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La nostra storia...


Kordian

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Un' altra volta? Gli era scappato un' altra volta?

Quel kender doveva essere fatto d' olio, non di carne ed ossa. Non poteva sfuggirgli dalle catene senza infilzarsi con gli uncini!

Scese dal ramo su cui stava e fiutò l' aria. Il botolo non era lontano, ne sentiva l' odore. Cercò le traccie e le trovò. Erano ben visibili ma l' andatura del maledetto non era regolare; sembrava saltellasse.

Lo trovò non lontano da lì che si rotolava per terra in preda al dolore.

<< Ahi ahi! Dannati uncini! Ma come..ma come??!??!>>

Che scemo... Era riuscito a slegarsi dalle catene chissà come ma si era portato dietro un quantità straordinariamente alta di uncini.

<< StuPiDo KenDer! VieNi QuI. E' InUtiLe. SoLo Io pOsSo TogLierTi quEi UnciNi.>>

Si avvicinò sicuro. Quell' ammasso informe di carne e ferro non sarebbe andato lontano. Non sarebbe andato e basta se lo lasciava così.

Contriamente alle sue aspettative quando era a mezzo metro di lui il botolo scattò in piedi e gli assestò un pugno in pieno muso al kender. La vista li si annebbiò per qualche secondo. COME AVEVA OSATO?

Quando ritornò a vedere il kender stava scappando con un' andatura alquanto ridicola. Gli uncini erano rimasti lo stesso attaccati sù tutto il corpo e ormai erano penetrati profondamente nella carne. In poki secondi gli era sopra e gli assestò un colpo sulla nuca non badando a quanti danni poteva provocare; si era stancato e non avrebbe permesso che il mezz' uomo gli scappasse un' altra volta. Non ora.

Rantolando e dicendo parole a lui incomprensibili il Kender cadde a terra privo di sensi. Finalmente.

Lo raccolse senza troppe accortezze e se lo caricò a mò di sacco sulle spalle. Riprese il viaggio verso il villaggio chiedendosi dove erano gli altri demoni della compagnia.

Dopo alcune ore sfruttando il suo grandioso vigore era al villaggio. Il kender doveva ancora risvegliarsi e ciò non poteva che essere un vantaggio. Il paesaggio che gli si poneva davanti uscito dalla foresta lo sorprese.

Del villaggio non ne rimaneva che qualche fumante maceria e le strutture organico-rocciose iniziavano a formarsi. Una malevola esalazione sulfurea usciva dallo squarcio dove una volta c'era la piazza e centinaia di piccoli imps si muovevano come formiche immersi nei loro compiti.

Na'Rghal ormai fiero di essere riuscito nel suo scopo entrò nella struttura dove c'era Korbag che l' aspettava. Ne poteva quasi percepire i pensieri.

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"Il problema non è decidere se ritrovare il kender o meno. Credo che tutti siamo d'accordo nel voler ritrovare tanto lui quanto gli altri membri del gruppo.

O almeno io lo voglio! Voglio capire cosa voleva significare quella profezia!"

Gli occhi di Ariaston erano decisi, nell'affermare la sua scelta.

"Il problema è sapere se il kender si trova in questo..come l'hai chiamato? ah si:piano. Potrebbe essere dove eravamo noi prima, dove siamo ora o chissà in quanti altri posti ancora. Quindi prima bisogna individuarlo, e poi spostarsi in modo da ritrovarlo, se ne siamo in grado.

Che ne dite, maghetti, sapete farlo???"

Il suo sguardo correva da un volto all'altro, con tono di sfida divertita...

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L'elfo era decisamente tagliente se voleva con quella sua voce mielata, ma Sturmir non cadde nella provocazione, lo guardò e semplicemnete disse "Certo,datemi tempo e se qualcuno ha dell'acqua un po' di quest'acqua da evrsare in questa ciotola". disse progendo una elaborata ciotola di mithril e avorio (che era costata una fortuna!).

Una volta riemipta di acqua aspetto che la stessa si calmasse, poi disse "Inizierò a cercare il kender, poi cercherò Aixela e Trebor, mettevi intorno a farda sentinelle e impedite a chiunque di avvicinarsi mentre compio il rituale!"

