Vai al contenuto

La nostra storia...


Kordian

Messaggio consigliato

Stava camminando nascosto sul fianco delle case. Procedeva lentamente, per non farsi notare dalle tante persone che affollavano la piazza, dall'altro lato delle case.

C'era molto trambusto, tutti parlavano, e se non sentiva male, molti piangevano anche.

Ma era normale. Molta gente era morta il giorno prima, e il dolore dilagava nel piccolo villaggio.

Sapeva benissimo cosa si provava nel perdere una persona cara, e comprendeva il dolore della gente.

La festa che c'era stata si era conclusa in malo modo, e forse qualcuno ora avrebbe dubitato del potere degli dei. Ma i bambini erano stati salvati dal nano, a quanto pareva, e loro sarebbero stati il futuro del villaggio, e avrebbero deciso se affidarlo al potere degli dei o alle loro stesse forze.

Fece un sorriso amaro, e si fermò un attimo ad ascoltare i rumori che arrivavano dalla strada, quella cacofonia di suoni che lasciava intendere qualche parola ogni tanto...

"..sangue dappertutto..quei due ragazzi della guardia cittadina...state fatte strane ferite...il diavolo...tutti i bambini..poverini, cosi piccoli..Aryn impazzito..io conoscevo Joshua..." le voci si fecero di più e all'unisono alcuni dissero "..nano dovrà morire.."

non riuscì a capire l'intero discorso della gente che si era radunata a poca distanza da li, ma capi che qualcos'altro doveva essere successo quella notte, e forse i bambini c'entravano qualcosa.

Ma quello che più lo preoccupò era quell'affermazione sul nano; e l'unico nano che poteva c'entrare qualcosa con quella storia era il mago, quello Sturmir che aveva intralciato l'oscuro viandante e la strana creatura la notte alla locanda.

Lo volevano morto, per qualche motivo che non comprendeva. Forse era successo qualcos'altro, oltre quel presunto combattimento nella sala principale.

Aveva combattuto veramente??e i bimbi erano ancora vivi?? era stato l'ultimo a scendere nel cunicolo dopo il combattimento, e nessuno aveva visto cos'era successo.

Decise che lo avrebbe tenuto d'occhio la prossima volta che lo avesse visto, anche se lo avrebbe comunque avvertito del pericolo che correva al villaggio, perchè non voleva che venisse linciato dalla folla. voleva prima capire che persona era questo nano, cosi incline alla magia.

Riprese a camminare, sempre lentamente e sfruttando ogni ombra, avvicinandosi al luogo del polverone, che ancora aleggiava un po' nell'aria. Da quello che aveva sentito dalla strada, nessun altro si era accorto di quell'episodio, ma non poteva esserne certo...

Link al commento
Condividi su altri siti


OT eheh ho colto l'occasione al volo ke giga mi aveva involontariamente mostrato..ma cmq ha anche senso: nani nn ce ne sono solitamente nel villaggio, muoiono tutti i bimbi e l'unico sopravissuto farfuglia qlcs su un nano..e il giorno prima qlcn potrebbe anche averti visto fare incantesimi..è facile travisare! :) nn potevo perdere l'occasione..ihih... /OT

Link al commento
Condividi su altri siti

OT Ok ragazzi, dopo infinite bestemmie contro windows ecco a voi lo sborone.. spero di nn essere stato troppo prolisso :wink: Ot end

Il kender non fece in tempo a parlare che Perenor si precipitò sulla botola e la aprì. Entreri si era già messo di lato, verso l’uscita del fienile, temendo che potesse scattare una trappola che li avrebbe investiti in pieno. Ma non accadde nulla.

Attraverso la botola aperta non si vedevano altro che scale che andavano giù, interminabili, in profondità. Il giovane chierico si tuffò dentro, senza esitazioni. Aixela e la piccola elfa erano ancora esaurite dalla piccola magia che aveva mostrato loro il passaggio, ma nessuno sembrava farvi troppa attenzione. Garfuss, con la piuma stretta in mano, si precipitò a capofitto in quella nuova avventura... chiedendosi dove lo avrebbe portato stavolta. Entreri e Trebor si guardarono indecisi sul da farsi: il chierico non se la sarebbe cavata se laggiù ci fossero state delle trappole...

-Venite, ho già visto questo corridoio.- la voce di Perenor rimbombò attraverso l’apertura e dissipò le loro ultime incertezze. Sturmir dette una scrollata di spalle e li seguì subito, prendendo la piccola elfa per mano. Aixela non era convinta che fosse una buona idea, ciò nonostante scese con la spada in mano e richiuse delicatamente la botola dietro di sè.

Anche perchè là dentro c’era abbastanza luce.

