Tutti i contenuti pubblicati da Loki86
- Prec
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
- 6
- 7
- Successivo
-
Pagina 2 di 63
-
Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@Voignar Darius Whitesand - cappella Suor Margaret resta per un attimo immobile, le dita strette attorno al rosario come se stesse contando i grani per tenere a bada un pensiero. Lo sguardo, di solito gentile, ha un lampo di qualcosa che non è solo preoccupazione: quasi un’ombra di urgenza. «Darius…» la sua voce si abbassa, più bassa di prima, «non è il genere di curiosità che mi fa dormire tranquilla. Ma capisco che certe domande non si spengono con un semplice “lascia perdere”.» Inspira piano, gli occhi che cercano i tuoi senza tremare. «Se proprio senti il bisogno di parlarne ancora, passa da qui più tardi. Verso le quattro e mezza. Sempre qui, in cappella.» Ti fissa per un battito di cuore in silenzio, come a valutare se stai cogliendo davvero il sottinteso. Poi aggiunge, più ferma: «Non prendere impegni inutili, Darius. E… finché non ci vediamo, tieni per te queste storie. Non sono argomenti da condividere in giro.» La campanella dell’ultima ora vibra nell’aria, strappando la tensione. Suor Margaret fa un piccolo cenno verso la porta. «Ora vai, non voglio che tu arrivi in ritardo a lezione.» Il suo sguardo, quando ti accompagna mentre ti avvii verso l’uscita, resta carico di un avvertimento che non ha bisogno di altre parole. AULA DI TEATRO Una coppia dopo l’altra prendete posto al centro del palco e portate avanti i vostri esercizi di improvvisazione. La professoressa Vega vi ascolta con interesse, dandovi delle piccole correzioni o suggerimenti di tanto in tanto e applaudendo alla fine di ogni esibizione. @Voignar Darius Whitesand Quando la prof. Vega annuncia che tu e Sasha dovete stare in coppia, lei si stacca dalla parete con una lentezza quasi teatrale ma non sembra affatto entusiasta. Non ti dice nulla, ma la piega delle labbra e il modo in cui incrocia le braccia parlano chiaro: avrebbe preferito chiunque altro. Alla tua proposta di scena fa solo un cenno, un’alzata di spalle rapida. «Va bene…» sospira, poi ti lancia uno sguardo che sembra tagliare a metà la distanza fra voi. «Ma se provi a fare il viscido piacione, ti faccio vedere quanto sono brava a improvvisare la ragazza che sa difendersi dai molestatori.» Il tono è leggero, ma la frecciatina è affilata quanto basta e sai benissimo che Sasha sarebbe in grado di farlo davvero. Quando la prof vi chiama al centro della sala, Sasha si muove con sicurezza. Si appoggia a un muro immaginario, una gamba piegata, il busto rilassato come se stesse davvero aspettando un treno in una stazione a notte fonda. Un braccio lungo il fianco, l’altro solleva il polso per controllare l’ora invisibile. Poi alza lo sguardo verso di te, occhi scuri che brillano sotto le luci della sala. Ti osserva come si studia uno sconosciuto che compare in un posto vuoto: guardinga, pronta a scattare. Un mezzo sorriso, più di sfida che di cortesia, le incurva le labbra. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Harper alza un sopracciglio mentre ti osserva, la bocca piegata in un mezzo sorriso che dice tutto: ho capito benissimo a che gioco stai giocando, Scarlett. Quando entri così bene nel ruolo di “Emily” le sue dita si intrecciano dietro la schiena, il corpo che dondola appena, già pronta a ribattere. «Claire, eh?» risponde con un tono basso, velato di ironia. Poi alza la voce per farsi sentire da tutti. «Sai che mi hai fatto tornare in mente tante cose…» Harper accenna un altro ricordo, la voce che si fa più dolce, quasi ipnotica. «Tipo quella sera in cui ci siamo perse nel parco? Ti tremavano le mani mentre cercavi la strada… mi hai stretto così forte che per poco non restavamo incollate.» Fa un passo verso di te, in perfetta sintonia con la parte, ma senza distogliere lo sguardo. C’è una sfida silenziosa, un messaggio che corre tra voi come una corrente elettrica: vediamo chi vince questa recita. Tu rincari la dose. Sei abilissima nell’entrare nel personaggio di Emily… forse troppo. Con la coda dell’occhio la noti che vi osserva. La sua fronte leggermente corrugata, le labbra appena serrate: non sai se perché abbia capito la tua imitazione o se è solo sorpresa dal vostro scambio. Ma il dubbio ti viene… Harper, inoltre, si rivela un osso duro ed è molto brava a giocare a questo gioco. Le sue parole scorrono lente, misurate, ma negli occhi le brilla una furbizia divertita. «E quella volta che Patricia pensava di avere una chance con te. E noi due, a ridere sotto le coperte per mezz’ora buona. Poveretta.» La frecciatina è sottile ma chiarissima… La risata che segue è breve, ma il calore che lascia è tutto tranne che innocente. Harper, però, non si ferma. Avanza ancora, fino a che il vostro respiro si mescola. Gli occhi le si addolciscono, ma restano pieni di sfida, quasi un invito: la tua mossa, Scarlett. Ora siete a pochi centimetri, la scena perfetta di un incontro romantico… e sotto, la guerra silenziosa per Emily che continua a bruciare. Tiri di dado Tiro su freddo: 4+2=6 Tiro su caldo: 11-1=10 Visto che non sono tiri per attivare delle vere e proprie mosse, voglio interpretare i risultati in questo modo. Il tuo tiro caldo alto vuol dire che riesci a entrare nel personaggio romantico molto bene.. probabilmente stuzzicando in qualche modo anche le fantasie di Harper. L’insuccesso in freddo, però, fa sì che non riesci ad essere tanto tagliente quanto vorresti.. harper capisce il tuo piano e decide di stare al gioco. @Theraimbownerd Orion Kykero Alice sbuffa appena la professoressa pronuncia i vostri nomi, lo sguardo che scivola via da te come se volesse far finta che tu non esista. Si sistema i capelli variopinti dietro l’orecchio con un gesto quasi nervoso, poi prende posto accanto a te solo perché deve. Quando parte l’improvvisazione, resta in silenzio per un paio di secondi, le braccia incrociate sul petto. La torcia del tuo telefono le illumina il petto e lei strizza gli occhi, come se la luce le desse fastidio più del dovuto. «Hmm.. sono scettica…» mormora finalmente in risposta, con un mezzo sorriso che non arriva agli occhi. «Per certe cose… non ci vuole mai poco tempo, sai?» La voce è bassa ma netta, un filo di ironia che non ha nulla di giocoso. Un altro momento di silenzio, poi Alice sospira forte, lo sbuffo che rimbalza contro le pareti dell’ascensore immaginario. «Uff… proprio oggi che volevo starmene da sola… e invece eccomi qui, bloccata con…» lascia la frase sospesa, lo sguardo che si solleva verso di te, tagliente, «…uno sconosciuto.» La parola rimane sospesa nell’aria come una piccola scheggia, più affilata di qualsiasi battuta di copione, mentre lei si appoggia al muro opposto e distoglie di nuovo lo sguardo, come se l’ascensore non fosse l’unico spazio troppo stretto in cui si sente chiusa. @Ghal Maraz Nathan Clark Emily resta un attimo immobile, quasi pietrificata dalle tue parole taglienti. Gli occhi si allargano, la bocca si apre appena, ma non esce alcun suono. La torcia di scena… un piccolo faretto a pavimento che Clarissa Vega ha puntato verso di voi… le illumina il viso arrossato, mettendo in evidenza il tremito leggero delle dita che si stringono davanti a sé. «Io… io non…» balbetta finalmente, cercando di riprendersi. «Non volevo… cioè… non pensavo di…» la voce le si spezza e abbassa lo sguardo verso il pavimento, come se stesse davvero origliando qualcosa che non avrebbe dovuto sentire. «Scusa… io credevo che…» Si ferma di nuovo, visibilmente in difficoltà, il respiro più rapido. Incrocia con lo sguardo la professoressa, mandandole una percepibile richiesta di aiuto. La professoressa Vega si avvicina di qualche passo, sciarpa colorata che ondeggia mentre parla, il tono caldo ma deciso. «Va benissimo così, Nathan!» esclama, con un sorriso incoraggiante. «La tensione che hai creato è ottima. Ma ricorda: se il tuo compagno di scena è un po’ meno pronto, prova a modulare il ritmo. Lascia degli spazi, delle pause, così può respirare e reagire. L’improvvisazione è un dialogo, non un monologo.» Poi si gira verso Emily, posando una mano leggera sulla sua spalla. «Tranquilla, Emily, va benissimo. Prova semplicemente a reagire a quello che senti, non devi cercare la battuta perfetta. Anche il silenzio, se lo abiti bene, è potente.» Emily fa un cenno d’assenso, chiaramente a disagio. La professoressa alza infine lo sguardo verso il resto della classe e si illumina d’un’idea. «Anzi… Max!» chiama, puntando il dito verso il ragazzo. «Sei il vicino che ha sentito tutto dalla tromba delle scale. Entra in scena come se stessi origliando e decidessi di intervenire. Tu sai un segreto che loro non conoscono: sei il custode di un dettaglio che può cambiare tutto. Vai!» Max scatta in piedi quasi per riflesso, il quaderno che teneva sulle ginocchia cade a terra con un tonfo sordo. Si passa una mano tra i capelli, come per entrare subito nel personaggio, e avanza lentamente verso il “palco” improvvisato al centro dell’aula. La prof Vega, con un gesto teatrale della sciarpa, si fa da parte per lasciargli spazio. «Ecco il nostro vicino curioso…» mormora, occhi scintillanti. Max socchiude la porta immaginaria con un cigolio inventato, facendo finta di spingersi dentro un corridoio buio. «Ehi…» sussurra, piegandosi in avanti con un’ombra di complicità. «Vi sentivo da fuori. Le pareti… sono sottili..» Il suo tono è basso, quasi mellifluo, e fa rimbalzare le parole sulle pareti dell’aula come se davvero fosse l’eco di una tromba delle scale. Si ferma a un passo da te e da Emily, lo sguardo che scivola da uno all’altra con curiosità ostentata. «Non è lei..» dice, indicando Emily. «Non è lei che ha origliato la tua conversazione e reso pubblici i tuoi segreti!» Fa un mezzo sorriso, inclinando il capo. «E si dà il caso che io sappia chi è stato!» Aggiunge, mettendoci forse un po’ troppa enfasi. Emily alza di colpo lo sguardo verso di lui, sorpresa, quasi grata per quell’interruzione che le dà il tempo di respirare. Il suo volto resta teso, ma una scintilla di coraggio si accende negli occhi. «Oh.. si.. è come dice lui! Io.. io non so nemmeno di cosa tu stia parlando!» La prof Vega batte leggermente le mani, entusiasta: «Perfetto, Max, ottima entrata! Ora lasciatevi andare, giocatevela: tensione, sospetto, rivelazioni. Ricordate, non c’è giusto o sbagliato… solo il momento.» @SNESferatu Ana Rivero Tom McCarthey ti fissa con quegli occhi piccoli sotto il cappellino, braccia conserte come un muro. La barba grigia vibra appena quando ti scaglia il suo: «Alle macchinette, eh? Strano orario per uno snack… Non siete appena state in mensa?» Non perdi la calma. Eliza resta accanto a te, tesa un attimo, poi interviene con quel sorriso calcolato che tu conosci bene: «Sì, signore…Ma non c’era il dolce… e la prof di bio ci ha mollato un’interrogazione a sorpresa, ci serve zucchero per l’aula studio. Solo dieci minuti, promesso.» Tom tamburella le dita sul mazzo di chiavi alla cintura, sospettoso, ma alla fine si limita a un grugnito. «Va bene. Andate, ma non voglio vedervi girare per i corridoi. Capito?» Tu annuisci subito, ed Eliza incalza «Capito, bidello McCarthey.» Lui si sposta e vi lascia passare. Appena Tom sparisce dietro l’angolo, Eliza ti lancia un mezzo sorriso soddisfatto. «Missione uno: superata» ti sussurra. Arrivate davanti alla porta dell’ufficio del coach Moss: chiusa a chiave, naturalmente. Provi la maniglia, nulla. Eliza si acciglia per un istante, poi i suoi occhi si accendono come non l’hai mai vista: «Sa che ti dico? Tom ha tutte le chiavi attaccate alla cintura. Se lo distraiamo per qualche secondo, possiamo prenderle. Oppure…» abbassa la voce e ride piano «…forziamo la porta. Ma rubare le chiavi sarebbe epico.» La senti elettrizzata, pronta per la parte più rischiosa. Ti guarda come se fosse una sfida: «Allora, tu che proponi?» Tiri di dado Tiro su freddo: 9-1+1=9 successo parziale. Riuscite a superarlo, ma incontrate un nuovo ostacolo.