Iniziò a mormorare parole arcane, sentiva il potere flure in lui senza perturbazioni e attraverso l'acqua calam iniziò a cercare il kender, si muoveva tra i piani con la velocità del pensiero, con l'occhio della mente superava distanze impossibili finchè non riuscì a localizzarlo, era stato catturato dal kyton che lo aveva portato nei pressi del villaggio in cui si erano incontrati la prima volta, o meglio nello stesso luogo dove sorgeva il villaggio, ora ridotto ad una massa fumante di pietra fusa in cui i corpi degli abitanti giuacevano spezzati come giocattoli rotti dalla furia di un bambino feroce.

Un grande portale era aperto e da esso sciamavano diavoli tutti intenti nella distruzione di ciò che era un ridente villaggio di campagna...solo un edificio era rimasto in piedi ed era dove erano diretti il kiton e l'incatenato kender, non riuscì a capire chi ci fose dentro quell'edificio, per un attimo una faccia canina gli ghignò davanti e con un lampo l'acqua nella ciotola si increspò e il nano fi sbalzato lontano....

Perenor gli si avicinò preoccupato e Sturmir guardandolo non riuscì a trattenre la preoccupazione nelle sue parole: "il Kender...è gravemnete in pericolo...qualcosa di molto malavgio lo sta aspettando al villaggio...dobbiamo affrettarci..."

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Perenor abbassò lo sguardo, era colpa sua! Tutta colpa sua! Per quale motivo si era distratto ed aveva permesso che il kender fosse catturato? Ed ancora peggio... come era riuscito a portare non i demoni, ma loro stessi su un piano? Ora che il suo peggiore sospetto si era mutato in realtà il giovane chierico rimase svuotato, come incapace di decidere cosa potessero fare per cavarsi d'impiccio.

-Dobbiamo salvare Garfuss!- affermò Sturmir, rivolto verso di lui.

Ma come? Potevano loro contrastare i demoni su quel piano quel tanto da potersene andare inosservati. E poi come avrebbero liberato il kender?

Perenor non vedeva altra via d'uscita a doversi scontrare ancora con i demoni... e non sapeva se stavolta sarebbero stati capaci di cavarsela.

Ma Paladine li accompagnava... si disse, a suo modo seguiva i loro passi.

Per quale altro motivo sennò erano ancora vivi.

Vide l'urgenza e la preoccupazione del nano e decise che non era di certo il momento di mostrare i propri dubbi agli altri. Dovevano uscire di lì?

Bene, lo avrebbero fatto, nonostante tutto!

Solo... perchè il kyton era ritornato al villaggio? Perchè aveva portato solo il kender con sè? Per quale motivo Garfuss era così importante in quella storia?

Troppe domande senza risposta...

Continua...

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Si sentì improvvisamente esausto e la cosa lo terrorizzò ancora di più. Sapeva che molto probabilmente, finchè fossero rimasti in quel luogo, gli sarebbe stato impossibile pregare e meditare. Quindi nessun nuovo incantesimo di cura, proprio quando sarebbe stato a loro più utile.

-Dobbiamo andare via immediatamente da qui.- sussurrò piano ad Ariaston.

L’elfo fece un cenno, aveva compreso al volo.

Sturmir non disse una parola, semplicemente si preparò per invocare un altro incantesimo. Aspettarono tutti quanti che la via di fuga comparisse dal nulla evocata dalle parole del nano. Ma nell’oscurità, ora rotta da un sinistro bagliore sanguigno non accadde nulla. Le piante contorte ed annerite non si mossero; tutto rimase perfettamente immobile. Nemmeno i tatuaggi sulla pelle della bambina elfa si misero a luccicare.

Sturmir attese, pensò a cosa avesse potuto sbagliare recitando l’incantesimo, ma non trovò errore alcuno in come l’aveva recitato.

Semplicemente non funzionava.

Perenor avrebbe voluto sotterrarsi sottoterra;adesso più che mai sentiva pesantemente la responsabilità di averli cacciati tutti lì, in un pericolo più grande di loro. Strinse il libro, che teneva inconsciamente tra le mani e si accorse che da quando si erano trovati lì non l’aveva mollato un istante, quasi fosse una risorsa di potere, un appoggio alle loro speranze. Ma lì, in quello strano ed inquietante buio sembrava essere inutile. Delicatamente lo ripose nello zaino.

