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Krakazoom

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti di Krakazoom

  1. Sempre di Dick, l'interessante Tempo Fuor di Sesto.
  2. Meno male che sono andato a leggermi i messaggi precedenti, stavo per suggerirlo io.
  3. Di King vi suggerisco un romanzo poco citato e spesso sottovalutato, ma bellissimo: Pet Sematary. Sotto l'apparenza del romanzo, è uno straordinario trattatello sul tema più importante che ci sia, l'accettazione della morte. (Anche il film che ne è stato tratto non è male, ma non ha neanche un centesimo della profondità del libro)
  4. Anche a me, e molto. Però capisco le ragioni di quelli ai quali non è piaciuto: è quel che si dice un film formalista. Se riesci a lasciarti ipnotizzare dalla bellezza cromatica e pittorica delle inquadrature ne vai matto, altrimenti ti stufi da morire.
  5. Beh, perfino in Benni c'è del buono. Ad esempio, certi racconti della raccolta L'Ultima Lacrima (tipo Il Ritorno di Garibain, Caccia al Fagiano e La Vergine del Moscato) sono molto belli. In particolare, la lettura di Il Ritorno di Garibain dovrebbe essere imposta per legge a tutti i docenti universitari d'Italia (insieme a quella di un altro racconto, Lo Zoologo, di Niccolò Ammaniti. Lo trovate nella raccolta Fango). Queste sono parole sante, ma purtroppo c'è in giro un sacco di gente convinta che avere spirito critico coincida con l'essere ipercritici. Mentre io direi che è proprio il contrario.
  6. No. Personalmente, la mia politica consta nel mettere in luce sia gli aspetti positivi che quelli negativi del film di cui sto parlando, cosicché chi mi legge possa farsene un'idea a tutto tondo. Sarà dura che leggiate una stroncatura totale e senza appello scritta da me. So che non puoi sentirmi, ma ti sto dedicando un applauso.
  7. Krakazoom

    Star Wars

    A me sembra che non siamo d'accordo solo sull'episodio II.
  8. Eh, quasi: io sono un bardo/ladro elfo caotico buono.
  9. Non ho detto che i fumetti Bonelli mi piacciono come sono. Torno a ripetere che non li conosco neanche tanto bene, e quel poco che ho letto, a parte gli eccezionali numeri di Dylan Dog scritti dalla Barbato, non mi entusiasma; perfino il personaggio del momento, Gea, mi sembra stomachevole. Quello che ho detto è che sul mio apprezzamento non ha alcun peso il fatto che i personaggi si evolvano o non si evolvano da un numero all'altro. Se una storia è bella, è bella a prescindere dalla struttura della serie.
  10. Ma Venga il Tuo Regno è una storia ipotetica. Il Batman della serie regolare continua a saltellare fresco e allegro come cinquant'anni fa. A parte rarissimi casi, tipo Psylocke, tutti gli X-Men di una certa importanza che sono morti sono poi ritornati esattamente identici a prima. Gli unici personaggi dei fumetti USA che muoiono e non ritornano sono quelli dei quali non importa nulla a nessuno, come Warlock, o Cypher. (Quanto al presunto genio di Claremont, ho sempre avuto dei dubbi. Io ho preferito di gran lunga gli X-Men di Grant Morrison; lui sì, un genio). E' un problema per te, se non ti piace questo tipo di struttura narrativa. Per me, se le storie sono belle, poco importa che i personaggi invecchino o meno da un numero all'altro.
  11. L'unico fumetto Bonelli che seguo con assiduità è il classico Dylan Dog. Va di moda dire che le storie dell'Indagatore sono peggiorate rispetto agli esordi, ma secondo me non è vero: adesso come vent'anni fa, Dylan Dog ha sempre alternato storie belle e storie brutte. Anzi, tornando a quello che dicevo qui, io trovo che negli ultimi anni il livello medio delle sceneggiature abbia conosciuto una nettissima impennata verso l'alto, grazie al lavoro della scrittrice Paola Barbato. Si devono a lei storie di eccezionale raffinatezza psicologica come Nebba e la già citata Necropolis, che qualcuno poco fa definiva giustamente un gioiello. Dico di più: sono convinto che Oltre Quella Porta, il numero attualmente in edicola, sia il miglior Dylan Dog di tutti i tempi. Uno dei rari casi nei quali i fumetti diventano davvero letteratura. Gloria e onore a Paola Barbato. Degli altri Bonelli ho provato a leggere Brad Barron, noiosetto, Julia, eccellente, e Gea, insopportabile, soprattutto a causa del buonismo peloso di sottofondo. Non è un errore: è una scelta stilistica. I fumetti americani si reggono sulla cosiddetta continuity; cioé, ogni storia è il seguito della precedente, e tiene conto di tutti gli eventi accaduti in passato, un po' come nelle soap opera. Il fumetto italiano, al contrario, vive di storie autoconclusive, in ordine non cronologico e leggibili a sé stanti. Sono due approcci diversi e ugualmente legittimi, che poi possono piacere o non piacere, ma hanno i loro pro e i loro contro. Un aspetto negativo del sistema americano, ad esempio, è che scoraggia i nuovi lettori; molti non si avvicinano all'Uomo Ragno o agli X-Men perché, non avendo seguito la serie dagli esordi, temono di non capire la trama in corso, un problema che non si presenta con Tex e Dylan Dog. Comunque non è vero che nei fumetti americani si assiste a cambiamenti così radicali dello status quo. Anzi, novantanove volte su cento gli sconvolgimenti si risolvono in un nulla di fatto: vedi Batman, che è tornato a camminare, e Superman, che è risorto.
  12. Krakazoom

