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Ricky Sixx

Ordine del Drago
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  1. Grazie! Per il temporale sarebbe figo, ma già giochiamo poco così, figurati se ci mettiamo ancora ad aspettare il tempo metereologico adatto alla sessione!
  2. Salve a tutti! Mi è venuta questa idea per una one-shot di Sine Requie. L'avventura, ambientata nelle Terre Perdute Occidentali, prevede che i personaggi abbiano dei guai al motore del mezzo che usano per spostarsi. Giunti ad un vicino avamposto di sopravvissuti scopriranno che il ragazzo che funge da meccanico è scomparso qualche settimana addietro nei pressi dell'orfanotrofio abbandonato, un luogo su cui circolano voci e leggende di ogni tipo e a cui nessuno osa avvicinarsi. Di seguito vi presento quello che è il prologo dell'avventura, cioè cosa sia davvero successo all'orfanotrofio in questione. Fatemi sapere cosa ve ne pare! 1944. L'esercito americano viene a conoscenza di un obbiettivo nevralgico per i Nazisti: nella campagna Francese una fabbrica riconvertita sta mettendo a punto un'arma che potrebbe sconvolgere gli equilibri della guerra in corso. Ad un valoroso e pluridecorato pilota dell'aviazione, il Sergente Bertram Fischer, viene assegnato il compito di bombardare l'obbiettivo. Nella notte precedente al D-Day, il 5 Giugno 1944, il Sergente raggiunge la Francia: è notte e le condizioni meteorologiche sono pessime mentre il Sergente sorvola le campagne Francesi, ma riesce comunque a sganciare il materiale bellico prima di essere colpito dalla contraerei Tedesca. Il sergente precipita, si trascina fuori dalla carcassa del suo aereo e trova riparo nei boschi mentre i soldati tedeschi gli danno la caccia. Stremato anche per via delle ferite trova una grotta dove passa tutto il giorno successivo prima di riemergere nuovamente nella notte del 6 Giugno 1944: ormai la fine del mondo ha avuto luogo, ma il Sergente non può saperlo. Tornato sulle sue orme scopre di aver commesso un terribile errore: il bombardamento non ha colpito l'obbiettivo prefissato, ma ha distrutto un edificio civile. Quando il Sergente, incredulo, si avvicina ai resti dell'edificio, capisce di trovarsi in un orfanotrofio e, mentre cade in ginocchio in mezzo alla rovine e scoppia in un pianto disperato, la voce di una bambina lo raggiunge: “Perché piangi? Ti senti triste?”. Betram non può credere ai suoi occhi: una delle bambine si è salvata! Ancora più incredibile e terrorizzante, però, è lo stato degli altri bambini. Sono morti eppure stanno in piedi intorno alla bambina, come un branco in attesa di un segnale. La visione porta ad una parziale perdita della Sanità Mentale del Sergente che comincia a pensare di essere all'inferno oppure che quella che sta vivendo sia una punizione per il suo errore. Nei giorni seguenti comincia a prendersi cura della bambina, Coraline, cercando di non badare ai bambini morti con cui la piccola va d'accordo e gioca. Coraline lamenta spesso di essere affamata e qualsiasi cibo il Sergente provi a darle non sembra saziarla, dopo qualche giorno la bambina comincia ad avere crampi allo stomaco e a passare le notti a piangere. Il Sergente non sa cosa fare fino a quando un sopravvissuto in cerca di riparo non giunge all'orfanotrofio: in breve viene circondato dai bambini che lo assalgono per poi divorarlo. Il Sergente ha allora una terribile intuizione: va da Coraline e, visitandola al meglio delle sue capacità, capisce che lo sterno della bambina è schiacciato e che probabilmente questo le ha bloccato la respirazione uccidendola. Anche se apparentemente diversa dagli altri bambini Coraline è morta esattamente come tutti loro. Il Sergente si fa coraggio e, strappato il cadavere del soldato agli altri bambini, lo macella e ne cucina alcune parti in modo che sembrino carne di animale. Coraline mangia avidamente e per la prima volta riesce a saziarsi. Anche se il Sergente ha perso, assieme a gran parte della sua sanità mentale, la cognizione del tempo, durante gli ultimi 13 anni egli ha continuato a prendersi cura della piccola Coraline tendendo agguati agli sfortunati che si ritrovano a passare nei pressi dell'orfanotrofio in modo da macellarli e avere cibo con cui nutrire la bambina. La fragile mente di Coraline vive tutto come se fosse un gioco: è incapace di rendersi pienamente conto di cosa sia accaduto e il Sergente la tiene all'oscuro della natura della carne che lei stessa mangia. Intanto le frequenti sparizioni nei pressi dell'orfanotrofio, hanno dato adito ad oscure leggende e anche i sopravvissuti che hanno degli accampamenti nei pressi tendono a non avvicinarsi in alcun modo al vecchio edificio. Qualche settimana fa, tuttavia, un giovane meccanico appartenente ad un gruppo di sopravvissuti stanziatisi nella zona ha rinvenuto il vecchio aeroplano del Sergente. Convinto di poter recuperare qualche pezzo si è messo a lavoraci, ma il Sergente lo ha sorpreso, catturato e macellato. Nell'accampamento dei sopravvissuti sono sicuri che i fantasmi dei bambini dell'orfanotrofio l'abbiano preso e portato con sé e nessuno, almeno per ora, è stato abbastanza coraggioso da andarlo a cercare. La piccola Coraline, ovviamente, è un Homo Mortuus Diabolicus che ha un certo grado di controllo sugli altri bambini dell'orfanotrofio. Ma come detto vive tutto come un gioco e quindi li lascia attaccare i personaggi in una specie di "Acchiapparella". L'idea è che, durante l'avventura, i personaggi si ritrovino ad esplorare l'orfanotrofio in cerca del meccanico scomparso (che troveranno a pezzi nella cucina). Intanto saranno braccati dai bambini morti e dal Sergente che tende loro delle imboscate per aggiungere carne alla dispensa. A tutto ciò si accompagneranno gli avvistamenti di una bambina (Coraline) che sembra scappare terrorizzata dai morti (in realtà sta solo giocando con i suoi "amici"). Quando finalmente riusciranno a mettere alle strette il Sergente egli sarà obbligato a raccontare loro tutta la verità, dopodiché, stanco, si suiciderà lasciando ai personaggi con una terribile scelta da compiere: andarsene e lasciare la bambina a morire di fame, scendere nella camera della bambina (lei e il Sergente vivono nella cantina per non farsi scorgere) e porre fine alla sua vita, cosa non semplice essendo lei morta (l'idea è che la dovrebbero uccidere con il fuoco, lei non proverà dolore, ma il trauma sarà evidente, non capisce che cosa le stiano facendo né perché, e non capirà nemmeno perché non sente dolore) oppure, nella terza e più inquietante delle ipotesi, prendere il posto del Sergente e cominciare a prendersi cura della piccola Coraline.
  3. Ciao Anderas, non so se può esserti d'aiuto ma quando cerco di sviluppare un'avventura investigativa creo due cose: una lista di luoghi e una lista di eventi. I luoghi possono essere visitati dai personaggi in qualsiasi momento (anche se potrebbe cambiare qualcosa nel tempo) e in questi luoghi chiave possono trovare degli indizi. Gli eventi accadono indipendentemente dalle azioni dei personaggi, a volte sono semplici intermezzi, altre volte forniscono anch'essi preziosi dettagli. In questo modo, anche se i tuoi personaggi potrebbero ritrovarsi bloccati nelle indagini, gli eventi potrebbero spezzare il ritmo e dare delle nuove piste.