-
TdS
@TheBaddus e @SNESferatu stavo valutando un po i vostri post per vedere se si attivano delle mosse e in realtà non mi sembra ci siano gli estremi per fare attivare nulla.. "purtroppo" in cuori di mostro sono davvero poche le situazioni specifiche contemplate dalle mosse. Però mi piaceva anche l'idea di lasciar evolvere la situazione un po in base al caso che solo un lancio di dadi può dare.. Quindi, anche se non si attiva nessuna mossa ufficiale, tirerò lo stesso.. con 10+ successo pieno, con 7-9 successo con un ma... 6- insuccesso con conseguenze... Per quanto riguarda Ana @SNESferatu il tiro mi sembra abbastanza ovvio.. su freddo... alla fine stai mentendo e per farlo al meglio devi mantenerti calma e avere freddezza. Per quanto riguarda Scarlett, invece, @TheBaddus ti direi che potrebbe essere sia freddo.. se l'intento principale era quello di lanciare una frecciata ad harper.. oppure caldo se invece scarlett poi si è un po lasciata trascinare dalla parte e dell'interpretazione.
-
TdS
Per non andare troppo lunghi direi più la prima che la seconda.. ma se poi si dovessero creare dei confronti interessanti si può fare anche un breve botta e risposta di 2/3 post direi.. vediamo un po cosa esce fuori eheh.. però ecco.. non correrei oltre la fone della lezione.
-
Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@Voignar Darius Whitesand - pausa pranzo Suor Margaret si irrigidisce appena la frase «un tizio con la testa d’animale» ti esce di bocca. Le sue dita, sottili e ossute, si chiudono con forza sul leggio davanti a lei e per un istante il suo sguardo, di solito calmo, si vela di una preoccupazione che non cerca neppure di mascherare. Gli occhi grigi ti scrutano con un’intensità che ti fa sentire come se avesse intravisto qualcosa dietro di te. Tu provi a stemperare, accennando al fatto che è solo un’idea per una campagna di gioco di ruolo, ma mentre parli il tatuaggio alla base del collo comincia a bruciarti. Non un fastidio leggero: un calore improvviso, pungente, che sembra vibrare sotto la pelle come se qualcuno stesse tracciando linee di fuoco sul simbolo. La suora deglutisce, il suo respiro diventa lento e misurato. «Ragazzo…» dice infine, la voce bassa, quasi un sussurro che però riempie tutta la cappella. «Ci sono argomenti che è meglio non trattare, nemmeno per gioco. Le storie che parlano di creature come quella non nascono dal nulla. Portano dietro un peso che non va stuzzicato.» Fa un passo verso di te, il rosario che porta al polso tintinna appena. «Il professore Clark… con cui… giocate… farebbe bene a non mescolare certe cose. Alcune leggende sono nate per restare in silenzio.» Una reazione, la sua, fin troppo esagerata per la tua semplice domanda. Il calore al collo pulsa, quasi in risposta alle sue parole. Prima che tu possa replicare, la campanella dell’istituto squarcia l’aria con il suo trillo metallico. Suor Margaret si raddrizza e, con un tono che non ammette repliche, aggiunge: «Non voglio farti arrivare in ritardo. Vai a lezione, ora. E ricorda ciò che ti ho detto.» Ti lascia lì, con il rintocco che rimbomba tra le pareti di pietra e il bruciore che continua a farsi sentire, come se il simbolo sotto la tua pelle avesse davvero ascoltato la conversazione. @TheBaddus @Ghal Maraz Fuori dall’aula di teatro Benissimo.. Scarlett ha speso il suo FILO su Nathan e Nathan ottiene 1 PUNTO ESPERIENZA. @Voignar @TheBaddus @Theraimbownerd @Ghal Maraz Aula di teatro L’aula di teatro è simile a un piccolo palcoscenico: luci appese a barre di ferro, vecchie panche spinte ai lati, un odore di velluto e legno che sa di sipario. Clarissa Vega entra come una folata di vento colorato: capelli rossi cortissimi, sciarpe e spille che tintinnano, un taccuino gonfio di disegni e appunti stretto sotto il braccio. «Signori miei e signore mie!» annuncia, piantandosi al centro dello spazio. «Siamo quasi alla fine del programma teorico di terza. Oggi chiudiamo il nostro giro nel teatro moderno: un tocco di Brecht, un filo di Artaud, un pizzico di Grotowski. Ricordatevi: ognuno di loro cercava la stessa cosa… rendere il pubblico parte della storia, strapparlo alla comoda illusione. Questo è il cuore del nostro lavoro: verità, corpo e rischio.» I primi tre quarti d’ora della lezione passano così… in modo lento e noioso. Nonostante il modo intrigante e particolare di spiegare della professoressa Vega, l’argomento è noioso ed avete comunque già affrontato una mattinata di lezioni. Alla fine, sfoglia il taccuino con un gesto teatrale, poi scatta un sorriso ampio. «Bene, la teoria basta così. Adesso si gioca.» Con un paio di battiti di mani fa sparire ogni traccia di “lezione”. Le sedie vengono spinte contro il muro, lo spazio centrale resta libero. «Riscaldamento: camminata libera. Riempite la stanza, cambiate direzione senza preavviso, ascoltate il vostro respiro. Poi giochiamo con lo “status”: immaginate di essere re, mendicanti, spie, star del rock. Muovetevi come loro.» Clarissa si muove tra gli studenti come un direttore d’orchestra, sciarpa che svolazza, voce che incoraggia. «Non pensate, sentite. Non c’è giusto o sbagliato.» Dopo qualche minuto batte di nuovo le mani. «Perfetto. Ora improvvisazione a coppie. Vi assegno io le scene, così nessuno sceglie la strada facile.» Estrae dalla tasca una manciata di foglietti colorati e comincia a leggere, indicando man mano i nomi: «Scarlett con… Harper! Tema: “Una passione romantica!”.» vi guarda entrambe con un che di malizioso. «Poi… Nathan con Emily: “Una telefonata che non doveva essere ascoltata”.» «Orion con Alice: “Due sconosciuti bloccati in un ascensore durante un blackout”.» «Darius con Sasha.. uuh… la mia preferita! “Un incontro notturno in una stazione deserta”.» «Max… tu stai con me! Farai il jolly: ti inserirò dove serve, pronto a sconvolgere le scene.» Li guarda uno per uno, occhi che brillano. «Due minuti di tempo per pensarci, poi si va in scena. Niente copioni, solo istinto. Lasciate parlare il corpo, il tono, il silenzio.» Chiude il taccuino con un colpetto secco. «Il palco è vostro. Sorprendetemi.» @SNESferatu Ana Rivero Eliza si illumina di un sorriso complice, quello che le arriva fino agli occhi e le dà quell’aria da cospiratrice. «Giusto. Aspettiamo l’ora buca!» mormora, piegandosi leggermente verso di te. Si scambia un’occhiata veloce con te, le pupille che tradiscono la stessa scarica di adrenalina che ti scorre nelle vene. Il brusio della mensa cala fino a diventare un ronzio di fondo, poi la campanella esplode nell’aria con il suo trillo metallico. I pochi studenti rimasti raccolgono vassoi e libri in fretta; in un attimo, i tavoli si svuotano. Eliza si alza e, con un gesto rapido, infila il vassoio nel carrello. «Andiamo. Aula studio… almeno per finta.» Uscite nel corridoio mentre l’eco dei passi della folla si dissolve. Poco più avanti riconoscete Tyler, alto e atletico, che cammina fianco a fianco con Juno, la sorella di Orion. Li vedete entrare nell’aula studio, ridendo piano, e la porta si richiude alle loro spalle. Perfetto: meno occhi indiscreti in giro. Vi scambiate un cenno e rallentate di qualche secondo, solo per assicurarvi che il corridoio si svuoti del tutto. Poi partite, scarpe che sfrigolano leggermente sul linoleum, in direzione dell’ala della palestra dove si trova l’ufficio del coach Moss. L’edificio è silenzioso, rotto solo da qualche eco lontana di voci in aula. Il cuore ti batte un po’ più forte quando, girato l’angolo, vi trovate davanti Tom McCarthey, il bidello. Un armadio di uomo, barba bianca e grigia, cappellino calcato sulla testa e un mazzo di chiavi grande quanto un pugno che tintinna a ogni passo. Sta chiudendo un armadietto di servizio e quando vi scorge alza un sopracciglio, lento, pesante. «Ehi… che ci fate da queste parti durante le lezioni?» La sua voce è un brontolio che rimbomba nel corridoio vuoto. Lo sguardo si sposta da te a Eliza, misurandovi come se stesse già valutando se credervi o no. Le chiavi oscillano, il tintinnio che sembra quasi un conto alla rovescia mentre aspetta una spiegazione.
-
TdS
Sicuramente se siete tutti insieme e faccio un unico post ci metto meno tempo eheh... però mi piace molto anche quando ognuno segue le sue trama personali.. mi permette di ruolare tanti png diversi dandogli spazio e dando loro un po piu di spessore.. probabilmente se foste sempre tutti insieme i vari png sarebbero sembrate solo poco più di mere comparse.. Poi si.. ho provato e proverò a mettervi degli agganci per far interagire tra loro i vostri pg.. però alla fine non è obbligatorio che li seguite! @TheBaddus @Ghal Maraz rispondo qui alla domanda in game di thebaddus... se usi la mossa tirare le fila per testarlo a fare qualcosa che vuoi non devi tirare nulla.. se nathan accetta ottiene un punto esperienza.
