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Dragons´ Lair

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Visualizzazione dei contenuti con la reputazione più alta il 19/05/2014 in Messaggi

  1. Ithiliond, premetto che: 1) non ho letto tutto il tuo post. 2) non ho letto nessuno dei post successivi. 3) temo che questa discussione, nonostante tutta la tua buona volontà finirà ben presto in un flame... spero di sbagliarmi, ma ci credo poco. 4) quanto stò per esprimere è solo la mia modesta opinione (basata su esperienze personali)... chiunque è libero di pensarla diversamente. 5) dopo aver postato il mio commento, non leggerò e non posterò più in questa discussione. Detto questo, la mia posizione si riassume nel detto "vivi e lascia vivere". Se in un gruppo si divertono (e riescono) a giocare ottimizzando, buon per loro. Se in un gruppo si divertono (e riescono) a giocare interpretando, buon per loro. Finchè il gruppo (master e giocatori) è unito e si diverte, il "come" non è importante.
  2. Visto che il testo è piuttosto lungo, inizio sintetizzando il nocciolo della questione in una domanda: ottimizzare e interpretare sono concetti opposti? PREMESSE: Spoiler: - Nel topic esprimo il mio personale punto di vista, non la verità assoluta dei GdR - L'intero post è la maturazione del mio pensiero sul senso dei GdR (in primis D&D) a partire da questo topic. - Il topic non prende in considerazioni i problemi che possono nascere da un'ottimizzazione eccessiva che metta in difficoltà il DM, minando all'equilibrio del gioco. Tale argomento è da me trattato in questo topic - Il tema mi sta piuttosto a cuore perché penso che siano diffuse, tra i giocatori di ruolo, delle idee e concezioni che possono creare problemi all'interno delle sessioni di gioco. Da qualche tempo a questa parte, mi sono imbattutto in diverse discussioni, in cui molti dei partecipanti condividevano delle considerazioni a mio avviso errate. Fin qui tutto bene, non ho la pretesa che la maggior parte degli utenti di questo forum la pensi come me, anzi ben vengano le differenze. Il problema è che le divergenze sull'argomento in questione sembrano (a me, ma forse sono in errore) aver assunto delle connotazioni esagerate di disprezzo e aggressione. Veniamo al punto. Quello che vedo è la diffusione di uno stigma "sociale" nei confronti degli ottimizzatori, che sono visti da molti come i terroristi del "sacro GdR". Questo stigma, oltre a rovinare il gioco di chi lo condivide, rovina anche il gioco degli "ottimizzatori"; questi ultimi si sentono a disagio e si forzano ad interpretare in un modo che a loro non apartiene, pur non volendolo fare, con risultati grotteschi (il classico giocatore EUMATE che si inventa scuse GdR per ogni dettaglio della propria scheda ottimizzata; e sono scuse poco credibili se non assurde, perché lui non ha mai pensato di doversi giustificare). Il che probabilmente genera ulteriore fastidio nei loro confronti, e così via. Il culmine di tutto questo circolo vizioso, sono i commenti sui forum che auspicano la pena di morte per gli ottimizzatori. Messaggi che lasciano trasparire un'insofferenza che ha passato il limite. Ma è davvero necessario farsi la guerra? Vorrei proporre un'analisi che parte dal principio. Cos'è il Gioco di Ruolo? Sul vocabolario (treccani.it) si parla di "giochi in cui i partecipanti sono chiamati a simulare e a drammatizzare particolari situazioni, reali o immaginarie, ciascuno immedesimandosi in un personaggio dal carattere e dalla psicologia prestabiliti e interagendo con gli altri per realizzare ovvero ostacolare un progetto, un’impresa [...]" Questa definizione sembra piuttosto chiara e condivisibile. Sintetizzando, un Gioco si può definire "di Ruolo" se si richiede di Interpretare un personaggio. La prossima domanda sorge spontanea. Come si interpreta un personaggio? Qui casca l'asino. Credo e spero che nessuno di noi abbia la presunzione di conoscere "il modo corretto" di interpretare un personaggio. L'interpretazione