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La Nostra Storia 3020 - ->CyberPunk<- -


Gigared

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Uhm...strano...qualcosa non mi torna...

Perchè mai della gente vuole ucciderli?? Ok, hanno fatto fuori alcuni tipi che sembrano far parte di una banda, ma questo succede spesso e non giustifica un dispendio di energie cosi grosso per vendetta.

La soluzione è sicuramente in quel chip. Che poi..un chip nascosto in una pistola?? strano posto..va be..bisogna trovare quel nicholas ora..ma io che cazzo posso fare in tutta questa storia??

Eliah sta pensando, analizzando la situazione, e non si accorge neppure di quello che sta succedento tra il poliziotto e Sheila. E non si accorge neanche di come Tom ora guarda Veela.

Se lo vedesse potrebbe notare lo sguardo..come dire..famelico, dell'uomo. Ma forse nessuno se ne accorge, forse neanche Veela, visto che è di spalle.

Qualche istante dopo Mike prende la parola..

"questo Nicholas.." dice a bassa voce, forse ancora stupito dall'azione della donna. Si interrompe un attimo, poi riprende. "Questo Nicholas credo di averlo incontrato giusto ieri. Era ridotto male per una tentata fuga ai nostri agenti. Lo stavamo cercando perchè a quanto pare era presente all'esplosione del bar.." si interrompe per guardare Paul, che ricambia lo sguardo con gli occhi leggermente turbati dal dolore.

"volevamo informazioni da lui, per sapere se aveva visto qualcosa, e invece lui è scappato come se avesse appena ammazzato il presidente dell'Arasaka...se mi date un po' di tempo forse recupero informazioni su di lui e su come trovarlo, ma devo tornare per lo meno alla mia macchina, dove ho i chip con tutte le informazioni. Ora potrei riconoscerlo, ma non rintracciarlo."

Fa correre lo sguardo tra tutti i compagni, soppesandone le reazioni. Poi aggiunge:" ora dormiamo, che è meglio...domani mattina ci muoveremo..ma credo che un qualche turno di guardia dovremmo istituirlo. Qua siamo abbastanza nascosti e riparati, ma non si sa mai.

Non so dove siamo e non mi fido troppo....inizio io se per voi va bene.."

Qualche attimo di silenzio, poi Paul annuisce, e afferma di voler fare il secondo. Allora Eliah si alza e dice di seguirlo.

"C'è una stanza con un monitor che punta all'entrata dall'albero.Se per caso funziona ancora può tornare utile. E li vicino ci sono anche le stanze per dormire, con qualche materasso più comodo di questo pavimento. Non so se basteranno per tutti ma al massimo io dormo in macchina, che ci sto."

Il gruppo si muove, entrano in un altro piccolo edificio li vicino e Eliah accende un piccolo monitor. Digita un codice e dopo qualche istante un immagine sbiadita compare sullo schermo.

"Non so quanta batteria ci sia, e potrebbe spegnersi presto. Ho spento le luci per risparmiarla, ma conviene limitare anche l'uso di questo schermo. Vedi tu come preferisci fare Mike. La ci sono i letti...sono tre, e quindi io sto in macchina..se serve qulcosa chiamatemi, e vedrò se posso aiutarvi.."

Eliah si allontana, con passo stanco verso la macchina, lasciando i compagni soli, e intanto memorizza tutte le informazioni che può sui suoi compagni di viaggio.

Grazie papà..almeno questa insegnamento mi è utile.. ..sorride, e continua a camminare..

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Principali partecipanti

Giusto per fare un po' di casino gratuito!