Il corridoio era abbastanza largo da far passare due uomini affiancati ed una strana luminosità, proveniente dalle pietre stesse nel quale era stato scavato, mostrava chiaramente il percorso da seguire. Cosa strana non c’era assolutamente polvere là dentro.

Più avanti Trebor pensò che quello era un luogo ideale per nascondere delle trappole, e si fermò, inquieto. Ciò nonostante Entreri faceva fatica a tenere il passo dietro a Perenor, ma soprattutto al kender che era letteralmente balzato in avanti.

-Bello! Fantastico! Ti ho mai detto di quella volta che ero ospite di un mio amico, un nano dei fossi e ci siamo persi in quella che pensavamo fosse una fortezza? Ma poi non lo era, eppoi abbiamo incontrato quel mago e...- Garfuss strillava eccitato.

Ma Perenor non lo stava a sentire: ammirava stupefatto il corridoio nel quale si stavano inoltrando ed allo stesso tempo, passo dopo passo rivedeva esattamente ciò che aveva osservato nel sogno. Dopo quella curva sulla sinistra ci sarebbe stato un percorso rettilineo di qualche centinaio di metri e dopo avrebbero intravisto la facciata della biblioteca, quella vera almeno. Come poteva essere così stupido da aver scambiato nel sogno quel corridoio per una via angusta? Il kender svoltò dietro l’angolo del muro proprio mentre Entreri si affiancava velocemente al chierico.

-Fermalo!- sibilò a denti stretti, rivolto a Perenor- Potrebbe esserci pericolo qua dentro e non posiamo metterci nelle mani...-

Non aveva ancora finito la frase che sentirono distintamente il kender strillare qualcosa. Spaventati divorarono d’un balzo gli ultimi metri che impedivano loro la visuale e lo videro.

-No, no... vieni qua, non scappare!- urlava Garfuss saltellando da una parte all’altra del corridoio, come in preda alle convulsioni. Perenor ed Entreri rimasero paralizzati ed interdetti...ma cosa stava facendo? Poi, guardando meglio capirono: al kender era sfuggita dalle mani la piuma, ma cosa strana essa anzichè fluttuare lentamente a terra era stata catturata da una corrente invisibile e zigzagava lentamente nel corridoio, costringendo Garfuss a delle peripezie. Ogni volta che sembrava sul punto di prenderla, la piuma volteggiava come impazzita sfuggendogli. Velocemente stava raggiungendo la fine del corridoio.

Perenor, sospirando per il sollievo fece per andare avanti...

-Fermo!- Entreri lo afferrò e lo ricacciò indietro, allarmato- se fai un solo passo qui dentro siamo tutti morti.-

Sturmir con la bambina, affiancato da Trebor e da Aixela, li raggiunsero proprio in quell’istante.

Il chierico guardò Entreri, leggermente sorpreso: -Ma cosa?-

-Guarda, guarda la piuma.- gli suggerì l’altro.

Perenor si sforzò, visto che il kender era ormai quasi alla fine del corridoio, ma tanto bastava. Quel piccolo oggetto bianco sospeso a mezz’aria non era sospeso in una corrente... seguiva una direzione ben precisa e scartò l’ultimo angolo in maniera bizzarra, seguita dappresso da Garfuss.

-Presa!!- urlò il kender all’altra estremità del corridoio- UHUHUH, dovreste vedere che spettacolo-

Entreri si girò verso gli altri: -Seguite me, mettete i piedi esattamente dove li metto io!- esclamò.

E detto questo si inoltrò nel corridoio, rasente al muro.

Quando finalmente, dopo aver rischiato mille e più volte di far scattare qualche trappola, giunsero dall’altra parte il kender era sparito. Superata l’apertura si trovarono in un’ampia caverna. Anche qui vi era la stessa luminosità diffusa che avevano trovato nei corridoi, solo che in mezzo a quell’enorme cavità vi era un edificio. Svettava con la sua facciata di pietra brillante, esattamente come nel sogno. E Perenor lo riconobbe subito...Ma dove si era cacciato quel maledetto kender?

Dietro di lui gli altri ammirarono estasiati prima l’edificio in mezzo alla caverna e quindi le ampie contrafforti in pietra che si perdevano ad altezze inimmaginabili. Trebor si chiese se per caso fossero davvero scesi così in profondità.

Davanti a loro una normale strada in terra battuta raggiungeva la costruzione.- Opera dei nani, senza dubbio!- esclamò Sturmir, inorgogliendosi.

Anche qui non vi era segno alcuno di polvere o di presenza umana notò Perenor, avvicinandosi all’ampio portale in bronzo. L’ingresso della biblioteca.

