Vai al contenuto
Visualizza nell'app

Un modo migliore per navigare. Scopri di più.

Dragons´ Lair

Un'app a schermo intero sulla tua schermata principale con notifiche push, badge e molto altro.

Per installare questa app su iOS e iPadOS
  1. Tocca l'icona di condivisione in Safari.
  2. Scorri il menu e tocca Aggiungi alla schermata Home.
  3. Tocca Aggiungi nell'angolo in alto a destra.
Per installare questa app su Android
  1. Tocca il menu con i 3 puntini (⋮) nell'angolo in alto a destra del browser.
  2. Tocca Aggiungi alla schermata Home oppure Installa app.
  3. Conferma toccando Installa.

Loki86

Circolo degli Antichi

Tutti i contenuti pubblicati da Loki86

  1. Ahah.. se la porta non fosse stata chiusa a chiave avrebbe potuto 🤣🤣 Comunque scusate, ma sono un po’ di fretta.. ho iniziato a postare soltanto la parte di Orion e Nathan che sono rimasti a una scena durante la lezione di francese.. almeno poi vediamo di rimetterci tutti in pari.
  2. @Ghal Maraz Nathan Clark Kathlyn resta immobile per un istante, il respiro incastrato da qualche parte tra le labbra e lo stomaco. Quando la tua mano scivola decisa sulla curva del suo fianco per recuperare il cellulare, non dice nulla. Ma la senti: un piccolo sussulto, come una corrente elettrica appena sotto la pelle. Ti guarda come se non sapesse più in quale film è finita, ma non si scansa, non ti ferma. Anzi. Nel momento esatto in cui le lasci il telefono nel palmo e le sussurri quella frase — mezza provocazione, mezza invito — qualcosa in lei si scioglie. Le pupille si dilatano. E poi… succede. Ti butta le braccia al collo senza pensarci. Non ti dà il tempo di dire altro, non ti dà scampo. Le sue labbra si chiudono sulle tue con una fame improvvisa, urgente, che sa di sorpresa e di conferma. Il bacio è profondo, pieno, bagnato di quel tipo di desiderio che non fa domande. Le sue mani ti stringono la nuca, le dita affondano tra i capelli, e il corpo — morbido, ma solido nei punti giusti — si appoggia contro il tuo, come se cercasse un equilibrio che non può trovare da sola. E per un attimo, lo sgabuzzino sparisce. Le pareti scompaiono. Conta solo il calore, la pressione, il ritmo che i vostri corpi trovano anche nel poco spazio. Poi si stacca appena, il respiro corto, le labbra arrossate. Ti guarda con un mezzo sorriso che sembra più incredulo che malizioso. Ride… una risata bella, intrigante. «Wow… Non pensavo fossi così diretto. Di solito sei uno di quelli che pensano troppo, no?» Ti guarda ancora per un secondo, gli occhi lucidi di una nuova curiosità. Poi abbassa lo sguardo sul telefono e lo solleva di nuovo verso di te. «Quindi... cosa vogliamo fare adesso? Chiamare qualcuno e uscire di qui, o restare ancora un po’? Tanto… se vuoi, posso dire che ti ci ho portato io qui dentro. Così nessuno ti rompe più le scatole.» Sorride di nuovo e, dal suo sguardo malizioso, capisci che sarebbe pronta a concedersi molto di in che un semplice bacio. Off game Eccitare qualcuno: 8+1=9 successo parziale. Decide di concedersi a te. @Theraimbownerd Orion Kykero La professoressa DuPont ti squadra da sopra gli occhiali, lo sguardo appuntito come una lama ben affilata. Per un attimo il silenzio in aula si fa denso, teso. «Non poteva andarci prima, durante il cambio d’ora, monsieur Kykero?» chiede con tono secco, scandendo ogni sillaba del francese con l’efficacia di una minaccia mascherata da buona educazione. Poi sospira, forse più per esasperazione che per reale concessione. Fa un cenno secco con la testa, come se ti stesse facendo un favore che non meriti. «Va bene. Ma non ci metta troppo.» Appena fuori dalla porta, la tensione ti scivola addosso. I corridoi sono deserti, e tu ti muovi a passo deciso, gli occhi che scrutano ogni dettaglio con freddezza chirurgica. Ripercorri mentalmente il percorso di prima: aula di matematica, niente. Nessuna traccia. Poi il bagno, ma anche lì solo odore di sapone troppo forte e qualche porta chiusa. Nessuna voce, nessuna ombra. Il cortile? Il solito silenzio sonnolento, punteggiato dai rumori lontani di una palla da basket che rimbalza in direzione della palestra. Quando ormai stai tornando sui tuoi passi, pronto a dichiarare fallita questa piccola missione personale, la tua attenzione viene catturata da qualcosa di più sottile: un suono ovattato, quasi impercettibile. Una risata. Femminile. Breve. Inaspettata. Ti fermi. Sei vicino alla porta chiusa di uno degli sgabuzzino, uno di quei locali tecnici che nessuno considera mai davvero. Ti avvicini. Qualcosa ti punge dentro: un istinto, un’intuizione, forse solo il solito tarlo che ti morde quando le cose non quadrano. Ti accosti. Trattieni il fiato. E poi lo senti chiaramente: la voce di Nathan, smorzata dalla porta spessa, distorta ma inconfondibile. Non riesci a distinguere le parole. Bingo! Lo hai trovato! Nathan. E in compagnia di una ragazza. Appartati dentro uno sgabuzzino. Forse la fortuna é tornata dalla tua parte questa volta!
  3. Li avevo descritti come due occhi d'ombra... chissà se mi riferivo al drago che è in scarlett o meno!! 🤷‍♂️🤷‍♂️
  4. Ahahahah... però a ben guardare l'ira dello spirito millenario darius l'ha già sperimentata... di scarlett sa solo che è una ragazza con cattive frequentazioni.. non sa nulla sulla sua vera natura e di quella della madre 🤣 @Ghal Maraz ... nathan nuovo sex symbol della scuola!! Tutte lo vogliono.. tutte lo desiderano! Ahahah.. comunque qua si attiva per forza la mossa "eccitare qualcuno"! @Theraimbownerd grande giocata far andare Orion a cercare Nathan proprio in questo momento!! Muahahahahahah 😈😈
  5. @Ghal Maraz Nathan Clark La penombra dello sgabuzzino rende tutto più irreale, come se stessi vivendo in una bolla sospesa. E Kathlyn... ride. Non una risata aperta, non una presa in giro. Un sorrisetto. Un angolo della bocca che si piega verso l’alto, mentre le sue pupille, scure e taglienti, si muovono veloci sul tuo volto. «No, Clark… non è uno scherzo.» La sua voce è bassa, quasi morbida, con un tono che non ti aspettavi. Poi aggiunge, inclinando leggermente il capo: «O almeno… non mio.» Fa un mezzo passo verso di te. Non è molto, ma in uno spazio già così angusto, cambia tutto. Senti il calore del suo corpo, la sua energia spavalda che si irradia come corrente. «E sì, ho il telefono. Ma fammi capire… vuoi davvero chiamare qualcuno?» Si morde piano il labbro, come se stesse valutando qualcosa… o forse solo giocando con te. «Sei qui, bloccato con me. E invece di goderti la situazione, vuoi scappare?» “Ha ragione! Lascia fare a me, mezzasega! Fatti da parte!” Avverti nuovamente quella voce che ieri, in mensa, ha preso il sopravvento. Lei ti scruta attentamente. «Devo essere onesta… non ti avevo mai notato davvero. Ma ieri… quando hai risposto a Edwards davanti a tutti…» Kathlyn si avvicina ancora. Ora siete a pochi centimetri. Ti fissa, poi sussurra con un mezzo sorriso: «Ti ho trovato inaspettatamente carino.» Poi alza le mani, con un gesto teatrale, lento, come in una sfida. «Se vuoi il mio telefono… prendilo pure.» Inarca un sopracciglio. «È nella tasca dei pantaloni.» La luce fioca danza sulle curve del suo volto e del suo corpo, che adesso è pericolosamente vicino. Le parole restano sospese. Il tempo anche. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Ti senti bene. Ti senti giusta. È come se qualcosa si fosse finalmente allineato, come se l’universo… o qualunque cosa ci sia dietro quel sogno assurdo… ti stesse riconoscendo il ruolo che ti spetta. Seduta al tuo banco, con il telefono fra le mani e lo sguardo che passa rapido da uno scandalo all’altro su Blabber, hai la netta sensazione di avere in mano la mappa del potere. Quando Emily entra, ti limiti ad alzare lo sguardo, impercettibilmente. La vedi parlare con Harper… quella sua camminata da “mi mimetizzo così nessuno mi nota davvero” e poi quel mezzo sorriso maldestro mentre dice qualcosa ti fanno sorridere… Povero agnellino! Emily ride. E stranamente… la cosa non ti infastidisce. Anzi. Le osservi con distacco, come se sapessi che nulla di quello che accade lì possa davvero toccarti. Il filo bianco, sottilissimo, che vedi partire dal tuo polso e arrivare fino al collo di Harper, teso ma non oppressivo, ti strappa un sorrisetto. Non lo vede. Non lo sente. Ma c’è. E ti dà potere. Quando lo sguardo di Harper incrocia il tuo per un solo istante, vedi quella scintilla di sfida nei suoi occhi. Il suo sorrisetto è furbo, quasi provocatorio. Tu glielo rendi con una calma assoluta, come se le dicessi sì, gioca pure… ma le regole le faccio io. Poi la prof Dupont entra in aula, con il solito passo deciso e quel modo rigido che la contraddistingue. Le chiacchiere si spengono immediatamente. Gli studenti si affrettano ai loro posti. Anche tu ti sistemi, ancora col telefono tra le dita, ma con lo sguardo già rivolto al futuro. @Voignar Darius Whitesand Sasha ti guarda in silenzio per un istante, il viso serio, immobile. Poi le sue labbra si piegano in una smorfia sottile, appena accennata, che potrebbe perfino essere un mezzo sorriso. Fa un piccolo sospiro, incrocia le braccia e ti risponde, voce calma: «È ok, Darius… sul serio. Non mi aspettavo una frase così viscida da te, e sì… mi ha dato fastidio. Ma…» alza un sopracciglio «…apprezzo che tu sia venuto a scusarti. Davvero. Pochi qui dentro lo farebbero.» Cammina verso l’ingresso dell’aula, e mentre passi con lei oltre la soglia, aggiunge: «Rimani il solito Darius, ok? Non cercare di fare il figo… e non fare lo $tronzo. Lascia quello ad altri.» Stai per andarsi a sedere quando incroci lo sguardo di Mei-Lin. Ti fissa dalla prima fila, occhi gelidi, mascella serrata. Uno sguardo tagliente, che ti trapassa come una lama. Non dice nulla, non serve. Poi si volta con un colpo secco e si siede composta, tirandosi indietro i capelli in un gesto quasi da sfida. Off game Ps. Giusto per correttezza di cronaca.. Harper é una lei 🤣🤣 @SNESferatu Ana Rivero Max resta in silenzio per un attimo, lo sguardo ora puntato su Darius mentre cammina fianco a fianco con Sasha. Li osserva scambiarsi qualche parola, poi ridacchiare. Sbuffa piano, quasi per scacciare i pensieri. Alla fine fa spallucce e ti dice: «A me sembra il solito Darius, sinceramente… prima l’ho anche sentito parlare delle sue solite robe coi dadi, con Ben. Tipo giochi di ruolo, tirate di carisma… le sue solite cose.» Si gira a guardarti mentre camminate verso l’aula. Esita un secondo, poi chiede a bassa voce: «Sei sicura di aver visto bene ieri? Cioè… davvero era lui? Perché… non so, non sembra affatto che abbia preso una botta, anzi. Sta bene. Pure troppo bene.» Si ferma appena davanti alla porta dell’aula, il tono si fa un po’ più deciso: «Comunque sì… forse hai ragione. Forse è meglio se gli parli da sola. Magari più tardi, quando siamo ancora a scuola, tipo in mensa. C’è sempre un sacco di gente. E io… io vi tengo d’occhio da lontano. Se succede qualcosa, intervengo subito, promesso.» Detto questo, ti accenna un mezzo sorriso di complicità ed insieme entrate in aula, vedendo arrivare la professoressa di francese. @Theraimbownerd Orion Kykero Alice ti guarda mentre rallenti il passo e resti lì, accanto alla porta dell’aula, con quel sorriso stirato che le racconta molto più di quanto tu stia dicendo a parole. Il suo volto si fa serio, ma non freddo… al contrario, c’è una dolcezza preoccupata nei suoi occhi mentre si ferma e si gira verso di te. «Orion… ma cosa te ne frega di quello che pensa Jeremy? Davvero. E di quelli che gli vanno dietro? Ma chi sono, alla fine?» Fa una piccola smorfia, le labbra accennano un sorriso, anche se le parole che arrivano dopo sono più calde che divertite. «Tu sei importante per chi ti vuole bene. Per me. Per Juno. Per Diana. Per… un sacco di persone che magari non te lo dicono tutti i giorni, ma lo pensano. Noi sappiamo chi sei. E non sei solo, ok?» Fa una pausa, ti guarda dritto, senza giudicare. Solo con quella sua sincerità disarmante. «Lo so che quando ti arrabbi poi vuoi risolvere tutto con la vendetta, ma non serve. Non devi dimostrare niente a nessuno. Davvero.» Si limita a sfiorarti il braccio, un tocco lieve, quasi timido. La osservi un attimo. L’ingenuità di Alice, la sua completa incapacità di comprendere e capire i giochi di potere e la loro importanza ti lascia sempre spiazzato. Poi riprende a camminare verso l’ingresso. «Dai, entriamo prima che arrivi la prof…» Giusto in tempo: la professoressa di francese compare all’angolo del corridoio. Alice si siede al suo posto senza aggiungere altro, ma prima di voltarsi ti lancia un’ultima occhiata fugace. È solo un attimo, ma ti arriva chiarissimo: lei non ti sta lasciando indietro. PER TUTTI TRANNE CHE NATHAN Quando la professoressa Dupont entra in