Si erano appena addormentati tutti, Mike stava riflettendo su quanto era successo, Sheila aveva ragione su Nora tranne che per un particolare, non l’aveva lasciata a una persona che le voleva bene e adesso era nervoso, nervoso per Nora e nervoso per se stesso, il bacio della ragazza l’aveva scombussolato un po’ più di quanto pensasse…

Scrollò il capo, come per allontanare i pensieri da lui, e per non pensare troppo, iniziò a studiare un modo per portare fuori dall’ospedale la ragazza di Mullen e per mettere al sicuro Nora, una pessima presentimento le si affacciava alla mente, era preso nell’elaborazione del piano che reagì con un secondo di ritardo all’apparizione di cinque uomini davanti all’apertura…

Erano vestiti di scuro e si muovevano bene, mettendosi in copertura di quello che stava armeggiando con qualcosa alla porta, Mike ruotò la telecamera e non vide nulla di piacevole, un tipo stava sistemando una grossa quantità di esplosivo al plastico sulla porta…volevano irrompere dentro mentre dormivano…appena sveglio lo spirito combattivo di una persona è bassissimo, questi sapevano fare il loro lavoro e anche bene.

Si avvicinò silenziosamente a Sheila che dormiva, perché era la più vicina e l’unica dotata di cyberottica, si ripeté, le appoggiò una mano sulla spalla, e una verso la bocca..poi ci ripensò non era una mossa furba considerando quello che aveva passato, le diede una scrollata lieve, ma lei allenata a reagire in fretta si alzò rapida come una lince, con gli occhi che brillavano e il pugnale in mano.

Mike le sorrise, a bassa voce le disse quello che stava accadendo e ciò che aveva intenzione di fare, lei annuì con un luccichio negli occhi!

Si mossero silenziosi verso l’uscita, confidavano nell’effetto sorpresa, se avessero colpito duro e veloci il successo sarebbe stato loro, “Chi Osa Vince” le disse e lei rispose con uno smagliante sorriso.

Si avvicinarono all’ingresso, silenziosi, poi poco prima dell’ingresso da cui erano entrati, girarono a destra, c’era un corridoio di servizio se Mike non aveva frainteso del tutto la mappa del luogo che aveva visto nella sala video.

Il corridoio finiva in una piccola uscita di servizio, seminascosta dietro l’albero, si avvicinarono e per poco non saltarono in aria quando l’aprirono, fu un riflesso di Sheila a fermarlo…quei tipi sapevano davvero fare il loro lavoro, una piccola mina a strappo per bloccare gli eventuali fuggitivi, ma solo quella notarono con sollievo. Mike disinnescò il semplice ordigno a strappo e uscì strisciando sul terreno seguito dalla ragazza, che era silenziosa come una serpe!

Si avvicinarono a ai cinque uomini armati, erano arrivati a bordo di un grosso pick up nero semiblindato e armato con una mitragliatrice pesante, un vero mezzo da guerra antisommossa, molto simile agli Humwee che usavano nei SAS. C’era un uomo sulla pedana della mitragliatrice, che non sembrava però vigile..grave errore pensò Mike, fece segno a Sheila di fermarsi, strisciò intorno al mezzo, poi tutto si svolse in un attimo, balzò sulla pedana, afferrò per la bocca il soldato e gli affondò gli artigli che aveva nei guanti da combattimento nel tronco e nella gola con un colpo letale dal basso verso l’alto, per un attimo le quattro lame scintillarono di rosso e argento alla luce della luna, poi Mike portò giù il cadavere, e con suo grande piacere trovò un MP 111 silenziato, ottimo!

Ripresero avanzare verso gli obiettivi, Mike si stupì di aver ripresero a pensare in quel modo, erano obiettivi, non uomini come lui, ma obiettivi da eliminare, come in un videogioco pensò con disgusto per se stesso, ma non era ora di considerazioni filosofiche.

Notò con sollievo che essendo arrivati praticamente alla fine della parte preliminare dell’operazione gli incursori erano rilassati, meglio avrebbero fatto ancora più male.

