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Reginleif Story


Eiden

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“La situazione non è delle migliori e la tua sicurezza è primaria…” la voce tradisce la reale voglia dell’uomo, ma lo vedi voltarsi e indicarti la città, “Se tutti i tuoi nemici sono li la via per la città è libera e fra poche centinaia di metri inizieranno le abitazioni esterne, bisogna sbrigarci così possiamo mandare rinforzi.”

La visuale fino alla città non è liberà bassa vegetazione copre la veduta.

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Richard si gira, il volto è calmo e le sue parole sono neutre.

“Lo immaginavo ragazza, non avrebbero dispiegato tutte queste forze per una semplice fuggiasca, se hai voglia di parlarne, parla in fretta, sennò ti chiedo solo di posticipare questa conversazione fino a quando non ci troveremo al sicuro.”

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Vi spostate non visti al di fuori della strada più velocemente possibile, in pochi minuti le case esterne alle mura si fanno intorno a voi, le abitazioni sono semplici con molta terra coltivata intorno, le prime sono molto distante le une dalle altre, ma avvicinandosi alla città si tramutano in case sempre più scadenti.

Ormai le descritte mura sono davanti i tuoi occhi, la tua espressione è stupita, dato che hai sempre vissuto a Gladis ti risultano essere immense, in realtà la murata è alta sui cinque metri e larga appena per un camminatoio brecciato, il tutto fatto di solida pietra.

L’entrata verso la quale vi state dirigendo è una grande porta con delle grate in ferro atte sicuramente a bloccare l’afflusso di gente se vi foste bisogno.

Ormai c’è molta gente intorno a voi e per più di una volta pensi di perdere Richard tra la folla, ad un certo punto quando ormai siete arrivati alle porte e le strutture intorno sono botteghe e taverne Richard gira verso una di queste e con voce calma ma sussurrata.

“Vieni entriamo qui.”

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Non noti nessuna persona sospetta.

Il corpo di Richard prima di entrare si frappone tra te e la folla, come a nascondere il tuo viso.

Scendete delle scale di pietra che scendono in uno scantinato, un cartello con il nome del negozio ti passa davanti ma è molto rovinato e non riesci a leggerne il nome, alla fine vi si para davanti una tenda che una volta superata vi rivela un piccolo atrio con pareti in legno e un portoncino malmesso alla fine.

Arrivati davanti alla porta Richar si ferma e bussa.

Aspettate.

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Dopo un lungo silenzio si sente il suono metallico dei chiavistelli che scorrono su guide poco oliate, alla fine la porta si apre.

Nessuno vi è dall’altra parte.

Il sotterraneo doveva essere una cantina poiché si sente ancora l’odore di stagionatura di formaggi. La camera che vi trovate davanti è molto ordinata e sui mobili non c’è traccia di polvere, mentre cammini per arrivare nella stanza che vedi attigua senti di essere osservata.

I peli del collo si drizzano.

Svoltate un angolo e vi trovate davanti ad un separè di tende, Richard con una mano scosta un lato e ti fa il cenno di entrare. Una volta entrata l’ambiente ti appare particolarmente strano ed esotico, tutto è ricoperto di tappeti, a cominciare dal pavimento fino ad arrivare alle pareti, l’aria è diventata dun tratto più calda, ma non ti infastidisce, i mobili ti ricordano raffigurazioni presenti in un libro che parlava dell’Arabia, una leggera brezza spira da un punto imprecisato della stanza.

“Prima che arrivi, che ne dici di fare quel discorso?.”

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Resto un attimo in silenzio, distogliendo lo sguardo.

"Come dicevo, so perché mi stanno cercando. Dopo che mi hanno catturata, il capo di quegli uomini mi ha donato in sposa a suo figlio. Mi ha portato nella sua tenda e...Poi quando si è addormentato...non so cosa mi sia preso... ho preso la sua spada e lo colpito, poi sono scappata." concludo trattenendo a fatica le lacrime nelle ultime a parole.

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“Piccola mia.” La sua voce ti appare sincera e reale il suo rammarico “Se è questo che ti turba ora sei tra amici, quelle persone continueranno a darti la caccia ma non per quello che pensi, probabilmente quel ragazzo non è morto… so che può suonarti strano ma potrebbe essere la verità...” Di colpo Richard sembra diventare molto vecchio come se la sua energia vitale fosse venuta meno.

“A breve si accorgeranno dell'errore e a quel punto ti daranno la caccia, veramente… pensavamo che saremmo riusciti a tenerti al sicuro più a lungo ma qualcosa deve essere andato storto…”

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“Ormai sei grande ed è giusto che ti venga raccontata la verità, ma questo compito non spetta a me, presto arriverà e lui ti racconterà tutto, o almeno quello che abbiamo scoperto.”

Nella stanza, tra tappeti e arazzi, scende il silenzio, sei persa tra i tuoi pensieri quando nella stanza compare una terza presenza, ti accorgi di lui solo dopo che con roca si schiarisce la gola.

“Se mi hai chiamato, Richard, vuol dire che la situazione non è delle migliori..."

Girandoti, resti un’attimo stupita quando vedi che ha parlare è stato un gatto.

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“Signorina, cade così alle mie zampe?” Parla il micio trattenendo a stendo una risata.

“Amo l’effetto che faccio la prima volta.” Sorrisone felino, mentre si rivolte a Richard.

“Allora cavaliere qual è il motivo della tua chiamata?”.

Spoiler:  
Ieri un fulmine ha fatto saltare non so bene cosa... a casa sono isolato secondo telecom almeno fino al fine settimana...
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