va di pari passo con la creatività e la soggettività degli individui, e la bellezza del Gioco di Ruolo sta proprio in questo: non esiste un metodo standard, ma ci sono mille sfaccettature e differenze. Chiaramente non siamo tutti degli attori professionisti, quindi tralasciando l'espressività di ciascuno (è un gioco, non una gara), quello che conta è la propria idea del personaggio, e il costante sforzo di credersi immersi in un mondo alternativo. Spesso però ci dimentichiamo di questo, e iniziamo a pensare che ci sono persone che "non sanno interpretare" e "rovinano il gioco agli altri". Che siano EUMATE, semplici ottimizzatori, giocatori timidi e con poca fantasia, giocatori costantemente attenti agli aspetti tecnici (quelli che continuamente chiedono check di abilità, e citano talenti e incantesimi in loro possesso), o qualsiasi combinazione delle precedenti, non è mai colpa del loro modo di giocare (ammesso che vogliano giocare; nella mia esperienza è capitato anche di giocare con persone che erano lì per altri motivi). Il problema è l'incongruenza tra le varie concezioni del gioco, e non capire questa semplice verità può solo peggiorare le cose. Ma allora perché questi giocatori ci infastidiscono? Lungi da me pensare che sia per invidia, per i successi ottenuti nel gioco tramite ottimizzazione regolistica (che il gioco, almeno D&D, prevede e ne fa suo fondamento; ogni singolo manuale, compresi quelli base, è per grandissima parte riempito di tabelle, regole e opzioni che hanno l'unico scopo di regolamentare il combattimento e le altre interazioni con il mondo). Probabilmente si prova fastidio perché questi giocatori rovinano l'atmosfera, e/o perché mettono in difficoltà il DM trovando espedienti regolistici non previsti. Ma anche qui la lamentela è male indirizzata. Ricordiamo che l'interpretazione è soggettiva. Per alcuni significa essere totalmente immersi nel proprio mondo di fantasia cercando di ridurre al minimo ogni intervento "off-gdr"; per altri tenere conto dell'aspetto regolistico è stimolante (perché non solo stabilisce dei limiti ma anche dei modi concreti per superare le sfide, che altrimenti rimarrebbero a discrezione di qualcuno) e lo integra con facilità nell'atmosfera del gioco. Non dimentichiamo neanche che è perfettamente possibile ottimizzare la scheda e avere a cuore l'aspetto più prettamente interpretativo del gioco, come credo di spiegare in questo post (e anche in questo). Qual è quindi la conclusione? La conclusione è che se c'è un problema tra "ottimizzatori" e "puristi del Ruolo" la responsabilità è da entrambe le parti. La soluzione è comprendere che ognuno ha il proprio personale modo di divertirsi e interpretare, tanto valido quanto quello degli altri. Questa considerazione porta necessariamente a non dare la colpa al prossimo, ma cercare di trovare un accordo su "come" si intende giocare la campagna, prima di iniziare a giocarla. Spesso il problema è proprio questo: si da per scontato che esista un solo modo corretto di giocare ad un GdR. Invece si potrebbe decidere di giocare una campagna EUMATE, inserirci una trama seria, e scoprire che si può fare ed è anche molto divertente. Oppure si potrebbe parlare con l'ottimizzatore folle del gruppo, e scoprire che non solo è disposto a giocare in maniera diversa se tutto il gruppo è d'accordo, ma che è anche piuttosto bravo. La chiave è nella maturità delle persone. *** Cosa ne pensate? Condividete il mio pensiero? Su cosa siete in disaccordo?
  3. Come da titolo siamo un gruppo molto navigato che cerca un Master per D&D 3.5. Siam0 5 giocatori che non hanno più voglia di masterizzare e quindi cerchiamo Master fuori dal gruppo di gioco per giocare per una volta tutti insieme! Cerchiamo un Master dalla mentalità elastica che non ti costringe a giocare per forza tutti umani perché il suo mondo è razzista (cose realtemente accadute =D n.d.a.). Con tutta possibilità abbiamo anche la location per giocare! Fatevi avanti, ludiamo, figlioli, ludiamo!
