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Due mostri dalla mitologia


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Nettuno---> maledizione su umani che abbiano osato profanare il mare ----> che si cibino anche di carne umana, ma la funzione che svolgono è quella di ostacolare il passaggio ed in questo ricordano molto le Colonne d'Ercole (quindi potrebbero essere guardiani di passaggi proibiti).

OT Shamira chi sarebbe? La versione pop latino americana della lady di ferro? :lol:

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fico!

ma mi spieghi il perchè dei due disegni?

nel senso, come mai la scelta di quelle due figure femminili e di quelle cose che spuntano da sotto la gonna (per scilla) e dal petto (per cariddi)

curiosità mod on

Ti posso rispondere io se per te è uguale, anche se non ho fatto io i disegni, conosco bene i miti greci, e Scilla era una femmina, una nifa bellissima per giunta. Sperando di non andare off-topic e facendo prima di tutto i miei complimenti a Gideon Rowhan per i bei disegni e per l'ottima sua fantasia, se permettete vi narrerò brevemente le origini dei miti di Scilla e Cariddi.

Cominciamo con il dire che "Scilla e Cariddi" corrisponderebbero attualmente ai nomi dei due scogli opposti dello stertto di Messina che si affacciano l'uno fronte l'altro, ed ognuno dei due scogli ospitava una caverna che era la tana di due creature mostruose in agguato per tutti i naviganti che traversano lo streeo, appunto Scilla e CAriddi.

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CARIDDI : Sullo scoglio situato nello Stretto di Messina viveva una creatura mostruosa, chiamata Cariddi. Era la figlia della Terra e di Poseidone e, durante la sua vita di donna, aveva mostrato grande voracità. Quando Eracle attraversò lo Stretto con le mandrie di Gerione, Cariddi divorò gli animali.

Zeus la punì colpendola con uno dei suoi fulmini e la fece precipitare in mare, trasformandola in mostro: tre volte al giorno Cariddi ingurgitava masse d'acqua con tutto ciò che in essa si trovava, e così inghiottiva le navi che si avventuravano nei suoi paraggi, poi vomitando l'acqua assorbita. (Pertando Cariddi fu di fatto tramutata in un enorme vortice marino)

Quando Ulisse transitò la prima volta per lo Stretto, sfuggì al mostro ma, dopo il naufragio provocato dal sacrilegio contro i buoi del Sole, fu aspirato dalla corrente di Cariddi. Ebbe tuttavia la furbizia di aggrapparsi a un albero di fico, che cresceva rigoglioso all'entrata della grotta in cui si nascondeva il mostro, cosicché, quando ella vomitò l'albero, Ulisse poté mettersi in salvo e riprendere la navigazione.

A un tiro d'arco da Cariddi, sull'opposta sponda dello Stretto, un altro mostro attendeva al varco i naviganti. Era Scilla, nascosta nell'antro profondo e tenebroso, che si apriva nella roccia liscia e levigata, inaccessibile ai mortali.

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SCILLA : per Scilla abbiamo due versioni dell'origine del mostro: la prima è questa: Scilla era una ninfa generata dall'unione di Forco con Crateide, che venne trasformata in un essere mostruoso da Anfitrite (Nereide generata da Nereo e Dorite, che divenne una delle spose di Poseidone generando: Tritone, Rodo, e Bentesecima). gelosa del fatto che il suo sposo Poseidone s'innamorò della bellissima ninfa Scilla. Secondo un'altra leggenda (che è quella ritenuta "Ufficiale" dai mitologi) la condizione mostruosa di Scilla (perfettamente rappresentata dal disegno di Gideon Rowhan) è stata opera della famosa maga Circe.

