Braccioforte, o quel che ne rimane in spalla;
Yan ancora traumatizzato, che a malapena vi indica la strada -fortunatamente sempre diritta lungo il sentiero all'interno della foresta;
la testa della creatura come trofeo, e qualche "pound of flesh" dal profumo fungino e la consistenza di una dura spugna, sicuramente semplice da affettare con una buona lama.
Proseguite a passo deciso, alleggeriti dal carico grazie alla presenza dei due animali da soma. Il sentiero si fa più stretto e tortuoso, ai suoi lati pareti di alberi fittissimi; vi chiedete come facessero a ritornare con il carro attraverso questo budello.. Mithralan vi fa notare come questo genere di alberi, specialmente quando presenti in questa densità, intessono sotto terra una trama di radici solide e fittissime, sicuramente in grado di proteggere dal movimento sotterraneo dei Chatrakam.
Il Druido, mentre continuate il vostro incedere deciso, vi narra una storia che viene tramandata da sempre agli iniziati del suo circolo sacro:
Il mondo fu una goccia sospesa nel vuoto,
spinta da un soffio, costretta nel moto.
Il soffio venia da una bestia ancestrale
più antica di tutto, più antica del male.
Le piume avea come un cielo stellato
nere e puntate di un brillio incantato;
un becco arcuato del colore del sole
da cui emanava il suo soffio creatore;
e un canto sonava finché ei volava
e con esso il creato stesso ordinava:
"devia di un po', abbraccia la terra!"
(ovvio, non nella nostra favella),
e così la goccia che fu il nostro mondo
andò a scontrarsi contro un granello rotondo!
Uniti divennero un mondo nuovo,
più simil a una perla, o forse ad un uovo.
Dura la crosta, e l'interno acquoso,
"Ma manca la vita!" cantò il piumoso.
E così con un soffio ed un canto vitali,
creò le foreste, le radici, gli animali.
Ancor noi viaggiamo sospinti da venti
di un uccello i cui canti, se vuoi, tu senti.
Non sapete se avete afferrato bene il punto del Druido..forse che il mondo è interconnesso? Terra, acqua, radici, alberi, animali, tutti in un unico sistema, che vive in equilibrio? O forse che siamo in balia del canto di un grosso uccello ancestrale, e il caso a volte ci aiuta, a volte no?
>>>Proseguite.
Intorno a voi profumi di muschi e canti di uccelli, qualche grugnito di cinghiale e alcuni scoiattoli rossi che vi attraversano la strada davanti. Nessun rumore preoccupante alle vostre spalle: il tanto temuto rombo di terreno spaccato dalle creature fungine, assente.
Ad un certo punto, nel pieno pomeriggio, iniziate ad udire a poca distanza i rumori e gli odori tipici di un villaggio: l'odore di zuppe cotte nei calderoni, il battere del fabbro sul ferro, le risate dei bambini che giocano, le bestemmie degli anziani che perdono ai dadi.
Avanzate, fino ad arrivare al villaggio, posto in una radura al centro della foresta-fortezza. Solo una dozzina di casupole in legno robusto, tetti di legno anch'essi. Alcuni laboratori a cielo aperto: un fabbro, intento a creare o aggiustare asce e seghe da boscaioli, un falegname, occupato a creare listelle di legno, una stalla con mezza dozzina di triandi e un paio di carri, una locanda a cielo aperto, con una piccola tettoia a protezione della pioggia, con anziani distratti dal gioco dei dadi. Oltre a questo, alcune anziane attorno a 4 calderoni che emanano un profumo di zuppe di legumi e funghi, con poco lontano un pozzo per l'acqua, e una decina di bambini che giocano con alcune rane.
Al centro del villaggio, su un grosso ceppo radicato, un anziano dall'aria saggia. E' lì seduto, a gambe incrociate, e tiene un braccio eretto sopra di sé. Questo braccio è ormai privo di muscoli.
Poi, l'anziano pare notarvi. Ruota leggermente il braccio rachitico, che schiocca rumorosamente. Tutto il villaggio ode lo scrocchio: smettono ogni attività, silenziano ogni parola, e si voltano a guardarvi stupiti. Poi qualcuno sussurra "Yan..è Yan...e quel cadavere...?!"
Cosa fate?