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La nostra storia...


Kordian

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A pensarci meglio, Entreri non si vedeva per niente in una buona posizione... la creatura ultraterrena si ergeva in tutta la sua altezza, sovrastandolo di una decina di centimetri...

Si chiese perchè fosse uscito dal tunnel, e soprattutto perchè si trovasse adesso a frapporsi tra il vecchio nano con i suoi mocciosi e l'immonda creatura...

Con la coda dell'occhio vide il nano che , messi al sicuro i piccoli dietro ai letti, si stava preparando alla formulazione di qualche sortilegio.

"che se la sbrighi da sè..non devo più nulla a costui...vedremo chi dei due sopravviverà!"

Con uno scatto improvviso si diresse verso la figura incatenata, per poi scartare repentinamente sulla destra, nello spazio tra la creatura e il muro. Accompagnò il tuffo rotolando , sempre armi in pugno. Una delle catene sibilò minacciosa, dirigendosi come una serpe verso il suo pettò..,ma incontrò il freddo metallo dell'Artiglio di Caronte.

Evitato l'attacco, Entreri si mise in ginocchio, gli occhi fissi in quelli mostruosi del suo avversario, e spiccò un balzo verso il tunnel..."addio,sciocco..questa sarà la tua tomba!"

Una volta dentro si diresse verso la fine del tunnel, ma per poco non si scontrò con qualcuno a metà strada...i suoi riflessi parlarono per lui: lo sbilancio con un colpo alle gambe, serrandogli il braccio armato con la mano della daga, ora nel fodero, e una volta atteratolo, gli puntò la spada alla gola..."potrei ucciderti adesso...ma non ne guadagnerei nulla..torniamo indietro..non c'è nulla che tu possa fare per lui...ora!"

sempre con la lama alla gola dell'uomo, si rialzò...realizzo che era il compagno di quella strana guerriera che tutti sembrava mettere a disagio..."andiamo...adesso"!

Lo spinse davanti a se, e si diressero verso la luce dell'uscita.

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/OT Ho inviato la storia ancora ieri sera a Dae ma nn deve essergli arrivata. La posto io. FINE OT

La scena è vista tutta dagli occhi del Nano:

Lo stava cercando, speva che era li da qualche parte ma non riusciva a vederlo si doveva nascondere nell'ombra....

Lo vide con uan frazione di secondo di ritardo, le sue catene affilate come rasoi lo imprigionarono tagliandogli la carne..un kyton, uhn demone delle profondità...non era un avversario facile ma poteva farcela...anzi doveva farcela i bambini dipendevano da lui!!!

Sapeva che non avrebbe potuto rischiare incantesimi che avrebbero potuto colpire i bambini, non era il caso di spazzare via chi voleva proteggere...a malapena riuscì a sopportare il dolore che le catena gli causavano ma riusci ad evocare cinque dardi di enrgia magica che si schiantarono sul nemico facendolo grugnire di dolere e facendogli allentare le catene quel tanto che bastava per fargli scatenare un altro incantesimo....un urlo di dolore strozzò le sultime parole della formula, una catena del kyton gli aveva colpito l'inguine con forza...strabuzzando gli occhi cercò di mantener la concentrazione ma le catene erano ovunque, lo colpivano veloci e inesorabili strappandogli pezzettini di carne ogni volta, ormai il sangue gli offuscava la vista, ma Sturmir non era sopravvissuto da fuori clan per 120 senza saper sopportare il dolore..ignorando le fitte all'inguine e al costato...lanciò un piccolo pezzo di ragnatela in aria, poche parole arcane e il demone fun intrappolato in una densa e fitta rgantela che gli impediva i movimenti...un attimo di pausa, Sturmir raccolse le sue forze, evoco laforza della magia e un raggio di enrgia nera partì dalla sua mnao colpendo il demone, immediatamnete questi accusò il colpo, le sue catene erano più pesanti per lui, la sua forza era diminuita, cercava di liberarsi ma ora tutto era più difficile per lui...

L'ultimo attacco, pensò il nano, un altro incabtesimo e manderò questa creatura nel suo piano ma ancora una volta il demone lo stupì, evoco immondi demoni al suo servizio ed essi si lanciarono su Sturmir graffiandolo e mordendolo con i crudeli artigli...il kyton ne appofittò: non se ne sarebbe andato senza mietere almeno una vittama. Con un' ultimo terribile colpo la frusta sferzò nell' aria e manco di un soffio il nano. Quest' ultimo si scansò e la catena andò a colpire una bambina nascosta dietro di lui. La frustata fù massacrante. Gli uncini tagliarono e lacerarono profondamente la giugulare della bimba e insieme a piccoli brandelli di carne il sangue innocente schizzo per la stanza. Sturmir ruggì di rabbia, un piccolo cono di vetro lanciato in aria e i demoni inferiori furono spazzati via da un cono di ghiaccio e freddo che prosciugò le loro energie...ma il kyton si era volatillizzato in qualche modo...era sparito non ne sentiva più l'aura!