Narra la leggenda "ufficiale" che presso i luoghi in cui oggi sorge Reggio Calabria, vivesse appunto la bellissima Scilla che amava andarsi a bagnare sugli scogli di Zancle (la parte dello stretto di Messina che appartiene alla Calabria). Una sera particolarmente afosa, Scilla stava facendo il bagno e la sua incredibile bellezza attirò l'attenzione di un essere metà uomo e metà pesce, l'essere marino si innamorò subito di Scilla e la volle possedere, ma Scilla spaventata scappò via fin su un monte. L'essere marino la inseguì tentando di spiegargli la sua vera natura così che ella non avesse più paura di lui, egli disse, era Glauco ex-pescatore e ora divinità marina. In effetti l'aspetto di Glauco non era certo mostruoso, al contrario era un uomo stupendo dalla cintola in su, e dalla cintola in giù egli aveva una poderosa coda da sirenide. Nella speranza che Scilla abbandonasse la sua paura e che la rivelazione della sua natura divina la spingesse a concedersi a lui, Glauco le narrò la storia delle sue origini.Egli raccontò di come un tempo passava le sue giornate solitario a pescare, un giorno terminato di pescare, attraccò su una spiaggia, oltre la quale cresceva uno stupendo prato verde dall'erba rigogliosa, in cui nessuno uomo o animale era stato fuorchè lui. Glauco raccontò di essere stato sopinto su quel prato da una misteriosa voce interiore. La pesca era stata molto fortunata e Glauco pose le reti piene di pesce sul prato per farle asciugare. Ma come i pesci furono a contatto con l'erba del prato, subito di rianimarono e cominciarono a mettersi in riga saltellando e così se ne tornarono in mare balzellando e facendo anche una specie di saluto cordiale agli occhi dello stupefatto Glauco. Il pescatore rimase attonito, e considerò qull'evento un prodigio divino, ma perchè gli era stato mostrato si chiese? Egli infatti non voleva credere che una divinità, forse lo stesso Poseidone, potesse perdere il suo tempo a prendere in giro un inutile pescatore, e quindi si convinse di essere stato attirato su quel prato per un motivo. Così ingurgitò un poco di quell'erba per vedere quali effetti avrebbe avuto su di lui, e non appena lo fece, sentì che un nuovo essere dalla potenza sovrumana cresceva dentro di lui, e questo essere alla fine ebbel meglio e lo spinse in mare. Glauco diveen quin di un essere marino. Gli dei del mare lo accolsero benevolmente, e pregarono Oceano e Teti di liberare Glauco dalle sue ultime scorie mortali. Oceano e Teti ordirano dunque a Glauco di porsi col petto sotto le acque di cento fiumi, mentre i due dei recitavano ogni volta nove formule magiche. Alla fine Glauco divenne un 'essere divino metà uomo e metà pesce.

Sperando che questa sua rivelazione spingesse Scilla ad innamorarsi di lui, Glauco si protese per abbracciare la ninfa, ma ella ancora gli voltò le spalle e si rifiutò. Glauco allora, disperato, si recò dall'unica persona che ritenne in grado di poterlo aiutare, la bellissima e capricciosa maga Circe, maga della Colchide figlia di Elios dio del Sole e della divinità oceanica Perse. Si narrava che Circe fosse esperta nel convincere amanti ad abbandonarsi in modo del tutto docile alle braccia della maga. Glauco viaggio dunque oltre la Sicilia, a Nord dell'Etna sotto il quale Stava imprigionato Tifeo, vinto dal potere di Zeus, fino all'isola di Eea, dove risiedeva il palazzo di Circe (l'isola di Eea corrisponde all'attuale promontorio del Circeo, al tempo dei miti greci le acque del mare dividevano Monte Circeo dalla costa del Lazio, rendendolo di fatto un'isoletta). Glauco fu bene accolto, dalla stupenda Circe, come si confaceva ad una divinità, e chiese alla maga di creare una pozione simile nell'effetto alle erbe del Campo Prodigioso che egli aveva ingerito, per far si che Scilla divenisse una dea del mare come lui e che quindi potessero così unirsi. MA circe,invece rispose che un dio non doveva abbassarsi a corteggiare una donna mortale che non lo voleva, e che anzi doveva rivolgere le sue attenzioni a donne che avrebbero dovuto essere onorate della possibilità di potersi concedere ad una divinità, e quindi propose a Glauco di lasciar perdere Scilla e di lasciare invece che fosse lei, Circe, a soddisfare Glauco divenendo la sua amante. Ma Glauco, incapace di tradire il folle amore che provava per Scilla, rifiutò Scilla, e questo scatenò la rabbia della potente maga, bella e potente come il Sole, ma capricciosa e temibile come le acque oceaniche. Circe allora preparò una diabolica pozione utilizzando oscure erbe e le arti della magia più nere, la cui conoscenza Circe aveva ereditato dai torbidi abissi, e una volta completatale, si diresse verso Zancle, colpendo e scalciano i suoi succubi animali, che erano le forme dei suoi amanti che Circe trasformava in animali quando si stancava di essi. Una volta giunta a Zancle, versò la pozione nelle acque sottostanti lo scoglio, e recitando una formula magica, alterò la natura delle acque di Zancle, avvelendole di odio e vendetta nei confronti di Scilla. Soddidfatta Circe se ne tornò a palazzo.