Nel sogno se lo ricordava molto bene, ma non aveva idea di come l’avesse oltrepassato. Se solo avesse fatto attenzione! Ma dove? In un sogno? Scrollò il capo esasperato... questa volta era quella giusta. La porta si sarebbe aperta in qualche modo, dopotutto. Si avvicinò, pronto a spingere sul battente, ma Entreri di nuovo lo fermò.

-Non farlo.- esclamò seccamente.

-Perchè?-

-Perchè quella scritta non promette nulla di buono.- gli rispose.

Perenor alzò gli occhi all’architrave sopra la porta massiccia. In effetti c’era una scritta. Ci mise un po’ ad interpretarla, era un linguaggio arcaico... non lo capiva bene.

La piccola bambina elfa gli si affiancò e dopo una rapida occhiata lo tirò per una manica: -C’è scritto: dite amici ed entrate- disse, con la sua vocetta acuta.

Aixela rise al vedere l’espressione del chierico. La bambina aveva ragione! Ma per quanto riuscisse a scervellarsi non riusciva a trovare una soluzione: quello doveva essere un indovinello per impedire a dei malintenzionati di passare.

Perenor era ancora immerso profondamente in questi pensieri quando finalmente riapparve Garfuss, con la sua penna in mano. La bambina elfa lo prese per mano tutta agitata e lo condusse subito davanti alla porta:

-Hai visto che bello?- gli chiese.

Straordinariamente il kender rimase un attimo in silenzio, al che Trebor ed Aixela si scambiarono uno sguardo ironico. Sturmir fece per aprire bocca con un sorriso soddisfatto stampato sul volto...

-Ma certo! mio zio mi parlò una volta di una cosa del genere, ma era... aspetta un attimo, forse quella volta che si era ferito e per portarlo a curarsi più in fretta possibile avevano preso quella scorciatoia, che solo lui però aveva nelle mappe. E poi c’era quella specie di grossa piovra che però li aveva aiutati ad andare più veloci e quindi...Ma perchè stiamo qui fuori? Non possiamo parlarne dentro? C’è un ingresso laterale! Pensavo lo sapeste!!-

Entreri trattenne Sturmir con un balzo calcolato. Appena pochi centimetri più in là e l’ascia del nano anzichè sibilare sinistramente sopra la testa del kender avrebbe toccato il suo scalpo...

-Ci sono degli spifferi qua dentro?- domandò Garfuss, ignorandone la causa.

Nessuno gli rispose. Esasperati girarono attorno all’enorme costruzione, fino a quando non individuarono una piccola porticina. Probabilmente un’entrata di servizio.

E dentro migliaia di libri.

Ma quello Perenor già lo sapeva. Aveva visto tutto, distintamente nel sogno. Eccitato raggiunse la terza scansia sulla sinistra, due volumi più in basso e... ecco. Il volume gli scivolò tra le mani. Non recava alcun titolo sulla copertina ma era scritto in una calligrafia minuta e soprattutto.. una pagina era stata strappata! Febbrilmente Perenor cominciò a girare le pagine, cercando il passo che gli interessava, estraniato da tutto quello che avveniva intorno.

Almeno finchè non sentì un rombo.

Allora chiuse di scatto il libro e sollevò lo sguardo:

-Allora volete finirla!- esclamò, piccato.

Ma già Entreri lo tirava da parte, correndo verso l’uscita. Colse appena quello che diceva il kender visto che il rombo diveniva di istante in istante più forte:

-Ma io pensavo fosse scritto da premere in caso di pericolo ed ecco, noi, penso SIAMO in pericolo, o no? O piuttosto era scritto: NON premere, pericolo? Mio zio mi ha sempre detto che le virgole fanno una grossa differenza a volte. Ma io ho sempre preferito cogliere il senso generale... Avete notato che sul soffitto là in cima c’e una crepa? Dovrebbero ripararla! Ma c’era già prima, o si è aperta adesso?-

Dai contrafforti là in alto nella caverna ora filtrava attraverso le crepe sempre più larghe la luce del giorno.

-CAMMINA!- ruggì il nano, brandendo minacciosamente la sua ascia.

Ma non c’era nulla da fare, nonostante Perenor ed Entreri stessero guadagnando velocemente la via del ritorno, il kender arrancava meno veloce degli altri, finchè non rimase inesorabilmente indietro. Trebor ed Aixela, con la bambina invece li seguivano dappresso. Sturmir sbottò che se anche il kender fosse morto non sarebbe stato nulla di grave ed accelerò per quanto possibile mentre il rombo ormai li sovrastava.

Erano ormai arrivati alla prima curva del tunnel, quando Perenor si girò indietro per assicurarsi che Garfuss stesse arrivando. Gli altri in effetti c’erano tutti...tranne il kender. E con orrore si resero conto che là in fondo l’apertura si stava chiudendo, come se una pesante lastra di granito stesse scivolando su di essa. Ed ecco che proprio all’ultimo istante apparve Garfuss, scivolando sotto la stretta apertura rimasta.

