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I figli della foresta


Drauen

Messaggio consigliato

Cominci la tua vera fuga, zizagando tra la vegetazione.
Ogni tanto dai un'occhiata dietro, ma non vedi nessuno con chiarezza.
Senti però i rami spostarsi, senti la corsa.
Anche se non li vedi, valuti che siano in due e che stiano cercando di chiuderti ai tuoi due lati.
Non arrivano freccie ancora, ma l'andatura in cerca di copertura è un'ottima mossa.

A un certo punto cadi.
Per la fuga, nell'attimo in cui ti sei voltato indietro, non ti sei accorto del cambiamento improvviso di pendenza del terreno.
E' un pendio scosceso, quasi verticale.

All'inizio scivoli, un letto di foglie ti fa da letto del tuo scorrere.
Poi il terreno manca improvvisamente e vieni sbalzato, non sai come, sulla chioma di un albero sottostante.
Riesci a mantenerti aggrappato e guardi la situazione.

Sotto, a breve distanza, c'è un ruscello tortuoso e dall'altra parte il terreno risale.
Dall'alto ti accorgi che arriva uno degli inseguitori.
Si ferma sotto l'albero, come a cercare le tue tracce.
Per ora è fermo e sta valutando dove potresti essere finito.

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Mi meraviglio di come sia abile a correre tra la vegetazione - "magari anch'io legato in qualche modo con i mercanti di pellicce? Fossi stato io il cacciatore? spiegherebbe l'agilità tra la vegetazione" - ecco che quando tutto sembra andare per il meglio, improvvisamente scivolo e dopo tanto trambusto mi ritrovo non so come appeso alla chioma di un albero.

L'unica cosa che so, è che per qualche motivo la mia mano destra è riuscita a tenere ferrea sull'elsa della spada, mentre la sinistra si aggrappava a qualsiasi cosa potesse incontrare. 

"Eccolo lì. È un miracolo che non mi abbia visto, anche se è decisamente abile nel muoversi a casa sua. Ma sono sicuro di averne sentiti almeno due inseguirmi...maledetti"

Roteo quindi leggermente il capo nelle due direzioni laterali, aguzzando anche le orecchie, nella speranza di localizzare anche gli altri. 

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L'elfo sotto di te continua a cercare attorno.
Prova ad andare fino al ruscello, poi torna indietro, sempre in cerca di tracce.
Guada il ruscello, ma non trova quello che cerca.

Dopo un minuto ne arriva un altro.
Senti che parlano nella loro lingua, non li capisci.
Fanno cenno al ruscello e indicano alcuni punti.

Poi si dividono.
Uno prosegue lungo la riva seguendo la corrente, l'altro verso la sorgente.

Sei rimasto solo ora e non pare ce ne siano altri.

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"L'esitazione ha dato i suoi frutti. Non sarei sicuramente in grado di affrontare uno di loro così come sono conciato, figuriamoci due." 

Lentamente mi calo dall'albero, prestando attenzione ai movimenti. Una volta a contatto con il terreno rimango un attimo fermo, per valutare la situazione.
"Se sono arrivati a me, sicuramente avranno trovato ed ucciso anche tutti gli altri. Povera gente..." - penso, facendo un respiro profondo. 

Mi incammino quindi con passo felpato nell'unica direzione non intrapresa da loro, nella speranza che il fiume possa essere qualche forma di "confine" con un'altra terra. Le mie gambe tornano a rinvigorirsi e i miei movimenti sono agili. Durante la mia marcia osservo il cielo tra le chiome, cercando di capire in che frangente della giornata mi trovo al momento. 

 

 

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Decidi di oltrepassare il ruscello e di procedere.
Ti incammini di nuovo in salita, ma la fatica è breve.
Dopo qualche centinaio di metri raggiungi la vetta di una collina, e seppur la vista è coperta dalla vegetazione, riesci a vedere a valle una città.
A quanto pare dovrai camminare un altro bel po', superare un fiume ampio e così ti ritroveresti tra la civiltà.

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"Bene, quel fiume laggiù dovrebbe essere la linea di confine tra questa terra ed il resto. Sempre meglio che rimanere qui un secondo di più."

Prendendo in considerazione fattori come il sole ed il terreno, mi incammino facendo in modo di non perdere la rotta. Ogni secondo che passa fa crescere in me il desiderio di avere delle risposte e di sapere chi fossi prima di essere catturato.

"Magari qualcuno sarà anche in pensiero non vedendomi tornare..."