-
TdS
Ciao a tutti.. allora.. col prossimo giro di post volevo portare al termine la pausa pranzo per poi, nel prossimo passare alle ore di teatro (e per ana al suo piano di infiltrazione). Quindi vedetelo tutti come un post di transizione verso quella fase del pomeriggio. @Voignar due cose.. primo.. nel caso la conversazione con suor margareth dovesse allungarsi ed essere interessante per Darius, possiamo continuarla tranquillamente in spoiler. Seconda cosa.. stavo riguardando il topic con gli orari scolastici e le varie ore facoltative.. e non avevo segnato da nessuna parte quali lezioni frequenta Darius e quali no.. potresti ricordarmelo per favore?? Per gli altri.. spero che le vostre sottotrame vi stiano divertendo e intrigando a tutti. Se avete idee, proposte o vi piacerebbe sondare maggiormente un aspetto del vostro pg che magari io sto trascurando ditemi pure… gestire 5 personaggi in una campagna via forum che si protrae e allunga nel tempo non è semplice e potrebbe sfuggirmi qualcosa eheh..
-
Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@Voignar Darius Whitesand Suor Margaret alza lo sguardo dal libro di preghiere che stava sistemando sull’altare. Ti osserva con quell’aria severa che sembra quasi leggere dentro, poi accenna un lieve sorriso. «È una domanda insolita, Darius...» Si avvicina lentamente, le mani intrecciate sul rosario. Le vetrate colorate proiettano riflessi rossi e verdi sul suo velo bianco. «Hai ragione: in Europa, per secoli, la Chiesa ha combattuto ogni traccia di superstizione, di fiaba, di mito. Non era solo per un capriccio d’autorità… ma perché certe storie, dietro la maschera di leggende, contenevano frammenti di verità pericolose. Più di una volta quelle fiabe si sono rivelate il modo in cui la gente comune tentava di dare forma a qualcosa che non riusciva a spiegarsi.» Fa una pausa, la voce bassa, quasi confidenziale. «E non si trattava sempre di fantasia. A volte… le ombre si muovevano davvero. E allora la Chiesa non si limitava a bruciare libri o a zittire i racconti. Si ricorreva all’esorcismo, alla reclusione, perfino al sigillo. Ci sono cronache… anche qui in America… di vescovi che ordinarono di murare cripte intere, perché si diceva che spiriti o demoni si agitassero all’interno. Non tutte queste storie hanno lasciato prove concrete, ma… l’eco resta.» Ti guarda intensamente, come a voler sottolineare il peso di ciò che sta dicendo. «La giovane America non fu da meno, sai? I puritani, i coloni… non erano immuni a certi timori. Pensiamo ai processi di Salem. Ma oltre alle streghe, oltre alle isterie collettive, ci sono stati anche sacerdoti che hanno parlato di presenze oscure legate alla terra stessa, vincoli che venivano tramandati da un secolo all’altro. In certi casi… la Chiesa ha scelto il silenzio, limitandosi a custodire.» Abbassa appena lo sguardo, sistemando il velo sul capo. «Se hai letto storie di fate innamorate degli uomini, di spiriti che legano a sé i mortali, non ti stupire. Sono allegorie. Metafore, forse. Ma le radici… le radici spesso affondano più in profondità di quanto sembri. È meglio non scavarle troppo, se non si è pronti a ciò che si può trovare.» Poi ti indica una panca vicina, con un gesto gentile. «Vieni, siediti. Dimmi… perché questo improvviso interesse per i demoni, per le favole oscure? Hai letto qualcosa in particolare?» @SNESferatu Ana Rivero Eliza porta una mano al mento e rimane un attimo a rimuginare, gli occhi socchiusi. «Mh… potremmo dire che cercavamo dei documenti… o che avevamo bisogno di…» Si interrompe, si gratta la fronte con aria pensierosa e poi lascia andare una risatina ironica. «No, ok, non mi viene in mente niente che non suoni come una balla patetica. Meglio non farsi beccare, allora.» Nelle sue pupille brilla un lampo eccitato, un brivido che non ha nulla a che fare con la paura: sembra quasi divertirsi all’idea del rischio. Ti guarda un istante con quel suo mezzo sorriso tagliente. «Sarà più bello così, no?» Mentre parlate, la mensa comincia lentamente a svuotarsi: vassoi che sbattono, sedie che stridono sul pavimento, gruppetti di studenti che si trascinano fuori chiacchierando a voce alta. L’atmosfera si fa più rarefatta, e il vociare confuso della folla lascia spazio a un brusio più leggero. Eliza segue con lo sguardo un gruppetto che esce dalla porta, poi torna su di te. Si china leggermente in avanti, quasi a voler condividere un segreto. Il suo profumo ti travolge con prepotenza. «Allora, come la facciamo? Andiamo subito, rischiando di incrociare ancora un po’ di gente… oppure aspettiamo che siano tutti chiusi in aula, così abbiamo più campo libero?» Ti lancia un’occhiata complice, come se stesse già pregustando il momento. @Theraimbownerd Orion Kykero La mensa si sta lentamente svuotando, lo scrosciare dei vassoi restituiti e lo stridio delle sedie trascinate riempiono l’aria. Il brusio di fondo si attenua, lasciando lo spazio a conversazioni isolate. Juno resta un attimo in silenzio, con quell’aria da muso lungo che ormai conosci bene: la tua “scusa” non l’ha convinta del tutto. Poi, però, alla tua risposta i suoi occhi si illuminano e un sorrisetto soddisfatto le curva le labbra. «Ok allora! Vedo di organizzare io la cosa. Tanto io e Tyler oggi abbiamo due ore buche nel pomeriggio, ci saremmo già dovuti incontrare in aula studio… vedrò di parlargli e buttare lì la proposta. Poi vi aggiorno.» Diana, che nel frattempo aveva incrociato le braccia con aria severa, scuote la testa e sospira. «Juno… solo una cosa: discrezione. Tyler è un gran figaccione, sì, ma è anche troppo buono. Non approverebbe mai se sospettasse che dietro ci sono altri intenti...» Juno sbuffa platealmente, alzando gli occhi al cielo come a dire “uff, non vi fidate mai di me”. «Sì, sì, tranquilla. Sarò discreta, ok? Fidatevi di me.» Lo dice con tono quasi offeso, ma l’entusiasmo che le vibra addosso è innegabile. Il tempo di uno scambio di sguardi complice tra voi tre e vi rendete conto che è ormai l’ora di avviarsi verso le lezioni pomeridiane. La mensa, ormai quasi vuota, lascia dietro di sé solo il rumore lontano dei bidelli che sparecchiano. @Ghal Maraz Nathan Clark Kathlyn ti ascolta in silenzio, senza mai distogliere i suoi grandi occhi azzurri da te. Non accenna nemmeno a muoversi mentre racconti, come se ogni parola fosse una corda che la lega più forte al tuo racconto. E quando concludi con quell’avvertimento scherzoso, invece di ridere, si avvicina ancora di più. Con un gesto lento ti porta entrambe le mani attorno al collo, il tocco è caldo e sicuro. Una delle sue dita sposta una ciocca ribelle dei tuoi capelli, lasciandola cadere di lato. «Il matto è misterioso, Nathan Clark…» mormora con un sorrisetto, e prima che tu possa reagire le sue labbra sono sulle tue. Il bacio è intenso, appassionato, ma non solo: c’è una nuova vibrazione, più profonda, perché ora che ti sei aperto con lei, c’è qualcosa di diverso, quasi un trasporto reciproco che va oltre la semplice attrazione. Quando si stacca, ti guarda ancora sorridendo: «Mi piacciono i ragazzi… strani… e non noiosi!» Poi ti cattura ancora per un altro bacio, breve ma pieno di elettricità. Proprio allora, dall’istituto si alza il suono della campanella: cinque minuti prima delle lezioni pomeridiane. Kathlyn sbuffa, sollevando appena gli occhi al cielo. «Uff… pausa già finita… avrei voluto durasse di più!» dice con un’aria un po’ dispiaciuta, ma ancora divertita. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Quando richiami Tanaka, lui si volta di scatto. Ti osserva un istante con quell’aria da duro che sembra non abbandonarlo mai, anche se sai bene che poco fa hai spezzato qualcosa dentro di lui. Rimugina un secondo, poi si schiarisce la voce e ritrova la sua solita sicurezza. «Tranquilla… mi inventerò qualcosa io.» Le sue parole escono con un tono leggermente più basso del solito. Ti fissa ancora un istante, e quello sguardo ti colpisce più di quanto vorresti ammettere: un mix perverso di desiderio e disprezzo, come se le tue emozioni si fossero riversate fuori da te e lo avessero toccato, contagiato. Poi si gira e si allontana, lasciandoti sola col battito accelerato. Quando finalmente raggiungi il bagno delle ragazze, la tensione che ti divora si scioglie tutta insieme. Ti chiudi nello stallo più isolato, ti lasci cadere sul gabinetto e ti abbandoni alla lussuria che ti ha travolto. È più forte di tutto quello che hai mai provato, quasi al pari del piacere febbrile del sogno di stanotte. Ti ritrovi a rimpiangere di non esserti lasciata andare lì, in mensa, davanti a lui, proprio mentre lo tenevi in pugno. La manica della felpa fra i denti attutisce i tuoi suoni, ma qualche mugolio inevitabilmente ti sfugge. Ed è in quel momento, all’apice del piacere, che il gelo ti attraversa la schiena: lo sciacquone parte da qualche stallo più in là, seguito da un risolino trattenuto. Un attimo dopo senti lo scricchiolio di una porta che si apre, l’acqua del lavandino che scorre, e poi il rumore secco della porta principale che sbatte, lasciandoti sola. Ora la toilette è deserta. Solo tu, il tuo respiro affannato e il silenzio sospeso che pesa come un macigno.
