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[Ian Morgenvelt] Curse of the crimson throne-Ai confini dell'anarchia


Ian Morgenvelt

Messaggio consigliato

Curse of the crimson throne

Capitolo 1: Ai confini dell'Anarchia

Korvosa, il gioiello di Varisia, ha brillato per lungo tempo sul confine meridionale di Varisia. Fondata 300 anni fa dall'Impero Cheliax al culmine della sua espansione, ora la città-stato è padrona del proprio destino. Una lunga discendenza di re e regine korvosani emerse a governare la città, istituendo un infame seggio di potere, il Trono Cremisi. I regnanti si sono seduti sul Trono Cremisi per più di un secolo, e la città è fiorita. Nonostante ciò, la monarchia sembra sempre sull'orlo del disastro. Il Trono Cremisi non è un premio da vincere, è una maledizione. Nessun monarca di Korvosa è morto di vecchiaia, e nessuno ha generato un erede durante il proprio regno. Anche se il re Eodred II controlla Korvosa più efficacemente di quanto qualsiasi altro monarca sia riuscito a fare finora, tale controllo rimane ancora troppo debole, e sono in molti a contare segretamente i giorni rimanenti alla caduta del loro re, o ciò che essi chiamano la Maledizione del Trono Cremisi

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Korvosa, il gioiello della Varisia

Ambrose

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Come ogni mattina ti sei alzato e hai fatto le tue orazioni al Brillo Fortunato, ringraziandolo per averti fatto scoprire dei "Little Lamms", un gruppo di orfani addestrati come ladruncoli di strada e mendicanti, tra cui probabilmente si trova il piccolo Larn, il ragazzo scomparso recentemente dall'orfanotrofio, ma sopratutto il signore del crimine che li controlla: Gaedren Lamm. Probabilmente il tuo odio per questa persona proviene anche dal fatto che rivedi te stesso da bambino in qualunque di questi orfanelli, ben conscio che senza l'aiuto provvidenziale di Padre Farn avresti potuto fare la stessa fine di questi. O forse è frutto dell'amore paterno che hai sviluppato per questo ragazzo, come per tutti gli altri da te curati.

E proprio mentre ti perdi in questi pensieri noti un piccolo foglietto di carta, che ti ricorda una carta da gioco, sul modesto altare di pietra del tempio che oramai hai imparato a chiamare casa. Ti avvicini, incuriosito da questa figura, e la raccogli per osservarla meglio. Solo ora noti che è una carta dell'Apprensura, il tipico mazzo da gioco dei Varisiani. Precisamente si tratta del Grande Cielo, la carta del seme dei Martelli, che simboleggia un evento improvviso, un grande cambiamento, sempre positivo. E il grande passo avanti promesso dalla carta si trova nel messaggio sul retro:

"So quello che Gaedern Lamm ti ha fatto. Egli ha fatto del male anche a me. So dove trovarlo, ma non sono in grado di affrontarlo. Trovati a casa mia, al 3 di Lancet Street, al calar del sole. Altri come te saranno li. Lamm deve affrontare il suo destino, e giustizia dovrà essere fatta."

Decisamente Cayden Cailean deve averti ascoltato.

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Grigan

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Negli ultimi giorni ti sei ridotto a solo un guscio di quello che eri prima. Ma hai le tue giuste ragioni. Elene, la tua sposa, l'amore della tua vita, per il quale avevi anche abbandonato la carriera da mercenario, è stata ritrovata pugnalata in uno sporco vicolo. All'inizio non potevi crederci. Lei, sempre gentile con tutti, che era riuscita a scaldare anche il tuo cuore rude e arido, uccisa. Lei, così bella e radiosa, lasciata in uno sporco vicolo buoio. Ti sei sentito un verme per un pò di tempo, ma quando le Guardie archiviarono il caso hai provato un fuoco bruciarti dentro: il fuoco della vendetta. Hai iniziato una serie di indagini nei bassifondi di Korvosa, condotte a modo tuo (ossia cazzotti e minacce), che ti hanno portato ad una pista. Infatti hai scoperto che la fede nuziale di Elene era in vendita da un mercante. Inizialmente volevi comprarla, poi vedendo il prezzo proibitivo per le tue tasche hai deciso di sfruttare il fatto. Hai ottenuto un nome: Gaedren Lamm. Nome che negli ultimi giorni è diventata un'ossessione.

