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IV REICH: il gioco delle news!


Curte

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Principali partecipanti

Ma non ho una rete sociale alle spalle? del tipo: lascio le mie foto ad un quaquaraqua mio amico ...

No. Questa sarà un caratteristica permeante dell'ambientazione di IV Reich... chiunque può essere una spia, chiunque può denunciarti perchè ricattato a sua volta o perchè ritiene di averne un vantaggio... ogni persona può essere un traditore del Reich... ogni persona può essere un bastardi infiltrato col partito, la gestapo, le ss, la chiesa teutonica... è bene che ognuno tenga per sè i propri segreti.... e spesso anche le proprie opinioni. Questa è la paranoia che farà da filo conduttore per tutta l'ambientazione Tedesca.

:bye:

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Ti svegli improvvisamente... non sei nel tuo letto!

Apri gli occhi e sei sdraiato sul freddo pavimento di un laboratorio. Il cadavere del tuo collega ricercatore è gettato a terra al tuo fianco... l'esperimento è fuggito, ha ucciso... e il cadavere che hai davanti può risvegliarsi da un momento all'altro.

Resti immobile, trattieni il respiro, perché nelle ombre e nei riflessi delle lenti del tuo collega vedi la sagoma della creatura che, barcollando, si allontana. Un essere imperfetto, figlio di una medicina ancora sperimentale, ma già così pericoloso. Sudi e tremi, mentre ti senti schiacciato tra due possibilità di morire: da un lato il corpo del Morto che inizia a tremare, il Risveglio sta iniziando, dall'altro i passi strascicati della creatura che si allontanano nel corridoio alle tue spalle. Devi scegliere bene i tempi. Fuggire prima del Risveglio, ma non quando la creatura sia ancora troppo vicina per poterti cacciare. Aspettare. Aspettare. Chiudi gli occhi. Pensi alla tua casa, che ora sembra così dannatamente lontana. Il corpo morto a pochi centimetri da te sussulta e la sua testa batte freneticamente sul pavimento, mentre dalla sua bocca esce un gorgoglio accompagnato da sangue e una densa bava bianca. Le tue gambe fanno quello che la tua mente non ha il coraggio di decidere. FUGGI! Esci nel corridoio e svolti a sinistra, dal loro opposto verso cui è andata la creatura. Il lato opposto a dove senti venire il suono di urla e spari.

Ci sono delle rampe di scale... potresti salire in superficie... ma non sai neppure dove ti trovi, sei stato portato qui bendato per salvaguardare la segretezza del sito... potresti anche essere in una Zona Rossa... me**a. Oppure potresti scendere più in profondità. Laggiù dove non ti è consentito andare. ma dove forse troverai degli alleati.

Guardi le scale e decidi che l’unica cosa da fare è scendere, chiedere aiuto… fuori potresti trovare solamente una morte orribile tra le braccia dei Morti.

Lentamente inizia a scendere le scale di ferro, il rumore dei tuoi passi rimbomba nel silenzio e nell’oscurità. Il rumore di grida e spari uditi solo pochi secondi prima sembra appartenere a un altro mondo. L’oscurità diventa totale mentre le scale non accennano a finire. Dove stai andando? Non lo sai, sai che quaggiù non è permesso scendere… ma una punizione sarà sempre meglio della violenza della creatura fuggita dal laboratorio o, peggio, di quel che potrebbe esserci là fuori.

Scendi ancora, aggrappandoti al corrimano come ad un’ancora di salvezza mentre il buio totale confonde i tuoi sensi, poi finalmente la tua scarpa poggia su un pavimento di pietra.

Lentamente la tua vista si è abituata all’oscurità e ora percepisci una leggera luminosità in alto, distante molti metri da te. Attorno non vedi altro.

Cammini a piccoli passi, cercando un muro laterale per poterti muovere a tastoni, ma non lo trovi.

Senti un rumore di catene mente la luce in lontananza diventa più forte e disegna la sagoma di una finestra, chiusa da sbarre, oltre la quale una pallida luna fa capolino.

Dove ti trovi? Perché sei sceso?

Questi non sono laboratori, quaggiù non c’è… nulla…

Poi il suono di catene diventa il rombo di una cascata che ti travolge e il tuo corpo viene dilaniato con una ferocia inumana.

Il dolore e la paura invadono la tua mente e per un ultimo secondo vedi l’essere che ti sovrasta e che fa scempio delle tue carni. E ogni tuo ricordo, subito prima della fine, urla all’unisono un solo nome: Garmr!

La tua vita sta per finire… ma d’un tratto non senti più dolore, e Garmr se ne va. Il tuo corpo è a pezzi, sei poco più di una testa attaccata ai resti di un tronco con le viscere sparse sul freddo pavimento di pietra … ma puoi ancora gridare aiuto!

-Aiutooooo, aiuuutoooo, sono qua!- urli con il poco fiato che hai in corpo

-Aiutatemi, vi prego…- balbetti mentre piangi, tentando di trascinarti con i moncherini delle braccia sbranate dalla belva… -vi prego… vi prego…-

Ma l’unica cosa che vedi uscire dalle ombre è un essere che sembra partorito da un incubo, un intrico di braccia e lame che si dirige verso di te con la velocità e la precisione di un ragno.

L’ultima cosa che vedi sono delle baionette che tagliano tranci del tuo corpo e li portano alla sua bocca inumana….

Nessuna pietà.

Nessuna tregua.

Solo cieca ferocia.