-Muoviti!- urlò Entreri, cercando di sovrastare con la voce il rombo sempre più minaccioso. Ma appena pronunciate quelle parole si rese conto di aver commesso un madornale errore.

Garfuss si tastò le tasche, sorpreso, poi si voltò ed inchinandosi sul terreno infilò la mano sotto la lastra di granito che si stava chiudendo. La ritirò giusto un attimo prima che sigillasse completamente l’apertura con un boato. Tra le dita stringeva soddisfatto la sua piuma.

Poi, come se avesse sentito Entreri corse in linea retta lungo il corridoio, cercando di raggiungere i compagni.

Entreri guardò Perenor sbalordito, mentre Trebor ed Aixela presero al volo la bambina elfa e già correvano avanti.

-VIA DA QUI, PRESTOOOO!!!!!- urlò terrorizzato Sturmir scattando in avanti come un proiettile. Avevano appena iniziato a fuggire quando sentirono dietro di loro assieme al rombo una sequenza ravvicinata di sinistri scatti metallici.

Il kender aveva fatto scattare tutte le trappole.

In qualche modo volando o correndo, Perenor faticò a capirlo in quegli istanti, balzarono sulla cima delle scale e sbucarono fuori dalla botola, proprio un attimo prima che un’enorme palla di fuoco la incenerisse. Stranamente un istante dopo il kender comparve dall'apertura con la piuma in mano ed un aspetto solo leggermente abbrustolito.

-Perchè non mi avete aspettato? Stavo arrivando!- squittì, visibilmente contrariato.

Perenor, Entreri, Aixela e Trebor riuscirono a stento a tener fermo Sturmir a terra, il nano era più che visibilmente contrariato ora. Nel trambusto la piccola elfa raggiunse l'uscita del fienile. Gli altri non potevano sentire. Un rombo prolungato e minaccioso. Poi un orribile boato ed il silenzio.

Nel frattempo Ariaston, scivolando nelle ombre aveva raggiunto la piazza centrale. C'era gente radunata, disperazione, pianti... e rabbia. Fece appena in tempo a sentire alcuni frammenti di quelle conversazioni che la terra cominciò a tremare. La gente fuggiva ora, da ogni parte. E le crepe nella piazza si allargarono sempre di più finchè in uno schianto enorme l'intera piazza non precipitò giù verso il baratro. Poi il silenzio...

Link al commento
Condividi su altri siti

Ariaston si era lentamente avvicinato al polverone, rimanendo sempre accuratamente nascosto, senza notare nessuno dei suoi compagni in giro per le strade. Probabilmente erano ancora chiusi in quella biblioteca.

Girò l'angolo della casa, e si trovò nel retrò di un grande fienile, gli ultimi granelli di polvere e fieno che ancora scendevano verso terra. Il sole offriva ben poche ombre, e l'elfo dovette arrischiarsi un po' e uscire dal nascondiglio che l'amuleto gli offriva, per riuscire ad entrare nel fienile, e mentre entrava sentì il rumore di qualcosa che cadeva.

Appena dentro capi che qualcosa doveva essere seccesso in quel luogo, e ancora qualche traccia di magia era nell'aria. Notò alcuni segni di piedi, tracce confuse, di più di una persona comprese. Non era molto interessato e non si mise ad analizzarle attentamente. Aveva già capito cos'era stato quel rumore, quel tonfo della botola che ricadeva a chiudere il foro nel terreno che custodiva. Qualcuno era appena sceso all'interno.

Attese qualche minuto, e poi l'apri lentamente, senza fare rumore, e scese le scale in silenzio, l'amuleto nuovamente a protezione della sua visibilità.

Lasciò la botola aperta e iniziò a seguire le tracce che c'erano sul terreno, aiutato dalla luminosità naturale (o magica?) che aleggiava nel cunicolo.

Ascoltò mentre procedeva, e riconobbe la voce del rumoroso kender che strillava eccitato. Erano quindi entrati qui dentro, e dovevano essere quasi tutti visto il numero di impronte che lasciavano. Riconobbe quelle più leggere e discrete di due persone, probabilmente Trebor e l'altro umano dalla strana spada. E quelle pesanti e più goffe del nano.

Continuò a seguirli da lontano, senza vederli, quando sentì un po' di confusione, il kender che strillava e dei passi leggeri, che sembravano correre. Le altre voci si erano fermate, ma ripresero dopo qualche istante a muoversi.

Ariaston procedette, e si ritrovò in uno stanzone grande, il resto dei compagni già dall'altro lato, che giravano l'angolo di una curva nel cunicolo.

