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[La scoperta di Arcadia] I primi passi


Mokuren

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"Qui ci sono i draghi".

E' quello che solitamente si scrive nelle mappe per indicare le zone inesplorate perché troppo pericolose, oppure per pigrizia, quando non interessa a nessuno sapere cosa c'è.

Arcadia era un enorme continente dove ogni cartografo si è sbizzarrito a fare delle supposizioni in base a ciò che si poteva discernere con i più avanzati telescopi e forme di divinazione magica.

Il che è, non sorprendentemente, molto poco, e spesso gli abbozzi di mappa erano molto diversi tra loro.

La situazione però è in procinto di cambiare molto presto. La prima ondata di coloni è recentemente arrivata ad Arcadia. Artigiani, esploratori, cartografi e persone con ogni genere di capacità stanno terminando di allestire il campo base, nonché avamposto, nonché paese.

Una situazione ancora bizzarra e in via di stabilizzazione, anche un po' tesa vista la consapevolezza di essere in un continente sconosciuto, lontani dalle proprie terre d'origine, che pesa sulle teste di tutti i presenti. Non ci saranno aiuti o rinforzi: bisogna cavarsela da soli.

La spedizione presenta membri di diverse razze e culture. Nei primi momenti, il campo è ancora grosso modo diviso: le persone tendono a preferire la compagnia di chi gli è più familiare in una situazione del genere, ma tutti prestano assoluta attenzione alle direttive dei capi spedizione, un altro gruppo notevolmente eterogeneo, a cui i coloni guardano con alte aspettative, tentando di dedurre le loro prossime intenzioni.

Il campo si trova in uno spiazzo pianeggiante ai piedi di colline verdi con l'erba alta. Verso est, una lingua di foresta tropicale divide l'entroterra dalla spiaggia di sabbia bianca e acqua limpida, ricca di crostacei dal guscio rosso acceso.

A nord e sud le pianure continuano a perdita d'occhio, intervallate da occasionali alberi e colline. A ovest, una fitta foresta copre il terreno mentre sale verso l'alto, il che è piuttosto prevedibile considerate le alte montagne che si possono osservare dal campo a occhio nudo, una catena che per quanto appaia ardua non dovrebbe essere invalicabile, nè tanto estesa da formare una barriera per ulteriori esplorazioni.

Di giorno il posto è tranquillo, la selvaggina sembra simile a quella di normali zone temperate, solo alcuni uccelli e l'occasionale richiamo di misteriosi animali hanno fornito uno spettacolo mai visto prima. La notte, l'ambiente rimane vivace e la foresta si accende di un flebile colore verdastro per via di alcuni insetti luminosi. Talvolta l'aria è squarciata dall'ululato di lupi, o forse altri sconosciuti predatori. Nessuno si è mai allontanato dopo il calare della sera, finora.

E' una mattina come un'altra, e sono passati cinque giorni dall'arrivo della spedizione. Le case, i laboratori e le varie strutture sono ormai terminate e i coloni stanno ora iniziando qualche lavoro di abbellimento e decorazione. Il momento dei preparativi è terminato, è giunta l'ora di passare all'azione.

Spoiler:  
Benvenuti e grazie a tutti i giocatori di essere arrivati fin qui

Siete liberi di muovervi come volete da questo momento in poi, potete decidere i dettagli del campo base come meglio vi aggrada, decidere di quanti membri è composta la spedizione, con chi siete arrivati e come. Insomma, le stesse cose che ho detto nel topic di reclutamento.

Al momento non c'è una mappa della zona circostante perché, ovviamente, nessuno l'ha mai fatta prima di voi. Man mano che esplorerete la zona inizierete a capire meglio dove siete e com'è fatto il territorio intorno a voi.

Non c'è una piantina dell'accampamento, se volete potete farla voi e postarla qui.

Potete inventarvi coloni a caso per fare colore, se vi serve, ma ricordate che i PG siete voi e siete le persone più abili e competenti di tutta la spedizione, quindi non contate di trovare qualcuno che possa essere utile accompagnandovi nell'esplorazione, se non come portaborse o carne da macello.

