Posted July 3Jul 3 comment_1921952 E’ un racconto lungo del 1885, relativamente pochi anni per un grande classico della letteratura tuttavia li dimostra tutti, e io trovo li porti anche male.A differenza di altri grandi classici della letteratura horror gotica, conoscevo la trama in maniera molto vaga, per diversi aspetti anche errata e non di meno il rapido susseguirsi dell’azione nei primi capitoli mi aveva catturato. Man mano che il racconto si sviluppava iniziavo però a chiedermi se e quando l’autore avrebbe cominciato ad approfondire i tratti psicologici, anche quelli perversi che fanno l’opera si annoveri nel succitato genere. Ebbene l’autore se ne è effettivamente occupato ma interamente e solo nell’ultimo quarto. Credo sarebbe potuto risultare molto più avvincente se avesse sviluppato questi due binari parallelamente invece di limitarsi prima a narrare unicamente i fatti nudi e crudi, e solo negli ultimi due capitoli a svelare i retroscena con le memorie dei due personaggi in qualche modo protagonisti: l’Avv. Utterson e il Dr. Jeckyll.La delusione peggiore però non dipende da questo aspetto bensì dalla trattazione decisamente manichea del male, dell’alter ego del Dr. Henry Jeckyll, Mr. Edward Hyde. In quest’ultimo il male non è assolutamente presentato come una corruzione dell’animo nobile del Dr. Jeckyll, una debolezza della carne, fosse per trarre piacere sessuale dalle sue vittime, per avidità di denaro o altri demoni che in maniera più o meno grande affliggono gli uomini e le donne di ogni tempo. Niente affatto. Il male è invece rappresentato come “elementale”, Mr. Hyde percuote un uomo, finanche una bambina, semplicemente perché gli dà piacere farlo, senza trarne alcuna utilità di sorta. Quand’anche lo stesso dottore parla del lato oscuro del suo carattere, non accenna minimamente a qualche tentazione specifica contro cui si sia trovato a combattere, semplicemente racconta che riconosce che una parte di sé avrebbe voluto il male e lui si adopera per poter essere malvagio, di tanto in tanto, per poi tornare a essere la persona misericordiosa che abitualmente è. Anche nelle righe in cui affronta il tema per cui compiendo il male questo accresce le sue possibilità, non c’è alcun accenno a un aspetto di contagio del male, di desiderio soddisfatto che però viene subito a noia, per cui Mr. Hyde sia in qualche modo sedotto e portato a compiere delitti ancor più gravi. Nulla di tutto questo: semplicemente comincia col picchiare le persone e successivamente le assassina. Il male per il piacere del male.Ora, io non dubito esista pure qualche pervertito o mentalmente invalido, qualcuno il cui cervello sia talmente menomato alla radice da poter pensare e agire in questo modo. Tuttavia è noto che l’aspetto più subdolo del male sia proprio quello della tentazione, quello della promessa di un bene maggiore in cambio solo di qualche azione moralmente discutibile. Il male, almeno superficialmente, perfino mascherato da bene. E ce ne sarebbe da discutere per ore e ore. L’opera di Stevenson tuttavia è ben lontana da questi livelli di maturità, io trovo cioè che non parli affatto alle persone “normali”, con le proprie debolezze, limiti e anche paure. Si limita invece a enfatizzare un aspetto estremamente di nicchia della società e per questo si renda immeritevole di attenzione.Voto: 2/5 Edited July 4Jul 4 by MadLuke Titolo
July 4Jul 4 comment_1921964 Il problema, probabilmente, è che questo romanzo è "figlio del suo tempo" (e della sua cultura)... per esempio ho notato qualcosa di simile nei personaggi delle avventure di Sherlock Holmes, che è dello stesso periodo.I personaggi dei romanzi di quel periodo sono in massima parte o completamente buoni o completamente malvagi (anche se spesso, in quest'ultimo caso, possono essere molto bravi a nasconderlo)... nessuna sfumatura di grigio, nessuna evoluzione del personaggio (da buono a cattivo o viceversa)... al più, troviamo personaggi buoni che sono stati costretti a compiere il male per necessità, ma appena possono tornano ad essere bravi ragazzi (anche se quasi sempre sono costretti a pagare, e molto duramente, per i loro passati crimini, per colpa di malvagi che conoscono il loro incoffessabile passato).Questo manicheismo è figlio della civiltà (soprattutto inglese) del periodo.
