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Dragons´ Lair

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[Kyran] Forgotten Realms - Amicizie pericolose

Risposte in primo piano

Pubblicato

Allora, come dovrei aver già comunicato a tutti, la città d'incontro è Sundabar, nelle Marche d'Argento.

Sundabar è una citta di dimensioni ragguardevoli che conta circa 15000 abitanti. Le mura della città sono possenti, rinforzate in passato da minatori nanici per resistere all'assalto degli orchi, prima ancor più numerosi. Il reggente della città è Helm Dwarfriend, un umano di mezza età che si è fatto stimare sia come guerriero, quasi leggendario, che come reggente, saggio e giusto. Nel centro della città, il suo sovrano ha fatto erigere uno dei templi di Mielikki, sua Dea, più grandi dell'Ovest.

Siamo 60 anni prima rispetto all'anno della magia selvaggia, precisamente l'anno di nascita de La Simbul. Il periodo che sta trascorrendo è piuttosto tranquillo: la città è piuuttosto fiorente grazie ai commerci con la vicina Silverymoon, nel pieno del suo splendore e i pochi pericoli al di fuori delle mura cittadine possono venire da disorganizzate bande di orchi e qualche sporadico gnoll proveniente da Sud-Ovest.

L'inverno è ormai alle potre e durante la notte la temperatura inizia a farsi rigida, mentre il vento inizia a soffiare da Nord, come ogni anno.

Al solito, in questo periodo, si svolge a Silverymoon l'annuale fiera cittadina, una delle più grandi e maggiormente visitate delle Marche e, anche da questa città, iniziano a spostarsi i commercianti, alla volta della grossa metropoli.

La mattina dell'incontro è iniziata con un pallido sole che tentava di riscaldare i tetti della città, ma poco prima di pranzo il tempo ha preso a peggiorare velocemente, fino al totale annuvolarsi e aumentare del vento.

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Prologo

NinjaFelice

Spoiler:  
L'addestramento del ragazzino procedeva tranquillamente e il ragazzo veniva spesso spostato da un tempio all'altro in modo che anche altri monaci potessero notare le sua grandi abilità, lui non si opponeva mai però ogni volta un po’ soffriva ad abbandonare le persone con cui aveva cercato di fare amicizia, ciononostante ogni volta non si perdeva d’animo e cercava di sempre di risultare simpatico ai ragazzi della sua età, quasi sempre con scarsi risultati.* Slahinder viaggiò a lungo, spesso aiutato da portali o creature alate, e arrivò a conoscere buona parte dei templi di monaci di Lathander delle marche d'argento e dintorni. Nell'ultimo periodo il suo mentore era stato un certo Ark, discendente di seconda generazione del grande clan degli Slowhand, che ormai da secoli governavano quel popolo. Ark era un nano piuttosto anziano con modi fin troppo gentili per uno della sua specie. Ark era stato a lungo a capo di una grossa popolazione di monaci che si divideva in tre territori, al di sopra delle città naniche di Adbar e Mithral Hall ma, qualche tempo fa, abbandonò quel ruolo a favore di un altro monaco più giovane di lui. Da allora aveva vissuto come eremita illuminato, convinto a voler passare da solo gli anni del suo crepuscolo come un vecchio drago, fin quando il silenzio che lo accompagnava fu interrotto da una voce che lo chiamava. Era Jin, un suo vecchio amico, accompagnato apparentemente da un bambino che appariva turbato.

Arrivati vicini i due amici si abbracciarono calorosamente, me poi lo sguardo del nano si fermò sul bambino, stupito. i due scambiarono qualche battuta in una lingua che il ragazzino non era in grado di comprendere prima di chiedergli di aspettarli lì ed allontanarsi, continuando a parlare. I due anziani stettero in piedi a parlare per svariate decine di minuti, in alcuni tratti sembrava quasi che alzassero i toni per poi tornare a parole calme. Slahinder intanto li guardava, un po’ preoccupato da una sensazione che non riusciva a definire bene, ma che non gli prometteva niente di buono.

Dopo circa venti minuti, Jin torno dal ragazzo e si inginocchiò davanti a lui con il volto piuttosto serio. Per qualche istante l'anziano stette in silenzio ad osservare il ragazzino, poi con voce ferma, iniziò:

"Per tanto tempo sei stato con noi, Slahinder e ti abbiamo cresciuto ed aiutato. Come se fossi stato da sempre con noi, tutti ti abbiamo voluto bene e ti abbiamo ammirato quando hai iniziato a* mostrare ciò che vali.

Con il tempo di hai dimostrato che, più di molti altri, sei in contatto con la nostra Divinità ed è per questo che raramente sei rimasto a lungo fermo nello stesso Tempio: non volevamo che qualcuno ti trovasse. Ora, però, sei cresciuto e sei diventato esperto, più esperto di me, caro mio, tanto da doverti indirizzare verso il tuo destino senza perder ulteriore tempo. So che ciò che sei in grado di fare non sarebbe adatto ad un ragazzo della tua età, ma se Il Signore del Mattino ha così voluto, per noi questo non può che essere un segno della tua preparazione, del fatto che Lui ha scelto te per i compiti di quest'era. Mi dispiace doverti dire ciò che sto per dirti, ma è giusto che io lo faccia." Jin si fermò per qualche istante, cercando le parole giuste, intanto Slahinder che non era uno sciocco aveva già inutito che quella sarebbe stata l’ultima volta che aveva una possibilità di parlare così con il suo mentore, attese in silenzio non riuscendo a descrivere a parole il vuoto che si stava creando dentro di lui. Poi Jin riprese con calma: "L'uomo che vedi laggiù è un mio caro amico ed è con lui che passerai questi giorni, mentre ti accompagnerà a Sundabar. Dovrai andare lì perchè in quest'ultimo periodo sono successi dei fatti, fatti gravi che non posso spiegarti ora per intero. Ciò che devi sapere è che è minacciata la pace di tutta questa regione e se questa storia non verrà chiarita, due grandi forse si troveranno a scontrarsi, coinvolgendo gran parte della regione. So che negli ultimi giorni, in un tempio elfico, è successo un vero disastro, qualcosa che potrebbe portare l'equilibrio dall'una o dall'altra parte, con lo scatenarsi di una inevitabile guerra. Non so di preciso che cosa sia successo, ma so che un oggetto importante è scomparso e va ritrovato. I membri di quel tempio ci hanno chiesto aiuto e noi abbiamo deciso di mandare te, figlio mio, perchè sei uno dei membri più abili e soprattutto insospettati del nostro monastero. So che accetterai come devi questa missione, questa chiamata Divina alla protezione di tante persone innocenti e so che tornerai più saggio di tutti noi."

Detto questo il vecchio si alzò, gli occhi leggermente bagnati dalle lacrime e, girandosi di spalle, iniziò ad avviarsi verso nord. Slahinder stette un paio di secondi a guardarlo, anche lui ad un passo dalle lacrime, poi si alzò di scatto e gli corse dietro abbracciandolo mentre Jin era ancora girato, “ Sarò forte maestro, non vi deluderò” furono le sue parole lasciandolo andare

"Che Lathander vegli su di te.." disse con voce poco ferma prima di scomparire con un lieve turbinio di neve.

