Riprendo a guardarmi intorno per vedere se c'è qualche movimento sospetto mentre procediamo.

No di movimenti non ne vedi, ne sospetti ne di alcun genere, però mentre ti volti per guardare di nuovo nella direzione di Richard, lo vedi puntarsi la lama verso il bicipide e poi con un rapido movimentomano procurarsi una ferita.

Sgrano gli occhi un momento ma non dico nulla. Poi torno a guardare dritto davanti.

Se avessi dovuto sapere qualcosa mi avrebbero avvertito penso.

Senti un tonfo sulla sella alle tue spalle, il cavallo reagisce solo frustando con la coda, mentre fai per girarti per vedere cosa lo avrebbe procurato, un forte dolore ti coglie vicino la colonna vertebrale, lanci spontaneamente un urlo, al quale nessuno si gira o fa seguito, ma stranamente ti senti più leggera, ora la mente è più lucida ed l’apatia ti ha abbandonato.

Voltandoti trovi Jogo pulirsi gli artigli da alcune goccioline di sangue che deduci essere tue.

Lo guardo con sguardo interrogativo in attesa di risposte.

"Ora ti dovresti sentire meglio vero?" Finisce di pulirsi gli artigli "Questa sensazione di apatia non è naturale e non mi è venuto altro in mente se non farla passare con il dolore improvviso…"

Richard sembra aver ripreso il controllo di se come alle sue spalle Sem.

"... grazie" rispondo un po' imbarazzata. Dopodiché riprendo a guardarmi intorno, e più verso il castello, per vedere se qualcuno ci sta osservando, o qualcosa spicca sulla costruzione.

"Di nulla." finisce la frase con uno schiocco di lingua.

Le persone del castello che riesci ad individuare sono nello stesso stato del resto del vostro gruppo, il movimento se c'é è al rallentatore e molto controvoglia. Anche se cerchi non riesci a notare nessuno che non sia sotto lo strano effetto.

"Ma...ora che siamo arrivati?" chiedo mezza girata a Jogo "Che si fa?"

"Per prima cosa capire cosa sta succedendo, tutto questo non è normale..." dice mentre con il muso indica le persone intorno a voi "Poi bisognerà trovare indizi sulla precisa ubicazione del ponte, negli anni e qui si parla di secoli tendono a cambiare."

"Ma...possiamo andarcene in giro a cercare senza il signore di questo castello dica niente? Dovrei conoscerlo? Ha a che fare con la storia dei ponti?"

"Di sicuro sarebbe preferibile presentarci, ma se anche lui fosse in quello stato sarebbe impossibile." dice indicando le guardie e i tuoi compagni di viaggio assorti in un mondo tutto loro.

"Comuqnue non credo che il signore conosca i ponti, ma nelle sue biblioteche ne potrebbe essere restata traccia."

Mi guardo nuovamente intorno alla ricerca di qualcuno che non sia in stato apatico, nell'attesa di scendere da cavallo per presentarci al signore.

Con lo sguardo non trovi nessuno che sia normale intorno a voi.

Vi trovate nella piazza del maniero centrale, dove davanti a voi sorge il maschio, le porte sono aperte ed anche dentro le poche persone che riesci a vedere sembrano avvolte dalla stessa apatia.

Mi giro nuovamente verso Richard, cercando di capire come comportarmi.

Richard si sta pulendo il rivolo di sangue con parte del suo mantello

Appena finito, notando il tuo sguardo, "Direi di scendere da cavallo ed andare ad indagare, stando qui fuori non possiamo sapere se tutto il maniero è nella stessa situazione."

Faccio un cenno di assenso e scendo inquieta dal cavallo. Controllo di avere tutto e soprattuo il pugnale mentre aspetto che mi raggiungano Richard e Sem.

Con attenzione scendete tutti da cavallo e raggruppati iniziate a dirigervi verso le scale che portano al maschio del fortino.

Arrivati in cima alle scale vi trovate innanzi al grande portone, il quale è aperto e questo vi permette di vedere all’interno.

L’arredamento interno è molto elaborato ed eccentrico, completamente l’opposto di quello che pensavate di trovare in una terra di frontiera, nel salone vi sono caldi arazzi con scene marittime, espositori con animali vivi, che risultano sconosciuti ai tuoi occhi, e per finire un’enorme lampadario al centro del salone, al momento è acceso con quello che pensi essere un’ottantina di candele.

Questo è quello che vedete dalla porta, prima di entrare. Così una volta entrati distratti da tutto quello che vedete, non vi accorgete almeno fino a quando non parla, di una presenza al piano di sopra del salone.

“Perché voi non siete stanchi?”

Dirigo lo sguardo verso la figura che ha parlato.

La domanda è: perché gli altri lo sono? penso nel frattempo.

Riesci a vedere bene la figura che ha parlato, ma non capisci bene se è un bambino troppo cresciuto o un adulto rimasto bambino.

Il viso risulta paffuto ma con un innaturale espressione di rammarico, lo vedi leggermente ricurvo su se stesso, infatti spostandosi leggermente salta alla tua attenzione una gobba, il ragazzo è uno storpio.

I suoi abiti sono su misura anche se si direbbe che non incontrino il sapone da molti giorni.

Nei suoi occhi leggi paura.