aula, cala immediatamente un silenzio quasi innaturale. Anche chi fino a un secondo prima stava sussurrando o giocherellando con il telefono si blocca di colpo. È come sempre impeccabile: un tailleur grigio perla dal taglio elegante, una camicetta avorio e un paio di scarpe sobrie ma perfettamente lucidate. I capelli biondi non sembrano mai conoscere la minima disobbedienza. Il suo profumo è delicato e costoso, la sua postura rigida come la sua reputazione. L'accento francese, appena percettibile, rende le sue frasi più taglienti, come se ogni parola fosse affilata su una lama di precisione. Vi osserva per bene, notando due banchi vuoti. Sfoglia rapidamente l’elenco degli studenti e si ferma a metà, aggrottando appena le sopracciglia. «Bene. Noah è assente e risulta giustificato. Ma... Nathan Clark era presente alla prima ora. Qualcuno sa dove si trovi ora?» chiede, lo sguardo che scivola da uno studente all'altro, appuntito come una lama nascosta dietro l’educazione. Una pausa. Durante la quale vi rendete effettivamente conto che Nathan non é ancora arrivato in aula. «Vi ricordo che il ritardo non è tollerato in questa classe, se non ottimamente giustificato. Chiaro?» Alcuni annuiscono in fretta, altri fissano la cattedra, qualcuno lancia occhiate furtive ai compagni. Poi, come se nulla fosse, la professoressa si gira verso la lavagna e comincia la lezione. «Oggi parleremo del discours indirect au passé. È fondamentale capire come trasformare correttamente una frase diretta in una riportata nel contesto del passato. Quindi... prendete il vostro libro a pagina 142.» E così, la voce della professoressa Dupont, chiara e precisa, inizia a riempire l’aula e la occuperà per una lunga noiosa ora. @Voignar Darius Whitesand Mentre la voce della professoressa Dupont si muove tra esempi, regole e rimproveri, tu sei lì a fissare il libro aperto, ma senza davvero leggerne una parola. Le frasi ti scivolano addosso, troppo monotone per restare aggrappate alla tua attenzione, troppo lontane da ciò che ti brucia dentro. Poi, un pizzicore. Alla base del collo, improvviso. Fastidioso, insistente. Ti gratti, quasi distrattamente, ma la sensazione non se ne va. Anzi, peggiora. Si fa più calda, più viva. È come se qualcosa si stesse muovendo sotto pelle, o... dentro. E senza sapere perché, senza pensarci davvero, ti giri di colpo verso la finestra. E lo vedi. Laggiù, al limite del bosco, una figura alta, scheletrica, immobile tra gli alberi. Il mantello nero ondeggia leggermente come se respirasse da solo. Dove dovrebbe esserci un volto c’è un teschio di cervo, le corna spezzate che puntano al cielo come monito. È lui. È quella cosa. Quella che ti ha quasi ucciso ieri, al cerchio di pietre. E ora ti sta guardando. O almeno, lo senti così. Perché anche se siete lontani almeno cento metri, quando quel braccio sottile si alza e ti punta, non hai dubbi: si sta rivolgendo a te. Il pizzicore diventa bruciore, come se quel simbolo sulla tua pelle stesse reagendo a qualcosa. Pulsante, vivo, come se avesse una volontà propria. E poi, nella tua mente, una voce. Grave. Antica. "Portami lei. Portami colei che arde dentro. L’Alba la desidera." È come se un urlo si schiantasse contro le pareti del tuo cranio. Ti pieghi leggermente in avanti, chiudi gli occhi per un secondo mentre il dolore ti attraversa la testa come una lama. E poi… silenzio. Riapri gli occhi. La figura non c’è più. Ti volti, ancora con il fiato spezzato, e lo sguardo ti cade su Scarlett. È lì, il viso rilassato, come se nulla fosse. Ma tu lo sai. Non sai come, non sai perché. Ma era di lei che la voce nella tua testa stava parlando.
  6. Puahahahah... beccato 🤣🤣 si si.. non essendo uno scrittore esperto, ma volendo curare un po la forma e la scorrevolezza del testo diciamo che le tecnologie moderne aiutano.. butti giù il testo che hai in mente senza perderci infinito tempo a curare la forma e lo stile e poi lo rendi piacevole da leggere con l'ai... accorcia un po le tempistiche 🤣🤣 Ne approfitto per richiedervi un feedback sul ritmo... troppe cose in troppo poco tempo??? Preferireste in alcuni momenti andare un po "avanti veloce" per fsr sembrare tutto più dilatato nel tempo?
  7. @Voignar Darius Whitesand Osservi Mei-Lin allontanarsi con il mento alto e l’aria altezzosa, senza più degnarti di uno sguardo. Eppure, per quanto il suo giudizio ti bruci addosso come carta vetrata, non è lei ora la tua priorità. È Sasha. Hai bisogno di rimediare, o almeno provarci, a quella figuraccia… a quell’assurda frase uscita dalla tua bocca e che nemmeno tu sai spiegarti. Così ti fiondi nel corridoio a passo svelto, il cuore che ti martella come se stessi andando incontro a una sentenza. La vedi poco più avanti, accanto a Emily. Stanno chiacchierando, sembrano perfettamente a loro agio, ed è in quel momento che ti senti ancora più fuori posto. Ma non puoi tirarti indietro adesso. «Sasha!» chiami, appena a distanza sufficiente da non dover urlare. Lei si volta, lo sguardo prima sorpreso… poi infastidito. «Ancora? Che vuoi ora, Darius? Sto parlando con Emily.» Ti senti sprofondare, pronto a balbettare qualcosa… qualsiasi cosa… quando, come una benedizione, interviene Harper. Ti affianca, si schiarisce la voce e dice, rivolgendosi a Emily con tono neutro: «Ehi, scusa, puoi venire un attimo? Volevo chiederti un parere… una cosa veloce, niente di che.» Emily la guarda, poi a te, poi a Sasha. Fa un piccolo sorriso comprensivo e annuisce. «Certo.» E si allontana con Harper, lasciandoti da solo con Sasha. Lei sbuffa piano, scuote appena la testa, poi torna a guardarti. Il fastidio è ancora lì, ma c’è anche qualcos’altro: rassegnazione, forse. «Che c’è, Darius?» Il tono ora è più stanco che arrabbiato. Riprende a camminare verso l’aula di francese. E tu, senza nemmeno pensarci, le vai dietro, quasi trotterellando per restarle al passo. Non sai bene da dove iniziare, ma ormai sei qui. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Appena ti avvicini, Jared si gira verso di te con un mezzo sorriso sorpreso. I suoi capelli neri gli cadono un po' sugli occhi e, come al solito, il suo naso troppo pronunciato rovina quel poco di fascino che potrebbe avere. «Ohi, Scarlett…» ti saluta, già infilando delle monete nella macchinetta per offrirti il caffè. Quando poi inizi a parlargli: «Esatto… erano cinquanta.» Ti guarda un attimo, mentre infila una mano in tasca per prendere le banconote. Ma alla tua proposta, la mano con i soldi si ferma ancora mezza inserita nella tasca. Li ripone, incuriosito, inclinando appena la testa. «Wade? Mh… non ci vediamo spesso, però sì, siamo ancora in confidenza.» Poi esita un attimo, scrutandoti. «Perché?» Alla tua richiesta, resta in silenzio per un attimo, valutandoti, e poi allarga un sorriso sorpreso. «Quindi… mi stai dicendo che basta che gli dico di venire da te alla zona ristoro in pausa pranzo e siamo a posto?» C’è una scintilla di entusiasmo nei suoi occhi ora. Poi si sistema la giacca, come se avesse appena concluso un accordo di alto profilo. «Certo che glielo dico! E gli dico anche di essere…» si guarda attorno con aria teatrale e abbassa la voce, «abbastanza discreto!» Ti fa l’occhiolino e, con un gesto esagerato ma non ostile, ti dà una pacca leggera sulla spalla. «È sempre un piacere fare affari con te, Scarlett. Sei la migliore.» Poi si allontana, col suo solito passo un po’ ciondolante, lasciandoti col caffè ancora caldo tra le dita e la sensazione che tutto stia andando esattamente come volevi. Off game É stato più cattivo da parte tua ignorarle tutte tre e sceglierne una quarta 🤣 Comunque ottimo che ci hai pensato tu a definirci era questo debitore e quale fosse il debito… almeno non ho dovuto pensarci io 🤣🤣 @SNESferatu Ana Rivero Alla tua prima domanda, Max alza le spalle con un’espressione da “chi ci capisce è bravo”. «Bah… Greg pensava che lo stessimo prendendo per il culo… poi però ha iniziato a dire che ce l’aveva detto, che sua cugina aveva ragione, e che non saremmo dovuti andare come aveva detto lui… quindi boh… alla fine, ci ha creduto.» Fa una pausa, ti osserva, poi aggiunge: «Io, boh… avevamo fumato un po’, ok, ma solo erba, mica cavolate allucinogene…» Abbassa lo sguardo sul tuo telefono quando gli mostri la foto. «Por*a put**na… è lui!» sussurra, abbassando la voce a metà imprecazione, accorgendosi solo dopo di aver alzato il tono. «Con le corna e tutto il resto! Tu comunque sì che hai le palle, sorella… Sei molto più cool di quello che fai vedere.» Rimane per un attimo lì, rapito dalla foto, poi segue il tuo gesto mentre scrivi. Gli occhi gli si fanno grandi, increduli. «Darius?» leggi chiaramente dalle sue labbra, anche se non esce un suono. Poi il suo sguardo si sposta rapidamente nel corridoio, fino a posarsi su di lui: sta parlando con Sasha. Quando Max si gira di nuovo verso di te, lo fa avvicinandosi ulteriormente. Il suo volto è vicino al tuo, abbastanza da farti percepire un inaspettato ma piacevole profumo di colonia, caldo e legnoso. «Forse dovremmo parlargli? Chiedergli cosa è successo?… e se sapeva chi cavolo era quel folle con la testa da cervo?» Si scosta appena, ma ti guarda con intensità. Sta aspettando una risposta. Un tuo verdetto. @Theraimbownerd Orion Kykero ChatGPT ha detto:Quando ti sente parlare, Alice in un primo momento abbozza un sorriso. Ti guarda con gratitudine sincera, come se le tue parole le facessero davvero bene. «Grazie… davvero, Orion. Lo so che ci sei. Sei sempre stato dalla mia parte.» Ma poi il tuo tono cambia. La rabbia che si insinua nella tua voce la colpisce come un’onda fredda. Il suo sorriso si smorza piano. Ti osserva meglio, come se volesse leggerti dentro. «Ehi…» dice piano, con tono cauto. «Lo so che Nathan non è perfetto. È strano, sì… ma non è cattivo. E… non penso si meriti di finire nei guai solo perché non prova qualcosa per me. Non funziona così, no?» Fa una pausa, abbassando lo sguardo a terra, e poi torna a guardarti, con un’espressione più preoccupata che offesa. «Ma… tu? Stai bene, Orion?» Inclina leggermente la testa, come fa sempre quando vuole capire meglio le cose. «È solo per me che sei così arrabbiato… o c’è dell’altro?» @Ghal Maraz Nathan Clark Sei ancora lì, rintanato nello sgabuzzino, quando senti delle voci passare oltre il corridoio. Una è inequivocabile: Cory Edwards. La sua risata tronfia ti arriva nitida, accompagnata da quella di un paio di altri idioti della sua cricca. Ti fermi immobile, trattenendo persino il respiro. Passano oltre, e il rumore si allontana. Ok. Forse sei salvo. Stai quasi per riaprire la porta quando invece… si apre da sola. Una sagoma compare nell’apertura. Kathlyn Rodriguez. Ti sembra si chiami così… Una delle compagne pallavoliste di Emily. Ti guarda con finta sorpresa per un secondo, poi sorride… di quel sorriso che fa venire voglia di scappare o baciarla, ma non sai mai quale delle due sia la scelta più saggia. «Clark?» dice con voce maliziosa. «Ma davvero ti stai nascondendo in uno sgabuzzino? Che scena triste.» Entra senza nemmeno chiedere permesso, richiudendosi la porta alle spalle con un piede. È tutta dinamica, grossi occhi azzurri vivaci, capelli sbarazzini che le arrivano sopra le spalle. Indossa ancora la felpa della squadra di pallavolo. Ti squadra con un misto di divertimento e sfida. «Fammi indovinare. Spiavi qualcuno? O aspettavi qualcuno?» si appoggia alla mensola dietro di te, piegando la testa di lato. Porta il dito indice sul suo labbro, con un’espressione pensierosa come se volesse dedurre lei stessa la risposta alle sue domande. Stai per replicare… o forse balbettare… quando all’improvviso scatta la serratura. Kathlyn si gira verso la porta di colpo. Qualcuno l’ha appena chiusa da fuori. C’è un secondo di silenzio, poi una voce femminile che non conosci dice: «Sei bravo a fare il topo, Clark... Ma occhio che se ti chiudi in uno sgabuzzino con una ragazza, magari stavolta qualcun altro fa la spia. Sai com’è, le voci girano in fretta.» Poi passi che si allontanano, accompagnato da una risatina. Kathlyn ti guarda, prima sorpresa e vagamente “spaventata”, poi però cambia espressione e si lascia andare in una risatina incredula. «Okay… questo si fa interessante. Credo proprio che potremmo essere nei guai!» Sei chiuso dentro con lei. Con Kathlyn Rodriguez. E tra non molto la lezione di francese avrà inizio. Off game Scusa per il precedente messaggio un po’ vuoto.. volevo lasciare una possibilità a Scarlett di venire a parlarti ma ha scelto di percorrere un’altra strada eheh… Ho rimediato subito mettendo Nathan ancora un po’ più nei casini eheh.. Ps. Kathlyn Rodriguez si era già vista nella scena della mensa di lunedì.. se vuoi nella sezioni png c’è già una sua immagine e descrizione.
