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Dragons´ Lair

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Alzabuk

Circolo degli Antichi
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  1. Ero anche io della stessa profonda convinzione, ma la lunga disquisizione sulle illusioni, che ha toccato anche gli ammaliamenti, mi fa tentennare sulla graniticità di questa affermazione. o meglio, mi fa spostare l'attenzione su questo punto: il lancio dei dadi serve a stabilire la riuscita di cosa? La riuscita di quel che dichiara il giocatore direttamente o meno (voglio che il PG colpisca quella creatura, scassini quella serratura, convinca quella guardia, resista alla magia...). Spessissimo sono banalità (TxC, TS su PalladiFuoco) ma altre hanno una meccanica più sfumata (quelle che riguardano illusioni e ammaliamenti, ma anche alcune prove sociali) dove il determinismo è meno...determinabile. Quindi la non riuscita non può limitarsi alla negazione di quello che dichiara il giocatore. Anche la non riuscita ha bisogno (a volte) di una narrazione a sè. E il responsabile è il DM. Se quando il PG non passa il tiro per fare quello che vuole il giocatore, allora è il DM il titolato a descrivere quel che il giocatore non vuole. nella maggior parte dei casi non cambia: successo/insuccesso deterministico. Ma nei casi di ammaliamento e illusione questa definizione (chiaramente condivisa al tavolo) renderebbe la gestione del gioco (non dei giocatori!😅) forse più semplice per alcuni aspetti: il TS è fallito, allora decide il DM, riportando anche quelle scelte non così predeterminate in un alveo di narrazione meccanicamente prevedibile. È molto delicata sia la situazione che la differenza: non so se mi riesco a spiegare.
  2. Ciao a tutti, mi sto interrogando sul significato del tiro dei dadi in D&D 5e e sul loro ruolo nel gioco di ruolo in generale. Questa domanda mi è emersa in un confronto sulle illusioni (grazie @nolavocals !) che però appunto mi ha messo il dubbio più generale che peovo a riassumere qui. Da un lato, il tiro sembra essere un automatismo meccanico: si lancia, si sommano bonus, si confronta con una CD e si ottiene un risultato binario (sì/no, successo/fallimento). Questo approccio fa pensare al dado come a un “arbitro imparziale” che decide la realtà in modo matematico. Questo approccio mi sembra ponga il DM su un piano di mero "contabile". Dall’altro lato, c’è una lettura più narrativa: il fallimento non sarebbe un “non succede nulla”, ma un segnale che la narrazione passa nelle mani del DM. In questo senso il dado non dice se ce l’hai fatta o no, ma decide chi prende la parola in quel momento. Esempi pratici: Scassinare una serratura. Con un 3 sul dado, meccanicamente il ladro fallisce. Ma narrativamente? Forse la serratura resiste, o forse il rumore ha attirato una guardia, o magari lo strumento si spezza, aprendo nuove complicazioni. Convincere una guardia. Un 7 sul dado non significa automaticamente che la guardia “non ci casca”. Potrebbe invece voler dire che la guardia è incerta, o che chiede una prova ulteriore, o che la situazione degenera in un’altra direzione ...decisa dal DM. La domanda quindi è: il dado in 5e va interpretato come un giudice meccanico, o come un meccanismo che distribuisce il controllo narrativo tra giocatori e DM? Mi vergogno un po' a rendermi conto solo ora di questa cosa che è "game changing"! Voi al vostro tavolo come vivete questa dinamica?
  3. Alzabuk (Stregone della Luna, Invocatore) Partecipo al brindisi pensando che è proprio bello: sembra di essere a casa! Di solito passo l'ora del rancio osservandi come il refettorio della "base" sia stato riattato dall’ospedale militare con scarsi mezzi: alcune finestre di questo piano sono state murate alla meglio per tenere lontane le ombre. Il soffitto gocciola ancora in certi angoli, ma il calore interno, generato artificialmente, è sufficiente a tenere a bada l’umidità. I cacciatori di nonmorti vi siedono si solito in silenzio, mangiando con lentezza, come soldati in trincea. Oggi no: che sia Iskra a scaldare l'atmosfera? Placata la fame con le prime cucchiaiate, mi godo l'atmosfera e sistemo davanti a me e alla scodella di zuppa fumante una serie di ampolle e bicchierini di vetro. Ogni cucchiaiata che porto alla bocca viene adesso preceduta da un rituale: qualche goccia di liquido verde, un pizzico di polvere color ocra, una rapida mescolata con il cucchiaio... Equilibrio degli umori mormoro,s ignorando gli sguardi divertiti o infastiditi dei compagni. Ricordo che la prima volta che mi misi a fare intrugli qui c'era anche lui: Van Richten, seduto a capotavola, si limitava a fissarmi come si osserva un fenomeno clinico, con attenzione ma senza giudizio.Che uomo! Mastico e assaporo lentamente, come valutando il sapore non in termini di piacere, ma di formula. La mia zuppa, arricchita alchemicamente, ha assunto una sfumatura violacea poco rassicurante. Adesso, a lancia piena, se alzo lo sguardo con i baffi intrisi e gli occhi vivaci, sembro più uno studioso in laboratorio che un commensale a tavola. Sapete, ogni piatto di brodo è come un alambicco. Ogni pasto, un esperimento. Se un giorno non torneremo da una caccia, voglio aver lasciato almeno qualche appunto su come trasmutare il grano in conforto… e il conforto in forza. Guardo Iskra: e tu in questo sei davvero maestra. Nell’aria rimane sospeso l’odore di zuppa speziata e reagenti alchemici. Per un attimo, tra quelle mura screpolate e infestate da ricordi di guerre passate, il pasto degli agenti di Van Richten non sembra più solo nutrimento, ma un fragile rito di resistenza contro l’oscurità che ci circonda. Un rito con una componente materna insostituibile. L'oscurità lascia trapelare il rumore di passi per le scale e me ne accorgo, esclamando: DeaMadre! -sì, ce l'ho con te, Iskra @shadyfighter07 Hai profetato che la tranquillità non sarebbe durata: sei divina davvero o sapevi che sarebbe arrivato qualcuno? Ingurgito l',ultimo cucchiaio di zuppa e ripongo le provette, puntando pii lo sguardo all'uscio da dove peovengono i passi in avvicinamento.