Osservò le tracce dei compagni e notò che non procedevano in linea retta, ma seguivano un persorco articolato, complicato, innaturale, e che molti piedi si erano posati sugli stessi luoghi.

Osservò un attimo lo stanzone e capì che molto probabilmente c'erano delle trappole, ma non capi come essi potevano aver individuato il giusto percorso. Non era troppo abile a seguire tracce nella roccia e decise di non rischiare. Attese qualche istante in quella sala, poi si voltò, tornò indietro e uscì dalla botola richiudendola dietro di se, sedendosi in un angolo ad aspettare.

Passò quasi un ora, e poi improvvisamente il terreno cominciò a tremare. Ariaston capì immediatamente che qualcosa stava succedendo li sotto, e uscì dal fienile per timore che gli precipitasse sulla testa. Dopo qualche minuto i suoi compagni furno sputati fuori dalla botola da una vampata di calore, che abbrustolì leggermente anche il kender. Tra loro c'era anche il nano, come aveva immaginato.

"Muovetevi. Se i cittadini trovano il nano lo scannano, e anche noi con lui. Anche se ora saranno troppo impegnati a restare in piedi."

Si voltò e iniziò la sua corsa verso il bosco, capendo che la città stava per essere distrutta da qualcosa di molto potente, incurante del fatto che i suoi compagni lo stessero seguendo o meno...

Link al commento
Condividi su altri siti

Nelle strade della cittadina regnava il tumulto: un intero quartiere era sprofondato nella faglia del terreno, inoltre anche le zone circostanti erano state devastate. Pochissimi edifici erano rimasti totalmente integri. La gente era uscita in preda al panico per strada, alcuni cercando amici e parenti coinvolti nel disastro, altri per semplice paura.

L'elfo procedeva spedito tra il fiume di gente e gli altri facevano fatica a seguirlo. Trebor gli si avvicinò e gli disse di rallentare. L'elfo sbuffò sprezzante, ma rallentò comunque l'andatura. Lo seguivano Aixela ed il nano, poi il kender che veniva trattenuto dall'elfetta. Entreri chiudeva la fila insieme a Perenor.

Ci misero un pò, ma alla fine riuscirono a passare i cancelli del portale sud della città. Al di fuori, si trovarono su un viale che tagliava in due una pianura. Per alcune miglia infatti si stendevano orti, vigneti e campi coltivati a cereali. Il senso di spazio, in confronto all'affollata città, fece respirare meglio tutti (tranne forse il nano, che pareva quasi un pò sconsolato). Decisero di mettere alcune miglia tra loro e la città e poi decidere sul da farsi, cosi' si misero in cammino.

Dopo una mezz'oretta, si fermarono e si addentrarono in un uliveto che costeggiava la strada. Il sole batteva forte e le poche fronde offrivano un piccolo riparo.

Il polverone che si era alzato dalla città si stendeva ora in lontananza.

"però, bel botto eh?" esclamò il kender. Era ancora tutto inpolverato di calcinacci e aveva metà della blusa bruciata.

"Si, un altro po e ci rimanevamo secchi" replicò il nano

"Ma dai, ammettilo che ti sei divertito!"

"Che diavolo vai dicendo! Non sono mica un maniaco come te! Tu hai tutte le rotelle fuori posto!"

"Nemmeno un pochino?"

"No!"

"Pochino pochino!"

"Err...."

"eeeh!"

"....bhe forse un pò. Ma veramente poco!"

"Che diavolo ti stai inventando nano" sbottò Entreri "poco ci mancava che rimanevamo tutti sotto dieci tonnellate di macerie! Adesso non bastava solo un kender suicida. Ci voleva pure un nano!"

Sturmir scrollò le spalle. Tirò fuori una pipa e del tabacco e cominciò a fumare. Si sedettero.

Perenor tirò fuori il libro e cominciò a sfogliarlo mentre l'elfo e Aixela sbirciavano da dietro le sue spalle. Già dall'inizio però fu chiaro che non sarebbe stato facile capire cosa in realtà contenesse quel libro. Il chierico si fece dare la pagina strappata che era comparsa in mano al kender, ed in effetti combaciava, solo che non era scritta nella stessa lingua. Pareva incredibile, il tutto sembrava scritto in caratteri che ricordavano quelli elfici. Anche conoscendo l'elfico e molti termini arcaici, Perenor non riuscì a decifrare la scrittura. Neanche i due elfi furono d'aiuto. Il nano disse che in qualche modo quella lingua ricordava la lingua della magia. Ma c'erano solo alcune vaghe somiglianze, niente di piu'.