-
Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@SNESferatu Ana Rivero Eliza, alla tua prima domanda, non dà nessuna vera spiegazione: fa solo un mezzo cenno col capo e una smorfia eloquente, che vuol dire più o meno “gente che è meglio lasciar perdere”. Non insiste oltre, come se non valesse neanche la pena sprecare fiato per parlare di loro. Quando poi le butti l’occhiolino su Tyler, lei ti fissa un istante e scoppia in una breve risatina. «Dai… Tyler non è poi così male. Certo, non sono una Tyler’s girl…» dice con un’aria di finto disgusto, accompagnata da una scrollata di spalle. «Ma alla fine, se lo conosci un minimo, è un bravo ragazzo. Quelli come lui, di solito, sono molto più str**zi!» La frase le esce leggera, senza difenderlo davvero, più che altro per liquidare l’argomento. Poi il suo sguardo cambia. Diventa più furbo, quasi complice. Si guarda attorno per un istante, come per assicurarsi che nessuno stia ascoltando, e si sporge un po’ più vicino a te. «Comunque… ho ripensato a quello che mi hai detto ieri sul professor Moss.» La voce si abbassa di un tono. «Potremmo approfittare delle due ore buche per intrufolarci nel suo ufficio. Così, giusto per vedere se riusciamo a trovare qualche prova contro di lui.» Negli occhi di Eliza vedi brillare una scintilla elettrica: non solo determinazione, ma proprio il brivido all’idea di fare qualcosa di rischioso, proibito… e divertente. @Ghal Maraz Nathan Clark Kathlyn ti ascolta in silenzio, gli occhi azzurri puntati su di te con quella sua luce vivace che non sembra spegnersi mai. Quando accenni a Tyler, sorride appena e fa un gesto con la mano, come per dire “ok, lasciamo perdere”. Quando poi le parli di Alice, per la prima volta il suo sorriso si addolcisce, lasciando trapelare una punta di serietà. Si sposta una ciocca di capelli dietro l’orecchio, e la voce le esce più calma. «Oh.. capisco…» dice, iniziando a comprendere i motivi dietro il tuo malumore. «Beh… mi dispiace davvero per lei. Non dev’essere facile, se ci tiene a te in quel modo. Io non la conosco, ma capisco che ti possa pesare vederla stare male.» Poi però, come a non voler restare troppo a lungo su un tono cupo, torna a parlare con quel suo modo solare e diretto, la luce negli occhi di nuovo accesa. «Però ecco, la gente come Cory e Orion non è che si diverte davvero, eh. Hanno vite tristi, e si sentono forti solo quando fanno sentire qualcun altro più debole. E non è che ce l’hanno proprio con te, o con me, o con chiunque: in realtà ce l’hanno con se stessi.» Appoggia il gomito al tavolo e ti guarda inclinando la testa, un sorriso ironico sulle labbra. «Io non gliela do vinta. Mi chiamano “zoccoletta”? Va bene, rispondo “sì, certo, hai ragione”… e la cosa finisce lì. Ci godono solo se ti vedono starci male. Ma se non glielo concedi, perdono subito gusto.» Il suo sguardo si fa più intenso, quasi tenero. «Alla fine… quello che conta davvero è conoscersi. Io so chi sono, a prescindere da come mi dipingono. E non saranno certo i commenti di Orion o di quelli che cercano la sua approvazione solo per essere invitati a una festa a decidere per me.» Poi addenta il panino, mastica piano e ti fissa ancora con quegli occhi luminosi, come se volesse leggere dentro di te. Quando riprende a parlare, il tono è più basso, rispettoso ma incuriosito. «A proposito… hai nominato quel giorno nel bosco. Posso chiederti cosa ti è successo davvero?» @Voignar Darius Whitesand Uscendo dalla mensa ti senti ancora addosso lo sguardo curioso e un po’ giudicante di Mei Lin, ma non ti volti. I corridoi sono pieni di studenti che vanno e vengono, il brusio che rimbomba sulle pareti bianche. Dopo pochi metri, un profumo pungente di detersivo ti annuncia la presenza di Branda Lewis, la bidella della scuola, china con la scopa in mano e i capelli cotonati che tremolano a ogni movimento. Quando le vai incontro ti squadra con quell’aria da “so già tutto di te”, accennando un sorriso furbetto. Quando poi le chiedi, un po’ titubante, se sa dove trovare suor Margaret, lei spalanca gli occhi e abbassa la voce come se ti stesse rivelando un segreto di stato. «La nostra santa donna? Ma certo! Ancora chiusa nella cappella, a lustrare candelabri e crocifissi… ci passa più tempo lei lì dentro che la preside nel suo ufficio.» Ti fa l’occhiolino, ridacchiando tra sé, quindi ti lascia andare con un gesto della mano, tornando a spazzare ma continuando a seguirti con lo sguardo malizioso. Pochi minuti dopo, l’atmosfera cambia: imbocchi il corridoio dell’ala antica, quello dove le pareti di pietra sbiadita raccontano l’origine conventuale della scuola. I tuoi passi rimbombano più forti, mentre la luce delle vetrate colorate getta riflessi tremolanti. La porta pesante della cappella cigola quando la spingi. Dentro regna il silenzio, rotto solo dallo sfregare di un panno contro il bronzo. Suor Margaret è lì, intenta a lucidare un candelabro accanto all’altare. La sua figura esile è rischiarata dai colori delle vetrate, che le disegnano addosso macchie di rosso e blu. Quando si accorge di te, sobbalza leggermente. «Signor Whitesand!» esclama, serrando le mani attorno al panno. «Mi ha fatto prendere un colpo… Non è proprio il posto dove ci si aspetta di trovare uno studente a quest’ora.» Ti osserva, dritta e attenta, con quel suo sguardo che sembra leggere più in profondità di quanto tu vorresti. «Hai bisogno di qualcosa?» @TheBaddus Scarlett Bloomblight Il tuo attacco diretto, il modo in cui gli hai rinfacciato parola per parola ciò che ti aveva detto ieri, sembra spiazzarlo. Tanaka temporeggia, come se all’improvviso non trovasse più le parole giuste per ribattere. È in quel momento che, quasi senza accorgertene, lasci scorrere dentro di te quella forza nuova che ti sembra di possedere. Ti tornano alla mente le immagini del sogno: tu, immensa e nuda sul trono, padrona assoluta, e lui — insieme agli altri — inginocchiato al tuo cospetto. Un filo dorato vi legava, ma adesso lo vedi con più chiarezza: sembra sia lui a stringerlo. Fino a quando, all’improvviso, con tua profonda soddisfazione, è come se quel filo si spezzasse. E funziona. Tanaka abbassa la cresta. Farfuglia qualcosa, lanciando un’occhiata rapida alle sue spalle, verso Cory che lo osserva dal suo tavolo. Poi si piega, sedendosi accanto a te come per riportarsi al tuo livello. «Cory è impaziente…» ammette a mezza voce, con un tono insolitamente meno sicuro del solito. «Sta esagerando un po’ con tutta questa storia, e beh… Devo ammettere che la cosa mi rende nervoso… Voglio solo chiuderla al più presto.» Questa sua apertura te lo fa vedere improvvisamente più aperto e vulnerabile. Ti ascolta, annuisce, e infine aggiunge: «Va bene per le 16, dopo teatro. Tienimi aggiornato sul punto preciso e ci saremo.» Si alza, ma prima di andarsene si ferma un istante a guardarti. Il suo sguardo è intenso, come se cercasse di leggere dietro la tua maschera, come se percepisse che qualcosa in te è cambiato. La tensione tra voi due è quasi tangibile, sospesa a mezz’aria come una scarica elettrica. Poi si volta e se ne va, lasciandoti con il cuore che batte un po’ più forte e la netta consapevolezza di aver appena ribaltato i ruoli. Off game Gelare qualcuno: 7+2+1(bonus dato dalla sensazione che ti è rimasta al ricordo del sogno)= 10 successo -> tanaka perde il filo che ha su di te. @Theraimbownerd Orion Kykero Diana alza appena le spalle, accennando una smorfia. «Di lei so solo chi è. Non ci ho mai parlato, mai avuto a che fare…» commenta con tono pragmatico, poi sospira piano. «Però, sì, forse potremmo trarne qualcosa. In fondo, tutto quello che mette i bastoni tra le ruote a Jeremy può tornarci utile.» Mentre parla, noti che Juno continua a stare imbronciata. La sua espressione sembra voler dire che ha qualcosa da aggiungere, ma si trattiene, mordendosi il labbro come se volesse farsi pregare. Diana intanto riprende con naturalezza, cambiando argomento: «E Scarlett… quella ragazza ha talento, non c’è dubbio. È ammirevole, davvero. Peccato che non si curi minimamente di sé, con quell’aria sciatta. Potrebbe avere molto più potenziale, se solo volesse.» Le sue parole restano sospese qualche secondo, lasciando calare un breve silenzio. Ed è allora che Juno finalmente interviene, col suo solito tono un po’ supponente: «A proposito di potenziale… giusto perché tu sappia le cose, Valentine Lane in questo momento si sta vedendo con un compagno di squadra di Tyler.» Fa una pausa teatrale, poi aggiunge con aria vagamente offesa: «E… qualcuna potrebbe, guarda caso, chiedergli di presentarcela. Sempre se, ovviamente, non ti dà troppo fastidio che io esca con lui.» Il suo sguardo resta fisso su di te, con una scintilla di sfida e una punta di risentimento, quasi a voler capire fin dove arriva la tua chiusura alla storia con Tyler. Evidentemente deve aver percepito qualcosa.
-
Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@Theraimbownerd Orion Kykero Juno inarca un sopracciglio al tuo «No» secco, e il broncio che le si dipinge sul volto non ha bisogno di troppe parole. Si limita a sospirare, affondando la forchetta nel piatto con troppa energia. «Beh, allora arrangiati…» borbotta a mezza voce, ma il tono lascia intendere che il suo disappunto c’entra meno con Alice e più con il fatto che le hai tolto un’occasione perfetta per avvicinarsi a Tyler. Diana invece si irrigidisce un attimo, socchiudendo gli occhi come se stesse sfogliando un album mentale di visi. «Valentina Lane… Valentina Lane…» ripete piano, fino a quando la lampadina si accende. «Ah! Ma quella! Con quei maglioni smorti e i capelli sempre sciatti?» Un brivido le corre lungo le spalle e scuote la testa. «Che gusti strani, Jeremy…» commenta con un mezzo sorriso storto, per poi tornare seria subito dopo. «Ma aspetta, Orion. Vuoi davvero chiedere l’aiuto della Lane? Non ti sembra… una caduta di stile? Non proprio il tipo che frequenteremmo di solito.» Mentre le tue sorelle discutono, il tuo sguardo finisce inevitabilmente verso il tavolo distante, quello dove Alice si è sistemata con Tyler, Emily, Sasha, Harper, Max e Ben. L’atmosfera lì è vivace, chiacchiere e risate che si intrecciano, un contrasto fastidioso rispetto al vuoto che senti accanto a te. Vedi Alice ridere a una battuta di Harper, i suoi occhi che brillano un istante troppo a lungo quando Max le dice qualcosa all’orecchio. Non sembra nemmeno arrabbiata, non in quel momento. Sembra… integrata. E tu sei qui, con Diana che ti guarda perplessa e Juno che mastica di malumore. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Quando entri in mensa, il tuo sguardo cade subito sul tavolo dove Emily è seduta: tra Tyler e Harper, con Max, Ben, Sasha e Alice attorno. Stanno chiacchierando e ridendo, l’atmosfera sembra leggera, quasi spensierata. Emily ti nota per un istante: i suoi occhi si soffermano su di te, senza sorriso, senza cenno. È uno sguardo breve, attento, come se ti stesse studiando, poi si gira di nuovo verso gli altri e ride a una battuta di Harper. Harper, invece, pare cogliere quel frammento muto e ti lancia un’occhiata fugace, che sa di soddisfazione. È rapida, ma abbastanza per pungerti. Ti siedi da sola, cercando di non dar peso alla scena, ma poco distante Cory Edwards e la sua solita cricca fanno rumore, ridacchiando mentre scrutano la sala. Uno di loro ti nota e indica nella tua direzione. Tanaka si volta, ti fissa, e il suo sorriso sicuro di sé si accende subito. Si alza con calma, quasi teatrale, e si avvicina con passo rilassato, lo stesso che sembra dire so che non puoi ignorarmi. Arrivato al tuo tavolo, ti guarda dall’alto con un lampo negli occhi che mischia sfida e attrazione. «Quindi?» domanda, inclinando leggermente la testa. Poi abbassa la voce, solo per te: «Bloomblight… a quanto vedo non stai ottenendo granché risultati.» Le sue parole sono un colpo di lama sottile, ma il tono con cui le pronuncia ha quella cadenza irresistibile che ti conosci bene: provocatorio, ma carico di un fascino difficile da scrollarsi di dosso. @Ghal Maraz Nathan Clark Kathlyn prende il tuo numero, lo salva e ti sorride come se avesse appena vinto qualcosa. Per un istante sei certo che stia per sporgersi e assediarti di nuovo le labbra… e una parte di te probabilmente non aspetta altro. Invece no: si appoggia meglio al vassoio che ha portato fuori con sé dalla mensa e pesca un boccone, guardandoti con quell’aria a metà tra divertita e curiosa. «Sai…» ti dice con tono leggero, «ieri mi hai colpita. Il modo in cui hai tenuto testa a quel deficiente di Edwards…» fa una pausa, lasciando che il sorriso le si allarghi. «Certo, poi hai dato anche un po’ di matto.» Ti osserva sorridendo, quasi sondandoti, ma nei suoi occhi non c’è ombra di giudizio negativo, solo interesse. Mastica lentamente, poi riprende, sollevando le spalle con naturalezza: «Secondo Emily e Jordan sei stato uno odioso con Tyler.» L’espressione che accompagna le parole è eloquente: io non sono loro, e nemmeno mi importa così tanto. Dopo un altro morso, torna a fissarti dritto con i suoi occhi azzurri intensi, il tono improvvisamente più diretto: «Dimmi una cosa, Nathan… ti ha dato davvero così tanto fastidio quella foto che Orion ha messo su Blabber?» Il modo in cui lo chiede non ha nulla di superficiale. Vuole una risposta sincera. @Voignar Darius Whitesand Mei Lin ti fissa con quel suo sguardo imperturbabile, un filo di preoccupazione che però non intacca la sua solita freddezza. «Se davvero non ti senti bene, forse è il caso si, che tu vada dall’infermiera!» dice in tono pragmatico, quasi fosse una constatazione più che un consiglio. Ti alzi, ancora un po’ barcollante, pronto a muoverti verso l’uscita quando ti viene in mente quella domanda, e gliela lanci quasi d’impulso. Lei rimane interdetta, sgranando appena gli occhi come se non si aspettasse nulla del genere da te. Poi scuote la testa, un’espressione che sfiora la derisione. «Fiabe europee? Davvero?» ribatte con un accenno di sarcasmo. «Io non ne so nulla, e non me ne importa. Sono solo sciocchezze. Fantasie.» Il tono è tagliente, il suo sguardo si fa più severo. «Ehm… Forse sì, ti serve davvero una visita in infermeria.» La freddezza del giudizio è evidente: sei strano, Darius. Ma tu ormai la conosci, sai che è fatta così. Ti volti, pronto ad allontanarti, e noti Scarlett, seduta da sola a un tavolo appartato, un’occasione quasi perfetta per affrontarla. Il pensiero ti scatta in testa come un lampo, ma qualcuno ti anticipa: Tanaka, il tizio della cricca di Cory Edwards con cui ieri parlava di nascosto in cortile, si stacca dal suo tavolo e la raggiunge con il suo passo sicuro, quasi predatorio. Le dice qualcosa, inclinando appena il capo con quell’aria irresistibile e sfrontata che lo contraddistingue. E tu ti domandi se sia di nuovo il caso ti farti gli affari suoi oppure no. @SNESferatu Ana Rivero Il tipo ti fissa per un istante, e per un attimo ti sembra quasi ferito dalla tua risposta. Poi però il suo sguardo scivola su Eliza, e lì diventa puro odio, freddo e palpabile. Si alza, ti fa un cenno come a congedarsi, e senza aggiungere una parola si allontana a passi lenti, col capo leggermente chino. Tu ed Eliza lo seguite con lo sguardo mentre attraversa la mensa: il suo modo di muoversi è dinoccolato, quasi trascinato, e raggiunge un tavolo in disparte. Lì, seduti, ci sono almeno altri quattro ragazzi. Non li avevi mai notati prima d’ora… o meglio, uno di loro ti sembra di averlo già visto: qualche giorno fa, fermo in corridoio, che ti fissava senza vergogna. Quando il tizio che ti aveva approcciata arriva al tavolo, si piega leggermente in avanti e dice qualcosa agli altri. Tutti, lentamente, si voltano a guardarvi. Lo sguardo di quel gruppetto ti si appiccica addosso come una macchia, inquietante e fastidioso. Poi, senza fretta, uno dopo l’altro raccolgono i loro vassoi e lasciano la mensa. Eliza li segue con lo sguardo carico di disprezzo finché l’ultimo non scompare oltre la porta. «Viscidi…» sibila con tono tagliente. Poi si volta di nuovo verso di te, come se nulla fosse, e si lascia cadere al tuo fianco. Inizia a mangiare un boccone con aria tranquilla. «Stai lontana da quella gente!» commenta secca, come fosse un ordine non discutibile. Poi, quasi in contrasto con quel tono rigido, si sporge verso di te con un mezzo sorriso divertito: «Allora… nelle prossime ore buche sei pronta a fare una pazzia?»
-
Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@Theraimbownerd Orion Kykero Ti siedi al tavolo, e non appena butti fuori quella mezza confessione, le tue sorelle si scambiano uno sguardo rapido, il genere di linguaggio silenzioso che tra gemelle funziona alla perfezione. Diana sbuffa piano, piegandosi leggermente verso di te. «Oh, dai, era davvero una gran bella foto» ti dice, con tono deciso, come se fosse un dato di fatto. Poi arriccia appena il naso e aggiunge: «E comunque non capisco come faccia Alice a stravedere per uno come Nathan. Seriamente, non ci vedo proprio nulla in lui. A volte mi chiedo se stia davvero bene in mezzo a noi, sai? È... diversa. Non dico che mi stia antipatica, ma non so quanto c’entri davvero col nostro gruppo.» Juno invece mastica un pezzo di panino e, senza nemmeno aspettare di averlo deglutito del tutto, alza il dito come se avesse trovato subito la soluzione. «Beh, se vuoi, potrei parlarci io» propone, con aria innocente. Poi, facendo finta di guardare distrattamente verso il tavolo di Alice, aggiunge: «Tanto… ci sta anche Tyler lì. Non mi dispiacerebbe avvicinarmi.» Ti fissa con un mezzo sorriso, come a dire: due piccioni con una fava. @Voignar Darius Whitesand Ti lasci scivolare addosso la frecciatina di Mei Lin, e mentre lei si prepara a ribattere con il suo solito tono da prima della classe, ti coglie all’improvviso una fitta violenta alla base del collo. Il tatuaggio ti brucia come se qualcuno ci avesse puntato contro un ferro rovente, e il dolore ti si riflette in un lampo acuto dietro gli occhi. Ti pieghi appena, trattenendo un gemito, e allora la senti: un sussurro basso, vischioso, che ti graffia la mente. «Portami la ragazza di fuoco… ORA.» La voce risuona cupa, imperiosa, e per un istante perdi la percezione del rumore della mensa. Solo quel comando, quel maledetto imperativo che ti scava dentro. Ti riprendi con un respiro affannoso, e quando rialzi lo sguardo, Mei Lin ti sta osservando. Non ha visto nulla di strano sul tuo collo — anche se la tua maglia lascia intravedere parte del tatuaggio che pulsa rosso vivo, sembra completamente cieca a quel dettaglio. «Ehi…» ti chiede, con un filo di esitazione nella voce, come se non volesse ammettere di essersi preoccupata. «Va tutto bene? Hai avuto un mancamento?» I suoi occhi ti scrutano, cercando una crepa, ma il tatuaggio rimane invisibile per lei. E intanto, dentro di te, l’eco di quella voce non si spegne del tutto. @Ghal Maraz Nathan Clark Kathlyn ridacchia, e il suono è cristallino, leggero, quasi contagioso. Ti sembra sincera, come se in quel momento fosse davvero a suo agio accanto a te. «Oh sì… proprio tutti positivi, guarda qui…» dice, facendo scorrere con il pollice lo schermo del telefono. Poi legge a voce alta, con tono ironico: «“Kat va proprio con tutti”… “Zoccoletta in saldo”… “Scommetto che ci prova pure coi professori”…». Ti mostra lo schermo, e il suo sorrisetto beffardo ti sorprende: non sembra scalfita, anzi, sembra divertirsi. Quando ti avvicini e le passi una mano dietro la schiena, lei ti guarda con quegli occhi luminosi e ti regala un sorriso che ti colpisce dritto allo stomaco. Un sorriso irresistibile, che si piega subito in un piccolo bacio. Le sue labbra si staccano appena, restando vicine alle tue. «Uhm… vedo che ci hai preso gusto…» mormora, prima di dartene un altro, veloce, come un gioco. Poi si scosta di un soffio e ti agita davanti il telefono. «Però ora devi saldare il tuo debito!» Sul display lampeggia ancora l’app dei messaggi. È chiaro cosa intenda. @TheBaddus Scarlett Bloomblight La preside Vance chiude la porta dietro di te con un gesto secco del bastone, il rumore del legno che tocca il pavimento riecheggia nello studio silenzioso. Con un cenno appena accennato della mano ti indica la poltroncina davanti alla sua scrivania. «Accomodati, Scarlett.» La sua voce è tagliente ma priva di rabbia, ferma e misurata. Ti squadra da dietro le lenti sottili, lo chignon perfetto che non lascia sfuggire neanche un capello. Attende che ti sieda prima di continuare, appoggiando entrambe le mani sul bastone. «So bene che in questa scuola, a causa tua, circolano… traffici. Non è mia intenzione conoscere i dettagli, non è questo il mio ruolo. Fuori da qui puoi fare ciò che vuoi: se la legge avrà qualcosa da ridire, se la vedrà con te e con chi di dovere. Ma dentro queste mura, Scarlett, io non tollero simili comportamenti.» Ti fissa negli occhi, senza battere ciglio. Non parla di nulla di specifico, nessuna accusa diretta: ma è chiaro che non le sfugge il tuo atteggiamento, che ha intuito fin troppo. Poi la sua voce si abbassa di un tono, senza perdere fermezza: «Spero di non dover ripetere questa conversazione. Se dovesse accadere… mi vedrò costretta a interpellare tua madre.» Il nome rimane sospeso nell’aria. Noti un impercettibile irrigidimento sul volto della Vance: non sembra nemmeno a lei un’opzione gradita, come se dover avere a che fare con tua madre fosse un fardello che preferirebbe evitare. La preside si raddrizza e con un cenno deciso ti indica la porta. «Adesso fila in mensa. E niente altri casini.» Off game Ho cercato di risponderti un po’ alle domande all’interno della narrazione. Non sei mai stata beccata in nulla di compromettente… la preside non ha prove concrete di nulla. Ma sicuramente sei stata vista da qualcuno del personale scolastico.. inoltre la tua reputazione che circola tra gli studenti è sicuramente arrivata alle orecchie di professori e della preside. Quindi qualche ramanzina te la saresti potuta essere anche già presa in passato. Tua madre, ovviamente, non è ancora mai stata convocata a riguardo. @SNESferatu Ana Rivero Appena ti lasci sfuggire quel «Fa’ pure», il ragazzo si lascia cadere sulla sedia accanto a te con un mezzo sorriso nervoso. È alto e allampanato, i capelli troppo lunghi e unti che sembrano nascondere più che incorniciare il viso. Tamburella con le dita sul tavolo come se non riuscisse a stare fermo, e quando apre bocca la sua voce è bassa, quasi strascicata: «Sai… ti osservavamo da un po’. Sei… diversa dagli altri. Non fai finta di niente. Non hai paura. Ci piace questo.» Non dice chi sia questo noi, ma l’uso del plurale è più che eloquente. C’è qualcosa di disturbante nel modo in cui ti guarda, come se cercasse un segnale, un riconoscimento. Proprio in quel momento Eliza si avvicina, i suoi occhi si spostano subito su di lui e si stringono in due fessure gelide. Senza giri di parole, la sua voce taglia l’aria: «Alzati. Lei non ha bisogno di un’ombra appiccicosa accanto.» Il ragazzo fa per smuoversi sulla sedia, le mani che tremano un po’ sul piano del tavolo. Fissa Eliza stringendo gli occhi. Non dice niente, ma non se ne va: resta lì, lo sguardo che si sposta da Eliza a te, aspettando quasi un cenno di conferma. È come se solo la tua parola potesse dargli il via libera per andarsene… o peggio, la speranza che tu possa invece zittire la tua amica e lasciarlo restare. Off topic Un virus micidiale che ti fa stare proprio una cosa malissimo!!
