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Contenuti visualizzati con la più alta reputazione il 05/04/2005 in tutte le aree

  1. salve a tutti, ho questo dubbio amletico: ho cambiato proprio ieri il pg ed ho scelto di essere teurgo mistico in questi termini: 3 livelli da mago, 3 da chierico e 7 da teurgo, quindi in pratica lancio incantesimi da chierico e mago di 5° livello. Il mio pg si chiama e si comporta come il Dott.Destino, quindi possiede un armatura di mithral e non ha armi, cioe' non attacca in mischia ma solo con la magia. la mia domanda e': secondo voi e' un pg potente o no? tenete conto che ieri sera un guerriero da strapazzo ha fatto di me cio' che ha voluto... come posso modificarlo o renderlo piu' appetibile? sbaglio a non voler utilizzare le proprieta' "guerresche" del chierico? se lo mischiassi con un ladro? sarebbe cosa possibile e indicata? datemi una mano, il pg merita...
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  2. ahem scusate...forse sono diventato onnipotente ma non credo. :-s io posso ancora eliminare i miei post se questi sono gli ultimi di un topic. l'ho appena fatto. se prima pensavo che foste voi users a non vedere il pulsante, dopo la chiarificazione di aza penso di avere qualcosa di strano... :-k se mi dite come fare un file di cattura schermo vi invio la schermata con il pulsante
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  3. Lasciati dire, Otik, che secondo me se un guerriero è riuscito ad arrivatrti in mischia significa che non hai ancora appreso appieno le potenzialità e i punti deboli della tua classe. Non so che caratteristiche hai ma penso che se hai alte le caratteristiche mentali tipiche di un incantatore sia arcano che divino penso tu debba avere basse le caratteristiche fisiche, quindi in generale una classe come il Teurgo mistico NON DEVE ASSOLUTAMENTE, MAI e POI MAI andare in mischia, per nessuna ragione. Si deve comportare come il classico mago che tira incantesimi da lontano e deve inventarsi di tutto pur di non entrare in mischia (e io, ad esempio, quell'armatura la venderei per comprarmi qualcos'altro che potenzi i miei incantesimi, invece che la mia classe armatura, tanto più che, come ti ha detto anche Dusdan, se indossi un'armatura hai una certa percentuale di fallimento degli incantesimi arcani che abbiano componente somatica data dal tipo di armatura indossata). Cavolo, quella CdP unisce la potenza offensiva tipica degli incantesimi da mago con la potenza difensiva e curatrice tipica degli incantesimi da chierico, quindi basa tutta la sua forza sulla magia .... se ti riduci ad andare in mischia è chiaro che qualsiasi guerriero, anche di livello inferiore, ti fa a fettine. Io, fossi in te, mi rileggerei bene gli incantesimi da chierico e gli incantesimi da mago che hai a disposizione e lascerei perdere il combattimento in mischia.
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  4. Almeno io ho sempre ribadito che il teurgo non sia una CdP sgravata e PP più di altre CdP, ma che dipende sempre da come si usano i pg.... Anch'io son poco favorevole all'armatura, non sei mica un geomante! eppoi ci sono tanti incantesimi protettivi:armatura, pelle coriacea, pelle di pietra, vesti magiche, scudo, protezione dal male....per non parlare degli oggetti magici... Non so come si sia svolto il combattimento né il tipo di avventura, certo è che a corpoacorpo un incantatore "arcano" fa sempre la sua figuruccia soprattutto se piglia il primo colpo e non riesce nel concentrarsi per lanciare incantesimi.... Consigli: alcuni incantesimi lanciali quotidianamente, senza aspettare il combattimento, non si sa mai...del resto è una prerogativa del teurgo avere una paccata di incantesimi!, alcuni slot lasciateli liberi per esigenze extra, non usare un'armatura (a meno che oltre a mitrhal non abbia altre peculiarità per te irrinunciabili), usa le armi (Dr. destino ce le aveva e del resto combinava la magia con la tecnologia: la sua armatura era anche un insieme di armi e di altre utilità...non so la tua), sfrutta al meglio i tuoi talenti metamagici (se li hai o li sceglierai). Se hai scelto la via della conoscenza magica non capisco perché spostarsi in altre classi poco attinenti...a meno che tu non sia Elminister (e anche lui dipende quando ha fatto quelle scelte di classe). Se vuoi un pg un po' diverso (sul potente dipende ripeto da come si usa...e anche dal tipo di Dm che ti ritrovi.. 8-[ ) "potresti passare" ad un'altra CdP.... Ciauz! p.s. Complimenti Sharu per l'avatar!