  8. Eccomi.. ho risposto, scusate ancora il ritardo!
  9. @Voignar Darius Whitesand Alla tua prima battuta, Sasha ti regala un sorriso spontaneo, quasi divertito. «Ahah… No no, non credo faccia per me!» risponde con tono amichevole, scuotendo la testa. È chiaro che non ci sia malizia nel suo rifiuto, solo un’onesta distanza da quel mondo fatto di dadi e immaginazione. Ma quando rilanci con un'altra frase, stavolta più ambigua e strizzando l’occhio al doppio senso, l’atmosfera cambia di colpo. Il sorriso di Sasha si spegne, sostituito da un’espressione tesa: arriccia il naso e ti fissa con le sopracciglia aggrottate. «Vacci piano, Darius!» ti dice con voce ferma, scocciata. «Ti ho detto di no. Non sono interessata ai tuoi... giochi di ruolo.» Le parole ti colpiscono più di quanto vorresti ammettere. Anche Ben si volta verso di te con uno sguardo perplesso, quasi sorpreso, come se non si aspettasse una tua uscita simile. Non dice nulla, ma i suoi occhi parlano chiaro. Per fortuna, l’ingresso del professor Rowe mette fine all’imbarazzo prima che si possa trasformare in qualcos’altro. Tu, Ben e Sasha prendete posto ai rispettivi banchi in silenzio, lasciando cadere l’incidente come se fosse già lontano. Quando la lezione termina, ti stai appena alzando per raccogliere le tue cose dal banco, ancora mezzo immerso nei pensieri, quando davanti a te compare Mei-Lin. Non fa nulla per nascondere la sua presenza: lo sguardo è affilato, la postura impeccabile, e l’aria che si porta dietro è quella di chi sta per recitare una sentenza. «Spero vivamente che la verifica di giovedì ti vada pessimamente!» ti parla con tono carico di una sottile, ma chiarissima ostilità. C'è un accenno di risentimento nella voce, il tipo di amarezza che non nasce solo da una delusione scolastica. «Così magari la smetti di perdere tempo con… i tuoi giochi di ruolo.» Le dita si sollevano in aria per sottolineare con delle virgolette sarcastiche quelle ultime parole, come se si trattasse di un vezzo infantile più che di una passione. Nel dirlo, noti che il suo sguardo scivola rapidamente verso la porta dell’aula, dove Sasha è già in procinto di uscire. È un’occhiata fugace, ma carica di significato. Quando Mei-Lin torna a fissarti, lo fa con uno sguardo che è un misto di rimprovero e qualcosa che non riesci a decifrare del tutto: forse gelosia, forse delusione, forse entrambe le cose. Poi, senza aggiungere altro, ti passa accanto con passo deciso, il mento alto e l’aria sprezzante di chi vuole essere sicura che tu sappia di aver sbagliato. E in un attimo, anche lei è fuori dall’aula. Off game Eccitare su Sasha: 3+1=4 fallimento Segna 1 ESPERIENZA @TheBaddus Scarlett Bloomblight Appena entri in classe con quei dieci minuti di ritardo, ti prepari già mentalmente alla ramanzina. Ma il professor Rowe si limita a sollevare lo sguardo su di te: un’occhiata veloce, intensa, intrisa di una strana miscela di rimprovero e preoccupazione. Dura solo un istante. Poi lui sospira piano e dice semplicemente: “Non preoccuparti, Scarlett. Prendi posto.” E così riprende a spiegare, lasciando che la lezione scorra senza ulteriori richiami, come se il tuo ingresso non avesse realmente interrotto nulla. Ti siedi, e pian piano ti lasci andare, riprendendo controllo del respiro, dei pensieri, di te stessa. Per tutta la lezione ti senti stranamente lucida, anche se ogni tanto gli occhi ti scivolano, involontari, verso Emily. Non vi siete dette ancora nulla oggi. Eppure ieri era successo qualcosa, qualcosa che ancora ti brucia addosso come una carezza interrotta a metà. Durante la lezione l’hai osservata spesso, sperando che anche solo per un secondo lei ti ricambiasse. Ma niente. Quando suona la campanella e Rowe raccoglie le sue cose, salutandovi senza nemmeno più degnarti di uno sguardo, ti senti stranamente sollevata. Ti alzi con calma, ed è in quel momento che i tuoi occhi si posano di nuovo su di lei. Emily ti guarda. Ti regala un sorriso, piccolo, timido, e solleva la mano in un gesto accennato di saluto. Il cuore ti si stringe… …ma poi la vedi voltarsi verso Sasha, rispondere a qualcosa che le ha appena detto, e in un attimo l’illusione si rompe. Esce dalla classe, fianco a fianco con lei. Il peso nello stomaco si fa più acuto. Il mio tesoro. E in quel momento lo sguardo ti cade su Harper. Ti sta osservando. Uno sguardo lungo, silenzioso, difficile da decifrare: ostile sicuramente, ma c’è anche qualcos’altro, una sfumatura di sfida… e forse, solo forse, un’ombra di timore. Poi anche lei si volta e segue Emily. Non ci pensi due volte: raccogli in fretta le tue cose e corri fuori nel corridoio. Emily è ancora visibile, più avanti, con Sasha accanto. Harper le segue da vicino. Hai un istante di esitazione, pronta a correre loro dietro… quando li vedi. Tanaka, Cory Edwards e il loro branco sbucano da un corridoio laterale con la solita andatura strafottente. Stanno ridendo forte di qualcosa, come se avessero già deciso che chiunque incontreranno sarà la loro prossima vittima. E lì, sulla traiettoria perfetta dei loro sguardi, vedi Nathan. Anche lui li nota, si irrigidisce per un attimo, poi scatta. Riconosci lo scatto, quel movimento istintivo dettato più dal bisogno di sopravvivere che da un vero pensiero lucido. Si infila di colpo in uno sgabuzzino con la porta socchiusa. E tu resti lì, nel mezzo del corridoio. A pochi metri da Emily… che non è venuta da te ed ora é insidiata da Harper. A pochi metri da Tanaka che, col suo sguardo sicuro e i suoi tatuaggi, ti fa sentire le farfalle nello stomaco e insieme un disprezzo viscerale. I tuoi due tesori più preziosi… in questo momento entrambi così vicini e a portata. E poi Nathan… Solo una monetina… ma una monetina di scambio che in questo momento potrebbe significare molto per il raggiungimento dei tuoi obiettivi. Un’occasione più unica che rara per parlargli faccia a faccia senza orecchie indiscrete. Off game Sono concorde sul fatto che alla prossima situazione simile si potrebbe innescare il tuo se oscuro. Comunque adesso a te la scelta su chi seguire! 😁😁 @Ghal Maraz Nathan Clark Appena esci dall’aula, ancora un po’ frastornato dalla lezione e da tutto il resto, ti dirigi verso il tuo armadietto con la mente già rivolta altrove. Recuperi il telefono in fretta, sperando in una notifica, una spunta blu. Qualcosa. Ma niente. Il messaggio a Noah è ancora lì, ignorato. Nessuna risposta, nessuna conferma di lettura. Sbuffi piano, quasi senza accorgertene, poi richiudi l’armadietto con un colpo secco, deciso ad avviarti verso l’aula di francese. Non appena sollevi lo sguardo, lo vedi: Cory Edwards e il suo gruppo avanzano nel corridoio. Stanno ridendo di qualcosa e si muovono con quell’atteggiamento da padroni del mondo, come se ogni metro del pavimento gli fosse dovuto. Vengono verso dite, ma non sembrano averti ancora visto. Ti si stringe qualcosa dentro. Prima ancora di rendertene conto, lo sguardo ti cade su una porta semiaperta poco più avanti: uno sgabuzzino delle pulizie. Senza pensarci due volte, ti ci infili, chiudendo la porta il più silenziosamente possibile alle tue spalle. Ti ritrovi al buio, stretto tra un carrello con mop e secchi arrugginiti, un paio di taniche con etichette scolorite e quell’odore acido che hanno solo i disinfettanti dimenticati. Fuori, i passi si fanno più vicini. Poi si allontanano. Nel silenzio, la vocina torna. "Cagasotto." Un sussurro tagliente, familiare. Forse è solo un pensiero, o forse è davvero quella voce che ogni tanto si insinua nella tua mente. Ti chiedi se hai fatto la cosa giusta. Se era davvero necessario infilarti lì dentro, come un codardo. O se non sarebbe stato meglio continuare a perorare la tua lotta come hai fatto ieri. Eppure, lì, tra detersivi e dubbi, non è facile capirlo. @Theraimbownerd Orion Kykero Hai passato tutta la lezione come in una bolla, incastrato tra logaritmi e fantasie di vendetta. Il tuo corpo era in aula, certo, ma la tua mente era altrove… troppo impegnata a ribollire nel rancore. Ancora non riesci a capacitarti dell’umiliazione subita, e il fatto che nessuno abbia preso le tue difese o sia venuto poi a parlarti per consolarti non fa che gettare benzina sul fuoco. Ti hanno dimenticato. Loro. Tutti. Come se non fossi stato tu fino a ieri a dettare le regole. Come se non fossi tu la figura centrale, il riferimento, l’ago della bilancia. Adesso ti guardano appena, o peggio: ti ignorano. Che delusione! Jeremy ha dato il via alla frana. Ma non è solo lui che deve pagare. Tutti quanti devono ricordarsi chi comanda davvero. La scuola è tua. Lo è sempre stata. E presto… prestissimo… lo sarà di nuovo. Il suono secco della campanella ti colpisce come uno schiaffo e ti fa alzare di scatto. Raccogli le tue cose con movimenti rapidi, tesi. Sei sul punto di scattare fuori dall’aula con la mente ancora immersa nei pensieri velenosi, quando una voce ti rallenta. Alice. Ti si è affiancata nel corridoio, camminando accanto a te senza farsi troppi problemi. Ma sembra del tutto ignara del tuo stato d’animo: del tuo livore, della frustrazione che ti si agita sotto pelle come un serpente svegliato troppo presto. Anzi, inizia a parlarti dei suoi problemi. «Ieri…» dice, guardando dritto davanti a sé, «con Nathan... ci ho provato, sai? Cioè, niente di grosso, solo... ho cercato di prendergli la mano, di fargli capire che ero lì. Che lui mi piace…» Fa una piccola pausa, si morde un angolo del labbro. «Ma niente. Era come... come se non se ne fosse nemmeno accorto. Come se io fossi... trasparente, capisci?» Abbassa lo sguardo per un attimo. «Non lo so, forse sono io che ho frainteso tutto. Ma… Uffi... Non mi aspettavo il grande gesto romantico, ma almeno... un segno, qualcosa. Non credo proprio di piacergli, sai?» Poi solleva di nuovo lo sguardo verso di te, con un sorriso forzato. Off game Scusa se continuo a rimarcare sempre sul senso di frustrazione di Orion… ma ti ricordo che è nel suo se oscuro! 😂😂 @SNESferatu Ana Rivero Passi buona parte dell’ora con la mente lontana dalla lavagna e dai logaritmi, a ripercorrere mentalmente ogni dettaglio della conversazione con Eliza. Il modo in cui ti ha guardata, come se vedesse qualcosa in te che nemmeno tu sei sicura di conoscere. E poi quella sua espressione indecifrabile, un misto di curiosità e reticenza. Non riesci a toglierti dalla testa la tua provocazione: "Quindi mi hai scelto solo perché non c'è di meglio. Dovrei sentirmi offesa" Era solo un modo per stuzzicarla… ma ora vorresti sapere davvero cosa avrebbe risposto. Cosa avrebbe detto se il professor Rowe non fosse piombato in classe, spezzando tutto come una lama nel vetro sottile. Il resto della lezione scivola via mentre la tua mente ti riporta di continuo nel bosco, a ieri pomeriggio, a quell’incontro con la figura mascherata. L’adrenalina, la paura, le domande senza risposta. Quando la campanella suona, ti scrolli appena, come se ti risvegliassi da un sogno troppo intenso. Lo sguardo corre subito verso Eliza. La vedi mentre si sistema i capelli con un gesto elegante, quasi inconsapevole, raccoglie i suoi libri con calma… ed è un attimo: vorresti avvicinarti, parlarle ancora. Ma ti trattieni. Non vuoi sembrare appiccicosa. Non vuoi rovinare nemmeno quella reputazione da snob che ti sei cucita addosso. E soprattutto, Max ti aspetta. Lo noti appena fuori dall’aula, spalle appoggiate al muro, cappellino di lana calato sulla fronte. Ti guarda, e ti pare chiaro che ti stesse aspettando. Quando lo raggiungi, alza una mano per salutarti con quel suo gesto da fratello maggiore di strada. Forse si aspetta che tu la strina? «Yo sorella!» dice con un mezzo sorriso, «incredibile ieri, eh? Quel tipo con la maschera era completamente fuori!» Scuote la testa, poi aggiunge: «Quando lo abbiamo raccontato a Greg pensava che stessimo sparando cavolate… sembrava convinto che fosse uno scherzo, tipo una candid. Ma giuro, quello aveva fumato più di noi per ridursi a girare così nel bosco!» Ride, ma non del tutto. Il suo tono ha quella sfumatura leggera, come se volesse alleggerire qualcosa che invece lo inquieta. Poi, si fa più serio. La sua voce si abbassa, perde mordente, quasi esitante. «Chi pensi che fosse comunque? Cioè… secondo te è uno di cui ci dobbiamo preoccupare? Tipo davvero?» Ti guarda negli occhi, aspettando una tua risposta… con un’espressione speranzosa che vorrebbe solo vederi minimizzare anche te la cosa.