-Ed ora che facciamo?- esclamò Entreri, portando rabbiosamente le mani all’elsa della sua spada.

- Non ci rimane che trovare un’uscita.- gli rispose Ariaston, in tono beffardo.

La sua proposta venne accolta da un gelido silenzio. Non ora, pregò il giovane chierico... non è ora il momento di mettersi a litigare: - Potrebbe essere un’idea, potremmo seguire i demoni.- disse.

Lo guardarono, soppesando per un istante la sua proposta.

Perenor trattenne il fiato, ma la tempesta per stavolta passò sopra alle loro teste.

-Potrebbe essere un’idea.- esclamò Sturmir- Abbiamo visto che i demoni passano dal loro piano, ovvero QUESTO piano, a quello dal quale noi proveniamo attraverso un passaggio. Potremmo approfittarne anche noi.-

- Dimentichi il problema principale però: siamo circondati dai demoni ed ogni volta che ci muoviamo corriamo il rischio di venire attaccati. Non potremo resistere a lungo...- gli contestò Entreri.

- Sì ma forse quella in cui noi ci troviamo ora è la coda di una processione di demoni diretti al passaggio tra i piani.- spiegò pacatamente Ariaston.

-...E quindi non dobbiamo far altro che aspettare che passi oltre rispetto a dove ci troviamo ora e quindi potremo seguirla a distanza, senza correre inutili rischi.- concluse per lui Sturmir.

Rimasero in silenzio un istante, soppesando la possibilità che una tale ipotesi potesse essere vera. Ma visto che la magia non funzionava non rimaneva loro altra strada percorribile... Perenor si guardò intorno esaminando le piante contorte ed annerite che davano loro riparo e parzialmente almeno, un nascondiglio.

-Aspettiamo un’ora e quindi ripartiamo, se a tutti va bene.- propose.

Nessuno protestò: nonostante tutto erano ancora esausti, si acquattarono a terra e lì rimasero in attesa, immobili. Il chierico pregò stavolta che quel piccolo ritardo non fosse decisivo per la salvezza di Garfuss... nel bacino avevano visto tutti qualcosa, ma nessuno di loro aveva osato parlarne. Avevano semplicemente ignorato che una cosa del genere avesse potuto accadere.

Ma quello non era l’unico problema che avevano tranquillamente ignorato... qualora avessero raggiunto il portale di comunicazione tra i due piani cosa avrebbe garantito loro che avrebbero potuto passarlo indenni’ E che cosa avrebbero trovato dall’altra parte...

Domande, sempre inutili domande, si disse Perenor, appisolandosi con la testa fra le mani, poggiata sulle ginocchia.

Na'Rghal aveva portato quel piccolo miserabile kender al cospetto di Korbag finalmente. Il kender era ancora svenuto e con parecchi uncini piantati nella carne ancora... ma era vivo. E di questo Korbag era soddisfatto... avrebbe ricompensato bene l'astuzia e l'intelligenza del kyton: aveva fatto un buon lavoro.

Soltanto ora era suo desiderio che il kyton portasse quel kender nel semipiano, là avrebbe trovato altri ad attenderlo. Insieme avrebbero potuto interrogarlo finchè non avesse detto tutto quello che interessava loro sapere. Poi, poteva fare del kender quello che desiderava...

Il suo servizio era stato ottimo e la ricompensa era vicina.

Na'Rghal uscì dall'edificio, trascinandosi dietro Garfuss... il colloquio era stato breve, ma significativo. Non rimaneva che una sola cosa da fare. Il kyton si diresse verso il portale dal quale ancora ora sciamavano fuori i demoni... chissà chi lo attendeva dall'altra parte...

Avevano aspettato alcune ore in quel posto terribile. Poi, non venendo più attaccati da alcuno avevano deciso di rischiare. Era andato in avanscoperta Ariaston, visto che poteva facilmente nascondersi dai possibili pericoli, poi non doveva allontanarsi troppo.

