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La nostra storia...


Kordian

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Trebor si guardò intorno a disagio, gli ochci che correvano lungo tutto il gruppo. Guardò Aixela ed i suoi occhi sembravano volerla allontanare, come se le volesse risparmiare qualcosa di doloroso. Lei non lo stava osservando, impegnata a giocare con la piccola elfa come farebbe una sorella maggiore con quella minore.

Si sedette in terra, giocando con i ciuffi i erba: «Io... io non sono sicuro di quello che sto per dire. Non le è mai capitata una cosa del genere. O perlomeno non le sono mai capitate così spesso.» Guarda l'elfo «Tu hai visto quello che è successo e sai come ti abbia visto tutte le volte che eri nascosto. Sai che sente la magia.» Sospira «E' l'unica cosa che sono riuscito a capire. Sente la presenza della magia ed in qualche modo la altera... la amplia...» Fa un gesto come per indicare qualcosa che si ingrandisce. Poi le mani ricadono e la voce si fa roca e sommessa «E, da quel che ho capito, è stato proprio per questo motivo che il padre è morto. Stava conducendo una grande magia per riportare in vita la madre... ma poi qualcosa andò storto e questa magia che doveva attingere alla sua stessa linfa vitale, lo prosciugò... portandolo alla morte. Non so perché e non so come, ma Aixela aveva potenziato la sua magia, alterandola, portandola fuori controllo.» Si alza in piedi «Per quanto riguarda la spada, io...»

Fu solo in quel momento che si accorse che gli sguardi degli altri erano fissi su un punto accanto a lui. Si voltò e vide Aixela ritta in piedi accanto a lui, i pugni stretti, il volto contorto in uan smorfia di dolore.

«E tu... tu che ne sai di come è... è morto mio padre?»

Trebor non si mosse, abbassò la testa ed il corpo fu scosso da brividi: «L'ho... l'ho visto... quando... quando...» Cade in ginocchio «... quando ho toccato... la... la spada...»

Aixela trasalì.

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Un sorriso.

Un sorriso era andato lentamente a solcare il volto di Ariaston, man mano che il ladro raccontava e l'espressione di Aixela mutava.

Ora capiva un po' meglio il perchè del potenziamento dei suoi poteri magici, cosa che poteva tornare utile se riusciva a capire in quali limiti si conteneva la cosa.

Capiva cos'era successo al nano, anche se non capiva ancora perchè la spada splendeva all'unisono con i tatuaggi di Aixela e Alathariel e perchè la lama li aveva protetti la sera precedente.

"Credo che questo nuovo potere potrebbe essere un vantaggio e un problema contemporaneamente. Da una parte potenzia gli incantesimi del nano, che se impara a controllarli può finalmente diventare utile in questa storia " disse Ariaston con un sorriso complice rivolto al nano. La sua voce dolce gli permetteva di scherzare sarcasticamente anche con i nani, talvolta.

"Ma da un altro lato c'è da considerare che anche i nemici potrebbero essere influenzati da questa cosa, e se qualche magia dovesse sfuggire dal controllo sarebbero guai. Ma dopotutto non ci si può fare niente per ora..le cose restano cosi e il viaggio deve continuare, anche se si può tentare di limitare l'uso della magia."

Mentre Ariaston parlava non pensava minimamente a questo problema. Ripensava alle immagini impresse nella sua mente, le immagini di suo padre, sua madre e sua sorella, quel demone spietato, quel combattimento, quel...si riscosse agitando la testa, innervosito dall'essere ricaduto nella tristezza di quei ricordi.

Si sedette più comodamente a terra, con calma e naturalezza, come se niente fosse successo. Chissà se era riuscito a nascondere il suo turbamento?

Passò lo sguardo sui compagni, tutti attenti a soppesare il significato delle parole dette finora e delle conseguenza implicite.

La situazione si faceva interessante, e forse sarebbe riuscito a trarne qualche tipo di vantaggio anche.