  4. Ciao a tutti del Forum, volevo un consiglio in merito ad un dubbio che ho. La mia idea è quella di creare un'ambientazione in cui sviluppare le seguenti idee: 1. L'ambientazione deve essere a sfondo horror. 2. L'ambientazione sarà divisa in regni, un regno più a ovest degli altri sarà una specie di Inghilterra durante la prima rivoluzione industriale. Questo regno, infatti, data la disponibilità di risorse, sta attraversando un periodo di cambiamenti e progresso (es. l'alfabetismo sta diventando comune tra le classi sociali più agiate, sono nate delle università, si sta cominciando ad implementare le macchine nella produzione industriale, si sta cominciando a pianificare la costruzione di una rete ferroviaria.) 3. Gli altri regni saranno, rispetto a quello precedente, culturalmente e tecnologicamente arretrati a causa delle barriere naturali che lo dividono dal regno più ad ovest o della politica dittatoriale che si è instaurata all'interno di essi. 4. Ci sarà più a sud un luogo di ispirazione egizia. 5. Ci sarà un isola piuttosto grande, diventata una colonia del regno del punto 2, in cui si respirerà un atmosfera molto voodoo, con sacerdoti voodan che vivono nella foresta, una religione animistica in contrasto con quella dei coloni. 6. In tutto il continente esistono creature soprannaturali come vampiri, licantropi, fantasmi ecc. tuttavia la popolazione non ne è a conoscenza. 7. Nel continente esiste la magia, ma pochi ne sono a conoscenza. Inoltre non esistono magie con effetti visibili come palla di fuoco ecc, ma solamente incantesimi più "sottili" come charme ecc. 8. Non esistono altre razze oltre quella umana. 9. Le armi da fuoco sono piuttosto comuni all'interno dell'ambientazione. 10. Le classi non saranno quelle del manuale base del giocatore, ma classi create appositamente per l'ambientazione. Come vi sarete accorti questa ambientazione che vorrei sviluppare ha molti punti in contatto con Ravenloft A questo punto credete sia meglio adattare alle mie esigenze Ravenloft o creare un'ambientazione nuova?
  5. Lo so! Infatti ho preso ispirazione da quello e anche da una vecchia avventura di AD&D presente in una scatola base per l'anniversario della TSR mi sembra. Mi piace l'idea che i personaggi scendano in un dungeon ma che alla fine trovino delle occasioni per giocare di ruolo, non solo stanze piene di mostri. In effetti la Cittadella Senza Sole ha qualcosa in comune con l'ambientazione di Dragonlance, innanzitutto è sprofondata a causa di un mistreioso cataclisma e secondariamente era un tempio del culto del drago, miticizza quindi un po la figura del drago come avviene in Dragonlance nell'Era della Disperazione,
  6. Innanzitutto grazie per avermi risposto! Quello che pensavo anch'io... i momenti comici, credo, dovrebbero esserci, però dovrebbero essere attinenti all'universo e dovrebbero venire interpretati anch'essi attraverso il proprio personaggio, un po come i discorsi fra Flint e Tas nel libro, dopotutto sono comici però sono all'interno dell'ambientazione. Che ne pensate? In piena guerra delle lance naturalmente, non avendo gli altri libri non me la sento di ambientarla altrove. Pensavo di farla iniziare prima della guerra delle lance così da narare l'incontro tra i personaggi in modo che durante la guerra delle lance siano già un gruppo unito e, spero, si siano affezionati ai propri personaggi. Purtroppo non conosco ancora il gruppo, e infatti prima giocheremmo qualche sessione in un ambientazione fantasy generica prima di passare a dragonlance. OVviamente ho chiesto loro di leggerli e ho accettato per questa campagna, per l'altra fantasy generica sono tutti benvoluti, solo quelli che avevano voglia di leggersi una trilogia di libri. Uno di loro ha letto anche Le Leggende gli altri probabilmente, quando inzieremo la campagna, avranno letto soltanto le Cronache, ma penso che basti per immergersi nell'atmosfera di Dragonlance. In effetti ho già in mente un'inizio per la campagna, in pratica tutti i personaggi a causa del loro background si trovano a passare da Solace, alla Taverna dell'Ultima casa, nel periodo in cui gli Eroi delle Lance sono lontani alla ricerca degli antichi dei, qui soccorrono la giovane cameriera della taverna... ^^ ... che se la sta vedendo con un altro gruppo di avventurieri, una banda di briganti e attaccabrighe. Dopo una bella rissa da taverna uno dei briganti, cede loro una mappa per non essere malmenato. In questa mappa, scoprono i personaggi, è segnata la posizione di un antico tempio di un antico dio (paladine, ma sulla mappa non è menzionato) credo che quindi vi si dirigeranno, in cerca di un segno della presenza degli antichi dei o in cerca di avventura. Qui arriviamo quindi alla storia del tempio che vi posto, forse ignora un po troppo l'ultimo tuo conislgio Hinor... ... beh ditemi, posso modificarla... Le antiche leggende parlano di un Tempio di Paladine, costruito sulle cime dei Monti Kharolis nell'Abanasinia. Il Tempio di Paladine venne costruito in tempi antichi, precedenti al Cataclisma, nell'Era in cui Istar era potente e il credo degli dei era ancora diffuso fra gli uomini. Il Tempio doveva essere un simbolo della pace fra le tre razze, quella degli elfi, degli uomini e dei nani, ma così come questa pace non durò a lungo, allo stesso tempo il tempio non visse a lungo i suoi anni di splendore. Poco prima che il Cataclisma colpisse Istar e tutta Krynn, come un oscuro presagio, il sacerdote del Tempio di Paladine, che fino ad allora era stato immune alla corruzione che serpeggiava fra il clero cominciò a trascurare le faccende di fede e divenne sempre più interessato ai beni materiali. Esaltato dalle visioni del Grande Sacerdote di Istar e dalla presunta purezza del suo tempio cominciò a richiedere donazioni sempre più ingenti per le guarigioni magiche e non permetteva addirittura ad alcuni membri di talune razze all'interno del tempio, in linea con le massime di Istar. Le leggende vogliono che allora Paladine decise di inviargli una prova, o forse fu solo per caso, ma in quei giorni un mago, uno stregone dalle vesti nere si ritrovò a passare sul sentiero del tempio e venne attaccato da un gruppo di goblin. Troppo grandi nel numero e approfittando dell'effetto sorpresa le creature ferirono a morte il mago prima che egli potesse pronunciare una singola parola magica per poi lasciarlo in fin di vita sul sentiero. Allo stremo delle forze lo stregone si trascinò sino al tempio e lì riconobbe la sua salvezza, tuttavia il sacerdote del tempio ordinò ai chierici di non farlo entrare. La morte sarebbe stata la giusta punizione per la sua malvagità. Allora si dice che Paladine volse lo sguardo dal tempio mentre lo stregone, con le sue ultime parole, malediceva il tempio e il sacerdote: se la giusta punizione per la sua malvagità era la morte, quella per l'eccessiva bontà del sacerdote era quella di rimanere in quel tempio per sempre. Nelle settimane successive il tempio cominciò a sembrare strano ai chierici che vi vivevano che potevano giurare di sentire sussurri nella notte, vedere misteriose figure che si aggiravano nei corridoi e, di tanto in tanto, di incontrare nella sala della preghiera un uomo che piangeva a dirotto. Così la maggior parte dei chierici cominciò ad abbandonare il tempio, timorosi della