Fece segno a Sheila di portarsi sulla sinistra, poi quando fu in posizione scattarono, Mike colpì il primo alla faccia con gli artigli, strappando verso destra e dividendoli la testa in strisce sanguinolente, mentre con il braccio sinistro infilava gli artigli nel mento del secondo bersaglio devastandogli il volto, i due caddero a terra in una pozza di sangue morti all’istante, Sheila era stata altrettanto rapida aveva lanciato i suoi coltelli con precisione estrema ed essi si erano conficcati nelle trachee dei suoi due bersagli, che collassarono a terra gorgogliando le loro ultime parole, il quinti, quello adesso all’esplosivo reagì con prontezza, ma non abbastanza, la raffica da tre colpi di MP 11 centrati sul volto gli devastarono il cranio facendolo crollare come una bambola rotta a terra.

Avvicinò alla porta, aveva già infilato la miccia detonante, la mina era quasi pronta, un buon lavoro, ma non raffinatissimo commentò Mike mentre staccava il primacord e prendeva i panetti di plastico con se…poi ci ripensò e monto tutto come prima, tenendosi per se solo un paio di panetti da mezzo chilo di C6 e un po’ di miccia!

Poi si girò e iniziò a vomitare…Sheila gli si avvicinò, lui si pulì, la guardò sorridendo come se si volesse scusare “E’ sempre così, è per quello che ho smesso di lavorare nei corpi speciali, uccidere mi fa questo effetto il più delle volte, mi spiace.”

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Raga, postate troppo, non ho il tempo di postare e tanto meno di leggere tutti i giorni tutti i vostri papiri, come vedete la storia si stà riducendo a 3 che scrivono e basta... che ne dite di rallentare?

P.s.= La stessa cosa vale per La Nostra Storia Fantasy...

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La mattina dopo tutti sono impegnati nei preparativi per la partenza.

Paul li guarda tutti mentre caricano i veicoli con tutto quello che possono portare di utile. I suoi occhi cadono su Sheila che aiuta Mike a caricare la macchina. U due sono molto vicini e, seppur con riluttanza, ongi tanto lei gli dà un colpetto scherzoso, ridendo. Anche paul ride nel guardare la scena: sarebbe proprio ora che Sheila trovasse qualcuno per lei che non le regali il solito sesso fine a se stesso. E forse anche Mike merita di trovare una madre per la sua bimba.

E Paul? Chi ci pensa a Paul?

Nessuno.

Si mette in disparte, tirando fuori la solita foto dal soprabito consunto. E' bellissima! Lo è sempre stata. Non l'ha più vista dall'incidente, ma è sicuro che deve essere stupenda anche in quel sonno che forse sarà eterno. Un sonno che lui stesso forse contruibuirà a non far mai cessare, dandole l'immortalità tramite la morte. Oppure salvandola. Il suo cuore spera nella seconda ipotesi, ma gli anni in strada gli hanno insegnato a non credere nella favole. Il Principe Azzurro non sarebba mai arrivato da Biancaneve con una banda di booster alle calcagna, né la bella addormentata si sarebbe mai risvegliata se vi erano dei sicari al seguito del suo amato.

Questa è la realtà. Le favole non sono accettate. Probabilmente moriranno tutti. Non ha la minima idea di chi ci sia dietro tutto questo, quanto sia potente. Non lo sa. Ma l'istinto, il solito istinto che l'ha mantenuto vivo finora gli dice che devono fare loro la prima mossa se vogliono sopravvivere.

Lui spera solo che possa sopravvivere anche lei insieme a lui.

Un figura si ferma davanti a lui. Aspetta che vada via come tutte le altre.

Invece resta ferma. A fissarlo? Non lo sa.

Alza gli occhi ed incontra quelli di Veela.

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- La ami ancora. vero?- gli chiede, il tono della sua voce è insolitamente dolce. Quel tipo è un assassino, un killer... e lei dovrebbe vendicarsi o quanto meno piantare lì tutti e tornare alla vecchia vita.

Quale delle due?

Non ha potuto non notare la foto che Paul tiene in mano. Ora non può non notare che mentre quel bastardo nasconde la foto ha un piccolo tremito nelle mani. Forse ha paura. Ma non di lei, non di quelli che vogliono fargli la pelle.