  4. SKRATABOOM! Lo schianto di un tuono sottolinea lo sguardo pieno di disprezzo dello gnomo verso il Chierico. Sarà un disprezzo filosofico? O è lo sguardo di una persona offesa? Alzabuk (Stregone della Luna, Invocatore) Il nome Alzabuk è accentato sulla prima A o sulla U, indifferentemente. Diverse prosodie, come accentare la seconda A in "alzAbuk" o leggere la U come A con "alzabak" sono assolutamente sbagliate, e producono poi errate trascrizioni come quel conciatore che ha sbagliato a incidere quei miei begli stivali, che allocco! Allo stesso modo, i poteri che praticate voi sono evidentemente frutto di una errata lettura della magia. Lettura curiosa, sì. Inaspettata, certo. A volte anche sorprendente. Ma in sostanza nulla di diverso. Voi non siete divini tanto quanto non lo è Iskra. E questa certezza è l'unica cosa che mi permette di sperare di tornare alla mia valle. Ho perso il buon umore: forse per sentir pronunciare male il mio nome, o forse per la nostal...ehi, quei 4 pezzetti di spezie hanno composto nel brodo due figure equiestese!
  5. Alzabuk (Stregone della Luna, Invocatore) Allusione? 😳 Mentre mando giù un altro sorso, senza rendermi conto che nessuno abbia ancora effettivamente brindato a qualcosa (avevo proprio sete!) penso che ah, queste razze alte sono sempre tendenzialmente piene di sé da non cogliere il senso della natura, del mondo, dell'universo e di tutto quanto! Riprendo a parlare, cercando di reggere lo sguardo ardente di Iskra. Non è un parlare, questo mio, per riempire il silenzio. E non è neanche un flusso di coscienza. È finalmente uno scambio per trovare la verità, scoprire la realtà, sgrossarla dall'incertezza e scolpire il bello. Parlare diventa una arte: è studiare esprimendosi, omileggiare. Nella mia lingua, tutto ciò che non è mortale -destinato a una fine/morte- è immortale -cioè destinato all'eternità. Se sottolinei che noi siamo mortali, e tu no, mi fa intendere quindi che tu sia eterna, come una divinità. In gnomesco, per far la corte a una bella ragazza, non si direbbe mai che "sei una dea", perché travalica la natura e non esiste davvero. Si direbbe invece: "sei una orchidea, una crocosmia"...qualcosa di naturale e presente ...nel tuo caso: "sei bella come il sole"! La mia mente va a Eloisa, vecchia fiamma di gioventù e unico vero amore... Tornando a noi: se dea non sei, allora sei come tutti noi. E come tutti quelli a cui diamo la caccia. Gli dei (immortali) non esistono! e a questa provocazione sbircio di sottecchi la reazione del chierico @MattoMatteo ...E non mi preoccuperei troppo dello scopo: si manifesta aderendo alla propria natura. A proposito: grazie! Questa cena è ottima! @shadyfighter07 OFF GAME E dopo il Fulminato per @CocceCore , abbiamo anche il nomigliolo per chiamare Iskra: Dea, o Divina! Gongolo! 😁
  6. Alzabuk (Stregone della Luna, Invocatore) Arrivato nella sala grigia, ma viva, che ha quasi un sentore di "casa", rallento il passo e mi fermo. Solo con lo sguardo seguo Iskra che scompare dietro la porta della cucina. Mi rendo conto che la sala si è riempita: i fratelli mezzelfi e Vaelther prendono posto a tavola, ma non ci sono sedute per me. Non è "casa" mia. La malonconia non riesce a farsi strada nel cuore perché Sbotto in una considerazione paradossale, al solito: "Porta da Mangiare a noi mortali: e lei cos'è? Una dea!?" E mentre accatasto materiale per costruire un seggiolone inizio a chiedere ai mezzelfi come si sono trovati con le attrezzature che gli fornito l'ultima volta. Parlando e lavorando insieme, però, non aspetto neanche la risposta (non me ne rendo conto) e sono un continuo blaterare spiegando il funzionamento, la particolarità e la storia sia encoclopedica che aneddotica di ciascun tool che ho consigliato/fornito: "Buon Raven, hai apprezzato la corda che ti avevo preparato per la scorsa missione? La juta della Taladas ah, come mi manca! offre un 2% in più di coefficiente di flessibilità pesando però un'ottavo d'oncia in meno ogni 7 tese rispetto alle corda di canapa comune di medesimo diametro. Certo, non deve prendere umidità, che, come sulla canapa comune, impatta negativamente sulla portata massima degli spaghi in generale..." dicendo questo, afferro calibro da corda che spunta da una borsa di pelle, probabilmente un kit da cordaio, e mi misuro il diametro del mignolo sinistro, osservando la rilevazione attraverso il monocolo. Ma i morsi della fame mi riportano a quanto stavo facendo e getto il calibro dietro di me rimettendomi a costruire il mio trono per il pranzo. Continuo incessantemente a parlare interrompendomi solo per castrare, una volta seduto in cima, un incanto che mi permette, dalla comoda seduta, di riprendere il calibro e infilarlo al suo posto. Che fame! ma ancora non c'è tempo di fermarsi su una sensazione negativa: quel macchinario incompleto nell'angolo è un rompicapo troppo affascinante! Mi eclisso nei pensieri tecnici senza rendermi conto dei dialoghi tra le persone che ho intorno e senza rendermi conto neanche di pensare ad alta voce, o meglio, a bassa voce, sul prossimo esperimento che proverò a fare con quel marchingegno per farlo funzionare. Il boato di un tuono esploso vicino accompagna il gesto di chi posa la scodella di fronte a me e questo, insieme all'appetito, mi riporta ancora al presente. L'invito al brindisi è ben accolto, e mentre mi avvicino la coppa alle labbra lascio che le parole di Iskra mi stuzzichino. Dopo aver bagnato la gola, le chiedo: allora sei davvero una dea? @shadyfighter07
  7. OK, se la metti così mi è chiaro, grazie! Significa spendere una risorsa (azione) che out of combat non è un costo affatto importante. Tuttavia non è automatico che si provi sempre ad analizzare (vedi caso B, secondo post in alto in questa pagina) come mi sembrava di aver capito. Negare deliberatamente la passiva, allora, fa venir meno l'investimento che il giocatore fa non tanto nell'action economy, quanto nella costruzione del PG: la competenza in una abilità ha un certo peso, e ancora di più un talento. Chi mai prenderebbe Osservatore? Chi mai prenderebbe Esperto di Dungeon? Sono investimenti importanti. Negarne i vantaggi vuol dire rompere un bilanciamento, IMHO e può causare frustrazione. Una CD 18 è qualcosa di improbabile ai primi livelli (ci vogliono INT 20 + competenza). Con CD 20 la passiva la supera solo un INT 20 con bonus competenza +5. Diventa accessibile se costruisco la scheda mettendoci maestria in indagare o prendendo un talento, perché vorrei che quel PG brillasse così... Negare questa "storia" è come se contro un guerriero campione il DM mandasse solo mostri immuni ai critici. questo cozza con una definizione di prova passiva: "risultato medio di un'azione intrapresa ripetutamente, come per esempio cercare porte segrete". Il DM può farlo RAW e RAI. Perché negarlo? Si ritiene che i valori passivi di PERCEZIONE o INDAGARE siano generalmente sgravati? OK, pace: abbiamo esperienze diverse. Invece, se succede anche ai vostri tavoli che un PG con alta percezione passiva (e senza svantaggio 🫣) sgama l'avversario nascosto (magari male) anche senza dire a ogni piè sospinto "il mio PG si guarda intorno con fare circospetto valutando eventuali minacce", allora davvero faccio fatica a capire la riluttanza ad applicare la stessa meccanica alle illusioni. Grazie per lo scambio. Abbandono il campo perché non credo di aver più nulla da aggiungere e vorrei evitare la tentazione di scrivere "tanto per scrivere". È stato molto interessante. À la prochaine!