Ma proprio quando stavi per perdere le speranze hai ottenuto un segno. Infatti questa mattina, mentre eri intento a lucidare le tue armi hai trovato una carta da gioco, simile a quelle di Elene, che ti ha riportato in mente quando ha provato ad insegnarti a leggere il mazzo dell'Apprensura. La carta è proprio quella perfetta per descriverti: l'Orso, che simboleggia una grande forza che non può mai essere realmente fermata. ma la cosa più interessante è il messaggio sul retro:

 "So quello che Gaedren Lamm ti ha fatto. Egli ha fatto del male anche a me. So dove trovarlo, ma non sono in grado di affrontarlo. Trovati a casa mia, al 3 di Lancet Street, al calar del sole. Altri come te saranno li. Lamm deve affrontare il suo destino, e giustizia dovrà essere fatta."

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Helegon

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Le tue giornate sono sempre più grige dalla morte di tuo cugino, il tuo unico parente con cui hai ancora contatti. Morte non naturale. Un'assasinio, che le guardie hanno lasciato perdere per mancanza di indizi. Da allora hai continuato ad essere scherzoso e burlesco, ma l'ombra di tuo cugino aleggia ancora su di te. Il sonno sopratutto è diventato difficoltoso e disturbato da visioni del cadavere, con un nome che rimbomba nell'aria come un mantra religioso: Gaedren Lamm, il mandante dell'assasino. 

Mentre ti sei svegliato la mattina e hai iniziato a preparare i composti alchemici che ami, leggendo il tuo formulario, unico ricordo del tuo passato a Crying Leaf, hai visto spuntare una piccola carta, delle dimensioni di un santino. L'hai riconosciuta come un tarocco varisiano. ma la cosa più particolare è il messaggio sul retro:

"So quello che Gaedren Lamm ti ha fatto. Egli ha fatto del male anche a me. So dove trovarlo, ma non sono in grado di affrontarlo. Trovati a casa mia, al 3 di Lancet Street, al calar del sole. Altri come te saranno li. Lamm deve affrontare il suo destino, e giustizia dovrà essere fatta."

Decisamente qualcosa di particolare, proprio quello che ci voleva per spezzare il grigiore delle ultime settimane.

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Ildevor

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Dopo anni di sacrifici e battaglie sei riuscito a diplomarti alla prestigiosa Acadamae di Korvosa. Quando nelle tue mani ti è stato consegnato il diploma, sia tu che Cacio, il tuo topo famiglio, avete esultato di gioia. Nel volto dei tuoi genitori vedevi lacrime di commozione, orgoglio per quel figlio che tanto li aveva fatti preoccupare. E questo ha riaperto una ferita che oramai credevi cicatrizzata. La vergogna della tua passata dipendenza per lo shiver non è passata grazie al guaritore. E così hai riniziato a maledire il produttore della sostanza che per anni ti ha intossicato e portato addirittura a rubare in casa: il maledetto Gaedren Lamm.

Oggi quando hai iniziato a preparare i tuoi incantesimi e a cercare un pezzo di formaggio per il tuo unico amico, Cacio, hai trovato una sorpresa. Una carta dell'Apprensura, i tarocchi varsiani. L'hai riconosciuta come il Viaggiatore, un centauro collezionista di cose che gli altri vedono come cianfrusaglie. Insomma, un emarginato come te. Ma la cos apiù importante è il messaggio scritto sul retro:

"So quello che Gaedern Lamm ti ha fatto. Egli ha fatto del male anche a me. So dove trovarlo, ma non sono in grado di affrontarlo. Trovati a casa mia, al 3 di Lancet Street, al calar del sole. Altri come te saranno li. Lamm deve affrontare il suo destino, e giustizia dovrà essere fatta."

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Tutti

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Eccoci qui. Nel primo post inserite anche una descrizione del pg assieme all'immagine.