-
TdS
Scusate il ritardo! Eccomi.. sono tornato a casa e da oggi dovrei tornare più operativo! 💪
-
TdS
Avendo un attimo di tempo ho iniziato a rispondere per non fare aspettare troppo chi aveva già risposto.. non aspettando anche le risposte di @SNESferatu e @Theraimbownerd
-
Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@TheBaddus Scarlett Bloomblight Appena la tua mano scivola più in basso, Wade si irrigidisce e il suo sguardo cambia di colpo. Non c’è più quella patina divertita e malcelata attrazione: diventa freddo, quasi infastidito. Ti afferra il polso con forza, allontanando la tua mano dal cavallo dei suoi pantaloni. «Che ca&&o credi di fare, Scarlett?» la sua voce si abbassa, tagliente. Fa un passo indietro, evitando di farsi spingere dentro al ripostiglio. «Non sono uno dei tuoi zerbini, ok? Non provo a fare il duro… io sono così. E se pensi di usarmi come giocattolo, hai proprio sbagliato persona.» Il suo sguardo resta su di te, intenso e ostinato, ma stavolta non cede: non si lascia trascinare dalla tua provocazione, nonostante tu riesca a percepire il suo desiderio nei tuoi confronti. E proprio mentre la tensione resta sospesa a mezz’aria, un suono secco di passi echeggia nel corridoio. Ti volti di scatto e vedi la figura alta e magra della preside Eleanor Vance avanzare lentamente verso di voi, il bastone che picchietta ritmicamente a terra a ogni passo. Lo chignon perfetto, lo sguardo glaciale dietro gli occhiali sottili: basta un attimo per farti sentire inchiodata al muro, colpevole a prescindere. Si ferma a pochi metri, e la sua voce autoritaria taglia l’aria come una lama. «Signorina Scarlett. Ancora lei. Non solo i suoi traffici poco… ortodossi a scuola, ma ora anche certe condotte nel corridoio.» Non alza mai il tono, ma è il genere di voce che fa più male di un urlo. «Venga subito nel mio ufficio. Ora.» Poi sposta lo sguardo su Wade, che abbassa un attimo lo sguardo, più imbarazzato che spaventato. «Lei invece, Lively, si ricordi che questo è un istituto scolastico, non un vicolo. Filare in mensa e non farmi perdere altro tempo.» Wade annuisce in fretta e si defila, con un’occhiata veloce e quasi accusatoria verso di te, mentre la Vance resta immobile, aspettando che tu ti muova. Tiri di dado Eccitate qualcuno: 5-1=4. Fallimento. Segni 1 exp Avrei voluto davvero che i dadi dessero un altro esito!! Ci sono r8masto male pure io eheh.. @Ghal Maraz Nathan Clark Kathlyn ridacchia, il suo riso è leggero e limpido, quasi contagioso, mentre i suoi occhi ti si posano addosso con quella scintilla furba che sembra sempre saperti tenere un passo dietro. Si lascia guidare senza resistenze dalla tua mano e si accomoda accanto a te, muovendo la testa di lato in modo che una ciocca ribelle le cada sul viso. Quando sorride così, con le labbra che si piegano appena e lo sguardo che brilla, sembra quasi che il resto del mondo diventi sfocato. «Infatti sono venuta a saldare il debito!» dice, con tono malizioso ma naturale, mentre tira fuori il telefono. Lo tiene con una disinvoltura quasi elegante, pronta a scrivere il numero che le detterai. Poi, un attimo dopo, abbassa lo sguardo sullo schermo e ridacchia ancora. «Oh, guarda qua… stanno ancora arrivando commenti alla nostra foto.» Fa un piccolo gesto con il pollice, come se ti invitasse a guardare. «A me sembra una bella foto, però.» Ti sorprende la sua leggerezza: per lei sembra quasi un gioco, e non pare dare peso né alle battute cattive né ai giudizi. Al contrario di te, non lascia che i commenti le si appiccichino addosso. Come se, per Kathlyn, le parole degli altri non avessero il potere di scalfirla davvero. @Voignar Darius Whitesand Ti siedi al tavolo e provi a buttarla sul ridere, ma Mei Lin, come al solito, non raccoglie. Ti lancia uno sguardo laterale, impassibile, mentre sistema con ordine i libri accanto al vassoio. «Almeno oggi ti sei degnato di presentarti» commenta a mezza voce, con quella freddezza sottile che non è mai rabbia, ma sempre un richiamo. «Peccato che ieri tu abbia trovato di meglio da fare che studiare con me per la verifica di matematica. Ma certo, immagino che ci siano priorità più… pressanti.» Si aggiusta la frangetta con un gesto preciso, poi afferra le posate e comincia a mangiare con la consueta calma metodica. È evidente che la tua battuta ha fallito, ma non ti taglia completamente fuori. Dopo qualche attimo di silenzio, infatti, si concede un argomento di conversazione che le appartiene di più. «Comunque, la lezione di biologia di stamattina era piuttosto interessante» dice con tono appena più disteso, ma sempre perfettino. «È affascinante pensare a quanto gli ormoni condizionino il comportamento umano. A volte mi chiedo se non sia sopravvalutata la cosiddetta "razionalità" di cui tanto ci vantiamo. Anche se comunque credo che ci siano persone che li sappiano tenere più a bada di altre…» Ti guarda di nuovo, stavolta con un lampo quasi divertito negli occhi. «Ma forse è un discorso troppo complesso per uno che non ha avuto tempo di aprire il libro di matematica ieri.»
-
TdS
@Voignar si si tranquillo.. anch'io in questi giorni potrei aver più difficoltà a rispondere che sono in grecia.. Comunque, per rispondere al tuo spoiler Risposta Per me va benissimo.. io ho giocato Mei-Lin come se avesse un interesse per te perché, da come era iniziata la cosa, mi sembrava interessante come dinamica.. però lei di base la priorità la dà allo studio e al rendimento scolastivo.. quindi ci sta che non giudichi così importante una piccola infiltrazione e che le passi in fretta... se invece ti interessa di più creare una dinamica con Sasha va benissimo.. allora andremo in quella direzione!! 😉 mostri con testa di teschio permettendo 🤣🤣🤣
-
Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@Theraimbownerd Orion Kykero In aula di biologia Brooks si ferma a metà gesto, con la cartellina ancora in mano. Ti guarda un momento sopra la montatura dei suoi occhiali, poi appoggia tutto sulla cattedra. Non sorride, ma il tono resta calmo. «Domanda importante, Orion. Ti rispondo dal punto di vista strettamente biologico: se una persona inizia a introdurre dall’esterno ormoni sessuali dopo i 18 anni… per esempio testosterone, nel caso di chi vuole sviluppare caratteristiche maschili… il corpo risponde eccome. Si attivano cambiamenti reali: la voce tende ad abbassarsi, aumenta la massa muscolare, cresce la peluria sul viso e sul corpo, la distribuzione del grasso cambia. Sono effetti che non dipendono solo dall’età: gli ormoni agiscono comunque, anche più tardi.» Si ferma un attimo, quasi per alleggerire il peso della spiegazione: «La differenza principale è che, se avviene dopo l’adolescenza, certi aspetti non si modificano con la stessa intensità. Per esempio, l’altezza non cambia più, perché le ossa hanno già smesso di crescere. Ma l’identità, la percezione di sé, la qualità della vita… quelli sì, possono migliorare moltissimo se il percorso è seguito da professionisti.» Poi aggiunge, con un tono più caldo e diretto, senza alcuna ironia: «La scienza, in questo campo, ha fatto passi enormi. E il messaggio più importante è: non c’è un’età in cui sia “troppo tardi” per prendersi cura di sé. L’importante è farlo con consapevolezza, in sicurezza, e con chi ti può accompagnare nel modo giusto.» Una volta finito il discorso, ti congeda, ma poco prima che tu esca dalla classe ti sorrido e aggiunge «Spero di esserti stato d’aiuto, Orion!» In mensa Essendoti fermato a parlare con il professor Brooks, arrivi in mensa con qualche minuto di ritardo. L’ambiente è già rumoroso e affollato, il consueto brusio di voci che rimbalza tra i tavoli. Nonostante la campagna denigratoria che Jeremy ha cercato di lanciarti, nessuno ha avuto il coraggio di usurpare il tuo solito posto: il tavolo è ancora lì, libero, occupato solo da Juno e Diana. Alice, invece, non c’è. Con un leggero senso di amarezza nello stomaco, raggiungi le tue sorelle. Diana ti accoglie con un sorriso radioso, gli occhi che brillano: «Gran colpo oggi con quel post! Un sacco di like e commenti!» Juno, invece, è tutta intenta a masticare. Ti fa un cenno con la forchetta ancora in mano e, a bocca mezza piena, domanda con semplicità disarmante: «Perché oggi Alice non si è seduta con noi?» Alzi lo sguardo e la vedi dall’altra parte della sala: è a un tavolo distante, insieme a Tyler, Emily, Sasha, Harper, Max e Ben. La vista ti punge più di quanto vorresti ammettere. @Ghal Maraz Nathan Clark Qualcosa, finalmente, sembra girare nel verso giusto. Uscendo tra i primi dall’aula, riesci ad arrivare in mensa senza dover sgomitare nella calca. Recuperi al volo qualcosa da mangiare — niente di speciale, ma abbastanza per riempirti lo stomaco — e invece di restare lì dentro a farti bersagliare da sguardi e battutine, ti dirigi verso il cortiletto esterno. Con lo sguardo basso e il passo svelto, schivi i gruppetti che chiacchierano davanti all’ingresso. Nessuno ti ferma, nessuno ti provoca: un piccolo lusso, di questi tempi. Ti siedi su una panchina e addenti il tuo pranzo con l’unico desiderio di restare in pace. È in quel momento che il cellulare vibra. Una notifica. Lo prendi in mano e il cuore ti fa un balzo: Noah. Il suo messaggio è breve, quasi sfuggente: “Non sono stato molto bene.” Non fai nemmeno in tempo a pensare a cosa rispondergli che ne arriva subito un altro: “Quando starò meglio… mi porti in quel posto magico nel bosco?” Un mezzo sorriso ti si accende sul volto, ma non riesci a scrivere nulla. Perché all’improvviso due mani ti scivolano sugli occhi da dietro. «Indovina chi sono?» Non ne hai bisogno. La voce la riconosci subito. E, prima ancora, il suo profumo. Quando ti lascia andare, ti ritrovi davanti Kathlyn. Ti sorride, sfrontata come sempre. «Ti disturbo, bel baciatore?» @TheBaddus Scarlett Bloomblight Arrivi a calcolare i tempi quasi alla perfezione: Wade compare nel corridoio poco dopo che hai acceso la sigaretta. Cammina con quell’aria da ragazzo che crede di avere il mondo in tasca: passo lento, spalle rilassate, sguardo mezzo annoiato mezzo attento. I capelli castano chiaro sono sistemati con quell’effetto spettinato che però è tutto fuorché casuale, gli occhi chiari che sembrano oscillare tra l’azzurro e il verde scrutano il corridoio con attenzione. Indossa una felpa griffata e sneakers nuove di zecca, il solito look studiato per sembrare disinvolto. Porta lo zaino di traverso come fosse più un accessorio che un peso. Quando ti vede appoggiata al muro, il suo sguardo si illumina appena… un