Ipergigio

Non sembra esserci modo di nascondere nulla a quella donnna e mi ritrovo a pensare che potrebbe persino piacermi se solo il suo cuore non fosse nero come la pece. "Per poter camminare tra voi mortali, ho dovuto prendere in prestito il corpo di Ryo Hasegawa e pur essendo una creatura celeste, devo comunque sottostare a molti dei ilimiti della condizione umana." Ora ho messo sul tavolo tutte le mie carte, quel che accadrà dopo dipende esclusivamente da Taoka-san. "Ora che le ho detto tutto, cosa ha deciso di fare Taoka-san?" La incalzo e poi taccio aspettando la risposta della donna.

La regina del crimine non batte ciglio nemmeno dinnanzi alla mia vera forma. Devo ammettere che il suo autocontrollo è ammirevole. "Le divinità hanno intenti misteriosi e insondabili." Le rispondo in modo vago e criptico, ma non le sto mentendo: Angheliaros ed io siamo quanto più vicino ci possa essere a delle divinità. "È stato deciso che la Kumagai-gumi debba essere distrutta, le ragioni non le conosco neppure io, ma gli déi mi hanno affidato questo incarico ed io devo portarlo a termine." Racconto a Taoka-san prendendo spudoratamente spunto da una graphic novel che ho letto al manga-kissa.

Gente, sono riuscito ad arrivare ad un punto talmente critico che non so cosa ne sarà del mio PG. Comunque vadano le cose, sappiate che mi sono divertito!

La mia pazienza è agli sgoccioli, ma devo convincere Taoka-san che non sono una minaccia e vorrei riuscirci senza dover uccidere una ragazzina che potrebbe avere la stessa età di Emi. "Non sono una spia della polizia, inoltre non sono neppure umano Taoka-san..." Il mio atteggiamento verso la donna è mutato tutto ciò che era Ryo Hasegawa è stato confinato in un angolino del mio animo, ora in quel corpo alberga soltanto Turiel, un'antica creatura celeste. "...sono venuto quì per offrirle l'occasione di vendicarsi contro la Kumagai-gumi, perché così è stato deciso. Non mi tratti da nemico, nessun mortale può dare ordini alla Morte!" Non so come andrà a finire, non avevo pianificato nulla di tutto questo, ma mi preparo ugualmente a manifestare la mia antica sembianza...

Percepisco lo yakuza che giocherella con l'arma alle mie spalle e mi volto lentamente. Leggere un dossier è una cosa, toccare con mano la realtà è un'altra. Constatare di persona quale sia la vera natura di Taoka-san mi ha mandato il sangue alla testa, ma per ora devo restare calmo: la donna può ancora essermi utile. "In effetti, qualcuno che devo uccidere c'è, ma non si trova in questa stanza." Ogni tentativo di agire con discrezione è fallito miseramente. Forse, non mi resta che giocare a carte scoperte.

Non mi servono armi per togliere la vita. È questo il mio pensiero mentre osservo la spafa come se fosse un misterioso oggetto alieno. Mi avvicino alla ragazza ingorando la spada, mi accovaccio dinnanzi a lei e la osservo a lungo. Ha un fisico minuto, potrebbe avere la stessa età di Emi e il solo pensarlo mi fa rabbrividire. Poi abbasso lo sguardo sulla catena che la imprigiona: io odio le catene. Allungo lentamente una mano verso il viso della giovane e poi la faccio calare sulla catena afferrandola. Io davvero odio le catene...

In auto raggiungiamo un'altro locale: una delle tante attività di copertura per il racket del sesso gestito dalla Matsuba-kai e vengo scortato dentro. Dopo aver percorso stretti corridoi dai colori sgargianti, raggiungiamo un grosso armadio che si rivela essere un passaggio segreto, esso conduce ai livelli soterranei dell'edificio: un mondo buio umido e fetido. Seguo Taoka-san con l'inquietudine che mi cresce dento dato che per qualche strana ragione, non posso fare a meno di associare i sotterranei di quel bordello all'Abisso. La nostra meta è una lurida stanzetta malamente illuminata. Al suo interno non vi è nient'altro che un lercio materasso gettato direttamente sul pavimento e sopra di esso vi giace una ragazza, svestita, sporca ed impaurita. Le prime parole che mi rivolge Taoka-san in quell'Abisso creato dai mortali mi causano un brivido freddo che mi corre lungo la schiena e confermano quello che avevo già intuito da solo. "Capisco." Ribatto laconico. Dentro di me sono infuriato: io ed i miei fratelli abbiamo sopportato la prigionia e l'agonia dell'Abisso affinché gli umani si riducessero così?