La stanza ora era sgombra, a terra giaceva la bambina uccisa dal demone, una creaturina con i capelli del colore del miele scuro che non avrebbe mai più sorriso al mondo...gli altri bambini avevano gli occhi sbarrati per lo shock, Sturmir stesso era disperato...prima di abbandonarsi alla rabbia però decise di lasciare i ragazzi al sicuro...stava studiando un idea quando finalmente entrò qualcuno nella locanda, era l'oste esso inorridì alla vista del povero corpicino e alla devastazione causata dal cono di gelo del mago, ma Sturmir non lo fece nemmeno parlare, lo incantò e gli diedie i bambini in custodia, gli lascio un foglio di scuse e dei pezzi d'oro per quando si fosse svegliato dall'incantesimo...poi piangendo si rituffò nel cunicolo segreto alla ricerca degli altri....

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/OT Siccome sono in netta minoranza e l' altro "cattivone" per ora è in ferie non disperate, se volete ho una bella idea... penso di poter gestire più cattivoni contemporaneamente, sempre cmq tenendo il punto di vista del Na'Rghal... (ormai 7 8 anni da Master si fanno sentire :P ) Fatemi sapere....

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Nel giro di pochi istanti tutti si erano addentrati nel tunnel, che l'umano aveva rivelato dietro al bancone. Ariaston era rimasto un attimo in silenzio, forse stordito dalle parole turbinanti del kender, ripensando alla profezia.

Quando aveva rialzato gli occhi si era accorto che erano già tutti dentro il cunicolo, la voce del kender che riecheggiava. Alzò gli occhi e si accorse dei bimbi ancora addormentati la dentro. Strano, il nano se li era dimenticati.

Non capiva perchè avevano tutti cosi tanta fretta di uscire. Il chierico aveva detto che li sarebbero stati al sicuro, e aveva imparato con l'esperienza che era il caso di fidarsi dei chierici. E poi fuori al buio non avrebbero avuto migliori chanche che qui dentro, se qualche creatura li stava cercando. Ariaston prese in fretta la sua decisione, e si spostò al lato, vicino al muro. Strofinò leggermente l'amuleto argenteo al suo collo e si fuse con l'ombra. Nessuno avrebbe potuto notarlo ora. Si adagiò lentamente a terra, ginocchia al petto,e attese. Avrebbe raggiunti gli altri il giorno dopo. Alla luce del sole.

Dopo pochi istanti senti qualche rumore si sopra, forse passi, forse il vento. No vento non ce n'era stato quel giorno. Allertò i sensi e strinse la daga.

Poi successe di tutto. Senti la botola riaprirsi di scatto, il nano risalire di corsa (si era ricordato dei bambini finalmente?), l'umano dalla strana spada seguirlo correndo con le armi in pugno e del trambusto poco più sotto. E Aixela dov'era? Come mai non era tornata anche lei?

Poi qualcosa scese le scale che arrivavano dal primo piano. Era una strana creatura, e al buio non la vide bene, ma capì che era potente e pericolosa. Sentì l'adrenalina percorrergli il corpo, come nn succedeva da tempo, ma come era successo molte volte in quella giornata. Lo scontro si avvicinava.

Ma poi ripensò all'umana. Perchè continuava a pensare a lei? No, più che a lei pensava alla sua spada. Ma Aixela aveva detto qualcosa riguardo al fatto che nessun'altro poteva usarla. Non si fidava a prenderla o a chiederla in prestito.

Si disinteressò completamente dei rumori, e silenzioso si mosse verso il tunnel, scavalcò con un balzo il bancone volando direttamente dentro alla botola alle spalle dell'umano che stava correndo in un movimento agitato. Si voltò agilmente e sorpassò in un unica giravolta veloce Trebor. Forse il ladro si accorse di lui, forse no. Era ancora ammantato nella magia del suo amuleto e le ombre lo avvolgevano, mentre la sua natura elfica lo rendeva silenzioso. Era come una nube di notte intensa.

Scese nel tunnel, daga alla mano, e trovò il chierico con la ragazza in braccio. Lo seguì silensiozamente e quando arrivarono alla stanza al di fuori del tunnel, si nascose di lato, accucciato come la terra stessa. Sentì il kender e il chierico borbottare qualcosa, e poi l'umano tornò correndo all'interno del tunnel.

