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Appunti di Lingua Italiana


Aerys II

Messaggio consigliato

Peccato che i nomi propri vadano SEMPRE in maiuscolo!

Ehm...ho lasciato il tasto maiusc....succede ;-)...

L'appunto che inserisco è, più che altro, una domanda: la "e" dopo la virgola non va messa. Quanto è vera questa affermazione? Autori come Emilio Gadda, giusto per citarne uno, la utilizzano dopo la virgola in piena libertà: qualcuno mi può illuminare?..

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Ehm...ho lasciato il tasto maiusc....succede ;-)...

L'appunto che inserisco è, più che altro, una domanda: la "e" dopo la virgola non va messa. Quanto è vera questa affermazione? Autori come Emilio Gadda, giusto per citarne uno, la utilizzano dopo la virgola in piena libertà: qualcuno mi può illuminare?..

credo si possa mettere se la virgola conclude una subordinata alla frase a cui si riferisce la "e".

Esempio: Apri` il pacco, che gli era appena stato consegnato, e controllo` il contenuto.

Volendo puoi fare a meno di mettere entrambe le virgole, ma diventa pesante da leggere.

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credo si possa mettere se la virgola conclude una subordinata alla frase a cui si riferisce la "e".

Ok...questo lo sapevo anche io. Mi chiedevo però se è solo un vezzo artistico scrivere, come fa Gadda: "il muro gli arrivava alla falda del cappello, e al naso del figlio: [...]"....

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quoto:

Un lettore ha rivolto a Beppe Severgnini del forum “Italians” del Corriere della Sera la domanda: “È vero che prima della congiunzione ‘e’ non si deve mai mettere la virgola?”

In risposta, Severgnini spiattella l’oscura spiegazione di stile burocratico dell’Accademia della Crusca: "L'uso della virgola - soprattutto prima della congiunzione e - pare essere vincolato piuttosto dai tipi di testo che si intendono produrre e dai mezzi di comunicazione che si usano per comunicare".

Quindi invita il lettore a seguire la musicalità dei grandi, dall’orecchio molto più fine del nostro: il Leopardi dell’Infinito ad esempio.

Beppe Severgnini, da buon italiano, avalla la sempiterna regola del "suona bene? suona male?" mentre si guarda bene dallo spendere una sola parola sulla necessità che un testo sia chiaro e comprensibile, mediante il ricorso, quando necessario, alla virgola prima della e. Per lui, come per la maggioranza degli italiani, la punteggiatura è una questione di musicalità e di stile.

Insomma, continuiamo a fare come vogliamo: l’importante è che non ci facciamo capire troppo. Nella patria dei furbi e del linguaggio oscuro, il parlare e lo scrivere chiaro sono un’ammissione di scarsa intelligenza.

Ma esistono delle regole sull’uso della virgola? Una fantomatica regola, enunciata da grammatiche antiche, interdirebbe l’uso della virgola prima della “e”. In realtà, se spesso l’omissione o l’inclusione della virgola prima della “e” è una questione di ritmo e di stile, in certe frasi sarebbe doveroso far ricorso a questo segno d’interpunzione allo scopo di facilitare la comprensione del testo. Che si consideri la frase: "I cani randagi si fecero minacciosi verso il padre e i figli e i vicini cercarono d’intervenire". In tal caso occorre mettere una virgola prima di "e i vicini", se sono essi l’unico soggetto di “cercarono d’intervenire”.

Sia nella lingua inglese sia in quella francese, le fonti ad hoc forniscono svariati esempi e spiegazioni sull’uso della virgola prima della “e”. La logica del ricorso o del non ricorso alla virgola prima della e, insistono gli autori di questi testi, è improntata ad un principio fondamentale: occorre rendere il testo il più chiaro possibile evitando le ambiguità di senso.

Nelle grammatiche italiane e così anche nei vari siti web italiani che ho consultato, mancano esempi concreti sull’uso o il non uso della virgola prima della “e”, e soprattutto manca l’enunciazione del principio generale della necessità di redigere un testo chiaro che non si presti ad ambiguità (principio invece molto caro ai linguisti francesi e inglesi). Quale criterio enunciano invece i nostri linguisti? Nella patria degli orecchianti ossessionati dal "suona bene? suona male?" sono la musicalità, l’estro poetico, lo stile a contare. Aldo Gabrielli: "La virgola e tutti gli altri segni di interpunzione hanno una funzione essenzialmente stilistica, e il loro uso non può essere regolato che molto genericamente dalla grammatica. Essi sono come le pause

musicali: mettendo, togliendo, spostando una pausa, la musica cambia". Da parte sua, l’Accademia della Crusca ci offre sul suo sito web un’incredibile pagina di elucubrazioni farraginose e contorte che in sostanza dicono: "Virgola o non virgola purché suoni bene". Non una sola parola da parte dell’Accademia sul dovere che incombe a chi scrive di facilitare la comprensione del testo per chi legge.

Per gli italiani - Accademia della Crusca e Severgnini docent - poche o nessuna regola sulla virgola. Anche nel campo linguistico, insomma, è il solito caos all’italiana. Claudio Antonelli/News ITALIA PRES

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Ok...questo lo sapevo anche io. Mi chiedevo però se è solo un vezzo artistico scrivere, come fa Gadda: "il muro gli arrivava alla falda del cappello, e al naso del figlio: [...]"....
credo sia proprio sbagliato. si puo` usare nel linguaggio diretto per trascrivere una pausa molto evidente, ma non mi sembra corretto.
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Un lettore ha rivolto a Beppe Severgnini del forum “Italians” del Corriere della Sera la domanda: “È vero che prima della congiunzione ‘e’ non si deve mai mettere la virgola?”