maledizione, e si dispersero nelle valli dell'Abanasinia. Il Sacerdote e alcuni suoi chierici fedeli, però, si rifiutarono di lasciare il tempio, fermi nella fede e sicuri di avere la protezione di Paladine. Da lì a pochi giorni la montagna di fuoco cadde su Istar, terribili terremoti scossero Krynn, i mari si abbassarono in alcuni punti mentre si alzavano in altri, così il sentiero che conduceva al tempio venne cancellato mentre il tempio crollava, assieme al sacerdote, all'interno di una conca fra le montagna in cui nessuno l'avrebbe mai più ritrovato. Da allora nessuno si recò mai più al tempio e, con il passare degli anni, la maggior parte degli uomini si dimenticò della sua esistenza. Tuttavia il tempio era ben lungi dall'essere disabitato. Maledetti dallo stregone che era morto di fronte al tempio il sacerdote del tempio e i chierici che, boriosi, gli erano rimasti fedeli si rianimarono come funeste presenze che ancora oggi sono relegate nelle zone oscure del tempio. Intanto, però, nuovi abitanti giunsero per popolare il tempio. Un grande gruppo di nani di fosso in cerca di una dimora trovò particolarmente ospitale il tempio in rovina e vi si stabilì. Evitando sapientemente le zone dove dimoravano il sacerdote e i suoi chierici i nani di fosso riuscirono a sopravvivere per molti anni in relativa pace e tranquillità fino a quando dalle profondità del tempio, un giorno, non giunse un grosso gruppo di goblin. I nani di fosso, incuriositi da quella strana apparizione, si offrirono di ospitare i goblin a patto che essi gli raccontassero la propria storia, poiché, dopotutto, c'era molto spazio inutilizzato nel tempio. Tuttavia i goblin intuirono che i nani di fosso potevano essere un'eccellente forza lavoro e, ricorrendo all'uso della violenza, schiavizzarono i nani usandoli per i compiti più disparati. I nani di fosso, poco avvezzi all'uso della violenza vennero sottomessi facilmente. Per anni la situazione divenne stabile, con i goblin che avevano fatto del tempio la propria base, i nani di fosso i propri schiavi e che si sostentavano razziando le carovane mercantili dirette ad Haven o a Solace. Tuttavia, dopo alcuni anni di schiavitù i nani di fosso si ribellarono condotti da quello che sarebbe divenne il loro capo. I goblin, presi di sorpresa, non poterono fare molto e così i nani conquistarono una parte del tempio. Tuttora i nani di fosso e i goblin combattono per ottenere la supremazia sul tempio, inconsapevoli che nei sotterannei del tempio vi sono celate antiche relique degli antichi dei, che potrebbero avere un ruolo di grande importanza negli accadimenti che stanno per sconvolgere il mondo di Krynn. Una volta arrivati al tempio dovranno esplorarlo, tuttavia una parte del tempio è in mano ai nani di fosso e l'altra ai goblin, senza contare la parte del tempio immersa nell'oscurità dove si muovono gli spiriti dei chierici, dovranno quindi usare la diplomazia coi nani di fosso, ne sa di già sentito però può andare no? O è troppo? L'idea e che, in cambio dell'accesso ai sotterranei del tempio, i nani di fosso li spingeranno verso tale luogo credo, i pg si offrano di aiutare a liberare alcuni nani schiavi dei goblin. Per adesso sono giunto sino a qui, ma pensavo che i personaggi potrebbero raccogliere, inconsapevolmente, al tempio, un artefatto di Paladine, che però non riconoscerebbero come tale,e che successivamente, la Regina delle Tenebre potrebbe cercare... troppo rindondante e simile alla storia degli eroi delle lance? Oltre a qualche commento sulla trama, qualsiasi altro consiglio su come rendere l'atmosfera è ben accetto...
  7. Salve a tutti, a breve dovrei cominciare a masterare una campagna ambientata su Krynn. Era da molto che ci pensavo, ma non ne ho mai avuto il "Coraggio", mi spiego meglio: ho letto naturalmente le Cronache di Dragonlance, oltre che le Leggende e le ho trovate stupende ed emozionanti, scritte molto bene con dei personaggi molto ben caratterizzati e un atmosfera magica e bellissima. Il mio timore è proprio nei confronti di questa magica atmosfera: come fare a trasporla nelle proprie sessioni di ruolo? Temo insomma che le sessioni non riescano a catturare l'essenza dell'ambientazione e dei romanzi, vi chiedo quindi qualche consiglio, opinione o racconto delle vostre esperienze passate come giocatori o come master nel tentativo di fugare i miei dubbi, darmi delle idee e l'ispirazione per questa campagna. Grazie a tutti in anticipo...
  8. Ma in effetti non la volevo togliere neanch'io ammaliamento! ... cosa suggerisci come seconda scuola proibita però?
  9. Grazie molto gentile, in effetti è un bel personaggio. Oggi ho sottoposto l'idea al giocatore che dovrebbe impersonarlo e gli è piaciuta e penso che si inerisca bene nel gruppo, sopratutto perchè sin dall'inizio della campagna i personaggi si ritroveranno in un regno in cui sono ricercati e le sue capacità di recitazione e camuffamento credo potrebbero tornare molto utili al gruppo.
  10. Dabun? Ah è vero... ... ok allora facciamo ammaliamento...
  11. Vai buttaci ste idee che così ti diamo una mano!
  12. Grazie a tutti per le risposte, ho buttato giù la mia idea per il personaggio, ve la posto, in fondo c'è anche il bg perchè più che ottimizzarlo perchè sia forte il personaggio dovrebbe essere coerente con il backgroun e un po "particolare". Ecco a voi, ho preso in cosiderazione sopratutto il Burattinaio come futura cdp però può benissimo andare verso un complete mage excpert, presenterò al giocatore entrambe le possibilità e sarà lui a decidere in che modo farlo crescere. Dite pure la vostra. Ho inventato un talento così su due piedi perchè mi sembrava consono al personaggio e pensavo di scrivere delle regole che gli permettano di avere un famiglio/burattino. Caratteristiche (Point Buy 32 p.ti) FOR 10 (+0) DES 15 (+2) COS 10 (+0) INT 16 (+3) SAG 8 (-1) CAR 16 (+3) Razza gnomo: Privilegi di razza: - Modificatore razziali: +2 Cos, -2 For. - Taglia Piccola - Velocità base: 6 metri. - Visione Crepuscolare. - Martello Picca come arma da guerra. - Bonus di +2 ai tiri salvezza contro illusioni. - Bonus di +1 alla Cd degli incantesimi di illusione lanciati. - Bonus di +1 a colpire contro coboldi e goblinoidi. - Bonus di +4 alla CA contro giganti. - Bonus di +2 alle prove di Ascoltare. - Bonus di +2 alle prove di Artigianto (Alchimia). - 1 v. al giorno: Palrare con gli animali, luci danzanti, prestidigitazione e suono fantasma (Cd 10 + Car + livello dell'incantesimo) - Classe preferita: bardo. Classe Bardo1: Privilegi di classe: - Musica bardica, - Conoscenze bardiche, - Controcanto, - Affascinare, - Ispirare coraggio+1. Classe Mago/Illusionista1: Privilegi di classe: - Evocare Famiglio (Burattino) - Scrivere Pergamene. Abilità: Punti abilità al 1° livello(Bardo): 36 Punti abilità al 2° livello (Mago): 5 Artigianato(Tessitura): 4/ +3 Artista della Fuga: 4/ +7 Camuffare: 4 / +7 (+9) Concentrazione: 5 / +5 Conoscenze (Arcane): 4 / +6 Intrattenere (Recitazione): 4 / +7 Intrattenere (Violino): 4 / +7 Muoversi Silenziosamente: 4 / +7 Nasconders: 4 / +7 Raggirare: 4 / +7 (+9) Talenti: Attore (Bonus di +2 alle Prove di Camuffare e Raggirare) Incantesimi da Bardo conosciuti: Lv0: Lampo, Luce, Prestidigitazione, Aprire/Chiudere. Incantesimi da Mago/Illusionista preparati: Scuole