 

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Helegon Thirnel

Passando una mano tra i capelli arruffati, sfioro le orecchie a punta, interrogandomi sullo strano biglietto ricevuto quella mattina,  ed il suo portatore. Mi alzo dalla poltrona sfondata,  facendo rotolare diverse bottiglie vuote. Un tintinnare metallico mi annuncia che forse qualche moneta caduta di tasca è andata a far compagnia ai cocci di vetro sul pavimento. "Chi diavolo lo avrà lasciato?" Borbotto tra me e me, controllando un alambicco ricolmo di un liquido latteo e gorgogliante, riempiendone una fialetta ed infilandola in una borsa di cuoio poggiata sul tavolo, stessa sorte che tocca ad un altra fialetta, già pronta e dal contenuto invisibile come acqua. "Andrò all'appuntamento, si, tanto in 'sto buco non ho molto da fare". 
Raccolte le ultime carabattole, esco in strada, strizzando un poco gli occhi alla luce aranciata del tramonto, sempre più intensa di quella del semiinterrato del mio laboratorio. Calcandomi il cappello di lana cotta,  color rosso mattone,  scolorito cerco di celare le orecchie a punta il più possibile, mi avvio verso il quartiere dei mercanti, all'appuntamento, poggiandomi sulla lancia come un bastone da pellegrino, e facendo tintinnare lievemente le decine di fialette che mi porto dietro. 

@tutti, Descrizione. 
 

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Alto poco meno di un umano medio, spalle strette, lunghe orecchie a punta e corti capelli biondi sono accompagnati sempre da brache a strisce gialle e nere, le sue preferite, giubbe di colori sgargianti e cappelli a punta, in grado di coprire le orecchie se serve. Indossa sempre una gran quantita di boccette, fiale ed altri strambi ammenicoli, e fuma spesso una lunghissima pipa del manico d'osso scurito dal tempo, e la pancia a forma di comignolo. In questo momento indossa l'armatura di cuoio borchiato marrone scuro, a coprire la giubba ed i pantaloni fin quasi alle ginocchia, dove fanno capolino gli sgargianti pantaloni del color dell'ape. 

 

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Grigan

Descrizione:

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Grigan è un uomo alto, imponente e dotato di una stazza che difficilmente passa inosservata. Ha tratti tipici dei Chelixiani e porta i crespi capelli neri molto corti. Il volto, incorniciato da una barba di media lunghezza e non molto curata, è segnato da varie cicatrici che costellano un po' tutto il suo corpo.

immagine

Sto pulendo la spada. Lo straccio, lacero, scivola lungo la lama, fino alla fine. La mia mano, stanca, lo solleva e lo riporta sull'elsa. Ancora una volta il tessuto accarezza l'acciaio, liscio, e sfiora la punta. Un fruscio si insinua nelle mie orecchie e mi calma, mi placa. Sollevo la spada verso la luce dell'alba che filtra dalle imposte chiuse e la osservo. Non c'è alcuna traccia di grumi scuri, di macchie oleose, del sangue viscido e caldo che ha bevuto. Il metallo, candido, riflette il bagliore dell'astro nascente, quasi volesse proclamare la sua innocenza. Abbasso la lama, soddisfatto ma, mentre distolgo lo sguardo, con la coda dell'occhio noto un'ombra tra le imposte. Quando mi avvicino noto i contorni familiari di una carta, una carta da divinazioni. Un nodo mi sale alla gola, il cuore mi comincia a palpitare, il volto mi si contrae in una smorfia... è l'orso. Subito mi riaffiora alla mente un turbinio di ricordi, troppo dolci, troppo ameni, troppo reali. In un impeto spalanco la finestra e le imposte gemono aprendosi di scatto. Improvvisamente la luce del sole mi graffia gli occhi, e sono costretto ad abbassarli, impotente. Solo ora mi accorgo che sul retro della carta vi è una scritta. Dopo averla letta, dentro di me si riaccende la speranza. Una speranza sordida, malsana, bieca, che trasforma la mia rabbia in un sentimento più turpe che mi inonda e mi svuota. Con gesti rapidi, misurati ed efficienti, mi allaccio un paio di stivali consunti, indosso una armatura di maglia ben oliata e getto un lungo mantello sulle spalle. Prima di uscire controllo che il fodero della spada sia ben fissato e che lo zaino sia in ordine, quindi scendo per strada. Mi immergo nella confusione dei vicoli di Korvosa e mi dirigo verso l'indirizzo trovato sulla carta.

