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I figli della foresta


Drauen

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"Dovrò fare il callo a queste situazioni. Probabilmente assisterò a molto peggio". - parlando tra me e me.

Mi metto subito in moto per trovare una via alternativa e anche un po' per paranoia comincio a guardarmi attorno per evitare eventuali pedinamenti 
"D'altronde sono stato visto ed ero nel loro territorio. Non vorrei diventare il loro pasto".

"A proposito di cibo" - avvertendo una certa fame mi guardo attorno, prendendomi un minuto di pausa per valutare la distanza percorsa dal bivio. Successivamente inizio a perlustrare il lato del fiume dove mi trovo attualmente, per far si che nelle vicinanze non siano presenti delle pattuglie elfiche o creature pericolose. 

Una volta sondata un'area con un raggio di circa 50m e resa sicura, mi avvicino alla riva del fiume ed inizio a controllare il terreno a ridosso con l'acqua, alla ricerca di impronte fresche possibilmente di piccoli animali da cacciare per cibarmene successivamente.

"Se rimarrò abbastanza silenzioso dovrei evitare di attirare l'attenzione altrui" - imbraccio dunque l'arco ed inizio la ricerca.

Spoiler

Perdonami se non becco i colori giusti, il daltonismo è micidiale.

 

Sopravvivenza +6, nel caso serva.

 

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Ti pare di non scorgere niente che significhi presenza di qualcuno.
Elfi o mutaforma che siano.
Vicino al fiume trovi tracce di qualcosa, un gruppo di cinghiali probabilmente venuti al fiume per abbeverarsi.
Segui la pista e non fai fatica a ritrovarli.
Son vicini e pare non averti sentito.

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Il mio sguardo è fisso sulle prede, che a primo avviso sono più di quante sperassi. 
Nel mio attimo di esitazione una freccia si inchioda su di un tronco adiacente facendo scappare il gruppo.

"Ma che diavolo...?!" - non badando alle prede in fuga, rimango nascosto tra la vegetazione e lentamente estraggo arco e freccia.

I miei occhi scandagliano la zona attorno alla ricerca dell'autore del gesto, nella speranza che il caos di prima non si ripresenti 
"Che qualcuno abbia volontariamente fatto fuggire i cinghiali?" - "È anche probabile che gli abitanti di questa zona mi abbiano trovato per primi."

Rimango quindi immobile. 

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Rimani quindi immobile nella vegetazione e tenti di osservarti intorno.
All'inizio non vedi niente di diverso.
Pian piano che i secondi passano vedi una figura vestita di verde tra la vegetazione.
E' un elfo e ti sta puntando anche lui una freccia contro di te.
E' però immobile e non sembra volerla scoccare.

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Il mio corpo immobile si confonde tra la vegetazione, il mio sguardo taglia come una lama tutto ciò che mi circonda, alla ricerca di qualcuno.
Non vedo nulla.

Dopo qualche attimo di esitazione però, scorgo tra la vegetazione una figura nativa del posto intenta a minacciarmi con l'arco puntato, anche lui esita.
"Beh, credo sia arrivato il momento di provare a ragionare con loro"

Lentamente mi alzo fissandolo dritto negli occhi, mentre ripongo la freccia nella mia mano destra all'interno della sua faretra, ed il mio fidato arco non appena dietro la schiena. 
Lo guardo ancora, il cuore batte.

Porto entrambe le mani larghe ad altezza spalle, come a mostrare la mia innocenza
"Non è necessaria la violenza e voglio solo parlare. Capisci la mia lingua?"

"Non mi sorprenderei se ce ne fossero almeno una decina a puntarmi con l'arco ora"

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L'elfo che ti sta puntando la freccia rimane immobile.
E' un'altra la voce che senti rispondere e ti è molto più vicina di quanto pensassi.

"Hai fatto la scelta giusta" mormora un elfo a due metri da te.

"Di cosa vorresti parlare? Stai per entrare in territorio elfico, e non è permesso ai non elfi."

La voce è sicura di sè, ma non minacciosa.
E' ferma e precisa, ma musicale.

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Abbasso la testa e chiudo gli occhi, come a dovermi concentrare per capire le parole di quell'elfo, che con mio stupore non è minaccioso.

"Beh, è già tanto che non mi abbiano attaccato a vista."

Mi giro in direzione della voce ed osservo il mio interlocutore, cercando di carpire dettagli relativi al suo grado militare. 

"Apprezzo la vostra propensione al dialogo e mi scuso per la prudenza, ma i muta-forma non sembrano così disponibili come lo siete voi."

faccio un profondo respiro per svuotare i polmoni oramai pieni d'impazienza, e riempirli di buoni propositi, per poi continuare
"Sono a conoscenza di come regolate i vostri territori, ed è per questo che faccio affidamento alla vostra clemenza. 
Mi trovo alla ricerca di una persona che secondo le mie informazioni sta attraversando questo territorio. Ciò che chiedo quindi è un semplice lascia passare per le vostre terre, consapevole di non rappresentare una minaccia per il vostro popolo."