  8. Capperi, non volevo scatenare la rivolta contro uno dei designer (né voglio prenderne le difese: non parlo di un manuale scritto bene o meno). Mi pareva interessante far notare che RAW e RAI coincidono e parlano chiaramente dei passivi 😄 A quale magia fai riferimento, per favore? E soprattutto: meccanicamente "dubitare" che cosa indica?
  9. Che la passiva abbia senso o meno si può discutere, certamente. Che sia RAW 5e è però un fatto. Ad esempio: il talento Esperto di Dungeon (PHB ita pag 167) dà vantaggio alle alle prove per individuare porte segrete; a pag 175 si menziona la prova passiva come "risultato medio di un'azione intrapresa ripetutamente, come per esempio cercare porte segrete". E sempre lì il PHB specifica che la passiva può essere utilizzata quando il DM vuole determinare segretamente se i pg riescono a fare qualcosa". Più esplicito di così... Questa regola non esiste. Per fare il tiro devi dubitare. Cioè devi dire per me sta cosa è strana e allora a tiri. Non esiste un tiro di dubitare passivo perchè sarebbe meramente un "noti le cose se hai la passiva sopra la CD". Credo che sia il DM a dover decidere se esiste o meno, come commenta Jeremy Crawford qui: "Passive checks are a tool for the DM. The DM decides whether the rule is used at all". Non usare le passive è una scelta legittima. Dire che non esistono è piuttosto brutale, @Lord Danarc 🥺 Siccome stiamo discutendo su come rendere al tavolo di D&D5E le sfide delle illusioni per evitare che le conoscenze/atteggiamenti dei giocatori influenzino quelle dei PG (metagioco), le passive, ben presenti nel regolamento, sembrano risolvere molti problemi senza far riferimento a houserule o altri sistemi di gioco (c'era un "TS volontà dubita", in 3e, giusto? 🤓) Ancora: dire va contro a pag 236 della DMG italiana (sì, mi son preso 10 minuti, oggi, per ripassare 😘) che dice, all'inizio del paragrafo Il ruolo dei dadi: "I dadi sono arbitri neutrali [...] La misura dell'uso che se ne fa dipende interamente dal DM". Interamente, sottolineo. Più avanti nel capitolo si parla di successi automatici eccetera... Siccome vorrei capire bene un punto che ripete Lord Danarc, ripeto la domanda: che cosa significa "dubitare" in termini di meccanica? Dire che "il PG dubita" che cosa comporta? Se discerniamo gli atteggiamenti del PG e quello del giocatore (che può può essere più o meno colto del PG, più o meno cauto del PG, più o meno affascinante del PG e quindi anche più o meno sospettoso del PG), allora ha senso che siano le schede e i dadi a definire le azioni dei PG, secondo la guida dei giocatori. Grazie! :)
  10. @MattoMatteo @shadyfighter07 @Fandango16 son curioso di leggere le vostre aggiunte prima di riprendere al tavolo, per farmi ispirare su cosa abbiamo affrontato insieme. Anche se lo gnomo potrebbe aver lavorato solo con il PG di @CocceCore , trattandosi di un esterno rispetto al semipiano. Oppure potrebbe aver preparato degli aggeggi/fuochi dell'alchmista/fiale puzzolenti... o riparato cose, per chi ne avesse avuto bisogno?