riflesso che cerca subito di mascherare. Finge indifferenza, ma ti squadra con attenzione, come per controllare se sei cambiata o se sei ancora la stessa Scarlett che gli era rimasta in testa. Si ferma davanti a te e, senza troppi giri di parole, mormora: «Jared mi ha detto che mi cercavi.» Fa una pausa breve, alza il mento e prova a mantenere un tono glaciale, distaccato. «Che vuoi? Di che hai bisogno?» La voce è dura, ma i suoi occhi non mentono: c’è ancora qualcosa lì dentro, una scintilla che non ha spento. Anche se fa di tutto per nasconderla. @SNESferatu Ana Rivero Entri in mensa e ti accomodi da sola a un tavolo appartato, Ana, cercando un po’ di tranquillità. Da un angolo più lontano, Max ti fa un cenno con la mano, invitandoti a raggiungere il suo gruppo: è seduto insieme a Tyler, Emily, Sasha, Harper e Ben. Vuole che tu ti unisca a loro, ma per un momento resti indecisa. Proprio in quel momento, un ragazzo del terzo anno si avvicina al tuo tavolo. Ha un’aria disadattata e inquietante: i capelli spettinati cadono davanti agli occhi, la postura è leggermente curva e i movimenti sembrano incerti, come se stesse sempre a disagio nel mondo intorno a lui. Ti fissa con uno sguardo timido ma insistente, e con voce un po’ tremante e un po’ strana ti chiede: “Posso... posso sedermi qui con te?” Con la coda dell’occhio scorgi Elisa che entra in mensa. Si guarda intorno, i suoi occhi si posano su di te e sul ragazzo inquietante; resta un attimo in attesa, come se aspettasse un tuo cenno. Nel frattempo Max smette di agitare la mano, ma ti osserva ancora, scrutando attentamente per capire se ti unirai al loro tavolo o se resterai lì con quello strano tipo del terzo anno. @Voignar Darius Whitesand Ti avvicini a Mei Lin e le rivolgi la domanda, un po’ esitante. Lei ti guarda con la solita aria fredda e leggermente saccente, incrociando le braccia. “Davvero pensi che ci sia bisogno di parlare?.… Io, sinceramente, non ne vedo il motivo!” dice, con voce secca e misurata, facendo sembrare che non le importi affatto di quello che hai combinato. “Ma va bene, se proprio vuoi… parliamo pure!” aggiunge, senza ammettere nessuna emozione particolare. Arrivati in mensa, si dirige veloce verso un tavolo e si sistema, lanciandoti un’occhiata che mischia saccentezza e una punta di soddisfazione segreta. Poi, con un gesto leggero verso il tavolo dove c’è Sasha, ti domanda con voce calma ma pungente: “Sei sicuro che non preferisci andare a sederti là invece?”
-
Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
Brooks ascolta in silenzio prima Orion, poi Ana, senza interrompere, accennando solo un cenno con la testa e stringendo il pennarello fra le dita come fosse un microfono. Quando Ana finisce, si schiarisce la voce e torna davanti alla cattedra. «Vedete, mi piace che ci siano opinioni diverse. Perché la verità, come spesso accade, sta nel mezzo.» Disegna una linea sulla lavagna: a sinistra scrive “determinismo biologico”, a destra “scelte individuali”. Poi batte con il pennarello a metà della linea. «Gli ormoni influenzano moltissimo: corpo, umore, perfino il modo in cui percepiamo noi stessi e gli altri. Ma vedi, Ana. Dire che siamo marionette è una posizione forte. È vero: ormoni e neuroni tirano parecchi fili, condizionano emozioni, desideri e perfino certi comportamenti. Ma non ci muovono come burattini inerti. Diciamo che sono registi testardi: danno indicazioni precise, cercano di imporre la loro visione… ma noi restiamo gli attori. Possiamo accettare la parte o cambiarla.» Si ferma un attimo, lanciando un’occhiata rapida verso Orion. «Però attenzione: influenzare non significa determinare. L’identità, i gusti, i progetti a lungo termine… quelli nascono da un insieme molto più complesso, in cui entrano esperienze, relazioni, contesto culturale. È lì che diventiamo davvero protagonisti.» Una mano si alza dalle prime file: Mei Lin si aggiusta gli occhiali e interviene con tono preciso. «In realtà, professor Brooks, anche la genetica e l’epigenetica hanno un ruolo nel modo in cui gli ormoni agiscono, non è solo questione di quantità. Alcune persone possono produrne di più o di meno, ma reagire in maniera completamente diversa…» Si ferma un istante, poi lancia un’occhiata tagliente verso il fondo dell’aula, dove siede Darius. «Ecco perché studiare certi argomenti invece che… distrarsi… potrebbe essere utile a lungo termine.» Un paio di risatine soffocate si diffondono, ma Brooks alza una mano per riportare l’attenzione. «Ottima puntualizzazione, Mei Lin. È vero: non tutti reagiamo allo stesso modo agli stessi ormoni.» Dalla fila accanto, Alice si lascia sfuggire un commento a mezza voce, senza davvero alzare la mano. «A volte però… sembrano solo far agire i ragazzi in modo stupido e cattivo.» Il tono è basso, velato di tristezza, e qualcuno si volta istintivamente verso Nathan. Brooks annuisce con serietà. «Gli ormoni possono spingerci a emozioni forti, a reazioni impulsive. Ma non sono un alibi. Sta a noi imparare a conoscerli, a riconoscere cosa ci scatta dentro… e scegliere come reagire.» Sulla lavagna disegna un omino stilizzato con dei fili che partono dal cervello verso il corpo. Poi con un sorriso a metà tra il serio e l’ironico aggiunge: «Quindi: siamo marionette? Forse un po’. Ma almeno, a differenza delle marionette, possiamo imparare a vedere i fili.» La campanella lo interrompe a metà di un gesto. Lui sospira, posa il pennarello e si passa una mano tra i capelli. «E con questo, ragazzi, vi lascio andare a pranzo. Ricordate: la prossima volta parliamo di cosa succede quando gli ormoni… si mettono d’accordo con i neuroni. Portate fame di sapere… e panini, che sarà lunga.» Un mormorio riempie l’aula, gli zaini iniziano a chiudersi, e l’ultima ora del mattino si dissolve nel consueto brusio da pausa pranzo.
-
TdS
Si.. stavo aspettando @Voignar visto che da ieri in teoria ci sarebbe stato.. nel caso domani però mando avanti.
-
Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@Ghal Maraz Nathan Clark Nel tragitto verso l’aula di biologia cerchi il più possibile di evitare gli sguardi degli studenti che incroci. Fortunatamente nessuno ti rivolge la parola e, se qualcuno ha ridacchiato o commentato alle tue spalle, non ci hai fatto caso. Anche sul tuo telefono, eviti accuratamente Blabber. Non ci sono messaggi. Apri la conversazione con Noah, che conta solo il tuo messaggio precedente. Non é ancora stato visualizzato. @TheBaddus Scarlett Bloomblight Quando ti attardi in classe, vedi la Park riordinare le sue cose per poi sollevare lo sguardo su di te poco prima che esci dall’aula. “Risposta molto interessante la sua, signorina Bloomblight… Ero sicura che sarebbe stato un argomento di lezione che l’avrebbe interessata! Le auguro una buona giornata.” Ti rivolge un mezzo sorrisetto enigmatico, prima di farti un cenno come per invitarti ad uscire. La vedi chinarsi nuovamente sulle sue cose, senza più considerarti. @Theraimbownerd Orion Kykero Nel tragitto verso l’aula di religione noti Tyler lanciarti delle occhiate palesemente ricolme di disappunto. Evidentemente non ha apprezzato la tua mossa di aver pubblicato quelle foto su Blabber. Non viene a parlartene, così decidi di non curarti della cosa. Hai cose ben più importanti a cui pensare in questo momento rispetto a quello che pensa di te mister perfettino. Controlli il telefono. Il tuo post su Blabber sta andando alla grande e la maggior parte dei commenti sono compiaciuti e divertiti. Hai anche un messaggio da Juno. “Ma veramente?!?!? Mi son perso nel bosco che si inciucia con la do’ a tutti Rodriguez?? Ahahahah.. che mondo strano!” @SNESferatu Ana Ribero Poco prima di entrare nell’aula di biologia ti si accosta Eliza. Attira la tua attenzione appoggiando la sua spalla alla tua. “Sei stata una grande prima! Ottima risposta! Con uscita ad effetto!” Ti rivolge un sorriso e fa un occhiolino complice. Quindi entra in classe e prende posto al suo banco. @Voignar Darius Whitesand Mentre cammini annoiato verso l’aula di biologia, avverti un leggero pizzicore alla base del collo, dove ora hai lo strano tatuaggio tribale. Pian piano si trasforma in un lieve bruciore. Ti porti istintivamente la mano e massaggi la zona. La strana sensazione si allevia… Fissi lo sguardo fuori da uno dei finestrini del corridoio. La’ lontano vedi stagliarsi i profili degli alberi della foresta. Da qualche parte lá dentro si nasconde la misteriosa creatura con la testa a forma di teschio di cervo. Riprendi a camminare verso l’aula, domandandoti cosa potrebbe comportare l’ignorare la sua richiesta di portargli Scarlett… X TUTTI L’aula di biologia è già piena di brusii e zaini sbattuti sui banchi, quell’aria di stanchezza che si respira sempre all’ultima ora del mattino. Ma non appena il professor Brooks entra, l’energia cambia. Ha in mano una cartellina e un pennarello rosso che agita come fosse un microfono. «Signori e signore, oggi manteniamo la promessa. Ormoni sessuali!» annuncia con tono teatrale, passando lo sguardo sull’aula. «Vi vedo: c’è chi arrossisce, chi già si prepara a ridacchiare. Perfetto. Siete nel posto giusto.» Si mette a camminare tra i banchi con l’aria di un presentatore di varietà. «I protagonisti della puntata di oggi: testosterone, estrogeni e progesterone. Non sono solo paroloni da manuale o scuse per imbarazzarvi. Sono i registi invisibili che ogni giorno orchestrano emozioni, pensieri, scelte… e sì, anche drammi adolescenziali.» La lavagna si riempie presto di frecce colorate: cervello, gonadi, comportamenti sociali. Ogni ghiandola è descritta come un personaggio di teatro. «Il testosterone? È il carburante dell’azione, della competizione, a volte dell’aggressività. E non solo nei maschi. Gli estrogeni e il progesterone invece… ah, sono come sceneggiatori silenziosi: non li vedete, ma senza di loro metà della vostra vita emotiva non avrebbe senso.» A ogni spiegazione Brooks aggiunge una gag: si porta la mano alla fronte fingendo una tragedia shakespeariana quando parla degli sbalzi ormonali, o si stringe le spalle imitando un adolescente spaesato: «Un giorno vi svegliate e sorpresa! Non siete più bambini… ma non avete ancora capito cosa siete diventati.» Poi, si ferma. Pianta il pennarello sulla cattedra come fosse un microfono vero. «E adesso… domanda da un milione di dollari. Quanto siamo davvero liberi? E quanto invece siamo solo marionette appese ai fili dei nostri ormoni?» Il silenzio che segue sembra fatto apposta per costringere la classe – voi compresi – a prendere posizione.