Per qualche minuto il ragazzino rimase immobile, finchè ad un certo punto una mano gli si posò su una spalla, e un senso di quiete assoluta pervase subito Slahinder. Dopo aver scambiato qualche breve parola di conforto per il ragazzino, l'uomo si mise a sedere e fece avvicinare Slahinder a lui, mentre pronunciava delle incomprensibili parole, probabilmente una preghiera. Ad un certo punto il vecchio aprì nuovamente gli occhi, chiedendo al ragazzino: "pronto?" Senza aspettare la risposta, il vecchio concluse la sua preghiera e in pochi istanti il paesaggio attorno a loro cambiò più volte, fino a diventare quello di una camera chiusa con le pareti in pietra e ben arredata. Al ragazzino fu chiesto di stare in meditazione nella stanza per qualche giorno, cosa di cui Slahinder sentiva di aver bisogno, mentre il vecchio si allontanava e di non uscire da quel luogo. I giorni passarono in fretta per Slahinder, immerso nei suoi pensieri e presto scadde la prima settimana, momento nel quale, il vecchio, si fece di nuovo vivo per portare il ragazzino in una stanza al piano di sotto. Arrivato, il ragazzino un pò in soggezione, si trovò davanti ad altre cinque persone che non aveva mai visto, sedute intorno ad un tavolo."

Pandaren

Spoiler:  
Da quando, qualche settimana prima, l'anziano maestro si era ritirato a vita privata, il tempio sembrava esseri immerso nuovamente in un periodo di calma.

Da qualche settimana prima della grande cerimonia che accompagnò l'anziano elfo ad abbandonare il suo ruolo, infatti, sembrava che la maggior parte dei membri del Tempio fossero in sussulto per qualcosa: nell'aria si respirava una certa tensione e un che di misticismo avvolgeva alcuni fatti, in particolare quelli riguardanti il Maestro stesso e nessuno sembrava volesse parlarne con piacere.

Inizialmente molti pensavano che si avvicinasse un pericolo, dato che ormai da decenni la pace non veniva interrotta in quelle zone ma poi, con il propagarsi della voce secondo la quale l'anziano si sarebbe ritirato, gli animi dei più si placarono, dandosi ad organizzare le cerimonie di addio.

I festeggiamenti per la lunga e rispettabile vita dell'anziano durarono quasi tutto il giorno e coinvolsero gran parte degli appartenenti al tempio anche se, cosa strana, tutte le guardie erano di vedetta e non partecipavano alla cerimonia.

Dopo la sua partenza il tempio rimase per qualche giorno in silenzio, come rattristato da una perdita e ci volle circa una settimana prima che riprendesse lentamente le sue attività.

I giorni passavano lenti tra un allenamento e l'altro anche per Elrill, ormai affezionata al Maestro che l'aveva accolta e per tanto tempo accudita e amata e dopo circa un mese di permanenza al tempio, le fu dato il primo compito ufficiale: addestrare un gruppo di 8 ragazzi alle basi del combattimento. Il ruolo assegnatole era considerato di buon livello, in quanto un combattente, secondo il consiglio che guidava il tempio, decideva il proprio destino non da adulto ma all'inizio della propria carriera. I ragazzi imparavano alla svelta e seguivano i consigli e gli ordini dell'elfa con piacere, spesso anche attratti dal suo carisma e sia il consiglio che Elrill erano soddisfatti dei loro progressi.

Non ci volle molto, però, per far cambiare drasticamente le sue giornate: una mattina l'elfa venne risvegliata dal suono delle trombe che segnalavano un allarme o un pericolo. In fretta si vestì e prese la sua spada, che ancora non aveva mai provato se non in allenamento, e corse giù per le scale dell'alta torre nella quale risiedevano coloro che stavano per essere insignniti del rango di Selejhon, ossia il grado precedente quello di Maestro.

Mentre scendeva precipitosamente le scale l'alfa non udì però frastuono o suoni di battaglia imminente, ma solo alcune grida inizialmente e un atterrito silenzio poi. Uscendo dalla torre si trovò davanti decine di persone del tempio che andavano verso il luogo del Sacro Altare. Così veniva chiamata una piccola cappella all'interno delle mura che portava a un labirinto sotterraneo di catacombe consacrate, nelle quali si diceva che Corellon stesso fosse passato per seppellire il suo più grande Paladino di toril: Brask Steelheart.

Man mano si avvicinava alla cappella i volti dei membri del consiglio erano sempre più sbiancati, un'espressione che era un misto di stupore e paura. Sulle scale, immobile con in mano un piccolo forziere allungato stava il gran sacerdote del tempio.

Dopo qualche minuto di ulteriore silenzio, il gran sacerdote fece tornare tutti ai propri dormitori, con l'ordine di sospendere tutte le attività per tre giorni e di stare sempre all'erta. Tornata in stanza ancora senza aver capito l'accaduto, Elrill non ebbe tempo di togliersi l'armatura che sentì bussare alla sua porta: era uno dei membri del consiglio che la chiamava per una convocazione ufficiale da parte del consiglio stesso. Dopo qualche minuto l'elfa si trovava nella sala maggiore del tempio a cospetto dei 5 consiglieri. Questi erano in perfetto silenzio, il piccolo forziere chiuso sopra il tavolo e accanto ad esso una lettera. L'elfa venne fatta sedere e per qualche minuto che sembrò lunghissimo vene scrutata attentamente dai saggi a suo cospetto; dopodichè il gran sacerdote prese la parola: "hanno rubato la numero 4" disse in tono piatto prendendo poi qualche secodo di pausa. "è una bacchetta magica, fa parte di un totale di 5 bacchette note come la mano del destino." Per qualche secondo ancora, il sacerdote scrutò il volto interrogativo dell'elfa, poi riprese: "sono degli oggetti di eccezionale potenza, creati da svariati secoli da un circolo di incantatori che poi si impegnò a farli custodire da chi non li avrebbe più usati. Adesso, uno di questi oggetti è nelle mani sbagliate, ma il pericolo non è solo questo: questa lettera," continuò il sacerdote porgendo la lettera nelle mani dell'elfa, "proviene dal tuo maestro ed è indirizzata a te. Non so per quale motivo, ma negli ultimi anni sei la persona che gli è stata più vicina, mentre con gli altri mostrava una certa riservatezza. Qualunque cosa dica, è per tuo uso e tuo soltanto. Qualunque cosa ti chieda di fare il Maestro, non dovrei che chiederci aiuto e avrai tutto ciò che ti occorre per la partenza." Con queste parole i membri del consiglio si alzarono all'unisono e si ritirarono dalla sala, lasciando la giovane elfa da sola.

Un pò colpita dalle parole e dal tono usato dal sacerdote, l'elfa prese a leggere la breve lettera che le era stata passata, la quale diceva:

"Cara Elrill, mi dispiace di doverti già affidare un compito così delicato, ma non mi resta molto tempo ormai. Chi mi è venuto a trovare sta sera e mi ha lasciato per morto mi ha confidato che avrebbe rubato un prezioso artefatto dal tempio, questa notte. Non ho dubbi che riuscirà ad impossessarsene, non lo ricordavo così potente. Quando riceverai quasta missiva per me non ci sarà ormai nulla da fare, ma pensa a quell'oggetto: esso è più importate anche del Tempio. Non puoi andare a cercarlo da sola, cara mia, avrai bisogno di aiuto, perciò rivolgiti al comandante Zeiren Amakiir, lui saprà cosa fare. Inizia a cercare nella città di ... e preparati, mia cara: la guerra ha avuto inizio."

Le ultime righe, macchiate di sangue, erano scritte con una grafia incerta. L'elfa, intuendo la gravità della situazione, preparò immediatamente i bagagli, mentre i membri più influenti del tempio le offrirono oggetti e monete d'oro, pur non chiedendo quale fosse il suo compito e la sua destinazione se non per accompagnarla all'interno della foresta per mostrarle il portale che l'avrebbe condotta direttamente alla città, arrivata nella quale dovette vagare per qualche ora, chiedendo informazioni sul comandante, prima di trovare una bella ragazza umana di nome Khalara che sembrava conoscere Zeiren abbastanza bene da poterlo rintracciare e sembrava stesse cercando la mezz'elfa.