proibite: Necromanzia e Ammaliamento. Lv0: Frastornare, Individuazione del Magico, Lettura del Magico. Lv1: Camuffare sé Stesso, Ventriloquio, Immagine Silenziosa. Libro degli Incantesimi (il manuale del Prestigiatore): Lv0: tutti, tranne necromanzia e abiurazione. Lv1: Camuffare sé Stesso, Ventriloquio, Immagine Silenziosa, Charme su Persone. Background: Attore, commediante, burattinaio in spettacoli per bambini e anche musico e cantastorie. Ecco come si presenta e si definisce Gimble Roundstone, lo gnomo. Nato in una piccola isola a pochi chilometri dalla costa occidentale del regno di Dragonstone il giovane Gimble era affascinato dalle genti del regno che scendevano dalle eleganti navi che attraccavano al porto e sognava di poter partire, salire su una di quelle navi e partire per esplorare il mondo. Sin dalla più tenera età, egli si dilettava a organizzare spettacoli di burattini e marionette per far divertire i propri fratelli e cugini e anche gli altri bambini del paese, e ben presto si interessò di musica, grazie anche allo zio, famoso suonatore di liuto che si era ritirato a vita privata. Gimble, al contrario dello zio, imparò ad usare il violino e cominciò ad esibirsi nella taverne e nelle locande dell'isola i cui avventori impararono ben presto a conoscerlo come un grande esecutore e, alle volte, compositore. Una sera, mentre si esibiva in una taverna, gli venne chiesto di raccontare ai presenti di quella volta, quando ancora era infante, di quando era stato salvato da un guerriero che veniva da Dragonstone, egli raccontò la storia con grande perizia e impersonò così su due piedi tutti i personaggi della storia con grande abilità. Il responsabile di una compagnia teatrale che si trovava a passare dalla taverna intui il suo talento e gli offrì un ingaggio. Fieri del proprio figlio i genitori furono felici per Gimble ed egli partì alla volta del Regno di Dragonstone. Viaggiò per molto con la compagnia teatrale fino a quando non trovò, in un mercatino delle pulci in cui stava vagando, un libro: Il Manuale del Prestigiatore. Il libro, un comune libro degli incantesimi da mago, presentava formule e incantesimi per strabiliare e intrattenere, come recitava il sottotitolo: Gimble ne fu rapito e cominciò a studiarlo, grazie alla sua spiccata intelligenza in breve fu in grado di padroneggiare i primi incantesimi del libro e, dopo aver lasciato la compagnia teatrale, cominciò a darsi agli spettacoli di magia. Si unì per un brebe periodo ad un circo dove si faceva conoscere con il nome di Gimble l'Incredibile e nei cui spettacoli si faceva imprigionare in casse da cui fuggiva con grande abilità, creava illusioni portentose e, naturalmente, cosa che non aveva mai dimenticato, faceva parlare marionette e pupazzi per il divertimento e la gioia dei più piccini. Passò del tempo prima che Gimble decidesse di lasciare anche il circo per prendersi una pausa dai suoi grandi spettacoli, ora sta vagando in solitario, usando le sue abilità per sostentarsi, sta pensando forse di tornare a casa a trovare i suoi genitori che ormai sono molti anni che non vede, ma non sa che il destino ha in serbo un futuro diverso per lui.
  13. Ciao a tutti, dovremmo iniziare fra qualche giorno un'avventura con pg pregenerati e stavo pensando un pg gnomo bardo/mago, l'idea, insomma, era una sorta di mago da palcoscenico oppure un cantastorie che anima i suoi spettacoli con illusioni e magari cose reali tipo una fiammata nel momento in cui un drago entra nella storia. Cose così. La domanda è: ha senso? Ho basterebbe un mago/illusionista con qualche grado di intrattenere o anche solo un bardo che ad alti livelli ha cmq accesso a molti incantesimi. Come la vedete...?
  14. Unire e tenere unito un gruppo è una delle cose più difficile per un master, e infatti qualcuno aveva aperto anche un topic sull'argomento. E quasi tutti sono dell'idea che il motivo per cui i personaggi dovrebbero diventare un gruppo è da ricercarsi nel background degli stessi, per cui forse è meglio se ti facessi consegnare il Bg un po prima di qualche giorno prima dell'inizio della campagna... ... alcuni esempi di come poterlo tenere unito sono fini e obbiettivi comuni, situazioni critiche, vecche amicizie risalenti addirittura all'infanzia o addirittura legami di parentela. Per prima cosa comunque ti serve un incipit, in primis penso ti serva sapere se vuoi giocare la campagna come un unica storia collegata oppure nello stile "a puntate" in cui giochi avventure scollegate le une dalle altre, comunque connesse da un filo, un po come in un telefilm. In ognuno dei 2 casi però devi trovare un obbiettivo per i pg, perchè se i pg non hanno un obbiettivo difficilmente l'avventura avrà un senso... ^^ ... potrebbe essere liberare qualcuno, esplorare un luogo, recuperare un oggetto, uccidere qualcuno, fuggire, sopravvivere... allora potrai passare a chiederti perchè i tuoi personaggi dovrebbero avere quell'obbiettivo... Ho fatto un po una fiera spero di essere stato comprensibile e almeno un po utile...
  15. Mi sembra, ma non sono sicuro, che per mondo di tenebra non esista un manuale per ambientare le avventure nel medioevo cosa che accade con vampiri con Secoli Bui, non sono sicuro però visto che non ho mai giocato, anche se possiedo il manuale. Se vuoi giocare un medioevo arricchito da creature sovrannaturali potresti provare il gdr gratuito EPOCA, ricordo di averlo scaricato, ma non l'ho mai letto approfonditamente, tuttavia la descrizione su gdr free sembra fare al caso tuo recitando: "E.P.O.C.A. (Ere Permeate dall'Occulto e Condotte dalle Armi) è un gioco di ruolo horror ambientato in un medioevo pregno di miti, leggende e divinità innominabili. Il regolamento, benché possa risultare complesso, lascia libertà all'interpretazione che il giocatore mette in scena per il suo PG, premiando, anche tramite le abilità disponibili, vari aspetti di questa che in altri giochi di ruolo sono del tutto trascurati." Questo è il link del sito ufficiale: http://www.epocagdr.it/
  16. Grazie Byakko per l'esauriente risposta! Proprio non li trovavo!
  17. Quoto AndreaPerins, un cambio di sistema di regole o in alternativa, potete usare l'ambientazione di Ravenloft. Però secondo me una cosa come Supernatural renderebbe di più con le regole di MdT ...
  18. Salve a tutti, ho un problema, non riesco a capire quale sia il nome delle montagne che sorgono al centro dell'abanasinia. Quelle che sono più a est, dove sorge Que-Shu sono i monti Eastwall e questo l'ho capito, ma l'altra catena montuosa vicina? Alle cui pendici sorgono Solace, Heaven e Gateway come si chiama? Scusate per la domanda stupida ma proprio non riesco a trovare il nome Edit Credo di essermi risposto da solo, secondo questa mappa: http://rmudcool.narod.ru/rmud3/Istor/GEOGRAF/maps1/abanasinia1-part1.jpgquelle montagne sono l'ultima parte delle montagne Kharolis, anche se da altre mappe presenti sui manuali la cosa non è così immediata.
  19. Dragonlance Rules!!!! ... è veramente una bella ambientazione, però secondo me non vale la pena giocarci senza aver letto almeno le Cronache, e sono 3 libri.. ^^ ... beh poi con 2 manuali te la cavi...
  20. Eihlà! Io non sono un grande esperto dell'ambientazione, però mi piace molto e faccio il master da un po. Se hai ancora bisogno...