Ed in effetti nell' oscura boscaglia deserta, dove non gli era difficile dissimularsi, non trovò difficoltà a trovare quello che stavano cercando. Gli era bastato seguire le tracce. Ora stava tornando indietro, dagli altri, ma non con buone notizie: il portale per uscire da lì era vicino e gli ultimi demoni stavano sciamando fuori da esso. Tutti tranne alcuni, che aspettavano sull'ingresso. Guardie? Ariaston non sapeva, ma aveva la netta impressione che stessero aspettando qualcuno... e come se non bastasse tra loro vi era una figura ammantata. Ariaston aveva faticato a trattenere il pugnale che era bollente al suo fianco.

Si affrettò per raggiungere gli altri...

Perchè quella figura ammantata era il lich.

Narratori? Su sveglia!!! :wink:

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Erano nei guai!

Non erano riusciti ad andarsene in fretta, la magia che non funzionava per un qualche motivo a loro sconosciuto.

E chissà quante magie avrebbero funzionato ora? Forse erano nei guai seri.

Ariaston era andato in avanscoperta. Aveva seguito il nutrito gruppo di demoni, fino a trovare con loro il passaggio aperto con il loro piano. Naturalmente era riuscito a non farsi notare da nessuno, aiutato dal suo amuleto e dalla sua abilità.

Ma c'era anche qualcos'altro. Il pugnale era caldo come mai prima era stato, se non in combattimento, e gli donava una grande energia, un grande forza che lo aiutava ad andare avanti.

Ma chissà cosa sarebbe successo quando fosse tornato nel suo piano, e il pugnale avesse smesso di rigenerarlo con il suo potere?

Non era il momento di pensarci, non ora!

Sorpassò l'ultimo masso, girò l'angolo e si ritrovò alle spalle dei suoi compagni.

"L'ho trovato!" disse, cogliendoli di sorpresa e spaventando la bimba che emise un breve urletto di paura.

"Il portale per il nostro piano sembra essere la meta di tutti i demoni qua attorno, come avevamo immaginato, e non è neanche difficile raggiungerlo. Ma alcuni demoni si sono fermati alla sua entrata. All'inizio pensavo fossero guardie, ma poi ho pensato che le guardie in questo piano non servono a niente.

Non devono impedire a nessuno di andare di la, al massimo devono impedire che qualcuno entri in questo piano; quindi credo che stiano aspettando qualcosa.

Ma il problema non è questo. E' che all'entrata del portale c'è una figura ammantata, che mi ricorda quel pazzoide che fa attaccato il villaggio. Un lich se non sbaglio.

E quindi non è affrontabile a cuor leggero, e magari anche senza magia.

Dobbiamo aspettare, andare li vicino e vedere che succede. Se si libera l'entrata noi ci fiondiamo dentro." Fece una breve pausa, per dare tempo ai compagni di considerare la situazione, e per pensare lui stesso.

Poco dopo Sturmir parlò:" non ho capito perchè la mia magia non ha funzionato, ma non so se le altre che conosco funzioneranno. Potrei provare a lancialre, ma rischierei di stancarmi e di attirare l'attenzione. Quindi non so quanto utile sarò, ma farò quello che posso". Impugnò il suo pugnale, e si rialzò puntando i piedi a terra, deciso e piantato come solo un nano può essere.

Perenor lo osservò e si alzò anche lui:"Andiamo. Guidaci fino all'entrata, e poi decideremo cosa fare."

La piccola Alathariel li guardò tutti, con aria incuriosita, e poi si accodò a loro, seguita da Entreri. La ragazzina aveva ancora male al collo per la stretta del demone, ma non sembrava aver paura.

La compagnia in cui era la tranquillizzava, nonostante la situazione.

Si mossero, silenziosi, seguando il quasi invisibile elfo, come delle ombre..

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Lirian respirava a fatica. I suoi occhi guardavano Aixela con terrore e incredulità, poi si spostavano su Trebor come a cercare conforto e forse qualcosa in più.