Ariaston aveva sentito qualche rumore provenire dalla stanza sopra, dalla locanda e forse qualche magia era stata usata. Non se ne preoccupò. Il nano sembrava in gamba, e già una volta aveva deciso di dargli fiducia. Sarebbe tornato poi a verificare la situazione.

In quel momento si mosse rapido nella costruzione che fungeva da riserva delle provviste. Entrò e vide la donna sul tavolo, svenuta e il kender che l'osservava attentamente, o forse più attentamente il suo equipaggiamento.

"Nanerottolo, allontanati da lei. Non vorrei che "perdesse" qualcosa. Però forse sarebbe contenta se le tenessi con cura la spada, mentre è svenuta. Qualcuno potrebbe rubargliela" disse l'elfo con il tono più convencente che la sua mielata voce gli concedeva. Fece un sorriso, e disse "che ne dici? tienila tu finchè nn si riprende, io faccio la guardia alla porta e a fuori. Non si sa mai, potrebbero arrivare altri malintenzionati."

E vide lo sguardo del kender appoggiarsi famelico sull'elsa della spada, mentre si fondeva nuovamente nell'ombra del cunicolo, scaldando il pugnale con la mano sinistra...

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Papà era davanti alla mamma. Com'era bella! Dicevano che i morti diventano brutti invece la mamma era ancora bella. Dopotutto papà diceva che ancora non era morta, ma che stava dormendo e che quella sera si sarebbe svegliata.

Che bello!

Era sempre immobile dentro quella teca di cristallo che stava sempre sottoterra. Ogni volta che le parlava, mamma non rispondeva. Pensava di deluderla, che non volesse sentirla. Era stato papà a dirle che doveva riposare perché era stanca. Da allor l'aveva accudita con tutte le attenzioni possibili, aspettando il giorno in cui si sarebbe svegliata, un giorno che papà stava progettando da tempo.

Ed il giorno era arrivato.

Mamma stava per svegliarsi.

Ma... non sa... è come se qualcosa l'avesse scaldata. E infreddolita. Sentiva il suo corpo percorso da qualcosa, come un fuoco... come ghiaccio. Vide le sue spalle illuminarsi come facevano sempre le mani di papà. Vide papà allargare gli occhi come se avesse paura, se avesse capito che le cose non andavano bene.

E guardava lei.

Gli occhi terrorizzati.

E guardava lei.

Gli occhi consapevoli.

E guardava lei.

Gli occhi spalancati... la luce... la luce... la luce!

Accecante!

Poi buio.

E di nuovo la luce. Ma stavolta soffusa.

E il corpo di papà a terra, immobile. E la mamma... orrenda! Orrenda!

Lo hai ucciso... lo hai ucciso... lo hai ucciso...

... li hai uccisi!

Hai ucciso la bimba!

Non sono stata io!

Non ci sei stata.

Non è colpa mia!

L'hai uccisa!

...

E nell'oscurità la spada cominciò a brillare leggermente.

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Il locale era meno puzzolente del cunicolo scuro dove erano passati. Il kender fu il primo ad entrarci, ma girandosi, vide che con lui era rimasta solo l'elfetta. Probabilmente quel locale puzzava cosi' poco proprio perche' non c'era tutta quella gente, specialmente il nano.

Non passo' nemmeno un minuto, nel quale il kender gia' aveva imparato a memoria tutti i pertugi dello stretto locale, ed era gia' partito in quarta con una delle sue storie preferite, quando con Laurasalanatapafatansa aveva forgiato le lancie luminose, che dopo la guerra andarono probabilmente ai giganti delle colline nevose, famosi per i loro spiedini di drago, che Perenor irruppe nella stanza con Aixela stesa tra le sue braccia. A quanto pare quella ragazza non aveva una buona salute.

Garfuss si avvicino', curioso come sempre, e diede un'ennesima occhiata alla spada meravigliosa che la ragazza portava alla cinta. Perenor gli disse di dargli una mano. Il kender strinse forte la mano di Aixela e gridò "Spingi!" con fare convinto. Perenor in quel momento capi' perche' tra i kender non ci fossero guaritori. In realtà non è che i kender non avessero guaritori, solo che questi come lavoro principale di solito facevano i macellai o i pugili professionisti.

"Va bene, pare essersi stabilizzata" disse il chierico "ora tu rimani qui, e non farla uscire da questa stanza, mentre io torno nel tunnel a vedere che diavolo succede." Vedendo che il kender annuiva,stranamente in silenzio, Perenor colse l'occasione e si fiondo' nel tunnel.