    Madagascar

    Uno dei film di animazione digitale più belli di tutti i tempi e di sicuro il più innovativo. Non a caso, a molti non è piaciuto. Perché non entrambi? Io non ho ancora visto Seven Swords, ma non ho intenzione di lasciarmelo sfuggire.
  13. Al contrario, secondo me negli ultimi anni Dylan Dog ha conosciuto un'impennata qualitativa grazie alle sceneggiature di Paola Barbato; per intenderci quella di Nebba, Necropolis e dell'ultimo numero, Oltre Quella Porta, probabilmente la più bella storia di Dylan Dog mai scritta. Certo, è vero che quando le sceneggiature sono di qualcun altro il livello delle storie oscilla tra il poco memorabile e il pessimo... Ma le storie brutte c'erano anche alle origini: chi si ricorda, per fare un esempio tra mille, il delirante Bosco degli Assassini? Comunque, tornando a Brad Barron, finora mi sembra un prodotto sulla scia del giustamente defunto Gregory Hunter. E' inconcepibile, ma a quanto pare alla Bonelli lo concepiscono, che nell'Anno Domini 2005 si possa sfornare un fumetto così ingessato e polveroso. Di fantascienza, poi! Ok, va bene, vorrebbe essere fantascienza anni '50, quindi retrofuturistica; però l'atmosfera che si respira, invece di essere retrò e nostalgica, è solo vecchia. Peccato, perché l'idea di affrontare un genere cinematografico diverso in ogni numero era proprio bella. E il protagonista è un bel personaggio, anche come definizione grafica.
  14. Krakazoom