E la sua determinazione a voler aiutare quella ragazza aumentava sempre più, sentendola ora più vicina di un tempo, ora che capiva il dolore che stava provando in quell'istante...per un attimo gli tornarono alla mente le immagini, il suo passato e la sua missione, ma poi si ridestò, con un altro leggero movimento nervoso del capo.

E notò una cosa: Garfuss era assurdamente silenzioso in quell'istante!!!

"Beh, credo che non ci sia molto altro da dire..io ho da chiedere solo una cosa: Aixela, tu credi di essere in grado di controllare in parte questa tua capacità??". Pose la domanda nel tono più dolce che la sua voce gli concedesse, capendo il dolore di queste ultime rivelazioni e le miriadi di sentimenti che stavano passando per il suo cuore...

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Aixela guardò l'elfo. Nei suoi occhi balenò un velo di ostilità. Come si era permesso di chiederle una cosa del genere in questo momento, nel momento in cui aveva forse scoperto la vera ragione della morte di suo padre: lei.

Lei lo aveva ucciso!

Voleva piangere, ma sapeva che non avrebbe risolto niente, se non apparire debole di fronte a tutti gli occhi che la stavano osservando. Quello che diceva Trebor poteva essere vero e poteva essere falso. Lui aveva toccato la spada, è vero. E da quel momento, pur se scosso, le è stato ancora più vicino di prima.

Lo guarda mentre si rialza, dandole le spalle. Che fine ha fatto quel ladruncolo che ci provava con lei in ogni momento, anche dopo aver scoperto la sua omosessualità? Che fine ha fatto quel sorriso inornico perennemente presente sul quel viso che lei aveva cominciato a sentire fraterno?

Questi ultimi eventi lo stanno cambiando. E stanno cambiando lei.

Ma forse... forse finalmente troverà le risposte.

Mise una mano sulla spalla di Trebor, guardandolo negli occhi e dandogli con uno sguardo tutto il suo appoggio. Poi si girò verso l'elfo, lo sguardo deciso: «Non lo so, Ariaston. Non sapevo neanche di averle queste capacità.»

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La ragazza era scossa. Si leggeva engli occhi. E Ariaston lo capiva, condivideva quel suo dolore per la morte del padre..suo padre..

"Come immaginavo" disse con un tono di voce basso, conscio di essere risultato brusco in un momento delicato.

"Beh" continuò a bassa voce, parlando quasi con se stesso, " le cose non sono cambiate molto da ieri. Sappiamo cosa può succedere in caso di utilizzo della magia, ma non sappiamo come controllare la cosa. Dovremmo solo stare più attenti e sperare che non ci sia bisogno di usarla ancora." I suoi occhi guardavano terra, mentre parlava soppesando il significato delle sue parole.

"Aixela, non pensare che non capisca che ora stai male. Lo capisco eccome. E so che qualsiasi parola per alleviare il tuo dolore ora sarebbe vana, sopratutto da uno sconosciuto come me. Quello che tu hai è un dono, non una maledizione, un dono ereditato dai tuoi genitori, credo."

Si alzò in piedi, lo sguardo deciso sul volto, le mani nascoste sotto al mantello che si stringeva al petto.

"Non rimuginare su ciò che è stato, non commettere questo errore. La vita va avanti, e se non vuoi rendere vano il tuo passato devi guardare al domani e far valere le tue esperienze e i tuoi doni." Si voltò e scattò verso la boscaglia in direzione della montagna con un "vado in esplorazione..." a seguirlo, e una domanda che ora gli tamburellava in testa...si chiedeva se quello che aveva detto lo dicesse alla ragazza o a se stesso...

Prosegui in direzione della montagna, continuando a concentrarsi sui rumori e sui segnali che riusciva a cogliere dagli animali della foresta. Sembrava tutto tranquillo, le normali presenze di una bella foresta viva.