Lui le si evvicinò e prese delle bende dallo zaino appena rubato ai predoni. Le fasciò il fianco, cercando di afrle il meno male possibile. La ferita non era profonda per fortuna, ma comunque non era nemmeno da sottovalutare. Strinse bene l'ultimo nodo e accarezzò la fonte della ragazza. «Va tutto bene, non ti preoccupare.» Il suo sguardo cadde su Aixela, rimasta immobile in quella posizione, lasciando cadere la spada a terra, una cosa che mai aveva fatto.

Lo sguardo di Trebor si fece serio, detemrinato. Si alzò in piedi e fronteggiò Aixela, guardandola negli occhi con rabbia. «Curala.» Le disse con calma. Lei indietreggiò di un passo ma lui la seguì. «Curala. Ora.»

«Lasciami stare!» Gli rispose Aixela voltandosi per fuggire via.

«NO.... non no farò!» Trebor le prese un polso, facendole male. Sentì un gemito soffocato uscire dalla bocca di lei. sarebbe stato un urlo se l'orgoglio non lo avessa soffocato.

«Lasciami...»

«Non lo farò. Tu adesso la curi.» Strinse la presa, i suoi occhi che rivelavano che si stava facendo male di più lui al cuore piuttosto che lei al polso.

«Lasciami... oppure...» Si girò, rabbiosa.

«Oppure... cosa? Mi uccidi? Lo hai quasi fatto, come lo hai quasi fatto con lei.»

Aixela si divincolò con maestria, tornando a fronteggiarlo. Poi i suoi occhi si spensero di rabbia e si accesero di compassione. «Sai che non so come farlo.»

«Ma io so anche che puoi farlo.»

«E come? Devo sentirmelo dentro... e non lo sento.»

«Ah, no?» Trebor le indicò Lirian in terra. Sembrava svenuta. «Guardala... così indifesa. Tra poco arirveranno i predoni e, pur se noi potremmo sopravvivere, lei verrà uccisa perché non può combattere e noi non potremo difenderla per sempre. E s enon morirà per mano loro, morirà poco più tardi... e per mano tua.»

Aixela trasalì. La sua Lirian stava morendo. Raccolse la spada e si avvicinò alla ragazza in terra, seguita da Trebor. Vide il suo volto addormentato e dolorante. La abbracciò e anche lui si chinò su di lei.

Non voleva che morisse. Non ora che stava provando qualcosa. Di nuovo e di vecchio. Voleva che tutto non fosse mai successo. Voleva che fosse possibile curarla, che lei fosse capace di farlo, come quel Perenor aveva fatto con lei. Già... Perenor... avrebbe veramente avuto bisogno di lui, ora. Doveva curare la sua Lirian. La doveva far sopravvivere... doveva...

... di nuovo la sensazione di vuoto... di allontanamento... lo stomaco che si chiude... poi roccia sotto di sé... roccia calda... calore... pericolo...

Apre gli occhi. Lirian è abbracciata a lei, ancora svenuta. Trebor è dietro di sé.

E davanti si ritrova a fissare gli occhi stupiti di Sturmir.

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<<Aixèla!Trebor!>>

la piccola Alatharièl non credeva ai suoi occhi.. aveva anche dimenticato come il collo le dolesse ancora per la stretta del demone!

<<hai fatto la stessa cosa della grotta!!!ma....e lei chi è??>> disse indicando con un dito la ragazza che giaceva in stato di incoscienza a terra.

Si avvicinò con aria dubbiosa per studiarla... i lineamenti dolci e il fisico asciutto e sottile non la facevano pensare a una guerriera, casomai a una delicata principessa!

Poi, senza attendere risposta fissò i suoi amici e si fermòò a guardare Aixèla negli occchi.. era quasi impossibile non accorgersi del turbamento che provava..

<<..non riesci a curarla, vero?...>>

Aixèla sgranò gli occhi per la sorpresa, quella bambina non cessava mai di stupirla e sembrava fosse capace di leggerle dentro.

<<aspetta, faccio io.. tu non ci riesci perchè...>>

Alatharièl guardò dubbiosa Trebor e sussurrò all'orecchio della guerriera

<<perchè le vuoi bene... tanto, vero?>>

poi le fece l'occhiolino e poggiò le sue mani sulle tempie della ragazza svenuta...

mentre la piccola elfa era circondata da un alone di luce azzurrina Aixèla non potè fare a meno di notare i segni sul suo collo sottile.

