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Oggi stavo spolverando la mia libreria e mi sono ritrovato in mano i vecchi manuali di AD&D Seconda Edizione. Da buon nostalgico che sono, inutile dire che mi son messo a rileggerli e mi sono reso conto di una cosa: seppure il regolamento della terza edizione (e 3.5) sia indiscutibilmente più studiato da un punto di vista strutturale, trovo che i manuali delle vecchie edizioni siano di qualità altissima da un punto di vista dei contenuti e dell'utilità, molto più di quelli nuovi. In particolare sto trovando molto istruttivo il manuale del master, che spiega esattamente come un vero DM dovrebbe agire per rendere l'avventura interessante, coerente e completa, e dà anche consigli su come non perdere tempo là dove non strettamente necessario.

Voi cosa ne pensate? Siete d'accordo con la mia teoria?


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Il manuale del DM di AD&D? Vuoi dire quello all'insegna del "nerfa i tuoi PG, non permettere loro nulla di extra che non sia debilitante e dì sempre di no"?

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io ho letto il manuale del DM della prima edizione...una bibbia di semplicità, funzionalità e precisione..certo non era il massimo ma per incominciare ad avere le idee chiare, quello è perfetto.

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No, quello è il D&D basico, poi è venuto Advanced Dungeons & Dragons Prima Edizione (mai tradotto in italiano) e poi AD&D Seconda Edizione tradotta in italiano dalla RIPA s.a.s. di Milano. Io parlo appunto di AD&D Seconda Edizione.

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Sì però non è corretto parlare di "aggiunta di alcune cose strane", essendo stata la primissima edizione di D&D... comunque sì, quell'edizione era ancora parecchio "cruda", anche se pur sempre valida per un buon gioco.

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mi sono divertito qualche volta con quell' edizione, ma la cosa che mi pareva strana è che le progressioni andavano fino al livello 5 e ti parlavano di livelli superiori, così ci ho capito molto poco (mi pare che non esistessero altri manuali oltre a quello della scatola)

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No, quello è il D&D basico, poi è venuto Advanced Dungeons & Dragons Prima Edizione (mai tradotto in italiano) e poi AD&D Seconda Edizione tradotta in italiano dalla RIPA s.a.s. di Milano. Io parlo appunto di AD&D Seconda Edizione.

In breve, prima c'era quello che oggi è chiamato original D&D OD&D, poi AD&D 1°ed, poi in parallelo è nata basic D&D che doveva servire come introduzione all'advanced e si è sviluppato su più edizioni mentre AD&D evolveva in AD&D 2°ed. Poi hanno unificato tutto in D&D 3°ed

Comunque i manuali di AD&D e BD&D erano meglio dal punto di vista delle ambientazioni.

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mi sono divertito qualche volta con quell' edizione, ma la cosa che mi pareva strana è che le progressioni andavano fino al livello 5 e ti parlavano di livelli superiori, così ci ho capito molto poco (mi pare che non esistessero altri manuali oltre a quello della scatola)

il BD&D d icui parlo io andava fino al 3° (scatola rossa) e poi evolveva con altre scatole. Quello di cui parli tu, se ho ben capito, dovrebbe essere posteriore e andare fino al 5° (era una scatola nera). Non ricordo se era già uscita la rules cyclopedia o se dovevi comprare le scatole della precedente edizione per andare oltre con i livelli

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Lol massì che esistevano. Per i livelli superiori al 5 c'erano nell'ordine i set Expert, Companion, Master e l'Immortal. Costavano relativamente poco rispetto ai manuali di oggi (anche perché erano più piccoli) e ti portavano verso avventure via via più mature: col set Basic facevi solo avventure nei dungeon con background minimale, l'expert introduceva le avventure in città e nel mondo esterno, col companion potevi diventare possessore di terre e prendere parte a battaglie campali, il master era un supplemento per i livelli più alti, infine l'immortal aggiungeva la spiegazione sugli immortali (divinità) e su come diventarlo.

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Oggi stavo spolverando la mia libreria e mi sono ritrovato in mano i vecchi manuali di AD&D Seconda Edizione. Da buon nostalgico che sono, inutile dire che mi son messo a rileggerli e mi sono reso conto di una cosa: seppure il regolamento della terza edizione (e 3.5) sia indiscutibilmente più studiato da un punto di vista strutturale, trovo che i manuali delle vecchie edizioni siano di qualità altissima da un punto di vista dei contenuti e dell'utilità, molto più di quelli nuovi. In particolare sto trovando molto istruttivo il manuale del master, che spiega esattamente come un vero DM dovrebbe agire per rendere l'avventura interessante, coerente e completa, e dà anche consigli su come non perdere tempo là dove non strettamente necessario.