Entrata in una e lussuosa casa insieme all'umana, Elrill venne fatta sedere ad un tavolo, nel quale, ben presto, furono fatte sedere anche altre persone.

Laerex

Spoiler:  
Per altri 2 giorni la pioggia non accenna a diminuire se non per

quache sporadica pausa di breve durata, dopo la quale riprende più

forte di prima.

La piccola stanza nella locanda non è delle più lussuose, certo, ma è

accogliente e pulita e il locandiere, un ragazzone corpulento con

vestiti dai colori sgargianti, è piuttosto garrulo e sembra averti

preso in simpatia.

In questi giorni il tuo unico passatempo sono le povere letture che si

possono trovare nella minuscola biblioteca della piccola città e

qualche ripasso dei tuoi incantesimi meno conosciuti. Con la testa

china sopra uno di quei libri non ti rendi conto del leggero bussare

alla tua porta che confondi forse con un colpo di vento e ti accorgi

solo all'ultimo momento dei leggeri passi della persona che si

avvicina a te. Alzando lo sguardo spaventato ti accorgi della sua

presenza quando è a meno di due metri da te e con un fremito di paura

fai per alzarti mentre la persona che ti sta di fronte pronuncia un

candido "Ciao...".

Di fronte ti sta in piedi una ragazza che non dimostra più di 20 anni,

è alta poco meno di un metro e settanta, ha un fisico piuttosto

asciutto ma formoso e ha i capelli corvini che a boccoli ricadonno

sulle spalle e sulla fronte, coprendo in parte un candido viso

grazioso e degli stupendi occhi grigio cenere. Porta un vestito in

lana leggera che termina poco sopra il ginocchio, con un delicato

spacco su un fianco e una scollatura non troppo generosa ma

sufficiente per scoprire un abbondante decoltè sul quale è tatuato un

giglio bianco.

La sua bellezza di mette per un attimo in soggezione, così come la sua

posa dichiaratamente provocatoria.

"Posso sedermi?" chiede, ancora con voce candida "volevo fare due

chiacchiere con te..."

continua, prendendo uno sgabello e mettendosi a poca distanza da te.

Per qualche istante non riesci ad opporti al suo candore così sincero,

poi la sua voce ti ricorda qualcosa, che inizialmente non riesci ad

afferrare. Mentre sei li, ancora indeciso su come reagire, ti viene in

mente il suo viso: ricordi di averla vista scendere dal palco della

piccola locanda qualche giorno prima, ricordi vagamente che stesse

facendo una sorta di orazione, forse recitava dei brani o delle

poesie, o parlava di gesta eroiche di tempi antichi; non ricordi di

preciso, ma ricordi chiaramente di averla vista, ora.

Ti risiedi un pò più calmo - almeno ora sai chi può essere - e le

chiedi come mai è entrata così nella tua stanza. Lei ti assicura di

aver bussato almeno due volte prima di entrare, ma tu non hai

risposto e allora è entrata per vedere se eri in camera.

Poi, per qualche secondo resta in silenzio, arrossendo lievemente,

mentre ti guarda con attenzione. Fai per aprire la bocca e dirle

qualcosa, ma lei ti interrompe iniziando a parlare: non ti racconta

niente di particolare; ti parla di sè, ti dice di esser sempre stata

in questo villaggio, di aver provato ad aiutare i suoi genitori nella

loro piccola azienda tessile ma di non essere stata capace. Prosegue

nella descrizione della sua vita, una vita tutto sommato mediocre e

senza pericoli o particolari difficoltà, fino ad arrivare a

raccontarti del signor Kint, che le ha insegnato l'arte del dialogo e

di intrattenere le persone anche per ore, solamente parlando. Così

racconta di aver finalmente trovato la sua strada nell'intrattenimento

e il suo lavoro alla locanda, che le frutta abbastanza da aver potuto

mettere parecchi soldi da parte.

Stai a sentirla per quasi un'ora e ti rendi man mano conto che la sua

voce è immensamente piacevole, calma, delicata...quasi ipnotica, se

associata ai suoi occhi e al suo splendido sorriso da ragazza ancora

un pò insicura.

All'inizio annuisci al suo racconto, ma in conclusione le spieghi di

non capire perchè ti stia raccontando queste cose, sebbene cotinui a

notare in lei un atteggiamento lievemente provocatorio ma ben lontano

dal volgare.

Alla tua domanda lei sembra per qualche secondo tentennare, come se si

vergognasse a rispondere, poi ti spiega di non voler più stare in

questo paese lontano da tutto, ti dice che lei si sente destinata a

qualcosa di più grande di così e che vuole viaggiare e vedere il mondo

e affinare ancora la sua arte. Per un'oretta state ancora li a parlare

e sebbene tu sia indeciso sul da farsi, i suoi occhi ti implorano

diportarla con te e resisterle è difficile. Passato questo tempo, si

alza dicendoti di pensarci su e di non voler insistere oltre, mentre

si gira e si allontana dalla stanza.

Il mattino seguente passa ancora con una copiosa pioggia che, a metà

pomeriggio, inizia a smettere per poi terminare del ttto poco prima di

cena.

Guardando al di fuori della finestra noti che il cielo inizia a

schiarirsi quando, ancora una volta, senti bussare alla porta. Questa

volta ti alzi e vai ad aprire la porta, trovando oltre essa la stessa

ragazza, Nifhue, che aspetta.

"Posso entrare?" ti chiede con un sorriso.

Entrata si siede nuovamente sullo stesso sgabello e ti guarda per

qualche istante.

"Ho trovato una soluzione." dice sorridendo.

"Ho finalmente ricevuto una lettera di risposta da una mia vecchia

amica, anche lei è partita da qui e ha messo su una bella locanda. Si

trova a ... e mi ha scritto che posso raggiungerla e continuare il

viaggio con lei, se voglio...si chiama ... e la città non è molto

distante da qui."

"A quanto ho capito tu sei andato via dal tuo villaggio per studiare

la magia, no? A quanto ne so, in quella città c'è una biblioteca non

indifferente, quindi visto che anche tu viaggi senza una meta,

possiamo fare il viaggio insieme, se ti va...io non potrei mai

lasciare queste terre senza una protezione e tu conosci bene la magia,

quindi..."

Detto questo, vedendoti un pò indeciso, insiste leggermente per

qualche minuto prima che tu accetti.

Sentto il "si" ti abbraccia calorosamente per qualche secondo per poi

ritirarsi un pò imbarazzata poi, felice, corre a preparare i suoi

bagagli.

Il viaggio verso la città non vi da alcun problema e Nifhue si mostra

una ragazza ancor più graziosa e simpatica di quanto non ti avesse

mostrato al piccolo paese. Dopo circa sette giorni di marcia (con

varie pause dato che la ragazza non è affatto abituata a viaggiare)

arrivate in vista di una grande città con delle alte mura,

apparentemente piuttosto fortificata. L'unica cosa che spunta dalle

mura sono tre semplici torri cilindriche, una bianca, una blu ed una

rossa, avvolte da un alone che sembra balenare fra questi tre colori.