Le parole sono scandite con tranquillità ed il viso è rilassato, come chi sa di non aver nulla da nascondere.

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L'elfo di fronte a te non ha simboli riconducibili a gradi militari.
Da come si pone però, riesci a capire che probabilmente è lui a comandare qui.

La sua espressione sembra accigliarsi quando nomini i mutaforma, ma continua ad ascoltarti.
Poi risponde, anche lui con tranquillità e calma, senza intimidazioni.

"Non posso darti nessun lasciapassare.
Questo è territorio elfico, e non lasciamo agli stranieri di avventurarsi all'interno.
Ti assicuro quindi, che se stai cercando un tuo amico, di sicuro non sta attraversando il territorio.
Come è fatto? Come si chiama? Se l'abbiamo intercettato noi, di sicuro me ne ricorderei.."

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"Capisco..." - lasciando scorrere qualche lunghissimo secondo

"Tuttavia sono arrivato a voi grazie all'aiuto di Reylan, un sacerdote di Mielikki. La guida della Regina della foresta ha salvato la mia vita numerose volte, ed il suo sacerdote è pratico di questa foresta, lo conoscerete sicuramente".

La fine della frase è accompagnata da diversi flash.
Porto ora una mano alla testa, dove pochi giorni prima ebbi una grave ferita. Poco prima di riprendere a parlare i miei occhi si focalizzano sui visi delle sentinelle, analizzandoli:

"Chissà se alcuni di loro facevano parte della carovana che subì l'imboscata giorni addietro".

"In ogni caso non so molto sulla persona che sto cercando, si tratta di un elfo e quindi non avrebbe problemi a passare attraverso il vostro territorio. Sono sicuro che con il vostro permesso e con la benedizione della Regina della foresta, non tarderò a far luce sulla cosa".

 

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L'elfo ti ascolta molto attentamente.
Non vuole mostrare emozioni, ma capisci che gli hai dato sufficienti elementi da incuriosirlo.

"Mi dispiace, non posso comunque darti libero accesso al nostro territorio.
Se ti lasci però coprire la testa in modo da non vedere, ti possiamo condurre nel nostro insediamento.
Lì potresti trovare indizi su chi cerchi.
E se la tua storia è vera, ti farò affiancare da qualcuno, in modo da non venire attaccato a vista.
Potrai avere una certa dose di libertà, anche se dovrai stare comunque attento a come ti comporterai.
Ti va bene?"

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Alla proposta dell'elfo la mia reazione è repentina e automatica. 
Mi giro tutt'attorno come per evitare di venir colpito alle spalle e le mani a mezzo busto pronte a deviare un colpo. 

La tranquillità della situazione attorno a me è la prova della sincerità nelle parole dell'elfo. 
"Di certo se avessero voluto catturarmi di nuovo l'avrebbero già fatto da diverso tempo..."

"Ehm...certo, certamente." - tornando a guardare il comandante - "Prego, procedete pure."

"Non ho altra scelta che accettare la situazione per come si presenta..."

Lentamente quindi abbasso le braccia e lascio il mio sguardo fisso sul volto del comandante prima di venir incappucciato. 

 

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Un elfo si avvicina e porge un sacco al loro capo.
Questo te lo mette intorno alla testa, in modo da non poter vedere di più dei piedi.
Poi comincia a legarti la cima di una corda a un polso.

"Non ti preoccupare, non ti stiamo imprigionando.
Ti legherò a me, così riuscirai a intuire meglio la nostra direzione e non inciamperai."

Passano così due giorni, nei quali la marcia è abbastanza difficoltosa e non capisci dove siete passati.
Di sicuro non sei più nei pressi del fiume, il rumore si è allontanato.
Durante le pause e la notte ti tolgono il sacco e la corda e riesci a ristorare i muscoli e lo spirito.

Sul finire del secondo giorno ti viene tolto il cappuccio.

"Eccoci arrivati."

Davanti a te si erge una città meravigliosa.
Le strutture son tutte aeree, abbarbicate su tronchi, rami e fronde di alberi altissimi, tra cui anche sequoie.
Vedi che in alto la vita scorre, mentre qualcuno si mette a guardarti dall'alto.
Non ti ricordi nulla, ma ti pare di aver già visto una città del genere.

"Ora mi allontanerò pochi minuti per fare un report al mio superiore.
Ti lascio qui con le mie guardie, ti verrò a prendere tra poco."

Detto questo si allontana senza aspettare tua risposta e come promesso ritorna dopo poco.