  11. Devo chiedere scusa a @nolavocals perché non ho colto il suo tipo di attenzione ai termini, e quindi non ci capiamo quando scrivo in senso estensivo. Ad esempio: per "chiamare il tiro" intendo verificare (con i dadi, in modo attivo = tirandoli, o passivo = senza tirarli e prendendo il risultato di 10+bonus, e nel caso di vantaggio+5, come spiego nel riquadro Scena caso C) un risultato che non è palese/predeterminato. Come la banale prova di atletica "spingo la carriola vuota" non richiede tiri di dado (sulle prove in 5E non mi sembra ci siano fallimenti critici e successi critic con 1 e 20) e quindi non è una prova, va bene se il DM fa vincere in automatico la prova di spostare la carriola carica di 300kg di tesori al barbaro che ha competenza in Atletica e FOR 20. Su quel che nota Lord Danarc devo chiedere che cosa si intende per "dubitare". Perché la pratica me ne dimostra l'utilità, anche a fronte del quesito iniziale sul "metagioco". Rifacendomi agli esempi: caso A: qualcuno ha un valore di indagare passivo elevato che vince la CD dell'illusione. Quel valore significa che il PG è tendenzialmente uno scrupoloso "Sherlock Holmes", naturalmente attento ai dettagli. È questo che rende il PG naturalmente "dubitante", e non il fatto che il giocatore sia uno scettico ai limiti della paranoia e che dice "dubito" a ogni momento come se stesse giocando a Pipolo. E perché il DM deve dire quel che scopre questo PG in maniera nascosta? D&D è un gioco di gruppo, non vedo problemi in questa: Scena caso A Il DM verifica nascostamente che Tizio e Caio non si accorgono dell'illusione, mentre Sempronio Holmes, col talento osservatore, ha un indagare passivo di 21 e capisce. Il DM dunque dice: Ragazzi, i PG seguono le tracce lungo il sentiero che porta alla struttura costruita sul ciglio del precipizio di una stretta gola. I PG Tizio e Caio vedono che questa struttura sono le rovine inservibili e pericolanti di un ponte crollato, il PG Sempronio vede in traslucenza un ponte intatto. Che fate? I giocatori si consultano, il player di Sempronio spiega che il suo PG sale cautamente sul ponte per convincere gli altri, il DM svela che era una illusione. Il caso in cui i giocatori non si fanno problema mi è capitato e mi sembra quindi possibile ipotizzare che si realizzi il caso B, per quanto magari poco probabile con un party esperto: Scena caso B Il DM verifica che nessuno si accorge passivamente dell'illusione e dunque dice: Ragazzi, i PG seguono le tracce lungo il sentiero. Questo porta a un ponte che attraversa una gola stretta ma profonda. Il ponte però è crollato. Che fate? I giocatori prendono tutto per vero, si consultano, valutano se saltare, costruire un ponte di corde ecc o tornare indietro. Il DM chiede che cosa fanno e nessuna delle azioni che vogliono intraprendere i giocatori riguarda una interazione con la struttura, quindi non c'è nessuna prova "attiva" che possa svelare la magia né meno che mai un successo automatico. Il DM non svela nulla dell'illusione. La sfida-illusione è persa dal party. Il caso C parte come il B ma si sviluppa in modo diverso (i giocatori spiegano come i PG dubitano): Scena caso C Il DM verifica che nessuno si accorge passivamente dell'illusione e dunque dice: Ragazzi, i PG seguono le tracce lungo il sentiero che porta al ponte che attraversa una gola stretta ma profonda. Il ponte però è crollato, trovate solo le rovine edificate sul ciglio. Che fate? I giocatori fanno la faccia di Indiana Jones alla testa del leone e spiegano che riguardano le impronte, salgono sulle rovine e mentre seguitano a raccontare come indagano - (cioè: dubitano) il master sceglie in alternativa: di tirare i dadi di nascosto. Nota: una prova di gruppo si può fare in questo caso come singola prova con vantaggio, perché almeno un PG svolge l'azione di "aiuto" collaborando il PG che ha migliore capacità. di verificare la passiva con vantaggio (+5) perché stanno indagando in gruppo, vedi punto 1. di far tirare i dadi ai player (problema metagame), che è quello che voglimo evitare. eventualmente valutare che c'è un successo automatico quando un giocatore descrive il PG salire sulle rovine (interazione con illusione). Se si pareggia o supera la CD, il DM svela l'illusione. Altrimenti i PG come Indiana Jones dovranno dimostrare il loro valore con un balzo di fede! 😉 Notare: è sempre e comunque il DM che indica ai giocatori se e quando fare una prova. Il giocatore che dice "dubito e tiro su percezione!" (o indagare o quello che è...) -magari pensando che se va male prende la passiva!- senza che sia il DM a valutare se è il caso, e il tavolo che permette questa abitudine, stanno giocando con regole proprie (legittimo) e non con quelle di D&D5e. PS a proposito di regole, le varie illusioni a disposizione dei PG mi pare servano a mostrare cose che non ci sono, e non a rendere invisibili cose che ci sono. I PNG fanno "cose che voi razze del PHB non potete nemmeno immaginare" 🤣 Ma vabbè: potevamo fare che le tracce arrivano a una parete di roccia (illusoria) e il discorso non cambia 🙃
  12. Se è il master a chiamare i tiri, allora questa affermazione sembra il tipico cavillare dei giocatori avvocati che vogliamo in qualche maniera contrastare. Vediamo infatti, con la lettura della regola, che questa affermazione non ha alcun risvolto in termini di gioco, perché se il DM ha chiamato il tiro, vuol dire che la passiva già di per sé non è sufficiente. quindi prendere il tiro basso o la passiva è assolutamente la stessa cosa. Siamo d'accordo che il master chiama i tiri quando il risultato è possibile, non certamente un successo e neanche certamente una insuccesso. Torniamo al caso del Ponte illusorio: l'illusione ha una CD pari a 18, poniamo. come master, non voglio permettere che i giocatori mangino la foglia troppo facilmente e mi affido alle prove passive. caso A: c'è almeno un PG con la passiva che vince la CD, il master racconta che quel PG, per la sua spiccata capacità di che ne so, nota qualcosa di strano che agli altri stano non pare. Il party supererà probabilmente la sfida per le risorse investite nella creazione di un PG. caso B: nessun PG ha un passivo a indagare sufficiente. Nessun giocatore spiega che non si fida/C'è qualcosa di strano. Il party ha perso la sfida caso C: a partire da B, ma con un PG che viene descritto sospettoso, che fa qualcosa di attivo per scoprire il mistero. Dalla discussione emerge che il DM può scegliere tra far fare la prova (rischio metagame), tirare di nascosto o usare la passiva con vantaggio (+5 al totale).
  13. Pensa che la leggo in modo diverso: Per notare la trappola (finalità: ogni volta che si ha questo scopo) deve tirare quando il suo punteggio passivo non basta (limitazione: limitatamente ai casi in cui non la nota in automatico) E non quando il suo punteggio passivo non basta (causa: poiché non la nota in automatico) deve tirare per notare la trappola Questo diventa quindi: se non la noti in automatico, ma vuoi verificare (il PG rallenta perché non si fida, è cauto, ha ragione di credere che ci sia qualcosa si pericoloso... e dice espressamente che cerca trappole) allora tiri il dado. Quindi se il PG tira basso, è ininfluente che prenda la passiva, perché avendo tirato, la passiva già non bastava. Questa distinzione è fondamentale quindi per la gestione delle illusioni con l'indagare passivo.
