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TdG - Larta 'h Vekkdin - I - Sulla porta di casa
Moggo Din Non so che altro fare, se non stare in silenzio e obbedire pazientemente a ciò che mi viene detto. Ho molto a cui pensare.
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Moggo Din Non riesco a guardare Chazia in volto, così mi sfilo l'altra ascia che ho preso ai briganti e il pugnale, facendoli cadere a terra.
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Moggo Din Continuo a fissarmi le mani come se non fossero mie. Come se qualcuno mi avesse sostituito con un arrocco all'ultimo secondo. Se non fosse già successo, direi che qualcuno mi ha incastrato. Ma in fondo lo so... "La colpa è mia. Solo mia." Speravo di raggiungere i chierici della montagna prima del prossimo episodio. Che sciocco che sono stato. "È stato come tornare indietro. Ho visto Lora, ho pensato al matrimonio, il mercante e l'egoismo, la ragazza che voleva fuggire, ho ricordato tutto e mi sono arrabbiato. È per colpa di quello che ho mangiato nella foresta. Mi ha fatto venire la febbre e poi mi ha reso...malato." Come suggerito da Andr, mi siedo e guardo il corpo decapitato dell'uomo, fisso. Sto ancora tremando.
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Moggo Din È come un deja-vù che continua a verificarsi di volta in volta. L'ascia cade ai miei piedi con un tonfo rumoroso, il respiro è ancora goffo, l'animale è andato via ed io sono tornato in me. Non capisco. Non riesco a muovermi, ma non realizzo subito che si tratta di qualcosa di magico lanciatomi da Snorri: all'inizio penso sia solo la paura, o lo shock. Guardo Naugrim imbrattato di sangue e mi faccio la stessa domanda che mi pone Chazia. Vorrei dire ad Andr che non c'è motivo di essere sulla difensiva, che non torcerei mai un capello agli altri nani o alla ragazza. Ma come mi aspetto che mi credano dopo quello che è appena successo? E come posso garantirlo? La prossima volta magari qualche innocente finirà tra il filo dell'ascia e la testa di colui che voglio uccidere. "Io-" Io cosa? Come posso giustificarmi? Meglio dire la verità senza troppi fronzoli. "...ho bisogno di aiuto."
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Moggo Din Tutto diventa ovattato. Ci metto più del previsto a realizzare cosa sta succedendo, perciò la domanda di Naugrim cade nel vuoto. La mia mente è tornata altrove, a cercare risposte che non posso trovare qui. Si trova - mi trovo - in una capanna di legno al limitare del villaggio di Prati Fischianti, a qualche decina di metri da un boschetto. Il recinto accanto è pieno di ceppi ancora da spaccare e ortiche che mi prometto di estirpare sempre all'indomani da ormai qualche anno. Sto bevendo. Sto bevendo un sacco. Da solo, in aggiunta. Si potrebbe dire che a volte è meglio quando si è in compagnia, come se il vizio del bere, come un albero in una foresta, si nasconda meglio laddove alzare il gomito è sinonimo di convivalità, e non di solitudine. Perciò alla solita ora sposto il mio bere in taverna. La malattia mi ha deformato. Già prima, essere una spanna e mezzo più basso di tutti coloro che mi circondano provocava qualche sintomo di ilarità o discriminazione; ora che i miei denti sono più affilati e le mie fattezze sono più selvagge, ancora meno popolani mi rivolgono la parola. Le mie abitudini sono mutate di conseguenza, avvicinandomi sempre di più all'animale che sono. Un cane rabbioso in una gabbia di villaggio...pieno di persone. E poi c'è lei: Lora. Bella, alta, meravigliosa come il mattino timido che si sveglia