Detto questo, vi lascio andare. Buon divertimento


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"Sveglia, poltrone!!"

Kalhi è un bravo ragazzo, l'ho conosciuto durante il viaggio per Arcadia, non che sia capace a fare qualche cosa, non sa neanche cosa sia una spada e il suo unico interesse per questo viaggio è trovare erbe medicinali rare da riportare al suo popolo del sud, ma devo ammettere che è un ottimo cuoco, oltre ad essere una persona molto simpatica nonchè curiosa; è strano, non ho mai conosciuto persone con la pella così scura.

Abbiamo deciso di condividere la tenda perchè è l'unica persona che ho conoscuto in viaggio, con gli altri non ho scambiato più di due chiacchiere.

Questa mattina ho deciso di far vedere a Kalhi qualche mossa carina con l'ascia, magari impara qualche cosa, e poi la ritengo un'ottima forma di allenamento.

Mentre aspetto che si alzi dal suo giaciglio prendola mia ascia, l'accarezzo per vedere se è affilata ed esco dalla tenda.

E una bellissima giornata di sole, è mattino presto e la temperatura è ancora fresca, rimango fermo per qualche istante a contemplare ciò che mi circonda, respiro l'aria di una nuova terra, l'aria di libertà totale, e i miei pensieri mi rimandano alla mia città, unica oasi di felicità in mezzo ad un deserto di ingiustizie; l'accampamento non è grande, siamo arrivati soltanto da cinque giorni e non siamo più di duecento, ma ho sentito che una nuova nave con un centinaio di altri coloni verrà presto, anche se non so quando.

Immerso in tutti questi felici pensieri, aspetto che Kalhi esca dalla tenda per esercitarmi di fronte a lui...

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Alima è, probabilmente, una delle persone che si è data più da fare nella costruzione dell'accampamento. Con ogni probabilità il fatto che non abbia bisogno di mangiare, bere o dormire ha aiutato.

Beh, non è del tutto vero: Come ogni Forgiato dalla seconda generazione in poi, le serve un ciclo di rigenerazione di 4 ore ogni 20 per ricaricare il suo motivatore eldritico, ma è comunque un bel vantaggio.

Ora, alla mattina del quinto giorno, non resta che fare l'ultima ispezione generale per essere sicuri di non aver dimenticato nulla. Di buona lena, Alina fa il suo giro del campo base, segnando tutto su una cartelletta nella sua tipica calligrafia squadrata.

"L'armeria è finita. Alla forgia mancano solo le ultime file di mattoni per il camino. Il terzo dormitorio... L'hanno costruito troppo attaccato alla forgia, ma vabbè." Scrollando le spalle, aggiunge un segno di spunta alla lista. "Il tempio è a posto." Quella del tempio era stata una questione un pò problematica. La gente della specizione viene da nazioni e culture diverse, ed abbraccia fedi diverse, ma costruire un luogo di culto per ciascuna di esse era uno spreco di risorse. Alla fine quindi si è deciso di fare la cosa più ragionevole, cioè creare un "tempio" generico e consacrarlo a tutte le divinità del continente. Cosa che lo ha reso probabilmente il tempio più affollato del pianeta.

Lasciando vagare per un attimo lo sguardo verso il cielo, le viene da pensare. Sapeva che le le sue divinità artificiali non ci avrebbero badato, ma chissà se gli altri dèi, quelli "naturali", si sentivano offesi.

Oh, beh, non è che abbiano molta scelta, comunque. Si dovranno accontentare.

Spuntato l'ultimo elemento della sua lista, la sala riunioni, il suo compito era finito. "Bene." Fa, fissando l'edificio.

Una larga e robusta struttura a due piani, tutta in legno, progettata per funzionare da archivio, quartier generale e centro burocratico ed amministrativo per le prime fasi della vita dlela nuova colonia.

Era tempo di iniziare ad usarlo.

Lasciando la sua cartelletta sul tavolo della stanza centrale, Alina inizia a cercare gli altri capi della spedizione. Bisognava decidere il da farsi.