<<Cos'è successo qui, dove siamo finiti? Perchè la piccola ha quei segnii sul collo?Qualcuno mi spieghi e io e Trebor poi racconteremo la nostra avventura..>>

Aixèla aveva già ritrovato il suo sangue freddo.

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L'apparizione di Aixela e Trebor rappresentò un'ennesima sorpresa, questa almeno gradita, ma comunque inaspettata.

Dopo un istante però Sturmir si accorse che con loro c'era una terza persona, una ragzza esile con i capelli corti con una brutta ferita al fianco, che giaceva svenuta.

Anche se era un nano Sturmir era abbastanza attento alle reazioni e agli sguardi di coloro che lo circondavano e gli sguardi che Trebor (sovente) e Aixela (di rado e quasi di nascosto) davano alla giovane svenuta, fecero capire molto al nano soprattutto capì che un nuovo problema era sorto e anche se sapeva che i due non si sarebbero fatti influenzare nei momenti di crisi, il confliutto che stava sorgendo tra loro due poteva essere devastante!

Fu di nuovo la piccola Alatharièl a distralo dalle sue rifelssioni, la vide abbracciare i due giovani, poi porre le mani sulle tempie della giovane e curarla.

Non riusciva a credere ai prorpi occhi, la piccola avvolta in una luce azzurrina stava compiendo un incantesimo di guarigione come se fosse un anziano e sapiente sacerdote, Sturmir si accorse che anche Perenor stava fissando la piccola a bocca aperta, mentre dei segni rifulgevano sulla pelle dell'elfetta.

Aixela invece, nonostante lo stupore dipinto sul suo volto, non rinunciò al suo spirito pratico: "Cos'è successo qui, dove siamo finiti? Perchè la piccola ha quei segnii sul collo?Qualcuno mi spieghi e io e Trebor poi racconteremo la nostra avventura.""

"Non è importante cosa sia successo qui, giovane guerriera, sappi solo che siamo in un semipiano infernale e che la mia magia non è in grado di funzionare, adesso è importante che tu mi spieghi nel dettaglio tutto ciò che hai detto o pensato e fatto per riapparire qui davanti a noi." fu la risposta del nano, "Le tue nuove capacità potrebbero essere l'unica via di fuga da qua e l'unica speranza di salvezza per il kender."

"Se preferisci raccontare i dettagli lontano da altri potremmo allontanarci, rimanendo a vista, cos' che gli altri non sentano se preferisci così, hai la mia parola d'onore che nulla di ciò che sentirò uscirà dalle mie labbra, ma adesso ho bisogno di sapere, potresti essere la nostra unica via di fuga, credo che questo possa bastare a mettere a freno la tua giusta curiosità nevvero?"

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Il kiton avanzava nel campo demoniaco che si continuava a formare in quella che era stata una ridente città. Teneva stretto Garfuss sotto il braccio, mentre si dirigeva verso il portale. Non poteva ancora vederlo, ma sentiva che a ogni passo che faceva nella sua direzione le emanazioni negative crescevano in maniera enorme, e lo facevano sentire molto meglio. Finalmente se ne sarebbe andato da quello squallido mondo, sarebbe ritornato al suo piano natale, là dove si sentiva cento volte piu' potente.

Quando lo vide, un sorriso sgocciolante gli si aprì tra le fauci: un ovale alto almeno dieci metri, formato da pura energia negativa, rossa e pulsante. Qualsiasi uomo, elfo o nano avrebbe provato un immenso disgusto solo a guardarlo da meno di mezzo miglio, ma per il demone era diverso. Lo faceva entrare in estasi, quasi erotica. Si avviò tintinnante verso il passaggio tra i piani.

"Urgh....che mal di testa!!" Il kender finalmente si svegliò. Aveva sognato di svolazzare allegro su di un campo di cetriolini, sott'olio. Le rape erano sedute a un tavolo e se li mangiavano di gusto, mentre le melanzane li facevano a fette. Tutti quei cetriolini che scappavano, e i bombardamenti di aceto e sale da parte della lattuga avversaria... una scena terrificante. Però gli aveva fatto venire fame. Forse stava diventando un sadico.