Ti svegli in un lago di sudore.

Sei nel tuo letto, con i postumi di una bella sbronza. Sul lenzuolo c’è una distesa di foto… sei un reporter, sì… ora ricordi… il progetto Messia, i mostri genetici… ieri avevi incontrato quel fotografo… come si chiamava? Che foto ti aveva mostrato? La cerchi tra le lenzuola inzuppate di sudore e paura mentre nella mente hai ancora le immagini terribili della tua morte.

Poi la trovi e il tuo fiato muore per un attimo nei recessi della tua gola.

Ci sono dei dottori che osservano un essere rinchiuso in una specie di cella, guardi ancora la foto… possibile che sia proprio lui? Che sia davvero il Messia Führer? Che LUI sia ancora … vivo? Morto? cosa? O si tratta di un sosia? O è una marionetta creata in laboratorio? O cosa?

I tuoi occhi guardano attentamene, senza sapere cosa stanno guardando.

Poi, un tuffo al cuore.

Un rumore sordo nella stanza accanto.

Qualcuno ha urtato una sedia.

Un’asse cigola come sotto il peso di un corpo.

Un ladro?

O qualcuno del partito sa che hai queste foto?

Scendi dal letto facendo meno rumore possibile. Ti muovi lentamente, ti sembra di metterci una vita. I rumori di la sono cessati, ma questo vuol dire soltanto che chi si trova in casa tua adesso sta facendo molta più attenzione.

Afferri la Luger che hai sul comodino e apri la porta di scatto, puntando l’arma davanti a te.

E la vedi…

…è Kora, in piedi in fondo alla stanza, fuma come se niente potesse turbarla, neppure un uomo mezzo nudo, armato di pistola, svegliato di soprassalto in casa propria.

-Sanno che le hai tu.- ti dice.

-Cosa?-

-Le foto.-

-E tu che ne sai?-

-Ti ho lasciato un indirizzo, sul tavolo.-

-Che ci fai qui? Rispondi!-

-Vacci, se ci tieni a vivere- parla come se quello che dici non avesse nessun peso.

-Kora… spiegami, oppure ti sparo.-

Ride e si avvicina alla porta.

-Kora…-

La sua mano si ferma sulla maniglia. La tua trema, stretta sul manico duro della tua luger.

Poi entrambe si abbassano, l’arma cade e la porta si apre.

E lei se ne va. Così com’è apparsa, così come fa sempre.

Sul tavolo un foglietto scritto in bella grafia, con sopra scritto un indirizzo.

Lo afferri e lo infili nella tasca dei pantaloni, prendi tutte le foto, ti vesti, ed esci, diretto al luogo indicato nel foglietto. E lo fai velocemente!

Esci in strada, Kora è scomparsa, mescolata tra la gente che si affretta, camminando a passo lesto e a testa bassa. Guardi ancora l’indirizzo, è una villa della periferia, roba da ricconi…

Che merda… proprio davanti a te ci sono due agenti della Gestapo che giocherellano nervosamente con i loro manganelli. Il sangue ti si gela nelle vene, mentre ti avvicini a loro come se nulla fosse, come se non avessi con te quelle foto. Senti la fronte farsi di ghiaccio mentre non puoi impedire a piccole perle di sudore di affacciarsi su di essa.

La tua mente cerca preghiere antiche, rivolte a un Dio dichiarato, anch’egli, fuorilegge.

Ma i tuoi pensieri vengono interrotti da grida.

Un tafferuglio nel giardino privato di un’abitazione sta calamitando l’attenzione di tutti. Ne approfitti per allontanarti, dai solo uno sguardo. Non sembra un Morto… non lo è… c’è un uomo in piedi che picchia e morde dei ragazzi… la follia, ormai, serpeggia per le strade.

nemesi.jpg

By Alberto Bontempi

Arrivi a un bivio… puoi passare dal centro, ma rischi di trovare altri controlli… oppure entrare i questo vicolo cieco e scavalcare il muro, qua è facile, non ti vedranno. Potresti arrivare alla tua méta passando dalle macerie dei quartieri abbandonati… zona rossa...

A) Meglio la Gestapo, magari riesci a cavartela a parole.

B) Meglio i Morti, sono lenti, e poi non è detto che ce ne siano.

________________ESTRATTO DA IV REICH -6-_________________

…d’un tratto, stando a quello che raccontano i sopravvissuti, l’uomo ha afferrato la bambina per la nuca, l’ha sollevata da terra e l’ha scagliata oltre la cancellata di un giardino privato. Prima che gli increduli passanti potessero intervenire l’uomo ha scavalcato il cancello, ha raggiunto la piccola Gretel e l’ha sbattuta violentemente contro il tronco di un albero, fracassandole il cranio. Mentre alcuni cittadini chiamavano aiuto, un gruppo di ragazzi dal cuore di leone e dallo spirito ariano accorrevano in aiuto della bambina. L’uomo ha quindi raccolto un bastone da terra e ha colpito uno dei soccorritori, ferendolo a un braccio e alla testa, e ha poi aggredito a morsi e pugni gli altri due giovani che tentavano di bloccarlo a terra…

_____________________________________________________

Stavolta A ha vinto per 42 voti a 7… e Asterion Press si aggiudica il premio per essere il sito maggiormente attivo….

Votate gente, votate!

Appuntamento a sabato prossimo con una nuova trance del gioco più sinerequiato dell'estate.

Aloa

Curte

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