"Basta, non ci capisco niente. Anche se questo fosse il Diario di Astinus, non noi potremmo comunque capirci niente. Mi chiedo allora, perchè ci sia stato fatto trovare."

Neanche Garfuss risultò utile nel capirci qualcosa, eppure lui di lingue ne conosceva, badava a ripeterlo spesso. Niente. Non era il Prostuino tropico, il Gargarano, e neanche il Kuzcoriano Leonense.

"Potremmo trovare uno studioso che ce lo traduca. Se è scritto, qualcuno la deve pur conoscere questa lingua no?"

"Ma, come facciamo? Non penso che basta chiedere in giro per trovarne uno." disse l'elfetta

"Tentar non nuoce!" era stato Garfuss ad esclamarlo, neanche a dirlo. Si guardò un attimo intorno. Poi si mise la mano a un lato della bocca e strillo' a un contadino poco distante

"SENTA BUON UOMO!"

"Ayoooò!" rispose enigmaticamente il contadino.

"Scusi volemose n'informazio"

"Notacaprienno."

Garfuss cambiò dialetto: "Co c'ha serva na sizie."

"Minnghh e mo chi vo sapè ti?"

"Benga, simm'oscit daà capacch che splos tutt ma semio trovi no libr mattonato, o quell che ce servono tre muli pe tirallu, mì bell ma nn ce sa legge nient."

"Cazz' vu da mi?"

"A grandu sapì ca c'ha servi, ma nogase no se' de sti pizzi. O che tu conosce barbuto santazio scribbachino?"

"Mucciu sgaragaggu omu?"

"Pota."

"Mii e ci è o coso li' che shi pass gni tre ttro dì, o marciu vecchiu ca pa fa du zampate o granagli ce mette. Tene a muschia pela e sà quanno le chiappe brucino cosa sadda prenne. Grannu sagghiu."

"A che sa puzza sapè ndo sto gonzo sta?"

"Hoga! Puttia a tera ndinnanzi a munta munta nto o scrocchio. Arizza su o scozzo do papa enda na grannu cazzu de tocco. O stopodo si satta sbaja."

"Maricordu! Ndo stazio er pozzu de orchio...?"

"Ndaatiri pizzi."

"O nocchio ca c'hasa prenne o stronzu de orchio?"

"Mii egga nuja fa ì scuppecchie!"

"Gabbò. C'haringro poo grozzu fazio. Pozzu tu a prenne o grannu vino e a troncio fa tri mesu."

"Sabbiao pice quanno o sgurizzu o magna a trippa nostru."

"AAaaa nommio ciuccà o mi cazzu!!"

Scoppiarono a ridere. Poco dopo si salutarono e il contadino tornò al suo campo.

"Che diavolo ha detto?" chiese Aixela

"Oh era un tipo simpatico! Gli ho detto del nostro problema e lui ha detto che conosce un grande saggio eremita su per i monti Thormist, e mi ha indicato la strada" il kender indicò una catena montuosa a qualche decina di chilometri di distanza. Ci sarebbe voluto qualche giorno di viaggio per arrivarvi.

"Mmmm" fece Sturmir poco convinto "non mi sembra che quell'uomo potesse riconoscere un saggio dal primo imbecille con barba e qualche trucchetto in tasca che gli passa davanti"

"Da come mel'ha descritto sicuramente ci sa aiutare! E' un luminare!"

"Ci dobbiamo fidare che dite?"

"Fidatevi!"

"Io mo fido di zio Garfuss!" sorrise l'elfetta. Gli si avvicino' e gli prese la mano. Cominciarono a giocare a chi diceva la parola piu' lunga.

"Mah.. bhe io non ho molte scelte. E avevo bisogno di cambiare aria." Sbottò Entreri.

"Ma non dovresti tornare alla tua città?" chiese Trebor

"Non è che ci sia rimasto molto non credi?"

"pensaquandolnanononselavachepuzza!" disse Garfuss. Stava vincendo.

"Io direi di fidarci. Per ora mi pare che non abbia detto troppe stupidaggino...oltre quelle di routine."

"simameparecheentrerihailnasodiunporco!" tiro' l'elfetta tutto d'un fiato. Era passata in vantaggio.

"Bene allora è deciso."

Il gruppetto si avviò per il sentiero, facendosi guidare dal Kender con l'elfetta che continuavano a sparare parole lunghissime. Era una giornata soleggiata, cominciava a tirare una brezza rinfrescante. Se non fosse stato per gli eventi della mattina, i loro cuori sarebbero stati privi di ogni infelicità. Tra una parola e l'altra il Kender si era comunque scordato di dire agli altri che in quei territori montuosi dove erano diretti, spesso venivano avvistate piccole comunità di orchi saccheggiatori. Dettagli.