All'inizio non capì bene di essersi svelgiato: continuava ad ondeggiare, solo che il paesaggio sotto di lui ora era una massa rossa pulsante e ribollente. Che schifo. Ecco e poi c'era pure quella puza di capra morta. Qualcuno aveva bisogno di un deodorante bello forte, tipo acido muriatico, o di un bagno che durasse una dozzina di settimane. Ebbe uno strano senso di dessciavù, come diceva sempre un suo amico necromante. Vabbè, ma era anche quello che ripeteva sempre con gli occhi sgranati di vedere la gente non-morta. Comunque, la puzza persisteva. Alzò gli occhi e comnciò a comprendere il perchè. Ricordò che un demone amante del farrame lo aveva agguantato e lo stava portando da qualche parte. Cominciava ad essere noioso. Poi un'altro pensiero gli attraverò la mente: lui non aveva mai avuto esperienze sessuali, e sicuramente il demone aveva quelle intenzioni. Tutte quelle catene, e poi si dice che il demone adà puzzà e quello era proprio un demone. Non l'aveva mai capita questa cosa del sesso. Aveva intuito che era una specie di sport, un incrocio tra pesca, ippica, escavazione, chimica, misurazione metrica, geometria, equilibristica, siderurgia, contorsionistica, magia nera, piromania e giardinaggio. Una specie di Polipimpiade, quella festa che facevano dalle parti di Octopus' Garden.

"Heilà! E' un pò che non ci si vede! Ah già, ero mezzo morto. Non è stata gentile da parte tua tutta la cosa degli uncini. Veramente poco cortese. A proposito, che fine hanno fatto?"

"sE nOn TE Li AveSsI LeVaTi Ora Ti AvRebBerO MaNgiAto Il CuOre. ForSe Ho FaTtO MalE."

"Non è che te ne avanza qualcuno? Sai, per ricordo. MA LO SAI che conoscevo uno patito di ferrame, proprio come te? Era un fabbro e gli avevano staccato un braccio, e lui sel'era ricostruito e poi tutti le prendevano in giro tipo amichevolmente "hei facciamo a braccio di ferro" ma quando lui sfondava amichevolmente una parete di pietra con un amichevole cazzotto nessuno diceva piu' niente ma c'era quel tizio vestito tutto di latta che diceva che si era perso e parlava tutto a scatti e c'aveva un piccolo sparaferro nella gamba e diceva "siete in arrosto" che il fabbro se la prende perchè lui aveva l'esclusiva del ferro e lo sfida sonorimastilitregiornipoihacominciatoapiovereelarugginehaintaccatotuttoorasonounastatuabelliss..."

Il Kyton cominciò a pensare che il suo padrone gli avesse affidato una punizione, forse per qualche fatto che lui aveva commesso, ma non se ne ricordava. Multiverso infame.

Sbucarono dall'altra perte del passaggio planare, nel semipiano demoniaco. Il demone chise un attimo gli occhi, sentendo la potenza fluire dentro di lui. Li riaprì subito dopo però', perchè aveva notato un qualcosa di strano: infatti si stava avvicinando una forma ammantata di nero. Non ebbe difficoltà a discernere in essa il misterioso viandante del villaggio.

"E' EviDente che Tu Sia Molto poTente, Per STArE qUi senza PrOblemi"

"Molto piu' di quello che credi." Rispose con una voce raschiante e sussurrante l'ombra. "Non mi piace perdere tempo, vengo subito al dunque. Ho parlato con in tuo maestro Kroghusgh Kro'orr, e i piani sono cambiati. Abbiamo unito i nostri obbiettivi. Tu mi seguirai e con te il Kender. Kroghusgh ha messo a mia disposizione una delle sue fortezze in questo piano, come una residenza provvisoria."