Forse soltanto di sè stesso.

Paul nota che il gesto impacciato col quale nasconde la foto sembra un atto di maleducazione, ma non può farci nulla. Questo è affar suo, di nessun altro lì dentro.

Nonostante ci siano invischiati tutti in quella faccenda, ora.

Veela non si aspettava una risposta, sorride. Come sempre fa di tutte le debolezze e fragilità altrui. Ma è un sorriso amaro, un compatimento beffardo che non è rivolto agli altri, ma semplicemente a sè stessa.

- Farò quel che devo.- risponde Paul, deciso.

Entrambi sanno a che cosa intende. Meglio morta che un'esca in mano a quei bastardi che li stanno inseguendo. Meglio così, anche se con questo se ne andassero anche le speranze.

La risposta la colpisce, teme che dietro quella sicurezza vi sia qualcos'altro. Cerca negli occhi di Paul il minimo segno di rottura... ma non ne trova. O è folle, oppure la sua è una decisione irrevocabile.

Annuisce, mentre realizza che sì quel bastardo la ama ancora, che forse ha deciso di ucciderla, o forse no... solo lui sa cosa farà. Ma non vuole dirlo a nessuno. Non vuole l'aiuto di nessuno.

-Avevo un'amica una volta. E' morta tanto tempo fa...- gli sussurra improvvisamente- Ma tanto moriva ogni maledetta giornata. Ogni volta che sparava alla testa di qualcuno. Odiava ogni singolo minuto e si nutriva di quell'odio per aggrapparsi alla vita, ma era fredda, implacabile... un giorno la assegnano ad una missione speciale. Devono smantellare una base di pericolosi terroristi informatici... sono protetti da mercenari spietati e quindi ogni mezzo è lecito. Nella notte, nel più assoluto silenzio ammazzano tutti. E' stato facile.. avevano solo alcune armi di piccolo calibro. Non hanno nemmeno fatto in tempo ad usarle. Non pensa, agisce ed alla fine sul campo di battaglia ha un attimo di debolezza... alza la visiera di un casco di uno dei terroristi a terra. E' un ragazzino che riconosce... l'ha visto molte volte. Appena più in là comincia frenetica a sollevare tutte le visiere dei corpi a terra. Nel buio li riconosce tutti lo stesso, fino all'ultimo...-

La voce le si spezza. Tace un istante, lasciando in sospeso il proprio racconto. Qualcosa di rovente le si agita dentro: perchè? Perchè è arrivata a questo punto? Ha commesso un grave errore a confidarsi così...

-Chi era quell'ultimo?- le chiede Paul, serio.

-Lo conosceva meglio di tutti gli altri. Ed è morta per questo, tanto tempo fa.-

Veela si gira di scatto e va via, quasi fugge per non farsi vedere. Sente le lacrime che le gonfiano gli occhi ancora una volta. Il dolore perduto che ritorna a galla. Credeva di aver dimenticato... ma forse non è del tutto vero.

- Chi era?- le chiede nuovamente, quasi angosciato, perplesso...

Lei non gli risponde. Bastardo, pensa. Adesso l'ho detto a qualcuno, l'ho detto a te. Perchè dovesse essere proprio quel maledetto killer lei non lo sa.

Forse perchè è l'unico in grado di capire.

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E' un papiro lunghetto quidi posto qui la prima parte, è una sorta di flash back, ma mi serviva per spiegare l'elaborazione del piano

Aveva passato la notte insonne, sempre più spesso il sorriso smagliante di Sheila si sovrapponeva ai suoi ricordi, mandandolo in confusione, Mike non era del tutto sicuro di ciò che stava accadendo, ma non poteva permettersi nessuna distrazione, non quando erano in gioco la vita di Nora, la sua e quella di qualcuno che le era diventata molto cara, non riusciva a liberarsi di lei, o forse non voleva, ma l’addestramento riuscì a dominare le emozioni.

