[MethyrFall] - L'isola del tesoro

<<Benvenuti viaggiatori, in questa terra di libertà e di colori, dove la legge si inchina di fronte alla forza della vita, in questa città dove la notte è animata da voci e canti, ma nasconde come un mantello chi ordisce trame nelle ombre o poggia la lama di un pugnale sulla gola del prossimo. Questo è il luogo del desiderio e della perdizione, dove è possibile soddisfare ogni propria necessità ma dove è frequente trovare anche l'indesiderato. Qui mare e terra si incrociano e si fondono, animando scorci affascinanti di un passato leggendario ma non del tutto scomparso.

Benvenuti a Ledèm.>>

Pirati di Ledèm

Akash e Serpico, siete sbarcati a Ledèm ieri sera, con la Terrore nero carica di merci da vendere e scambiare. Queste settimane in mare sono state molto fruttuose e Spaccateste, il vostro capitano, sembra molto soddisfatto. La mattinata è trascorsa a scaricare ed ora, siccome ripartirete solo domattina, avete il resto della giornata libera per gironzolare per la città. Spaccateste ha deciso di fare un giro nella zona del mercato e voi due, insieme ad alcuni altri membri dell'equipaggio, l'avete seguito, sapendo bene che col capitano può sempre capitare una buona occasione.

Il sole è ormai alto sopra Ledèm e questa giornata d'agosto si preannuncia calda e afosa. Il mercato è già attivo dalle prime luci dell'alba, col suo brulicare di venditori e acquirenti, tra bancarelle di cianfrusaglie, tappeti stesi per terra sovrastati da oggetti di ogni tipo, musicanti e accattoni agli angoli delle strade. Sembra che ogni spazio libero sia stato occupato e si è costretti a procedere a spintoni tra la folla.

Il caos è tale che è quasi impossibile parlare, se non urlandosi nelle orecchie.

Intanto cominciano ad aleggiare nell'aria gli aromi che fuoriescono dalle cucine delle locande. L'ora di pranzo non è lontana e qualcuno, fatti i propri acquisti, si allontana dalla zona del mercato, lasciando lo spazio ad altra folla che continua ad aggiungersi.

Spaccateste continua a borbottare, mentre zoppica vistosamente. Sapete che soffre di artrite e oggi pare che il ginocchio gli stia dando particolarmente noia.

- Bah, proprio oggi doveva farmi così male. Ah gente, seguite il mio consiglio, non invecchiate mai!

Si lascia andare a una risata sguaiata delle sue, per poi rifilare una pacca sulla spalla ad Akash, così forte da riuscire quasi a sbilanciare il mezzorco.

Akash sorride a malincuore al proprio capitano.

"Vedi te che fine fai se continui così" Sembra voler dire il sorriso dell'alto ed impassibile meticcio.

Il volto del mezz'orco poi torna allo stato naturale, pietra scavata con scalpelli grossolani che non fa intravedere un minimo di emozioni.

Dall'alto della sua statura guarda la gente del mercato accalcata l'un l'altra e se incontra qualcuno sulla sua strada di certo non si scosta, al limite LO scosta.

-Capitano, si mangia o no?- già spazientito dalla folla e dal rumore.

- Razza di bestia senza fondo, sempre fame hai. Prendi esempio dall'elfo, che mangia come un uccellino!

E dicendo questo rifila un'altra pacca sulla spalla ben più esile di Serpico, facendogli bruciare la pelle.

-Lui piccolo e gracile, io grosso e affamato- risponde il mazz'orco con tono piatto.

Quindi urta con un altro passante facendogli cadere a terra il paniere che porta e subendo le imprecazioni del tale. Parole che si fermano di colpo quando lo fissa.

"Ouch!"

Serpico vacilla sotto la possente manata di Spaccateste

"Sempre con la mano pesante, vero Capitano? Chissà quanti ne ha fatti piangere a furia di sberle!"

L'elfo marino procede con passo dinoccolato a seguito del gruppo, guardando con un aria di velata e bonaria derisione Akash "Sai, Musoduro, gli elfi piccoli e gracili affondano con meno facilità dei mezzorchi grossi e affamati."

A differenza del mezzorco, l'elfo marino si muove con passo agile e delicato, sfiorando i passani delicato e leggero come la brezza marina.

-Ti faccio affondare nella strada, più facile per un essere gracile e piccolo- la risposta di "Musoduro" all'elfo seguito da una spacie di grugnito.

-Cos'hai in mente capitano? Cosa facciamo oggi? Dopo mangiato ovviamente-

Il viso freddo di Akash non mostra curiosità, appena accennata dalla voce.