tra le fronde. Mi passa davanti e mi guarda disgustata. Fa la diffidente. Mi piace. Ho una preda da catturare...e un rivale da scacciare. Alfie. Il bardo della taverna: alto più di lei, con una voce da usignolo e delle brache colorate che fanno venire il voltastomaco. Bevo di più. Spingo i complimenti. Fischio, allungo le mani. La voglio. Volano parole, con lei, con Alfie, un po' con tutti. Come sempre, mi mandano via con qualche cattiva parola e un'occhiataccia. Ma finché piscio sul mio angolo, come ogni sera, e tutti sanno chi sono. Nessuno mi ignora per davvero, tantomeno Lora. Non le dò scelta: DEVE guardarmi. DEVE sapere che la voglio. Alla fine si arrenderà, con le buone o le cattive. Ma stasera è diverso. Lora in taverna non c'è. Tutto è più silenzioso: manca anche Alfie. Passo la prima metà della serata a bere e giocare a dadi, e qualcuno con cui fare a botte si trova sempre. Per la prima volta metto piede fuori dalla taverna senza che nessuno prima abbia provato a buttarmi fuori. Sto andando nel centro del villaggio, di fronte al pozzo. So di trovarla lì. Magari da sola. Magari è la volta buona. Cammino barcollando. Quando arrivo fuori dalla porta, sento un odore...nuovo. Caldo. Di pelle e sudore, dolce sotto al filo di fumo che fuoriesce dal comignolo della casa. Busso animatamente, e qualcuno dentro squittisce. Qualcosa non torna: apro la porta con un calcio, e trovo una scena orrifica fatta di lenzuola, vestiti sparsi e...amore. In quel preciso momento, qualcosa è scattato. La consapevolezza di essere un vagabondo, un estraneo nel proprio villaggio, reso ancora più grottesco dalla deformità della malattia. Prati Fischianti non me lo dice in faccia, ma mi tratta ugualmente come un mostro. Come ho fatto a non capirlo finora? Come ho fatto a non capire che non sono e non sarò mai abbastanza per nessuno. E questa cosa...dovrebbe rendermi triste. E invece mi fa incazzàre. Ho ricordi confusi. Istinto animale che prende il sopravvento, sangue, arti strappati e urla. Quando inizio a respirare più regolarmente ho la bocca piena di sangue, ma non mio. Ho divorato Alfie. Lora mi guarda con il terrore più profondo, e come uno riflesso la sua paura mi entra dentro. Ho ucciso un uomo. Lascio il villaggio in fretta e furia verso Kel Boldar, ma non mi dò pace. Le mie azioni hanno rovinato la vita mia, e dell'unica persona che desideravo. Nel mio desiderio egoistico, non ho mai pensato che avrebbe potuto vivere felicemente; magari il bardo non era la scelta migliore, o quella più azzeccata, ma la felicità si trova nei posti che meno ci aspettiamo. L'ho capito troppo tardi, qui a Thrylkhol, tra la mia vera gente. Ma nel frattempo ho costretto una persona a vivere nel terrore e nella disgrazia per il resto dei suoi giorni. E ora la ragazza. Anch'ella costretta a vivere una vita imprigionata nella mestizia perché sono stato troppo egoista, orgoglioso e bruto da concederle la possibilità di vivere come le pare. E chi è, stavolta, che le sta togliendo questo diritto? Chi è che mi ricorda tremendamente la presunzione e l'arroganza con cui ho compiuto quell'efferatezza? Digrigno i denti, ringhio, sbavo. Le luci diventano bagliori accecanti, le forme delle persone delle cose sono poco più che macchie colorate, vivide come un'intensa allucinazione. Sento odore di carne cruda. Forse è solo nella mia testa. Forse è lì, proprio di fronte a me. Quello che succede dopo, lo percepisco come attimi tinti di rosso, violenti, intensi. L'istinto animale che prende il sopravvento, desiderio di sangue, urla. Mie. O forse anche di altri.