Poi all'improvviso percepì qualcosa di anomalo. Non riusciva ancora a distinguere bene, forse un odore, forse un rumore, ma qualcosa lo aveva messo all'erta. Era a circa 3 chilometri di distanza da dove aveva lasciato gli altri, e davanti a se qualcosa viveva. Si occultò nelle ombre, grazie al suo amuleto, e avanzò cautamente e silenziosamente. I rumori e gli odori ora aumentavano, e lui poteva percepirli chiaramente e riconoscerli. Quel lezzo e la devastazione che regnava li attorno significava solo una cosa:

Orchetti!

Si trovava a poca distanza da un accampamento di orchetti, forse un villaggio, forse un accampamento provvisorio, anche se a giudicare dal lezzo che aleggiava doveva essere li da un po' ormai.

Ed era proprio sul sentiero che portava alla montagna. Si voltò e iniziò a tornare verso i compagni, fermandosi di tanto in tanto ad ascoltare per accertarsi di non essere seguito, raccogliendo tutte le informazioni che poteva dagli esseri viventi della zona.

Era solo, di questo ne era certo. Si stava avvicinando al luogo dove avrebbe dovuto incontrare i suoi compagni. Doveva avvertirli di quanto aveva visto, e forse avrebbero dovuto elaborare una strada alternativa, se non si voleva dover combattere contro quegli essere devastatori..

Sperava non si fossero mossi da li, e fossero rimasti in attesa del suo ritorno per avere informazioni..era passata all'incirca un'ora.

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Questa sera posto qualcosa anche io, portate pazienza...

E cmq secondo me dobbiamo eliminare in qualche maniera i personaggi che ormai nn postano più da tempo... :cry:

Liberi di farlo, però, se volete proprio "steccare" un personaggio, prima vi consiglio di consultare i diretti interessati... magari potrebbe ripostare improvvisamente!

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fate di Alatharièl quello che volete

attenta...frase pericolosa... :roll::shock: cmq nn sei inutile, anzi la figura del tuo personaggio ispirava, almeno a me...sembra divertente "condurre" una bambina in mezzo a quel marasma di gente strana...prova a inventarti qlcs se hai tempo, anche un incipit, poi verrà fuori da se... ;)

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L'elfo era ormai tornato abbastanza indietro da essersi reso conto che gli altri non erano piu' dove li aveva lasciati. Sperava solo che fossero stati abbastanza saggi da non fare troppo rumore. Decise di andare a cercarli: anche se fossero stati estremamente furtivi, cosa di cui lui dubitava, era abbastanza fiducioso nel ritrovarli. E poi c'erano il nano e il kender, le cui traccie erano difficili da seguire come quelle di tredici mammuth in corsa in un campo di grano.

Poco tempo dopo infatti credette di averli trovati. Nessuno parlava, ma l'andatura era decisamente quella di un gruppo di uomini. C'era una cosa strana però. Una specie di suono raschiante. Appena si avvicinò, decise però che non vi era nessun pericolo. Aveva infatti un sospetto, che confermò appena il gruppo entrò nel suo raggio visivo. Erano tutti abbastnaza accorti nel procedere, l'unica pecca era il nano che, in maniera decisamente poco democratica, aveva legato il kender come un salsicciotto e lo trascinava rudemente. All'elfo parve strano: per quanto fosse fastidioso, quella gli sembrava una decisione veramente estrema. E tutti, compresa Alatharièl, a quanto pare non avevano niente da ridire.

Emerse dal folto della foresta, e ragguagliò i compagni della piccola comunità orchesca a poca strada di fronte a loro.

Nessuno rimase sorpreso. Alchè all'elfo sorse qualche dubbio.

"Come mai il kender è infagottato come una porchetta?"

"Questo imbecille" disse il nano indicando il kender, che alzò il pugno con il pollice rivolto verso l'alto ed un sorriso da chi la sa lunga "per poco non ci conduceva dritti tra le mani di una sessantina di orchi!"

"Sput...non è vero! Sono loro che ci sono venuti addosso!"

