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poesia, poesia, poesia


diana

Messaggio consigliato

doppio brivido.

In memoria di una donna Maya...

perchè... pulsa dentro il cuore. Fa parecchio, parecchio male. Vivo nell'animo di quella donna, e il dolore è troppo.

Una giornata con te..

perchè la conosco, e non l'avevo -ovviamente!!- mai letta, o sentita... ma la conosco... la vivo.... ...e grazie, perchè mi ha dato un dolce sorriso.

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  • 1 mese dopo...

non le senti

fin troppo leggere

fin troppo pesanti

segnano senza che tu

povero cuore

possa far nulla

le vedi brillare

riflesse nello specchio

lì, davanti a te

simboli di una verità

che non vuoi vedere

e chiare

cristalline

ti stringono ghiacci

attorno a pensieri

ti lasciano nel nulla

ti lasciano nel cuore

LACRIME!

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E in questa notte

di luna nuova, nulla

illuminerà i silenzi,

i sospiri, i pianti, e

i desideri di coloro

che guardando il

cielo cercheranno

qualcosa che darà

speranza ai loro sogni.

Nulla illuminerà i desideri

degli uomini, in questa

notte di luna nuova,

notte in cui non vi

è niente di certo

nemmeno la luna.

Un elfo Oscuro senza patria

vagando in superficie

in una notte senza luna

LINDIR di nessun

casato che valga la pena

nominare

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Schiava

L’emozione ti brucia nel cuore

Ti senti ferita

tradita

abbandonata

Da un cuore che non ti ascolta

da un cuore che sceglie per te

E tu schiava di quest’emozione

Non puoi

Non vuoi

Non sai

liberartene

Perché seppur schiava sua

seppur controvoglia

provi il sottile piacere

di sapere di cosa morire

-----

Poesia allo specchio del futuro.

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Silenzio

Il riposo di una mente

che macina il grano

seme di un terreno lontano;

poi la siccità dell'uomo indifferente:

tutto ciò che rimane è niente.

Uno sguardo vaga allibito,

lo scambiarsi di impressioni

è frutto di mille emozioni

ma ogni tipo di ritmo intriore è proibito.

Pericoloso è colui che sfida il nulla,

divisore del mondo un sospiro di troppo

ma poco è saggio farsi stordire dalla brama di un dolce oppio:

la parola si spande come l'onda dal centro al bordo di un ampolla.

V'è allora la necessità di un silenzio interiore,

già l'antico e pur vero Agostino prevenne

l'insegnamento che l'uomo avrebbe lasciato indenne,

solo così del bene il genere umano sarebbe stato fruitore.

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E allora amiamoci

Amiamoci così

Senza dircelo

Senza volerlo

Senza crederci

Senza un perché

Amiamoci così

Come due amici

Come due amori

Come due amanti

Come due amati

Amiamoci così

Non cerchiamo in fondo

Solo la possibilità

Seppur remota

Di non doverlo ammettere?

E allora amiamoci così

Silenziosamente

Ma amiamoci

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  • 2 mesi dopo...

Malinconiche note

scivolano via

come neve che cade

come lacrime di cristallo.

Trova un modo per volare

raggiungi te stesso

raggiungi la vita.

Non aver paura

di perdere qualcuno,

perchè tutto è eterno

luce che non si spegne mai.

E io verrò da te,

attraverso l'oscurita

attraverso la nebbia

ti aiuterò a volare ancora più lontano.

Ma poi dovrai proseguire da solo,

dopo io non ci sarò più.

Ma non ti dirò di non piangere

perchè non tutte le lacrime sono un male.

Gli ultimi due versi sono vera e propria violazione di copyright, penso abbiate capito da cosa.

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  • 2 settimane dopo...

bellissima, veramente.

vuoi le critiche? e critiche avrai :mrgreen:

a parte gli scherzi credo ce criticare, sia in senso negativo che positivo, un frammento di queste dimensioni sia molto difficile. in poesie del genere ciò che conta è l'emozione che le parole ti trasmettono (se riescono a farlo). a me quest'emozione l'hanno data.

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bellissima, veramente.

vuoi le critiche? e critiche avrai :mrgreen:

a parte gli scherzi credo ce criticare, sia in senso negativo che positivo, un frammento di queste dimensioni sia molto difficile. in poesie del genere ciò che conta è l'emozione che le parole ti trasmettono (se riescono a farlo). a me quest'emozione l'hanno data.

Grazie del complimento, per il fatto che sia molto corta è proprio per quello che hai scritto tu: a me le poesie devono dare emozioni e quindi preferisco gli ermetici...

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  • 2 mesi dopo...

Mi inserisco un attimo qua.

Non so se è il posto giusto, ma la posto lo stesso.

L'ho appena sentita, recitata con molto trasporto da un mio collega di caserta, spontanea e a memoria.

Magnifica, cosi.

Io vulesse truva' pace

Io vulesse truvà pace;

ma na pace senza morte.

Una, mmieze'a tanta porte,

s'arapesse pè campà!

S'arapesse na matina,

na matin' 'e primavera,

e arrivasse fin' 'a sera

senza dì: "nzerràte llà!"