In risposta, Severgnini spiattella l’oscura spiegazione di stile burocratico dell’Accademia della Crusca: "L'uso della virgola - soprattutto prima della congiunzione e - pare essere vincolato piuttosto dai tipi di testo che si intendono produrre e dai mezzi di comunicazione che si usano per comunicare".

Quindi invita il lettore a seguire la musicalità dei grandi, dall’orecchio molto più fine del nostro: il Leopardi dell’Infinito ad esempio.

Beppe Severgnini, da buon italiano, avalla la sempiterna regola del "suona bene? suona male?" mentre si guarda bene dallo spendere una sola parola sulla necessità che un testo sia chiaro e comprensibile, mediante il ricorso, quando necessario, alla virgola prima della e. Per lui, come per la maggioranza degli italiani, la punteggiatura è una questione di musicalità e di stile.

Insomma, continuiamo a fare come vogliamo: l’importante è che non ci facciamo capire troppo. Nella patria dei furbi e del linguaggio oscuro, il parlare e lo scrivere chiaro sono un’ammissione di scarsa intelligenza.

Ma esistono delle regole sull’uso della virgola? Una fantomatica regola, enunciata da grammatiche antiche, interdirebbe l’uso della virgola prima della “e”. In realtà, se spesso l’omissione o l’inclusione della virgola prima della “e” è una questione di ritmo e di stile, in certe frasi sarebbe doveroso far ricorso a questo segno d’interpunzione allo scopo di facilitare la comprensione del testo. Che si consideri la frase: "I cani randagi si fecero minacciosi verso il padre e i figli e i vicini cercarono d’intervenire". In tal caso occorre mettere una virgola prima di "e i vicini", se sono essi l’unico soggetto di “cercarono d’intervenire”.

Sia nella lingua inglese sia in quella francese, le fonti ad hoc forniscono svariati esempi e spiegazioni sull’uso della virgola prima della “e”. La logica del ricorso o del non ricorso alla virgola prima della e, insistono gli autori di questi testi, è improntata ad un principio fondamentale: occorre rendere il testo il più chiaro possibile evitando le ambiguità di senso.

Nelle grammatiche italiane e così anche nei vari siti web italiani che ho consultato, mancano esempi concreti sull’uso o il non uso della virgola prima della “e”, e soprattutto manca l’enunciazione del principio generale della necessità di redigere un testo chiaro che non si presti ad ambiguità (principio invece molto caro ai linguisti francesi e inglesi). Quale criterio enunciano invece i nostri linguisti? Nella patria degli orecchianti ossessionati dal "suona bene? suona male?" sono la musicalità, l’estro poetico, lo stile a contare. Aldo Gabrielli: "La virgola e tutti gli altri segni di interpunzione hanno una funzione essenzialmente stilistica, e il loro uso non può essere regolato che molto genericamente dalla grammatica. Essi sono come le pause

musicali: mettendo, togliendo, spostando una pausa, la musica cambia". Da parte sua, l’Accademia della Crusca ci offre sul suo sito web un’incredibile pagina di elucubrazioni farraginose e contorte che in sostanza dicono: "Virgola o non virgola purché suoni bene". Non una sola parola da parte dell’Accademia sul dovere che incombe a chi scrive di facilitare la comprensione del testo per chi legge.

Per gli italiani - Accademia della Crusca e Severgnini docent - poche o nessuna regola sulla virgola. Anche nel campo linguistico, insomma, è il solito caos all’italiana. Claudio Antonelli/News ITALIA PRES

Non difendo Severgnini, ma anche io, prima che lo dicesse lui, sono stato sempre un sostenitore del "suona bene/suona male". Riguardo al discorso sull'oscurità dello scritto e contro la virgola, mi chiedo se il sig Antonelli abbia letto il libro di severgnini (e aridaje) "Italiano : lezioni semiserie". Se c'è un concetto caro all'autore in quel libro è l'uso corretto della punteggiatura e la chiarezza e la sintesi di ciò che si scrive.

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Cioè esattamente quanto ha scritto, più o meno, dees...;-)

Non l'ha scritto, l'ha quotato e mi stupisco che alcuni si chiedano se l'utilizzo sia più o meno lecito a seconda della "sonorità" della frase. In realtà bastava pensarci un attimo: la virgola funge da congiunzione tra periodi, quindi l'utilizzo contemporaneo di tale punteggiatura e della "e" produce una ripetizione non necessaria. Non bisognava neppure consultare una grammatica, era sufficiente rifletterci un attimo. Ma siamo nell'era del "Ce n'è tanti (Sic!)"

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Non l'ha scritto, l'ha quotato e mi stupisco che alcuni si chiedano se l'utilizzo sia più o meno lecito a seconda della "sonorità" della frase. In realtà bastava pensarci un attimo: la virgola funge da congiunzione tra periodi, quindi l'utilizzo contemporaneo di tale punteggiatura e della "e" produce una ripetizione non necessaria. Non bisognava neppure consultare una grammatica, era sufficiente rifletterci un attimo. Ma siamo nell'era del "Ce n'è tanti (Sic!)"
tra proposizioni non tra periodi. il periodo finisce col punto. period.
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un dubbio che mi attanaglia

(che dall'alto del mio liceo classico mi vergogno a svelare)

ho un pò di fame

pò, con o senza accento???

l'ho sempre messo però il correttore automatico di msn me la sottolinea in rosso e mi è vento il dubbio sinceramente

con l'apostrofo, perche` e` l'elisione di "poco"
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