Spoiler:  
Il prossimo a postare decida pure che Alina lo sia venuto a cercare per primo se vuole, fate voi :D
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Dalamar si alzò presto quella mattina, prima dell'alba.

Approfittando dell'oscurità uscì dal campo senza farsi vedere.

Niente di interessante per centinaia di metri.

Nessun segno di popolazione indigene.

Si accorse del sole ormai quasi allo zenit e tornò al campo.

Tornando alla propria tenda venne intercettato da Alima.

Si rivolse a lei con cortesia, mantenendo le distanze, un po' inquietato da quel bizzarro costrutto magico.

''Salve, Alima.

C'è qualcosa che desidera dirmi?''

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Lath durante i primi giorni non aveva passato molto tempo nella colonia in costruzione: dopo mesi di navigazione, il peggior periodo della sua vita, in mezzo al mare e senza nemmeno un lembo di terra in vista, voleva stare il più vicino alla natura possibile. Si era invece preoccupato dei campi che iniziavano ad essere delimitati e preparati ai bordi del villaggio, dirimendo le controversie che si presentavano sui confini, dannata fissa dei contadini di porre limiti alla Terra!

Ma alla mattina del quinto giorno ormai la maggior parte delle questioni iniziali era risolta ed era ora di incontrarsi con gli altri responsabili, quindi si dirige in città.

“Ti sei fatto vedere anche qui, finalmente!” Kirenti saluta Lath calorosamente.

Kirenti era il secondo ufficiale della nave sulla quale Lath aveva compiuto la traversata, e durante il tragitto i due avevano legato. Era una persona ciarliera e molto disponibile ed anche l’unico che si fosse interessato alle condizione dei Narteti, che a bordo erano quantomeno spaesati. Adesso che erano sulla terraferma cercava di rendersi utile come poteva, essendo le sue conoscenze principalmente marittime.

“Vieni devo assolutamente farti vedere cosa abbiamo tirato su” si offre Kirenti. Lath ingenuamente accetta e viene trascinato in un tour che prevede dettagliate informazioni su ogni singolo edifico, con dovizia di aneddoti. Durante il giro cerca di intravedere qualche responsabile della spedizione per scappare al fiume di informazioni che lo sta trascinando.

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"Ah, signor Dalamar." Il tono di Alima è la giusta mistura di amichevole e formale, come sempre finora. "Stavo giusto cercando lei. Beh, lei e le altre guide della spedizione."

Si guarda in giro, iniziando a camminare giù per la via, invitando con un gesto il Karil a seguirlo. "...Che immagino siano sparse in giro a prendersi cura delle ultime questioni più importanti nel campo base. Quindi il primo punto all'ordine del giorno sarà radunare tutti nella sala riunioni."

Passeggiando per il sentiero sterrato tra gli edifici di legno del campo, le cade l'occhio sulla forma inconfondibile di Lath, in procinto di, a quanto pare, esaminare una delle torri per arcieri installate nelle mura con molto poco interesse, dietro invito del primo ufficiale Kirenti.

"Signor Lath!" Lo chiama, sventolando una mano per attirarne l'attenzione. "Sto organizzando una riunione dei capi-spedizione per fare il punto della situazione e decidere il da farsi, ha un momento libero?"

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Lath si congeda da Kirenti, non senza un certo sollievo, rimandando indefinitamente la fine della visita. L'ufficiale continua comunque il giro delle mura: le riunioni dei capi-spedizione non lo riguardano.

Lath si avvicina alla Forgiata ed al Karil: "Buongiorno Alima, buongiorno Dalamar. Sicuro, sono disponibile per una riunione. Anzi, prima di incontrare Kirenti vi stavo per l'appunto per cercare."

È contento di aver incontrato i due: dopo i primi giorni e ripresosi dal viaggio, vuole ormai prendere le prime decisioni di una certa importanza.

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"Ottimo." è la risposta solare della forgiata. "Andiamo a recuperare il signor Wanderghoer. Ora che disponiamo di un solido campo base, è il momento di iniziare ad esplorare le terre circostanti sistematicamente. A questo proposito, signor Dalamar, corre voce che abbiate già condotto qualche ispezione nell'area circostante per conto vostro. Spero avrete qualcosa di interessante da raccontarci alla riunione."