    Madagascar

    Madagascar è un po' come Shrek 2: più che un film, un'accozzaglia di gag. Alcune decisamente riuscite, soprattutto nella prima parte; altre stucchevoli e sopra le righe. Definirlo un brutto film mi sembra eccessivo, non foss'altro che per la spettacolare espressività dei protagonisti. Però, tra i film d'animazione digitale, è probabilmente il meno bello uscito finora.
  15. Autocitarsi non è molto elegante, ne convengo; ma in questo caso trovo che sia pratico riportare quanto ho scritto altrove, piuttosto che sforzarmi di esprimere nuovamente gli stessi concetti con altre parole. Qui sotto, se avrete la pazienza di leggerla, trovate la mia opinione completa e definitiva su Benni. Se qualcuno dovesse trovarla offensiva mi dispiace per lui, ma la mia opinione non cambia. "Premessa: sono un ex fan di Benni. Anch'io, come molti, quand'ero un ragazzino lo adoravo. Poi mi è successo qualcosa di straordinario, considerando che siamo in Italia: sono cresciuto. Almeno un po'. Eh, già, l'Italia è il paese nel quale viene considerata bella e auspicabile la prospettiva di rimanere adolescenti più a lungo possibile. Ed è principalmente a questo che Benni deve la sua fortuna; perché solo un teenager, qualunque sia la sua età, può considerare capolavori le cosine partorite dalla penna benniana. Soltanto un quattordicenne, foss'anche ad honorem, può trovare irresistibile l'umorismo di Benni, perennemente meccanico e telefonato. Soltanto un under 20, ufficiale o ufficioso, può sopravvivere indenne al sedicesimo gioco di parole consecutivo. Soltanto un ragazzino, in brache corte o lunghe, può sorvolare sulla completa incapacità di Benni nella costruzione delle trame, sul modo in cui riesce a procedere solo per accumulo disordinato, sulla sua tendenza alle divagazioni inutili, sulla sua propensione a delineare personaggi che hanno lo stesso spessore della carta velina. Ma Benni, fin qui, potrebbe essere ancora uno scrittore modesto e sopravvalutato, come ce ne sono a decine. Quanto ho scritto, peraltro, non è nemmeno valido al 100% per tutta la produzione benniana. Se romanzi come Spiriti e Margherita Dolcevita sono di una bruttezza inqualificabile, e se gli osannati Elianto e La Compagnia dei Celestini vanno bene giusto per essere letti in treno, prodotti degli ultimi anni come Saltatempo e Achille Pié Veloce presentano qualche minimo germe di evoluzione. Benni, inoltre, guadagna dei punti sulla breve distanza: c'è da stendere un velo pietoso sui suoi corsivi per Repubblica e su quasi tutti i suoi pezzi teatrali, ma alcuni dei suoi racconti, pochi, non sono malriusciti. Il motivo per cui detesto Stefano Benni non è legato alla modesta levatura letteraria dei suoi lavori, e neanche al fatto che, nonostante tale modestia, Benni viene elevato al rango di classico da molti. Il motivo per cui detesto Stefano Benni è il modo involontariamente autoparodistico in cui fa, o crede di fare, politica. Benni è uno scrittore ambizioso, e molto. Da ogni suo romanzo traspare con assoluta nettezza la volontà di dire qualcosa di definitivo sulla situazione della nostra società, del nostro paese, perfino del pianeta. Peccato che, a intenzioni adulte, corrisponda un approccio, per l'appunto, adolescenziale: quello di Benni è un mondo in bianco e nero, che non conosce sfumature di grigio. L'ideologia che Benni vorrebbe trasmettere è in realtà un collage di schematici e manichei luoghi comuni: libri = Bene, televisione = Male; sinistre = Bene, destre = Male; paesi in via di sviluppo = Bene, paesi industrializzati = Male; e via banalizzando. Il tutto è reso dieci, cento, mille volte più odioso dalla propensione di Benni a far piovere i giudizi dall'alto, come se lui rappresentasse una sorta di autorità morale, e non fosse invece un semplice moralista da, guarda caso, Bar Sport. Che Benni si veda e venga visto come un grande romanziere, è un fatto col quale posso convivere. Ma che si veda e venga visto come un fustigatore di costumi, un acuto osservatore e un pensatore originale, è intollerabile e, purtroppo, sintomatico dell'Italia in cui viviamo."
  16. Krakazoom

    Rag. Ugo Fantozzi

    I libri della serie di Fantozzi li avete letti? Sono grezzi e ripetitivi ma, secondo me, esilaranti. Vi consiglio anche gli altri libri scritti da Villaggio: l'irresistibile Sette Grammi in Settant'Anni e la sua autobiografia, Vita Morte e Miracoli di un Pezzo di *****. Le gag sono sempre quelle ma, stranamente, non perdono mai efficacia, neanche alla duecentesima lettura. D'altronde, lo diceva già Chaplin, il vero umorismo si basa sulla ripetizione di cose già viste.
  17. Krakazoom

    Rag. Ugo Fantozzi

    Un fratello gemello! Immaginate che impatto può avere sugli studenti veder entrare in aula Fantozzi in persona...
  18. Krakazoom

    Rag. Ugo Fantozzi

    Avete visto Fantozzi - La Clonazione? Il finale è degno di Giacomo Leopardi.
  19. Krakazoom

    Rag. Ugo Fantozzi

    Ci sono tre livelli di compresione della saga di Fantozzi. Al primo livello c'è chi non capisce Fantozzi, e ci vede solo un umorismo stupido, da botte in testa, o da torte in faccia. Al secondo livello c'è chi capisce il discorso satirico sotto la saga fantozziana, ma non riesce comunque a godersela perché si immedesima nel protagonista e soffre con lui. Al terzo e ultimo livello c'è chi capisce che Fantozzi non è una povera vittima, ma lui stesso un complice del sistema che lo opprime. E quindi è inutile provare pena nei suoi confronti ma, anzi, è giusto ridere di lui.
  20. Krakazoom