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Moggo Din Incrocio le braccia mentre il mercante parla, e vorrei dirgliene quattro sul fatto che dovrebbe farci una statua d'oro solo per avergli riportato la figlia, invece di pretendere il resto del suo bottino. Faccio per aprire bocca, sicuro di avere le spalle coperte da Andr, quando le parole mi restano in gola. Cos'è che ha appena detto? "Matrimonio?" guardo la faccia della figlia. Se non era un addio al nubilato quello che abbiamo interrotto nei boschi, forse era un tentativo di fuga? Reminiscenze della mia vita precedente alla Montagna riemergono violentemente, facendomi stringere i pugni.
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I Sopravvissuti - Capitolo III
Harumori "Akai" Ashikaga @Pressi della Sezione II
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Moggo Din Per quanto mi riguarda, i klaya possono tenersi i gioielli dei caduti. Due ninnoli non mi cambieranno la vita. Quello su cui metto gli occhi sono l'armatura di cuoio, ma dopo averla soppesata capisco che è troppo pesante per i miei gusti. La ributto nel mucchio. Piuttosto prendo la grossa ascia da battaglia e me la lego, deciso a sostituirla a quella da falegname appena possibile. E perché no? Anche un pugnale, che male non fa. Il resto delle cose scintillanti non m'interessa; che fossero gli altri a spartirselo. [...] Per tutto il viaggio continuo a ripetere alla ragazza che questi buoni a nulla non avrebbero portato niente di buono né a lei né a loro stessi. Tornare da suo padre è l'unica scelta sensata. Basta guardarla per capire che non è adatta a randagiare, dopotutto. [...] Sono felice di rivedere il villaggio. Quando mi accorgo che il padre della ragazza si è messo più comodo del dovuto mi viene voglia di rimangiarmi tutto quello che ho detto alla ragazza e di rispedirla dai briganti solo per sfregio a quell'avido ingrato. "Vecchio, la gozzoviglia è finita. Ti abbiamo portato tua figlia."
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Moggo Din Sbuffo seccato, e mi accodo a Snorri. Non mi scomodo nemmeno di usare il korth, sbotto grugnendo verso l'umano: "Il càzzo con le patate, Ektor. Alza il cùlo o ti mando al villaggio un pezzo alla volta!"
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Moggo Din Annuisco. L'idea di Andr mi piace.
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Moggo Din "Se li lasciamo senza un soldo e li cacciamo via, non solo ci odieranno ma non avranno altra scelta che vendicarsi. Facciamoci dare qualcosa, ma non esageriamo." guardo i volti dei briganti legati. "Lo dico per noi, non per loro!" Sull'arruolare qualche umano non ho problemi, e non metto il naso. Spero che al villaggio la pensino come me...
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Moggo Din Sono d'accordo con Snorri e Chazia. "Dimenticate il draco. Gli umani sono subdoli, e se li prendiamo con noi qualche simpaticone potrebbe vendicarsi del marito/fratello/cognato stuzzicando la cosa più pericolosa nel raggio di miglia. È troppo tardi per la diplomazia." semmai fosse stata anche necessaria. "E non credo che 'sti cretini vogliano davvero lavorare. Sono uomini liberi. Sono qui perché non vogliono stare sotto nessuna bandiera. Tantomeno la nostra. Detto ciò" mi avvicino alla ragazza, prendendole il mento tra due dita e sorridendo malvagio "Riportiamo la colombella a casa e usiamo i prigionieri per strappare un accordo. Li riavranno indietro quando se ne saranno andati. E se provano a fare brutti scherzi, se la vedranno con l'intera Kel Boldar."
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Test del labirinto
@Bille Boo sempre molto diplomatico vuole in realtà chiederti: dove sta il divertimento per il giocatore?