  10. Ciao ragazzi... scusate ma questa settimana sono bello carico a lavoro e gestire le vicende di 5 pg per bene richiede tempo 😄😄 difficilmente riuscirò a postare tra oggi e domani.. dovrei riuscire nel weekend
  11. Che tu abbia successo o meno comunque la narrazione ci guadagna.. in un modo o nell'altro.. e pure Darius.. la ragazza o l'esperienza se la porta comunque a casa 🤣
  12. @Voignar è un tentativo di ecciare qualcuno quello su sasha?? 🤣🤣
  13. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Ti fermi. La guardi mentre prova a reggere il confronto, cercando di sembrare fredda, distaccata, superiore. «Non me ne frega un cavolo di quello che fai, Scarlett. Né di te, né delle tue patetiche macchinazioni. Non ho nessuna intenzione di mettermi in mezzo a faccende che non mi riguardano.» Le sue parole hanno il tono di chi vorrebbe crederci, mai suoi occhi la tradiscono. E poi fai quel passo avanti. La tua presenza le si riversa addosso come un'onda. Non serve urlare, non serve nemmeno alzare il tono: basti tu, così come sei, perché lei si faccia un po’ più piccola. Questa volta lo vedi chiaramente… le spalle si abbassano, gli occhi fuggono per un secondo, e il corpo cede appena. Ti senti nuovamente come nel sogno: eroticamente nuda, immensa, potente… e gli altri al loro posto, ai tuoi piedi. È in quel momento che Harper indietreggia davvero, un passo maldestro, e perde il controllo del suo taccuino. Cade con un tonfo sordo a terra e, con lui, qualche foglio si sparge nell’aria. Si abbassa istintivamente per raccogliere il tutto… Ma uno dei fogli si é staccato dagli altri ed è finito sulla punta della tua scarpa. Ti chini a raccoglierlo, quasi per riflesso. E lo leggi. È una poesia. Breve, scritta con calligrafia ordinata, forse rivista e riscritta più volte. La tocchi con gli occhi prima ancora che con le dita, e mentre lo fai, senti Harper trattenere il fiato. Non dice nulla. Non prova nemmeno a fermarti. Non so se hai capito che ti guardo non come si guarda un tramonto ma come si guarda il fuoco sapendo che brucia ma restando comunque lì, scalzi. Emily. Il nome è lì, in basso, nascosto all’interno di un piccolo cuore. Ti basta per mettere insieme tutto. Non serve altro. Sollevi lo sguardo e la fissi. Lei è tesa, congelata. Occhi spalancati, guance arrossate. Vergogna, forse. Rabbia. O paura. Un miscuglio che ti fa quasi sorridere. Poi riacquista il controllo, scatta verso di te e ti strappa il foglio di mano con foga. Ma ormai hai letto. Ormai hai in mano qualcosa. Qualcosa che parla di lei molto più di quanto lei sia mai riuscita a dire a voce. Come ogni volta, lo senti. Quel filo argentato che si forma sottile dal tuo polso, come seta viva che si collega al suo collo e la tiene vincolata a te. «Qu.. questi sono ca**i miei, invece… Stai fuori anche tu dagli affari miei…» lo dice con poco convinzione, quasi ti fa tenerezza. Poi, dopo averti fissata con risentimento e disprezzo si allontana da te, in direzione della classe. Off game Ho deciso di giocarmelo così il FILO che ottieni su Harper. @Ghal Maraz Nathan Clark Cerchi di respirare. Di restare immobile. Invisibile. Ma il tuo corpo ha altri piani. E purtroppo anche lui. Quella vocina. La odi. Ma è sempre più presente. Sempre più tua. E in questo momento, mentre cerchi di dissimulare con la sedia, con la cartella, eccola lì, che riprende a cantilenare nella tua testa con tono stridulo e beffardo, come una filastrocca oscena sussurrata tra i denti: "Il tuo ca**o sta scoppiando, lo sente anche la prof, sai? Basta che ti tocchi un secondo, e fai un macello, proprio lì. Guardala, come muove le labbra... Dai, baciala. Fallo adesso." Ride. Ride come un cartone animato cattivo nella tua testa, mentre tu hai la fronte sudata, la mascella contratta, e il cuore che batte come un tamburo impazzito nel petto. Ti senti infuocato e gelato insieme. I muscoli del collo tremano e per un attimo pensi davvero che potresti svenire. O peggio. Ma poi… un attimo di lucidità. Trovi la voce, che ti esce tutta storta e impacciata, ma esce. Le parole vanno. Ti afferri a loro come a una scialuppa Lei ti guarda. Un sopracciglio alzato. Forse divertita, forse perplessa. Ma non ti incalza. Sorride con un’espressione gentile e risponde: “Tirarle fuori è sempre la parte più difficile. Ma è anche quella in cui si scopre chi sei davvero. Pensaci.” E proprio in quel momento la porta si apre. Ti volti di scatto, ancora in tensione, ancora con la trappola evidente nei pantaloni. Entrano alcuni studenti del primo anno. Voci, passi, zaini che sfregano. Ma il tempo per te rallenta ancora. Due ragazze si fermano appena oltre la soglia e salutano la professoressa. Una di loro ti guarda incuriosita. Poi il suo sguardo si posa lì. Lo nota. Sussurra qualcosa all’altra che si porta subito la mano alla bocca per trattenere una risatina. Il sangue ti va tutto in faccia. Un’ondata rovente. Potresti affogare nella vergogna. La professoressa Lane, apparentemente ignara… o incredibilmente diplomatica… non mostra il minimo segno di aver notato qualcosa. Ti guarda con un sorriso pacato e, con un cenno della mano, dice: “Grazie ancora, Nathan. Non voglio farti fare tardi alla prossima lezione. Vai pure.” Le sue parole suonano come un miracolo. Ti alzi in piedi, cercando di tenere lo zaino davanti a te con la grazia di un ninja imbarazzato. Non corri. Ma quasi. Attraversi la porta come se ti stessi lasciando alle spalle il campo di battaglia. Le risatine delle due ragazze ti seguono come lame affilate. Ma sei fuori. Sano e salvo. Davanti a te, in fondo al corridoio, c’è l’aula del Professor Rowe. Non vedi l’ora di chiuderti lì dentro. Magari anche di sparire per un po’. @Voignar Darius Whitesand Sorridi divertito quando vedi Sasha accettare la proposta con un’alzata di spalle e un: "Perché no, dai, facciamolo." Perfino Ben sembra tirare un mezzo sospiro di sollievo e accenna un sorriso timido, ancora un po’ imbarazzato ma visibilmente grato. Vedi che apprezza: non state facendo finta che non sia successo nulla, ma neanche gliela state facendo pesare. È come se gli steste dicendo che quella roba non ha il potere di decidere chi è davvero. Vi stringete davanti al tuo cellulare, tu al centro, Sasha e Ben ai lati, e scattate il selfie. Usi gli stessi sticker idioti del post anonimo, ma stavolta li rivoltate a vostro favore: cappello da mago su Ben, occhi brillanti da strega su Sasha, una barba finta su di te. Poi posti tutto con la caption "Evocazione riuscita" seguita da un’emoji a forma di fulmine e una stellina. Nel momento in cui premi “invia”, lo sguardo ti cade istintivamente su Orion. Lo vedi seduto al suo banco, le mani che stringono il bordo del legno con una tensione che ti fa pensare potrebbe spezzarlo a metà. Lo vedi scorrere nervoso il feed sul cellulare. I suoi occhi diventano due braci roventi. Ti sorprende quanto poco ci metta a passare dal compiacimento alla furia. E per un secondo ti domandi: è stato davvero lui a postare quella roba? Ma non c'è tempo per pensarci troppo. Alla tua proposta a Sasha, lei sorride con una mezza risata: "Nah, troppo poco movimentato per me. Tutto quel tempo seduti a parlare, e a tirare dadi… io ho bisogno di correre, spostarmi, fare cose vere. Cioè, belle le storie, ma poi mi viene l’ansia se sto ferma troppo." E riesci a immaginartela, in effetti, a combattere draghi veri più che a interpretarli a un tavolo. Non fai in tempo a risponderle che il professor Rowe entra in aula. Tu, Sasha e Ben vi affrettate a sedervi, mentre il brusio generale si spegne lentamente. Ti siedi, ma non puoi fare a meno di lanciare ancora uno sguardo a Orion, che sembra una pentola a pressione a due secondi dall’esplosione. @SNESferatu Ana Rivero Ti colpisce il modo in cui Eliza si ferma all’improvviso, un attimo sola nei suoi pensieri, mentre si scosta una ciocca chiara dal viso con un gesto lento, quasi distratto. Poi i suoi occhi si posano su di te. E non è uno sguardo a caso: ti studia, come se volesse davvero capire chi sei sotto il sarcasmo, sotto i sorrisi a metà, sotto tutto quel “non mi interessa” che porti addosso come un cappotto. Poi, con voce più morbida di quanto ti aspettassi, dice: "Sì, anche io dovrei studiare matematica, in effetti. Come il resto del mondo che non è occupato a far finta di essere Shakespeare in aula teatro." Fa un mezzo sorriso, quello strano tipo di sorriso che può voler dire un sacco di cose. "Però pensavo... magari c'è qualcosa di più divertente da fare. Qualcosa di più rischioso. Qualcosa che non si potrebbe fare, tipo… qualcosa che si racconta solo se va bene, e se va male si nega." C’è un silenzio breve, poi la sua voce riparte, stavolta con una punta di giustificazione. "Cioè, gli altri che non fanno teatro sono tipo... Tyler, che è praticamente un boy scout con le sneakers." Si gira leggermente per osservarlo, poi si limita a un’alzata di spalle. "Ben... beh, è Ben." Lo dice senza cattiveria, solo con realismo. "Noah... è praticamente invisibile. E Mai-Lin è... Mai-Lin." Una pausa. Poi ti guarda di nuovo, in modo diretto. "Tu invece mi sembri una che potrebbe essere di compagnia in queste cose. Una che non si tira indietro." Poi abbassa lo sguardo un istante, giusto per far evaporare un filo di tensione, e aggiunge: "Beh, se ti va, ovviamente." in quel momento il professor Rowe entra in classe, lasciandoti solo il tempo per una risposta veloce prima di dover prendere posto al tuo banco. @Theraimbownerd Orion Kykero Ti siedi al tuo posto, ma il banco sembra stringerti addosso come una trappola. Le unghie quasi affondano nel legno mentre le dita serrano i bordi, come se potessi schiacciare la frustrazione che ti pulsa dentro le tempie. È un sapore amaro quello che hai in bocca: rabbia, umiliazione, impotenza. Jeremy ti ha colpito dove fa più male… in pubblico, davanti a tutti… e nessuno ha detto una parola in tua difesa. Nessuno dei tuoi. Nessun volto fidato accanto a te quando serviva. Neanche Alice ti ha veramente ascoltato, troppo presa da chissà quale pensiero per notare che stavi cercando di contenere un incendio. E ora, anche questo. Non solo il tuo post non ha ottenuto l'effetto desiderato… Ben non è stato ridicolizzato, nessuno l'ha deriso, anzi… pare quasi che qualcuno abbia trovato la cosa divertente. Sembra che quel grassone sia persino uscito da tutto questo rafforzato, come se la tua mossa non avesse fatto altro che dargli visibilità. Una sconfitta su tutta la linea. Ma il vero veleno ti scorre dentro quando realizzi una cosa semplice e bruciante: hai perso il controllo. Il controllo della narrativa, della scena, della tua cerchia. E questo, lo sai bene, è inaccettabile. Il professor Rowe entra in classe e sei costretto, per il momento, a rientrare nei ranghi. Ma non significa che ti arrendi. No. Significa solo che la vendetta ha bisogno di un momento migliore. Perché qualcuno… più di uno… dovrà pagare. E pagherà bene. Dev'essere chiaro a tutti che Orion tiene ancora la corona. Che comandi tu. E mentre sei lì, nella tua bolla silenziosa di ira, ti accorgi di qualcosa: Darius ti guarda. Ogni tanto lancia un’occhiata, fugace ma mirata. Non è solo distrazione. Ti studia. Come se forse abbia qualche sospetto su di te. PER TUTTI - LEZIONE DI MATEMATICA Tutti gli studenti prendono posto con la solita lentezza da prima ora: zaini che cadono, sedie che strisciano, qualche saluto sussurrato e un paio di sbadigli nemmeno troppo nascosti. L’unico banco vuoto è quello di Noah… assente oggi, e nessuno pare sapere bene il perché. Il professor Rowe prende posto alla cattedra, oggi con una t-shirt dedicata a un gruppo punk-core anni ’90 di cui probabilmente è l’unico fan rimasto, e l’immancabile giacca stropicciata. Tiene tra le mani un pennarello come fosse una bacchetta magica, pronto a evocare grafici dal nulla. “Benvenuti nel regno dell’ansia preventiva!” dice accogliendo la classe con un sorriso ironico. “Siamo ufficialmente a due giorni dalla verifica. Tempo sufficiente per ripassare tutto o... per convincervi che la trigonometria è un’invenzione del diavolo.” Un paio di risate spezzano l’ansia nell’aria. Sasha prende appunti distrattamente, Harper sembra seguire a tratti, chiaramente con la testa altrove. Mei-Lin è super attenta in prima fila, penna in mano e occhiali leggermente scivolati sul naso. Emily e Tyler si scambiano qualche ultima parola sui loro rispettivi allenamenti del pomeriggio precedente, quindi anche loro iniziano a seguire la lezione con attenzione. Max fissa per qualche secondo il cellulare nascosto sotto il banco, prima di tornare alla realtà. Di tanto in tanto cerca Ana con lo sguardo. Alice, come sempre, sembra in bilico tra la realtà e il sogno… Non sapete se stia prendendo appunti o se, invece, stia disegnando sul margine del quaderno qualche scarabocchio. Eliza, in ultima fila, tiene la testa appoggiata sul palmo della mano, mordicchiando la matita annoiata. Da ultimo Ben, in prima fila, segue attentamente la lezione del suo professore preferito. “Mi raccomando!” aggiunge Rowe mentre disegna una funzione sulla lavagna, “oggi continuiamo il discorso iniziato ieri sulle funzioni logaritmiche. Chi prende appunti avrà un futuro radioso. Chi finge di farlo... be’, potrà almeno copiare da qualcuno brillante giovedì.” La lezione scorre tutto sommato tranquilla, con Rowe che alterna spiegazioni serie a metafore improbabili. Alla fine dell’ora, mentre la campanella suona e gli zaini tornano in spalla, il professore chiude con tono più morbido: “Non fatevi venire l’orticaria. La verifica sarà impegnativa, sì, ma se ci arrivate vivi fino a giovedì... siete già a metà dell’opera.” E mentre i ragazzi iniziano a uscire uno a uno dall’aula, la tensione per la verifica comincia a strisciare davvero tra i banchi.