Erano solo lui e l'elfetta. E l'elfo viaggiatore entro' in quel momento.

"Hei, ma che succede di la'? c'è un pò di movimento? Non è che vi state divertendo senza di noi vero?"

"No, solo il nano che si era scordato i mocciosi addormentati." rispose l'elfo

"Si, ma mi pare che sono tutti un po troppo agitati per questo no?"

"Forse hanno avuto dei traumi infantili. IO, non sono affatto agitato."

"mmm....E le grida che ho sentito prima?"

"Un ratto morto. L'umano, quello della spada magica, ci è scivolato sopra ed è finito faccia a terra."

"E questi ringhi?"

"Sarà qualche cane randagio."

"Deve essere molto grosso. Del tipo che non vorrei incontrare nemmeno se avessi una bistecca e della formalina."

"Già."

Il locale tremò tutto per alcuni attimi.

"QUESTA però mi pare proprio un'esplosione!" disse il kender con una faccia meditabonda.

"Il nano ha mangiato pesante." Rispose in modo serissimo l'elfo.

Dopo questa ultima risposta il kender fu totalmente convinto.

"Mmm se venite un attimo qui, non mi pare che Aixela stia miolto bene" esordi' l'elfetta, con le mani sul tavolo e in punta di piedi per poter vedere la faccia di Aixela stesavi sopra.

Mentre i due si avvicinavano, Aixela sussurrava parole sconnesse, febbriciante. La sua spada comincio' a pulsare.

"Con te sarebbe sicuramente piu' al sicuro, Garfuss" disse l'elfo più o meno hehehe

"Uh..ma no! Che dici! Chi potrebbe mai rubargliela qui dentro!"

L'elfo alzo' un sopracciglio e spari' nelle ombre della stanza.

L'elfetta prese per le spalle Garfuss, che non era tanto piu'alto di lei, e lo costrinse a guardarla in faccia. "Zio Garfuss, è vero che tu NON cercherai di prendere quella spada, vero?"

Garfuss fece una faccia offesa. "Ma chi, IO? Ma se mio zio Tas me lo diceva sempre, "Garfuss, se non conosci le proprietà di un oggetto che pensi sia magico, tienitene alla larga!" e poi non mi piace la magia, preferisco l'abilità i giocolieri, magia, rauss!

Anzi penso che la prossima volta che vedo un mago mi tengo alla larga. Sicuro. Matematico. Magia? No grazie. Troppi inconvenienti, il salomonare, la puzza di mercurio, che poi ti viene la pelle rugosa e gli occhi sbiancati, vai in giro pari un morto. Non io, ah, di certo! Non mi vedrai mai e poi mai con un oggetto magico in mano, puoi metterci la mano sul fuoco, scommetterci, riffa, 100% investimenti sicuri."

"Hem...Zio, cosa tieni nascosto dietro la schiena?"

"Cos... oh questa!" Era la spada, ancora infilata nel fodero. Aixela, stesa sul tavolo, pareva immutata, eppure il fodero contenente la sua spada era ora in mano al kender. "Ma chissa' come ci sara' finita qui! Ah ma è magica che SCHIFO! Via! Blll quasi non la sopporto!"

"Zio....non lo fare... ho un brutto presentimento..."

"Fare cosa?"

Il kender e l'elfetta si guardarono per un attimo. Lei allungo' la mano di scatto, ma lui fu piu' veloce: strinse l'impugnatura della spada con la mano destra.

OT heheheh wolf sei un grosso... Joram, non esagerare! OT

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Per un pelo!

Il nano era dannattamente coriaceo! Non se lo aspettava e a momenti questa mancanza gli sarebbe costata molto molto cara.

Il combattimento aveva avuto esiti negativi ma alquanto inattesi...

Il dente del Diavolo Ark'Malai che gli pendeva dal collo non aveva mai dato così strani effetti, doveva solamente dargli un' aiuto con l' agilità e invece quando aveva evocato il suo potere erano usciti dal nulla quei piccoli imp già consci della battaglia e pronti a mordere e lacerare... Alquanto strano. Qualcuno aveva notato la sua attività o c'era quanlcuno lì vicino che catalizzava la Trama.

Se qualcuno lo stava osservando, qualche suo superiore, allora non poteva cedere. Se sarebbe riuscito nello scopo allora sicuramente avrebbe avuto una ricompensa sicuramente sopra le sue pretese...e se avesse fallito la morte sarebbe stata una allettannte amica.

Tornò con i pensieri alle sue ferite: se non ci fossero stati gli Imp trà lui e il nano probabilmente sarebbe morto. Era gravemente ferito e ci avrebbe messo un bel pò per rigenerarsi del tutto, forse addirittura tutto il resto della notte...

