Bloody Gate
«Patetici. Patetici tutti voi.» disse Ygreine von Carstein mentre finiva di mettere al suo posto un bandito nei dintorni di Bloody Gate, assicurandolo al suolo con il suo stivale a tenerlo fermo. Tenera ragazza all'apparenza, vestita secondo la moda di Alto Giardino, anche se il tocco della famiglia di vedeva nelle aggiunte di armature poste in alcuni specifici punti del vestito, come brocchieri e ginocchiere ad esempio. Era una abile spadaccina ed il dono l'aveva resa ancor più letale di quando era viva e si dilettava come assassina e duellante a pagamento.
«Invero curioso che l'unico di voi un minimo apprezzabile sia il più giovane...inizio a temere che il mio signore abbia ragione e che tutto stia marcendo...bah.» disse assestando un colpo al torace del vecchio ladro e probabilmente spezzandogli una costola o due. L'uomo rantolò un poco prima di svenire. Il disgusto sul volto di Ygreine sparì soltanto quando un pipistrello giunse ad alta velocità, recando un messaggio appeso alla sua piccola zampa. La giovane thrall osservò il messaggio: un minuscolo contenitore di metallo con inscritto il simbolo del casato. Doveva arrivare al suo signore dunque.
Lasciato andare il pipistrello, Ygreine si volse verso l'orizzonte, osservando il palazzo di Bloody Gate, la corte del suo signore. Sospirò come quando aveva poggiato lo sguardo sul bandito e lasciò che i ghoul facessero ciò che volevano sui banditi ancora vivi...tranne uno. Questo, ben più lentamente, sarebbe stato scortato a corte.
***
La musica dominava la ricca sala da pranzo, dove alcuni poveri servitori umani erano costretti a servire, ancora vivi, altri come loro. Criminali, lestofanti ed altri poco di buono raccolti in lungo ed in largo, questo era quanto il signore di Bloody Gate offriva ai suoi vassalli. Molti avevano storto il naso ad una simile decisione del signore, ma egli si era dimostrato inamovibile...e crudele contro i trasgressori. Se c'era una cosa che i vampiri comprendevano era la forza, specialmente quando così brutale e tutti avevano nuovamente giurato fedeltà. Almeno quelli che da tempo lo facevano. Quando Ygreine aprì le porte in forma di lupo, lanciandocisi sopra, non furono pochi i nobili vampiri che trasalirono, per poi iniziare subito a sparlare di lei.
La "preferita" del conte era il nomigliolo che le era stato marchiato sopra, quasi fosse soltanto una cortigiana od una cagna da bordello. Niente di più falso peraltro, ma le voci fintanto che vengono ripetute assumono sempre più i contorni della verità.
«Mio signore, un messaggio urgente per lei. E' importante.»
Molti iniziarono a prenderla in giro: non era forse più importante il banchetto della bieca stoltezza che lei portava? Che forse non aveva avuto neanche un attimo di tempo per pulirsi le zampe ( termine che non cambiò neppure adesso che era in forma antropomorfa, tanto era il disprezzo dei nobili).
Lei si inginocchiò e rimase in attesa.
I passi nella sala del suo signore risuonarono nonostante fossero leggeri come il vento, tanto il brusio dei nobili si era chetato al suo passaggio. Continuarono a sparlare le nobildonne, protette dai loro ventagli di piume ed ossa umane.
Il padrone appariva come un giovane uomo, neppure ventenne. Vestito ( o svestito potremmo dire) alla moda dell'Essos, indossava un cingilombi, una gonna da incantatore forse che gli arrivava all'incirca a metà stinco. Come tutti aveva la pelle diafana, ma a differenza degli altri la sua pareva marmo e non malata e cadaverica.
I lunghissimi capelli erano lasciati come una libera criniera liscia, piena di gioielli e monili. I capelli erano rossi come il sangue, intinti in un simile colore volontariamente, insieme ad erbe ed elisir magici.
Quando il padrone si avvicinò a lei e le toccò la mano, lei venne scossa da un tremito.
Il silenzio continuava.
«Forse giungeranno nuovi commensali al nostro desco, a quanto leggo. Misteriosi marinai giungono su navi lunghe e strette. Niente che non si debba affrontare.» disse con voce melodiosa. Alcuni dei commensali ridacchiarono contro tali sciocchi.
Le risate furono brevi.
«Chiamate i vostri necromanti, affinate di nuovo i vostri sensi e poteri. Ci prepariamo ad incursioni e forse persino ad invasioni, qualora siano in numero così alto. Pretendo che stiate all'erta: siamo lupi, non pecore. Trarremo nuova forza da ogni morto e da ogni goccia di sangue stillata.
Quanto al resto, perdonatemi...io inizio subito. Continuate pure il banchetto finché vi aggrada, miei cari ospiti.»
***
Una missiva assai veloce viene inviata indietro ai sacerdoti.
Lord Icarus combatterà contro questa nuova minaccia e spera così faccia ogni altro. Uno sforzo condiviso è migliore di uno singolo.