@DM

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Vado a quell'indirizzo già di mattina per fare un sopralluogo. Prima di tutto faccio tutto il giro dell'isolato e cerco di imprimermi nella memoria la disposizione degli edifici. Quindi osservo con particolare attenzione l'edificio indicatomi dall'indirizzo, provo a memorizzare la posizione di ogni finestra e, cercando di essere il discreto e se è possibile, cerco di capire a cosa sono adibiti i locali interni. Se la strada davanti all'edificio è poco trafficato tutto ciò lo faccio velocemente, mentre se è affollata cerco di confondermi tra la gente e ci impiego più tempo.

 

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Grigan

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La tua piccola perlustrazione ti porta ad un piccolo edificio defilato, ne decadente ne modernissimo. Scopri che appartiene ad una divinatrice varisiana, una certa Zellara. La strada e i dintorni sono poco trafficati, cosa che ti permette di studiare per bene l'edificio. Ha una sola entrata, e due finestre, una a destra e l'altra a sinistra. Complessivamente è una delle tipiche case popolari di Korvosa, non troppo dissimile da quella in cui abiti tu.

Una volta entrato trovi una piccola camera che profuma di fiori e forti spezie. Il fumo è emanato da dei piccoli bastoncini di incenso a forma di elfi con ali da farfalla. Tutto questo corrisponde a dare alla camera un'atmosfera da sogno. Le pareti sono arricchite con degli arazzi, raffiguranti scene di leggende, come un orso che fa il giocoliere con dei cuori umani, un paio di angeli sopra una montagna innevata o una figura nella nebbia che impugna con una mano scheletrica una spada fiammeggiante. Il pavimento è coperto da svariati tappeti colorati, ma l'unico mobilio della stanza è un tavolino di legno coperto da una tovaglia rossa, sotto la quale vedi un cestino. Sopra al tavolo c'è un biglietto con scritta una nota:

Grazie per essere venuto. Sono dovuta uscire, ma tornerò presto. Accomodati pure mentre aspetti. Il cestino sotto al tavolo ha bevande e cibo per te.

 

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Ambrose

Sto arrivando Larn. La carta è abbandonata sul letto, e ogni tanto le lancio un'occhiata mentre mi preparo. Indosso il giaco di maglia sopra la camicia bianca, per poi mettere la lunga tunica rossa aperta sul davanti. Quindi metto a tracolla la cintura che sorregge la mia spada, che cade all'altezza del fianco sinistro. Aggancio il piccolo scudo di metallo al braccio sinistro; infine recupero dalla scrivania il mio simbolo sacro e lo metto al collo. Terminati i preparativi, prendo la carta e la infilo in una delle due ampie tasche della tunica, quindi esco dalla mia stanza e percorro a grandi passi il corridoio che mi separa dall'uscita. Sulla strada incrocio Padre Farn, l'abate. Lo saluto solo con un cenno del capo, e dai miei modi sbrigativi l'anziano sacerdote intuisce subito che sto lasciando il tempio per andare in missione. Tra poco saremo faccia a faccia Lamm. Ti ho già giudicato e troverai la tua punizione sul filo della mia spada.

Descrizione

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Ambrose è un uomo di quasi 40 anni. Ha occhie  capelli castano scuro, e la pelle leggermente abbronzata, tipica di chi ha sangue taldano nelle vene. Alto e slanciato, l'uomo porta i capelli lunghi e tiene baffi e pizzo ben curati. Il capo di vestiario che risalta di più, è una lunga tunica a mezze maniche aperta sul davanti. L'indumento è color del vino, e presenta vari ricami dorati, tra i quali spiccano due boccali cuciti sulle due ampie tasche laterali. Al fianco porta uno stocco, mentre col braccio sinistro tiene un piccolo scudo di metallo, recante quello che può ormai essere considerato come il simbolo personale dell'inquisitore: un boccale vuoto sostenuto per l'impugnatura dalla lama di uno stocco.

 

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Grigan

DM

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Dopo aver perlustrato tutto in torno al modesto edificio, decido di entrare. La porta, aprendosi, mostra ai miei occhi una piccola camera resa ancora più piccola da una moltitudine di arazzi e tappeti che coprono ogni singola porzione di parete e pavimento. Un intenso odore di incenso penetra fin nei miei alveoli più reconditi. Elene...
Il suo sorriso si affaccia nella mia mente, ma poi si dissolve lasciando spazio all'immagine del suo cadavere scomposto, riverso per terra, del suo collo aperto, in un orrido sorriso, della sua pelle livida, dannatamente gelida. Tutto d'un tratto la stanza si fa incredibilmente angusta, l'aria, dolciastra, estremamente pesante. Mi precipito fuori, dove i miei polmoni riescono finalmente ad ossigenarsi. Dopo essere riuscito a domare il dolore, mi dirigo verso un vicolo secondario, dal quale ho visuale sulla porta dell'edificio e, con il cappuccio calato, riamango in attesa.