"Se pEnsi ChE io SeguA senZa PRObLemi Il PrimO vIsCiDo VerMe che Mi Si pAra dAvAnti seI coMpleTamenTe folLe!" urlò il kyton. Non aveva intenzione di seguirlo. Il suo incarico era terminato! Ne aveva abbastanza di squallide ricerche e guardie! Avrebbe ridotto quell'essere in un cumulo sanguinante di stoffa e carne. Ma il Viandante mostrò una mano scheletrica in un gesto lieve, ed il Kyton si piegò in due distrutto dal dolore. Si Inginocchiò al suolo urlante, continuando a stringere il kender con un puro sforzo di volontà.

"Il kender ha qualcosa che interessa sia al tuo maestro che a me, anche se per motivi differenti. Immagino tu conosca questo sigillo" mostrò una pietra al Kyton "è del tuo padrone. Lo riconosci. Me lo ha dato lui, per evitare proprio quello che è successo adesso. Ma non mi sarei mai privato del piacere di far gridare un essere arrogante come te" Sotto la cappa oscura si aprì un ghigno malefico.

"Urgh..." lo sguardo del demone era concentrato puro di odio. "Ti seguirò. Dimmi cosa devo fare."

"Tu dovrai essere il mio schiavo, e la mia sentinella. E se non ti piace, meglio, mi farà piacere vederti frustrato. Ricordati inoltre che questo è un incarico che viene anche dal tuo padrone. Mi ha detto di dirti che sarà l'ultimo, se ciò ti puo' interessare. Ma io non mi fiderei molto delle promesse di un Tanar'ri" sghignazzò.

"Tutto per questo...botolo!" guardò con odio il piccolo mezzo uomo.

Garfuss sorrise in risposta.

"Perchè?"

"Perchè... forse non voglio che tu lo sappia." Stavolta lo sguardo del kyton era intelligente e malefico.

Per un minuto non parlarono, poi il Viandante disse: "vedo che i tuoi uncini sono penetrati nelle sue carni, per molto tempo. Non ti chiedi come mai non sia morto, nonostante tutto? Neanche un troll avrebbe resistito così a lungo."

Entrambi guardarono Garfuss, penzolante sotto il braccio del demone. Il kender aveva trovato una posizione piu' o meno comoda e si era appoggiato la testa su una mano. Quando si accorse che i due lo fissavano si riprese e si guardò un attimo intorno. Si passò la lingua sulle labbra. "Hemmm bhe da sempre la mia famiglia ha avuto le ossa grandi c'era mio nonno grande Wirm che con le sue ossa ci hanno costruito quindici navi..... qualcuno vuole una caramella?"

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uhm...nn so quale sia il tuo stato d'animo e nn indago, non ne ho il diritto, ma io credo di aver fatto i post più sentiti e sensibili quando stavo proprio a pezzi..ed ero veramente a pezzi..e x me che sono un ottimista è grave..cmq se è una cosa brutta il tuo stato d'animo attuale t auguro un in bocca al lupo grande grande... ;)

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Lirian si era aggrappata alla vita con tutte le forze ma se ne stava andando...sentiva la voce di Trebor sempre più fioca e sempre più lontana...

Continuava a vedere Aixela che la colpiva con gli occhi sbarrati, senza dar segno di riconoscerla..avvertiva ancora il freddo dell'acciaio che si infilava nella sua carne, la sensazione di essere tagliata a metà, il risucchio gorgogliante della sua carne quando la spada era stata estratta....ma tutto ciò si affievoliva sempre di più...

stava per abbandonarsi all'oblio, quando si sentì riemipre di calore, un tocco delicato la stava portando indietro..alla luce...alla luce...

Quando aprì gli occhi non comprese dove si trovava, l'aria era pesante, quasi densa e una luce rossastradava un'illuminazione spettrale al luogo..ma con lei c'era Trebor e ogni preoccupazione si dissolse nella felicità di vederlo....non seppe cosa successe ma mentre lui si era chinato per vedere come stava lei lo attirò a se...sentì per un attimo il suo fiato caldo sulle sue labbra, poi lo baciò chiudendo gli occhi, Trebor esitò per un attimo...

Lascio a te ogni decisione Jorma..ihihihihi adesso Aixela si incazzerà come una iena uaz uaz uaz!! :twisted::twisted::twisted:

Bel post manzo ci mancava il tuo stile frizzante e vivace! :wink:

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