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  5. Avresti dovuto evitare di farti coinvolgere in un corpo a corpo... nonostante l'apporto difensivo del chierico... hai sempre l'anima maghesca con cui avere a che fare... Che sotto i colpi di una spada bastarda ha i suoi problemini...
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  6. ma i bigotti benpensanti dicevano che c'erano troppe parolacce: che mondo di m%$#^
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  7. I Monaci della Luna Oscura sono molto interessanti e forse più adatti al tuo tipo di PG in quanto fedeli di Shar e non facenti parte di un culto segreto. Inoltre possono biclassare stregoni se ti interesa ma non ricordo con quale criterio.
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  8. Ho scritto questo raccontino di getto, ieri sera... In piedi davanti allo specchio del bagno, nudo, controllava che tutto fosse in ordine. Una pelle perfetta. Era sempre stato il suo sogno. Nessuna crema poteva funzionare, nessun intruglio chimico avrebbe potuto dargli ciò che gli interessava. Era necessaria per la sua vita. Perché potesse continuare ad esistere. Ed avrebbe dovuto pensarci lui, con una vita sana ed equilibrata. Ogni minimo difetto avrebbe dovuto essere corretto e rivisto, eliminato completamente. Perché la pelle non è solo uno strato di difesa per quel che c’è sotto. E’ anche un’interfaccia con il mondo. Prese il vasetto in cui aveva preparato il sapone per radersi. Ne raccolse un pugno, e lo spalmò su tutto il suo curatissimo volto. Ne depose uno strato spesso due millimetri quasi esatti, con precisione, al limite del maniacale. Lo schiumoso icore bianco aveva completamente nascosto la sua bocca, rendendolo una maschera di se stesso. Era ormai abituato a vedersi così, e non provava più alcun orrore. Afferrò il rasoio usa-e-getta, lo appoggiò sulla guancia destra e lo abbassò, applicando una pressione abbastanza elevata da recidere ogni singolo pelo senza intaccare lo strato cutaneo. Impiegò circa mezz’ora per la rasatura. Che aveva peraltro già effettuato quella mattina stessa. Sorrise allo specchio, mostrando la sua linda chiostra di denti in perfetto ordine, appena lavati e puliti. Ora poteva spogliarsi sul serio, e coricarsi. <<Tutto bene?>> chiese la ragazza, dalla stanza da letto. La sentiva chiaramente: era per la sua voce, così argentina, vera, viva, che ne era stato attratto, il mese precedente. La stava facendo attendere nel letto, e questo non era gentile da parte sua. Per la terza volta, avrebbero fatto l’amore. Era stato un approccio lento, pacato, ma pensava che, almeno in quel caso, avrebbe sortito il suo effetto. Ed aveva avuto piena ragione. Si chiama Ellen, ma voleva che lui la chiamasse Ellie. Lui non voleva: gli sembrava un nome da cane. Aveva i capelli castani, di un colore molto intenso, tendente quasi al rosso. Il colore delle castagne dell’ippocastano appena tolte dal riccio. La pelle era liscia, rosata, pulita. Sembrava una bambola. Aveva sempre pensato che si trattasse solo di uno sciocco modo di dire, ma, almeno nel suo caso, era vero. E gli occhi color nocciola completavano quell’affresco che era il suo volto. Non gli interessava il suo corpo, non immediatamente, almeno, in quel momento coperto da una semplicissima veste da notte, poco più di un sottile velo semitrasparente che avrebbe dovuto nascondere qualcosa ma mostrava in realtà tutto. Era ben costruito, quello sì. Molto curato, ben rifinito, armonico. Ma non era il suo corpo il fulcro del suo interesse e dei suoi timori, in quel momento. Era lui stesso. <<Sì, Ellen. Tutto bene. Arrivo subito.>> Prese un gran sospiro, ed uscì dal bagno, spegnendone la luce. La stanza era illuminata solo dall’abat-jour accesa sul basso comodino accanto al letto. In quella luce rosata, Ellen risaltava ancor di più, riempiendolo di orgoglio per la sua conquista. Ora doveva stare attento a non rovinare tutto quello che aveva fatto in un mese. Un suo gesto sbagliato avrebbe potuto significare la fine. E non solo del loro rapporto. Ellen sorrise, vedendolo arrivare. <<Quanto ci hai messo…>> <<E’ che mi piace essere… curato in ogni dettaglio.