  21. Beh grazie! Sia dei complimenti che dei conisgli, rivedrò quelle parti. Per quanto riguarda gli spazi in realtà c'erano ma quando ho copia/incollato dal documento l'ha fatto in un blocco unico. Non è che mi daresti un parere sui personaggi? Perchè quando scrivo ho sempre la sensazione che siano un po piatti, privi di personalità ecco, cosa ne dici?
  22. Salve a tutti! Questo è l'inizio di un racconto che ho cominciato qualche tempo fa, qualsiasi commento è ben accetto... Le Catacombe di Keningrad Nessuno quella sera fece caso all'uomo che entrò dalla porta settentrionale di Keningrad, era a cavallo di uno corpulento stallone nero, portava un pesante mantello e un cappuccio gli celava il volto. La pioggia era fitta, una sottile nebbia saliva dal terreno e l'aria era fredda, per cui nessuno fece caso al misterioso cavaliere, stretto nel suo pesante mantello quasi avesse timore di essere riconosciuto. Non lo riconobbero quando entrò e passò accanto alle guardie al cancello, non lo notarono gli ubriachi di fronte alla taverna, che uscivano per prendere una boccata d'aria, si prendevano una mezza congestione e vomitavano all'angolo, non fecero caso a lui le cortigiane che passeggiavano per le strade, quasi pronte a rincasare, dopo una giornata di duro lavoro, e tanto meno lo fecero i gentiluomini che contrattavano con alcune di loro per una notte di piacere, non lo riconobbero nemmeno i ladri e i briganti che stavano appostati nei vicoli in cerca di una preda da rapinare e nemmeno le guardie che facevano la ronda. Nessuno fece caso a lui nemmeno quando giunse alla piazza grande di Keningrad, quando la attraversò e si infilò nella stretta via che circondava la chiesa. Giols, il vescovo, era piuttosto grassottello, ma i suoi lineamenti erano nobili, segno che, in gioventù, doveva essere stato un bel ragazzo, uno di quelli, insomma, che se l'aveva fatto, aveva faticato a rispettare il voto di castità impostogli quando ancora era un ragazzino. A quel tempo il padre, che non poteva mantenere tutti i suoi figli, aveva scelto per lui la vita del sacerdote, poiché, sosteneva, era il più sveglio tra i suoi fratelli. Oramai Giols aveva una cinquantina d'anni, era molto che non tornava a casa o faceva visita alla sua famiglia e, in effetti, dubitava che l'avrebbe mai fatto prima della fine dei suoi giorni. Comodamente seduto su una vecchia poltrona di fianco al camino il vescovo si scaldava i piedi mentre il giovane diacono, Gilles, che lo assisteva e che da lui veniva istruito, sparecchiava la tavola della cena. Gilles era un giovane molto ubbidiente e saldo nella fede nel Signore, desideroso di apprendere ascoltava e seguiva ciecamente ogni parola del vecchio Giols che, ormai, si stava assopendo sulla sua poltrona: fece un largo sbadiglio stiracchiandosi e sentì il sonno prendere possesso del suo corpo; mentre scivolava dolcemente nel mondo dei sogni, che ultimamente faticava a raggiungere, o a rimanervi abbastanza per dirsi riposato al suo risveglio, qualcuno bussò pesantemente alla porta e lo fece sobbalzare sulla sua poltrona. Gilles, il giovane diacono, si girò verso il sacerdote: il viso giovane e ancora non segnato dalle amarezze della vita guardò Giols con evidente sorpresa, era raro che i due ricevettero visite e lo era ancora di più a quell'ora tarda della notte. Il sacerdote fece un cenno con la mano e disse: “Su... va ad aprire e vedi chi è...” Il diacono tentennò per un attimo prima di annuire deciso ed andare ad aprire la porta: la aprì solamente poco, giusto per vedere chi fosse a disturbare a quell'ora, e così che non entrasse il freddo dell'inverno e si pronunciò: “Ehm sì?” Dall'esterno qualcuno si schiarì la gola prima di parlare: “Buonasera, sto cercando Giols il sacerdote, è qui?” “Sì certo” rispose il giovane “Ma ora è tardi per le visite, dovrebbe tornare domani” ma intanto il vecchio sacerdote aveva riconosciuto la voce che proveniva da fuori dalla porta e richiamò il suo giovane assistente: “Gilles! Fallo entrare...”. Il diacono si girò e vide che il sacerdote si stava alzando dalla poltrona e sul suo viso aveva un largo sorriso così si fece indietro spalancando la porta e fece cenno allo straniero di entrare. Il viandante entrò: era poco più alto del vecchio Giols, che consumato e ingobbito dalla vecchiaia un tempo era stato un uomo grande e robusto, quando tolse il cappuccio dei lunghi capelli castani, quasi rossicci, gli caddero sulle spalle a incorniciare il viso dai lineamento duri coperti da un sottile strato di barba malfatta e da alcune vistose cicatrici. Il vecchio Giols gli andò incontro e disse: “Sapevo che saresti tornato..” anche sul volto dello straniero apparve un sorriso. I due si abbracciarono, proprio come se fossero due vecchi amici che non si vedevano da tempo e, pensò Gilles, probabilmente era proprio così. Il sacerdote invitò l'uomo a sedersi e gli offrì della zuppa calda, il nuovo arrivato accettò volentieri, appese il mantello all'entrata e fece per sedersi. In quel momento, mentre si chinava per tirare verso di sé la sedia, da sotto la camicia bianca che portava sopra ad una cotta di maglia scivolò fuori un pendente appeso ad una rozza catena. Giols, che intanto si era seduto con calma, domandò: “Lo porti ancora?” “Che differenza vuoi che faccia, la mia faccia è conosciuta ormai da quasi tutti gli inquisitori di queste terre, ma mi ricorda i tempi in cui ero un giovane pieno di speranze” rispose l'uomo mentre sul suo volto compariva un sorriso triste. Gilles aveva riconosciuto quel pendente: era la croce di ferro, il simbolo dell'ordine crociato, elitè dei cavalieri del santo ordine di nostro Signore nella lotta contro gli infedeli. Un tempo era stato un simbolo di regalità e orgoglio, ma da qualche anno non era più così. L'ordine era stato dichiarato colpevole di eresia: si diceva che i suoi membri adorassero un idolo diabolico e che officiassero rituali oscuri. Anche se il giovane diacono non disse nulla non riusciva a capire chi fosse quell'uomo né tanto meno perché il sacerdote lo conoscesse: il vescovo era forse coinvolto in tutta questa faccenda? Giols distrasse il giovane dai suoi pensieri e gli ordinò di portare della zuppa allo straniero mentre quello rimetteva il pendente sotto la camicia. I due, poi, si rimisero a parlare e per la prima volta il vescovo chiamò lo straniero per nome: “Allora, Tristan, ne è passato di tempo non è vero?” “Non sbagli vecchio mio, ormai saranno quasi dieci anni.” “Da prima che tu partissi per la guerra santa.” “Già” si limitò a rispondere Tristan, poi riprese la parola: “Tra le altre cose, perdonami se sono venuto, so di metterti in pericolo venendo qui, ma ero a corto di monete e questo era l'unico posto dove potevo andare.” “Ah è così!” si indignò scherzosamente Giols “E io che pensavo fossi passato a salutare un vecchio amico.” il vescovo guardò sorridendo l'uomo e Gilles avrebbe potuto giurare che i suoi occhi fossero leggermente lucidi. “Che novelle mi porti Tristan dagli angoli remoti del regno? Dimmi.” “Niente di che. La povertà dilaga, i poveri sono sempre più poveri e i ricchi sempre più ricchi, la fame e il lavoro ne uccidono più di quanti non ne abbia mai uccisi la guerra e, come se non bastasse, pare che Re Crom sia