    Star Wars

    Secondo me gli episodi I, II e III non sono male come si dice. Ok, La Minaccia Fantasma non è un granché, ha un immaginario piuttosto stantio. Però L'Attacco dei Cloni, che peraltro ho votato nel sondaggio, è un film molto divertente; e sfido qualunque fan della saga a non versare una lacrima davanti alle scene finali di La Vendetta dei Sith.
  21. Krakazoom

    Marvel

    Io sono ferrato sui Vendicatori. Asgard è stata distrutta dal Ragnarok, l'equivalente dell'Apocalisse nella mitologia nordica. Tutti gli Dei asgardiani sono morti, tranne ovviamente Thor, che però è disperso in un imprecisato reame extradimensionale. Non è previsto che ritorni in tempi brevi. Tony Stark, alias Iron Man, è diventato Ministro della Difesa degli Stati Uniti. Attualmente sta impiegando le sue cognizioni tecnologiche per dotare l'esercito americano di armi che rendano la guerra più sicura e meno sanguinaria. Capitan America è impelagato in una complicatissima storia a base di gangster cubani e servizi segreti deviati. C'entrano anche Modok redivivo, un equivalente più giovane dello stesso Cap e Falcon, accusato di alto tradimento. I Vendicatori si sono ritrovati al centro di una serie di attacchi da parte di tutti i loro peggiori nemici, inclusi Ultron e una flotta d'invasione Kree. Nel corso di questo assedio hanno trovato la morte alcune reclute recenti del gruppo, cioé il Fante di Cuori e il nuovo Ant Man, nonché un Vendicatore storico, Occhio di Falco. Alla fine s'è scoperto che la causa degli attacchi era Scarlet, impazzita dopo aver perso il controllo dei propri poteri. Tutti i Vendicatori uniti hanno affrontato l'ex compagna, che è finita in coma ed è stata consegnata al padre, Magneto. In seguito a questi eventi, i Vendicatori sono stati ufficialmente sciolti... Ma dal prossimo numero Capitan America fonderà una nuova formazione ufficiosa, della quale faranno parte anche l'Uomo Ragno e Wolverine. Consiglio: se vuoi ricominciare a leggere fumetti Marvel ma non vuoi spendere una fortuna, punta sulle serie Ultimate. Sono testate esterne alla continuity regolare, aventi come protagonisti i personaggi classici, ma reintepretati in chiave più moderna. Esistono Ultimate Spiderman, Ultimate X-Men e, soprattutto, la migliore: The Ultimates, una versione Ultimate dei Vendicatori. In questa rilettura adulta, Capitan America è un burattino inconsapevole dell'amministrazione Bush; Iron Man è un miliardario eccentrico afflitto da una malattia terminale; Thor è un ribelle no global che forse è solo convinto di essere il Dio del Tuono... E così via.
  22. Tim Burton è un grandissimo pittore ma, purtroppo, un narratore piuttosto scalcinato. E' per questo che molti suoi film finiscono col somigliare a collage di belle scene senza grande coesione interna. Poste queste premesse, ritengo che girare un capolavoro assoluto come Big Fish sia un requisito sufficiente per entrare in Paradiso.
  23. Il più brutto non lo so, ma il film più insopportabile che abbia mai visto è Santa Maradona. Gronda vuota supponenza da ogni fotogramma. In quanto a noia, invece, spero che questa congrega di tolkienofili non mi linci se nomino La Compagnia dell'Anello come campione assoluto. Ricordo che nell'intervallo tra primo e secondo tempo ero stato colto da due terribili pensieri: "Oddio, devo sorbirmi ancora novanta minuti di questa roba pallosissima" e "ho insistito io perché venissimo a vedere questo film, quando usciamo di qui i miei amici mi ammazzano." Per la cronaca, Le Due Torri e Il Ritorno del Re mi sono sembrati decisamente più godibili.
  24. Mi spiace smorzare la vostra sete di sangue cinefilo, ma i Vanzina non fanno più film con Boldi e De Sica dal 1999. Nel frattempo hanno tentato di elevare il livello della loro produzione girando commedie un po' più raffinate, tipo Il Pranzo della Domenica, che però non hanno incassato mezzo Euro; a questo punto ditemi, di chi è la colpa se il cinema italiano è ridotto com'è ridotto? Di quei cattivoni dei Vanzina o del pubblico? Comunque, se proprio volete sparare su un bersaglio facile, il regista dei vari Natali sul Nilo e Natali in India usciti nelle nostre sale negli ultimi anni non è il sempre troppo bistrattato Carlo Vanzina, bensì Neri Parenti, quello della saga di Fantozzi.
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