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Solnem. Mito o realtà?


Strikeiron

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La nave beccheggiava sulle prime onde del mare aperto, diretta verso quella linea dell'orizzonte dove il confine tra acqua e cielo si fa quasi indistinto.

Derro Strenk riusciva a malapena ad alzarsi quel tanto da distinguere quel cielo sopra le onde.

E questo per due motivi; il primo era che la sua altezza glielo impediva, o comunque poteva renderglielo molto difficile. per un nano non è molto semplice adattarsi alle altezze degli umani e soprattutto ai maledetti trabiccoli che gli umani stessi, quando costruiscono, correlano sempre al proprio egoismo.

In secondo luogo Derro era ubriaco fradicio.

In effetti poteva anche essere che la nave non oscillasse così tanto dal momento che per il nano, vista la mancanza di lucidità, non doveva esservi molta differenza.

La sua era stata una scelta coscienziosa e premeditata: come ogni buon nano sa un guscio di noce che va sull'acqua non può che essere un qualcosa di assolutamente innaturale. Pertanto quello era stato l'unico modo per annegare la propria codardia nell'abbandonare i regni di mystara.

Un ottimo modo per avere la minore coscienza possibile del luogo ove era diretto.

Sempre verso nuove esperienze...

Su quella stessa nave, ma a poppa, stavano anche altri oscuri figuri che si tenevano così ben in disparte dall'orrendo puzzo di vino di quel nano ciencioso. Uno di loro poteva benissimo essere un bardo e si era presentato alla ciurma come un certo Marion.

Un altro passeggero era un elfo alquanto bizzarro.

E con bizzarro la definizione era alquanto limitativa... in quanto i marinai della nave più volte avevano commentato tra loro la stranezza di quel tipo, perfettamente vestito come un guardiaboschi quasi e essenza stessa della definizione "essere un pesce fuor d'acqua".

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Marion poggiò le mai sulla murata, rivolgendo un fugace sorriso al nano barcollante.

"Un futuro compagno di bevute?... Non sembra molto avvezzo alle navi ed al mare. Ma poi, dovrei parlare io di navi e mare? Non sono abituato a tutta questa vastità, buttata in faccia così"

scrutò la linea indistinta dell'orizzonte

"sembra che abbiano messi il cielo sotto i nostri piedi!! Beh, comunque sono partito. Alè!"

Rimuginò un po'.

"Chissà cosa spinge i miei compagni di viaggio. Curiosità, impegni, doveri, fuga. Ognuno una storia diversa e unica. Verrà il momento in cui tutta questa vastità ci spingerà a raccontarci l'un l'altro gli affari nostri? Lo spero, una bella storia è ciò che ci vuole durante un viaggio."

Si staccò dalla murata, sedendosi sul plancito ed appoggiandovi la schiena. Chiuse gli occhi e si mise a cantare piano, a bocca chiusa, un motivetto che richiamava alla mente immagini: la solitudine delle foreste buie, o forse lo stormire del vento tra le foglie, o il verso del gufo che inizia la sua caccia...

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Alzo lo sguardo al cielo e faccio accarezzare il mio volto dalla brezza marina, e chiudendo gli occhi ripercorrendo nella mia mente tutto il tragitto fatto per salire su questa bagnarola dalla mia amata foresta; mi chiedo se né sarà valsa la pena.

"Che ne dici Marion non è stupenda questa brezza?"

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- Mi fa piacere non essere l'unico marinaio d'acqua dolce di questa bagnarola. Beh, insomma, anche il ragazzo barbuto - inarcò un soppraciglio indicando con discrezione il nano sul ponte - non mi sembra proprio a suo agio.

Nel suo tono c'era più compartecipazione che scherno.

"Così ben piantato, almeno non rischia di ruzzolare in giro in caso di tempesta. Chissà se ci capiterà di incontrare delle sirene... mi piacerebbe sentirle cantare. Magari legato all'albero maestro, come nelle leggende. Anche il canto del mare è affascinante, diverso da quello che ha sulla costa."

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- Se giudico dai tuoi vestiti, direi che sei un esploratore. Un cacciatore, magari?... Se è così, abbiamo qualcosa in comune. Non che io sia un arcere provetto, ma mi piace stare da solo nei boschi, libero. Come diceva una fanciulla che conoscevo, mi piace stare ad ascoltare i nontiscordar di me che crescono nelle radure

Si mise a ridere al ricordo.

Spoiler:  
nontiscordardime.jpg

- Non voglio essere indiscreto con le mie domande, ma su questa nave non c'è molto da fare a parte due chiacchiere. Almeno - gli strizzò l'occhio - non mi sembra di vedere fanciulle o nontiscordardime.

Fece un profondo respiro, inalando l'aria di mare.

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- Mi piacerebbe, anche se non credo che tornerò su questa sponda del mare tanto presto. Parlami dei tuoi boschi. Vieni da un comunità di elfi, immagino. Saranno dei boschi meravigliosi. Ci sono molti elfi lì? Umani?

Fece una piccola pausa.

- Fate e folletti? Sono curioso.

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-A dire il vero io vivo isolato...Cioè prima vivevo in una comunità elfica ma poi ne fui bandito e in inseguito perseguitato per un crimine che non avevo commesso.Fù un istante una lacrima rigò il viso del giovane elfo che con un gesto fulmineo della sua gracile mano asciugò immediatamente la guancia bagnata.

Ricordo

Spoiler:  
Rivedo la mia figura correre nella via principale dalla mia città, proprio quella che terminava alle porte del paese, inseguito da una folla che urla -Assassino!Assassino!- miste a insulti molto pesanti ma io fuggo fuggo veloce come il vento verso una vita fatta di solitudine.
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Marion rimase un istante sconcertato. Era una lacrima quella che aveva visto?

"Mi sa che ho toccato un tasto delicato"

- Magari verrai a trovarmi tu. E' una comunità sparsa tra i boschi e le colline. Capanne di cacciatori, fattorie, piccoli villaggi. Comunque parliamo di un lontano futuro... le cose che mi sono care le porto qui, sempre con me, dove nessuno può toccarle - appoggiò una mano sul cuore - ora c'è tutto un mondo che voglio scoprire.

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*hic*... un nano su *hic* una nave, non sta bene *hic*, voglio scendere a *hic* terra pensava mentre barcollava cercando di raggiungere poppa per vomitare, un po' per il mal di mare che ogni nano ha e un po' perchè aveva bevuto troppo *hic*, qualcuno mi dia unna mano, ci vedo doppio o triplo, potrei caderre in acua per Seeethlalanscr...

@tutti, anche quelli che non giocano

Spoiler:  
NB: ho scritto acqua male apposta, visto che è ubriaco storpia le parole
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"Ah ah, questo sì che si chiama vomitare. Ma quanto deve aver bevuto?"

Marion continuò a tenere la barba, evitando per quanto possibile che si riempisse di vomito. Intanto aveva cura, insieme ad Aelarion, che il precario senso dell'equilibrio e i violenti conati non facessero rovesciare il nano oltre la murata.

"Va bene l'avventura, ma preferirei evitare di tuffarmi a recuperare naufraghi!"

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Marion attese che il nano si ricomponesse. Era un po' malmesso e puzzava d'alcool; ma d'altronde chi era lui per giudicare? Di sbronze ne aveva prese tante, e tante altre ne avrebbe prese sicuramente in futuro.

Magari non erano la circostanza più formale per fare conoscenza. Pazienza, andava bene lo stesso. Si scostò dal volto i capelli ribelli.

- Va meglio adesso? Io sono Marion. - disse dando una leggera pacca sulla schiena del nano.

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