 

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Helegon e Ambrose

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Vi incontrate davanti all'edificio, chiedendovi chiaramente se l'uomo davanti a voi è il mandante della lettera. 

Superato questo momento vedete in un vicolo defilato un uomo alto e di stazza imponente, che sembra guardare proprio nella vostra direzione da sorto del cappuccio calato. 

Grigan

Spoiler

Aspetti con pazienza fuori dall'edificio, per minuti che sembrano dilatarsi all'infinito, finché non vedi una strana coppia apparire davanti all'entrata. Decisamente sono due perfetti sconosciuti, date le loro espressione di sorpresa. Riesci a distinguere un umano alto e slanciato con i capelli biondi. Ti sembra un elfo, ma non riesci a confermare la tua ipotesi dato il cappello di lana cotta color rosso mattone che copre le orecchie. Si appoggia ad una lancia come se fosse un bastone da passeggio e porta una enorme quantità di fiale e provette agganciate a svariate bandoliere. Decisamente un avventuriero. Anche l'altro uomo, chiaramente un Taldano con barba e pizzo ben curati, ti sembra una persona capace di dire la sua in combattimento. Il capo di vestiario che risalta di più, è una lunga tunica a mezze maniche aperta sul davanti. L'indumento è color del vino, e presenta vari ricami dorati, tra i quali spiccano due boccali cuciti sulle due ampie tasche laterali. Al fianco porta uno stocco, mentre col braccio sinistro tiene un piccolo scudo recante un simbolo decisamente originale: un boccale vuoto sostenuto per l'impugnatura dalla lama di uno stocco.

 

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Ildevor

DM

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Resto lì, immobile, impalato di fronte alla mia scrivania con la carta in mano, un istante che sembra durare un'eternità.
Percependo il mio disagio nel leggere quel nome, Cacio si rifugia spaventato dentro un cumulo di pergamene, con solo la coda a fuoriuscire da sotto i fogli: Gaedren Lamm, l'uomo che a rischiato di farmi buttare fuori dall'Acadamae, di rovinare la mia stessa vita nel vortice della dipendenza. 
Chi mi avrà lasciato quel messaggio? E come? 
Istintivamente corro alla porta, controllando che non ci siano i miei genitori nelle vicinanze, e la chiudo a chiave. Poi corro alla finestra, guardo fuori movimenti sospetti, e ritorno alla scrivania, a fissare ancora il centauro dipinto. 
Avrei voluto dirmi che quella carta avesse riportato a galla tutti i fantasmi del mio passato, ma so che sarebbe stata una menzogna: quegli spettri non mi hanno mai abbandonato, ma anzi ogni notte mi si ripresentano, quando, prima che il sonno mi annebbi del tutto la mente, un fremito mi scuote da capo a piedi. 
Titubo, rileggo ancora le parole lasciatemi, esito ancora. Cosa fare? Non so niente della persona che mi ha voluto contattare in quel modo. 

Tiro un profondo sospiro e afferro delicatamente il piccolo topo albino dal suo nascondiglio. Lo tranquillizzo con una carezza e tiro fuori un bocconcino di formaggio.
Andiamo Cacio
Gli dico
Abbiamo un appuntamento.

Spoiler

Visto che stavo preparando gli incantesimi, ho presunto fossi a casa

 

Tutti

Spoiler

 

Ildevor è un ragazzo di corporatura robusta, dai corti capelli mossi e dagli occhi chiari. Il viso sbarbato e l'aria impacciata lo fanno apparire qualche anno più giovane, come se fosse un appena ventenne.
Porta sul naso un paio di occhiali rotondi e veste spesso una tunica dai colori dell'Acadamae, il rosso e il nero, dove, in una tasca interna, porta il suo libro legato alla cinta da una catenella.

È accompagnato da un topo albino che si rifugia solitamente in un taschino

 

 

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Helegon Thirnel 

@Lancet strett #3.