nuovamente sul piede di guerra, ancora una volta una guerra con il cugino per uno sputo di terra” Il vescovo annui con gli occhi chiusi, come se riflettesse sulle parole del cavaliere: “Ne avevo sentito parlare, ma non mi fido delle voci. Speravo che incontrassimo difficoltà solamente qui a Keningrad, ma a quanto pare non è così” Gilles, intanto, che aveva fatto scaldare della zuppa, ne porse una scodella a Tristan, assieme ad una pagnotta: il cavaliere afferrò entrambe, ringraziò il giovane e poi si mise a mangiare di gran lena. “Per il Signore Tristan, sembra che tu non tocchi cibo da quando sei nato!” ridacchiò il vecchio Giols. “Se non è così, ho la sensazione che lo sia” “Mangia figliolo e non ti preoccupare, questa sera ti offro io asilo” “Grazie Giols, siete molto gentile” “E' il minimo che possa fare per te...” disse il vecchio sacerdote continuando a sorridere poi si rivolse a Gilles: “Gilles, va pure a dormire, ritirerò io quando avremo finito di parlare, grazie.” “Dovere sua santità.” Gilles si accomiatò e uscì dalla stanza. Tristan lo guardò uscire e poi disse: “Un altro giovane allievo?” “Esatto.” “Proprio come lo ero io.” sorrise il cavaliere. “In parte, siete molto diversi: Gilles è molto calmo e ubbidiente, tu al contrario” un sorriso sornione apparve sulle labbra del vecchio sacerdote “Il fuoco ti scorreva nelle vene, e volevi affrontare il male come si fa con un avversario in battaglia, e a quanto dice la gente, l'hai fatto” Tristan, finita la zuppa, spinse da parte la ciotola e guardò serio negli occhi Giols: “La gente non sa ciò che dice. Dicono che abbiamo combattuto il male e che questo ci ha corrotto. Io ricordo solo di aver combattuto guerrieri che lottavano per proteggere la loro terra e la loro famiglia, mentre noi li sterminavamo in nome di un dio che loro non riconoscevano. Io so solo che al nostro ritorno, dopo aver passato anni a combattere nel deserto per la chiesta del Signore ci avevano tracciato come eretici” L'espressione sul volto del vecchio Giols si fece seria: “Posso solo immaginare che cosa siano stati per te gli ultimi dieci anni figliolo” “Se solo vi avessi ascoltato” lo interruppe Tristan abbassando lo sguardo. “Allora eravate un giovane con l'ardore nelle vene e la fiducia nel cuore, non è colpa vostra, probabilmente alla vostra età avrei fatto lo stesso.” Rimasero per un attimo in silenzio. “Hai detto che sei a corto di monete ragazzo?” riprese poi Giols. “Sì, è quello che ho detto, conoscete qualcuno che abbia del lavoro per me?” “Credo di sì, è un lavoro pericoloso, che nessuno ha il coraggio di fare, ma proprio per questo ben pagato. Sono sicuro che ciò che hai imparato in questi dieci anni ti sarà utile.” Tristan guardò il vecchio sacerdote con aria interrogativa. “Vedi Tristan, da qualche settimana a questa parte, chi si avvicina di notte alla parte vecchia del cimitero scompare misteriosamente senza lasciare traccia. La guardia cittadina mormora di un antica maledizione, la gente parla di stregonerie e nessuno si reca più a fare visita ai propri cari al cimitero.” “Voi quale pensate che sia la causa?” “Non lo so Tristan, ma sono certo che è da ricercarsi nel vecchio complesso di catacombe.” “Necrofagi.” sibilò il giovane cavaliere. “E senza dubbio possibile.” “Capisco, credo di poter dare un'occhiata, ma in che modo questo potrebbe ripagarmi di qualche monete.” “Vedi, prima che il terrore si avvolgesse come un nero mantello intorno alla popolazione, un borioso giovane, che si da il caso fosse il nipote del reggente locale, si mise in testa di poter risolvere il problema e si calò nelle catacombe. Non fece mai più ritorno. Il reggente, però, ha disposto una ricompensa per chi gli riporterà il nipote o la testa di chi lo ha ucciso. Ciò a convinto tutti quelli che sapevano impugnare un'arma a scendere nelle catacombe, ma dopo che i primi non hanno fatto ritorno la paura ha cominciato a farsi sentire e tutti hanno cominciato ad evitare il cimitero come la peste.” “Molto bene” disse Tristan “Domani andrò a dare un occhiata.” “Molto bene” gli fece eco Giols “Fa attenzione Tristan, come ti ho già detto è un lavoro pericoloso che nessuno ha il coraggio di fare” “Proprio il tipo di lavoro adatto ad un reietto come me” rispose il giovane mentre l'ennesimo sorriso triste gli si dipingeva sul volto. Il mattino seguente Tristan, Giols e Gilles si trovavano al cimitero. La zona era deserta come se i morti si fossero arrogati il diritto esclusivo di poter rimanere. “Da questa parte” li esortò il sacerdote avanzando fra le lapidi, i due lo seguirono. In breve si trovarono di fronte ad un vecchio cancello arrugginito che segnava l'ingresso al cimitero vecchio, le mura, così come il cancello, mostravano i segni del tempo e dell'incuria. Un tempo, quando Keningrad era una piccola città in via di sviluppo, il vecchio cimitero era l'unico della città, con il tempo il villaggio si era rivelato in un importante crocevia commerciale e la crescita e lo sviluppo della città avevano obbligato i cittadini ad allargare il cimitero creando quello che vi era ora. Da molto nessuno metteva piede in quella zona ed era evidente. Aprirono il cancello che stridette e cigolò rumorosamente, strisciando a terra per via di un cardine cedevole, poi entrarono ritrovandosi in una zona disastrata: edere ed erbacce avevano fatto del luogo il loro regno, i resti di alcune vecchie statue ormai irriconoscibili erano coperte di rampicanti, alcune lapidi sprofondavano nel terreno e, qua e là, il terreno era smosso. Gilles se ne accorse e disse ad altra voce: “Ladri di tombe” “O forse qualcosa di peggio” rispose Tristan, il ragazzo non capì a cosa potesse riferirsi. Avanzarono nel vecchio cimitero, ad un certo punto Tristram cominciò ad esaminare il terreno, delle impronte si allontanavano verso la zona nuova del cimitero e partivano da una cripta più grossa delle altre. “Di qua” fece il cavaliere avvicinandosi alla Cripta, il cancello era stato divelto e ora giaceva a terra, al centro della piccola cripta vi era una scala che conduceva verso l'oscurità. “Eccolo” disse Tristan tenendo lo sguardo sulla scala. “Molto bene” disse Giols che si trovava alle sue spalle “Gilles ti accompagnerà” “Cosa?” Tristan si voltò verso di lui esterrefatto, stava per parlare ad alta voce, ma poi si ricordò della presenza del giovane diacono che restava in silenzio alle sue spalle, quindi si avvicinò al sacerdote e disse bisbigliando: “Non sappiamo cosa ci sia là sotto Giols, e non ho tempo di fare da balia al ragazzo” “Senza dubbio, ma ti perderesti là sotto senza una guida e Gilles ha studiato le piante di tutte le catacombe della città” “E non vi preoccupate, so badare a me stesso” lo interruppe il giovane diacono. Tristan si voltò a guardare il ragazzo, il volto corrugato in un espressione orgogliosa, e alquanto sciocca “Come vuoi ragazzo, preparati.” disse infine allontanandosi per accendere una torcia. Gilles si mise ad accendere la propria lanterna e il sacerdote gli si avvicinò: “Ragazzo mio” disse “mi rattristo di non averti potuto mettere in guardia sui pericoli del mondo, ma credo che ora sia tardi. Fa attenzione là sotto e ascolta le parole di Tristan, sarà un buon mentore” mentre parlava un sorriso triste, come quelli