All'entrata della città vi attende una ragazza con capelli rosso fuoco, un pò più bassa di Nifhue e con gli occhi azzurri, la quale vi accoglie e si propone di accompagnarvi alla locanda, dato che siete nuovi del posto. Dopo essersi presentata come Khalara, inizia a farvi strada, fino a farvi entrare in una casa piuttosto lussuosa. Entrati, vi trovate in una grossa sala e Khalara, dopo aver dato un lieve abbraccio a Nifhue, le chiede di aspettare nelle stanze superiori, prima di ringraziarla e andare a sedersi al tavolo, al quale sono sedute altre persone che non conosci. ".

  • Autore

Prologo

Morwen

Spoiler:  

Gli affari della locanda vanno bene in questo periodo, ma mai quanto quelli della tua piccola rete di informatori: ci sono traffici molto superiori al solito e le persone che vengono a cercare notizie pagano piuttosto bene. Non tutte le informazioni che ti chiedono, però ti risultano chiare. In particolare, quelle che ti vengono chieste da un personaggio ambiguo che si fa chiamare Steel. Questi si è presentato più volte e dal primo incontro ti ha messo un pò in soggezione: i suoi modi sono pacati ed estremamente gentili ma non per questo è una persona che mette a proprio agio. Sei abituata a trattare con certe persone, ma il suo volto nero sul quale appaiono quelle sottili strisce rosso fuoco, come gli occhi e il bordo delle labbra ti ettono terribilmente a disagio. Al primo, incontro, mentre parla, noti che i suoi denti sono spiccatamente appuntiti e la sua lingua appare affilata e di un rosso troppo vivido. Ti rendi subito conto che Steel è esperto in ciò che fa: non si lascia sfuggire una sillaba di se stesso nè del perchè gli servono le nozioni che ti compra; non c'è tremito nella sua voce e certamente non si scorge ombra di paura nei suoi occhi.

Ultimamente lo hai visto spesso, in particolare nell'ultimo mese sembra che quasi ti incalzi...che ti pedini, ti capita di pensare.

Le informazioni che ti chiede non sono tutte comprensibili: ti chiede inizialmente della situazione delle guardie scelte della città e dei contatti di esse con la città di Silverymoon. In un secondo momento pasa a chiederti di una persona in particolare, sembra che si debba trovare in città in questi giorni per svolgere dei compiti. Il suo nome è Rudil ed è "più o meno un paladino" a quanto dice Steel. Te lo descrive vagamente, ti dice che porta generalmente vestiti verdi o un'armatura di Mithril, verde anch'essa; è più o meno sulla cinquantina, anche se dimostra qualche anno in più e porta un grosso maglio di splendida fattura sempre con sè.

Per qualche giorno cerchi di scoprire qualcosa di più su questa persona, ma ti rendi conto che sembra che ti abbia parlato di un fantasma. I giorni passano, mentre altre informazioni, la maggior parte sulla situazione all'interno dei templi di Lathander, ti vengono richieste con frequenza.

Dopo circa una settimana, non hai ancora avuto informazioni su Rudil e inizi a sentire, a volte, la presenza di qualcuno dietro al prossimo angolo di una casa, accanto alla porta, vicino alla vasca mentre fai un bagno caldo...la situazione inizia a farti innervosire e alle volte sei tentata di percorrere più in fretta i corridoi bui o chiedere chi c'è in stanza quando sei da sola.

Una sera, mentre sei alla locanda a accudirne gli ospiti, noti una bella ragazza che sembra aver preso a corteggiare lievemente Keith, con sua evidente soddisfazione. Per quasi tutta la sera i due si scambiano occhiate o battute fugaci che quasi non si notano e dai sorrisetti dei due sembra che si piacciano. A fine serata i due si ritirano in una delle stanze, mentre tu, per l'ennesima notte consecutiva, esci a cercare informazioni sull'umano. Tornata in stanza, sempre senza aver nessun risultato, sistemi il letto e ti spogli, fai per infilare i piedi nella tinozza e noti che sul fondo di essa c'è un foglio con un disegno sopra. Per un attimo senti nuovamente quell'opprimente sensazione di essere osservata e, tirando fuori il foglio dalla vasca, noti che è un perfetto ritratto in nudo di te stessa. Immediatamente dopo senti qualcosa che ti graffia delicatamente alla base del collo, salendoti verso la nuca e provocando in te un brivido inquietato. Ti volti e lì dietro, in piedi a pochi centimetri da te, c'è quella persona. Le sue unghie sembrano colorate di nero, ma con un colpo d'occhio ti accorgi che non devono essere fatte così, ma sono sicuramente naturali. Quando lo guardi in viso i suoi occhi risplendono per un attimo di una luce rubinea che subito si spegne, lasciando il posto al rosso acceso delle pupille dilatate. Per qualche istante non riesci a far niente, sembra quasi che quell'essere abbia la capacità di prenderti nei momenti di maggior difficoltà, i momenti nei quali sei più scoperta. Lui ti guarda e fa qualche passo per allontanarsi da te, sedendosi poi sul letto, sul quale posa un disegno in primo piano di Keith.

Steel fa un sorrisetto e con la lingua sfiora i suoi denti appuntiti, prima di iniziare a parlarti, sibilando: "Ti ho affidato un compito, Nahos...pensavo lo avessi svolto e invece sto rimanendo deluso. Devi capire che io non avrei problemi a trovare quella persona, ma non posso permettermi che lui sospetti di me, cara mia."

Ti guarda per qualche istante, mentre sei riuscita a coprirti e riprendere la tua espressione tranquilla e sicura di te. Con il pollice della mano destra si stuzzica lentamente le unghie appuntite della stessa mano, mentre riprende a parlarti: "Ora, io so una cosa che ti aiuterà in questo compito: domani pomeriggio, in una casa la cui mappa è disegnata dietro quel foglio, si riuniranno delle persone; ora, dato che ormai è parecchio tempo che non ti sposti dalla città, è arrivato il momento anche per te di aggregarti a quel gruppo. Loro non si conoscono, nè sanno quante persone ci saranno all'appuntamento, quindi non ti sarà difficile fingere di essere una di loro: ti basterà dire che sei stata mandata anche tu a causa del furto al tempio di Lathander. Voglio che tu lo sappia da subito: io sto nel mezzo, nè con voi, nè con loro; comportati bene e forse anche tu avrai delle informazioni utili per quel gruppo, se le vorrai. Non ti chiederò che cosa devono o, meglio, dovrete fare, nè dove sarete diretti: quello che mi interessa è solo che tu mi relazioni su Rudil, tutto qui. Non è un compito troppo difficile, so che sei abile, ragazza mia."

Con il sorriso quasi indelebile in volto ti fissa per qualche attimo ancora, poi da una borsa che porta a tracolla, accanto a due machete neri, tira fuori una grossa custodia per pergamene, tirandone fuori una manciata e posandole accanto al ritratto di Keith.

"Queste ti serviranno per contattarmi e per contattare il povero Keith, che sarà mio ospite gradito finchè non sarò sicuro che sei ormai in viaggio con il gruppo. Tre giorni dopo che sarete partiti, contattalo: sarà sano e salvo alla locanda."

Per qualche istante temporeggia, stuzzicandosi le unghie con la mano destra e sfiorando appena le armi con la sinistra, facendone scaturire un lieve bagliore violaceo, poi si alza in piedi e fa qualche passo verso di te; poi si gira verso la finestra e riprende: "chiaramente questo compito non sarà per te infruttuoso: non penso che tu abbia mai visto tanti soldi quanti te ne può dare il mio signore, ma soprattutto è quello che ti posso dare io, che dovrebbe esser per te succulento: svolgi bene questo compito per me, Nahos, ed io ti assicurerò la completa protezione dei Coltelli di Fuoco."