  14. Alzabuk si fermò davanti a un frammento di specchio scheggiato. Nei Reami del Terrore lo gnomo non era più semplicemente un alchimista curioso: era un sopravvissuto. Ogni passo lo portava su strade che si piegavano e tornavano su se stesse, in villaggi in cui le campane suonavano senza mano mortale, tra volti che parlavano con voci di chi non era presente. Intravedendosi nello specchio, si disse a mezza voce: Ni te farkassi quo.... (trad: se lo vedi... prima parte di un detto gnomesco) Sentire, pur dalle proprie labbra, la lingua natia lo fece sorridere. Le sonorità di feste, di scherzi, di amici, di casa, di scuola... Ma qui non c’era più né casa accogliente, né studio fecondo, né scherzo di cuore. Van Richten non gli aveva promise la strada per tornare a Krynn: gli aveva offerto una causa. Alzabuk aveva accettato non per fede, ma per necessità. L’alchimia poteva ancora servire, se non a guarire, almeno a contenere. Se non a liberare, almeno a proteggere. La sua mente, così vicina al baratro della follia, aveva trovato sollievo nell’avere uno scopo anche nel mondo senza scopi del folle orrore. Eppure, nelle notti senza luna, quando la voce di Van Richten taceva e la nostalgia tornava a mordere, Alzabuk sentiva il peso di una antipatia, una paura... addirittura un odio, se mai uno gnomo può odiare davvero. Scolpito nella sua memoria come un’eco eterna non c'era una immagine, ma un suono: quello della voce cavernosa e soffiata di Lord Soth che lo chiamava come con un affanno: Buk! Passa al lato oscuro della luna! Nota di contesto gnomesco dragonlanciano Nuitari è la mitica luna nera di Dragonlance, contrapposta a Solinari (bianca) e Lunitari (rossa) E' invisibile agli occhi dei non iniziati. Simboleggia la magia malvagia. In gnomesco si traduce con Tuitadhree, quindi l'incubo in cui Lord Soth parla inspiegabilmente ad Alzabuk nella sua lingua madre, suona come "Buk, yoss onho Tuitadhree". Insomma, un tipo così che parla così: Il cavaliere dannato, che aveva camminato tra Krynn e le Nebbie, era la negazione di tutto ciò che Alzabuk aveva sempre cercato, di come aveva sempre vissuto. Se Alzabuk cercava il quieto vivere, Lord Soth vedeva nemici ovunque. Dove lo gnomo inseguiva la trasformazione e il mutamento fecondo, Soth incarnava l’immobilità della sterile dannazione eterna. Dove l’alchimista vedeva infinite possibilità, il cavaliere mostrava che ogni scelta poteva condurre a una sola fine: la rovina. Lord Soth era l’incubo della gioia, dell’intelletto, della leggerezza e la dimostrazione che ogni cosa, anche pura e buona, può diventare catena. Così, tra le rovine e i corridoi infestati degli ospedali dimenticati, Alzabuk vagava. Non come un eroe, né come un martire, ma come un artigiano della disperazione, impegnato a costruire trappole contro ciò che non si può fermare. E dentro di sé, in silenzio, attendeva il giorno in cui le sue ampolle e i suoi incanti non avrebbero affrontato licantropi o golem qualunque, ma si sarebbero infranti contro l’armatura nera di Lord Soth — forse l'unica porta per tornare a casa. Estratti dal taccuino di AlzabukCompilati per ordine del dott. Van Richten Oggetto di studio: Lich e necromanti trasfigurati Osservazione: distorsione della disciplina arcana fino al dominio sulla morte. Pericolo: oltre al potere diretto, possiedono la capacità di trasmettere il loro stesso destino a discepoli e apprendisti. Nota personale: specchio del mio stesso fallimento possibile. Ogni incontro è anche un avvertimento. Oggetto di studio: Costrutti corrotti, golem e creazioni aberranti Osservazione: materia inerte piegata a imitare la vita. Difetti strutturali spesso invisibili all’occhio inesperto. Pericolo: la loro resistenza fisica è sproporzionata. Distruggere la fonte di animazione è spesso più efficace che frantumare la forma. Nota personale: potrei fissarmi a scoprire come sono stati costruiti. Ogni battaglia rischia di diventare studio. Oggetto di studio: Spiriti di studiosi e sapienti defunti Osservazione: manifestazioni incorporee, spesso legate a biblioteche, laboratori o luoghi di sapere. Pericolo: conoscenza usata come catena. Tendono a trattenere i vivi per sostituirli nelle proprie ossessioni. Nota personale: più difficile combatterli che ascoltarli. Temo che un giorno, anch’io, rimarrò a infestare un banco di lavoro. Anzi, direi che è quasi una certezza... Ehi: qualcuno mi dia un pizzicotto, devo verificare di non esserlo già diventato! Oggetto di studio: Lord Soth e i cavalieri dannati Osservazione: simbolo della caduta definitiva. Guerriero che ha scelto la dannazione pur avendo avuto la possibilità di redenzione. Pericolo: la sua sola presenza piega la volontà. È più facile cedere alla disperazione che al suo colpo di lama. Nota personale: il mio avversario ideale. Non per gloria, ma per necessità. In lui riconosco la mia ombra. Estratti dal taccuino di Van RichtenNonostante le sue indubbie doti analitiche, lo gnomo presenta una grave lacuna: è del tutto incapace di percepire la trama della magia divina. Questo limite lo espone a due rischi immediati. Primo: confondere i segni di una benedizione con quelli di una maledizione, perdendo la possibilità di riconoscere un alleato da un nemico. Secondo: sottovalutare entità e reliquie sacre, che possono celare poteri pari, se non superiori, a quelli dell’arcano. Ritengo questo difetto pericoloso non solo per la sua incolumità, ma per l’intero gruppo: la sua naturale inclinazione a fidarsi della logica alchemica lo porta a ignorare ciò che non può misurare, rendendolo vulnerabile ai culti e alle divinità ingannatrici
  15. Subisco il fascino del Faerun da quando l'ho conosciuto (3.0), come peima ambientazione ufficiale che ci ha fatto giocare il nostro primo master. Ho salutato questa serie di articoli con grande entusiasmo, non avendo mai avuto mdo di approfondirli. Questi errori (grazie @firwood !) e la struttura del testo mi fanno pensare, per la genesi dell'articolo, all'uso di un LLM come chatGPT. @DL Staff state facendo esperimenti a riguardo? disclaimer: non sono un demonizzatore dei generatori di testo, lo uso anche io