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I Sopravvissuti - Capitolo III
Harumori "Akai" Ashikaga Facce nuove, astronavi, assalti alla sezione. Nulla di tutto questo mi tange finché Aycan è spaventata, e si regge a me in questo turbinìo di eventi che se già per me è traumatico, per lei dev'essere infernale. Mi sono messo in disparte insieme a lei per tutto questo tempo, tenendole le mani e rassicurandola. Con quelle poche parole che so nella sua lingua le ripeto che va tutto bene. Fin quando è con me, né questi improbabili alleati, né i Gurahal che ci aspettano a casa potranno farle del male. Intanto osservo in silenzio ciò che accade attorno a noi: riconosco alcuni visi che come il mio, non sono cambiati nemmeno dopo secoli nelle bare di ghiaccio. Mi sembra l'altro giorno che facevamo conoscenza sulla luna. Non che abbia più importanza. La diffidenza regna sovrana. Non potrebbe essere altrimenti. Le guerre in corso su Kepler sono con tutta probabilità frutto di altri figli della Visnu, come possiamo essere sicuri che loro siano diversi? E per loro deve valere la stessa cosa. Il respiro di Aycan è più regolare adesso. Le accarezzo i capelli e la lascio per andare verso Clarke-sama, che sta dando gli ordini in plancia. "Io e Shen li prenderemo dal lato, non visti. Attraete il fuoco su di voi quanto basta, e tenete al sicuro la Aycan." Poi dò un'occhiata agli altri della Sezione III: c'è Reyna, che ricordo vagamente. I miei occhi istintivamente volano sulla sua maglietta: chissà se ha ancora quelle lucine che diventano parole a comando...? "Clarke-taicho. La Sezione III si unirà a noi?"
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Moggo Din Sbuffo, guardando la ragazzina in lacrime. Dò un calcio a un sasso e alzo gli occhi al cielo, seccato da questo branco di ragazzini. La situazione si fa complicata. Guardo gli altri in cerca di consiglio "Che ne pensate?" indico la ragazzina "Lei torna dal padre. È troppo stupida per capire che ci finisce secca tra i briganti." poi faccio un gesto verso gli altri "Loro invece sono un problema. Nel migliore dei casi sotterrano l'ascia da guerra per vent'anni, fin quando i loro figli verranno a cercare rogne per questi qua" smuovo un cadavere con un piede. "...e saremo punto e da capo." "La Montagna ci ha incaricato di tenere al sicuro il villaggio. Io dico: dobbiamo farli andare via, loro e il campo che hanno tirato su a nord. Si dicono liberi, no? Che andassero a libertinare da un'altra càzzo di parte!" Mi balena in mente che potremmo tenere questi qui come ostaggi, e chiedere in cambio di smontare il campo. Prima di scendere nei dettagli però voglio sentire che dicono gli altri.
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Moggo Din Qualcosa non torna. "Ma sei cretina?!" mi rivolgo in Malke alla ragazza: "Perché càzzo sei scappata da tuo padre con dei briganti sconosciuti? Credevi di fare l'avventuriera, con quello stuzzicadenti?" indico con un cenno il pugnale che ha buttato già via. Mi rivolgo agli altri in nanico: "Diamoli in pasto al draco. Se la sono cercata."
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Moggo Din Senza nemmeno un graffio, guardo il bagno di sangue che abbiamo combinato. Di nuovo, Chazia si dimostra un pericolo pubblico. Adoro averla dalla nostra parte. Seguo ciò che dice Snorri, inziando a respirare più lentamente e spingendo con l'ascia i due tizi davanti a me verso il focolare, mentre mi sposto un po' per circondarli completamente da un lato. Ringhio contro chi mi sta intorno senza remore, ma sono più concentrato sulla ragazza: cosa crede di star facendo in mezzo a questo branco di idioti?!
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Moggo Din Due contro uno? Vi sembra corretto? Bah...
- Classi: background o meccaniche?
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DM vs tutti
Giustissimo, riformulo: "trovo scorretto counterare ad hoc i PG in ogni occasione". Quello che hai appena descritto in realtà è un buon modo di innescare una sub-trama facoltativa prima dell'incontro finale: se i PG sanno che il cattivo ha preso contromisure, possono cercare di capire come aggirarle o distruggerle prima di andare direttamente allo scontro.