Detto questo con una certa enfasi e soddisfazione, ti regala un altro dei suoi inquietanti sorrisi prima di scivolar via dalla finestra senza fare un rumore.

Subumloc

Spoiler:  

Le tue giornate passano tranquille nella città nella quale ti sei fermato: Sundabar. Non hai certo un urgente bisogno di soldi per vivere - almeno quello è un lato positivo della tua vita passata - e quelli che hai ti basterebbero per viaggiare in tranquillità per il resto della vita, a visitare il mondo che fin ora hai visto solo attraverso le sbarre. ti trovi spesso in un luogo diverso per la notte: in fondo la città non è piccola e, anche se non è certo una città prettamente turistica, le locande non mancano. Una sera ti trovi in una delle locande centrali; una bella locanda su due piani a base esagonale, fatta quasi completamente in legno. All'esterno dei fini pilastri elaborati reggono dei larghi portici che si collegano alla parte retrostante della struttura: le camere da letto. L'interno della locanda è arredato in modo semplice ma efficare ed elegante, il pavimento fatto in pietra rosso chiaro riprende il colore dei portacandela e dei rivestimenti di sedie e divanetti, mentre le mura, scarsamente affrescate, sono di un piacevole color panna. Sulla sinistra c'è un grande bancone dietro il quale siede una mezz'elfa dai capelli rossi tagliati corti, un pò spettinati, e gli occhi di un verde brillante, mentre sul fondo della sala un ragazzo di circa 18 anni sta cantando una melodia elfica accompagnato dal suo flauto.

Ormai in molti ti hanno visto in queste zone e ogni tanto noti qualche persona che accenna un saluto in tua direzione; non ci fai particolarmente caso: la melodia che canta il ragazzo è piuttosto accattivante.

Dopo qualche minuto passato ad ascoltarlo, ti giri verso il bancone e noti che la ragazza dietro di esso ti sta fissando palesemente. Per un attimo fai un'espressione stupita e noti che, al vederla, la mezz'elfa distoglie precipitosamente lo sguardo, arrossendo subito. Indeciso se avvicinarti o no, rimani ancora qualche istante ad ascoltare la melodia ma quasi immediatamente vieni distratto da un rumore di oggetti che cadono. Voltandoti vedi che alla ragazza sono caduti alcuni bicchieri e che ormai non potrebbe esser più rossa in viso. Raccolti in fretta i cocci, la vedi entrare nelle cucine, dove rimane per tutta la sera, senza più farsi vedere. La serata passa tranquillamente e così le due serate seguenti, senza che tu veda più l'ombra della mezz'elfa. La terza sera, entrato nella stanza di una delle locande della cittadina, mentre già pensi di lasciare questo posto per visitarne altri, trovi sotto la porta una piccola lettera, piegata malamente. La frase, scritta in verde con caratteri aggraziati, recita:

"So che capirai chi sono e che mi scuserai se qualche sera fa non ho avuto il coraggio di presentarmi a te. Mi piacerebbe rivederti, sembri un tipo interessante e vorrei conoscerti meglio. Purtroppo sta notte partirò per Silverymoon con mia madre, per aiutarla a vendere i suoi gioielli, ma sarò di ritorno all'inizio del mese prossimo, se vorrai rivedermi. Spero di trovarti alla locanda quando torno, a presto, Liira."

Per un pò resti a leggere questa inaspettata lettera, poi entri in camera e chiudi la porta. Stai per metterti a letto quando senti una voce che proviene da accanto alla finestra: "Buonasera [...] ti stavo aspettando" Ti giri di scatto e noti che seduto sul davanzale c'è un uomo piuttosto anziano vestito con dei semplici abiti verde scuro, accanto a lui è posato un grosso maglio fatto di osso di drago e con la testa in adamantio che, a giudicare su due piedi, non dev'essere un'arma delle più infime. Per un attimo lo guardi quasi con cattiveria ma ti rendi subito conto che l'uomo sembra emanare un'aura benevola. Senza comunque abbassare la guardia gli chiedi cosa ci faccia in camera tua. Pacatamente il vecchio sorride, si presenta come Rudil e ti chiede di sederti e di avere qualche minuto di pazienza mentre inizia a narrarti una storia. Ti parla di due persone - non ti dice di più, solo che non sono umani - che una volta, non molto tempo fa, erano amici. Ti dice che ora la loro amicizia è in grave pericolo o che, per meglio dire, si è già incrinata ma che ancora c'è qualche speranza di risanarla. Ti spiega che quest'amicizia non è una metafora, ma è un'amicizia vera, tra queste due persone che sono potenzialmente in grado di rovinare l'intera regione e che questo non deve accadere. Non ti spiega perchè l'amicizia si sia incrinata nè come potrebbe essere risolta la situazione, ti dice solamente due nomi: Marilin e Cyrus e due città: Silverymoon ed Evereska. Per qualche minuto ancora insiste sul fatto che l'amicizia vada salvata, sostenendo comunque di non essere sicuro del come ma assicurandoti che si rifarà vivo per aiutarti. In fine ti dice che non sarai l'unico occupato in quest'opera, ma che le altre persone saranno radunate insieme a te in una casa non distante da li, l'indomani a metà pomeriggio. Finito il racconto, ti spiega come arrivare alla casa, si alza in piedi e ti osserva per qualche secondo, facendo poi un sorriso prima di uscire agilmente dalla finestra.

  • Autore

@NinjaFelice, Pandaren, Laerex

Spoiler:  
Chi con consapevolezza chi senza di questa siete stati portati in una casa a voi del tutto sconosciuta; questa si presenta come una costruzione a due piani e dall'esterno non offre alla vista nessun segno di particolare magnificenza. Una volta entrati, vi trovate in una sala piuttosto ampia con in mezzo un grosso tavolo ovale, in legno lavorato e di ottima fattura. Attorno ad esso stanno delle delicate sedie imbottite in tessuto azzurro chiaro. La parete di fronte alla porta è abbellita con un affresco raffigurante un'alba mentre sugli altri due lati vi sono dei mobili in legno di vari stili e dei suppellettili di grande pregio. Un'angoliera a vetri mostra al suo interno un'invidiabile collezione di bottiglie, mentre accanto ad essa si trova una scala che sale al piano superiore.

Nella stanza ci sono, al momento, cinque persone: un'umana, una mezz'elfa in armatura, un mezz'elfo, un ragazzino umano accompagnato da un anziano uomo che porta una semplice tunica bianca di lana pesante priva di ogni abbellimento. I suoi capelli sono ormai radi ma la sua barba candida è molto curata: corta a livello delle guance tende ad allungarsi sul mento, senza però superare i dieci centimetri. Sulla schiena porta, con un filo, un grosso cappello circolare.

La persona che tranquilla sembra del tutto a suo agio e che ha appena accompagnato nella sala un ragazzo mezz'elfo è invece una ragazza umana, i suoi capelli sono rosso intenso, legati in una treccia dietro, con qualche ciuffo libero sulle tempie. La sua corporatura è esile ma scattante, piuttosto formosa per la sua altezza, circa 1,65 e molto affascinante; guardandola con attenzione, si nota un tatuaggio sul polso che raffigura il simbolo di Lathander.

Distrattamente porta a sedere il mezz'elfo che è appena entrato nella sala e scambia due battute con una ragazza che era con lui, la quale la abbraccia e sale su per le scale, entrando in una delle stanze.