Quando, il giorno dopo, Scilla venne a bagnarsi nelle acque di Zancle, per sfuggire all'afa diurna, non appena si tuffò in mare, vide sorgere attorno alei delle mostruose teste di cani rabbiosi e ringhianti, spaventate cercò di scacciarle, ma... si occorse con orrore che quei musi di mostro erano attaccati alle sue gambe con un collo serpentino che si agitava fremente. Fino alle anche, la povera Scilla era ancora la stupenda ninfa di sempre, ma dalle anche in giù, spuntavano sei musi feroci, ognuno orlato di tre file di denti ghignanti e famelici di folle furore. Resa cieca e pazza dalla paura, Scilla si rifugiò in un antro trovato per caso sotto Zancle. Lì pianse nella sua pazzia, e le parve di sentire come in un sussurro nella sua testa la risata di scherno della maga Curce che la malediva. Allora Scilla giurò che un giorno si sarebbe vendicata di Circe, e lo fece quando assalì la nave di Ulisse, che transitava attraverso lo stretto di Messina. Ulisse era amato da Circe, e Scilla voleva compiere la sua vendetta uccidendolo. Attaccò la sua nave, e i mostri che le spuntavano dalle gambe divorarono sei dei compagni di Ulisse, e per poco anche Ulisse non fu ucciso da Scilla (ma questa è un'altra storia... che potrei anche raccontare in futuro... :teach: )

Glauco, pianse a lungo la sorte della bella Scilla, e per sempre rimase innamorato della splendida immagine della ninfa che Scilla era un tempo.

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E ancora oggi, si narra così, che Scilla e Cariddi stanno in agguato sotto i flutti che attraversano lo stretto di Messina, attacndo le navi che di lì transitano, fuoriuscendo dai loro antri sotto gli scogli e portando un mortale attacco coordinato: mentre la furiosa Cariddi crea tremendi vortici che attirano le navi verso le sue fauci diaboliche, la folle Scilla assale i marinai che cadono in acqua con le sue sei teste mostruose, divorandoli.

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Ecco qua, spero che "la curiosità mod on" di DarthVader sia stata ampiamente soddisfatta.

Volevo ancora fare i comolimenti a Gideon per la sua introduzione della mitologia classica in D&D, cosa che invece la Wizard ha quasi ammazzato con le sue americanate. Un esempio sono l'Arpia e la Medusa, due mostri che nella 3.5 hanno perso la loro natura mitologica, divenddo le ennesime creature rettiliformni di cui ormai D&d è pieno Zeppo ( e che hanno pure un pò stufato). In realtà l'Arpia è nella mitologia classica un mostro mezzo donna e mezzo uccello rapace connla faccia di una vecchia megera, e la medusa non ha la pelle scagliosa, ma è invece una donna dal corpo e dalla pelle stupendi e dalla bellezza straordinarie, che era un tempo una sacerdotessa di Atena, che però poi Atena stessa punì trasformando la sua chioma in un'orrida massa di serpenti velenosi, i suoi denti in zanne acuminate, e dotandola del mortale sguardo pietrificante. Niente creature rettiliforme quindi, di rettiliforem la medusa ha solo i capelli serpenti. Personalmente io ho mantenuto e sostituito le versioni di Arpia e Medusa di 3.5, con le loro versioni classiche, che erano invece stae mantenute in Ad&d, e perse in 3.5, che però in compenso, nel manuale dei livelli epici ha invece davvero ben riportato gli Ecatoncheri mantenendo in modo ottimale la loro origine mitologica. Non volevo andare Off-Topic con l'ultima assezione. Apprezzo molto l'inizativa di Gideon Rowhan per Scilla e Cariddi, e visto che da ciò deduco che sia un conoscitore dei miti greci, gli propongo un'altra introduzione: che ne dici di Aracne ... (che potrebbe sembrare un drider, ma che in realtà...)