Mike si tuffò nella routine, si alzò rifece la branda quattro volte, neanche fosse stata programmata la visita di Sua Maestà al Reggimento, smontò e rimontò le armi oliandole e pulendole, poi iniziò a far ginnastica, senza interruzione, per liberarsi da pensieri strani.

Mangiò da solo in silenzio, concentrandosi sui punti deboli del piano che aveva ideato, era uno schifo lo sapeva, rischiava di farsi ammazzare e di far ammazzare la sua piccola, stava rischiando tutto per cosa non lo sapeva neanche lui…senza contare che avrebbe preso e buttato nel cesso la sua vita, sarebbe dovuto rimanere un civile per sempre, addio ad una carriera in polizia!

Picchiò con violenza il pugno sul tavolo in bachelite su cui stava mangiando, facendo sobbalzare tutti gli altri che lo fissarono con gli sguardi preoccupati, mentre due nomadi avevano tirato il cane delle loro sputapiombo!

Alzò lo sguardo imbarazzato: “Scusatemi!” fu tutto quello che riuscì a bofonchiare affogando la testa nella colazione…o presunta tale!

Aspettò che tutti finissero poi si avvicinò a Mullen, era solo con i suoi pensieri e quando si fissarono, Mike vide il dolore e la determinazione nei suoi occhi, una determinazione quasi disperata, ma comunque lucida.

“Ho avuto un’idea per far uscire la tua Venus dall’ospedale, il piano fa schifo ed è pieno di falle, ma forse è l’unico modo per tirarla fuori da lì.”furono le prime parole del poliziotto.

Mike lo fissò con stupore, poi scrollò la testa e parlò: “Non c’è nessuna speranza di tirarla fuori da la dentro se non morta ma ti ascolterò.”

“Ti ringrazio” fu la risposta del poliziotto, “Abbiamo bisogno di un mezzo di soccorso ben attrezzato e difendibile nella fuga e credo che la risposta sia nell’impadronirsi di un mezzo del Trauma Team…”

Paul sgranò gli occhi, poi fece un gesto come per accantonare la risposta pungente che aveva in serbo e con un altro cenno gli fece segno di continuare.

“Dovremmo prima andare a prendere Nora dalla mia ex-moglie, sarà la piccola l’esca per attirare l’ambulanza, è abbastanza innocuo un padre che chiama l’ambulanza perché la figlia sta male, quindi non saranno pronti ad un assalto, almeno lo spero…. In ogni caso appena arriverà il mezzo io mi occuperò del cannoniere, mentre voi dovete far fuori il resto degli occupanti prima che possano dire “AH!”, una volta impadroniti del mezzo andremo dietro l’ospedale, so come disattivare sia la radio che il trasponder di quei mezzi, e da li tu, Sheila o Veela entrate, fate fuori i cattivi, salvate la principessa e saltate sul cavallo bianco con la T rossa che vi aspetta a sirene spiegate. L’ambulanza è dotata di un serbatoio criogenico con lunga autonomia, avremmo il tempo di scappare e di studiare bene dove nasconderci!”

Paul era sconvolto, probabilmente era il piano…”Più folle che abbia mai sentito!” sbottò “ma è meglio di nulla, possiamo provarci…”

Per la prima volta Mike non era contento di aver avuto un piano, ma l’idea era stata sua e adesso avrebbe dovuto ballare e bene!

Andò a riferire il piano agli altri, tutti lo guardarono come se fosse appena uscito di senno, sia Sheila che Veela fecero notare, con scarsa grazie femminile, che il suo piano era osceno, pieno di falle e che lui che l’aveva ideato era privo di ogni qualità intellettuale…Eliah era semplicemente troppo sconvolto per aggiungere altri insulti..

Fu Paul a mettere fine alla discussione, dicendo che era la loro unica possibilità di salvare la pelle, attaccando per primi, Veela continua a scuotere le spalle, mentre Sheila scrllò le spalle e iniziò a caricare la macchina che avevano preso in prestito dagli incursori della sera precedente..

