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Mito Cosmologico della creazione


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Buongiorno a tutti, vi proporrei la storia dell'origine prima del mondo nell'ambientazione che sto scrivendo (o meglio, che provo a scrivere). 
La storia tratta della creazione "generale" del mondo e delle principali razze.

" In principio erano dio e il caos. Dio vagava sul mutevole mare di ogni cosa in perfetto silenzio, poi si fermò e cantò. Dapprima la melodia era rozza e potente, scuoteva il caos e divideva la luce dalle tenebre, la terra dalle acque e il fuoco dava vita a quelle terre spazzate da un vento che ogni cosa distruggeva. Da quel urlo primordiale nacquero creature altrettanto primordiali, incarnazioni della forza bruta del primo verbo. Poi il canto iniziò a farsi più melodioso e armonico, il sostrato d’ogni elemento venne a definirsi distintamente dagli altri ai piedi del creatore ed alcune fra le creature primordiali furono illuminate dalla bellezza del canto divino. La melodia si fece sempre più soave fino a placare il moto violento del mondo primordiale, Dio padroneggiava ormai la sua voce e decise di tramutarla in verbo. Esso diede le leggi al mondo e diede forma al paradiso, la terra ove rispendeva la ragione divina. Allora il Signore volle produrre la più alta delle sue creazioni, un soggetto a sua immagine e somiglianza privo del fardello della conoscenza. Nacque così l’antico, creatura a immagine e somiglianza di dio, capace di gioia e dolore, ambizione e umiltà, creatura spensierata senza domande, paure e dubbi. Il verbo gli venne nascosto, imprigionato in una mela di cui gli fu proibito di nutrirsi. L’antico però non comprendeva l’ordine, nella sua spontaneità mangiò del frutto della conoscenza e capì. Conobbe sé stesso, si interrogò sul senso di ogni cosa e sul suo vissuto, divenne inquieto e impaurito, conobbe la solitudine e l’angoscia. Dio lo vide e si infuriò, cacciò la sua creatura ormai corrotta dalla conoscenza dal suo paradiso, gettandola nel mondo. Qui l’antico pianse per giorni, quando il Padre lo vide ebbe pietà di lui e gli si manifestò per bocca di un grande drago metallico. Non potette riaccettare il figlio in paradiso, ma decise di dargli conforto. Insegnò al figlio a cantare, cosicché potesse popolare il mondo con creature che gli fossero di compagnia; a differenza del loro creatore sarebbero però state parzialmente soggette all’entropia del mondo, costrette un giorno alla morte del corpo. Così l’antico sfogò le sue emozioni e desideri dando vita a uomini e gnomi, elfi e nani, creò infine innumerevoli animali privi della conoscenza, Dio vide che era azione buona e decise che questi ultimi figli del suo figlio avrebbero auto posto alla casa del padre dopo il trapasso. Gli altri mortali nati dal canto ereditarono però il peccato del padre, la loro parte immortale non poteva quindi essere accettata nella terra del creatore.
Il Signore non li lasciò tuttavia al loro destino, cantò di nuovo e creò dei luoghi dove gli spiriti potessero trovar dimora dopo la morte del corpo. Quella così triste melodia creò l’aldilà e gli oltre-mondi, uno per ogni maggiore inclinazione e sentimento dei mortali. In ognuna delle nuove realtà nacque un potente spirito perché accogliesse, vigilasse contribuisse a guidare i mortali, dandogli conforto e comprensione. L’aldilà venne dato al figlio del Padre, che nella sua grande conoscenza avrebbe dovuto in eterno giudicare le anime dei figli suoi, inviandole nel reame ultraterreno più opportuno alle loro inclinazioni.
Terminata l’opera, Dio sigillò i cancelli del suo regno alle creature autocoscienti e tornò a passeggiare nel suo giardino. "