OT bene, ho cercato di tirare avanti la storia. Se volete narrare delle montagne e di eventuali scontri con qualche comunità di orchi goblin gnoll, fate voi, vi chiedo solo di lasciarmi magari la parte finale della battaglia per congiungerlo poi con l'eremita.. vi prego ^_^OT

Link al commento
Condividi su altri siti

E cosi erano finalmente partiti tutti assieme.

Ariston pensò che si stava preannunciando un viaggio difficile, con il kender che blaterava a più non posso, e l'elfetta che sembrava essere stata contaggiata da Garfuss, in quanto a parlantina.

Ariaston era abituato a viaggiare da solo, e questa nuova condizione lo metteva un po' a disagio, ma non lo spaventava. Forse poteva diventare interessante condividere i pericoli che li aspettavano sicuramente, con altri avventurieri.

Erano in viaggio da qualche ora ormai, e Ariaston decise di scambiare due parole con Aixela, che si era disposta in coda al gruppo, affiancata dal fedele Trebor.

Rallentò leggermente il passo, fino a farsi raggiungere dai due umani di coda, e poi li affiancò.

Trebor subitò lo osservò, un po' sospettoso. Sembrava in gamba il ladro, ed esperto anche probabilmente, anche se non avrebbe dimenticato in fretta il tocco della sua daga alla gola..

<<Ma chissà se tornerà utile in mezzo ai boschi, abituato com'è alla città..>> si chiese Ariaston.

Fece un sorriso, cercando di essere rassicurante riguardo alle sue intenzioni, e si rivolse ad Aixela.

"Beh, alla fine ci siamo ritrovati in viaggio assieme eh Aixela? Forse potrò veramenta aiutarti, come mi dicesti tu, anche se non so a fare cosa."

Osservò Trebor di sfuggita, conscio del fatto che il ladro stava ascoltanto il discorso, senza capire.

"Il viaggio sarà lungo credo, e nessuno di noi si è procurato da mangiare prima di partire, anche se credo che non ce ne sarebbe stato il tempo, ad averci pensato. Per me non sarà un gran problema, non ho..ehm..come dire?? un gran appetito...ma voi dovrete cacciare..Uno di voi due vuole farmi compagnia nella caccia tra un paio d'ore, appena arriveremo nella boscaglia un po più fitta??" chiese rivolgendosi ai due compagni di viaggio, la voce dolce che riempiva l'aria..

"nel bosco sarà più facile trovare qualcosa da mangiare, anche se credo dovremmo cacciare parecchio per sfamare tutta questa compagnia. E l'elfetta presto avrà fame credo..alla sua età bisogna mangiare parecchio, fin che si può..." disse tutto ciò con un aria sognante sul volto sfigurato dalla ciccatrice, e poi tornò in se, riprendendosi; e rivolgendosi ai due:

"chi viene allora? sarebbe meglio se ci prendessimo avanti con la strada, cosi da arrivare al bosco prima che il kender faccia fuggire tutta la selvaggina con il suo torrente di parole..."

Link al commento
Condividi su altri siti

OT visto che Strike mel'ha chiesto ho fatto questa traduzione per far capire piu' o meno il discorso..badate che io non ho conoscenze di sardo, ho inventato!!!

Dopo il "cazz' vu da mi?"....

"cerchiamo un uomo di cultura (grandu sapì=grande sapere), ma non siamo di queste parti (pizzi). Conosci un saggio di tal guisa?"

"Uno molto acculturato? (sgaragaggu=che ci sa fare)"

"Esatto."

"C'è quel tizio che passa ogni 3-4 giorni (probabilmente saranno 7-8 anche piu' data la distanza dai monti ma non penso il contadino sappia molto di aritmetica ), un vecchio marcio che per fare due passi ci mette un casino (granaglie=grano... ci mette un ciclo di fioritura del grano). Tiene una barba muschiosa e sa quando ti bruciano le chiappe cosa devi prendere. Grande saggio."

"E, ohibo',possimao sapere dove trovare cotesto gentiluomo?"

"Ma certo! Prendi la strada (tera=strada di terra) qui davanti e cammina cammina fino all'incrocio. Prendi la salita che s'inerpica sui monti (scozzo de papa) fino alla grande pietra (tocco) a forma di ... hemm...pene. Devi essere stupido per sbagliare."

"Ma certo, perdincibacco! Dove c'e' quel fosso occupado dagli orchi?"

"Da quelle parti"

"Non è che potremmo avere problemi con gli orchi?" (stronzu=cagata, ma in effetti è un problema se te la tirano addosso no?)

"Adesso non guardare il pelo nell'uovo" (nun ci fi le scuppecch è un modo di dire del paese dei miei nonni ^_^)

"Bene, grazie per l'informazione. Possa tu avere un buon raccolto, e tanto vino da essere sbronzo per tre mesi."