  14. @TheBaddus allora, ci ho pensato... da background Harper non è interessata a Scarlett e tu, da narrazione, non hai fatto nulla per farle cambiare idea in quel senso... al contrario, hai fatto di tutto per metterla al suo posto e gelarla!! Quindi... vada per gelare qualcuno. 8+2=10 successo pieno... cosa scegli?
  15. Me ne sono reso conto anch'io giusto l'altro giorno eheh... e tra l'altro anche la tipa che aveva rifiutato jeremy si chiamava Lane! 🤣🤣🤣 dev'essere tipo il cognome tipico di Liliac Hallow 🤣🤣 Tra l'altro @TheBaddus per rispondere quindi a quello che mi hai scritto nel tdg... devo valutarlo un attimo se si attiva la mossa gelare o eccitare... sul momento, leggendo, ho pensato subito a gelare.. non avevo preso in considerazione l'idea che scarlett potesse piacere ad Harper... (piuttosto mi era venuta in mente l'idea che potesse essere interessata ad emily)... però in effetti anche che abbia interesse/disgusto per scarlett e si senta attratta da lei mi piace come idea... Io non avevo nessun progetto preciso a riguardo... l'ho inserita più volte nella narrazione perché da subito ho cercato di far sentire presenti e "vivi" nella storia tutti i png compagni di classe.. Tu hai qualche preferenza a riguardo? Preferiresti eccitare o gelare??
  16. A mia difesa… fa parte dell’agenda del master complicare la vita ai personaggi 😂😂 E ti va bene che la professoressa Lane non è ninfomane o particolarmente provocante di natura 😂😂 É un social inventato che si chiama Blabber.. lo stesso sul quale era circolata la foto di Orion il giorno prima.. direi di si.. che possiamo considerarlo un po’ come un social interno della scuola a cui tutti gli studenti hanno accesso.
  17. @Ghal Maraz Nathan Clark All’inizio la professoressa abbozza un sorriso gentile, quello che fa ogni volta che cerca di essere cortese anche quando vorrebbe solo dire “no grazie”. «Non ti preoccupare, Nathan, non voglio farti arrivare tardi in classe per colpa mia.» Lo dice abbassando lo sguardo mentre tenta, invano, di sollevarsi con quella pila disordinata di libri e fogli tra le braccia. Due volumi scivolano giù di nuovo e uno dei fascicoli si apre a ventaglio sul pavimento, spargendo fogli come petali strappati. Lei sbuffa piano, soffia via una ciocca di capelli che le cade sugli occhi e ti guarda con un mezzo sorriso rassegnato, accennando con il mento verso i libri: «Va bene, mi arrendo. Una mano, in effetti, mi farebbe comodo.» Hai il cuore che tamburella nel petto come se stessi per affrontare un’interrogazione a sorpresa su un libro che non hai letto. Ti chini, afferri i libri con più sicurezza di quanto non ti senta dentro, e inizi a camminare al suo fianco. Lei è lì. Vicinissima. A pochi centimetri. Il suo profumo ti arriva dritto in testa, facendo saltare ogni pensiero razionale. Mentre attraversate i corridoi, non puoi fare a meno di notare gli sguardi degli studenti che incrociate. Occhi che ti seguono. Ragazzi che si scambiano occhiate, alcuni si lasciano andare a risatine soffocate, altri digitano già furiosamente sui loro telefoni. “Nathan scorta la prof Lane come fosse la sua bodyguard personale.” “Il preferito dei prof adesso fa pure il maggiordomo.” “Lo spione ora è anche un lecchino.” Li immagini già i commenti anche se non li senti. E in più una risatina divertita, subdola… Molto più vicina… molto più intima… la avverti chiaramente nella tua mente. Lei, per fortuna o per distrazione, non sembra fare caso a nulla di tutto questo. Ti guarda un momento, mentre apri la porta dell’aula per farla passare per prima, e ti fa un piccolo sorriso. Quello vero, non quello educato. Entrate. L’aula è ancora vuota. I banchi allineati, la luce del mattino che filtra tiepida dalle finestre alte, disegnando geometrie dorate sulle piastrelle lucide. Lei si dirige verso la cattedra, appoggia parte dei libri… poi, mentre cerca di recuperare un raccoglitore che le è scivolato giù proprio accanto alla scrivania, si piega di lato. Senza volerlo, quasi guidato da qualcuno che non sei tu, il tuo sguardo si abbassa. Il maglione si solleva appena sul fianco, lasciando intravedere un lembo di pelle chiara, liscia, tesa. Il jeans le fascia i fianchi in modo quasi perfetto. Il gesto è del tutto innocente… ma su di te ha l’effetto di un fulmine secco. E all’improvviso, come soffiata da una brezza che non esiste, una voce ti fruscia nella testa. Una voce sottile, quasi fatata, ma con una nota di malizia tagliente. Una risatina lontana, come di un’eco da un’altra stanza. “Guarda com’è china per te… tutta distratta… basterebbe un passo… una parola più audace… che succederebbe, eh, Nathan?” Ti si gela il sangue. Non è la prima volta che quella voce appare, ma stavolta è diversa… più viva. Più interessata. “Dille qualcosa. Fallo. Solo per vedere che succede. Hai visto com’è arrossita prima? Magari le piaci. Magari si diverte.” Tu deglutisci. Fissi un punto tra i piedi, incerto se voltarti, se scappare, o se cedere. Poi lei si rialza e si gira verso di te, ignara del delirio che ti esplode dentro. Ha un foglio tra le dita e quel solito sguardo acceso. «Oh, quasi dimenticavo... Hai mai pensato di scrivere qualcosa, Nathan? Racconti, magari un breve romanzo. Hai lo sguardo di chi ha storie dentro.» @TheBaddus Scarlett Bloomblight Quando intensifichi lo sguardo su Harper, cercando di avvolgerla con quella sensazione di forza che oggi senti scorrere sotto la pelle, per un attimo sembra funzionare: vedi le sue spalle flettersi leggermente all’indietro, il corpo fare un piccolo movimento di ritirata, come se stesse cercando inconsciamente di sfuggirti. Ti viene quasi da sorridere. È una reazione sottile, ma c’è. E per un istante pensi davvero che la tua presenza, oggi più tagliente, più concentrata, possa schiacciare chi ti sta intorno. Ma l’illusione dura poco. Harper alza un sopracciglio, lentamente, e ti guarda con un’espressione che ti manda il sangue al cervello. Come se avesse appena assistito a qualcosa di vagamente ridicolo. Come se volesse chiederti: “Ma che diamine stai facendo?” Poi, con quella calma tutta sua… quella calma che a volte rasenta l’arroganza… risponde: «Mh. Trenta e settanta mi sembra più onesto, in effetti. Sei parecchio in forma stamattina… solare, quasi. Gli affari stanno andando particolarmente bene?» Non c’è curiosità sincera nella sua voce. Lo percepisci… La sua é più una stoccata travestita da interesse. Sai che Harper non é il tipo da approvare i tuoi giochi di potere. Nella sua arroganza moralista probabilmente li riterrà infantili, superflui. Il suo sguardo ora non è intimidito, ma quasi ironico. Non si lascia prendere. Non si lascia trascinare. E questo la rende infinitamente più fastidiosa di quanto tu abbia voglia di tollerare a quest’ora del mattino. Noti l’ombra di un sorrisetto scettico sulle sue labbra. Poi lancia un’occhiata all’orologio. «Comunque… se non vogliamo arrivare tardi alla lezione del prof Rowe, è meglio sbrigarci.» Il tono è neutro, ma sai leggere tra le righe: fine del teatrino, si va in aula. Vi avviate insieme nel corridoio, dirette verso matematica, e per quanto ti scivoli accanto con la sua solita aria superiore, sei certa che, anche se non lo dà a vedere, qualcosa della tua energia le è arrivato addosso. Forse… E questo, tutto sommato, ti basta. Per ora. @Voignar Darius Whitesand Stai per rispondere a Ben, magari con un’altra battuta su Liam e le sue “trappole autoinnescate”, quando qualcosa ti cattura con la coda dell’occhio. Orion. È appoggiato poco più in là, mezzo girato verso di voi. Ti sta fissando, solo per un istante appena. Poi abbassa lo sguardo sul telefono e comincia a scrivere, o forse a smanettare. Ma quel mezzo sorrisetto… troppo stretto, troppo compiaciuto, con quella punta velenosa che lo rende inconfondibile… ti resta impresso per più di quanto dovrebbe. Ti pizzica qualcosa dentro, ma fai uno sforzo cosciente per ignorarlo. Non è oggi il giorno per farti risucchiare anche da quel genere di energia. Ben intanto continua a parlare, entusiasta come sempre, e tu ti lasci di nuovo trascinare dal suo tono. Vi dirigete in classe assieme, camminando tra gli ultimi scampoli di silenzio prima della campanella. Appena mettete piede in aula, però, una serie di notifiche rompe l’aria tranquilla. È il classico suono di messaggi condivisi: uno dopo l’altro, i cellulari iniziano a vibrare. Lo noti con un certo fastidio, mentre vedi Sasha tirar fuori il telefono e dare un’occhiata allo schermo. La vedi sorridere. Poi si volta verso di voi con una specie di entusiasmo contenuto negli occhi. «Ehi, maghetto!» dice rivolta a Ben, con un tono che non è sprezzante. Ben si irrigidisce subito, e tu lo senti nel modo in cui smette di camminare. Non risponde, ma lo sguardo gli si spegne per un attimo. Sasha si accorge subito del cambiamento. Fa un mezzo passo verso di voi e gira il telefono. E lì la vedi: una foto, scattata evidentemente poco fa. Voi due in corridoio, intenti a parlare. Qualcuno ha aggiunto filtri colorati: a Ben una specie di cappello da mago e una bacchetta; a te un’espressione forzatamente meravigliata con occhi e bocca esageratamente grandi. Sotto, una scritta che tenta di essere ironica: "Starà provando a evocare una ragazza che se li fili? " Ben la guarda un secondo, poi abbassa lo sguardo. Sai che quella frase gli ha fatto male, più del necessario. Ma prima che tu possa dire o fare qualcosa, Sasha si affretta a parlare: «Ehi no, aspetta, non prenderla così. Fregatene della frase! Considera solo la foto! Io la trovo carinissima, davvero! Cioè… è simpatica, e poi… é bello che tu abbia queste passioni. Seriamente, non lasciarti toccare da questa roba. Sai quanti vorrebbero avere qualcosa che li appassioni così tanto?» Il tono non è quello di chi prende in giro. Sembra sincera. Sta cercando di rimediare. Tu rimani in silenzio per un istante, guardando Ben. Poi guardi il telefono ancora nelle mani di Sasha. E ti chiedi chi, esattamente, l’abbia fatta girare. @SNESferatu Ana Rivero Alle tue parole, Eliza torna a seguire il tuo sguardo in direzione di Darius e Scarlett… poi fa un mezzo sospiro e scrolla le spalle. «Eh. Sì, effettivamente… Ma francamente, manco mi interessa granché.» Il tono non è tagliente, ma neppure morbido: è il suo solito modo, diretto, asciutto. Lo dice come chi ha già imparato a tenere certe cose fuori dalla propria orbita. Poi ti guarda di nuovo, stavolta più attenta. «Comunque tu, tutto ok? Cioè… passati i capogiri, nausea o robe strane, vero?» Quando annuisci piano, lei ti osserva ancora per un secondo, poi riprende a camminare accanto a te, diretta verso l’entrata della scuola. Passi silenziosi, il rumore sordo delle scarpe sulla ghiaia e il vociare in lontananza degli ultimi gruppetti rimasti nel cortile. «Oggi pomeriggio… Tu non lo frequenti il corso di teatro, vero?» Una domanda retorica, di cui probabilmente sa benissimo la risposta. Non ti guarda in faccia mentre lo dice. Finge di controllare la suola della scarpa, si aggiusta una manica, lo dice come se le parole non fossero importanti. Ma lo sono. Le senti. Tu non rispondi subito, forse perché, distratta, hai appena voltato di nuovo lo sguardo alle tue spalle. Scarlett si è allontanata fumando, lo sguardo perso e la postura da chi non ha bisogno di nessuno. Darius, invece, ha iniziato a camminare anche lui nella vostra stessa direzione, anche se tenendosi a distanza. Il suo sguardo è basso, ma vigile. Tu ed Eliza continuate ad avanzare. Una volta dentro la scuola, noti Darius che intercetta Ben, e subito si scambiano qualche parola. Ma tu non rallenti, e neppure Eliza lo fa. «Comunque…» dice lei, lanciandoti un’occhiata di lato, di nuovo neutra, ma con una sfumatura che potresti definire quasi… speranzosa. «Per caso avevi già qualche piano per passare quelle due ore buche?» @Theraimbownerd Orion Kykero Schiacci invio e guardi lo schermo brillare, illuminandoti il viso con quel riflesso freddo e soddisfacente. La caption è perfetta. Il filtro è ridicolo al punto giusto. L’effetto? Dovrebbe essere micidiale. Ti senti meglio. Non bene, ma… anestetizzato. Come se l’aver scaricato un po’ del peso su qualcun altro ti avesse alleggerito, almeno per adesso. Quel fuoco umido e stagnante che ti brucia sotto pelle sembra per un attimo ritirarsi. Cammini con passo più sicuro verso l’aula, lo sguardo freddo, il sorriso beffardo ancora stampato sul volto. Ti immagini già il suono delle prime risatine, qualcuno che passa la foto con il gomito appoggiato al banco, un “l’hai vista?” sussurrato a metà. Alice nel mentre ti raggiunge e ti saluta con un “Ehi Orion, come stai? Ho visto Juno con Tyler in cortile… I due si sono finalmente decisi?” Il suo tono é leggermente più smorto del solito, ma a malapena te ne accorgi. I tuoi problemi del momento sono ben più importanti. Entri in classe insieme a lei e vedi che molti dei vostri compagni hanno i cellulari in mano. Noti il movimento tipico di chi ha appena ricevuto una notifica, il pollice che scorre veloce, la foto che si apre. Ma le reazioni sono… sbagliate. Sasha non sta ridendo di Ben, sta ridendo con Ben. La senti mormorare qualcosa sul fatto che la foto sia molto bella ed è bello che lui abbia una passione così forte. stupidaggini. La frustrazione torna a salire, ma non come un’ondata. No. È più come una pressione costante che cresce dietro gli occhi e ti schiaccia il petto. Perché non ha funzionato. Peggio: gli ha fatto guadagnare consensi. Attenzione. Simpatia. E c’è di più… Ti rendi conto che, anche se avesse funzionato, l’aver fatto la cosa in anonimo avrebbe tolto gusto alla cosa. Nessuno avrebbe saputo che eri stato tu. Che sei tu quello da temere e rispettare! Quello che ha il potere di decidere chi è cool e chi no nella scuola. Non te la perdoni. Non puoi. La tua stessa presenza nella stanza ora ti sembra più leggera, più trasparente. Invisibile. Avverti chiara dentro di te quella voglia irrefrenabile di mettere alla berlina e di schiacciare tutti questi miseri moscerini che non valgono nulla… che hanno guardato un co***one farsi beffe di te senza fare nulla… senza prendere le difese della loro “regina”! Anzi… alcuni deridendoti pure! La lezione di matematica sta per iniziare. Ma tu non stai pensando ai numeri. X TUTTI Off game Prossimo post procederei con la lezione di matematica.. quindi magari concludiamo le scene che la precedono (ad esclusione di Nathan che, in base alle sue scelte potrebbe arrivare tardi).