"Pronto a entrare in città?
Ti chiedo il rispetto della nostra gente, della natura in cui verrai accolto e delle nostre usanze."

Spoiler

Prima che continui, vuoi dire  o fare qualcosa?

PS
se avevi ancora qualche ferita (non ricordo), le guarisci tutte.

 

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Le parole rassicuratrici dell'elfo mi confortano, anche se istintivamente i miei muscoli sono pronti a dimenarsi se necessario.
Le sue promesse poi si rivelano vere e mi lascio guidare per quei due giorni di cammino. 

"Di certo camminare in queste condizioni non facilita la marcia, ma evidentemente non hanno fretta in casa loro".

L'arrivo alla città è estasiante, rimango sbalordito dall'immensità delle piattaforme e dalle abilità ingegneristiche dimostrate. 
"Tuttavia..." - penso - "ho come la sensazione di aver già visto una cosa del genere. Magari ho girato il mondo più di quanto io stesso ricordi, oppure sono stato ricondotto qui per la seconda volta e per uno specifico obbiettivo, da mani divine."

Il lungo monologo interiore aveva fatto si che non sentissi neanche la prima frase detta dall'elfo, ed ero rimasto tutto il tempo a cercar qualche dettaglio che potesse far ritornare in mente un disegno più chiaro, una situazione già presente nella mia vita.
Cerco quindi di ricordare mentre scandaglio con la vista la zona attorno a me con minuziosa cura
"Un piccolo dettaglio, una piattaforma, o un viso...sì. Dovrei avere la possibilità di essere riconosciuto da chi magari cerco, piuttosto che cercare un viso lontanamente familiare tra troppi simili." 

Il mio pensare viene poi interrotto dal ritorno del comandante che mi propone di muoverci
"Sì....certamente. Mi adatterò alla situazione, capitano. Possiamo incamminarci"

Curioso come in base alle situazioni e a differenza di giorni, una civiltà possa passare dal prima picchiarti a sangue e sbatterti in gabbia, all'accoglierti dentro le loro case quasi dimenticando ciò che loro stessi han combinato. 
"Ed è meglio per me se questa storia non venga fuori."
"Inoltre, sarà stato l'aver nominato Rey a garantirmi il lasciapassare? È qualcosa che sono sicuro verrà a galla molto presto."

Spoiler

Non ho particolari pretese o direzioni per il momento, sto cercando di immagazzinare più informazioni possibili prima di prendere qualche decisione particolare

Scheda corretta e punti ferita modificati, Grazie!

 

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Mentre ti guardi attorno estasiato e alla ricerca di un particolare, noti un volto.
E ' una guardia, senza espressione di sorta.
Appena incrociate lo sguardo per un secondo si volta e se ne va.
Non con volontà di nascondersi, ma come se avesse già visto quel che voleva vedere.

Un flashback ti torna in mente.
L'elfo che hai visto è colui che ti ha torturato non molto tempo fa, lasciandoti quelle terribili ferite che avevi quando ti sei risvegliato nel carro.

A interrompere i tuoi pensieri è il ritorno di chi ti ha portato in città.

"Vieni con me, uno dei nostri druidi più anziani pare voglia parlare con te."

Lo segui e ti fa passare attraverso delle radure fino ad arrivare a un gruppo di betulle antiche.
Un elfo dalle vesti povere e dai lunghi capelli dorati ti accoglie.
Capisci che pure lui è molto anziano.

"Benvenuto tra gli elfi.
Il tuo è un privilegio che non si dà a molti.
Il mio nome è Syrth Eledil.
Posso invitarti a mangiare qualcosa con noi in modo da conversare un po'?"

Senza attendere risposta si muove vicino a dei massi, dove vi son altri due druidi.
Ti porge un piatto di legno mettendovi delle verdure cotte da un piatto comune.
Poi si serve anche lui e si siede per terra mettendosi a mangiare.

"Allora!
Ho sentito alcune voci su di te.
Cerchi un elfo e conosci Rey.
Raccontami qualcosa di te."

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Gli eventi si succedono attorno a me, quasi non curante di essi continuo ad osservare i visi e le persone che mi circondano, con il fine di riaffiorare delle immagini cariche di speranza a questo debole cervello. 

Le parole "druidi più anziani" mi risvegliano da quella sorta di sogno desto ove il mio spirito si trovava, con un corpo guidato da gambe oramai con una consapevolezza propria. 
Certamente, sarà un piacere.

