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Incoerenza gioco di ruolo-letteratura nei romanzi Forgotten Realms


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Seriamente: se un libro usa il brand di un ambientazione di D&D, e quindi, anche il brand D&D, è normale e logico aspettarsi sia un buon rispetto dell'ambientazione, dell'identità dei suoi eroi, e del sistema di gioco.

Le cose sono connesse, in modo molto forte. Infatti, l'ambientazione NON esiste senza il regolamento.

Uh? Non ti seguo. Cosa vuol dire che l'ambientazione non esiste senza regolamento?

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Principali partecipanti

Ovvio che i personaggi si trovano a fare cose che regolisticamente non tornerebbero, ma sono, diciamo così, variazioni sul tema, non elementi completamente avulsi da quello che è il sistema. Per quanto si parli di un ambito legato al fantastico, penso che credibilità e verosimiglianza non debbano mai venir meno.

Quoto: questo e' esattamente il punto che credevo risultasse chiaro dai miei interventi.

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Uh? Non ti seguo. Cosa vuol dire che l'ambientazione non esiste senza regolamento?

Sapevo che questo punto poteva essere frainteso.

Quello che voglio dire, è che ogni ambientazione è collegata alla sua edizione.

E quindi, per definizione, al regolamento di questa edizione.

Non sono scollegate.

Uno può benissimo giocare in 3.5 con l'ambientazione di Forgotten della 2ed, ma questo non è il punto. (non più che io potrei giocare in 2ed con un guerriero made in 3.5)

Il punto è che ogni edizione ha le sue ambientazioni.

E infatti non esiste un unica ambientazione di Forgotten. Esiste Faerun della 2ed, e della 3.5.

Per andare oltre: la maggior parte delle storie / libri scritti sono stati fatti in 2ed.

Nel periodo della 3.5, però, sono usciti altri libri, e sono certo che per chi ha occhi per leggere, c'erano chiari occhiolini verso il suo regolamento.

Com'era il caso in 2ed.

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[...]

Non trovate che i romanzi sarebbero di gran lunga piu' accattivanti per noi giocatori di ruolo se si attenessero di piu' al regolamento? E con questo non intendo dire che tutta la magia della fantasy debba ridursi al tiro di dado, ma perlomeno mantenere un certo equilibrio...

Io ho letto soltanto 'La Trilogia di Avatar' (quella dove compaiono Cyric, Mezzanotte e Kelemvor per intenderci); in realtà non sono un grande lettore di fantasy, men che meno di romanzi ispirati a D&D e Forgotten Realms.

Premettendo che a differenza di te ho trovato molte analogie col regolamento di AD&D Seconda Edizione in quei romanzi, e che all'epoca ho anche apprezzato la cosa (avevo 15 anni), non sono d'accordo con quanto sostieni.

D&D non è un gioco di narrazione; non ha alcunché di letterario, e se lo si 'spinge' in tal senso, i risultati saranno pessimi, perché le meccaniche di base semplicemente non sono fatte per ricreare la realtà; viceversa, credo che un romanzo che si spinga troppo nel tentativo di 'imitare' le meccaniche di un gioco di ruolo, sia semplicemente un pessimo romanzo e una pessima lettura.

Voglio dire: sappiamo tutti che 4 tagliagole di primo livello non torcerebbero un capello al nostro guerrierone di decimo livello (a meno che il master non sappia avvero il fatto suo)... e questo va bene nel gioco... ma perché devo sopportare una cosa simile in un romanzo?

Quei libri con molta probabilità verranno letti anche da chi non conosce D&D, gente che cerca un buon libro e basta: non c'è mica scritto sul retro "attenzione: devi possedere il manuale base di Dungeons & Dragons per sfogliare questo libro"...

Per me é sempre bene tener separato l'aspetto ludico da quello letterario.

Spero di aver compreso il senso del topic e di non essere andato fuori bordo.

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Sapevo che questo punto poteva essere frainteso.