che era solito fare il cavaliere, apparve sul volto del sacerdote. Gilles lo guardò con aria interrogativa “Certo sua eminenza, come desiderate” Giols si compiacque dell'obbedienza del giovane e gli disse: “Ora va” Il giovane diacono si affrettò a seguire Tristan che, dopo aver fatto un cenno al sacerdote, si incamminò giù per la scala buia. Gilles si voltò ancora una volta verso il proprio mentore che lo salutò e poi cominciò la discesa anche lui, la scala era molto lunga e mentre i due discendevano nell'oscurità il diacono non riusciva a smettere di pensare alle parole che aveva usato il sacerdote per accomiatarsi “Addio, Gilles” Le catacombe odoravano di polvere, morte e putrefazione. Non c'era di che stupirsi, ma il giovane diacono non vi era abituato. Il cavaliere che lo precedeva, invece, sembrava trovarsi quasi a suo agio mentre avanzava con una torcia nella mano sinistra e la pesante spada nella destra. Stavano attraversando uno stretto e lungo corridoio regolarmente interrotto da piccole alcove dove venivano deposti i resti dei cadaveri. Erano ormai parecchi minuti che lo percorrevano in silenzio e sembrava quasi che il passaggio conducesse alle porte degli inferi. Gilles si stufò del silenzio e rivolse esitante, ma deciso a scoprire qualcosa sul misterioso Tristan, la parola al cavaliere: “E così... voi siete un cavaliere crociato” “Lo ero” rispose secco Tristan. Ne seguì un silenzio imbarazzante, almeno per il giovane diacono, poi Tristan si fermò di colpo e disse “Avanti, chiedimelo” “Che... che cosa signore?” “Non fare finta di niente, so che vorresti sapere se è vero che i cavalieri crociati adorano un idolo pagano e officiano rituali oscuri” rispose in tono aspro. Il diacono non sapeva che cosa rispondere, e optò per il silenzio. La sua scelta si rivelò azzeccata perché il cavaliere sospirò e si rimise in marcia. Camminarono per qualche altro metro poi la luce delle loro torce illuminò uno sbocco, Gilles, vedendolo, e desideroso di dimostrarsi utile cominciò la sua spiegazione: “Ecco alla fine di questo cunicolo vi dovrebbe essere un camera di sepoltura che un tempo veniva usata per coloro che erano di nobili origini, da lì escono due passaggi che...” Di colpo Tristam lo zittì, le ultime parole del diacono fecero ecco nel lungo passaggio poi entrambi percepirono un tonfo: era un passo e proveniva da dietro di loro. “Giù!” urlò Tristan mentre si voltava. Il diacono ebbe appena il tempo di gettarsi a terra, tra la polvere, prima che la spada del cavaliere vibrasse un colpo dove poco prima vi era la sua testa. Il giovane stava per mettersi ad insultare Tristan quando sentì qualcosa di caldo colargli sulle gambe e sentì delle specie di grida soffocate provenire da dietro di lui, si voltò giusto in tempo per vedere tre figure ingobbite e impolverate, completamente glabre e con gli abiti stracciati una delle quali cadde in avanti con la gola recisa. La pelle era pallida e tirata attorno alle ossa, gli occhi delle creature che fissavano il cavaliere due piccole fessure, più simili agli occhi di una belva piuttosto che a quelli di un uomo. Tristan balzò in avanti scavalcando il diacono e il cadavere che gli era caduto addosso, pronto a fronteggiare le altre tre creature. Una di esse si gettò verso il cavaliere con le braccia protese in avanti e la bocca spalancata pronta ad affondare i propri denti nella giugulare della preda, ma Tristan, con uno scatto del braccio trafisse la creatura all'altezza dello stomaco, poi, sfilando la spada la colpì in pieno volto con la torcia accesa: la creatura si gettò a terra tenendo le mani sul volto e urlando con una voce più adatta ad un rettile che ad un uomo. Il mostro subito dietro colpì immediatamente: cogliendo Tristan di sorpresa si gettò verso la parete alla sua destra e, usandola come appoggiò si getto verso il cavaliere che, con un gesto istintivo per chi è abituato a portare uno scudo, alzò il braccio sinistro di fronte a sé. I denti della creatura affondarono nel braccio piegando le maglie che si conficcarono nella carne, come il sangue sgorgò dal braccio del cavaliere egli lanciò un urlo di dolore lasciando cadere la torcia, poi sbatté con tutta la forza che aveva il mostro contro la parete, una volta, due, tre fino a quando non mollò la presa e scivolò al suolo inerte mentre la sua materia cerebrale colava lungo il muro della catacomba. L'ultima creatura, sorpresa dalla furia del nemico, esitò per un attimo e quell'attimo le fu letale: Tristan afferrò la spada con entrambe le mani e menò un fendente da destra verso sinistra squarciando il petto della creatura che cadde all'indietro urlando e perdendo sangue copiosamente prima di tacere per sempre. Il cavaliere diede uno sguardo al proprio braccio, in corrispondenza della ferita, poi si voltò verso il diacono: “Sei ferito?” Gilles balbettò quella che poteva sembrare una risposta negativa così Tristan gli porse una mano e lo aiutò ad alzarsi, il ragazzo, ancora visibilmente scosso chiese: “Che cos'erano quelli?” “Necrofagi” rispose il cavaliere “Un tempo erano uomini; morti di stenti si rianimano dalla tomba per cibarsi della carne dei cadaveri, a volte, però, quando scarseggiano, cominciano ad attaccare i vivi in cerca di cibo”. “Per nostro signore” fece il giovane. “Dobbiamo muoverci, potrebbero essercene...” Tristan venne interrotto da alcune grida provenienti dal corridoio da cui erano giunti, dapprima furono un paio, poi una mezza dozzina, infine si alzarono a decine. Il crociato si voltò in direzione dei rumori mentre quelli si avvicinavano sempre più e parlò al diacono: “Maledizione ce ne sono troppi, dobbiamo andarcene, c'è un'altra via di uscita?” “Beh io, credo” rispose balbettante il diacono. “In fretta Gilles!” “Sì certo, per di qua.” disse ancora il giovane prima di voltarsi e partire a passo spedito, Tristan lo seguì con la spada sguainata in una mano e la torcia nell'altra. Avanzarono in fretta per corridoi impolverati ed oscuri, volte a forma di arco e antiche camere di sepoltura in cui erano sepolti re e nobili dei tempi antichi mentre i rumori dietro di loro si dividevano, si moltiplicavano, scemavano e poi tornavano più forti e numerosi di prima. A volte sembrava che fossero vicinissimi, a qualche metro di distanza, a volte sembravano lontani, come se le profondità delle catacombe potessero condurre nei meandri degli inferi. I due procedettero a passo spedito fino a quando voltato un angolo e superato un incrocio non si trovarono in un vicolo cieco, il diacono cadde in ginocchio di fronte alla parete balbettando: “Non è possibile, dovrebbe esserci un uscita oltre questo corridoio” “Maledizione Gilles, dimmi che non ti sei perso!” ringhiò Tristan mentre continuava a guardare indietro nei bui corridoi dove risuonavano le urla rauche dei necrofagi. “Mi dispiace, io” balbettò ancora il diacono. “D'accordo, va bene, ma ora non c'è tempo, devi cercare di capire dove ci troviamo e trovare una via per uscire di qui, d'accordo?” “Io..” il giovane esitò. “D'accordo?!?”insistette il cavaliere. “D'accordo...” il giovane si alzò in piedi e si guardò attorno cercando di orientarsi, ma era dannatamente difficile, era tutto così buio e le urla di quelle dannate creature continuavano a rimbombargli nella