>> <<Come se non lo sapessi.>> Era il momento. Si sedette sul bordo del letto, vicino a lei. <<Ellen…>> <<Ti vedo preoccupato.>> <<Sì, lo sono.>> <<E perché? Non è la prima volta che lo facciamo, no?>> <<Certo, lo so, ma…>> La ragazza si protese verso di lui. <<Cosa c’è?>> Lo osservò con attenzione per qualche istante. Aveva lo sguardo di una giovane volpe che controlla con diffidenza e curiosità una preda morta. <<Non ti ho mai visto così.>> <<Perché… perché devo parlarti di una cosa. Importante.>> Ellen si spostò una ciocca di capelli dal volto. <<Cosa riguarda?>> <<Riguarda… noi. Io e te. C’è… c’è qualcosa che non ti ho mai detto. Qualcosa che mi riguarda.>> Ellen assunse un’espressione corrucciata. <<E…?>> <<E’ difficile dirtelo, Ellen. Difficile. Dovrei… mostrartelo. Ma ho paura.>> <<E di cosa?>> <<Della tua reazione,>> le confessò. <<Perché non sarà bello per te.>> Ellen non rispose. Lui leggeva la tensione sul suo volto, nel suo corpo, e, inconsciamente vi rifletteva la propria. <<Non so neanche come spiegarlo.>> <<Allora fammi vedere. Forse posso capire meglio.>> <<Ci provo.>> Si alzò in piedi, ponendosi fra il muro e il letto. <<Ci provo. Ellen, ti prego, cerca di contenere la tua reazione… Io… io ti amo…>> <<Lo so, tesoro, lo so.>> <<E non voglio perderti.>> <<Neanche io.>> Il suo sorriso gli diede coraggio. Sarebbe andato avanti. Si toccò il polso sinistro, alla ricerca del primo punto su cui agire. Lì la pelle era più sottile, più semplice da manipolare. <<Perché, Ellen…>> Riuscì, con pochi, rapidi gesti a staccare la pelle della mano da quella dell’avambraccio. <<Cosa stai facendo?>> chiese la ragazza, titubante. <<Ti… ti ho detto che… non ti sarebbe piaciuto… ma…>> Si tolse la pelle dalla mano, mettendo a nudo le squame sottostanti. Sentì le scaglie cornee sollevarsi nell’aria, libere dalla costrizione della sua pelle perfetta. <<Io devo farlo, Ellen. Devo essere sincero.>> Ripeté l’operazione con l’altra mano, lasciando cadere in terra gli involucri. <<Almeno con te.>> <<Ti prego…>> balbettò la ragazza, ritirandosi contro la testata del letto. <<No, Ellen, per favore… non voglio che tu reagisca così… so che è… orribile, ma… voglio mostrarti cosa c’è sotto. Cosa sono.>> Già, cos’era? Se lo era sempre chiesto, ma non era mai riuscito a trovare risposta al quesito. Armeggiò con la pelle del suo petto, fino a recuperare i punti di contatto del rivestimento dei suoi pettorali. Colpi secchi e precisi staccarono il tegumento, che, con un rumore sottile come una lama nell’aria, si squarciò, liberando il suo corpo lungo una linea dai genitali sino al collo. Con un lieve movimento della testa, riuscì a prolungare la fenditura, sino a farla raggiungere la sommità del suo capo. Ne uscì come una farfalla dalla propria crisalide. A differenza di una farfalla, però, lui era costretto ad impuparsi ogni giorno, per uscirne solo nottetempo, nel privato del suo letto. Scaglie e creste all’aria, il muso finalmente snudato, le solide placche ossee lungo il dorso e ai lati del volto, si sentiva finalmente in ordine. Si sentiva se stesso. Quello che era in realtà. <<Ellen, io ti amo.>> Ellen riuscì finalmente a liberare l’urlo che aveva accumulato in gola. Senza permettegli di reagire, scese dal letto con un balzo, correndo verso l’uscita della stanza. <<Ellen! No! Per favore!>> La ragazza non rispondeva. Riuscì a sentire il rumore della porta d’ingresso che si apriva e si chiudeva, prima di raggiungere il salone della sua casa. Ellen se n’era andata. <<Ellen…>> Aveva urlato, aveva avuto paura. Si era spaventata. Aveva rovinato tutto. E ora era giunta la fine. Si sedette sul divano, le mani sul volto e i gomiti puntati sulle ginocchia. Pianse, liberandosi di tutta la tensione che aveva accumulato, senza limitarsi ai singhiozzi. Aveva sperato sempre nella compagnia di qualcuno che potesse amarlo, senza porsi il problema della sua identità, anche oltre il guscio che lo nascondeva e lo proteggeva dalla vista del popolo di tutti i giorni. Ma non esisteva, non esisteva. Il mondo non lo voleva. -MikeT
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