Mentre il vecchio accompagna il ragazzino a sedersi al tavolo e si siede al suo fianco, la ragazza con i capelli rossi si avvicina alla cristalliera, ne estrae una bottiglia e sei bicchieri e li dispone sul tavolo; versa un pò del contenuto ambrato della bottiglia nel suo bicchiere, poi mette la bottiglia al centro del tavolo.

"Servitevi pure senza fare complimenti." Dice con un sorriso, "e mettetevi a vostro agio: passeremo qui ancora qualche tempo, a meno che qualcuno di voi non voglia il contrario"

Prende il bicchiere e ne fa ruotare il contenuto prima di prenderne un breve sorso poi, mettendo una mano in tasca, estrae un sottile sigaro profumato e lo accende, iniziando poi a fumarlo; poi riprende a parlare con voce pacata:

"So che siete stati trascinati qui con poco preavviso e in alcuni casi con un piccolo inganno dice voltandosi verso il mezz'elfo "e mi scuso per questo, anche se non è mia questa responsabilità. So che ancora non siamo al completo, quindi vi chiedo qualche istante ancora di pazienza prima che io vi spieghi qualcosa in più rispetto a ciò che vi è stato detto.

Nella stanza lentamente si spande un delicato odore di tabacco, mentre l'umana consuma il suo sigaro.

"Io sono Khalara, per quelli che non mi conoscono ancora, e per qualche ora sarete ospiti a casa mia. Se qualcuno di voi vuole mettersi a suo agio, fare un bagno o mangiare qualcosa, faccia pure, ma mentre aspettiamo che arrivino le altre persone, io vi consiglierei di iniziare a fare le presentazioni. Scusate ancora per tanto mistero, ma prometto che sarà tutto un pò più chiaro non appena ci sarete tutti.

Detto questo, l'umana prende un altro sorso dal suo bicchiere, prima di poggiarsi allo schienale della sedia, aspettando che qualcuno prenda la parola.

@master

Spoiler:  
appena sento la porta bussare mi alzo subito dal letto e vado ad aprire.

Accenno un sorriso e domando "Sono arrivati anche gli altri vero?

  • Autore

@ Pandaren

Spoiler:  
La ragazza ti guarda e risponde al sorriso, facendo cenno di si con la testa. Poi socchiude la porta "ti aspettiamo al piano di sotto..." dice prima di allontanarsi e scendere dalle scale.

@dm

Spoiler:  
Attendo diversi minuti con lo sguardo fisso verso la finestra aperta, oltre la quale si intravedono soltanto alcuni alberi bassi dalle foglie argentee contornati da cespugli di rose. Un'improvviso colpo di vento fa ondeggiare le foglie sui rami portandone qualcuna nella stanza e la tenda svolazza un poco, mentre un brivido di freddo mi scuote.

Senza mutare espressione, mi alzo con calma lasciando cadere il telo col quale ero malamente coperta; chiudo con cura la finestra, tiro la tenda ed infine mi siedo sul letto, studiando un poco la mappa dall'altro lato del ritratto prima di riporre il tutto -pergamene comprese- nello zaino. Mentre mi vesto, una breve smorfia di fastidio mi attraversa il volto al rendermi conto di dover rinunciare al bagno caldo e a un buon sonno.

I pensieri su cosa fare si susseguono rapidi, senza alcun tentennamento, e le azioni altrettanto: scrivo poche righe su un foglio bianco, afferro lo zaino, getto il mantello sulle spalle, osservo con un cenno soddisfatto l'immagine che mi restituisce lo specchio (un'umana robusta di 40 anni, il volto per nulla attraente segnato dal tempo, dal sole e, forse, da qualche battaglia). "Può andare..", sussurro tra me e me. Infine, lascio la stanza con passi silenziosi.

Prima di uscire dalla locanda passando per i sotterranei, entro nella stanza di Keith: la porta chiusa, ma non a chiave, la camera vuota. Il dubbio che Steel -quel figlio di..- mi stia ingannando è forte, ma l'istinto mi dice che non è così.. Procedo, e mi fermo di fronte una porta chiusa -la stanza di Sharsek-, infilando sotto di essa un biglietto accuratamente ripiegato:

Ci sono questioni che richiedono la mia presenza e quella di Keith. Io starò via per un pò di tempo -non so dire quanto-, Keith ritornerà probabilmente tra qualche giorno.

Nel frattempo, assicurati che le cose alla locanda vadano come al solito ed occupati personalmente del resto. Immagino sia inutile raccomandarti di non esporti -ed espormi- più del dovuto.

Informa anche Sophie della nostra partenza.

N.

***

*Un furto ad un tempio di Lathander, dunque.. Bene, vediamo se in città qualcuno ne sa qualcosa.*

Percorro con passo sicuro i vicoli bui dei bassifondi della città, diretta verso la prima delle taverne a cui farò visita stanotte..

Spoiler:  
@master

Spoiler:  
lascio la porta socchiusa, raccolgo la mia roba, rimetto l'armatura, e con un filo di emozione esco dalla stanza, e inizio a scendere le scale

Mentre scendo le scale osservo le altre persone che nel frattempo sono arrivate alla locanda, giunta al piano terra, faccio un cenno con la mano e provo a rompere il ghiaccio con un bel sorriso.

"Salve a tutti sono Elrill Salilidor, presumo voi siate qui per lo stesso motivo per cui hanno chiamato me. Bene sarei ansiosa di conoscere i vostri nomi prima di tutto"

breve descrizione

Spoiler:  
aerielhp2.png

Elrill Salilidor è una elfa alta circa 155cm, di bell' aspetto, ha una armatura lucente di maglia e un grosso spadone dolcemente rifinito con riflessi e lamine d'oro. Ha una corporatura molto aggraziata e armoniosa, nonostante sia una donna ha un fisico ben marcato e delle spalle larghe per una della sua razza. Ha appeso al collo un pendente con il simbolo di Corellon molto ben rifinito con incisioni e piccole gemme verdi su di esso.

Spoiler:  

leondithasmoonshadowqr8.th.jpg

Osservo attentamente Nifhue salire le scale ed uscire dalla stanza chiedendomi quante altre menzogne mi ha detto quella

ragazza all'apparenza così innocente. Mi avvicino lentamente al tavolo, scosto lentamente la sedia cercando di non farla

raschiare per terra. Mi siedo delicatamente e subito il mio sguardo per un istante viene rapito dalla ragazza con i capelli rossi.

Non mi era mai capitato di essere portato con l'inganno in una casa così lussuosa. Le persone che mi circondano attirano la mia

attenzione facendomi sorgere tantissime domande che probabilmente era meglio non fare, almeno non adesso.

Aspetto che Khalara finisca il sigaro per poi chiedere alcune cose alla padrona di casa

"Grazie mille per l'ospitalità signorina Khalara, complimenti per la casa è veramente meravigliosa. Mi domando come sia riuscita

a convincere una ragazza dolce come Nifhue ad ordire un simile inganno ma sicuramente avrà avuto un buon motivo. Il fatto che

mi abbia trascinato qui mi fa pensare che lei già mi conosca o forse mi sbaglio?"

Mentre inizio la discussione con Khalara vedo con la coda dell'occhio una ragazza scendere le scale. Mi volto all'istante pensando che Nifhue stesse tornando tra noi. Per un attimo rimango deluso dal vedere che si tratta di un'altra ragazza. Vedere una così bella ragazza con un ammasso di ferraglia addosso mi lascia un po perplesso ma anche sotto quella corazza la mezzelfa aveva un certo fascino.