 

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Camminando a testa bassa, mi accorgo dei piedi di Ambrose solo una volta arrivato a poco più di un metro da lui. Mi fermo di scatto, facendo tintinnare la miriade di boccette, fiale e ampolle nelle borse, alzando la testa lentamente per inquadrare il resto del corpo dell'inquisitore. Soffermandomi sul simbolo dipinto sullo scudo, socchiudo gli occhi, la mascella sottile, gli occhi leggermente a mandorla ed il naso appuntito rendono chiara l'appartenenza agli elfi anche al più disattento degli osservatori, nonostante le orecchie siano ancora celate dal cappuccio color mattone scolorito. Poso una mano sul fianco, attaccando a parlare senza presentazioni di nessun tipo "Oh, un ministro del Brillo fortunato! " Esclamo squillante " Potevate bussare invece di introdurvi nel mio laboratorio di nascosto per lasciare quella car..." Interrompo il discorso accorgendomi dell'uomo nel vicolo. Lascio vagare lo sguardo un paio di volte tra il sacerdote e la figura misteriosa, aggiungendo un "Uhm" dubbioso, come a dar suono agli ingranaggi mentali, quindi indico con la testa la figura nel vicolo "O forse siete pure voi tra i convocati?" 

 

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Ambrose
 

Lancet Street

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Quasi non noto l'elfo accanto a me, almeno fino a che non mi rivolge la parola. Lo fisso per un istante, incuriosito più che altro dall'altezza di molto inferiore alla media. Quando fa accenno alla carta, rimango piuttosto sorpreso. "Proprio così." Vedo altre figure raggiungerci al civico 3 di Lancet Street. "A quanto pare questo Lamm ha fatto arrabbiare un bel po' di persone. Il fatto che siamo così in tanti mi fa ben sperare che non si tratti di uno scherzo di cattivo gusto." Mi affianco all'elfo mentre facciamo gli ultimi passi verso la casa. "Voi non avete idea di chi ci ha convocati qui, vero?"

 

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Helegon Thirnel

Lancet street

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Avviandomi dietro le vesti color vinaccia di Ambrose in un tintinnio di vetro e ceramica, squadrando le altre figure, rispondo al sacerdote. " Già, Lamm deve aver fatto arrabbiare un sacco di gente." Aumento il passo per tornare alla pari dell'uomo. " E no, non ho idea di chi mi abbia convocato, pensavo foste stato voi!" Sorrido, la pelle del volto liscia senza il minomo accenno di peluria "E voi? voi ne avete idea?Bah, dopotutto lo scopriremo a breve, andiamo!" 

 

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Dopo poco tempo arriva anche un'altra figura: un ragazzo di corporatura robusta, dai corti capelli mossi e dagli occhi chiari. I tratti da ragazzino lo fanno sembrare ventenne. Porta sul naso un paio di occhiali rotondi e veste con una tunica rossa e nera, che riconoscete come i colori dell'Acadamae, la prestigiosa accademia di magia di Korvosa, in cui i maghi si specializzano nel convocare creature da altri piani di esistenza. Da un taschino vedete spuntare un topo albino. 

Una cosa bisogna dirla: chi vi ha chiamato ha cercato proprio tutti i tipi di persone che potresti trovare a Korvosa. 

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Grigan

Vedo arrivare contemporaneamente due figure che si fermano sulla soglia dell'edificio indicato dall'indirizzo. Automaticamente la mia mente li squadra da capo a piedi. La prima alta, slanciata, un po' avanti con gli anni ma con una muscolatura ancora prestante. Stocco al fianco, scudo allacciato e armatura leggera, sembra un combattente valido, ma, probabilmente, troppo lezioso. La seconda, umanoide, non ben identificato, fatica a camminare e ha un fisico non molto adatto al combattimento. La ricoprono troppe fiale tintinnanti dall'aspetto poco raccomandabile. Ne spunta una terza, un ragazzino con le livree dell'Acadamae, all'apparenza incredibilmente inesperto e assolutamente innocuo. Nessuno di loro è il nostro anfitrione... dove diavolo si sarà cacciata?! Quindi con un movimento rapido mi tolgo il cappuccio e, mentre mi incammino verso i nuovi venuti, mi rivolgo loro dicendo "Ci ha chiamato qui una certa Zellara, una cartomante. L'interno è vuoto e da stamattina sorveglio l'entrata senza successo. A meno che non ci sia un'entrata secondaria di cui non mi sia accorto, dentro non c'è nessuno"