-
TdS
Si si.. ci sono, ma sono in montagna e non riesco a postare molto! Se riesco domani rispondo!!
-
Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@Theraimbownerd @TheBaddus @SNESferatu @Voignar Lezione di psicologia La professoressa Park si alza leggermente dalla sedia, le mani appoggiate al bordo della cattedra, e guarda la classe uno per uno. Vi accorgete che non ha perso neanche una parola di quello che è stato detto. «Sono molto colpita dalle vostre risposte…» inizia con un tono calmo ma deciso. «Scarlett, la tua è una definizione quasi accademica, precisa, ordinata. Dimostra che sai dare struttura a un concetto complesso, e il fatto che tu abbia cercato di bilanciare il negativo con il positivo rivela un certo senso di responsabilità.» Volge lo sguardo verso Darius. «E tu, Darius, hai portato un punto fondamentale: il potere dei gruppi. La dinamica tra maggioranze e minoranze è alla base di molti fenomeni sociali, e non va mai sottovalutata. Anche se, come ha giustamente ribattuto Orion, all’interno di ogni gruppo c’è sempre qualcuno che guida e qualcuno che segue.» É in questo momento che prende parola Ana, in quello che, probabilmente, è l’intervento più lungo che le avete mai sentito fare. Tyler, nonostante si senta tirato in causa, resta fermo e non ribatte nulla, chiaramente colpito dal fatto che Ana abbia parlato così a lungo. Anche gli altri sembrano fissarla sorpresi. Eliza, invece, la osserva con un’espressione quasi ammirata, sorpresa dalla schiettezza con cui si è espressa. La professoressa Park ascolta tutto senza fiatare e un sorrisino le compare compiaciuto sul viso. «Ana, quello che hai detto non è inutile. Come non è inutile l’intervento di nessuno dei tuoi compagni. Anzi. In ogni dibattito, serve anche la voce di chi mette in dubbio l’importanza stessa dell’argomento. È proprio grazie a questo che possiamo confrontarci davvero: ognuno sostiene le proprie idee, ascolta quelle degli altri, e decide se mantenerle o modificarle. Soprattutto alla vostra età, è fondamentale per capire chi siete e cosa pensate del mondo che vi circonda. Che si tratti di dinamiche di potere o di qualsiasi altra questione.» Detto questo, acconsente alla richiesta della ragazza di andare in bagno. Ana esce veloce, lasciando dietro di sé un silenzio breve ma percepibile. Park sorride lievemente e torna a guardare la classe. «È così che funziona un dibattito: idee diverse, prospettive che si intrecciano, e ognuno che impara qualcosa, anche solo su se stesso.» Una decina di minuti dopo, la campanella suona, e l’ora di psicologia si conclude, lasciandovi liberi di dirigervi all’ultima ora della mattinata. @Ghal Maraz Nathan Clark La Morris ti ascolta con quella pazienza che sembra non finire mai, inclinando leggermente il capo mentre parli. «Per Alice…» comincia, con voce calma, «quello che penso è che dovresti semplicemente essere sincero. Dirle come sono andate le cose, che le vuoi bene e ci tieni, ma solo come amica. È l’unico modo per non creare false speranze, e per darle la possibilità di elaborare i suoi sentimenti senza sentirsi presa in giro.» Si sposta un po’ sulla sedia, senza staccare lo sguardo dal tuo. «E con Kathlyn… beh, se pensi che possa piacerti, perché non provare a frequentarla? Non devi capire tutto subito. L’importante è che tu agisca sempre nel rispetto di te stesso e degli altri. Qualunque cosa tu decida, deve essere una scelta che ti fa stare bene e che non danneggia chi ti sta intorno.» Sta per aggiungere qualcos’altro, ma proprio in quel momento la campanella suona, riempiendo l’infermeria con il suo trillo secco. La Morris sorride appena. «Meglio che ti affretti alla prossima ora, o avrai anche il professore che viene qui a cercarti.» Mentre ti accompagna verso la porta, aggiunge: «E ricordati, Nathan… puoi sempre parlare con qualcuno dei tuoi problemi. Sono contenta che oggi tu non ti sia tenuto tutto dentro.» Poi ti lascia andare, con uno sguardo d’incoraggiamento che ti segue fin fuori dall’infermeria.
-
TdS
@SNESferatu ana l'hai fatta uscire di classe perché avevi in mente di fare qualcosa di specifico o solo come "effetto scenico"?? Perché nel secondo caso, andrei avanti veloce passando all'ora successiva.
-
TdS
Nathan poverino non sa che stanno complottando tutti contro di lui!!
-
TdS
Ti direi.. che tu sappia no... però diciamo che magari qualche notizia della tua fama potrebbe essere giunta anche alle orecchie di qualche professore.
-
Lilac Hollow – Stagione 1: I Figli della Prima Notte
@TheBaddus @Voignar @SNESferatu @Theraimbownerd Lezione di Psicologia Tyler si sporge un po’ in avanti, guardando prima Orion, poi Ana. «Capisco quello che dite entrambi. Il potere come controllo… e il potere su sé stessi. Secondo me è normale che in ogni contesto si creino dinamiche di potere» dice con tono tranquillo. «Fa parte del modo in cui le persone interagiscono. Però… penso che la vera differenza la faccia chi, accorgendosi di avere quel potere, sceglie di usarlo per aiutare e non per schiacciare gli altri. Il potere non deve per forza essere sempre una lotta.» Emily annuisce, rivolta verso Ana. «Sì, concordo con te: quello su sé stessi è il più importante. Però a volte il potere sugli altri non è per forza negativo, Orion. Come dice Tyler, se sai usarlo bene, puoi proteggere, non solo comandare. Se lo usi bene, può diventare una responsabilità, non solo un vantaggio.» Eliza si lascia sfuggire una risatina ironica. «Proteggere? Interessante e… molto ottimistico. Orion non ha tutti i torti... Se pensi che sia sempre pulito o altruista, vuol dire che non hai mai visto come funziona davvero.» Qualche mormorio attraversa la classe. Alice resta in silenzio, fissando il banco, le mani intrecciate. Non interviene. La professoressa Park ascolta senza interrompere, poi posa la penna e sorride in modo calmo. «Mi fa piacere sentire opinioni così diverse. Orion, tu metti l’accento sulla forza del controllo, Ana, tu sulla padronanza di sé. Entrambe sono prospettive valide… e pericolose, se portate all’estremo. Tyler ed Emily vedono nel potere un’opportunità di protezione, Eliza ne ha una visione disillusa. Il potere può essere seducente, corrosivo, protettivo o distruttivo… e spesso tutte queste cose insieme. Il punto è capire non solo come lo esercitiamo, ma anche come reagiamo quando lo subiamo. Ricordatevi che a volte il potere è più forte quando non si vede, e che saper riconoscere queste dinamiche può essere la chiave per non rimanerne intrappolati.» Poi i suoi occhi si fermano su Scarlett, con un mezzo sorriso. «E tu, Scarlett? Sei rimasta in silenzio. Voglio sentire anche la tua voce in questo dibattito.» @Voignar Darius Whitesand Il messaggio di Sasha tarda ad arrivare... Dopo circa un quarto d'ora, finalmente, vedi il telefono illuminarsi. "No grazie... Non dovevi mica ripassare con Mei-Lin?" @Ghal Maraz Nathan Clark Quando finisci di parlare, l’infermiera Morris rimane in silenzio per qualche secondo, senza smettere di guardarti negli occhi. Poi si sporge leggermente in avanti, intrecciando le mani. «Nathan… quello che mi hai raccontato, questo sentirti come se ci fosse un “altro te” dentro, non è così strano come pensi» ti dice con voce calda e calma. «Soprattutto alla tua età, è normale sentire che stai cambiando, che non ti riconosci sempre. È parte della crescita: stai ancora imparando chi sei e cosa vuoi. E non c’è un “te” cattivo da combattere, c’è solo te, che stai attraversando un momento difficile.» Quanto vorresti che fosse solo un problema di crescita, che dentro di te non ci fosse realmente uno spirito fatato dispettoso e imprevedibile che ti spinge a seguire una strada diversa da quella che prenderesti seguendo la tua indole. Poi parlate di Alice e Kathlyn. Lei non ti giudica e non ti dice che avresti dovuto comportarti diversamente. «Le persone che ci colpiscono o ci stanno a cuore, a volte, ci spiazzano. Ed è normale agire d’istinto, magari senza pensarci troppo. Questo non significa che tu sia una cattiva persona, significa solo che stai cercando di capire i tuoi sentimenti. E va bene così.» Quando accenni alla professoressa Lane, la Morris ti ascolta senza cambiare tono. «Non c’è nulla di strano nel provare attrazione per qualcuno “fuori portata”. L’importante è mantenere i giusti confini, per proteggere sia te che l’altra persona. E da come ne parli, so che lo capisci.» Poi il discorso cade su Noah. Qui il suo sguardo si fa un po’ più serio, ma resta sempre dolce. «So che non è un ragazzo semplice. Non lo conosco bene, ma credo che abbia molti problemi... Che stia affrontando un periodo difficile... Credo che lui, più di chiunque altro abbia bisogno di amici.. di persone che gli stiano vicine... Devo ammettere che... quel ragazzo mi preoccupa.» si interrompe un attimo, assumendo un'espressione pensierosa mentre osserva un punto indefinito fuori dalla finestra. Poi torna a guardarti. «Non ti sto dicendo di caricarti dei suoi problemi, ma, ecco...Se riuscissi a stargli un po vicino gli farebbe sicuramente bene... E questo è un tipo di potere importante: quello di influenzare la vita di qualcuno in meglio... Anzi.. Probabilmente potrebbe fare bene ad entrambi!» Si appoggia di nuovo allo schienale, ma non distoglie lo sguardo dal tuo. «In ogni caso, Nathan, non devi avere tutte le risposte oggi. Non devi sistemare tutto subito. Hai tempo. E qui, almeno, hai una persona con cui puoi parlare senza paura che diventi un problema.»
-
TdS
É un tema a cui sia orion che scarlett sono molto legati.. e comunque anche ana e darius, volenti o nolenti spesso ci si trovano invischiati.. quindi mi piaceva l'idea di tirarlo in ballo 😁😁
- Prec
- 1
- 2
- 3
- 4
- 5
- 6
- 7
- Successivo
-
Pagina 2 di 63