  4. Ciao a tutti, alcuni giorni fa ho avuto un'idea per un'ambientazione semiseria-ironica e volevo chiedervi cosa ne pensavate (o se avevate proposte). L'idea di base è questa: Da sempre, il mondo di Relarion è stato un classico mondo fantasy, in cui l'umanità ha lottato regolarmente con onore contro le forze del male. Ogni qualvolta le forze del male si levavano, guidate dall'Oscuro, il sommo dio del male, orde di splendenti cavalieri, maghi canuti ed avventurieri indomiti le ricacciavano indietro, guidate dallo Splendente, il dio del bene. Una situazione classica, fin banale, fino al giorno in cui, non si sa bene come, l'Oscuro non viene ucciso. All'inizio tutta l'umanità festeggia, ma è solo l'inizio di un cambiamento epocale. Nella grande prosperità che ne segue gli stati umani incominciano a seguire la via della ricchezza, e a farsi la guerra l'un l'altro per accaparrarsi risorse e territori. I grandi ordini cavallereschi scompaiono, diventando ordini mercenari le cui sacre regole sono tipo: "Onora l'offerta più alta" "Rispetta la tua incolumità"... Lo stesso dio del bene scompare, reso ormai inutile, rimpiazzato dalle divinità che si sono riuscite ad adattare alla nuova situazione: Il dio del commercio e della predazione, il dio del progresso e del consumo, Il Dio del Paradiso ad un Prezzo Conveniente... etc... I pg avranno il compito più arduo: ingaggiati da uno degli ultimi Signori Oscuri, riunire e riportare in auge le forze del Male (ormai superfluo e chiaramente fuori moda) per poter ripristinare i Bei Vecchi Tempi (almeno secondo il vecchio e rimbambito signore oscuro). Un esempio di una missione: Da tempo ormai è stata trovata una soluzione ai problemi del vampirismo: la vulnerabilità alla luce. Una modifica magica alla maledizione vampirica permette di disperdere la luce facendo brillare i vampiri alla luce del giorno. Da allora il vampirismo è diventato uno status symbol per giovani e ricchi dandy (che si possono permettere l'immortalità) che sprecano le loro vite eterne broccolando con fanciulle ingenuotte e di secoli più giovani di loro. Uno degli ultimi "veri vampiri", il conte di Vorgrad, sta studiando una formula magica per "farla pagare a quei fighetti una volta per tutte". Ma avra bisogno dei pg per farlo. Che ne pensate? So che le ambientazioni comiche non piacciono a tutti, ma quest'idea secondo me può funzionare
  5. Forse perché le tecniche in questione non sono alla portata di tutti, ma sono gelosamente custodite dalla gilda in questione? Che poi io mi inventi che un ex assassino membro della gilda mi insegni il tutto senza doverci entrare, è tutto un altro paio di maniche, e significa che sto già dando uno spessore al prendere questa CdP. Anche che D&D sia una serie di numeri e tiri, ma questo non vuol dire che spogliarlo di ogni interpretazione lo renda migliore. Guerriero non vuol dire coraggioso o qualsiasi altro aggettivo, ma capace in combattimento con le armi. Questa è la definizione della classe. Se voglio fare uno che lancia incantesimi ho sbagliato classe. Stessa cosa per il druido, prende i suoi poteri dalla natura, perché dovrebbe cercare di distruggerla? Per forza che deve prendere la CdP, quello che vuoi tu col rinnegato non è un druido, hai sbagliato classe. No, nessuno ha mai detto che se vivi in una foresta devi essere per forza un ranger o un druido, né nessuna delle altre cose che hai scritto. Si presume però che se hai vissuto a lungo nella foresta, per sopravvivere è probabile che tu abbia sviluppato più facilmente il combattimento "spontaneo" di un ranger o barbaro, piuttosto che quello "tecnico" di un guerriero, che è un'ottica più da addestramento militare. Io invece non capisco il gusto di avere tutto a libera entrata modello porte del saloon, entrando e uscendo a piacimento. Personalmente trovo "l'isolazionismo" della CdP cosa molto più divertente. Per esempio, mettiamo il caso che ò'ombra danzante sia ristretta ad una singola regione. Le migliori spie/assassini di quella regione sono ombre danzanti e ci sono scuole di addestramento nell'arte di sparire nelle ombre. Come minimo, se io PG so questa cosa, se dovessi andare da quelle parti con