Capo, non ho idea se farà qualche differenza o no, ma riguardo al dossier voglio precisare che Turiel ne ha fatto una copia quando era al manga-kissa. L'originale dovrebbe averlo ancora lui.

Touka-san sembra divertita dall'ingenuità di Ryo Hasegawa e a me va benissimo così. Non immagina che l'ho avvicinata per istigarla a decapitare la Kumagai-gumi al posto mio... non ancora perlomeno. Seguo la donna, non ho idea di come intenda mettermi alla prova, ma se la fortuna cominciasse a girare dalla mia parte, potrei riuscire a starle vicino quanto basta per vedere come si evolverà la situazione e magari potrò anche dare qualche spintarella nella direzione giusta.

"Non ho rubato nulla! Ho solo fatto delle copie!" Ribatto cercando di fare dello humor probabilmente pessimo. Non riesco a capire se Touka-san sia interessata alle carte oppure no, ma sembra intenzionata a trattare e ciò mi lascia ben sperare. "Un buon lavoro sarebbe molto apprezzato, Touka-sama." Le rispondo cercando di esprimerle tutto il mio rispetto. Il mio fratello della prima casata dovrà essere paziente: non ho affatto voglia di buttarmi a capofitto in una battaglia contro la Kumagai-gumi. Mi prenderò il mio tempo ed ho intenzione di vedere fin dove posso spingermi con questa donna bella e letale.

Purtroppo non c'è più spazio per le sottigliezze, dovrò scommettere tutto in un unico azzardo. "Conosco un po' della sua storia, Touka san..." Dico mentre comincio a frugare nella mia borsa. "...e di come lei abbia perso suo marito." Tiro fuori la cartellina color fucsia che contiene una copia del dossier sulla Kumagai-gumi e lo porgo alla donna. "Ho messo le mani su questo dossier per mera curiosità, ma non sapevo cosa farmene finché... beh... non mi sono ritrovato senza casa e al verde. Decida lei quato può valere."

"Non credo che mio padre sia cambiato molto da allora: mi ha sbattuto fuori di casa senza batter ciglio!" Mi lamento a mia volta cercando di trasmettere a Touka-san l'immagine di un figlio ribelle, forse così mi prenderà in simpatia o forse no, ed in quel caso potrei essere costretto a passare al Piano B... non appena ne avrò uno.

Mi lascio bistrattare dai gorilla di Taoka-san, dopotutto negli ultimi tre giorni ho dovuto sopportare cose ben peggiori. Ascolto ciò che Fumiko Taoka ha da dirmi, è bella e perfetta nel suo ruolo di regina del crimine anche se mi preoccupa un po' constatare che non abbia ancora rinunciato a quella sua piccola fantasia. Ma sono le sue ultime parole a farmi trasalire per davvero, devo aver frainteso qualcosa. "Cosa ha detto?!" Forse Touka-san può vedere lo stupore dipinto sul mio viso, ma ciò che più conta è che forse ho davvero qualcosa su cui far leva...

Prima di proferire parola, mi guardo attorno infastidito dal chiasso dei festeggiamenti, ma soprattutto sono teso come una corda di violino al pensiero di ritrovarmi nuovamente in una situazione dove non ho il controllo. "Potremmo parlarne in un luogo appartato? E vorrei anche poter recuperare la mia borsa." Spero che Taoka-san mi faccia questa concessione: poiché se sarò costretto a fare sfoggio del mio potere, è meglio che non accada in un luogo così affollato.

Scusate se continuo a latitare, ma il fatto è che quella che all'inizio mi sembrava una mossa intrigante, temo si sia invece rivelata alquanto stupidina. In breve, mi sento un po' messo all'angolo e sto meditando su come uscirne....

"Che sia un pessimo padre è fuori di dubbio!" Ribatto tra un gemito e l'altro mentre mister gorilla mi immobilizza spiaccicandomi la faccia contro il tavolino. Posso solo sperare che allo Shangri-la l'igiene sia di prim'ordine. "Quell'uomo..." Mentre mi dibatto per liberarmi dalla presa dello yakuza, nella mia mente si alternano vorticosamente visioni di mia sorella Emi, Sana-san e soprattutto, lo sguardo accusatore di Koji Hasegawa. "...mi manda in bestia!"