  16. Alzabuk (Stregone della Luna, Invocatore) Sul tetto dell’ospedale militare, annerito dal tempo, regna un silenzio innaturale. Le tegole screpolate, macchiate di licheni pallidi, sembrano ossa lasciate a marcire sotto i secoli. A guidare lo sguardo, sono lampi improvvisi che disegnano davanti a me le sagome delle figure, ritratte in un affresco maledetto. La tempesta non porta pioggia, ma grava sull’aria come un presagio: un cielo cieco che ruggisce senza lacrime. Da dove diamine sono spuntati tutti? Tra abbaini, botole e martellate di Vaelthar, questo tetto ha più buchi di un buratto! Il mio sguardo corre a destra e a sinistra del laconico forzuto che mi ha fatto tremare: osservo un chierico strana gente mezzelfo sempre più strano: mi piace! e qualla che direi essere una ...una piromane! Senza dubbio interessantissima! Questa si erge immobile per un istante prima di invitarmi a seguirla con attenzione per andare a mangiare: le ombre intorno a lei paiono fremere, come attratte da una fiamma. I suoi capelli scarlatti ondeggiano con una vita propria, e le pupille ardono del medesimo colore delle braci sotto la cenere. Ma perde cenere o è la foschia della notte, che scivola da lei? Le tegole ai suoi piedi cominciano a fendersi, e da quelle crepe sembra salga un calore soffocante, come se l’edificio stesso stia cedendo alla sua volontà. Ecco, altri fori nel tetto: speriamo davvero che non piova! Lo sguardo torna al barbaro: sta riprendendo l'uso delle gambe: dai, bravo Fulminato! e poi torna ad analizzare l'elfo sacerdote: è il più quieto dei tre, e proprio per questo ai miei occhi è il più inquietante. Stretto nel suo mantello consunto, si tiene eretto come un monolite contro il caos. La sua figura serafica e neutrale contrasta con l'inferno di fulmini e nembi oscuri che riempiono la scena. I suoi occhi non ardono, non tremano: osservano, attendono, con la calma di chi conosce il peso di un equilibrio che non va infranto. Che non va infranto...secondo lui! E mi ha offerto una tisana? Mettiamo qualcosa sotto ai denti, piuttosto! Ci sarà da fidarsi? Mi rivolgo al mezzelfo: Senza voler offendere la divina dignità che rappresenti, trovo molto più interessante la proposta della Signora-dall'abbondante-fondotinta: non volermene, dunque, perché accetto sia la sua proposta di andar a manducar dabbasso che la sfida avvincente a seguirla con un diverso passo! Mentre mi tiro in piedi da inginocchiato che ero, faccio un inchino a Eriol e prima di seguire Iskra, mi rivolgo a Vaelthar, sottovoce: decisamente caloroso, il comitato di benvenuto a Kaligopolis con la Signora. Hai organizzato tu? E strizzo l'occhio senza monocolo. TUTTI Salvo che non si rivolga la parola ad Alzabuk interrompendo la sua attività , lo gnomo si contenta di arrivare al tavolo studiando nel percorso la curiosa natura di Iskra. Tornerei attivo al tavolo dello spuntino, curioso di novità dopo aver almeno iniziato a riempire la pancia. @MattoMatteo @CocceCore @shadyfighter07
  17. Quanto scrivi fa pensare che non sia stato letto/compreso bene il testo per il DM. Ciascuno può avere la propria interpretazione e il proprio metodo e il proprio gioco, vivaddio, ma trattandosi questa della sezione esplicita su regole di 5E, sarebbe buona cosa partire dalla riflessione sugli attrezzi/regole esistenti espliciti. Tutto qui.🤗 Forse è per questo che non se ne viene a capo con qualcosa di soddisfacente? 🙄 Questa è una ottima considerazione! 🔝
  18. Mi pare che diversi partecipanti (@MattoMatteo @Pippomaster92 @Fandango16 @Calabar @Maudea96 e non so quanti altri , correggetemi se sbaglio) alla fine della fiera tra introdurre HR e soprattutto spiegare come applicare le dinamiche presenti abbiano fornito moltissimi spunti, specie in riferimento al gioco e ...metagioco. Le illusioni, come gli ammaliamenti, sono tra le cose più divertenti e difficili da gestire proprio perché soggettive. Il discorso che fa @nolavocals (anche qua, correggimi se ho caputo male) mira ad avere una regola stringente: ecco, questo, come in tutte le cose umane, mi pare portare, nel migliore dei casi, a vincolare a usi estremamente limitati e categorizzati (castrando la soggettività ); nel peggiore (ma anche più umano) a entrare in un altro tunnel, spostando semplicemente il problema più in là (come purtroppo fa il giurista "pieno di spirito legale" ma povero di conoscenza del mondo). Facevo riferimento a meccaniche diverse tra personaggi giocanti e non giocanti; esistono regole generali, regole per la costruzione e la gestione dei PG (dei player) regole a sè per PNG, mostri e ambiente (o in una sola parola: l'ambiente in senso lato, gestito dal DM) 😉 Infatti... Se per fare uno sport ho bisogno dell'arbitro, accetto che giudichi e che sia "sopra" alle regole degli sportivi. O meglio: che abbia regole sue, diverse. Se questo non sta bene, allora sì, è meglio cambiare gioco: uno senza arbitro! ☺️ Il Dungeon dal Mago Folle, per dirne uno famoso, presenta caratteristiche magiche che esulano completamente dalle possibilità dei PG. Il PNG che lo ha costruito ha "regole sue". Questo intendo. Il problema è cercare di capire davvero che gioco stiamo facendo al tavolo. D&D è un gioco pensato per essere strategico, con mappa e investimento di risorse; ma prima ancora è raccontare una sfida di un ambiente (lato DM) agli avventurieri (lato player): poichè non esiste di base una "vittoria", non c'è una gara DM vs Eroi (come nel gioco da tavolo Dungeon Venture, per dirne uno) ma la dinamica è comunque una gestione "conflittuale/dialettica/competitiva" e il DM ha regole per gestire anche le regole dei PG, che sono un sottoinsieme delle norme a cui fa riferimento come "arbitro". Non è questo l'approccio comune? Se questo è pacifico, andiamo allora a vedere che cosa prevede la DMG italiana per il metagame e le illusioni. A pag 234 ha 3 paragrafi che ci interessano: Parlare al tavolo (condivide info tra giocatori) Discussioni sulle regole (mettere in pausa/delegare al DM la soluzione di casi non altrimenti regolati) Pensare in termini di metagioco (ci sono righe anche su questo proprio come cosa da "scoraggiare" 🤗 ma il metagame non è "parlare tra giocatori" per reagire strategicamente all'ambiente) Per arrivare a "come scoraggiare", però, deve essere sviscerata la fase 1 e gestita la fase 2. Ora: non voglio difendere una edizione o chissà cosa. Solo, prima di buttare via gli attrezzi, siamo davvero certi di aver provato a usarli bene?