 

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Passa il tempo, ma riesci a raggiungere la città.
Approssimativamente è pomeriggio e la fame ti coglie all'improvviso..
Un grande ponte è proprio l'ingresso alla città attraverso il fiume.
Oltre scorgi un muro di cinta a protezione.
Vedi anche un piccolo porto fluviale da cui si intravedono barche per la pesca.
L'ingresso alla cittadina è presidiato da delle guardie, ma non badano minimamente a te e ti lasciano passare senza dir nulla.
La città non è grandissima, ma si possono scorgere ugualmente edifici dalle varie funzioni.

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"Finalmente...! Chissà se qualcun'altro è scampato a quell'incubo e si è rifugiato qui in città." - sussurro a me stesso. Per qualche ragione non riesco a togliermi dalla testa le facce di chi è dovuto, per forza maggiore, rimanere intrappolato in quelle gabbie. 

"In ogni caso, dato il susseguirsi di eventi sono più che sicuro che qualcuno da lassù sta vegliando su di me." 

La sola vista delle mura della città mi offrono come un caldo abbraccio. Una distanza quasi più che necessaria da tenere al momento con ciò che mi sono fortunatamente lasciato alle spalle. Mi rilasso non appena varco il cancello, quasi come fossi a casa, circondato da amici. 
La fame però chiama, e non può attendere. Mi passa come un fulmine l'idea di tornare in foresta e di cacciare qualcosa da mangiare, ma il solo pensiero di uscire dal perimetro di questa cittadina, ora come ora, mi terrorizza. 
"Non so come diavolo sono finito in quella situazione, e ciò di cui ho bisogno ora è un po' di stabilità ed un pasto caldo." 

Pensato ciò, mi avvicino ad una delle guardie dell'entrata principale e con un po' di vergogna chiedo: 

"Buonasera, potreste indirizzarmi verso la più vicina mensa dei poveri, per favore?" - Non appena pronuncio le ultime parole mi guardo da solo, come a far notare alla guardia che il mio status attuale non è poi neanche colpa mia. 

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La guardia si gira e ti squadra dalla testa ai piedi.
Dà segno di un evidente disgusto.

"Mensa dei poveri?
Ti conviene chiedere nel quartiere degli dei.
Lì ci son templi che offrono del cibo ai disagiati, laggiù, oltre quelle case.

Ma sta attento!
Non dare fastidio a nessuno e soprattutto non rubare.
Qui tagliamo le mani ai ladri."

Poi si volta e continua a chiacchierare col compagno non badandoti più.

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"La sua reazione era aspettata. D'altronde come dargli torto?" 

Inizio a dirigermi verso il quartiere degli dei, nella speranza che ci sia qualcosa di adatto. 

"E poi, meglio passare per un poveretto, invece di dare troppo nell'occhio. Piano piano poi vedrò come rimettermi in gioco."

Durante il tragitto mi guardo attorno, quasi come a sforzarmi per ricordare qualcosa: una casa, un viso o anche solo un profumo. La speranza di essere vicino a quella che chiamavo casa, (perché alla fine tutti ne hanno una, no?), è alienante. 
"O forse sono stagli gli elfi a prelevarmi da casa mia? Dalla mia foresta..?" - I pensieri dilagano, troppe, tante idee ma nessuna risposta; e ciò mi abbatte.

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Ti dirigi verso il quartiere dei templi.
Sbucando da una stretta via, ti ritrovi in una piccola piazzetta, con un pozzo in mezzo.
Su questa, si affacciano tre templi: a sinistra di Waukeen, a destra di Silvanus, di fronte il più grande, di Lathander.
Nonostante la perdita di memoria riconosci isimboli e sai i nomi.
Sei attirato da quello di Silvanus, come se ti ricordasse un'emozione già provata.
Di fronte quello di Lathander invece, c'è una fiArkenla di poveri a cui stanno distribuendo un po' di cibo, pane e zuppa.

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All'arrivo in piazza il mio cuore placa la sua agitata corsa. La vista dei templi mi rilassa dentro, come un senso di pace e confort. 

Alla vista del tempio di Silvanus mi avvicino lentamente e, rimanendo all'esterno, ne osservo la struttura e le caratteristiche - "Questo luogo mi attira, come se ci fosse qualcuno a chiamarmi. E se fossi stato tu in persona a guardarmi dall'alto durante la mia fuga?" 
Dopo aver ponderato, cammino in direzione del tempio di Lathander per approfittare dei pasti distribuiti ai poveri, e con aria oramai rilassata mi metto in coda.

"Una volta finito di mangiare farò visita al Tempio." - sussurro tra me e me.

Nonostante tutto tengo sempre una mano sull'elsa della spada, conscio del fatto che i poveri possono tendere al furto di beni. 

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Ti metti in fila guardandoti attorno per non essere derubato.
Non ti pare però che i tuoi vicini abbiano brutte intenzioni contro di te per cui ti rilassi.

Mangi il tuo rancio e ti ristori un po'.
Nel mentre pensi al tempio che vorrai visitare e lo guardi dai gradini su cui sei seduto.