Le sorrido cortesemente e ricambio il gesto di saluto

"Molto lieto il mio nome è Leondithas Moonshadow" dico accennando un lieve inchino "Non so quale sia il motivo che ci ha condotto qua quindi non saprei risponderti. Comunque sia lieto di fare la tua conoscenza"

  • Autore

@Morwen

Spoiler:  
La notte non è delle più calde ed il vento inizia a soffiare da nord, probabilmente pioverà tra poco. Per quasi un'ora cammini alla ricerca di una locanda aperta e la prima locanda che trovi è una di quelle che conosci meglio. Prima di entrare cerchi di sentire qualche suono proveniente dall'interno e ti sembra di sentire due persone che parlano, oltre qualche altra che sembra invece russare sonoramente. Entrata, ti accorgi di non aver affatto sentito male: verso il centro della saletta alcuni tavoli sono rovesciati e un boccale di birra termina lentamente di svuotarsi a terra. A terra, accanto al tavolo ci sono due uomini, uno di circa 25 anni e uno di almeno 40, entrambi addormentati nella pozza di alcolico; il più vecchio russa sonoramente. Seduti al banco vedi l'oste, un vecchio pirata a quanto ne sai, come testimonia la fascia su un occhio e i suoi molti tatuaggi, e dall'altra parte una ragazza umana di circa una trentina d'anni. Ti siedi accanto a loro e ti fai versare da bere. Senza mostrare troppo interesse, scambi con i due qualche battuta di quando in quando e cerchi di fargli portare la conversazione su ciò che ti interessa: il furto al tempio di Lathander. I due sembrano ormai quasi ubriachi e non sembrano far caso alla tua presenza, quasi come fossi una loro amica. Per più di mezz'ora stanno lì a parlare di varie cose, ma del furto neanche l'ombra. Durante la sera ti sposti in vari luoghi di tua conoscenza, luoghi dove sai bene di poter trovare questo genere di informazioni, senza però aver un risultato che sia uno.

@Laerex, NinjaFelice, Pandaren

Spoiler:  
Khalara guarda il mezz'elfo con un sorriso dolce, un'espressione quasi dispiaciuta, prima di rispondergli: "Non sono stata io a convincerla a mentirti, se così vogliamo dire, per portarti qui. Nifhue è mia sorella e mia diretta sottoposta. La tua presenza qui, oggi, è in un certo senso casuale: noi siamo alle dipendenze di una confraternita, Leondithas, e queste persone tempo fa ci hanno chiesto di seguire i tuoi progressi. Non pensare male, ci hanno chiesto di farlo perchè sei uno che impara in fretta e soprattutto sei un tipo ambizioso, per questo potresti essere adatto ad aiutare la tua gente, se ce ne fosse bisogno. Nifhue ti stava portando qui perchè avremmo saputo dove indirizzarti per completare decentemente i tuoi studi, ma nel frattempo è successo ciò che è successo...ed eccoci qua." La ragazza poggia i gomiti delicatamente sul tavolo, girando la sedia verso il mezz'elfo, poi continua "Nifhoe non è una che mente su certe cose, comunquie avrete modo di parlare dopo." conclude facendoti un rapido occhiolino.

Descrizione

Spoiler:  
Slahinder è un umano, di circa 14 anni, alto 1 metro e 40, dalla corporatura esile. Ha i capelli e gli occhi neri ed è vestito con una tunica rossa di fattura molto umile. L'unico orpello che si nota è un orecchino appeso al lobo sinistro, con il simbolo del dio dell'alba. Ha lo sguardo un pò spaesato ma non dice niente ed evita di guardarsi intorno in modo curioso. Chi ha una vista acuta può notare che sulle sue guance c'è una sottile linea bianca, un classico segno di lacrime asciugate male.

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Sono seduto composto a tavola, con le mani conserte in grembo, quando l'elfa saluta le faccio un educato cenno con il capo e pronuncio, quasi con paura ed a bassa voce

"Il mio nome è Slahinder"

x tutti

Spoiler:  
Per chi conosce la lingua celestiale la parola Slahinder significa: Segno di un miracolo.

Il mio comportamento è chiaramente di una persona intimorita di trovarsi così in mezzo a tanta gente che non conosce

Spoiler:  
Albeggia quasi e non ho cavato un ragno dal buco. Cammino ancora un pò, senza una meta precisa, persa tra i miei pensieri e in cuor mio irata per il brutto tiro di Steel.

Detesto che siano gli altri a dirmi cosa fare e detesto essere ricattata. Detesto quando le cose sfuggono al mio controllo. Detesto, soprattutto, camminare senza sapere dove andare.

Quando le prime e tenui luci dell'alba cominciano a risvegliare la città già cammino per le vie, a poco a poco sempre più affollate. Dopo un breve vagare a vuoto decido di recarmi nella zona del piccolo tempio di Lathander di Sundabar: Steel non ha detto che il furto è avvenuto qui in città -non ha detto neppure il contrario, in effetti-, ma chissà.. le voci girano in fretta, come sempre. O quasi.

Cerco una locanda nei pressi del tempio e lì mi fermo per mangiar qualcosa, come una qualunque viandante di passaggio, trascorrendo lì con aria oziosa qualche ora, un pò lasciar passare il tempo che mi separa dal fantomatico appuntamento, un pò confidando nella remota eventualità che qualche chiacchiera incauta mi arrivi alle orecchie.

  • Amministratore

Spoiler:  
Lo sapevo che avrei fatto meglio a stare lontano dalla città penso, steso sl letto della mia stanza al buio, le braccia incrociate dietro la testa. Le cose non capitano per caso, mi ripetevano sempre i druidi, e credo di poter dire lo stesso del tizio che è capitato qui stasera.

Mi alzo, sempre al buio, controllo che la porta sia chiusa a chiave, mi avvicino alla finestra. L'aria fredda della sera non sembra bastare a schiarimi le idee. Chissà che storia è mai questa... "salvare un'amicizia"... non è certo il mio campo. Però...

Ora sono seduto con le gambe fuori dalla finestra. Mi sgranchisco le braccia, un piccolo movimento del bacino, e spiego le ali. Ali di corvo. ...però la cosa mi stuzzica, e non è che abbia molto da fare in questo periodo. Andiamo un po' a vedere dov'è questa casa...

  • Autore

@Morwen

Spoiler:  
Lentamente la locanda inizia a riempirsi di persone che entrano per fare colazione. Dopo mezz'ora il locale è pieno quasi per metà e almeno tre o quattro sono giovani membri del tempio adiacente. Aspetti pazientemente che tutti si siedano e facciano colazione mentre ascolti i loro discorsi che, almeno all'inizio, sembrano più che altro normali discorsi tra ragazzi. Dopo una ventina di minuti, però, vedi entrare a passo spedito un ragazzo leggermente più adulto degli altri, anch'esso con addosso i simboli di Lathander. Vedi che il nuovo arrivato inizia a dire qualcosa agli altri e, senza farti vedere, ti avvicini al gruppo per cercare di sentire qualcosa. Non riesci a capire distintamente tutto, più che altro perchè spoesso le frasi dei ragazzi si interrompono a metà o sono intercalate dall'invocazione della propria divinità, tuttavia riesci a capire che il Gran Maestro del tempio centrale delle Marche d'Argento è stato ucciso, probabilmente poche ore fa e che dal tempio è stato trafugato un artefatto leggendario, o almeno una parte su cinque di questo oggetto. Riesci poi a capire che dal tempio sta per essere inviato un messo e che loro dovranno offrire a questa persona tutto l'aiuto che necessita. I ragazzi continuano poi a parlare, ma non ti sembra che sappiano qualcosa di più approfondito. Dopo aver pagato i ragazzi si allontanano di fretta dalla locanda, entrando nel tempio.