  19. Perfetto, allora è pacifico. Se può far stare meglio gli avvocati, direi loro: "In 5e può esistere un PG che fa X... e se il DM prevede può esserci un PNG che fa Y, meglio di X, ma non può esistere un PG che fa Y". Puoi farmi un esempio concreto con la meccanica scritta nel manuale? Esempi: Idem i DV del mage: sono d8 e non d6. Non so se esistono esempi standard per le illusioni che a questo punto metterebbero fine alla discussione.
  20. Ho seguito tutto fino a qui: ...ma come calcoli un incantesimo lanciato su una città antica resa invisibile per essere protetta? In 5e non esiste salvo come fatto presente che ci sia un mago ancora in vita che ogni 10 gg casti miraggio arcano... Prova a rileggerla come : In 5e può esistere un PG che ogni 10 gg casta miraggio arcano... e, se il DM vuole, può esserci un PNG che ha reso quella magia permanente per la tal città. Questo in linea anche con la produzione di oggetti magici, ad esempio. O più in piccolo: le meccaniche degli NPC incantatori da manuale dei mostri sono diverse da quelle dei PG. Perché le regole del PHB si applicano ai giocatori e solo in seconda battuta fanno parte anche della cassetta degli attrezzi del DM. Ma il DM ha altre "regole" sue (altrimenti diventa impossibile avere storie come il Dungeon del Mago Folle, eccetera...). Anche questo deve essere chiaro al tavolo 😄 e se non sta bene e saltano fuori gli avvocati, allora sì, è meglio prendere un gioco in scatola. Senza ...false illusioni!
  21. Rischio l'off topic chiedendo un chiarimento: SE A1 prova di conoscenza del PG = verificare se in quel momento sa/si ricorda alcune nozioni. E A2 il PG ricorda -in automatico- alcune nozioni. QUESTO RICHIEDE NECESSARIAMENTE CHE Regola aurea Per ricordare le cose, il DM stabilisce che se la CD è bassa abbastanza o troppo alta, è inutile fare una prova (conformemente al regolamento: successi e fallimenti automatici); se la CD è una sfida ragionevole, ci si affida ai dadi. A prescindere dalle conoscenze dei giocatori ma valutando l'applicazione di vantaggio o svantaggio. (NB: personalmente, se un PG ha già incontrato il mostro, da DM farei tirare conoscenza con vantaggio, ma non è questo il punto...) Credo, come fatto notare trasversalmente da @Maudea96 e @Calabar , che il punto per la gestione delle illusioni sia il ruolo del master come arbitro o maestro delle regole, ben sintetizzato qui: Dico di più : il manuale del giocatore contiene le regole per la costruzione dei PG. Ma il mondo di gioco e il suo funzionamento seguono design diversi (guida del dungeon master e manuale dei mostri). Mi sembra che a volte questa cosa non sia chiara. Provocazione: quanti master vengono a scrivere qui -forum di regole- senza avere neanche idea di che cosa ci sia nella DMG? A volte il problema è che non è chiaro neanche che gioco vogliamo fare al tavolo. Se ruoliamo con attenzione alla drammatizzazione giocando l'immedesimazione, sarà un pollo il giocatore che fa metagame - si perde il divertimento che abbiamo scelto di perseguire al tavolo. Se invece vogliamo giocare quasi a scacchi (estremizzo), occorre che il DM sia smaliziato abbastanza, anche con tiri nascosti o -meglio- ampio ricorso alle abilità passive. La sfida delle illusioni per il DM è non descriverle o descriverle come una non-sfida, con la quasi certezza che tutti i giocatori non le colgano (e quindi tutti i PG le perdano) OPPURE che nel giro di breve la sfida sarà vinta dal party (premiando il PG col talento "osservatore" !), sulla traccia della logica di inizio post: SE B1 TS/prova di indagare = verificare se in quel momento il PG si rende conto della natura illusoria. E B2 il PG passa il TS/la prova -in automatico- per determinate condizioni. QUESTO RICHIEDE NECESSARIAMENTE CHE Regola aurea Per affrontare una illusione il DM stabilisce che se la CD è bassa abbastanza o troppo alta, è inutile fare una prova (conformemente al regolamento: successi e fallimenti automatici); se la CD è una sfida ragionevole, ci si affida ai dadi. A prescindere dalle conoscenze dei giocatori ma valutando l'applicazione di vantaggio o svantaggio. In conclusione per @nolavocals e per tutti i tavoli, occorre avere ben chiaro a che cosa si sta giocando, utilizzando per come sono stati pensati gli strumenti che ci hanno messo in mano i game designer.
  22. Buongiorno a tutti! Ho tolto dalla naftalina una cartella contenente una bozza di grammatica e lingua gnomesca: la Gnomhoy gnomelloqych. Una prima bozza era stata condivisa con la comunità prima di laurearmi ma dopo averla cercato qui, senza successo, ho trovato invece che il tema delle lingue e dei nomi torna ciclicamente come punto di interesse per caratterizzare e narrare. Alcuni thread Lancio allora la proposta di costruire, magari in modalità wiki, un dizionarietto per la lingua gnomesca, avendo una base di 3 anni di ritagli di tempo già alle spalle e trovando ben poco rispetto non solo all'elfico tolkienano, ma anche al nanico. Se ci sono interessati, vediamo come iniziare a caricare e condividere il lavoro. 😄 grazie!