L'ambiente completamente immerso ed integrato nella e con la natura mi regala un senso di libertà, come un profondo respiro dopo un immersione senza fine. 
Poco distante, mi accoglie un elfo dai costumi semplici e dall'apparenza vissuta - "Non c'è dubbio che egli sia uno dei druidi appena accennatomi"

Salve..- i miei movimenti sono meccanici ed impacciati, è chiaro che la formalità non è il pane comune
...perdonatemi, non mi trovo spesso in situazioni di tale spessore - mentre improvviso un rapido inchino. 
La ringrazio per l'occasione - ora mi alzo con una certa lentezza, come a dover correggere gli errori di un inchino repentino.

I miei occhi fissano i suoi, analizzando il suo volto nei minimi dettagli. 
Io sono Kaal, e prego, faccia pure strada - non facendo neanche in tempo a finire la frase che lo vedo già incamminarsi 

Eseguo un leggero inchino in direzione degli altri due druidi e mi siedo. 
Bene, in realtà non ho molto da raccontare su di me. 
Arrivai nella cittadina a sud della foresta diverse settimane fa, non ricordo da dove venissi e né se fossi in compagnia di qualcuno.
Sfortunatamente perdetti la memoria a causa di un evento a me sconosciuto e fu proprio Rey a soccorrermi e a rimettermi in sesto. 
Mi disse che ero alla ricerca di un elfo diretto in queste terre, il quale aveva informazioni vitali riguardo il mio passato, che non nascondo, sto cercando di rimettere in ordine.
I giorni stanno passando ed ogni frammento di ricordo, ogni segnale o come voialtri vogliate chiamarlo, mi sta conducendo qua. 

Un sospiro profondo conclude il discorso, per poi riprendere tutto d'un fiato
Ho chiesto alla Regina della Foresta di guidare le mie gesta, ed eccomi d'innanzi a voi.
 

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Il druido ti ascolta, mentre altre due figure simili si aggiungono nei pressi e ascoltano le tue parole.

"Non essere così formale, non ce ne è bisogno.
E non serve neppure che nascondi troppo su quello che ti è successo.

Vedo che Rey ha valutato giustamente.
Le tue parole sulla regina della foresta ti fanno onore.

Tu sei arrivato al villaggio da qui.
Sai, siamo stati noi a toglierti la memoria."

Le sue parole son importanti, ma dice tutto come se fosse un qualcosa di semplice e normale.
E non badando troppo a quanto la rivelazione potrebbe scuoterti.

"Ti piacerebbe sapere il perchè?"

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Rimango un attimo interdetto.
Le mie labbra sono serrate come le gabbie nelle quali ero chiuso al mio risveglio. 

Indietreggio di qualche passo e con occhi indagatori scruto i miei dintorni, come a voler riconoscere un luogo da tempo dimenticato.
Le mie gambe si muovono nuovamente in direzione dei miei interlocutori, come attratte da un magnete. 

Immediatamente mi pongo sulla difensiva, come se fossi appena stato scoperto
Beh, vedo che non c'era poi così tanto bisogno di presentazioni,
a quanto vedo mi conoscete meglio di quanto io conosca me stesso.

Spero abbiate avuto un valido motivo per farlo, e certamente, sono tutto orecchi a patto che non mi rispediate in una di quelle gabbie

Un veloce gesto del capo in direzione dell'uscita, come ad indicare una possibile gabbia pronta ad attendermi fuori l'ingresso. 
Lentamente incrocio le braccia, come in attesa di una giustificazione plausibile per l'infantile atto commesso e con sguardo di un misto tra l'occhio curioso ed arcigno fisso i miei interlocutori.
 

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I druidi continuano a mangiare e a chiacchierare con te come se nulla fosse.

"Tutto dipende da te, mio giovane amico.

E' la seconda volta che capiti tra noi.
Non può essere tutto casuale, forse è volontà divina, o semplicemente destino.

Devi sapere che dentro di te ci son due personalità.
Una più pacifica, e l'altra più distruttiva.
Ti abbiamo tolto la memoria perchè la seconda aveva preso il sopravvento."

Poi si mette un pezzo di pane in bocca.

"E quindi, per tornare alle tue paure, tutto dipende da te se tornerai in una gabbia oppure no."

Nel suo tono non vi è minaccia.
Vuole spiegare la situazione, e allo stesso tempo senti che non ti viene detto tutto.

"Per sapere quale delle due parti di te ha maggior potere ora, ti dovremmo sottoporre a una prova.

Devi però capire una cosa.
Tutti abbiamo una parte più benevola e una più malvagia.
Ed è quasi impossibile, e penso addirittura sbagliato, fare in modo da eliminarne una.
La si deve accettare, c'è.
Al massimo si deve tentare di tenerla sotto controllo in talune circostanze, ma non se ne andrà mai.

Forse non capisci totalmente quello che ti sto dicendo.
Nonostante ciò ti chiedo di sottoporti a questa prova.
Di nuovo.
Dopodichè conoscerai il tuo vero io.

Accetti? Hai altri dubbi?"

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