intenzioni ostili, me la farei addosso per paura che salti fuori dalle ombre un assassino. Se invece l'entrata della CdP fosse liberamente aperta, magari anche io sono un'ombra danzante, e allora non sarebbe nulla di speciale. Ci nascondiamo entrambi in piena vista e li restiamo perché nessuno ha abbastanza gradi in osservare e nessuno vede l'altro. Andare in un posto o nell'altro non cambia niente, perché ti becchi arcimaghi/incantrix, assassini o qualsivoglia altro nemico ovunque tu vada, appiattendo completamente l'ambientazione ad un mondo dove tutti i maghi sono evocatori, tutti i ladri assassini, tutti i paladini guardie nere ecc... Notare che comunque io non intendo sia necessario per forza che tutto sia scandito da organizzazioni, se voglio per esempio che il rodomonte sia un tecnica di combattimento tipica di una certa zona, posso semplicemente dire che chiunque da quelle parti ti può insegnare quell'arte, senza che tu debba entrare in una scuola o altro. Al contrario, se tutti avessero libero accesso, si perderebbe la caratterizzazione di un certo tipo di combattimento. E se te lo stai chiedendo, sì, io limito anche le classi. Perché se vieni per esempio da un nazione dalla cultura nomadica come quella mongola dove non esiste la scrittura, è ridicolo che tu possa fare un mago o un archivista. Farai magari uno stregone, o un sciamano degli spiriti. Vedo che non hai afferrato il problema. Il punto non è il multiclasse in crusader, ma più come giustifichi il passaggio da JPM all'AC, e poi di nuovo al JPM. Come inizio a studiare ingegneria, dopo 2 anni senza ottenere la laurea passo a medicina, faccio anche lì due anni e poi torno a ingegneria e faccio i restanti anni. Che senso ha? Per far sì che a 24 anni sappia un po' di medicina e di ingegneria, invece di aspettare i 30?
  6. D'accordo sui diversi modi di giocare e sulla necessità di parlarne. Una piccola nota a parte: se in una Eumate inserisci la trama non è più eumate. Il punto dell'eumate non è il numero dei combattimenti, ma l'assenza di trama (e di qualsiasi altra cosa). Ammesso sia vera l'ipotesi che fai (io la ritengo inadeguata) per cui l'ottimizzazione non è tale da condurre allo sbilanciamento direi che non dovrebbe dare alcun altro problema ed essere totalmente indipendente dall'interpretazione (quindi non è neanche questione di accordarsi). Possiamo avere chi: ottimizza molto interpreta poco ottimizza molto interpreta molto ottimizza poco interpreta molto ottimizza poco interpreta poco i problemi di cui parlate si hanno quando nello stesso gruppo c'è chi interpreta molto e chi interpreta poco, indipendentemente dal fatto che ottimizzi o meno. Spoiler: L'unico legame tra le due cose, ma indiretto, lo possiamo trovare nel fatto che se non è interessato al lato tecnico del gioco (che non necessariamente è ottimizzazione ma in discreta parte si) per un qualche altro motivo dovrà pure giocare e forse questo motivo è l'interpretazione. Quindi come dicevo solo un flebile legame indiretto. Vi seguo nel problema del multiclasse. Trovo che la cosa migliore, anche dal punto di vista interpretativo, sia considerare ogni classe (e CdP) solo un insieme di capacità quasi prive di aspetto ruolistico. Dico quasi perché alcune avranno degli aspetti impliciti (tipo l'amore per la natura del druido) ma per la maggior parte l'interpretazione deriverà dal background e dalla personalità del PG. Perché dico questo? Che una classe sia un insieme di capacità è un dato di fatto. Resta da vedere cosa comporterebbe dargli un significato maggiore e se ciò possa migliorare o peggiorare l'interpretazione. Dico subito che a mio parere la peggiora e anche notevolmente quindi preferisco spogliare la classe di quante più implicazioni possibili. Quale sarebbe quindi questo aspetto ruolistico? sono un guerriero e quindi sono... [coraggioso]? ovvero tutti i guerrieri sono [coraggiosi] (e/o viceversa)? è questo ciò che volete? mi pare invece evidente che ciò sia solo un peggiorativo e che ogni giocatore dovrebbe essere libero di decidere se essere o meno [coraggioso] o viceversa decidendo di essere [coraggioso] scegliersi la classe che preferisce. Ridurre così le