Senza sentere cchiù 'a ggente

ca te dice:"io faccio...,io dico",

senza sentere l'amico

ca te vene a cunziglià.

Senza senter' 'a famiglia

ca te dice: "Ma ch' 'e fatto?"

Senza scennere cchiù a patto

c' 'a cuscienza e 'a dignità.

Senza leggere 'o giurnale...

'a nutizia impressionante,

ch'è nu guaio pè tutte quante

e nun tiene che ce fà.

Senza sentere 'o duttore

ca te spiega a malatia...'a ricett' in farmacia...

l'onorario ch' 'e 'a pavà.

Senza sentere stu core

ca te parla 'e Cuncettina,

Rita, Brigida, Nannina...

Chesta sì...Chell'ata no.

Pecchè, insomma, si vuò pace

e nun sentere cchiù niente,

'e 'a sperà ca sulamente

ven' 'a morte a te piglià?

Io vulesse truvà pace

ma na pace senza morte.

Una, mmiez' 'a tanta porte

s'arapesse pè campà!

S'arapesse na matina,

na matin' 'e primavera,

e arrivasse fin' 'a sera

senza dì: "nzerràte llà!"

Edoardo de Filippo.

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  • 1 mese dopo...

Persone

Vecchi ignoti dalla consapevolezza lontana,

ricordi profondi con una memoria profana,

giovani indifferenti che guardano al cielo,

molte fanciulle che sognano il vero.

Ed ecco che le abitazioni divengono prigioni,

le strade testimoni di peccati e provocazioni,

un urlo molesto risuona lontano,

ricordo di un sogno ormai vano....

L'alba portatrice di novelle,

ma il compito più aspro tocca alle stelle,

detentrici di quelle speranze che solo la mente

o il cuore mantengono vivi nelle persone ai propri valor attente.

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  • 2 settimane dopo...

Questa poesia è il biglietto di addio di un ragazzo che si è suicidato, negli USA. Imho è bellissima.

Una volta, su un pezzo di carta gialla con le righe verdi,

scrisse una poesia,

e la intitolò "Chops",

perchè quello era il nome del suo cane.

E i versi parlavano di lui.

Il professore gli diede una A

e una stella dorata;

e sua made la appese alla porta della cucina

e la lesse a tutte le zie.

Era l'anno in cui Padre Tracy

portò tutti i ragazzi allo zoo,

e li lasciò cantare sull'autobus;

l'anno in cui nacque la sua sorellina,

con quelle unghiette minuscole, senza capelli.

Sua madre e suo padre si baciavano sempre,

e la ragazza dietro l'angolo gli mandò

un biglietto di San Valentino con una fila di X.

e lui dovette chiedere a suo padre cosa significassero.

E suo padre, la sera, gli rimboccava sempre le coperte.

Era sempre pronto a farlo.

Una volta, su un pezzo di carta bianca con le righe blu,

scrisse una poesia,

e la intitolò "Autunno",

perchè quella era la stagione nella quale stava vivendo,

e i versi parlavano di questo.

Il professore gli diede una A

e gli chiese di scrivere in modo più chiaro;

sua madre non la appese alla porta della cucina,

perchè aveva appena imbiancato.

E i ragazzi gli dissero

che Padre Tracy fumava sigari,

e lasciava i mozziconi sui banchi,

e a volte questi facevano dei buchi.

Era l'anno in cui sua sorella mise gli occhiali

con le lenti spesse e la montatura nera;

e la ragazza che abitava dietro l'angolo rise,

quando le chiese di andare a vedere Babbo Natale.

E i ragazzi gli spiegarono perchè

i suoi genitori continuavano a baciarsi:

suo padre non gli rimboccava mai le coperte,

e s'infuriava

se glielo chiedeva piangendo.

Una volta, su un pezzo di carta strappato dal suo taccuino,

scrisse una poesia,

e la intitolò "Innocenza: una domanda",

perchè questo era il quesito che si poneva su di lei,

e i versi parlavano di questo.

Il professore gli diede una A,

e gli lanciò uno sguado strano, serio;

e sua madre non la appese alla porta della cucina,

perchè non gliela fece mai leggere.

Era l'anno in cui Padre Tracy morì,

e lui dimentico come finiva

il Credo degli Apostoli.

Sorprese sua sorella a fare sesso

in veranda, sul retro;

e sua madre e suo padre non si baciavano mai,

e non si parlavano.

E la ragazza che abitava dietro l'angolo

si truccava troppo,

e lui tossiva quando la baciava,

ma la baciava lo stesso,

perchè era la cosa giusta da fare.

Alle tre del mattino si infilava nel letto,

e suo padre russava rumoroamente.

Ecco perchè, sul retro di un sacchetto di carta marrone,

provò a scrivere un'altra poesia,

e la intitolò "Il nulla assoluto",

perchè i versi, in realtà, parlavano di questo.

E si diede una A,

e si tagliò i suoi dannatissimi polsi.

E la appese alla porta del bagno,

perchè questa volta, pensò, non sarebbe riuscito

a raggiungere la cucina.

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