  18. @TheBaddus ti rispondo qua.. sì sì.. Darius ha ottenuto un FILO su Scarlett per il successo parziale alla mossa di eccitare qualcuno. Io mi riferivo alla tua richiesta di qualche post prima.. dove avevi chiesto se il fatto che Darius dovesse un favore a Scarlett si poteva tradurre in un FILO di Scarlett su Darius.. Secondo me per come poi è andata avanti la discussione è più corretto che solo Darius abbia ottenuto un filo su Scarlett e non il contrario..
  19. @Ghal Maraz Nathan Clark Preferisci restare solo. Dopo quello che è successo ieri in mensa, sei diventato un bersaglio e non vuoi che lo diventino anche altri solo perché sono con te. Cammini nel cortile, ti infili tra i gruppi che si formano, ma nessuno ti parla. Al massimo ti osservano. Qualcuno sussurra. Qualcun altro ride sotto i baffi. Altri ti lanciano frecciatine malevole: “Ehi, eccolo lo spione!” “Chissà se anche oggi sbotta.” “Fossi in lui, mi nasconderei di nuovo nella foresta per una settimana.” Avanzi a testa bassa, ignorando tutto, fino a imboccare il corridoio che porta agli armadietti. È il tuo unico obiettivo, rifugiarti lì. Prendere i libri e rifugiarti in aula a lezione. Ma mentre passi davanti alla sala docenti, la porta si apre di scatto e ne esce una figura minuta nascosta dietro una pila di libri e fogli ingialliti. Provi a deviare direzione all’ultimo, ma non ne hai tempo. Sbam. Un impatto lieve ma deciso che fa cadere per terra tutti i libri e i fogli che la figura reggeva a fatica. “Oddio, scusa, tutto bene?” Ti dice una voce femminile abbastanza familiare. Ti abbassi istintivamente a raccogliere i fogli, ma appena alzi lo sguardo per rispondere… Ti blocchi. È lei. La professoressa Lane. Capelli castani raccolti di fretta, un cardigan che scivola leggero sulle spalle, profuma di carta, caffè e primavera. Ha un’espressione preoccupata e insieme un po’ divertita, come se trovasse bellezza anche in questo piccolo disastro tra corridoi e carta. “Non guardavo dove andavo… sono un disastro! Spero non ti sia fatto male!” dice sorridendo, abbassandosi anche lei per raccogliere e raggruppare i fogli sparsi sul pavimento alla rinfusa. @SNESferatu Ana Rivero Rimani così, ferma imbambolata a fissare Darius, a domandarti come sia possibile che sia lì vivo e vegeto, a chiederti se tu non ti sia solo immaginata tutto… potrebbe essere stato solo un errore di sistema? Una falla nelle perfezione con la quale sei stata progettata e costruita? Dimentichi completamente Eliza, che avanza ancora di qualche passo prima di fermarsi accorgendosi che non sei più al suo fianco. Ma tu non te ne rendi nemmeno conto… ti concentri sulla conversazione che Darius sta avendo con Scarlett. I due sono a una decina di metri e, in mezzo al brusio generale di una moltitudine di studenti, non è facile comprendere l’intero discorso. Ti sforzi di provare a leggere anche il labiale. Percepisci solo stralci di conversazione. “…vorrei "comprare" anch'io qualcosa da te, delle informazioni su una persona, posso?” “…io faccio favori, non vendo cose." “…sapere dove è stata e cosa ha fatto una certa ragazza ieri sera; so ……. è finita nei guai con dei tipi strani…” “…La ragazza di cui chiedi era a casa, stesa sul letto a fumare. ….. …potrai vedere che sta divinamente. ….. ..dubito che alla ragazza in questione faccia piacere essere spiata…" “…Ti stai infilando in qualcosa di molto pericoloso, voglio solo aiutarti…….a distanza chi ti vuole dare una mano…” “Ehi… tutto bene?” La voce di Eliza ti fa distogliere lo sguardo e la concentrazione dalla coppia Scarlett-Darius. Eliza si volta a guardare nella tua stessa direzione e si sofferma per un istante anche lei a fissare i vostri due compagni di classe. Poi torna a guardarti e solleva le sopracciglia, facendo spallucce, come a dire “oh beh… i gusti sono gusti!” La osservi un attimo in silenzio. Stai processando informazioni e hai bisogno di conferme. Prendi il telefono e scrivi un veloce messaggio a Max. “Ooook… Abbiamo ufficialmente perso Ana!” Commenta infine, sorridendo leggermente confusa. “Beh… Io vado! Tu che fai?” Ps Max ti risponde circa trenta secondi dopo “Ehi capo cultbusters! Io e i ragazzi siamo nel cortile della scuola!” @Theraimbownerd Orion Kykero Hai gli occhi che bruciano. La gola stretta. Il cuore come incastrato in una morsa. Non c’è più rumore intorno a te… solo un rombo sordo. Il tipo di silenzio che scoppia dentro le orecchie quando la realtà ti umilia senza preavviso. Hai perso. Di brutto. E tutti l’hanno visto. Ti guardi attorno, piano. Gli occhi ti si muovono da una parte all’altra come un predatore ferito. Serve un bersaglio. Qualcuno che paghi. Ora. Vicino ai cancelli vedi Scarlett. Parla con Darius, sguardo intenso, tono basso. Scarlett è off-limits. Ma Darius… lui? Dai… quell’atteggiarsi da misterioso… potrebbe anche reggere dieci secondi, ma poi si sfalderebbe come un cartonato sotto la pioggia. Facile. Poi, più a lato, ci sono Ana ed Eliza. Le due strambe… Ana ha lo sguardo incollato su Darius, come fosse l’unico punto fermo della sua giornata. Mentre Eliza… beh, lei sta già ridacchiando sotto voce. Scommetti che ha già pronto un commentino di quelli suoi da sputarti addosso se solo ti avvicini. Provocarla ti darebbe forse un attimo di soddisfazione… o forse no. Lei è veleno sottile. E tu oggi sei troppo instabile per giocarci. Sulla strada opposta, Alice sta arrivando. Sola. Occhi grandi, quella sua solita aria trasognata, anche se oggi ha meno luce addosso. Strano vederla così. Lei è tua amica… Ma dove ca**o era mentre tu avevi bisogno? Perché arriva solo ora con quell’aria mortificata? É triste per Nathan? E chi se ne frega?? Cerchi altrove. Qualcosa di più semplice. Un gruppetto del primo anno seduto sulla panchina poco lontano. Uno di loro indossa ancora lo zaino in spalla, come se avesse paura a poggiarlo. Lo guardi e già immagini la sua voce tremante. O quel tizio grassottello dei club di scacchi che passa ora, abbozzando un sorriso nervoso appena ti incrocia. Se lo guardi storto, si scusa da solo. Pura polvere. E poi, eccola. Mei-Lin. Libri stretti al petto, passo composto, sguardo alto. Perfettina. Inamovibile. Ti irrita solo a guardarla. Hai opzioni. E hai rabbia. Troppa. Ti sta salendo dallo stomaco come un’onda. Non puoi permetterti di crollare. Non davanti a loro. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Il ragazzetto ti guarda perplesso quando gli spieghi cosa deve fare. Non sei sicura che abbia capito cosa dovrà aspettarsi, ma sicuramente qualcosa ha percepito. Farfuglia qualcosa tipo “Non.. non capisco… eh.. tutto qui?” É quasi un bisbiglio, che svanisce nel nulla quando lo fulmini con lo sguardo e gli dici che avete finito. Non sai se lo rivedrai mai come cliente, ma poco ti importa. Al momento è Darius ad aver attirato la tua attenzione e di fatti il ragazzo si fa sotto non appena ti liberi. La conversazione con Darius ti ha lasciata confusa e infastidita nello stesso tempo. Lui lo hai sempre considerato un oggetto senza alcun valore, una monetina di scambio di basso conto… eppure questa volta ti ha tenuto testa… Le sue allusioni… i suoi doppi sensi sul finale non ti hanno lasciata del tutto indifferente e la cosa ha lasciato sorpresa anche te. Era come se anche lui questa mattina emanasse un’aura particolare… Come se ad un tratto fosse diventato più interessante… un pezzo più importante sulla tua scacchiera. Possibile che sia bastato un semplice tatuaggio? É davvero così forte l’influenza che tuo padre ha su di te? “Deboli… Tuo padre ci rende deboli…” Senti di nuovo la voce dentro di te… un misto di disapprovazione e disgusto. La scacci e riporti i tuoi pensieri su Darius. Perché tutto d’un tratto ha deciso di interessarsi così tanto a te e ai tuoi affari? Ieri ti ha spiata mentre parlavi con Tanaka… e probabilmente anche dopo scuola… Altrimenti come è possibile che sia a conoscenza di quello che ti è successo nel vicolo? Ti allontani assorta nei tuoi pensieri, fumando velocemente la sigaretta mentre attraversi il cortile della scuola. Quando sollevi lo vedi Harper in piedi a pochi passi da te. Ha la schiena appoggiata sulla colonna alla destra della porta per entrare in corridoio. In mano il suo piccolo bloc-notes su cui è intenta a scrivere qualcosa. Solleva lo sguardo e ti fissa a sua volta. Solleva un sopracciglio. “Tutto a posto Bloomblight?” ti domanda. Ecco un’altra piccola monetina che ultimamente si sta intromettendo un po’ troppo. Sei sicura che ieri, prima fuori da scuola e poi nello spogliatoio della palestra, abbia notato la strana tensione tra te ed Emily… Off game Allora.. per come è andato a concludersi il discorso direi che non hai un filo su Darius.. le sue ultime affermazioni allusive ti hanno confusa abbastanza da varati passare di mente che potrebbe avere un debito con te. Anche perché sembrava che non vedesse l’ora di saldarlo questo debito e la cosa, in un certo modo, ti togli potere su di lui… @Voignar Darius Whitesand Ti porti ancora addosso l’eco delle ultime parole di Scarlett. La tua camminata ha un altro peso ora. Nel petto ti vibra quell’adrenalina tagliente che hai provato a mascherare durante tutta la conversazione, ma che adesso ti attraversa come una scarica. Non sai se hai vinto. Ma di sicuro non hai perso. E con lei, questo è già tanto. Forse anche troppo. Entri nel cortile come se il cemento fosse tuo. Occhi bassi, spalle larghe. Qualcuno ti lancia uno sguardo. Magari l’hanno notato, quel momento con Scarlett. Magari no. Poco importa. Passi l'ingresso e ti lasci alle spalle il rumore delle chiacchiere da branco. Il corridoio è più quieto. L’aria sa di carta e disinfettante. Ti guardi attorno e ti vedi venire incontro Ben. Ti intercetta come se ti stesse aspettando da due ore. “Oh! Darius! Ieri sera non ti sei connesso? Abbiamo fatto la sessione extra. Ti aspettavo! Potevamo salvarla, ma Liam ha deciso di entrare nella cripta da solo, ‘sto genio, e ovviamente ha attivato tutte le trappole. Fine del ladro. Game over. L’hai vista poi la roba che ho messo sulla chat? Il concept del nuovo boss? Ho disegnato pure la mappa. Una bomba.” Te lo spara tutto d’un fiato, come se avesse paura che potessi svanire a metà frase. Ha gli occhi pieni di entusiasmo sincero, quello raro. Ti guarda come uno che ti conosce davvero… almeno in parte… e non gliene frega niente dei drammi scolastici, delle gerarchie sociali o di Scarlett. Ti rilassa. Un po’. Ti rimette a terra, dopo il volo. E la tua adrenalina, piano, si trasforma in un sorriso appena accennato.
