Non sto "facendo il precisino". E no, non si è capito benissimo quello che volevi dire, perché è una filosofia contraddittoria, personale e soggettiva. Tu hai deciso che un druido che cura un cervo inseguito da un lupo è malvagio, mentre un druido che NON cura un umano inseguito da un lupo è malvagio. Hai messo una tua catena di importanza: Uomo > Lupo > Cervo. In che modo questo abbia pretese di oggettività mi perplime. Se credo che Uomo > Cervo > Lupo sono malvagio, perché non concordo con te? Semplicemente il tuo intervento precedente, come questo, cerca di dare una definizione univoca di quale sia l'interpretazione "giusta", cercando di appiattire ogni possibile comportamento umano sui due assi di D&D. Ovviamente è una pretesa ridicola.
Vi sono persone che pensano che uomini e animali abbiano pari diritti, senza essere Druidi e senza vivere in un mondo fantasy (in cui tra uomo e animale vi sono numerose vie di mezzo: uno gnoll inseguito da un lupo crudele? Il viceversa?). Se esistono nel mondo moderno, non mi sembra irragionevole volerlo giocare in un Druido, un sacerdote che vede la Natura come divinità. Mi sembra altrettanto ragionevole però voler giocare il druido che ama gli animali ma vede la vita umana come più preziosa, e tende a preservarla quando è innocente. O miliardi di altre sfaccettature, di sfumature tra un estremo all'altro e variazioni in direzioni completamente diverse.
Non sto dicendo che la tua morale sia errata, sto dicendo che non si può vedere come malvagia la scelta opposta sulla base di una presunta superiorità del proprio schema di valori. La storia "del ciclo della natura" e "dell'ordine naturale delle cose" saranno una cavolata per te, ma è un assioma per la morale accettato nel mondo (reale) da molte persone. Il fatto di voler usare i propri valori per giudicare altri (in particolare in diversi culture, in particolare in diverse ambientazioni, in particolare in ambientazioni di fantasia in cui la Natura si scrive in maiuscolo), è presuntuoso: i valori sono personali, e l'asse tra buono e malvagio è netto agli estremi ma confuso altrove. Ad esempio la scelta di curare o meno il cervo ferito è ovviamente personale, non è né buona né malvagia: sto sempre dando priorità ad una vita piuttosto che ad un'altra.
Rietra nella scelta d'interpretazione e nella definizione del personaggio, che è più ampia della semplice scelta dell'allineamento.