"Ti avevo messo un bavaglio, che fine ha fatto????" grugni' Sturmir poco cortese

"E' appena sotto la mia bocca, che non lo vedi?"

"Certo che lo vedo! Rimettitelo!"

Il kender diede un morso al bavaglio e se lo rimise tra le labbra. Era ancora legato con almeno 15 metri di corda.

"Praticamente stavamo avanzando di soppiatto, personalmente ero silenzioso come un alito di vento..."

L'elfo inarcò un sopracciglio. Per qualche strano motivo, la scena gli pareva estremamente irreale.

"...quando sbuca una pattuglia di sentinelle a qualche centinaio di metri da noi. Fortunatamente eravamo nel folto e non ci hanno visto. MA, COME IDIOTI, non abbiamo pensato a questo imbecille. Stava frugando in una delle sue tasche o che so io. E appena si accorge di quei bestioni che fa? Strilla come un ossesso <<MA QUELLI SONO ORCHI!!>>."

"Non ho affatto strillato!"

"RIMETTITI IL BAVAGLIO! Insomma, quei bestioni ci vedono e caricano senza pensarci due volte. Erano almeno una decina, e di quelli addestrati a combattere. Fortunatamente ne ho visto uno allontanarsi, e gli sono corso dietro per impedire che ritornasse al campo per avvertire tutto il resto della tribù. Ho dovuto però utilizzare alcuni incantesimi abbastanza potenti. E c'è comunque mancato poco."

"Dovevi vedere come ho affrontato quell' orco" fece il Kender. Era in piedi, e già mimava il combattimento. Il nano guardò prima il mucchio di corde flosce, poi il kender. Il suo sguardo passò dall'incredulo al bestialmente letale.

"Mi era quasi arrivato addosso, ma all'ultimo momento con una piroetta incredibile l'ho evitato, era molto difficile sai, lui mi ha sgrugnito contro e visto che io capisco l'orchesco gli ho detto che sarebbe dovuto essere un pò piu' educato, "sgruunz sqrun oink prrr" non è proprio un complimento, o almeno cosi' la pensava il mio maestro di orchesco alle alimentari, si mangiava da paura là, che insomma questo non la prende tanto bene e mi tira la classica mazzata orchesca sradicaalberi. Con fare aggraziato, la evito e lo accoltello al cuore! Era un avversario abbastanza potente, devo ammettere. Ho dovuto chiedere a Trebor se mi ribaltava il cadavere, in modo che potessi riprendere quella fantastica daga rimastavi sotto. In quel momento però, un drago nero..."

"Ma finiscila di dire stupidaggini" lo bloccò Entreri "tu non hai fatto niente, quello era forse l'orco più stupido che abbia mai visto. E' inciampato in una radice ed è praticamente caduto sul tuo pugnale."

"Non è affatto vero! Era tutta una tattica atta a confondere l'avversario!"

"Certo come no!"

Il kender fece il muso lungo e si azzittì. Si rimisero in cammino, seguendo le indicazioni dell'elfo, che prese la testa della fila. Avanzavano in silenzio.

"Tanto il pugnale era di Sturmir!" esclamò Garfuss dopo un pò.

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io personalmente mi sento abbastanza inutile in questa storia e non mi viene in mente molto.. ammetto di essere una figura marginale...un po'mi dispiacerebbe ma se vi va fate di Alatharièl quello che volete

Personalmente il tuo personaggio mi piace... e poi non tutti devono essere per forza protagonisti!! Continua a postare!!

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Ci misero un bel pò per ritrovare le tracce e purtroppo nn poteva contare in nessun aiuto: era lui il più esperto del gruppo in fatto di inseguimenti.

Passarono qualche ora dopo in un luogo ove probabilmente avevano fatto una sosta gli inseguitori e si riprese d' animo.

Instancabili come solo potevano essere dei diavoli camminarono alla ricerca della preda per ore e ore finchè, in una piccola radura, Na'Rghal fece cenno di fermarsi.