testa. Aveva voglia di piangere, di accasciarsi al suolo e aspettare che la morte sopraggiungesse per mano di quelle orribili creature degli inferi, ma non poteva. Il crociato intanto continuava a guardare indietro, impugnando la sua spada sembrava pronto ad affrontare persino i quattro cavalieri dell'apocalisse in persona se fosse stato necessario, Gilles si chiese dove prendeva quella forza e quel coraggio, non seppe darsi risposta ma sapeva che poteva trovarne anche lui. “Dobbiamo tornare indietro, dovrei riuscire ad orientarmi” disse il diacono superando il cavaliere, ma non fece appena in tempo a muovere qualche passo e un necrofago si gettò su di lui dal soffitto ad arco, lo atterrò e alzò una mano per artigliarlo con le unghie gialle e spezzate. Tristam si gettò avanzati, la sua lama descrisse un ampio arco e sfregiò la creatura che indietreggiò appoggiandosi al muro e emettendo un sibilo rauco mentre portava le mani al volto sfigurato, decina di altri voci rauche risposero al suo grido e cominciarono a convergere sul luogo dove si trovavano Gilles e Tristan. “Presto!” gridò il cavaliere tirando in piedi il giovane e mettendosi a correre, arrivato all'incrocio prese a sinistra, senza pensarci troppo, imboccò un lungo corridoio e cominciò a percorrerlo di fretta, gli si parò di fronte un necrofago ma la sua lama fu rapida e sgozzò la creatura che subito venne gettata a terra da un suo spintone. Correva a perdifiato lungo il corridoio e sentiva i gemiti dei non morti avvicinarsi sempre di più alle sue spalle, d'improvviso una figura fece capolino dall'oscurità, era troppo massiccia per essere quella di un necrofago: “Presto! Da questa parte!” urlò. I due non se lo fecero ripetere due volte, giunti in prossimità dell'uomo attraversarono una porta che conduceva in quella che sembrava una camera di sepoltura segreta, l'uomo che li aveva avvertiti entrò e altri due spostarono una pesante porta di pietra che nascose l'entrata alla stanza. Gilles e Tristan si fermarono ansimanti e il giovane diacono si accasciò a terra privo di fiato. Il crociato si guardò attorno: nella stanza, illuminata da alcune lanterne, era raccolto un gruppo di uomini: tre rimanevano di fronte alla porte da cui erano entrati, quello che li aveva fatti entrare era alto e robusto, quasi completamente calvo ma con due grandi baffi e una corta barba, dall'altra parte un giovane si mosse verso i due nuovi arrivati: vestiva abiti da nobili, portava i capelli ordinatamente raccolti dietro la nuca e dalla sua cintola pendeva uno stocco. “Salve signori, il mio nome è Arthemis, pare che non siamo gli unici ad essere finiti in questa scomoda situazione.” “Voi siete il nipote del reggente?” chiese immediatamente Tristan. “Sono proprio io, e voi di grazie siete?” “Tristan, cavaliere e mercenario, mi fa piacere vedere che siete ancora vivo, non credevo ce l'aveste fatta.” Un sorriso beffardo si dipinse sul volto del nobile: “Ho avuto uno dei migliori maestri di scherma di tutta Keningrad e mi sono portato dietro una scorta di tutto rispetto, permettetevi di presentarvela: l'uomo che vi ha fatto gentilmente entrare è Org, la mia personale guardia del corpo, mentre i due servizievoli signori che vi hanno aperto la porta sono Stiletto e Rosso.” Tristan gettò lo sguardo oltre il corpulento Org: Stiletto era basso ed esile, ma sembrava essere quantomeno folle, o letale a seconda dei casi, Rosso probabilmente doveva il suo simpatico nomignolo hai capelli spettinati che portava sulla testa di un rosso carota, la pelle pallida e piena di efelidi era segnata da una profonda cicatrice sulla guancia destra. “E naturalmente” riprese Arthemis “Un simpatico signore che si è offerto di accompagnarci: Alaister Darkblade.” Tristan sentì il sangue raggelargli nelle vene e si voltò verso la figura che avanzava dall'angolo oscuro a cui non aveva ancora fatto caso. Portava un lungo pastrano nero e un capello a tesa larga sulla testa: era un cacciatore di taglie, il più temuto dei Reami nord orientali, un assassino a sangue freddo tanto bravo a scovare gli eretici quanto a scivolare alle loro spalle nell'oscurità e tagliarli la gola, oppure imprigionarli perché venissero torturati dagli inquisitori. Alaister parlò, e la sua voce sottile sembrò avvolgersi attorno a Tristan come le spire di un serpente: “Avente un volto familiare Sir Tristan, ci siamo già incontrati?” un leggero sorriso increspava le labbra dell'uomo. “Non credo no, forse vi confondete con qualcun altro” rispose prontamente il cavaliere. Poi il cacciatore di taglie abbassò lo sguardo al diacono: “Voi invece, se non sbaglio siete il giovane apprendista del sacerdote dico bene?” “Sì vostra eminenza, perdonatemi” disse Gilles alzandosi. “Non vi preoccupate, la situazione è abbastanza critica da lasciare da parte i convenevoli...” sorrise ancora, il sorriso che solo un folle può avere in tali circostanze: probabilmente lo era. Venivano raccontate oscure storie sul passato di Alaister Darkblade: si diceva che fosse stato cresciuto in un convento a nord di Keningrad, in un piccolo villaggio, in cui i sacerdoti erano molto devoti e molto severi, i ragazzi che vi venivano mandati erano i più indisciplinati, i cui genitori speravano che l'istruzione da sacerdote li avrebbe calmati. Là, si diceva, Alaister conobbe torture indicibili perché placassero il suo spirito ribelle, e si mormorava anche di abusi da parte dei sacerdoti, che alla fine erano riusciti a far diventare il giovane Darkblade un sacerdote retto e dedito al Signore, ma avevano anche infranto la sua psiche. Alaister sarebbe tornato solamente anni dopo, già cacciatore di streghe, tracciando l'intero convento come eretico, si diceva che avesse inchiodato per i polsi tutti i sacerdoti alle mura del luogo e che poi gli avesse dato fuoco così da mondare i loro peccati e distruggere la dimora del diavolo.
  23. Prova "Morte di un Signore Oscuro" di Laurell k Hamilton, è ambientato in Ravenloft quindi non è il solito fantasy, ma secondo me il cattivo è davvero cattivo...
  24. Salve a tutti, sono nuovo del forum, ma la discussione ha attirato la mia attenzione. Sono in effetti convinto anch'io che il metodo per far incontrare e tenere unito il gruppo sia da ricercare nel background di ogni personaggio e nella trama dell'avventura o campagna che sia. Anche il metodo del vi conoscete già potrebbe essere un buon espediente, però in effetti l'incontro tra i personaggi è un momento con grandi possibilità di gioco di ruolo e a me piace quando avviene. Il metodo della locanda, infine, può sembrare scontato però credo che qualche piccola variante possa anche diventare piacevole. Per esempio l'inizio della trilogia di dragonlance della guerra delle lance inizia quando i personaggi, che già si conoscevano, si reincontrano alla locanda di Solace, beh io credo che sia un inizio che potrebbe essere benissimo usato per un gruppo di giocatori, ma è comque interessante. Personalmente comunque preferisco far incontrare i personaggi per motivi di background, senza aver paura di modificare il un po il bg che un giocatore potrebbe aver fatto per il proprio personaggio, chiedendo a lui se le modifiche gli aggradano ovviamente.
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