È semplice: non può.
Un sistema di regole può impedire il gioco tattico se manca di determinate caratteristiche, ma non può impedire l'interpretazione perché per ruolare non servono regole.
Non è che voglia dire cose come "l'interpretazione viene dal cuore, devi sentirtela dentro!", è solo che (quasi) tutti siamo in grado di creare una conversazione senza bisogno di un regolamento e dadi, e interpretare significa più o meno quello, con l'aggiunta che dobbiamo parlare stando in un personaggio, anziché spontaneamente. Non è che servano molte regole, casomai esercizio.
Un discorso diverso, che credo sia quello del tuo amico, è quanto un sistema supporta l'interpretazione: D&D, e la quarta edizione in particolare, almeno fin dove sono arrivato io, ha un volume di regole per il combattimento e per la task resolution che supera di diversi ordini di grandezza quello che ha per l'interpretazione, laddove sistemi come Cani Nella Vigna in pratica hanno solo quella.
Dire che impedisce di interpretare è decisamente limitato, ma al tempo stesso non si può certo dire che la incoraggi: non ci sono sistemi di ricompensa e tutte le prove sociali potrebbero in teoria essere ridotte a tiri di dado.
Non c'è scritto da nessuna parte che bisogna giustificare certe scelte con il ruolo, soprattutto non quelle prettamente meccaniche come le caratteristiche, che a differenza delle classi o dei talenti sono talmente tanto matematiche da essere virtualmente trasparenti, nel senso che si possono giustificare letteralmente in infiniti modi.
Il succo è che, pur non impedendola in alcun modo, D&D non richiede l'interpretazione per essere giocato, è solo che migliora inserendola.