Cavolo! Come ho fatto a non immaginare che Touka-san potesse conoscere il padre di Ryo? Che leggerezza imperdonabile! Tutti in città conoscono l'inflessibile Koji Hasegawa, mi ritrovo a pensare stizzito. Dovrei resistere e mantenere la calma: per la donna sono solo uno studente belloccio in cerca di soldi facili che ignora chi lei sia davvero. Ma la tentazione di tagliare la corda è grande. Come Ryo, non potrei mai sperare di sfuggire ai gorilla della donna, ma nei panni di Turiel della Settima Casa... no anche fuggire non servirebbe, non farei altro che confermare i suoi sospetti. Sono in trappola, devo continuare ad agire con naturalezza nonostante la tensione del momento sia chira e palpabile. "Siamo parenti, lei come lo conosce...? Oh... ma certo... la TV, tutti in Giappone conoscono Koji Hasegawa." Noto una punta di astio nella mia stessa voce: pensare al celebre Koji-san mi urta più di esser stato messo alle corde da Taoka-san in poco più di un minuto...

Touka-san pare aver perso ogni interesse verso di me oppure, molto più probabilmente, non ne ha mai avuto. Inoltre, non posso fare a meno di notare l'appariscente gorilla tatuato che ci osserva da un tavolo poco distante: sembra un tipo pericoloso. Ma io non posso lasciarmela scappare o altrimenti sarò costretto a vedermela da solo con la Kumagai-gumi. "Ci deve pur essere qualcosa che posso fare!" Insisto con la dovuta reverenza.

Scusa se me la prendo comoda capo ma mi hai messo in un'altra situazione spinosa: decidere se andare avanti e gettare via ciò che resta della dignità del mio PG o mollare questo piano folle che però potrebbe facilitarmi le cose...^^;

Mi accomodo sforzandomi di non pensare a chi ho davanti e a quanto tutto ciò sia pericoloso, me le parole troppo dirette di Lady Yakuza, mi creano subito tensione. Come creatura celeste, non ho mai fatto molta distinzione tra uomini e donne: la morte non può avere preferenze di genere. Ma per il corpo nel quale mi sono incarnato le cose stavano diversamente e quindi, ora le preferenze di Ryo sono anche le mie. "Io ecco... non lo so... non saprei... no... ecco..." Mi ritrovo a balbettare, e non ho il minimo controllo sulla situazione, non sta andando affatto bene, come psso pretendere che Taoka-san sia disposta ad allearsi con me se non riesco a mantenere il controllo della situazione? "Ecco, Taoka-san... temo questo che non sia il mio genere di... interessi." Le confesso cercando di recuperare la mia compostezza.

Ruri-san senbra possedere il potenziale per divenire una mia servitritrice: devo conoscerla meglio per capire cosa potrei offrirle in cambio della sua anima. Proprio mentre sto pensando di dover indagare un po' più a fondo sulla mia collega hostess, vedo Onizuka-san sbracciarsi per attirare la mia attenzione. Mi congedo rispettosamente da Ruri-san e raggiungo il tavolo di Onozuka-san e Taoka-san. "Mi stavi cercando Ryoei-san?" Gli domando.

Lascio che Ruri-san si sfoghi con me, annuisco quando parla e la consolo con frasi di circostanza ma allo stesso tempo, la incoraggio a parlarmi di lei con l'aiuto dell'alcol che ho scoperto essere un buon alleato. Poi arriva lei, Fumiko Taoka: la potente donna della yakuza. La osservo a lungo: è scortata dalle sue guardie ed è elegante, bella e pericolosa proprio come me l'ero immaginata. Se decido di coinvolgerla nella mia missione, dovrò essere cauto nell'avvicinarmi a lei o sento potrei finire nei guai.

Un po' di humor non guasta anzi, direi che ci sai fare!

Lo sguardo di Ryoei Onizuka è inequivocabile: il mio test è fallito. Non importa cosa faccio, gli umani mi temeranno sempre e solo i disperati saranno disposti ad accettarmi. Non posso sfuggire a quesra verità. Onizuka mi riconduce cordialmente all'interno del locale che ora è molto più vivace rispetto a prima: si sta festeggiando il compleanno di Onizuka che a venti anni si ritiene già vecchio, ma è quello che il giovane dice un attimo prima ad attirare la mia attenzione. "Allora buon compleanno...! Però... davvero c'è qualcuno che puo darmi una mano?" Avendo letto il dossier del sovrintendente, non psso fare a meno di pensare che Onizuka stia parlando di Taoka-san. Se ho indovinato, la incontrerò molto prima di quanto avessi immaginato.