E' chiaro che le piace fare quello che fa, tutta sorridente ed impettita. Non arrogante, probabilmente solo orgogliosa di essere lì. Ormai la gente dell'accampamento si era completamente abituata alla presenza sua e degli altri Forgiati provenienti da Eikar, anche se all'inizio l'idea di avere dietro una dozzina di quelle che fondamentalmente erano bambole di taglia umana animate con la magia e dotate addirittura di un'anima aveva inquietato i più superstiziosi.

(soprattutto il fatto che una di quelle bambole fosse sia una dei leader della spedizione che una sacerdotessa di un pantheon di dèi costruiti a tavolino dall'uomo. Anche se aveva mostrato di essere sia rispettosa che molto bene informata anche in merito alle religioni più "tradizionali".)

Fortunatamente, non erano più Forgiati della vecchia prima generazione, metallo e legno scoperti con i circuiti magici e i cristalli di risonanza bene in vista che spuntano dal corpo, nè le bambole inquietanti dagli occhi fissi della seconda: da lontano erano difficili da distinguere dagli esseri umani, e solo da vicino la mancanza di orecchie, sostituite da due "cuffie" metalliche dall'aria complessa e piene di pulsanti e piccoli schermi, la pelle perfettamente liscia e lucida (salvo vicino alle giunture principali) e gli occhi di vetro colorato con iride meccanica li tradivano.

I loro comportamenti e movimenti sembrano perfettamente naturali, come la loro personalità. In questo caso, Alima trotterella davanti al gruppo, fondamentalmente trascinandolo, chiaramente ansiosa di trovare Wanderghoere mettersi subito al lavoro.

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P.S. Ho fatto una mappa. (un quarto d'ora con il vecchio Dungeon Crafter :D)

Se volete aggiungere qualche informazione o cambiare qualcosa, chiedete nel topic di servizio e provvederò :D

nntvg8.jpg

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"Hai visto Kalhi?"

Rimango ancora in posa e guardo il mio curioso amico per vedere se ha capito qualcosa dell'ultima mossa che ho fatto davanti ai suoi occhi.

Kalhi mi sembra perplesso ma c'era da immaginarlo, è proprio negato per queste cose ma almeno è stata un ottima scusa per fare un po' di allenamento e per non tenere le mie mani troppo lontane dalla mia ascia.

"Ehi chi si vede!"

Mentre guardo i membri della spedizione che si dirigono verso di noi, guidati dalla forgiata Alima, gli vado incontro

"Posso forse esservi utile?"

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La Forgiata annuisce due volte, vigorosamente, come per confermare.

"Sì, sì. Forza, sala riunioni! L'abbiamo costruita apposta, no? Bisogna fare le cose per bene!"

In altre circostanze forse avrebbe spinto tutti in quella direzione, o forse ce li avrebbe trascinati. Ma per ora si limitava a spronare verbalmente, iniziando ad incamminarsi verso l'edificio in legno al centro (grosso modo) del campo.

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Senza proferire altre parole, annuisco e chiedo gentilmente ad Alima di condurci verso la sala delle riunioni, dopodichè mi congedo da Kalhi con un "ci vediamo dopo" e seguo la forgiata...

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La sala riunioni è a dirla tutta un edificio amministrativo, ben adatto al suo ruolo nonostante la piccola dimensione e l'arredamento spartano. Un grande tavolo rettangolare circondato da sedie (costruite sul posto, anche per il valore simbolico della cosa) dominano il centro della larga stanza, contornata da armadi e cassettiere che stanno già venendo usati come archivi per quel poco di burocrazia necessaria a supportare un accampamento così piccolo. Era chiaramente stato costruito con l'espansione in mente, e Alima non aveva fatto mistero di questo, seguendone e dirigendone la costruzione personalmente.

Orgogliosissima, apre un cassetto dell'archivio e ne tira fuori un grande rotolo di carta bianca, stendendolo sul tavolo.