- Mezzosangue, sei più curioso della scimmia di quel vecchio rincoglionito a cui abbiamo fregato il bottino il mese scorso. Comunque, devo parlare con un tizio, poi potremo finalmente avere il piacere del tuo silenzio mentre ti abbuffi di cibo.

Detto questo, sembra effettivamente cercare tra la folla di venditori e bancarelle qualcosa in particolare.

- Accidenti a questi mercanti, potrebbero rimanere sempre nello stesso posto no? - borbotta scocciato.

Finalmente sembra aver individuato il suo obiettivo e si incammina deciso verso il piccolo banchetto gestito da uno gnomo tessen. L'individuo, vestito con abiti eleganti ma non troppo ricercati, sta sistemando alcuni gioielli di poco valore sul panno di velluto blu che ricopre il tavolo di legno che usa come banco.

Spaccateste si avvicina e notate che lo gnomo sembra riconoscerlo.

- Buondì Aaraiksi.

- Hai qualcosa per me? - gli chiede lo gnomo, guardando sospettoso voi due e Wicor, l'altro pirata che è venuto con voi.

- Sì, ho proprio una cosa che potrebbe interessarti.

Spaccateste estrae quindi un piccolo sacchetto di tela da sotto la giacca e ne svuota il contenuto nel palmo aperto dello gnomo. L'oggetto sembra un anello, ma lo gnomo è svelto nel portarlo al di fuori della portata di sguardi indiscreti.

Aaraiksi si siede su uno sgabello, dandovi le spalle, e osserva con cura l'oggetto, poi si volta verso Spaccateste, che cominciava già a dare segni di impazienza, e gli dice:

- Posso darti 80 monete d'oro per questo.

Spaccateste sbuffa ma alla fine sembra soddisfatto e conclude l'affare.

Akash prende in mano a caso le cianfrusaglie sul banco, evidentemente non vede l'ora di muoversi da quella confusione.

"A cosa serviranno queste cose senza valore" pensa tra se e se. Ripone il bracciale che ha in mano sbuffando e voltando il volto verso i compagni.

Serpico getta un'occhiata distratta al banco, sembra che il banchetto del tessen gli interessi poco o nulla

*Faccio una prova di Valutare per capire quale sia il valore medio delle merci vendute dallo Gnomo*

Serpico, la merce esposta è molto varia e in particolare molti oggetti sono esotici, talmente estranei alle tue conoscenze da non poter essere valutati.

Il fatto che li tenga comunque sul banchetto senza particolare controllo, ti fa pensare che non siano poi così preziosi.

Infine vi allontanate dalla bancarella del tessen.

Facendovi largo tra la folla di persone, passate distrattamente davanti a un palco, costituito semplicemente da alcune casse affiancate, su cui un uomo di mezza età e un ragazzo stanno mostrando qualcosa ai passanti.

Il capitano si ferma di botto, ascoltando le parole dei due tizi.

"... nel mondo? Davvero credete che la sorte debba averla vinta e relegarvi ai margini della vostra vita? No, amici! Assolutamente no!!! Perchè a volte la fortuna passa davanti ai vostri occhi e spetta A VOI prenderla al volo! Proprio a voi con i quali è stata tanto capricciosa!

Quindi basta, basta soffrire le pene che la sorte ci ha inferto! Guardatemi! Sono giovane e sano... eppure non meno di un anno fa, ero un povero rachitico zoppo, crivellato dalla tisi perchè, senza un lavoro, non potevo far altro che viver per le strade! Poi un giorno incontrari lui: il mio benefattore" - fa un ampio gesto della mano alla volta di un uomo di mezz'età, appoggiato ad una sedia in disparte e circondato di bottigliette dal contenuto paglierino - "E' grazie a lui se ora sono quello che sono! Grazie alla sua pozione miracolosa..."

Il discorso continua su toni accesi ed entusiastici: a quanto pare il signore di mezz'età è un medico ed uno scienziato ed ha inventato questo prodotto eccezionale capace di guarire da molti mali e sistemare ogni problema fisico, dalla calvizie alle deformità. Il giovane pare un cagnolino in deliquio, mentre tesse le lodi del suo benefattore!

Coperto da un mantello con cappuccio e appoggiandosi ad un nodoso bastone, Hack si fa spazio tra la piccola folla ai piedi del palco.

Nel muoversi tra la gente non lesina borbottii di maledizioni rivolte al mondo intero, oltre che ai presenti.