  20. Darius non sa che scarlett lo vede.. non ha fatto riferimento a parole.. ne lei ne samuel ne i suoi genitori.. quindi per il momento potrebbe benissimo essere convinto che è invisibile a chiunque.
  21. @TheBaddus @Voignar direi proprio che il tiro eccitare ci stia tutto in questo caso. Eccitare di darius su Scarlett: 6+1+1=8 successo parziale. (Il secondo +1 è un bonus che gli ho dato io per via del "tatuaggio" per motivi che so io 🤣) A questo punto scarlett può scegliere se dargli un filo oppure se scegliere una reazione della lista: Mi concedo a te Prometto qualcosa che penso tu voglia Mi imbarazzo e agisco di conseguenza
  22. @Ghal Maraz Nathan Clark Ti fermi appena fuori dai cancelli della Saint Liliane, mentre l’onda del solito brusio mattutino ti arriva addosso più tagliente del solito. Ti guardi attorno e subito la senti: quella sensazione scomoda di essere osservato. Occhi puntati, teste che si voltano appena abbastanza per sembrare distratte, ma non lo sono affatto. Qualcuno bisbiglia. Una ragazza ti lancia un’occhiata storta, poi subito distoglie lo sguardo. Un gruppo di due-tre ragazzi, uno con lo zaino ancora mezzo aperto, commenta qualcosa sottovoce, e anche se non senti tutto, sai bene su cos’è che parlano. La scenata in mensa. Quella non è passata inosservata. E oggi, addosso, ti porti un alone che sa di giudizio, malcelata curiosità, e un pizzico di cattiveria. Fai un respiro profondo. I cancelli si stanno aprendo. Ti muovi a passo lento, senza fretta, con quello strano miscuglio addosso di chi vorrebbe scomparire e, allo stesso tempo, farsi vedere per com’è davvero. Cerchi un volto familiare. Sasha è già oltre il cancello, in mezzo al cortile. Sta battibeccando con un tipo — un ragazzo robusto, dall’aria sportiva — e i due sembrano a un passo dal prendersi a pugni per gioco. Pugni leggeri nell’aria, passi rapidi, risate smorzate e sguardi complici. È chiaro che si conoscono bene. Ed è chiaro che lei oggi non ha il tempo né la testa per te. Poi vedi Max. Nascosto in un angolo più ombroso, appena defilato dal flusso degli studenti. È in compagnia di due suoi amici — gente che probabilmente non sai nemmeno come si chiama, ma che riconosci bene di vista: uno è alto e smilzo, pelle scura e sorriso sbilenco; l’altro è più basso, con un’aria perennemente spaurita, come se fosse sempre appena dopo una brutta notizia. Stanno confabulando. Si passano qualcosa con naturalezza malcelata, si lanciano sguardi nervosi e risate fuori tempo. Un misto tra paranoia e entusiasmo. Tu resti lì, al limite tra fuori e dentro. Il piede oltre il cancello, lo sguardo che si chiede se valga la pena. Avvicinarsi a Max? Fingere che vada tutto bene? Andare da Sasha, anche se ora ride con qualcun altro? O semplicemente startene per i fatti tuoi? Nel mentre controlli il tuo telefono. Da Noah ancora nessuna risposta. Off topic Sì sì.. segna pure la promessa da Tyler @SNESferatu Ana Rivero Chiacchierando, siete finalmente arrivate nel piccolo piazzale davanti al cancello della scuola. Eliza, accanto a te, lancia una delle sue frecciate a voce mezza bassa, mezza divertita: «Uh-oh… scontro tra principesse. Una mi sa che perderà la corona.» Segui la direzione del suo sguardo e noti un folto gruppo di studenti raccolti a cerchio, come falene intorno al fuoco. Al centro del gruppo distingui le figure di Orion e Jeremy. I due si scambiano frecciatine velenose. «Jeremy uno, Orion zero. Che figuraccia. Mamma mia.» Commenta Eliza. La voce le esce leggera, quasi svogliata. Come se la cosa, in fin dei conti, non le importasse veramente. Hai seguito lo scambio di battute tra i due… ma solo a metà. Non ti serve ascoltare ogni parola però per capire chi ha vinto. Basta guardare i corpi. Le bocche che ridono. Gli sguardi che si voltano altrove. Basta guardare Orion, immobile, schiacciato dal silenzio che segue la disfatta. Come una statua crepata al centro della piazza. Ma non è lui che ti fa rimanere senza fiato. Lo sguardo ti è scivolato via. Altrove… Lo hai visto con la coda dell’occhio e il tuo cuore ha salta un battito. Forse due. Darius. Sì, è lui. È vivo. È qui. Lo osservi per qualche secondo in più del necessario. Perché non riesci a farne a meno. Perché ieri nel bosco eri convinta di… No, meglio non pensarci. Non adesso. E invece ora è qui… in piedi, vicino al cancello, qualche metro più avanti. Ti sembra persino in forma. Sta aspettand… Scarlett. Lo capisci dal modo in cui la guarda. Diretto. Attento. Eliza al tuo fianco borbotta ancora qualcosa ancora su Orion, su quanto si sia “sputtanato” e su come “nessuno abbia pietà per chi si crede regina”. La ascolti a malapena… Il tuo sguardo resta su Darius. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Il ragazzetto si fa sempre più piccolo. Te lo immagini proprio così: una figura minuscola che si stringe su se stessa, come se volesse diventare trasparente e scomparire. Quando gli fai notare — con una semplicità quasi crudele — che Ashley gli piace, arrossisce come un peperone. Ma non dice nulla. Non ne ha il coraggio. Troppo schiacciato dalla tua presenza, troppo perso in quell’aura che lo immobilizza. Quando gli dici che Ashley non è interessata a Derek, vedi il sollievo attraversargli il volto come un’onda. Deglutisce. Tira un sospiro che cerca di non far sentire, ma che è troppo profondo per non essere notato. Poi arrivate al dunque. Al pagamento. Ed è lì che lo sbrani del tutto. Parli sicura, con quel tono che non ammette repliche, gli punti addosso la tua sicurezza come un faretto rovente, e lo vedi… crollare. Lentamente, con grazia. Come tutte le prede che capiscono che non c’è scampo, ma che sperano ancora che essere docili le salverà. Scava nel borsellino. Fa pena. Letteralmente. Non ha nemmeno la lucidità per mentire o chiedere tempo. Ti guarda, spaesato, poi deglutisce di nuovo — lo senti proprio il suono — e mormora qualcosa tipo: "Ehm… Trenta… prendo i trenta. Non… non ho altro." Ti viene quasi da sospirare. Troppo facile. Non c’è nemmeno una sfida, nemmeno un momento in cui devi usare sul serio le armi più sottili del tuo arsenale. La sua non è nemmeno devozione… è paura. Quella vera, quella che confina con l’obbedienza cieca. Quella che — lo capisci adesso — potrebbe portarlo a fare qualunque cosa tu gli chieda. Qualunque. È in quel momento, mentre stai per concludere e sbrigarti a dargli le “istruzioni”, che senti uno sguardo su di te. Alzi gli occhi, oltre la spalla del ragazzino. Darius. Ti osserva in silenzio. Come se stesse cercando un varco. O un momento giusto. Ha quell’espressione di chi vuole parlarti. Lo hai sempre visto come un oggetto inutile, da spostare o ignorare a seconda delle esigenze. Eppure stamattina c’è qualcosa di diverso. Forse è il modo in cui la luce filtra alle sue spalle. Forse è quel tatuaggio tribale che gli sale dalla clavicola al collo e che ti fa pensare proprio a tuo padre. Mai notato prima. Strano. È come se, di colpo, valesse qualcosa in più. Non ti smuovi di un millimetro. Hai ancora un cliente da liquidare. Off game a dire il vero no.. non ho ben capito dove vuoi andare a parare… solo vaghe idee… mi godrò la sorpresa pure io. Non mi sembra che in game si attivino mosse.. gelare qualcuno é più per sminuirlo in pubblico, voi state parlando da soli.. poi il livello di potere è talmente sbilanciato a tuo favore che, secondo me, ottieni un FILO su di lui solo per l’approccio narrativo. Ti direi poi di interagire direttamente con Darius. Ps. La scena di Orion non è molto lontana da te. La percepisci.. noti che sta succedendo qualcosa tra lui e Jeremy ma, per il momento, non ne sei particolarmente coinvolta. @Theraimbownerd Orion Kykero Il gelo cala improvviso intorno a voi. Come un’onda silenziosa che si porta via ogni risata, ogni rumore, ogni sussurro. Hai risposto a tono. Come fai sempre. Con classe, veleno e un sorriso finto. Una battuta perfetta, tagliente al punto giusto. Di solito basta a zittire chiunque. Ma stavolta no. Nessuno dei presenti ride. Nessuno ti spalleggia. Nessuna spalla su cui poggiare anche solo lo sguardo. Nessuna Juno. Nessuna Diana. Nessuna Alice. Solo tu. Tu, di fronte a Jeremy e alla sua cricca. Tu, sotto gli occhi di decine di studenti che ora ti guardano come si guarda una crepa in una vetrina perfetta. Vacilli… perdi sicurezza e ti senti in difetto… E Jeremy se ne accorge. «Aww, guarda che carino…» Il suo sorriso è la cosa più bastarda che tu abbia visto da settimane. «Parla di trucco e successo con le ragazze… eppure oggi sembra più la reginetta che ha perso la corona che non un principe.» La sua voce è forte, spavalda, studiata. Sa dove colpire. E la sua gente — e non solo — ride. Ride davvero. Il colpo arriva basso. «A proposito, ragazzi… sabato faccio una festa anch’io. Vediamo dove andrà più gente, no?» Si gira verso la folla come un presentatore sul palco: «Chi preferite? Un palco con musica vera o un divanetto con la reginetta Orion i suoi tè speziati e i suoi trucchi per sembrare un ometto?» Un paio di voci ridacchiano. Alcuni sguardi si abbassano. Altri si girano dall’altra parte. Nessuno, nessuno ti lancia un’ancora. Per un istante non riesci a parlare. Ti senti imbambolato. Come se la lingua si fosse incollata al palato. Tu che sai sempre cosa dire. Tu che hai sempre l’ultima parola. Ora sei lì. Muto. Vuoto. Jeremy ti passa accanto. Ti sfiora appena con la spalla. «Ci si vede, reginetta.» E se ne va. I suoi lo seguono. Vincenti. Trionfanti. Schifosamente sicuri. Resti lì. Ti guardano. Alcuni con divertimento. Ma i peggiori sono quelli che ti guardano con pietà. Come se avessero appena visto un re farsi umiliare in mutande in mezzo alla piazza. Quel calore che senti salire dentro non è imbarazzo. Non è vergogna. È rabbia. Feroce. Bruciante. Qualcosa ti si spezza dentro. O si accende. O entrambe le cose. Non importa. Qualcuno pagherà. Non sai ancora chi. Ma non puoi permettere che questa ferita resti aperta. Uno di loro. Uno qualunque. Diventerà il bersaglio. E sarà solo l’inizio. Off game La tua frase attivava proprio la mossa gelare qualcuno.. purtroppo i dadi sono stati inclementi col povero Orion.. un peso inizio di giornata. Gelare qualcuno: 2+2 = 4 Fallimento Si INNESCA IL TUO SE OSCURO!!! Buon divertimento 😁😁 Segna 1 PUNTO ESPERIENZA. @Voignar Darius Whitesand Ti avvicini in silenzio. Passi leggeri, lo sguardo fisso su Scarlett. Lei è il ragazzetto timido stanno parlando piano, ma riesci a cogliere qualche stralcio. Parole tipo “ti piace”, “30 dollari”, “te lo dico io”. Il tono è quello che conosci: quello affilato e tagliente che lei usa quando tiene le redini strette, quando gioca col coltello dalla parte del manico. Il ragazzino… Fa tenerezza. Sembra un cerbiatto finito nella tana di un drago. Ma oggi non è il giorno in cui ti interessano i cerbiatti. O i giochi di Scarlett. Hai la testa piena di pensieri che ronzano come mosche dentro una stanza chiusa. Ti bruciano ancora addosso gli strascichi del sogno. L’orrenda sensazione del giorno prima. Quella sensazione che non riesci a scrollarti di dosso. Quel sentore di qualcosa che è cambiato, anche se ancora non sai bene cosa. La guardi. La fissi, a dire il vero. E lei ti vede. C'è un impercettibile scarto nel suo volto, una lieve distrazione perfettamente calcolata. Ti ha registrato. Sa che sei lì. E tu sai che ci metterà pochissimo a liquidare la questione con quel povero disgraziato. Non dici nulla. Non c’è bisogno. Non è questo il momento delle parole. Resti lì. In attesa. Off game Direi che poi, puoi interagire direttamente con Scarlett. Ps. La scena di Orion non è molto lontana da te. La percepisci.. noti che sta succedendo qualcosa tra lui e Jeremy ma, per il momento, non ne sei particolarmente coinvolto.