E' una mappa, nuova di zecca e dall'aria di aver avuto a malapena il tempo di asciugarsi.

Non che ci sia molto da asciugare.

k0lgxx.jpg

"Questo è quello che abbiamo visto finora, messo su carta da Rachar."

Rachar, o come alcuni la chiamavano Rachel, era ben nota nell'accampamento. Oltre ad essere la cartografa più esperta e professionale, era anche, tipo, alta due metri. Nessuno aveva capito bene di che razza fosse: non umana, di sicuro.

"Ora: quale pensate dovrebbe essere la nostra prossima mossa?"

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"Se può essere utile il mio suggerimento, noi siamo arrivati dal mare e ci siamo accampati non lontani dalla spiaggia, ma non conosciamo ancora bene il territorio che ci divide da essa.

Propongo quindi di dare un'occhiata al bosco alle nostre spalle per vedere se non ci riserva brutte sorprese visto che è così vicino a noi; in seguito, farei un giro di perlustrazione intorno all'accampamento, in questo modo possiamo vedere se queste pianure sono adatte alla costruzione di una prima città, se vi scorre un fiume, se i terreni sono coltivabili e, perchè no, se vi sono altre forme di vita che non siano animali e selvaggina.

Solo dopo esserci assicurati di non essere sottoposti ad alcun pericolo e di conoscere quello che ci circonda, proporrei di inviare una spedizione per perlustrare l'entroterra.

Allora, che ne dite?"

Detto questo mi guardo intorno con calma, aspettando di sapere se gli altri acconsentono o hanno proposte migliori della mia.

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Lath, rifiutata gentilmente una sedia, legnoso com'era trovava scomodo piegarsi in quel modo, e, comunque, le proprozioni erano tutte sbagliate per un Nartet, esprime la sua opinione:

"Penso anch'io che al momento conoscere meglio l'area circostante alla colonia debba diventare la nostra priorità."

Con un dito indica eloquentemente i grandi spazi bianchi sulla mappa che circondano la colonia.

"Per l'inizio delle esplorazioni, le aree pianegganti forse sarebbero più agevoli, invece di partire dalla foresta, ma non voglio nascondervi il mio interesse per la rigogliosa ed esotica vegetazione che ci circonda, con i suoi alberi possenti che si protendono verso il sole ed il vitale sottobosco che prospera nella loro ombra."

Mentre parla, rapito, delle foreste è evidente a tutti che non vede l'ora di addentrarvisi, nonostante il chiarimento sulla maggiore opportunità dell'esplorazione delle pianure.

Si rivolge poi al Karil:

"Dalamar, forse le informazioni che avete trovato durante le vostre perlustrazioni ci possono aiutare a scegliere da dove partire nell'esplorazione?

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Dalamar si alzo in piedi e si rivolse a Lath.

''Purtroppo, temo che di non poter aggiungere nulla a ciò che già sappiamo.

Non ho trovato nulla di interessante.

Comunque sono dell'avviso che la cosa più importante da fare sia cercare popolazioni indigene.

Penso che la cosa più importante da fare adesso sia perlustrare la pianura''

Il Karil concluse il discorso e si sedette.

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Alima incrocia le braccia, annuendo pensierosamente.

"Esplorare la pianura ha l'aria di essere una buona idea per espandere la nostra conoscenza dell'area, ma non dimenticate che da qui, per quanto lontano riusciamo a vedere dalle torri del campo, non abbiamo nulla nel nostro campo visivo a parte colline e alberi, verso nord e sud. Quindi, se c'è qualcosa di interessante, è ben oltre la nostra portata visiva, o nascosto all'ombra di una collina."

Si mette ad indicare la zona circostante al campo con un largo gesto della mano, passando l'indice sulla carta in larghi cerchi. "Potrebbero esserci valli qui, più basse della cima delle colline che noi vediamo, e non ce ne renderemmo conto a meno di non incapparci in esplorazione."