  23. Alzabuk (Stregone della Luna, Invocatore) La mano di Vaelthar è grande come la mia testa, mi sento come un domatore da fiera che infila il capo nelle bocche dei vermeiena: se stringesse le dita, potrebbe schiacciarmela come un acino d'uva, a proposito... In dispensa ci sono ancora noci e frutta? Ho una fame! Chiedo all'amico, riprendendo il cappello scivolato a terra: ehi! è bagnato come se fossi stato sotto la pioggia! Poi mi rendo conto che la prima accoglienza del barbaro mi ha fatto sudare freddo abbondantemente: con un trucchetto si asciuga e si profuma... voila, come nuovo! Il feltro verde resta però immancabilmente floscio. Chissà perché non mi riesce di indossare un cono magico come i maestri di grado più alto... Mi rialzo e senza aspettare risposta alla prima domanda, vado già alla seconda, notando ora distintamente la figura affacciata, grazie a una saetta particolarmente luminosa (o alle mie capacità, tornate a funzionare a dovere!): se il comitato di benvenuto di Kaligopolis aveva mandato te, Fulminato, bisogna fare lamentazione; se invece ha mandato quello là e indico la finestra faremo una investigazione: chi è? ...e dovremo fare qualcosa per questo blocco artomotoglossico che ti piglia quando sei agitato: ti sarebbe letale, in una partita a Tredraghi (con mazzo di carte di Talis, s'intende), vanificando ogni bluff.
  24. Alzabuk (Stregone della Luna, Invocatore) Diamine, altro che mente vivace! Questo è solo Vaelthar e... ...e non mi ha riconosciutooooOooh! F-f-f-ulminato! Da quando mi insulti così banalmente? Dare del "Goblin" a me?! Questo è il momento perché una saetta illumini il mio sorriso e il mio sguardo, diamine! ...Ehi, Saetta? ...Fulmine? ...Lampo? Oh ma perché non mi sono infilato in un Circolo Druidico come diceva Zio Ralekuk?! Durante i momenti di tensione, dicono che a chi è abituato si acuiscono i sensi: a me invece sembra di non sentire più nulla! Non riesco neanche a capire se da quella finestra là più in basso nell'ala est si è sporto qualcuno. Oh, animo, barbagianni! Dicevo: dare del goblin al tuo compare Alzabuk?! Ho sempre con me quello scioglinodi di Nimbaruk per rilassarti i muscoli: se vuoi usare il martello per qualcosa di diverso da rompere noci di møzkal, puoi dire "addio" alle sedute di massaggio meditativo con antico metodo nordgnombrico! Ehi, perchè continua ad avvicinarsi in modo così minaccioso?! non si rende conto! Un po' di magia può aiutare? Stacco le mani dalle bretelle dello zaino e accendo una fiamma sul pollice, la avvicino al volto perché il barbaro mi possa riconoscere. Urlo: Dai, fulminato d'un barbagianni a carica negativa! Dopo aver messo in ordine insieme i boneless a Kaalattavi, il mese scorso, dicevi che era la cosa più piacevole, farti massaggiare contemplando la tempesta, no? Che bello però: il suo corpo emette crepitii e scintille elettriche, il panorama è un turbinio di balugini remote tra i cumuli. Che poesia! Che pathos! Che equilibrio! Ma: ehi, è proprio di fronte a me e stringe il martellone fra le mani! Sono sbigottito e si materializza in maniera finalmente chiara la possibilità che il cervello del mio amico sia andato in cortocircuito: forse fa contatto il nucleo di autonomia senziente... o forse si è danneggiata la connessione aurericoloculare... di certo il coordinamento muscotendivascozolfico è ancora perfetto: il dinamismo chrysopoeico dell'iride è intatto e guarda come... brandisce la sua arma...aaaah! Vaelthaaaaaar! Urlo cadendo in ginocchio e alzando le braccia in segno di resa completa. Tutti Lo scioglinodi di Nimbaruk è in realtà un marchingegno utilizzato per studiare Vaelthar ma, vista la vibrazione, per lui è importante solo l'effetto distensivo sui propri muscoli. edit: dimenticavo che qui c'è il copyright di CocceCore 😘
  25. Alzabuk (Stregone della Luna, Invocatore) Mentre avvolgo il telo del paracadute nello zaino, noto il chiarore soffuso che aleggia sopra il maniero, in questo mondo spezzato dalla tempesta dei terrori. Il tetto è definito da quella luce grigia e spettrale che sembra emanare dal vuoto stesso del cielo: un firmamento privo di stelle, privo della luna — la buona luna sotto cui sono nato: mi manca. Un lampo mi illumina le mani mentre chiudo la tasca-narycrash del mio zaino: Quel lampo è saettato a meno di 6 canne dal mio telone... La prossima volta devo provare a intercettarlo, magari con del filo di rame legato tra le funi di sospensione! Le tegole, coperte di licheni pallidi e polvere di ossa dimenticate, riflettono quella tenue luminescenza in toni freddi e irreali, come se una nebbia luminosa respirasse appena sopra la struttura, sospesa tra ciò che era e ciò che non sarebbe mai più. C’è vento ma non odo suoni: Ah, già, ho il parapadigli! Adesso va meglio: un bel sottofondo continuo di tuoni, regolarmente cadenzati, fa sembrare quasi normale questa tempesta. Infilando la cuffia nella tasca nascosta di una manica, un altro lampo illumina le tegole ingrigite dai licheni; il tetto però non così spiovente da rischiare dio scivolare. Il mio sguardo segue la pendenza fino al pluviale: sulla gronda i soldati inanimati fanno la guardia al vuoto verticale: le statue antiche dell'ospedale. Sì, bisognerebbe darci un po' di colore. Porterò su qualche vernice, quando fa bello: cambierebbe l'umore di tutto il contesto, un po' di giallo, di carmino, di smeraldo...! Mentre mi dirigo alla botola che dà accesso alla mia stanzetta la testa rimbomba. Un'altra folgorazione del cielo, illuminando il grigiore del maniero, sembra voler sottolinearmi proprio l'assenza di colore. Mi chino ad afferrare la maniglia: Com'è che la luce fa vedere ancora più grigio di quello che è?! Qui la luce è solo un'illusione, un abbaglio. Sono distratto un momento da una figura considerevole, rivolta verso l'orizzonte più burrascoso: mi dà quindi le spalle. Deve essere un abbaglio anche quella gargolla là in fondo: ricordo sulla falda di questa parte del maniero ce ne fossero solo 13 intere e 2 spezzate (beh, intere erano 14 primo del mio atterraggio, sì...) A una osservazione più attenta, quella statua ...si muove! Oh, che gioia! Un altro a cui piace guardare il cielo! Certamente le proporzioni non sono quelle armoniche di un corpo gnomesco, ma magari è di mente vivace! Non sto nella pelle! Sbotto in un: Ehi, tu! t'hanno assunto come parafulmine o come doccione?

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