Con le catene in allerta si trascinò zoppicando sino all' albero colmo di anime e si rilassò trà i suoi rami. Qualcosa o qualcuno gli ronzava in testa.

<< Sì PadRonE, EcCoMi....>>

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Ariaston era ancora fuori della porta quando il kender, come previsto, afferrò la spada dell'umana. La simpatica elfetta aveva cercato di interromperlo, di non lasciarglielo fare, ma certe cose sono più forti. Vanno oltre le decisioni, l'istinto spinge a fare di tutto.

L'elfo stava osservando con cura ciò che succedeva nella stanza, molto interessato a ciò che sarebbe successo con quella spada..presto avrebbe capito qualcosa in più sulle reali potenzialità dell'arma, e all'improvviso si accorse che Aixela si agitava nel sonno, e che la spada ora brillava di una strana luminescenza, come le sue spalle poco prima...e forse anche ora..

Si accucciò un po' di più nell'ombra, timoroso di aver scatenato qualcosa di pericoloso...

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<<No, fermo! Non farlo! La spada ti farà del male!>>

La piccola elfa non aveva nemmeno finito di urlare il suo richiamo quando la mano del kender si strinse all'elsa e il piccolo essere sguainò la Lama Perfetta..

Il volto segnato dal dolore del suo piccolo amico la spinsero a cercare di togliere le mani dall'elsa, correndo il rischi di ferirsi essa stesssa.

La luce dalla Lama era accecante, reclamava sangue, reclamava linfa vitale, reclamava la mano per cui era stata forgiata.

Le dita di Garfuss stmbravano essere diventate di pietra,i suoi movimenti disarticolati non le rendevano facile l'impresa, le sue urla di dolore sovrastavano tutti i rumori del piano di sopra e le riempivano le orecchie.

Tutto d'un tratto la mano del Kender lasciò la presa e, prima che la piccolina potesse sincerarsi delle sue condizioni di salute una forza sconosciuta entrò in contatto con la sua mente.

Era ghiaccio...era fuoco..era dolore..

L'elfo che di soppiatto era entrato nella stanza poteva assistere ad un singolare spettacolo:

Il kender giaceva a terra in una posa assolutamente innaturale, le membra che sembravano quasi disarticolate la piccola elfetta reggeva la Lama Perfetta, troppo grande e potente per lei...

Urlava..dal dolore?

I tatuaggi delle tempie rilucevano alla stessa maniera della terribile arma mentre la particolare luminescenza era stata acquisita anche dai tatuaggi sulle aspalle della guerriera ancora priva di sensi.

La forza sprigionata aveva creato un giro d'aria di impressionanti proporzioni che scompigliava i capelli rossi della piccola.

*...faceva freddo...

..e poteva vedere tante cose...

..una donna che dormiva...

..un uomo che la vegliava da tanto, tanto tempo...

..una bambina...

..LUCE!

..una donna guerriera..

..la nascita di una spada..

..il suo battesimo di sangue..

..mamma..poteva vedere il volto di sua madre...*

poi la piccola, con un ulteriore alto grido svenne.

Nella stanza che di nuovo era immersa nella semi oscurità solo l'elfo poteva dire di sapere ciò che era accaduto..

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Stava rientrando nel tunnel,, udì i passi degli altri che tornavano indietro quando sentì un urlo lacerante della piccola elfa, si slanciò di corsa nel tunnel, incurante delle ferite, qaundo sentì un terrificante scompenso nella Magia, essa sembrava impazzita stava vorticando come un tornado, gli sembrò che la testa potesse scoppiare da un momento all'altro, tale era la pressione della magia nel suo corpo che inizio a sudare e lacrimare piccole gocce di sangue, era come essere coinvolto in un disastroso incantesimo troppo potente per colui che lo aveva lanciato...barcollò, cadde quasi ma la pura forza di volontà lo fece avanzare quando tutto finì di colpo...come una chiusa che feram una cascata così qaulcosa aveva bloccato la magia che fluiva inarrestabile dal tunnel...

Incrociò il chierico..Perenor gli sembrava si chiamasse, lo guardò con occhi stupiti e avanzò ancora nel tunnel...

Pochi metri che sembrarono miglia a Sturmir la cui mente iniziava a vacillare a causa delle pressioni a cui era stata sottoposta, prima il lich e il suo attacco, poi il kender, poi ancora il combattimento con il demone che lo aveva quasi ucciso ed ora questo...un terrificante colpo di maglio sul povero mago che era stremato.