Poi il dito passa sulla foresta. "Ma io sono del parere che come primissima cosa dovremmo, se non esplorare la foresta, quantomeno tagliare un sentiero verso il mare, e lì costruirvi un piccolo campo con un ormeggio ed almeno una barchetta. Non dovrebbe tenerci imepgnati più di qualche giorno, e ci permetterà di avere accesso all'unica via di trasporto rapida in una zona senza fiumi come questa: il mare. Da queste parti è tranquillo, quindi ci permetterebbe di, in futuro, esplorare la costa verso nord e sud, nonchè di ricevere le prossime navi, quando arriveranno." Già, nessuno ha idea di se e quando arriveranno i rinforzi, ma prima o poi succederà, e tutti ovviamente al campo sperano il prima possibile. "...Inoltre pare che ci sia gente curiosa riguardo alla commestibilità dei crostacei sulla spiaggia." Aggiunge, con una nota divertita.

"Il punto due è che esplorare con le nostre risorse non è molto efficente, come ha fatto notare Dalamar. Le distanze qui sono grandi, e percorrerle a piedi lungo e faticoso." Pausa ad effetto. "Dovremmo... trovare degli animali da soma e delle cavalcature."

Si sente un pò imbarazzata, questo è certo. Non ha molta dimestichezza con gli animali, che ormai erano in via di sparizione per le vie di Eikan, sostituiti da mezzi di trasporto meccanici e magici. Non sa se quelklo che ha detto è un'idiozia o sensato, ma effettivamente all'accampamento delle bestie docili e in grado di portare grossi carichi sarebbero utilizzime, e delle cavalcature sveltirebbero molto la velocità di movimento e quindi di esplorazione.

"...che ne pensate?"

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"Io sono completamente d'accordo sull'aprirci un sentiero, Alima, e mentre lo facciamo possiamo dare un'occhiata a ciò che ci circonda, chissà che magari il mio amico Kalhi non riece a trovare una di quelle erbe che tanto cerca.

In seguito, non dico di esplorare completamente la pianura, ma di inviare una spedizione per qualche miglio che ci possa permettere di vedere se c'è una zona più idonea per costruire un primo insediamento, magari con un fiume vicino e terreni coltivabili, ti ricordo che anche se abbiamo molte provviste d'acqua queste non possono durare in eterno.

Tuttavia, sono disposto a seguirvi qualunque sia la decisione che prendiate"

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"Se ritenete opportuno in primis addentrarci nella foresta, vi supporto volentieri. Una volta segnato un sentiero come avete proposto, dovrebbe risultare più agevole anche un'esplorazione più approfondita del resto della foresta.

Per quanto riguarda il bestiame, dovremmo ammansire qualche animale locale e forse sarebbe meglio aspettare l'arrivo di altri coloni, sperando che portino con loro di già addomesticati, sarebbe sicuramente meno impegnativo. Se decidessimo comunque di addomesticare degli animali, converrebbe iniziare da quelli che vivono nelle pianure, sperando di trovarne di simili a quelli che già conosciamo. Inoltre sarebbe più facile catturare del bestiame da lavoro che non degli animali rapidi come dei cavalli.

Comunque credo che questo problema possa tranquillamente essere rimandato a quando avremmo completato l'esplorazione delle aree circostanti, dato che per trovare degli animali dovremo vagare per i dintorni"

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Alima si rialza di nuovo in piedi, avvolgendo la (scarna) mappa in un rotolo e tenendolo in mano come una specie di bacchetta.

"Beh, allora la nostra prossima mossa sarà tagliare un sentiero fin là. Servirà un gruppo di... trenta tra braccianti e taglialegna per fare un passaggio, diciamo largo quattro-cinque metri e ripulire la strada. Dovremo trascinare i tronchi fino alla riva per costruire un molo, almeno un edificio da usare come magazzino, riparo e guardiola, e la barchetta, quindi dovremo anche portarci un paio dei marinai sbarcati dalla nave. Noialtri faremo da scorta."

Sbatte la mappa arrotolata sul tavolo come se fosse un martello un paio di volte, per poi sventolarla in giro, come a dire che cedeva la parola ad altri se avevano qualcosa da dire.

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