Voi cosa ne pensate? Siete d'accordo con la mia teoria?

Uhm: non del tutto, perché penso dipenda dai manuali. Posto che non ho letto moltissimi manuali di AD&D, io credo che parecchio materiale delle edizioni vecchie sia semplicemente stato riutilizzato nelle nuove.

Per esempio, molti parlano bene della Guida del DM 4.0, che cerca di "categorizzare" i giocatori e insegna come far divertire ogni tipologia di persona che ti trovi di fronte; ha parecchi spunti sulla struttura delle avventure, sulla condotta al tavolo e molte idee carine. Però il manuale (regolistica a parte) è di fatto un copia/incolla della Dungeon Master's Guide II 3.5, che in pochi hanno letto perché non è mai stata tradotta in italiano (un manuale superbo, secondo me).

A questo punto, da quello che scrivi, la DMG II 3.5 potrebbe essere a sua volta una "riproposizione" di contenuti già pubblicati in Advanced :-D

Poi dipende anche dallo scopo: manuali come Complete Arcane hanno moltissime regole e poco fluff; manuali come Dragonmarked (interamente centrato sulle casate dell'aristocrazia commerciale di Eberron) sono l'esatto opposto (4 talenti in croce e solo background, spunti per avventure, storia dei PNG, ecc.).

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io avevo scatola rossa. Fino al terzo livello.

Spettacolare. Ogni tanto lo rileggo come monito per il futuro. Per quanto fosse così anni 80, aveva il suo perchè. Regole poche, funzionali e spiegati in maniera che tutti potessero capire.

Non c'era quell'aria da tanto qualcosa già la sai. Ti spiegava bene tutto. Se venivi da Marte o da Riccione capivi ugualmente.

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Uhm: non del tutto, perché penso dipenda dai manuali. Posto che non ho letto moltissimi manuali di AD&D, io credo che parecchio materiale delle edizioni vecchie sia semplicemente stato riutilizzato nelle nuove.

Per esempio, molti parlano bene della Guida del DM 4.0, che cerca di "categorizzare" i giocatori e insegna come far divertire ogni tipologia di persona che ti trovi di fronte; ha parecchi spunti sulla struttura delle avventure, sulla condotta al tavolo e molte idee carine. Però il manuale (regolistica a parte) è di fatto un copia/incolla della Dungeon Master's Guide II 3.5, che in pochi hanno letto perché non è mai stata tradotta in italiano (un manuale superbo, secondo me).

A questo punto, da quello che scrivi, la DMG II 3.5 potrebbe essere a sua volta una "riproposizione" di contenuti già pubblicati in Advanced :-D

Poi dipende anche dallo scopo: manuali come Complete Arcane hanno moltissime regole e poco fluff; manuali come Dragonmarked (interamente centrato sulle casate dell'aristocrazia commerciale di Eberron) sono l'esatto opposto (4 talenti in croce e solo background, spunti per avventure, storia dei PNG, ecc.).

Come non quotare! :-)

A suo tempo lessi con molto piacere la GdDM II. Credo che qualunque DM alle prime armi dovrebbe leggerlo (e magari anche qualcuno più esperto ^_^'), perché per quanti banali possano sembrare alcune affermazioni, è proprio sui dettagli "stupidi" che spesso si cade, per disattenzione o semplicemente per inesperienza.

Il manuale della 4a è in effetti molto simile, ancora più schematico da un certo punto di vista, ma molto apprezzabile per l'impostazione dei contenuti.

Tra parentesi, parte dei consigli del manuale sono stati riportati anche nella prima avventura pubblicata, con molta attenzione alla gestione dell'avventura stessa anche dal punto di vista ruolistico e non solo regolistico.

Per contro posso dire che l'unica volta che ho provato a mettere mano a dei manuali AD&D volevo morire per la complessità regolistica! :lol:

Parlando di qualità dei manuali, infine, credo che esistano manuali della 3a edizione veramente pregevoli (come i manuali ambientali).

Ci sono tantissimi manuali prettamente descrittivi oppure con varianti molto interessanti (es. Weapons of legacy) che vengono regolarmente bistrattati in favore di quelli principalmente regolistici (e che non ci si lamenti sulle scelte editoriali, mi viene da dire a questo punto ;-)).

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