Motivo per cui prima di sparare ad alzo zero ho preferito chiedere cosa intendessi :)

Quello che voglio dire, è che ogni ambientazione è collegata alla sua edizione.

E quindi, per definizione, al regolamento di questa edizione.

Non sono scollegate.

Uno può benissimo giocare in 3.5 con l'ambientazione di Forgotten della 2ed, ma questo non è il punto. (non più che io potrei giocare in 2ed con un guerriero made in 3.5)

Il punto è che ogni edizione ha le sue ambientazioni.

E infatti non esiste un unica ambientazione di Forgotten. Esiste Faerun della 2ed, e della 3.5.

Per andare oltre: la maggior parte delle storie / libri scritti sono stati fatti in 2ed.

Nel periodo della 3.5, però, sono usciti altri libri, e sono certo che per chi ha occhi per leggere, c'erano chiari occhiolini verso il suo regolamento.

Com'era il caso in 2ed.

Hmmmm. Hai considerato anche il fatto che la cronologia e la storia dei forgotten, per esempio, avanzano con le edizioni? Advanced si fermava ad un certo punto (mi pare, non vorrei dire castronerie, al periodo dei disordini o poco dopo), mentre la 3ed prende le mosse da ben più avanti...

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Hmmmm. Hai considerato anche il fatto che la cronologia e la storia dei forgotten, per esempio, avanzano con le edizioni? Advanced si fermava ad un certo punto (mi pare, non vorrei dire castronerie, al periodo dei disordini o poco dopo), mentre la 3ed prende le mosse da ben più avanti...

Già, l'ho considerato.

Capisco quello che vuoi dire, e infatti non è tutto bianco o nero.

Ma in realtà, anche le edizioni tra di loro hanno una "storia".

Cioè, la 2ed e la 3.5 non sono "giochi diversi con lo stesso brand", ma proprio "lo stesso gioco con una cerniera nella storia", come per le ambientazioni.

E infatti, mentre per le ambientazioni non esiste un vero e proprio episodio che illustra tale cerniera nella storia, spesso per le edizioni esiste un avventura che lo illustra.

Nel caso tra la 2ed e la 3.5 (in realtà, 3.0, ma sono dettagli), l'avventura è Die, Vecna, Die!.

Sintesi: dopo quest'avventura, il mondo di D&D cambia, e diventa 3.0. / 3.5.

http://en.wikipedia.org/wiki/Die_Vecna_Die!

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Già, l'ho considerato.

Capisco quello che vuoi dire, e infatti non è tutto bianco o nero.

Ma in realtà, anche le edizioni tra di loro hanno una "storia".

Cioè, la 2ed e la 3.5 non sono "giochi diversi con lo stesso brand", ma proprio "lo stesso gioco con una cerniera nella storia", come per le ambientazioni.

E infatti, mentre per le ambientazioni non esiste un vero e proprio episodio che illustra tale cerniera nella storia, spesso per le edizioni esiste un avventura che lo illustra.

Nel caso tra la 2ed e la 3.5 (in realtà, 3.0, ma sono dettagli), l'avventura è Die, Vecna, Die!.

Sintesi: dopo quest'avventura, il mondo di D&D cambia, e diventa 3.0. / 3.5.

http://en.wikipedia.org/wiki/Die_Vecna_Die!

Il link è un vicolo cieco :-(.

Comunque la faccenda è interessante .

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Un libro è un libro e un gioco è un gioco. Non si può pretendere che il libro sia pari in tutto al regolamento, nè che il regolamento rispecchi le prodezze del libro.

Perché il regolamento deve essere bilanciato, mentre nel libro si dà spazio alla fantasia e all'inventiva dell'autore.

Io non vedo tutti questi problemi nel leggersi un romanzo dei Forgotten Realms. Cito tra tutti (in controtendenza) lo scontro con i goblin delle caverne nel Ciclo dell'Eredità di Drizzt, dove le cose si sono fatte serie (contro dei goblin!). Come diceva qualcuno, vanno letti con la giusta mentalità.

A me piacciono, certo non sono dei campioni di letteratura, ma sono godibili.

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