dietro di me, l ombra maestosa della cattedrale proietta il suo peso sulle mie spalle ricordandomi quanto piccoli ed insignificanti siamo dinnanzi alla grandezza del Santo, davanti a me, un dedalo di vie e stradine tempestate di postriboli e taverne che infettano la mia amata citta' cosi come i bubboni sul corpo di un appestato. Cammino circondato da un orgia di suoni ed odori che nulla hanno a che fare con la santita' dle luogo che ho appena lasciato, ricettacoli di perversione e peccato che una volta di piu' mi ricordano dell importanza della mia funzione per il recupero spirituale della citta' di Jodram.

Giungo finalmente davanti all entrata della chiesa, immediatamente scorgo lo strano fenomeno di cui mi parlava sua Eccelenza, resto alcuni istanti con lo sguardo fisso sul pinnacolo della chiesetta fin quando la mia attenzione non viene richiamata dai due cavalieri di guardi all ingresso.

"Che la luce del Santo vi accompagni"

saluto i due

"Nessuno manchera' di rispetto a questo  luogo sacro in mia presenza"

Concludo gelido prima di entrare

 

 

 

Modificato da Pentolino
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Magnus Arderne Dusl

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Aggrotto subito le sopracciglia in un espressione turbata, mentre intorno iniziano a sentirsi le prime esclamazioni di orrore e le prime domande sul delitto di questa sera.

Questo, signori miei, dovrebbe concludere i festeggiamenti. Uhm.

Non mi aspettavo che succedesse così presto.

Mi ero vestito di tutto punto...

Rimango un po' con la testa leggermente china in avanti e gli occhi socchiusi, guardandomi intorno e seguendo in particolare la reazione di Hector. Lui è a capo della polizia, immagino si darà da fare. Voglio dargli il mio aiuto. Deve accettarlo.

Lo guardo dritto negli occhi. Sono pronto ad alzarmi subito, e non sentirò ragioni. Sono così pronto che se qualcuno dei nostri vicini di tavolo dovesse cominciare ad aggrapparsi nevroticamente o meno a lui, li farò stare calmi con la forza delle buone maniere unite a un carattere inflessibile. Potrei fare un'eccezione per Yulia, ma spero di non doverla fare.

 

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Berenika Venuše Starhemberg

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Mi godo l'occhiataccia di Yulia nei confronti di Elsa: so bene quanto possa essere terribile la mia dama quando si arrabbia. Ritengo questo suo aspetto una delle sfaccettature più interessanti del suo carattere. Di certo una delle più divertenti, perché mi permette di assistere a scene come questa. Ed è anche una sua debolezza che prima o poi potrò sfruttare a mio vantaggio: chi come lei si incattivisce per un nonnulla non ha autocontrollo ed è destinato a rovinarsi con le sue stesse mani.
Ovviamente le mie sono tutte considerazioni oziose. Per ora sono ancora la sua dama di compagnia e null'altro. 

Mi appresto a sbocconcellare un po' di cibo. Davvero poco, non vorrei certo riempirmi ad una cena. La sensazione di sazietà è così volgare! Quando la mia attenzione viene rivolta verso questa von Karstaff. I pettegolezzi sul bardo e per la sua relazione con il Conte sono piuttosto noiosi per me. Non trovo nulla di male in un po' di decadenza vecchio stile, e il Conte è decisamente una delle poche persone che può permettersi di fare ciò che vuole. Invece, questa Hilde...chi è? Come mai non la conosco, non l'ho mai sentita nominare?

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Dal cognome posso evincere che sia straniera?