Qui era stata combattuta una battaglia molto recentemente. I cadaveri a terra erano di orchetti ed erano ancora caldi. I segni della battaglia, che doveva essere stata breve, erano ovunque e putroppo nn c'erano caduti umani. Analizzo dettagliamente la zona e cerco tracce di sangue del kender. Nulla. Peccato, lo avrebbe trovato nel pieno delle sue forze e probabilmente l' avrebbe coperto con una valanga di cretinate. Si cibarono velocemente della carne fresca e ripartirono rigenerati dal recente pasto.

Sfruttando la loro agilità nn seguirono il sentiero che sicuramente avevano intrapreso gli inseguiti e si mimetizzarono nella vegetazione nn lontana del sentiero e proseguirono.

Dopo alcune ore di marcia sostenuta, dietro un piccolo dosso, il Kyton lo individuò. Il piccolo Kender era lì a circa 30-35 metri da lui che mulinava le braccia intento a spiegare qualcosa alla sconcertata compagnia. Molto bene, nessuno sembrava nel pieno delle sue forze e gli Imp di ricognizione lo avvisarono che non lontano da lì c'era un piccolo accampamento di orchetti. A quanto sembrava la compagnia voleva attraversarlo o cmq passarci vicino. Molto poco intelligente ma cmq positivo. Come gli orchetti avrebbero individuato la compagnia loro avrebbero attaccato assieme e la strage sarebbe stata inevitabile. Il kender sarebbe stato suo, finalmente. E pure l' umana irridescente.

Se quella scanzonata compagnia sarebbe riuscita a passare l' accampamento senza essere notati cmq il diavolo e i suoi seguaci avrebbero attaccato prima del termine della giornata.

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Ariaston prese la testa del gruppetto.

Non era molto contento del fatto che degli orchetti li avessero individuati, anche se ora erano morti. Presto al villaggio si sarebbero chiesti perchè tardavano e avrebbero mandato altre pattuglie in giro per la foresta.

Ariaston ci pensò su un poco, e poi decise che avrebbero dovuto lasciare il sentiero. Troppo in vista, e troppo prevedibile.

Parlò a bassa voce:"Sentitemi. Se stiamo sul sentiero principale, il rischio di trovare altri gruppi di orchetti è troppo alto. Dobbiamo lasciarlo. Per ora si può camminare anche nella boscaglia senza troppe difficoltà, quindi dovremmo farcela tutti. E' importantissimo muoversi silenziosamente" disse guardando negli occhi Garfuss, con uno sguardo d'intesa. Il kender fece uno sguardo scocciato di chi vorrebbe dire <<ma io sono sempre silenzioso!>>

"Da quello che ho potuto notare il villaggio copriva la strada, espandendosi poi verso est. Quindi noi dobbiamo spostarci sulla sinistra e starne distanti. Seguitemi in silenzio, e forse passeremo senza problemi. Ora siamo a metà pomeriggio, e non credo l'accampamento sia tanto grande, quindi spero di oltrepassarlo per sera. Poi dovremo continuare un altro po' per allontanarci in zona di sicurezza, quindi ci accamperemo tardi oggi. Ce la fate tutti?". Attese che tutti annuissero, il kender anche troppo rumorosamente per i suoi gusti.

"Partiamo!"

Lentamente ripresero la marcia, lasciando la strada e spostandosi sulla sinistra, nella boscaglia. Se qualcuno li stava seguendo probabilmente non avrebbe avuto troppe difficoltà a farlo, visto la quantità di tracce che lasciavano il nano e il kender. Ma non si poteva fare altrimenti.

Erano in viaggio da una mezzoretta, la strada coperta era poca, quando Ariaston decise di utilizzare un po' di magia, per avere una situazione più chiara di ciò che li circondava. Lentamente protese alcune tentacoli magici, a contattare le creature che lo circondavano, percependo i pensieri degli alberi, degli insetti e degli uccelli che da un po' li sorpassavano. Aveva notato questa cosa, e l'aveva un po' allertato. Perchè tutti gli uccellini li sorpassavano, andando verso il campo degli orchetti, che con la loro devastazione di solito spaventavano qualsiasi creatura vivente?