July 4Jul 4 comment_1921976 Però Hyde non è una persona, non è nemmeno una "personalità" del dr. Jeckyll, come la intenderemmo usando un linguaggio psichiatrico (anche lì, più o meno romanzato dai media). Hyde è letteralmente tutto il Male presente nell'animo del dottore, condensato, come effetto del tentativo del dottore di esorcizzare quel lato oscuro che albergava già nel suo animo. Non è dissimile dal Visconte Dimezzato: le due parti sono assolute, effettivamente e volontariamente manichee. Non c'è spazio per le sottigliezze, Hyde non ha motivo di fare male se non perché così esaudisce il proprio stesso scopo. Hyde non è altro che uno strumento-macchina che agisce come scarico del Male intrinseco nel cuore di Jeckyll. Non è che Jeckyll odia una persona e Hyde l'ammazza. Jeckyll ha accumulato una vita di normali reazioni benigne e maligne al prossimo e alla vita, e ha sempre represso queste ultime. Hyde le libera. Ora non posso citare il passaggio, perché l'ultima volta l'ho letto molti anni fa, ma ricordo che nella confessione scritta lasciata da Jeckyll lui spiega che voleva proprio sdoppiarsi e incanalare in una metà tutto il bene e nell'altra tutto il male. Stevenson sta ragionando sulla dualità umana, sul fatto che tutti hanno bene e male al proprio interno ma, di solito, le due nature coesistono. Secondo me il problema di Jeckyll&Hyde è che la storia è stata re-interpretata tra film e altri media in modo troppo elaborato. Sembra sempre che il dottore abbia creato Hyde per poter commettere del male impunemente, per avere un alter ego che faccia nefandezze lasciando la sua identità originaria intatta. Ma non è così sottile la cosa, Hyde è semplicemente tutto il Male di Jeckyll senza un grammo di Bene. Jeckyll è un personaggio che sfida la Natura e lo stato delle cose, perché vuole risolvere quello che percepisce come un problema, ma finisce vittima della sua stessa arroganza. La pozione è troppo potente, Hyde è molto più forte di Jeckyll in quanto a volontà e desideri, dato che fino a quel momento non aveva avuto modo di sfogarsi e agire liberamente. La visione di Stevenson non riguarda tanto la natura quotidiana del male, ma la sua natura recondita e fattuale. Cioè, si chiede se esista davvero qualcosa che possiamo chiamare Male nell'animo umano. La sua risposta alla fine è positiva, esiste questo Male ed è una componente fondamentale dell'essere umano. Ma certo, la sua visione è lontana dalla nostra di parecchio... direi che due guerre mondiali, una guerra fredda e tutto il resto fanno parecchio per alterare la visione di Bene e Male XDUn altro problema è quello che io chiamo "L'effetto Hitchcock". Ovvero, il fatto che storie che hanno fortemente impressionato il pubblico sono state ripetute e imitate per generazioni, giungendo a noi infine come banali e stereotipate. Molti film di Hitchcock sono ancora capolavori per quanto riguarda l'aspetto cinematografico e possono impressionare ancora il pubblico, ma non sono più uno shock culturale. Perché ci siamo saturati talmente tanto di parodie/remake/citazioni di Psycho da non avere più modo di stupircene. Io l'ho visto che ero ancora un bambino e sono rimasto impressionato, ma se lo dovessi vedere oggi a trent'anni e passa per la prima volta ne ammirerei il lato tecnico, la recitazione, ma non certo la "trama innovativa" che oggigiorno non lo è più.In questo caso Hyde e Jackyll sono diventati parte integrante della nostra cultura. A partire da Il Ritratto di Dorian Gray che è di qualche anno successivo, ma anche più recentemente Hulk e tutti gli scienziati pulp che si trasformano in doppi mostruosi, o i licantropi moderni che giocano molto sul dualismo bestia/umano.