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DM vs tutti
Premetto che trovo scorretto counterare ad hoc i PG. I giocatori se ne accorgono e si sentono inutili. Detto questo: Boss a fasi: un nemico che muta strategia col passare del tempo disarma i giocatori. Esempio creato da me: Gli HP sono gli stessi, ma ogni volta che tolgono un terzo di vita, il gigante cambia statistiche e perde tutti gli status (anche quelli negativi!); questo qua non è particolarmente pericoloso, ma un nemico che inizia a volare, o che recupera un pool di vita mangiando un suo alleato, rende inutile chi vuole ucciderlo grindando un'unica strategia. Campi antimagia. Banale. Ogni classe, anche una marziale, a un certo punto si affida alla magia. Quando sparisce, tutto diventa più difficile, soprattutto ad alti livelli. Eventi atmosferici. Un elemento che secondo me viene sfruttato pochissimo in D&D. Contrastare Elementi o i TS COS aiutano a non prendere danni da caldo o freddo, ma non c'è modo di evitare che gli attacchi a distanza subiscano svantaggio dal vento forte (Control Weather è di 8° livello e richiede 10min per essere castato), o che la nebbia naturale offuschi la visuale (Gust of Wind non la dissipa permanentemente), o che la pioggia spenga le torce e disturbi la Percezione.
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Moggo Din Mi prudono le mani! Stringo l'ascia tra le mie dita, sono così eccitato che sto letteralmente sbavando. Quasi dimentico della furtività, appena vedo Chazia giocare con le dita e spegnere le fiamme, le mie pupille si dilatano e il mondo perde i suoi colori, diventando una copia sputata fatta a carboncino. Esco fuori dalle fronde assaltando i malcapitati con tutta la ferocia che ho in corpo, facendo una goffa piroetta e cerco di ficcare la testa dell'ascia nel ventre del primo bandito che mi capita a tiro.
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Moggo Din "GRANDE MONTAGNA-" sobbalzo quando Chazia spunta all'improvviso dai cespugli, tappandomi la bocca subito dopo. "Preferirei non chiederti nulla, nemmeno accendermi la pipa. Le tue fiamme mi fanno cacàre addosso come il resto della magia in generale." poi guardo Andr e gli dò una pacca sulla spalla "Non contare su di me, ho la mano pesante." Prima di iniziare a muovermi per l'accerchiamento guardo il resto dei miei compagni ad uno ad uno: "Non m'importa di quello che c'è sotto, sono briganti e hanno pisciato sull'albero sbagliato. Pagheranno le conseguenze. La ragazza però non c'entra niente. Se non inizia a lanciarci addosso maledizioni e palle di fuoco, la prendiamo e la riportiamo al sicuro dalla sua famiglia...che lo voglia oppure no."
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Moggo Din I rumori mi inquietano, non poco. "Uhm...ehr...forse dovremmo...tornare indietro?" ho il terrore che un demone spunti all'improvviso per rubarmi l'anima, e questi rumori molesti mi terrorizzano non poco. Mi guardo a destra, a sinistra, dietro, in continuazione. Ho i nervi a fior di pelle e stringo tremante l'ascia in mano. Rimpiango tutta la faccenda del salvataggio, dei briganti, di Kel Boldar e dell'eredità di mia madre. Poi, l'odore. "Non sono demoni...sono umani." Mi scrollo la paura di dosso come fosse una manciata di polvere, e anzi sono parecchio incazzàto che questi spilungoni me l'abbiano quasi fatta. "Prima diamo un'occhiata. Ne facciamo fuori la metà, prendiamo la ragazza, spaventiamo a morte gli altri. " - ...e se non collaborano, va a finire anche peggio. - "Chazia, al mio segnale, le torce." Si va a caccia!
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Moggo Din Annuisco.