Ma quando vide il kender a terra come una marionetta spezzata e la piccola elfa a terra svenuta con in mano la spada della giovane umana che giaceva su un tavolo nella stanza, comprese che era stata la spada a scatenare il disastro, i tatuaggi sulla piccola elfa rilucevano ancora come la spada ma ora che la piccola era svenuta tutto era statico, si avvicinò alla spada, la avvolse nel mantello e senza toccarla direttamente la appoggiò al fianco della giovane umana che si agitava come se fosse in preda ad un incubo.

Poggiata la spada però non riusci a fare altro, le gambe erano divenate liquide e la testa pesante come piombo, crollò al suolo esamìnime e accolse l'oblio dell'inoscienza qausi con sollievo...

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Tutto era successo molto velocemente. Il kender aveva impugnato la spada e immediatamente il suo volto si era contratto in una smorfia di dolore e disgusto. Dalla sua espressione si poteva capire che stava soffrendo, che voleva lasciarla, ma probabilmente non ci riusciva. Ariaston per un attimo fu tentato di aiutarlo, di liberarlo da quell'agonia, ma più veloce di lui fù l'elfa.

Liberò la spada dalle mani del kender nonostante sembrava sapere già prima che la spada avrebbe avuto effetti dolorosi, se impugnata.

Il kender ricadde a terra svenuto, o forse morto, tanto innaturale era la sua posizione. E subito fu luce, quando le mani della ragazzina strinsero l'elsa. In pochi attimi gli occhi di Ariston videro le tempie dell'elfa, le spalle di Aixela e la spada brillare all'unisono della stessa luce pulsante. Riuscì anche a capire che qualche magia era in atto, ma le sue conoscenze rudimentali della magia non gli permisero di identificare cosa stesse succedendo.

L'elfa urlò, barcollò qualche altro istante con la spada in mano, spinta dal suo peso, poi la lasciò e cadde a terra, svenuta. La stanza tornò nell'oscurità e dopo qualche secondo di stordimento, Ariaston si rese conto di essere anche lui vicino all'elfa, fermo e assolutamente basito.

Non si ricordava di essere rientrato nella stanza, ma doveva averlo fatto mentre la magia era in atto, guidato dalla curiosità.

Ritornò in se e ascoltò i rumori percependo i passi di qualcuno che si avvicinava.

Scattò di nuovo verso l'uscita della stanza, si fuse nell'ombra per riprendere fiato (e nel farlo si accorse di avere il fiatone..perchè?) e vide passare il nano. Era ferito, e sembrava stremato; probabilmente la creatura che aveva intravvisto di sopra aveva dato problemi. Il piccoletto entrò nella stanza, osservò la situazione e poi ripose la spada vicino all'umana. Dopo averlo fatto barcollò qualche istante e cadde a terra, svenuto. Forse era stata la spada a far svenire anche lui, forse era stata la stanchezza. Questo Ariaston non poteva saperlo. Ma ora era tornato in se e capì che c'era bisogno di aiuto per tutti e tre, e il chierico sarebbe potuto servire a questo.

"EHI VOI LASSU'. QUA C'E' BISOGNO DI CURE URGENTI PER I VOSTRI AMICI!" urlò con la voce che riecheggiava nel cunicolo.

Poi si avvicinò al kender, lo distese più comodamente a terra e potè notare la smorfia che ancora dipingeva il suo volto. Sembrava ancora immerso nel più terribile dei propri incubi.

Poi andò dal nano, e capì che era stremato. Doveva anche aver combattuto, lassù, viste le ferite al corpo. Di questo si sarebbe occupato il chierico.

Andò allora dall'elfetta, la raccolse e la stese accanto ad Aixela. Non sapeva neanche come si chiamasse la bambina, ma voleva proteggerla. Le era simpatica, e in qualche maniera a lui ancora ignota sembrava legata alla triste guerriera.

Aveva preso una decisione. Avrebbe aiutato Aixela a capire qualcosa del proprio passato, e a cavarsela nel presente. Lui, che viveva del proprio passato, non poteva capire come avrebbe potuto lei farne a meno, e la sentì vicina, forte e al tempo stesso debole nelle sue preoccupazioni.

E poi c'era la profezia, cosa della quale voleva capire qualcosa in più. Lo attiravano i misteri e le nuove sfide, pericolose o meno che fossero.

Si sedette a terra con la schiena appoggiata alla parete, in attesa degli altri componenti del gruppo, osservando l'entrata.

Questa giornata era stata divertente, e se non si sbagliava anche le seguenti lo sarebbero state..iniziò a giocherellare con la daga, scrivendo simboli elfici a terra, sorridendo e tagliando il buio con il pallore delle sue mani e il candore dei suoi denti...