opzioni creerebbe un mondo molto povero e semplicistico. Notare che lo stesso discorso vale per qualsiasi aggettivo vogliate sostituire a [coraggioso]. Anche per il druido di cui abbiamo detto necessariamente amare la natura in realtà così non è, basta prendere la CdP del druido rinnegato. E però mi domando se sia necessario prendere quella CdP per rinnegare la natura... a mio parere lasciare libero il giocatore può solo produrre dei PG migliori. Ho vissuto a lungo nel bosco quindi sono un... ranger/druido? ma perché mai? da voi tutti i boscaioli sono ranger o druidi? O viceversa per diventare ranger bisogna perdersi nel bosco? capisco che uno non possa diventare ranger stando chiuso in una stanza ma i metodi per farlo sono infiniti e lasciarli a libera scelta del giocatore non può che rendere il PG più vivo (quindi migliore interpretativamente). Nel complesso queste "regoline" che volete mettere in nome dell'interpretazione non aiutano chi non vuole o non sa farlo ma in compenso ostacolano e limitano chi vorrebbe. Ottimizzazione e interpretazione secondo me non si conoscono neanche ma diventano nemici grazie a queste imposizioni (mentre diventano amici grazie a regole per l'interpretazione fatte come si deve). Il giocatore infatti si trova a scegliere forzatamente la propria classe (e capacità, talenti, incantesimi etc) in base a due diversi tipi di considerazioni: la potenza (ottimizzazione) e l'interpretazione. Qualora una data classe sia buona per una ma non per l'altra dovrà effettuare una scelta rinunciando ad una delle due. Alcuni rinunceranno alla prima, altri alla seconda ma in entrambi i casi rinunceranno a qualcosa quando non ce ne sarebbe stato alcun bisogno e in cambio non ne avranno assolutamente nulla. "Ambientare" una CdP lo trovo orribile e assolutamente controproducente. I cavalieri di porpora. Ma davvero serve una CdP per creare una organizzazione? ogni organizzazione dovrebbe avere una sua CdP specifica? non posso entrarci in nessun modo senza prendere quella CdP? e se non ammazzo quasi ritualmente un tizio non posso diventare assassino? perché?? si rifiutano di insegnarmi? e se li pago? e se li charmo? e se faccio finta di uccidere qualcuno? ambientare uan CdP significa solo creare conseguenze esileranti che rovinano l'interpretazione, limitano la personalizzazione del PG e la rendano una cosa concreta che neanche una laurea al giorno d'oggi lo è. Le classi (e CdP) sono trasparenti, invisibili, astratte... nessuno al mondo va in giro a dire: sono guerriero multiclasse ladro... Un Mago 5/ Crusader 1/ Jade Phoenix Mage 4/ Abjurant champion 4/ Jade Phoenix mage 6 da un punto di vista interpretativo ha più potenzialità di un un mago6°/guerriero2°/incantaspade10°/mago2°, poi sta al giocatore. Certo che se quel livello da crusader deve giustificarlo ma il DM ha deciso che solo all'accademia tal dei tali del regno x si insegna detto stile di combattimento e che accettano solo gente con profondi e intimi motivi per farne richiesta il risultato sarà probabilmente pessimo ma la colpa è del DM che ha messo troppi paletti, non del giocatore. Paletti che peggiorano l'interpretazione per tutti, non solo per lui. Se si vuole semplificare l'interpretazione bisogna togliere i paletti, non metterli. Tra al'ltro per passare di livello si dovrebbe avere un periodo di calma all'interno di un luogo dove è possibile addestrarsi (tipo una cittadina) e quindi si può giustificare il 99% delle classi (il guerriero durante la partita nonha mai avuto a che fare con la magia ma al passaggio di livello in città si sottintende studi presso un mago e quindi prende un livello di mago)
  7. Rispetto al ladro-assassino, quello che intendevo è che per me uno può ottenere i benefici meccanici dell'assassino senza doverlo giustificare in game, ma se vuole entrare a far parte della gilda degli assassini ed avere il titolo "assassino professionista" (è una semplificazione ovviamente), se lo deve guadagnare durante il gioco. Ovvero, secondo me andrebbero tenute separate la parte meccanica e quella interpretativa delle classi nella maggior parte dei casi. Io ho sempre giocato così e mi sono sempre trovato piuttosto bene.