In pratica, il Creatore divide gli elementi in modo dapprima piuttosto rozzo e poi arriva a definirli nei quattro piani elementali. all'inizio crea il piano materiale, che in questa fase primordiale è caotico e popolato da "incarnazioni della forza bruta del primo verbo", che sarebbero i primi draghi cromatici e alcune altre creature potenti. quando si definiscono i piani elementali ai suoi piedi nascono i draghi metallici ed altre creature di potenza primordiale, ma meno brute e "più buone" delle prime, qui inoltre il piano materiale inizia a definirsi meglio e ad essere più simile a come lo conosciamo. poi crea, "sopra" ai piani elementali il suo paradiso, dove da vita all'antico. l'antico e, come si spiega, una creatura perfetta ma priva di autocoscienza, prova quindi emozioni e ragiona senza però essere in grado di pensare a se stesso come qualcosa di astratto, non sa interrogarsi su se stesso e sulle cose. nella sua spontaneità non capisce l'ordine del padre mangia il frutto, diventa cosciente delle cose belle della vita ma anche di quelle brutte, da cui è tormentato. viene cacciato ma poi Dio si pente perché vede che infondo è solo un poveretto che ha sbagliato, così gli da la possibilità di creare gli animali e creature dotate di autocoscienza a lui simili. queste creature, come dico nel mito, sono le principali razze del gioco, hanno gradi di conoscenza e autocoscienza "normali" (come noi umani del mondo reale) e sono immortali solo nell'anima (insomma, sono le solite vecchie e care razze di D&D). vengono creati i piani esterni principali che sono ognuno caratterizzato dalle più "generiche" e rilevanti emozioni, sono pochi piani che vanno a dividersi in semipiani più specifici, questi piani servono da dimore per le anime dei defunti. allo stesso modo vengono create le prime divinità che coprono ambiti generici, hanno il compito di vigilare sulle anime e di dar conforto e guida ai mortali che desiderano rivolgersi a loro. allo stesso modo dei piani divisi in sottopiani, gli dei maggiori creano dei minori e intermedi o consentono ad alcuni mortali l'ascesa a tale status (questi dei sono, alla stessa maniera dei semipiani, delle "specializzazioni" del dio maggiore, per adattarsi meglio al vissuto e alle opere dei mortali). quindi alla fine la gente nel mondo vive e crede negli dei che più sente affini, poi alla morte va nell'aldilà dove l'antico giudica l'anima e la invia nel piano più adeguato, dove l'anima trova dimora in uno dei sottopiani. 
le modalità con cui l'antico giudica e che giudizio da di chi ha creduto in modo ipocrita in una divinità sono cose che non ho ancora definito.
alla fine del mito si vede dio che se ne va e chiude le sue porte a tutti, tranne alle anime delle creature prive di autocoscienza. nel vero e proprio paradiso quindi ci vanno solo gli animali e quei druidi che hanno maggiormente compreso il disegno divino della natura, diventando un tutt'uno con essa.
il torsolo avanzato della mela è ancora in giro nel mondo, dio lo gettò via nella rabbia. non si decompone ed è indistruttibile, chi lo trova e lo comprende se è abbastanza potente ottiene un parziale potere di creazione dovuto alla grande comprensione che quell'oggetto fornisce sul multiverso.

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Molto lineare e pulita, carina la citazione della mela.

Con il fatto che in poche parole tutto il creato è nato cantando potresti far si che il canto abbia un influenza notevole nel tuo "mondo", potresti anche divertirti con scuole nuove per bardi, domini per i chierici...insomma potresti svilupparla in un modo assai inusuale.

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su quello dovrei rifletterci bene, perché nella mia idea sanno che esiste il creatore solamente gli dei, l'antico, qualche drago e i più potenti druidi.
però comunque voglio provare a inserire delle parole e melodie segrete che consentono di emulare la creazione, di certo ci sarà una melodia in possesso dell'antico che consente di creare nuovi piani e creature (sarebbe il canto utilizzato dal Creatore per creare i piani e quello usato dall'Antico per creare i mortali)

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5 ore fa, nos ha scritto:

su quello dovrei rifletterci bene, perché nella mia idea sanno che esiste il creatore solamente gli dei, l'antico, qualche drago e i più potenti druidi.
però comunque voglio provare a inserire delle parole e melodie segrete che consentono di emulare la creazione, di certo ci sarà una melodia in possesso dell'antico che consente di creare nuovi piani e creature (sarebbe il canto utilizzato dal Creatore per creare i piani e quello usato dall'Antico per creare i mortali)

Parole magiche, cantilene dai poteri illimitati, tomi di poesie impronunciabili...ne hai un bel po di spunti.

 

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