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Il locale tremò tutto per alcuni attimi.

"QUESTA però mi pare proprio un'esplosione!" disse il kender con una faccia meditabonda.

"Il nano ha mangiato pesante." Rispose in modo serissimo l'elfo.

Dopo questa ultima risposta il kender fu totalmente convinto.

OT: Manzo, sei un M I T O! Il tuo kender è F E N O M E N A L E!

Comunque siete tutti dei grandi...

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-Ho sentito! Non c'è bisogno di urlare!- esclamò Perenor irritato, sbucando dalla botola sul pavimento. Aveva appena cercato di fermare il nano nel corridoio, ma inutilmente.

La scena che gli si presentò davanti agli occhi lo bloccò all'istante. Sondò la stanza, alla ricerca di un qualsiasi pericolo che potesse aver provocato tutto ciò: il nano era disteso a terra, svenuto. Il kender stava rantolando per terra, pronunciando parole incomprensibili, il corpo contorto in una posa innaturale. Aixela era ancora distesa sul tavolo, svenuta. Accanto a lei la piccola elfa. Sembrava dormire, ma era molto pallida.

-Cos'è successo qua dentro?- chiese all'elfo, seduto a terra, con la schiena appoffiata al muro.

Non ottenne risposta.

Velocemente si chinò sul nano, stava perdendo molto sangue. La pelle lacerata in più punti da un'arma tagliente. Perenor non riuscì a capire cosa potese essere stato: ma qualunque cosa fosse non sembrava essere stata avvelenata. Gettò un'occhiata sbrigativa all'elfo ma quello era ancora immobile, chiuso in sè stesso.

Perenor si concentrò e formulò le parole dell'incantesimo. Immediatamente le ferite si chiusero ed il pallore cadaverico scomparve, il respiro tornò a farsi regolare. Perenor sorrise soddisfatto...era salvo.

Poi si girò verso il kender...farfugliava ancora parole sconnesse. ma per lo meno le sue membra non erano più piegate in maniera allarmante. Lo toccò un istante e si rese conto che non era nulla di grave, solo uno shock... Ma provocato da cosa?

Una spada giaceva per terra lì vicino.

Perenor fece per raccoglierla, ma non appena lo fece l'elfo si irrigidì:

-Non ti consiglio di toccarla.- gli sibilò.

Il giovane chierico interruppe il gesto e lo fissò:

-Allora hai visto, tu sai cosa è successo.- affermò.

Ancora una volta non ottenne risposta. Avrebbe potuto farlo parlare, ma non adesso... c'erano cose più urgenti da fare.

Si chinò di nuovo a terra e raccolse la spada, facendo ben attenzione a non toccare l'elsa.

Non toccare l'elsa, per nessun motivo

La voce dentro di lui se ne andò, così rapidamente come era venuta. Anche attraverso il fodero percepiva la magia racchiusa in quell'arma. La guardò e la riconobbe... piano, con delicatezza estrema raggiunse Aixela e la depose accanto a lei sul tavolo.

La donna era ancora svenuta, ma non sembrava essere in pericolo. Bene, pensò. La bambina era nelle stesse identiche condizioni...

Cosa poteva aver scatenato tutto ciò?

Questa volta non ci fu una voce, solo una sequenza di immagini veloci che balenò dentro di lui. Non riuscì a capirle però, ne afferrò solo alcuni particolari, che lo spaventarono... tutto questo aveva a che fare con la spada. Ed aveva visto qualcosa...qualcosa che doveva ancora accadere.

Si girò verso l'elfo e decise che avrebbe potuto provare con lui un piccolo bluff:

- So cosa è successo. Mi manca solo capire cosa c'entri tu in tutto questo. Sai che non potrai mai avere quella spada?- lo affrontò, scavalcando il kender a terra che ora mugolava qualcosa:

-Nooo...non ancora... mi piace questa quercia, ma adesso devo proprio andare...-

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Aixela aprì gli occhi di scatto.

«No... no... no...» Cominciò a dire senza motivo appernte. Vide la sua spada accanto a sè... ma soprattutto vide in kender a terra. Perché l'aveva fatto? Perché? La risposta arrivò da sola: è un kender. Eppure avrebbe giurato che non era prprio coem tutti gli altri.

Afferrò l'elsa guardando la lama brillare, la rimise nel fodero, come a voler nascondere vergognosamente quella sua caratteristica.