Sto per fare una domanda ingenua, una di quelle che uso per aprire un discorso del quale sarò solo spettatrice, quando la musica termina e cominciano le grida. La domestica annuncia la morte del suo signore, del padrone di casa.
Rapidamente mi devo portare una mano alla bocca, gesto tipico di pudico terrore...ma in realtà la mano serve a mascherare un sorriso che mi sta spuntando a tradimento.
Ecco di nuovo questa sensazione... La vita di corte è davvero così noiosa, che serve un omicidio ad esaltare il mio spirito? Oh, se solo qualcuno indovinasse che cosa provo in questo momento...avverto una sensazione di calore al petto, poi più giù nel basso ventre. Un'eccitazione che provo ben di rado, che mi spinge a usare la mano libera per stringere quella di Yulia, al mio fianco. Un gesto che può essere facilmente frainteso per la volontà di cercare sicurezza e protezione...

 

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Sherydan 

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Ceno tranquillo senza rumore con voglia di riflettere su ciò che devo fare prima di allontanarmi sulla carrozza, come molti altri non mi interesso della citta e del ceto medio troppo concentrato sui libri da esaminare per avere più informazioni possibili su quella che sarà la mia missione. 

Giunto sul posto mi metto cortese ad esibire il foglietto ai cavalieri prima di fare un leggero inchino con riverenza esagerata. Buongiorno messeri, giornata felice no? Questi grugni però rovinano il tutto, su avete la possibilità di pregare illuminati da una luce rossa. Non avessi fretta farei un dibattito con voi per la discussione sulla conoscenza e se questa debba essere posta a tutti o conservata come dono del divino, ma come detto ho fretta. Procedo rapido e sentendo la discussione mi lancio di corsa a lato della donna per buttarmi a terra con goffa maestria in quello che sembra un tuffo mal calcolato. Con le dita tocco la terra e presa un po' la annuso e lecco. Dove sono i guai? Perchè la terra l'ho toccata ed ha un sapore così...terroso subito mi rialzo esponendo il permesso mentre mi faccio una serena risata

 

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Stefan Starek

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Continuo a vedere nella mia mente immagini impossibili, mentre la realtà attorno a me si piega urlando e sussultando: visualizzo i volti della famiglia di Aldur, come se li conoscessi, incidendo lineamenti ignoti nella creta dei miei pensieri, quali bassorilievi improbabili modellati dalla follia. Le descrizioni fatte ripetutamente dal mio compagno d'armi assumono autonomia esistenziale e riesco, fugacemente, a riconoscere le loro fattezze, prima che il loro aspetto muti completamente e sfumi in quello, ormai pallido e divorato dai vermi, del miei genitori e dei miei fratelli. 

Fortunatamente, non ho più vomito da rimettere, laddove le lacrime... beh, quelle sono ormai esaurite da anni. 

Annaspo alla cieca con la mano, dietro di me, in cerca delle profonde venature nella quercia della sacra Madre, unico conforto e rifugio in questa sequenza incessante di oscenità e profanazione; la vista si annebbia, incerta, quasi a volermi impedire di contemplare coi sensi questo martellante anelito di perversione. 

Trovo un istintivo, disperato rifugio nella rabbia, il mio addestramento offuscato nella notte della ragione; il tempo, che pareva quasi cristallizzato nella scansione rallentata dei battiti sussultanti nel mio petto, esplode improvvisamente in avanti, spingendo il mio corpo con esso, ad un ritmo di simile intensità. 

Mi ritrovo di fronte alla blasfemia non morta, catapultato nell'occhio del ciclone caotico, Matka eretta ad icona e baluardo di fronte a me. La lama benedetta si frappone alle fauci del mostro gorgogliante, mentre sento una sorta di ululato liberatorio farsi largo nella mia gola. È un grido animalesco di sfida, tutto il mio essere fluidamente confuso con l'istinto naturale dell'animale messo alle strette. 

Non più uomo, sputo ogni oncia di furia addosso all'abominio, una catarsi vendicativa per una esistenza devastata e profanata fin nell'intimo. 

@Ragnarok28

Spoiler

Estrazione e movimento per portarsi a contatto con l'essere. 

Parata  (se necessaria): 11 (https://rolz.org/dr?room=Stefan Starek (Life is but a Walking Shadow))

 

 

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