@Subumloc

Spoiler:  
Segui le istruzioni che l'uomo ti ha dato per raggiungere la casa e noti che la sua descrizione non sarebbe potuta essere più accurata. La casa è su due piani e da fuori non sembra un gran che: semplici mura in legno massiccio ma senza alcun abbellimento, volando intorno alla costruzione noti che attraverso le finestre si intravedono stanze modeste e alcune di esse addirittura mal ridotte. La porta centrale sembra invece piuttosto solida, di uno stile che poco ha a che fare con quello del resto dello stabile. Dall'interno non sembrano giungere rumori anche se da alcune delle camere si intravede della luce.

@Pandaren, NinjaFelice, Laerex

Spoiler:  
Khalara ti guarda e ti sorride compiaciuta nel vedere che sei più decisa di prima, poi ti fa cenno con una mano di avvicinarti al tavolo e sposta la sedia che ha accanto, a segnalarti di sedere accanto a lei. Poco dopo, mentre scendi le scale, l'anziano uomo che accompagna il ragazzino si alza e fa un rapido inchino verso ognuno di voi, poi con voce un poco rauca per l'avanzata età ma del tutto calma, dice: "Buongiorno, giovani anime. Sono qui come accompagnatore di Slashinder e vistro umile consigliere, se me lo permetterete. Il mio nome è Jin." poi, lentamente, si risiede.

Spoiler:  
*E dunque sapeva del furto ben prima che avvenisse.. Qual è il tuo gioco, Steel?*

Temporeggio ancora qualche minuto, osservando da oltre la finestra i ragazzi, prima di saldare il conto e dirigermi a mia volta verso il piccolo tempio.

Cammino con passo tranquillo e, a poca distanza dalla mia meta, sollevo lo sguardo in alto e sorrido placidamente, come confortata dai raggi del sole che dalle mie spalle si riflettono sulle vetrate del tempio del Signore del Mattino.

Osservo con finto smarrimento il movimento frenetico alle porte del tempio e mi appresto ad entrare.

Spoiler:  
Ricambio i saluti con un cenno della testa.

"Piacere di conoscervi signori, sentivo prima nella vostra discussione un po' di attriti, spero che non sia nulla di grave e che vi siate chiariti. La situazione che dobbiamo affrontare non è semplice, cerchiamo di partire con il piede giusto"

Detto questo mi avvicino al tavolo e mi siedo su una sedia, appoggio i gomiti sul tavolo e tendo il corpo verso il più giovane della compagnia.

"Ciao e tu come mai qui? Cerco anche di catturare lo sguardo dell' anziano vicino , forse sarà lui a rispondere, il ragazzo mi sembra indispettito

Chiaramente cerco di fare amicizia con le persone nella stanza, mi sento un po' a disagio perchè queste persone non mi sembrano neanche molto di buon umore e felici di essere qui.

  • Amministratore
Spoiler:  
Mi avvicino a curiosare a qualche finestra, ma senza soffermarmi troppo. Se non vedo nulla che mi colpisca in modo particolare, torno indietro cercando di memorizzare la strada per l'indomani.

Spoiler:  
Mi volto verso l'elfa e sempre mantenendo un tono di voce molto pacato ed un pò timido le rispondo

"Il mio maestro mi ha detto che è necessaria la mia presenza qui per risolvere dei possibili problemi, quindi sono stato portato qui. Sono.."esito un attimo come a cercare le parole giuste

"è solo che non sono abituato a stare in mezzo a tanti sconosciuti"

Poi mi volto a guardare le altre persone ed alzando un pò la voce

"Spero che la luce del mattino illumini il percorso che dovremo percorrere insieme"

e detto questo, con grande sforzo contando la mia timidezza faccio un sorriso

  • Autore

@Morwen

Spoiler:  
Esci dalla locanda e ti avvicini al tempio, entrandovi. All'interno noti che i ragazzi che poco prima hai visto alla locanda stanno entrando in un corridoio dietro all'altare principale, allontanandosi dalla tua vista. Nella navata c'è solo un sacerdote, inginocchiato in una delle panche, che prega sottovoce; per il resto la sala è vuota, lunga circa una ventina di metri. Lungo i lati, a circa tre metri dalle mura, una serie di 9 colonne per lato racchiudono una ventina di piccole panche imbottite. Dal portone fino ai tre gradini che precedono l'altare si trova un tappeto rosso chiaro con delle sfumature di varie tonalità di arancione, quasi a richiamare il momento dell'alba e, all'inizio di questo, due elaborati piedistalli in marmo reggono le acquasantiere.

@Subumloc

Spoiler:  
Fai un paio di volte il giro della casa, cercando qualcosa che attiri la tua attenhzione, ma la casa sembra essere immersa nella tranquillità: nessuna voce nè movimento sembrano provenire dall'interno ad un primo sguardo. Stai per andare via quando guardi quasi per caso un'ultima volta attraverso una delle finestrre; per un istante vedi una delle solite stanzette modeste che osservi da poco fa, ma subito dopo l'immagine si sfoca e cambia e dal vetro distingui chiaramente una stanza piuttosto lussuosa: alle pareti c'è una delicata carta da parati color panna con dei motivi floreali, al centro della stanza si trova un letto a baldacchino poiuttosto ampio sopra il quale, seduto a gambe incrociate, si trova un ragazzino, immobile. I mobili sembrano di pregio a una prima occhiata e sul fondo della stanza c'è una piccola libreria accanto ad uno scrittoio.

@Pandaren, Laerex, NinjaFelice

Spoiler:  
Il vecchio che accompagna il ragazzino fa per rispondere alla domanda dell'elfa ma si ferma con aria compiaciuta quando Slashinder si presenta da sé, aggiungendo a ciò che ha detto solo: "Siamo qui con la benedizione di Lathander", poi poggia una mano sulla spalla del giovane.

Spoiler:  
Ascolto attentamente quello che mi dice Khalara anche se ogni sua parola accresce i miei dubbi. Nonostante il lungo discorso

non risponde a nessuna delle mie domande ma sembra che mi venga data la possibilità di perfezionare i miei studi e questa

notizia mi rallegra mettendo da parte molte delle mie perplessità. Anche le sue parole riguardo a Nifhue sono piuttosto vaghe

certo scopro che sono sorelle ed entrambe sottoposte ad una confraternità però non riesco a capire fino a che punto le sue parole

sono veritiere.

"Khalara dopo mi piacerebbe parlarti per chiarire alcuni aspetti, sempre se per te questo non è un problema. Dopo cercherò di

parlare con tua sorella così potrò ottenere le spiegazioni che cerco. Ti ringrazio per i complimenti ma mi piacerebbe sapere chi vi ha

chiesto di osservarmi, non pensare male la cosa mi lusinga ma preferisco sapere con chi ho a che fare"

Anche l'altra ragazza si siede a tavola con noi e finalmente il bambino si presenta. "Piacere di conoscerti Shalinder" ricambio

il suo cenno notando un po di timidezza nella sua voce. Ricambio l'inchino del vecchio "sarà un onore poter usufruire della tua saggezza Jin

spero che i tuoi consigli possano esserci utili"

Guardo negli occhi Khalara sperando che possa spiegarmi quanto sta accadendo "Scusami tanto Khalara ma ho come l'impressione di essere l'unico

all'oscuro di tutto in questa stanza. Shahinder ha parlato di alcuni problemi, Jin ha nominato Lathander ed Elrill di una situazione da risolvere"

osservo le reazioni degli altri alle mie parole prima di continuare a parlare "Ora, per cortesia, mi potresti spiegare cosa sta succedendo?"

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