"Fa sempre piacere quando un forestiero parla la nostra lingua!"

"aah , mi stai facendo troppi complimenti!" (traduzione letterale.... hehhehe)

;) OT

Link al commento
Condividi su altri siti

Non era per niente diffucile seguirli. Il Kender aveva la strana capacità di lasciare una scia di devastazione dietro di lui...per cui nn ci mise molto a capire che il crollo dell' edificio era causa sù. In poki instanti era lì vicino e li vide. Erano tutti insieme, pessima cosa. Non poteva attaccarli, non così alla luce del giorno, e tanto meno rapire il Kender.

Tenendosi a a debita distanza li inseguì senza troppe difficoltà e pensava a ciò che sarebbe accaduto trà poco.

Il suo signore gli aveva fatto visita attraverso una visione e gli aveva detto che dei suoi seguaci erano già in viaggio. Un portale si sarebbe aperto non lontano della cittadina questa notte e se fosse stato versato del sangue nel luogo di arrivo il teletraporto probabilmente sarebbe stato completato prima.

Non era facile teletrasportare delle creature attraverso i piani...e ancora di più farlo in modo che non potessero essere bandite con semplici magie.

Il suo superiore se aveva adottato tutte quelle precauzioni voleva dire che era molto interessato al Kender...e secondo Na'Rghal non solo al Kender...

Gli toccava spostarsi via terra per alcune ore e solo dopo trovò alberi a sufficenza per spostarsi come meglio sapeva fare.

Erano passate già alcune ore dall' inizio del cammino che senti una esplosione di piacere passargli come un' onda su tutto il corpo...altri demoni erano arrivati e a quanto poteva capire dall' onda di potere e malvagità che l' aveva attraversato non dovevano essere in pochi... o sicuramente comunque non erano deboli.

Un piccolo sorriso si formò sulla faccia del Kyton e ora doveva pensare sul da farsi; tornare in dietro ad accogliere i nuovi arrivati o seguire quella scanzonata compagnia?

Link al commento
Condividi su altri siti

la piccola sorrideva frelice al suo compagno di giochi.

Una vita lungo i vicoli della cittadina non l'aveva provata della stupefacente capacità di divertirsi dei bambinini. era semplicemente bastato trovare il compagno di giochi che non aveva mai avuto...

Il gioco della frase più lunga l'aveva lasciata quasi senza fiato, nel vano tentativo di reggere il passo,pardon. la lingua del kender ed ora, mentre cercava di riprendere il fiato non poteva fare a meno di sorridergli.

I "grandi" nel frattempo continuavano a parlottare tra di loro e non badavano nè a lei, nè a Garfuss..

<<Zio Garfuss...non ti sembra che qui o in città il pericolo sia lo stesso?>>

prima che il kender potesse rispondere le si era avvicinato l'elfo dalla voca suadente...

<<Perchè dici questo, piccolina?>>

<<perchè nell'aria c'è la stessa vibrazione della città!non la senti?>>

rispose con un sorrisone Alatharièl

<<Tu non hai fame?>>

Link al commento
Condividi su altri siti

Le vibrazioni.

Si, stranamente le sentiva anche lui, anche se non capiva minimamente cosa fossero. Era una sensazione mai provata prima, un qualcosa di nuovo, ma gli sembrava che alcune sue capacita fossero migliorate, da quando avevano iniziato il viaggio. In particolare poteva percepire più chiaramente i desideri e i pensieri degli animali, tramite la sua magia, come se questa fosse diventata più potente. Ma non poteva essere cosi. Lui non si sentiva cambiato, e se la sua magia si fosse potenziata se ne sarebbe accorto. Probabilmente il motivo era un'altro.

"Tu non hai fame?" chiese l'elfetta, e Ariaston tornò allora al suo impegno; doveva andare a caccia, e mentre Aixela e Trebor decidevano se accompagnarlo o meno lui si era distratto ascoltanto la bambina.

"Un pochino, piccola..ma tra un po' provvediamo. Che ti piacerebbe mangiare stasera? Non hai che da chiedere e io te lo porterò..." disse inchinandosi come se fosse al cospetto di una regina, cn un sorriso divertito e giocherellone sulle labbra, sempre attento però ai movimenti del kender. Non avrebbe toccato ancora il suo pugnale...

Link al commento
Condividi su altri siti

Crea un account o accedi per commentare

Devi essere un utente registrato per poter lasciare un commento

Crea un account

Crea un nuovo account e registrati nella nostra comunità. È facile!

Registra un nuovo account

Accedi

Hai già un account? Accedi qui.
 

Accedi ora
×
×
  • Crea nuovo...