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Helegon Thirnel 

Fermo il passo bruscamente, vedendo la massiccia figura di Grigan venirmi incontro. "Zellara? Cartomante? Oh, beh, in effetti ha senso, questa pare proprio una carta, no? "  Estraggo da una delle tasche della bisaccia il tarocco ricevuto, "la visione", dove una figura umana sembra ricevere un fulmine blu da una mano gigante, divina quasi. "E come mai siete qui da stamane? Non era adesso il ritrovo?" Trovandomi in mezzo al gruppetto, faccio un passo indietro per non lasciare alle spalle nessuna delle altre tre figure, prodigandomi in un inchino che fa quasi cadere una fiaschetta di ceramica dal taschino della maglia;  riprendendola al volo e rimettendola al suo posto, mi presento, togliendomi il cappello, e mostrando le lunghe orecchie a punta in mezzo ai capelli biondi stropicciati. "Io sono Helegon, al vostro servizio!"  Riprendo la posizione eretta, giochicchiando col cappello, togliendo piccole incrostazioni con le unghie e scrutandole da vicino per capirne l'origine, mentre attendo le presentazioni dei compagni. 

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Ildevor

Giungo al luogo indicatomi dal messaggio per trovarmi di fronte altre due persone, con una terza che si palesa immediatamente dopo. Mi blocco, aggiustandomi gli occhiali sul naso per osservarli meglio. Il piccolo topo bianco appare inquieto. 

Dopotutto sapevamo che non saremmo stati soli

Sussurro all'animale, cercando, con scarsi risultati, di tranquillizzarlo. Io stesso appaio piuttosto insicuro, nel timore di essermi ritrovato in mezzo a gente poco raccomandabile. 

Analizzo rapidamente le vesti e l'aspetto degli astanti: un Cailenita, un uomo di Scienza ed un bestione ricoperto di cicatrici... sicuramente un gruppetto eterogeneo, e a quanto pare con carte simili a quella recapitatami. 

Mi avvicino un po' agitato. Inciampo goffamente su una pietra, ma non cado e mi riprendo subito, giungendo di fronte agli altri. 

Buonasera signori

Esordisco

Immagino che tutti ci troviamo qua per la medesima ragione... 

Pulisco le lenti con un lembo della tunica, per poi proseguire

Immagino che l'etichetta mi imponga una presentazione: il mio nome è Ildevor, onoratissimo.

E sfodero un sorriso a trentadue denti, anche se piuttosto forzato

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Ambrose

"Ambrose Cailean, del Tempio del Gran Boccale di Vecchia Korvosa." Mi presento a chi come me è giunto convocato da questa Zellara. Nell'attesa che la donna si palesi, cerco di capire le intenzioni degli altri. "Credo ci convenga iniziare a metterci d'accordo: voi cosa intendete farne di Lamm? Dipendesse solo da me, la sua fine sarebbe segnata..." Accarezzo lo stocco al mio fianco. "... ma qui siamo già in quattro. Cinque se contiamo anche Zellara. Quindi non posso decidere da solo il fato di quel ratto."

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Grigan

Una volta avvicinatomi a quell'eterogeneo gruppo di "avventurieri", vengo sommerso da una serie di futili presentazioni e domande dall'ovvia risposta. "Forse perché tengo alla mia vita? Chi mi assicurava che non fosse una trappola tesami da Lamm? Ho agitato le acque, e i pesci cominciano a venire a galla..." risponda al tizio che si fa chiamare Helegon. Alla domanda di "Ambrose", i miei pugni si serrano e la mia bocca sputa delle parole cariche di odio "Lo ucciderò"

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Helegon Thirnel

Scrollo le spalle, socchiudendo gli occhi "Beh, immagino che siamo tutti qua per lo stesso motivo" sempre sorridendo, ma spalancando gli occhi e senza cambiare tono di voce "Veder esplodere quel maledetto in pezzettini". Ricomponendomi, mi raddrizzo, togliendomi un invisibile pelucco dalla giubba. "Allora, entriamo? Se manca ancora qualcun altro ci raggiungerà all'interno, qui fuori stiamo già dando troppo spettacolo!"  Utilizzando la lancia come bastone, mi incammino verso l'ingresso, entrando per primo se necessario. 

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