Ciao a tutti, e scusate il post immenso... :bye:

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@Dark_Megres

tranquillo fai con calma

io sto pensando già ad Argo 100 occhi ed Echidna

@Maxim_One

ottimo maxim, la tua spiegazione ci sta tutta:cool:

meriti una reputa per la fatica( che avrei dovuto fare io:-p )

grazie

aggiungo anche che queste leggende hanno piccole variazioni a seconda della colonia greca dove vengono narrate...

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@Dark_Megres

tranquillo fai con calma

io sto pensando già ad Argo 100 occhi ed Echidna

@Maxim_One

ottimo maxim, la tua spiegazione ci sta tutta:cool:

meriti una reputa per la fatica( che avrei dovuto fare io:-p )

grazie

aggiungo anche che queste leggende hanno piccole variazioni a seconda della colonia greca dove vengono narrate...

giustissimo, è verissimo il fatto della variazione delle leggende a seconda del sito greco, a causa di diverse contaminazioni folkloristiche. Per Argo il 100 occhi, dai un'acchiata (se ce l'hai, se no eventualmente posso fornirti una scannerizzazione io e mandartela per e-mail) al mostro "Argos" che sta sul Manuale dei Mostri di Ad&d (quello bianoc della R.I.P.A per chi se lo ricorda e ce l'avesse ancora, tra l'altro informo che quel manualolne è ormai un pezzo da collezione introvabile) o sull'apppendice Monstrous Compendium Outer Planes. L'Argos è proprio ispirato all'argo il cent'occhi, con tanto di poteri oculari stile beholder. Quindi potresti facilmente convertirlo, in parte o in toto in D&d 3.5.

P.S.: HO APPENA NOTATO LA TUA FIGATA DI AVATAR CON L?OCCHIO CHE SCOMPARE :clap:

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cercherò di procurarmi quel materiale...grazie

io avevo in mente sempre un umanoide mostruoso però...

comunque pensavo che anche se esiste già, non c'è nessun diritto d'autore sui soggetti leggendari, magari un'altra versione potrebbe venirci meglio;-)

ben

per ora meglio concentrarsi sulle due creature che ho suggerito, magari presto posto uno schizzo anche per l'argo.:-D

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cercherò di procurarmi quel materiale...grazie

io avevo in mente sempre un umanoide mostruoso però...

comunque pensavo che anche se esiste già, non c'è nessun diritto d'autore sui soggetti leggendari, magari un'altra versione potrebbe venirci meglio;-)

ben

per ora meglio concentrarsi sulle due creature che ho suggerito, magari presto posto uno schizzo anche per l'argo.:-D

Beh, è vero che non c'è diritoo di autore sulle leggende (Ci sarebbe Omero, tra gli altri, ma ormai è praticamente sabbia...), ma poichè Argo il 100 occhi è nelle leggende greche descritto come un enorme mostro informe dotato di 100 occhi sparsi su tutto il corpo, e poichè la versione che sta sui manuali che ti citavo, più o meno è quella, pensavo ti potessero essere utili. Tra l'altro già che ci sono, lasciami scrivere qualcosina pure su Argo: Questo mostro fu incaricato da Era di fare la guardia alla prigione di Io, la bellissima figlia di Inaco e della ninfa Melia, che fu amata da Zeus trasformato in nube(!) e dalla cui unione nacque Epafo (su come abbia fatta Zeus ad "amarla" sotto forma di nube, si potrebbe aprire un altro topic...), perseguitata per gelosia da Era, Io fu costretta a rifugiarsi in Egitto. Zeus per proteggere la sua Io la tramutò in una splendida giovenca, ma Era per vendetta la chiese in dono come riscatto per il tradimento di Zeus. Era pose Io in un recinto a cui guardia mise ARgo il cento occhi. A quel punto, Zeus, preso dal senso di colpa per aver lasciato Io nelle mani di Era, incarica Ermes (o Mercurio, che dir si voglia) di salvare Io dalle grinfie di Argo. Ermes imbraccia il "caduceo" (una bacchetta d'oro) e il suo leggendario copricapo e sandali alati, e vola nella prigione di Io, ma giunto sul posto, si rende conto della superiore forza del tremendo Argo. Allora Ermes lo soggioga con l'inganno, facendogli ascoltare dolci canti e melodie suonati con la lira, e racconti (tra cui la storia di Siringa e delle Amadriadi), dopo aver fatto addormentare Argo con musica e racconti, Ermes lo uccide nel sonno e libera Io. :bye:

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inoltreargo è colui che ha ucciso echidna, comunque non è descritto come un ammasso informe, infatti in molte raffigurazioni

come questa...che illustra il mito che citavi

argos_hermes.jpg

è di forma umanoide...comunque stiamo andando OT;-)

Ops... come già tu hai detto, varie versioni dei miti greci possomo trovarsi, sul libro di mitologia greca che ho io, Argo è descritto come "un mostro privo di forma, dai cento occhi", ma è vero stiamo andndo OT, quindi chiudo il tutto. :bye:

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tum tum tuum tuuum tum tm tuuuum tum "tiiriririiiiiri..."

sulle note di "aria sulla quarta corda" Gideon e Maxim Angela si allontanano mentre la puntata speciale di SuperDragons'laiQuar su miti e leggende dell'antica grecia va a concludersi gloriosamete.

ci sono novità sullo sviluppo dei due mostri invece? sono cuiroso di vedere cos'hanno partorito le due menti (da DM malatissime quindi... ;) ) di dark_megres e di kursk... ;)

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Come ho già detto lunedì posterò il lavoro fatto :-D

Stasera lo stendo, dopodomani lo rileggo!

Cosa faccio domani? Beh, domani è sabato ;-)

...sinceramente domani sviluppo l'avventura introduttiva a Empyrea, tutto il pomeriggio :cry: che vita barbina :lollollol

A lunedì!

E la mia mente non è malata... ok, è malata é_è'

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Come ho già detto lunedì posterò il lavoro fatto :-D

Stasera lo stendo, dopodomani lo rileggo!

Cosa faccio domani? Beh, domani è sabato ;-)

...sinceramente domani sviluppo l'avventura introduttiva a Empyrea, tutto il pomeriggio :cry: che vita barbina :lollollol

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E la mia mente non è malata... ok, è malata é_è'

Non posso dire altro se non che sono davvero curioso di vedere cosa saprai metter su. Dai il tuo meglio :clap:

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ho trovato nella vasta biblioteca di famiglia:lol: un libro molto interessante dal titolo: "Manuale di zoologia fantastica" di Jorge Luis Borges... dove al suo interno vengono appunto descritti la maggior parte dei mostri fantastici conosciuti...

vi posto qui come racconta e descrive Scilla:

"Prima d'essere un mostro e un vortice, Scilla era una ninfa, della quale s'innamorò il dio Glauco. Questi cerò l'aiuto di Circe, la cui conoscenza di erbe e di magie era famosa. Circe s'innamorò di lui, e poichè Glauco non dimenticava Scilla, avvelenò le acque della fontana in cui la ninfa soleva bagnarsi. Appena a contatto con l'acqua, la parte inferiore del corpo di Scilla si trasformò in cani latranti. Dodici piedi la sostenevano, e si trovò provvista di sei teste, ciascuna con tre filari di denti. Terrificata da questa metamorfosi, si gettò nello stretto che separa l'Italia dalla Sicilia; gli dei la trasformarono in una roccia; e ancor oggi, durante le tempeste, i naviganti ne odono il ruggito."

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ho trovato nella vasta biblioteca di famiglia:lol: un libro molto interessante dal titolo: "Manuale di zoologia fantastica" di Jorge Luis Borges... dove al suo interno vengono appunto descritti la maggior parte dei mostri fantastici conosciuti...

vi posto qui come racconta e descrive Scilla:

"Prima d'essere un mostro e un vortice, Scilla era una ninfa, della quale s'innamorò il dio Glauco. Questi cerò l'aiuto di Circe, la cui conoscenza di erbe e di magie era famosa. Circe s'innamorò di lui, e poichè Glauco non dimenticava Scilla, avvelenò le acque della fontana in cui la ninfa soleva bagnarsi. Appena a contatto con l'acqua, la parte inferiore del corpo di Scilla si trasformò in cani latranti. Dodici piedi la sostenevano, e si trovò provvista di sei teste, ciascuna con tre filari di denti. Terrificata da questa metamorfosi, si gettò nello stretto che separa l'Italia dalla Sicilia; gli dei la trasformarono in una roccia; e ancor oggi, durante le tempeste, i naviganti ne odono il ruggito."

Arrivi tardino eh... leggeti il mio post su Scilla e Cariddi.

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