Ad un tratto, interrompendo e lasciando a bocca aperta il ragazzo che decantava l'ennesimo affettato elogio all'elisir miracoloso, Hack sbotta ad alta voce:

"PANZANE! Siete bravi, voialtri, a vender fumo. Ma ve la rifate sulla pellaccia di chi soffre per davvero! Il vostro elisir non è buono nemmeno per sciacquarsi la bocca! SA DI PISCIO!!!"

Poi, facendo notare le sue deformità e il bastone a cui si aggrappa, continua: "Il flacone che mi avete venduto ieri, razza di disgraziati, non ha sortito il minimo effetto! Zoppo e storpio ero quando l'ho comprato e zoppo e storpio son venuto qui, a sputarvi!"

Hack quindi lascia partire un catarro marroncino in direzione del palco, colpendo però un tizio un paio di file davanti a lui.

Continuando nei suoi improperi quindi si volta e cerca di far ritorno da dove è venuto facendosi largo tra la gente borbottante.

Il giovane sul palco ha un sussulto. Lancia un'occhiata rapida e sconcertata ai presenti, evitando ogni sguardo.

"Amico... FRATELLO! Cosa ti ho detto ieri? Cosa ti ha detto anche il Dottore? Lascia tempo al tempo, i miracoli non son cosa da poco! Pretendi forse che le sofferenze d'una vita possano essere spazzate in sol sorso?"

Sembra teso e meno sicuro di se ora...

Alle parole del giovane, Hack si blocca in mezzo alla folla e si volta con un'espressione furibonda in volto: "MA COSA VAI FARNETICANDO!!! Me l'avevi venduta come un rapido rimedio...rapido un corno! DELINQUENTE!!!"

Dopo l'ennesimo bilioso accesso d'ira, condito da sputacchi in qua e in la, Hack, preso dalla foga, lancia il bastone nodoso all'indirizzo del giovane sul palco, sbilanciandosi pericolosamente in avanti.

Fra lo stupore del pubblico però non cade rovinosamente a terra come era facile supporre...

Le gambe malferme sembrano acquisire un'improvvisa stabilità. I piedi si piantano saldi sul terreno e le ginocchia perdono l'innaturale angolazione.

Il ragazzo fa un passo in avanti e l'andatura è ferma e senza incertezza. Segue un secondo passo e la schiena si raddrizza.

Il corpo sembra trasformarsi sotto lo sguardo stupito della folla, da cui provengono esclamazioni di sorpresa.

Qualcuno già comincia a gridare "Al miracolo!", mentre altri si accalcano per vedere meglio.

Hack è ormai giunto ai piedi del palco e tutti hanno potuto osservare il prodigio.

Raccogliendo il bastone dell'infermo dalle assi del carretto, il giovane biondo sorride visibilmente rilassato e si china a tendere una mano al poverino.

"Vieni fratello! Fatti vedere... sapevo che il rimedio del dottor Vardi non poteva fallire!"

Hack, il cui volto è la maschera dello stupore fa per accettare l'aiuto del giovane sul palco, ma una volta presa coscienza di quello che gli è accaduto, allontana la mano dell'assistente del Dottor Vardi e con un salto è sul carretto.

Con le lacrime agli occhi abbraccia e bacia sia il giovane che il vecchio dottore appisolato sulla sua sedia, poi, senza aggiungere una parola, se ne fugge correndo tra la folla.

Il biondino lo guarda con gli occhi lucidi e pieni d'affetto, e lo lascia allontanare senza dire una parola.

Dopo qualche istante teso, si gira verso il pubblico ed esclama: "Beh, quale miglior fortuna di questa, amici? Se non credete a me, potete sempre credere ai vostri occhi, ora!"

Per il Master

La corsa gioiosa del giovane e le parole del ragazzo sul palchetto sono seguite quasi in religioso silenzio dalle persone presenti. Tutti hanno gli occhi spalancati e sembrano balbettare parole senze emettere suoni. Nessuno sembra sapere cosa dire.

Dopo un istante in cui il tempo sembra essersi fermato e in cui anche il caos del mercato circostante pare essere stato ignorato dai presenti, un boato si leva dalla folla stupefatta.

Come un'onda le persone si dirifono verso il piccolo palco, assaltando il dottore e il suo giovane assistente, che hanno l'impressione di venire sommersi dalla folla.

Spaccateste è rimasto da parte, osservando la scena in silenzio, ma ora un ghigno soddisfatto è comparso sul suo volto.

- Bene, bene, bene... che sia la mia giornata fortunata? Seguitemi gente, non sia mai che questi straccioni si portino via tutto!

E comincia a farsi strada tra la calca a spintoni, noncurante di quelli che finiscono stesi a terra.