Quello che apprese lo preoccupò non poco. Non ne era certo ma il pericolo non arrivava da un lato solo.

"Dobbiamo affrettarci!" disse a bassa voce, il volto preoccupato, mentre accelerava il passo, silenzioso come solo la natura poteva essere..

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Il kender era davvero troppo, era inarrestabile e li avrebbe fatti ammazzare tutti prima o poi, ma non era questo che preoccupava Sturmir era la sensazione di pericolo imminente, qualcuno li stava osservando e li stava segunedo così silenziosamnete da essere impercettibile ai sensi, ma non alla magia, sapeva che c'era qualcosa che non andava e non faceva fatica ad indovinare chi o cosa fossero, erano quei dannati demoni che li seguivano da un po.

La notte prima li aveva tenuti a bada, ma se avessero deciso da dar battaglia sarebbe stato difficile impedire loro di arrecare danno, e il pensiero che la piccola elfa o qualcun altro del gruppo (perfino il kender) potesse finire nelle mani dei demoni gli faceva accartocciare l'anima per l'angoscia, poi si riscosse, guardò il gruppo, e si tranquillizzò, Trebor e Aixela costiotuivano un gruppo affiatato, Ariastone ed Entreri erano molto più che affidabili in combattimento, Perenor sembrava poco portato al combattimento ma i suoi incantesimi avrebbero potuto essere d'aiuto...se avessero funzionato...pensò riflettendo su ciò che avveniva alla magia ogni volta che Aixela era cosciente...un altro problema da affrontare e in fretta, anche se aveva già qualche idea a tal proposito...

Si avvicinò alla giovane umana, e pur con gentilezza fu abbastanza diretto: "Mi faresti vedere la tua spada per favore?"

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Per tutto il tempo era rimasta a seguire automaticamente le azioni del gruppo, vicina al suo Trebor che sembrava più scosso di lei dagli ultimi eventi. Erano sempre stati una coppia formidabile, pronti a sorreggersi l'un l'altro sia contro i nemici che contro la vita stessa.

Ed anche ora dimostravano questo affiatamento.

Camminavano mano nella mano, come due fidanzatini. Aixela sorride cogliendo l'ironia della cosa: anche volendo non sarebbero mai potuti diventare qualkcosa di più di ottimi amici... anche se lui avrebbe sicuramente voltuo il contrario.

Le scappò una risatina divertita e si mise la mano davanti alla bocca. Lui la notò e, quasi come se le stesse leggendo il pensiero, commentò: «Tanto prima o poi troverò uno stregone che ti farà tornare... "normale"!» E le fece l'occhiolino.

«Tu prega che non trovi prima io uno stregone che ti faccia diventare "diverso".» Gli fece la linguaccia e notò lo sguardo di Trebor andare sul nano «Già...» continuò lei «Pensa che bello sentire delle mani forti e muscolose che ti cingono, quell'odore rude di sudore, quel...»

«Senti, piccola, se non vuoi rivedere il mio pranzo di tre mesi fa qui in terra... non mi ci far pensare, OK?»

Aixela scoppiò a ridere. La faccia di Trebor era troppo buffa. Poi lui le fece un segno e l'allegria scomparve. Con il solito sguardo che significava "stai attenta, mi raccomando", le indicò il nano che le si stava avvicinando.

«Mi faresti vedere la tua spada per favore?» Le chiese Sturmir, così a bruciapelo.

Come risposta lei sfoderò la Lama Perfetta di Jamalièl. «Non la toccare... o perlomeno non la impugnare.» Gli disse lei, tenendola ben stretta e ferma davanti a sé «Che cosa speri di trovare? E' una spada, forgiata con le mie mani, tanto sudore e altrettanta passione. Nulla di magico. Acciaio, incudine, martello e forgia.»

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