Quslcuno vi esce, qualcuno vi entra, una di quest'ultime guarda nella tua direzione, ma non sembra dare troopa attenzione alla scena.
Hai però l'impressione che ti abbia guardato direttamente.

Spoiler

Non ricordo più, hai scelto il nome del tuo pg?
se lo ricorda?

 

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"Bene, è da qui che ricomincia il mio viaggio. È una scoperta a me stesso, a chi sono e a chi sarò, ed inizia ora"

Con fare calmo riporto il piatto vuoto indietro al bancone dove servono i pasti e ringrazio con un sincero sorriso. La mia attenzione viene però catturata di nuovo dalla facciata del tempio, il quale osservo mentre lentamente mi avvicino: osservo la parte superiore della struttura, e lentamente scendo verso i lati, le finestrate ed il portone d'ingresso. Cerco di notare ogni dettaglio e più lo guardo più non riesco a staccargli gli occhi di dosso. 

"E poi quella figura che mi guardava... potrebbe essere un mio vecchio conoscente. Può essere un inizio....DEVE essere un inizio!"

Il mio passo si fa più veloce, gli occhi ora incollati sul portone, mia destinazione. 

Una volta raggiunto, varco l'entrata del tempio. 

 

Spoiler

Se per te è ok facciamo che se lo sia scordato.
Inizialmente avevo messo "Kaal", ma mi piace l'idea di essermi scordato qualsiasi cosa e che magari il suo futuro nome non sarà neanche il suo originale :) 

Se hai obbiezioni posso tranquillamente assegnarlo senza problemi. 

 

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Vrchi la soglia del tempio ed entri senza che nessuno ti fermi.

La visione è inaspettata.
L'edificio in legno circolare si sviluppa intorno a una quercia maestosa.
In varie nicchie sulle pareti esterne ci son tipo dei santuari minori.
Il pavimento è di terra battuta.

Non sono presenti tante persone.
Ti accorgi di una che dorme tranquilla a terra non troppo lontana dall'entrata.
Uno sta guardando le foglie della quercia, in piedi su un ramo in alto.
Intravedi quello ceh ti aveva osservato. E' davanti uno dei minisantuari, seduto a terra a guardare delle freccie.

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Un caldo abbraccio mi avvolge, come paterno. Subito mi avvicino alla quercia e mi inginocchio sedendomi sui talloni, posando la spada al mio fianco; le mie mani toccano entrambe la terra, come ad accarezzarla.
Passo alcuni secondi in contatto con il terreno, come a scaricare tutta la tensione accumulata sin dal mio funesto risveglio. 

Successivamente mi rialzo e camminando lungo il perimetro della struttura osservo uno ad uno quei piccoli santuari, fino ad arrivare il soggetto che ora siede di fronte alle frecce. Mi siedo al suo fianco, lo osservo per captarne i particolari fisici mentre mostro un umile sorriso.

Non dico nulla, come se dovesse essere lui/lei al mio fianco, ad avere la prima parola. 

Torno poi ad osservare il santuario.

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Tocchi il terreno vicino la quercia.
Seppur sai ce le tue ferite non si rimarginano, senti una strana sensazione di pace pervaderti.
Sei ora ferito, ma colmo di energie, senza stanchezza.

Fai il giro dei santuari intorno alla quercia.
In ognuno vi è un piedistallo con una statuetta.
Quando ti fermi davanti al tizio con le freccie, vedi una statuetta di un unicorno.
Percepisci qualcosa, come un ricordo, ma fatto di emozioni.
Un abbraccio materno e il calore della famiglia.

Ti siedi a fianco all'uomo.

"Che cosa ci fai qui?
Non te ne eri andato?"

Il tono è aspro e dispregiativo.
Continua intanto a badare ai suoi affari.
Senti una grande forza in questa persona.

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"Mi conosce..."

"Mi perdoni, ma credo che le cose si siano complicate più del dovuto e che la situazione sia sfuggita di mano. Chiedo solo di poter parlare con lei in privato per chiarire il tutto." - mentre parlo gesticolo con le mani in maniera lenta e calma, come a far trasudare le mie buone intenzioni. 

 

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"Evidentemente non mi sono lasciato in buoni rapporti con questa persona..." - penso tra me e me. 

Successivamente la sua risposta, i miei toni diventano molto più informali e colloquiali:

"Ho bisogno che tu mi descriva la relazione che c'è tra me e te. Ed infine come definiresti me come persona." 

"Sono completamente conscio del fatto che mi sto esponendo a possibili raggiri, ma non vorrei essere io il primo a raggirare qualcun'altro con possibili menzogne. Ho solo bisogno di capire chi ho davanti e se può essermi d'aiuto"

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