July 6Jul 6 Author comment_1922142 Il 4/7/2025 alle 12:32, Pippomaster92 ha detto:Ora non posso citare il passaggio, perché l'ultima volta l'ho letto molti anni fa, ma ricordo che nella confessione scritta lasciata da Jeckyll lui spiega che voleva proprio sdoppiarsi e incanalare in una metà tutto il bene e nell'altra tutto il male. Stevenson sta ragionando sulla dualità umana, sul fatto che tutti hanno bene e male al proprio interno ma, di solito, le due nature coesistono.Secondo me il problema di Jeckyll&Hyde è che la storia è stata re-interpretata tra film e altri media in modo troppo elaborato. Sembra sempre che il dottore abbia creato Hyde per poter commettere del male impunemente, per avere un alter ego che faccia nefandezze lasciando la sua identità originaria intatta. Ma non è così sottile la cosa, Hyde è semplicemente tutto il Male di Jeckyll senza un grammo di Bene.Si, direi che anche a distanza di anni la memoria non ti ha tradito. Jeckyll dice che lui si è sempre adoperato a fin di bene ma, a me è sembrato, per quanto fosse convinto del suo impegno, questo comunque gli sia costato fatica nel tempo (ovviamente! aggiungerei io). Ora pur lui non avendo recriminazioni specifiche da fare, pur non nominando episodi o persone per le quali il bene gli sarebbe costato fatica, suppone che quella fatica sia dovuta a una certa impurità repressa nel fondo del suo animo. Inventa quindi la pozione affinché quella parte malvagia possa sfogarsi senza tampinare lui, e lui così possa dedicarsi ancora al bene ma senza provare più neanche un poco di quella fatica residuale.Ora, io ammetto d'ignorare la natura manichea della cultura inglese d'inizio secolo scorso (di ambientato in quel periodo ho letto solo "La montagna incantata" e non avevo colto nulla di simile; quando ho usato quel termine pensavo invece proprio alla setta religiosa con cui si confrontò Agostino D'Ippona) perciò questa introspezione mi è parsa immatura. Considerato che i protestanti conoscevano bene Vangelo e Bibbia in genere, direi avrebbe dovuto rendersene bene conto anche lui.Il 4/7/2025 alle 12:32, Pippomaster92 ha detto:Un altro problema è quello che io chiamo "L'effetto Hitchcock". Ovvero, il fatto che storie che hanno fortemente impressionato il pubblico sono state ripetute e imitate per generazioni, giungendo a noi infine come banali e stereotipate.Senz'altro, ma Dracula e Frankstein (per dire i primi due che mi vengono in mente) si sono conservati comunque molto più attuali..! Peggio invece mi viene in mente solo "Il richiamo di Cthulhu".
July 6Jul 6 comment_1922148 2 ore fa, MadLuke ha detto:Senz'altro, ma Dracula e Frankstein (per dire i primi due che mi vengono in mente) si sono conservati comunque molto più attuali..!Questo per me è probabilmente perché, oltre il discorso morale, Dracula e Frankenstein non si basano quasi completamente sul colpo di scena, come invece fa Dr Jekyll e Mr Hyde. Cioè, nel libro il fatto che Jeckyll e Hyde siano la stessa persona si sa alla fine, mentre nella maggior parte degli adattamenti lo vediamo in genere al primo atto (consigliato a questo proposito Dr. Jekyll & Sister Hyde, che cerca di dare un altro taglio alla storia). Invece Dracula e Frankenstein rimangono solidi anche a distanza di secoli. Questo vale anche se sai che il conte che si incontra all'inizio è un vampiro, e quello specifico tipo di vampiro. Mentre va bè, Frankenstein nella cultura popolare è completamente diverso da quello dei libri, tanto che mi sorprende ogni volta che un adattamento è più vicino alla "verità". Che comunque è una cosa rara, e infatti spero nei Frankenstein (e relativa Moglie) che usciranno nei prossimi anni, di Del Toro e Gyllenhaal.E poi vabbè, mentre Dracula è abbastanza black and white come moralità (perché sempre vittoriano è), Frankenstein è solo sfumature di grigio o quasi. Però di Jekyll mi piace l'interpretazione che il siero che usa per trasformarsi in Hyde non gli cambi la personalità, ma soltanto l'aspetto. E che quindi l'unica cosa che gli permette di fare la pozione è di vivere una vita priva di restrizioni, perché in fondo nessuno può associare le malefatte di Hyde a Jekyll. Che è una cosa molto vittoriana.
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