Mike andò con lei, senza sapere il perché, o forse sapendolo troppo bene.

Si scambiarono due battute e ridacchiarono, per sciogliere un po’ la tensione,poi tutto fu pronto e partirono, fecero qualche centinaio di metri che le cariche che Mike aveva lasciato al loro posto brillarono, una nube gigantesca si alzò in cielo mentre il rombo dell’apocalisse riempiva la vallata con cupi rimbombi.

Mike guidava veloce, nei limiti, ma veloce e in breve furono di nuovo in città, il traffico era intenso, ma fluido e in 20 minuti arrivarono sotto casa di Carrie…

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ecco la seconda parte..mi farebbero molto piacere i vostri commenti circa questi pezzi e su come scrivo in generale...grazie

La voce fredda e metallica della cameriera robot di Carrie lo accolsero in casa, Nora quando lo vide lo abbracciò di slancio, saltandogli tra le braccia..fu un attimo di pura felicità e Mike se lo godette appieno, avrebbe potuto essere l’ultimo.

Aiutò la piccola a fare lo zaino in cui aveva messo le sue cose quando era uscita da casa, passò dalla cucina e li lasciò un semplice biglietto alla moglie con poche parole:

“Addio, per festeggiare ti ho preso due bottiglie di quello champagne francese che mi piace tanto! Non più tuo Mike”

Poi scese con la piccola, la presentazione con gli altri fu veloce, Nora iniziò a parlare con tutti senza interrompersi un attimo, Mike era abituato e sorrise nel vedere Veela guardarla sconvolta dal volume di chiacchere che quelle piccole corde vocali erano in grado di produrre.

Si diressero nello sprawl, non lontano dalla casa sua, poi girarono in un vicolo e da li Mike chiamò il Trauma Team, mentre Sheila portava il fuoristrada dietro l’angolo e preparandosi ad intervenire, Nora sarebbe rimasta dentro protetta dalla ragazza e da Eliah, mentre Paul e Veela (che aveva gli occhi cupi più che mai, come se fosse piena di pensieri foschi come le nubi di un temporale) lo seguirono nek vicolo, nascondendosi nell'ombra.

L’ambulanza a-grav arrivò in meno di cinque minuti, Mike individuò prima che si fermasse il suo bersaglio e si preparò, Paul e Veela erano appostati dietro due cassonetti come predatori nella giungla.

Non appena il mezzo si fermò e si aprì il portello Mike aprì il fuoco, la sua mira in condizioni come quelle era molto più che eccellente, e un foro si aprì sulla fronte dello stupefatto cannoniere prima che questi potesse visualizzare di essere sotto mira, Paul e Veela aprirono il fuoco una frazione di secondi dopo e il medico e i due infermieri tinsero il lercio asfalto con il rosso scarlatto del loro sangue, il pilota si rese conto di quello che era successo, ma non poteva competere con la velocità degli assalitori, il suo corpo con il collo spezzato giacque insieme a quello dei suoi colleghi.

Si trasferirono in fretta sul mezzo, mentre Mike metteva i corpi dentro il fuoristrada, mettendo poi il residuo plastico nei pressi del serbatoio e mettendo 6 minuti di miccia.

Grazie a Dio Sheila aveva distratto la piccola non facendole vedere il massacro, sembrava andarci d’accordo pensò Mike con gioia, poi saltò al posto di guida, strappò i fili della radio e tolse il piccolo trasponder posto sotto la pedaliera e si alzò in volo.

Il volo fino all’ospedale passò in un silenzio carico di tensione, finchè Mike non giunse nei pressi dell’edificio bianco e azzurro che si stagliava come un monolite di gesso nel nero della città, si fece indicare dove era la finestra della camera di Venus, poi scese proprio in corrispondenza di quella e aprì il portellone laterale…

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