  8. Innanzitutto ringrazio The Stroy che con l'importantissima precisazione sul descrittore di Armatura Magica è riuscito a ridicolizzare una mia battuta ironica. Moltissimi del forum si staranno sbellicando al suo commento che tra l'altro ai fini della discussione è stato veramente costruttivo. Poi dato che più o meno sia Blackstorm (che stimo) Drimos e The Stroy hanno posto praticamente gli stessi quesiti, con la differenza che i primi due sono stati nello scrivere più civili, userò il multiquote per rispondere al post di Drimos. Chiunque preferisca seguire i dettami del manuale lo faccia. Io reputo più congeniale alla mia campagna usufruire di queste modifiche "random". Probabilmente c'è chi preferisce partire dal primo livello già sapendo che all'ottavo "imparerà" debilitazione, e c'è chi invece (come nella mia campagna) ad ogni passaggio di livello non vede l'ora di sapere quali incantesimi "il fato" gli ha permesso di manifestare. Questioni di gusti. Ogni Master impone il proprio ritmo alla propria campagna, così come ogni Master decide quanti punti esperienza prende ogni singolo PG e con che metro di misura. Per il bilanciamento della mia campagna è una regola importante. Per altre magari no. Non sta a me guardar in casa d'altri. La preparazione di un chierico è sicuramente importante. Nella mia campagna due chierici di Pelor di livello 1 "appena nati" avranno la stessa divinità (ovviamente) la stessa scelta nei domini e se ad uno "Pelor concede" come incantesimi di partenza Ristorare Inferiore (più altri 4) e ad un altro Devastazione (più altri 4) per me non è un male. Vuol dire che il chierico in questione ne farà di necessità virtù trovando il modo migliore per usare gli incantesimi che ha fintanto che non ne apprende altri, oppure c'è sempre il lancio spontaneo. Non ne farei una tragedia. Nella mia campagna ho creato 2 "squadre". Una più potente e una meno potente con circa 5 livelli di differenza. Quando uno della squadra A muore, viene "promosso" il PG dello stesso giocatore in squadra A e ne viene creato uno nuovo di 1° livello in squadra B. Ho un gruppo formato da 7 giocatori quindi in un gruppo di 7 se uno è anche di 5 livelli più scarso riesce ad integrarsi e soprattutto a salire di livello velocemente con gli altri 6 che gli fanno da "chioccia". Da me funziona... Al momento i PG della squadra A hanno i livelli 11/10/9/9/7/6/6 (perché son appena morti 2 PG contro un beholder) mentre la squadra B 5/4/4/4/2/1/1. Da me prima si tirano i dadi per gli incantesimi conosciuti al 1°livello, e poi ci adatti la caratterizzazione e il background. Un Chierico con Ristorare inferiore avrà probabilmente un background e un carattere diverso da uno con Devastazione (per citare gli incantesimi che hai nominato tu). Io non auspico al fatto che il mio metodo sia "il migliore" e che vada bene in qualunque campagna. Se qualcuno vuol provare prova. Io "metto in campo" la mia esperienza personale. Non intendo dimostrare nulla. Un Mago per esempio, specializzato in necromanzia, avrà al primo livello 5 incantesimi di necromanzia. Il resto degli incantesimi li acquisirà comprando inchiostro e scrivendolo nel libro. Il Mago è l'unico che se li sceglie, dato che ci spende soldi ed ha alle spalle studi arcani.
  9. 1 punto
    Tuttavia se vogliamo essere puntigliosi la specifica che i benefici delle classi di prestigio vengono persi quando non ci si classifica più con i prerequisiti è presentata solo nei manuali del Perfetto Combattente e Perfetto Arcanista senza alcuna puntualizzazione di universalità o specificità, mentre in altri manuali tale regola renderebbe ingiocabili alcune classi (come il discepolo dei draghi, sulla Guida del Dungeon Master, o il sacerdote Ur sul Perfetto Sacerdote; essi ottengono capacità che non gli fanno più soddisfare i loro stessi prerequisti) e infatti non è presente. È interessante notare come la specifica fosse presente nella Guida del Dungeon Master 3.0, ma si sia persa nell'aggiornamento 3.5, insieme all'apparizione del discepolo dei draghi. È difficile determinare se quindi la regola non debba essere applicata per classi di prestigio al di fuori dei manuali in cui è presentata (ma ciò potrebbe portare ad abusi con il rebuilding presente nel Player's Handbook II o il potere psychic reformation del Manuale Compelto delle Arti Psioniche) o debba essere specificamente ignorata in maniera arbitraria per alcune classi che altrimenti diventerebbero prive di senso (la soluzione più sensata e universalmente applicata). È un caso di cattivo design e mancata collaborazione durante la stesura dei manuali da parte degli scrittori. Va discusso sicuramente col DM.
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