Poi riportò gli occhi sul kender. Non riusciva ad immaginare quello che poteva aver visto, come non era mai riuscita ad immaginare quelloc he aveva visto Trebor quando impugnò la sua arma nel tentativo di salvarle la vita. Lui le disse solo che era la cosa più brutta che avesse provato in tutta la sua vita... anche se non aveva la minima idea di cosa fosse.

Si chinò sul kender.

Poi il suo sguardo corse alla piccola elfa che la guardò con fare colpevole, come se avesse fatto qualcosa che non doveva fare.

«Cosa c'è, piccola?»

La bimba la guardò ancora prima di risponderle, poi le disse: «Anche io ho toccato la tua spada.»

Aixela sgranò gli occhi.

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Il chierico si era rivolto a lui più volte. Non aveva mai risposto. Non serviva.

Ma ora gli si parò davanti, con fare (forse?) minaccioso.

Ariston rimase seduto a terra, con un sorriso sulle labbra.

" Ormai l'ho capito, che non potrò avere quella spada. O almeno fin che non avrò capito come impugnarla senza pericolo. Ma dopotutto non mi interessa neppure. Non desidero averla. Ma voglio capire di cos'è capace."

Si alzò in piedi, leggero, e passando di fianco al chierico si avvicinò all'entrata della stanza. Ormai erano tutti li dentro, umano dalla spada strana compresa.

"Sappiamo tutti della profezia, e capiamo tutti di esserne coinvolti in qualche maniera, a me ignota. E li fuori c'è qualcosa di pericoloso a quanto pare. Io passerei la notte qui dentro, alcuni di voi hanno bisogno di riposare, e il nano e il kender sono ancora a terra.

Aixela sembra essersi un po' ripresa, e anche l'elfetta. Ma non sarebbe comunque saggio muoversi ora, secondo me. Io comunque, a prescindere dalla vostra scelta, starò qua ad aspettare."

Si sedette a terra accanto alla porta, con le ginocchia raccolte al petto, giocando con la polvere con un dito della mano.

"Domani mattina penseremo al da farsi..la luce porterà nuovi consigli, e forse capiremo anche qualcosa di più di quella profezia. Sperando che durante la notte nessuno del villaggio venga a disturbare il vostro sonno..."

detto questo si abbassò il cappuccio sul capo e continuò il suo giochino con la polvere. E nel frattempo ripensava...

Otto son uno, come l'albero e le radici. L'Ombra nella notte, viva come la foresta in fiore, cerca la sfida e soffre il passato. L'Esulo della terra, come la terra è piu' forte nel profondo, e guarda la strada. Il viaggiatore mai stanco, come il vento del tempo, porta notizia e scompiglio. L'Angelo e Il Guardiano, il sereno e la tempesta, fendono l'aria ma si racchiudono nel seme. La Sfera di Cristallo, calma come il mare, ma solo se il vento tace. L'Astuto, forte come una roccia, ma in balia della montagna. Il Seguace, novizio della vita, ora di nuovo trova la sua fede e cura il futuro.

Al calare dell'ombra e al tornare del vento nero, solo chi combatte cambia gli eventi. Vostra è la scelta, vostro il creato.

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"anche tu hai toccato la spada?"

balbettò Aixela acarezzando il viso della piccola mentre gli occhi vagavano alla febbrile ricerca di ferite, escoriazioni, bruciature, di un qualsiasi segno lasciato dalla spada magica...

"io...non volevo, è stato Garfuss... soffriva, urlava, la spada gli faceva tanto male e io non potevo lasciarlo così...."

.....

"non volevo guardare... ma c'era tanta luce e tutto era così chiaro... oh Aixela, perdonami!!"

la piccola abbracciò in lacrime la guerriera che rimase sorpresa per la seconda volta nel giro di pochi, brevissimi secondi...

"Dimmi chi sei."

La piccola alzò il viso rigato da grossi lacrimoni...

"io...sono solo Alatharièl la piccola elfa del villaggio che nessuno vuole avere vicino...cresciuta dalla vecchia Zadora che per pena mi teneva con sè...nessuno sa chi sono i miei genitori, per quello che ne so io sono sempre vissuta ai bordi della strada e nelle stalle dove mi permettevano di dormire...i bambini non vogliono giocare con me per via degli strani segni che ho sulle tempie.. i grandi mi guardano con sospetto perchè a volta faccio succedere le cose strane.. ma non ho mai fatto del male a nessuno...e poi ho incontrato te, Garfuss, il cantastorie..."

"hhhhhhhhh"

il kender aveva emesso un flebile e roco respiro.

"Garfuss!!! Aixela, che cosa gli è successo?Perchè è ridotto così?"

La piccola in lacrime corse ad abbracciare il suo strano amico..

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