  23. Ci sta.. mi piace
  24. @SNESferatu Ana Rivero Quando accenni in direzione della bambina anche Eliza si volta a guardarla. I suoi capelli si muovono seguendo la rotazione del suo corpo e portandoti alle narici una ventata del suo profumo. Quando si volta nuovamente verso di te ha un sorriso tenero stampato sul viso “Si… oh meglio… sorellastra!” Risponde tornando ad un’espressione più neutra. “Padre diverso, stessa madre… Purtroppo!” Cogli un pizzico di amarezza nella sua ultima parola. “Già… Io l’adoro!” Commenta poi, abbozzando un altro sorriso. “Si chiama Christine…” Iniziate a camminare una di fianco all’altra, in direzione della scuola. Dopo un interminabile attimo di silenzio, riprende a parlare. “Oh… Scusa ancora se ieri sono scappata via così… Ma dovevo passare a recuperarla qua all’asilo ed era già tardissimo!” Mentre termina la frase, svoltate strada e giungete in vista della Saint Liliane High School. I cancelli sono già aperti. @Ghal Maraz Nathan Clark Tyler ti guarda mentre parli, annuisce piano, il viso rilassato ma attento, con quel modo tranquillo tutto suo di essere presente senza mai invadente. «Hai ragione su tutto. Cory è uno che non accetta di perdere. Soprattutto davanti a tutti. E so benissimo che averlo ripreso davanti alla squadra ieri non gli è piaciuto per niente… ma sinceramente? Era giusto farlo.» Fa una pausa, si gratta la nuca con un mezzo sorriso. «Se se la prende anche con me, che si arrangi. Me ne frega il giusto.» Poi, al tuo patto, ti sorride davvero. «Affare fatto. Tu non fai più casino con la squadra, io provo a tenere a bada le sue stupidaggini… per quanto possibile.» Ti dà una pacca sulla spalla, leggera ma decisa. «E se dovesse davvero cercare di fare qualcosa fuori da scuola… dimmelo. Sul serio.» A quel punto, Tyler fa un mezzo cenno col capo verso il davanti della scuola. «Andiamo?» Vi incamminate insieme, in un silenzio quasi comodo, lasciando il vicolo sul retro alle spalle. Attorno a voi, il rumore della mattina è ormai diventato brusìo costante: studenti ovunque, battute troppo forti dette apposta per farsi sentire, qualche risata e le solite occhiate di routine. I cancelli della Saint Liliane High ora sono spalancati, e un flusso costante di ragazzi e ragazze si riversa dentro l’edificio, come se nulla fosse successo il giorno prima. Tyler ti saluta e lo vedi dirigersi verso una delle due sorelle gemelle di Orion… così su due piedi non sapresti dire quale, non sei mai stata bravo nel distinguerle. @Voignar Darius Whitesand La macchina sobbalza appena prende l’ultima curva prima del parcheggio della Saint Liliane High School, e tu cerchi ancora le parole giuste. Samuel ti lancia un’occhiata di sbieco mentre guida. Ti studia da sopra gli occhiali da sole, le mani salde sul volante. Capisce che stai cercando di dire qualcosa, ma non riesci a decifrare il tuo tono, e ancor meno le tue parole. «L’Alba ti ha fatto qualcosa?» ripete piano, quasi tra sé, poi scuote la testa con un piccolo sorriso perplesso. «Hai sempre avuto una certa… fantasia, Darius… Ma stavolta sembri diverso. Strano… criptico. Senti, se tu pensi che questo sogno, o qualsiasi cosa sia stata, significhi qualcosa, allora segui quella sensazione e cerca di venirne a capo.» Il silenzio scende per un attimo, rotto solo dal blando ronzio del motore. «Io ti copro, qualunque cosa sia. E vedrò di capirne qualcosa… Ma tieni gli occhi aperti, chiaro? E tienimi aggiornato.» Poi accosta, mette il freno a mano, e ti dà una pacca leggera sulla spalla. «Vai. Ci vediamo stasera.» Scendi dalla macchina, lo zaino in spalla e quel senso di sospensione ancora addosso. L’aria è pungente, e il cielo chiaro sopra la scuola sembra promettere una giornata più serena della precedente, ma tu hai la netta impressione che qualcosa — qualcuno — sia già in movimento. Davanti all'ingresso principale, tra la folla degli studenti che si accalca a gruppi rumorosi, la riconosci subito: Scarlett, ferma come sempre accanto al cancello. Ha quell'atteggiamento calmo, distaccato e quasi regale, la sigaretta tra le dita e l’aria di chi potrebbe comandare il mon. Accanto a lei c’è un ragazzino… minuscolo rispetto a lei… che parla a voce bassissima, con lo sguardo fisso sulle sue scarpe. Anche da lontano, percepisci chiaramente l’imbarazzo, il timore, l'ammirazione, come onde invisibili che partono da lui e si infrangono contro l’aura che Scarlett emana. Non senti nulla, troppo distante, coperto dal rumore delle chiacchiere e dei passi. Ma è chiaro: il ragazzino sta chiedendo qualcosa, e Scarlett lo sta ascoltando. Ti giri un momento per cercare Nathan, ma niente. Non lo vedi tra i volti familiari o nelle solite zone dove staziona. Forse è già dentro. O forse... è in ritardo. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Ti muovi con passo deciso, mentre lasci il boschetto dietro la scuola. La conversazione con Orion ti ha lasciato addosso una sensazione piacevole: non solo per com’è andata… sì, è andata proprio come volevi… ma perché ti ha ricordato quanto controllo sai esercitare quando vuoi. Il senso di potere che ti accompagna da stamattina, da quel sogno, pulsa ancora sotto pelle. Non è solo un'impressione: è una corrente. E ora che torni davanti alla Saint Liliane High, ti senti quasi caricata, come se camminassi con la certezza che ogni sguardo si piegherà al tuo. Arrivi al tuo solito angolo, quello appena fuori dal cancello, dove chi sa… o ha bisogno… ti trova. Ti accendi una sigaretta con un gesto lento e controllato, lasci che il fumo ti avvolga il viso come una corona sottile. Appoggi un piede contro il muretto e aspetti. Non devi aspettare molto. Un ragazzetto, occhiali spessi, zaino più grande di lui, l’aria di uno che ha sbagliato universo si avvicina a piccoli passi esitanti. Dalla postura si capisce che ci ha messo un’eternità a trovare il coraggio. «Ehm… tu sei… sei Scarlett, giusto?» La voce è un sussurro. Non ha alcun bisogno di chiedertelo: lo sa benissimo. È il tono di chi ha già sentito parlare di te, di chi ti teme un po’ e forse ti ammira in silenzio. «Cioè… scusa se disturbo, io sono quello che ti ha scritto ieri… ehm… quello del primo anno e… e niente, volevo solo chiederti una cosa, se è possibile. Cioè… se non è un problema.» Pausa. Fa un passo avanti, abbassa la voce. «C’è una ragazza della mia classe… si chiama Ashley Porter, e… cioè, secondo me le piace un ragazzo del secondo anno, uno tipo sportivo, credo si chiami Derek Collins. Ecco, volevo solo sapere se… se è vero. Se… tipo… tu puoi scoprirlo. E… e se magari questo tipo ha degli scheletri nell’armadio… ecco…» Ti guarda con occhi ansiosi, e in quel momento è palese: non ha idea di come funzioni con te. Fa una pausa imbarazzante. Si tocca la nuca, abbassa gli occhi, poi butta fuori le parole come se si stesse giocando il futuro. «Ehm… cioè… non so se… c’è… qualcosa che vuoi in cambio? Non so se si… paga? O se… cioè… serve tipo fare qualcosa? Io non so come funziona…» È tutto lì, davanti a te: titubante, piccolo, disarmato. Un cucciolo che si è avvicinato al drago, sapendo che potrebbe graffiarlo solo per noia. Sta solo aspettando di sapere quale sarà il prezzo. Off game Ci sta che il tuo senso di potere di stamattina si noti dall’esterno… sicuramente le persone più sensibili potranno notare questa aura di potere che hai intorno. Comunque.. se te lo stessi chiedendo… non hai nessunissima idea di chi siano questo ragazzino, derek collins ne tanto meno ashley porter. Sono oggetti talmente privi di valore per te che nemmeno sapevi esistessero. @Theraimbownerd Orion Kykero Una volta che Scarlett si allontana nel suo passo calmo e sicuro, resti lì nel boschetto ancora qualche secondo. L’ombra degli alberi ti avvolge mentre la osservi andarsene, e un’eco sottile di quella conversazione ti resta addosso come il riflesso di qualcosa che sai di non aver del tutto capito… c’era qualcosa in Scarlett questa mattina… un’aura… Non sapresti come altro definirla. Quella ragazza sa davvero come ottenere quello che vuole. Forse hai fatto bene a rivolgerti proprio a lei per portare avanti la tua splendida vendetta. Aspetti un attimo, come a voler far sedimentare tutto. Poi volgi lo sguardo verso il vicolo in cui poco prima avevi visto Tyler e Nathan parlare. Niente. Sono già spariti. Probabilmente hanno finito di parlare e sono tornati anche loro sul davanti della scuola. Alla fine, sospiri piano e torni anche tu sui tuoi passi. Quando esci dalla zona alberata e ti ritrovi di nuovo sul vialetto davanti alla Saint Liliane High, è ormai chiaro che quasi tutti sono arrivati. Studenti ovunque: alcuni in gruppo che ridono, altri che ascoltano musica, qualcuno ancora mezzo addormentato. Ti guardi intorno, scrutando i volti. E tra le tante teste, ecco Darius, appena sceso da una macchina. Si guarda intorno, un po’ spaesato, come se cercasse qualcuno o qualcosa. Ti fermi un secondo a osservarlo, e avverti solo per un’istante una strana sensazione… Senti un brivido lungo la schiena, passeggero, fugace. La mente, non sai perché corre al giorno prima, al momento in cui, dopo il rituale, sei tornato nella stanza cerimoniale per raccogliere il calice caduto. Distogli lo sguardo… La sensazione passa… noti di nuovo Scarlett. È lì, sempre nel suo angolo vicino al cancello della scuola, appoggiata al muro. C’è un ragazzino davanti a lei, primo anno probabilmente, minuscolo e tutto intimidito, che farfuglia qualcosa. Scarlett lo ascolta fumando, imperturbabile. Evidentemente si è già buttata in una nuova trattativa. Non ci sono molti altri volti noti in giro. Ma poi, oltre il cancello, dentro il cortile della scuola, li vedi: Tyler e Juno. Camminano uno accanto all’altra. Tyler si gratta la nuca, mentre Juno ride, divertita, con quell’aria leggera e spensierata che la contraddistingue. Fai un passo verso il cancello, ma qualcosa… o meglio, qualcuno… ti blocca. Alle tue spalle, una risatina pungente, inconfondibile. Ti volti di scatto. «Guarda un po’ chi c’è! La reginetta della scuola!» esclama una voce familiare, satura di finta allegria e veleno sottile. Poi un’altra frecciatina, mentre la sua cricca scoppia a ridere: «Attento, eh, che a forza di correre e sudare potresti perdere il trucco della barba finta… o la corona magari. Bella la foto di ieri, comunque! Ha fatto successo su Blabber!» Jeremy, ovviamente. E la sua banda alle spalle. Sorrisi falsi, spalle larghe, e quegli occhi che non aspettano altro che vederti reagire.
  25. Ovviamente sarebbe innaturale che tuo zio non si preoccupi per come ti ha visto e trovato… sarebbe stato poco realistico… il fatto che la runa che hai impressa non ti permetta di spiegargli direttamente cosa ti sia successo é una complicazione aggiuntiva per rendere più interessante e complessa la cosa per Darius.. una sfida in più… ma ovviamente zio Samuel capisce che c’è qualcosa che non va e farà le sue indagini e supposizioni… Darius dovrà fare le sue in modo indipendente! Ovviamente Scarlett ha ben presente chi sia Jeremy… é abbastanza in vista a scuola… ha anche lui una sua piccola cerchia come Orion… non allo stesso livello, ma anche lui è di famiglia ricca e ha buone risorse dalla sua. Questo più o meno lo conoscono tutti… Quello che sa Scarlett Scarlett non sa molto di Jeremy… Lui non le ha mai chiesto nessun favore e i due non si sono parlati praticamente mai… Però conosce un pettegolezzo succoso su di lui che in pochi conoscono… Pare che, durante una festa al lago sul finire della scorsa estate, Jeremy un po’ ubriaco si sia dichiarato a Valentine Lane: una ragazza del secondo anno decisamente poco cool e non propriamente bella. Lei però lo ha rifiutato. Ovviamente in pochissimi hanno assistito alla scena e ne sono a conoscenza e, dal giorno dopo, Jeremy e il suo gruppo hanno preso di mira Valentine bullizzandola. Sono andati avanti per qualche mesetto… Sei venuta a sapere la cosa da una fonte abbastanza certa, da un membro stesso della cerchia di Jeremy.

Configura le notifiche push del browser

Chrome (Android)
  1. Tocca l'icona del lucchetto accanto alla barra degli indirizzi.
  2. Tocca Autorizzazioni → Notifiche.
  3. Regola le tue preferenze.
Chrome (Desktop)
  1. Fai clic sull'icona del lucchetto nella barra degli indirizzi.
  2. Seleziona Impostazioni sito.
  3. Trova Notifiche e regola le tue preferenze.