Ecco il background del mio personaggio!
Ho cercato di farlo tenendo conto dei manuali anche se Bane è più visto come dio della morte e della guerra che come tiranno assoluto ditemi cosa ne pensate (è un pò lunghetto )
Back Ground
“Un dannato chierico dell'esercito imperiale... Ecco cos'ero!” disse l'uomo con l'armatura color cenere dopo aver compiuto l'ennesima esecuzione davanti al proprio superiore.
Un colpo del suo maglio era bastato per mettere fine alla vita di quell'eretico, uno di quei tanti cani che meritavano di morire.
“Questa è la fine che ti è spettata, che Bane accolga il tuo spirito e lo torturi in eterno” riprese, poi il suo superiore si guardò intorno: il mosaico di Bane al centro della stanza sacra era stato inondato di sangue e cinque corpi esanimi ridotti in brandelli erano accasciati tutt'attorno, sul petto recavano la scritta “ERETICO”, di un colore verde e scintillante come la luce dello stesso Bane, così rivolgendosi a quell'uomo ormai irto di sangue mentre rimetteva al sicuro il maglio sulla sua schiena gli disse “Shadovar, come sempre hai sporcato tutto, ora ci toccherà chiamare qualcuno a pulire... Non possiamo lasciare il simbolo dell'Unico sporco”, l'uomo con l'armatura nero corvino di nome Shadovar, disse, facendo un mezzo inchino: “Chembryl, mia guida, vi chiedo perdono. Andrò di persona a chiamare uno dei chierici inferiori perché pulisca qui e se non ne troverò pulirò io stesso”.
Chembryl con atto solenne disse “E sia dunque” poi guardò il mosaico di Bane a terra e riprese “Anche oggi abbiamo fatto ciò per cui ci troviamo qui, anche oggi l'Unico è stato onorato di sangue eretico”.
I due uscirono dalla stanza, si stavano incamminando verso le scale che portavano al piano superiore quando Chembryl disse:”Ma allora dimmi, Shadovar, cosa ti ha portato qui da noi?”, ed egli rispose “Ah sì giusto! Prima di cominciare ad eseguire il volere dell'Unico, come stavo appunto dicendovi, fui un chierico dell'esercito imperiale, il mio compito era motivare i soldati e permettere all'esercito l'avanzare in mezzo ai nemici e...
Solo nella tenda di quel dannato accampamento, ero uno dei tanti chierici dell'esercito: il nostro compito era farci largo tra le schiere di nemici a colpi di armi bianche e una volta che la battaglia finiva, spronare i soldati motivandoli con parole gloriose perché combattessero ancora.
Quando potevo studiavo le vicende della varie divinità, le loro battaglie, le loro conquiste e la loro caduta; tra tutte quelle riportate quella che mi affascinava di più era Bane, indiscusso signore della tirannia, una così grande immagine di potenza e di altezza.
Non vi erano molte informazioni riguardo al presente ma sembrava che in qualche modo Bane fosse risorto dalle ceneri dei ricordi, come un incubo riemerge ogni notte al sognatore, un evento spaventoso ma affascinante che meritava di ricevere più interesse degli altri.
Era notte oramai, notte fonda quando decisi di andare a dormire, l'indomani saremmo stati chiamati per combattere un'altra guerra e noi chierici avremmo dovuto essere, come sempre, in prima linea.
Quella si prospettava una notte come tutte le altre, ma così non fu: i miei sogni furono agitati e in sonno mi apparve davanti un terribile incubo, la battaglia, la guerra, nemici armati ed agguerriti, fendenti di spade, morti, morti, anime dannate che camminavano verso il dolore eterno, la prigionia e la tortura; infine un'enorme mano mi catturava trasformandomi, tra urla di dolore, in una spaventosa luce verde che fuoriusciva dal suo pugno serrato.
Quando mi svegliai era già mattina ed era ora di andare.
Arrivammo finalmente sul campo di battaglia e con nostra sorpresa ci accorgemmo che nemici erano ben armati e ben organizzati, non assomigliavano affatto alle tribù di barbari che avevamo affrontato fin ora e ce ne accorgemmo ancora meglio quando decidemmo di caricare.
La sensazione che i miei incubi avessero un fondamento non mi dava pace ma non mi tirai indietro.
Morti, tutti morti! A pochi minuti dall'inizio del combattimento in mischia tutta la prima fila era stata eliminata senza troppa fatica: ero in mezzo al conflitto con ancora pochi superstiti quando un colpo di spada mi colpì, poi un altro, poi un altro... Oramai capivo ben poco, difendersi era difficile, soprattutto per l'immensa perdita di sangue; brandii ancora una volta la mia spada ma non colpii nulla.
Il dolore era insopportabile, lasciai cadere la spada, le gambe cominciarono a mancare, la vista si annebbiava vidi tutto nero...
E ad un tratto mi ritrovai immerso in alte fiamme verdi che si propagavano fino all'orizzonte, mi guardai le mani: non avevo ferite e non mi sentivo male, l'ambiente era strano, mistico ed infernale; davanti a me c'era un enorme precipizio, mi affacciai guardai in basso e li vidi... Milioni e milioni di persone venivano torturate senza sosta, senza pietà: riuscii a riconoscere ben pochi metodi di tortura, sinceramente, non immaginavo ne esistessero così tanti tutti diversi.
Mentre le urla, i lamenti, gli ululati di quei dannati eterni riempivano l'atmosfera satura di terrore una voce mi parlò: “Sai dove ti trovi?” e io risposi “No... Dove diavolo sono? Cos'è successo? Chi sei?” fu così che la voce replicò “Quante domande, pretendi ch'io risponda a tutte?” si fermò per un attimo lasciandomi ancora udire le urla di quei vermi che si dimenavano sul fondo della voragine, “Stai per cadere all'inferno ma io ti ho tratto in salvo”.
Non credevo a ciò che sentivo, meravigliato risposi ancora una volta “Come l'inferno? Sono morto? Chi diavolo sei tu!?” la voce si fece più forte “Come osi rivolgerti a me con quel tono? Io sono Bane! E tu sei morto poco fa in battaglia, trafitto da uno dei tuoi tanti nemici! Ora preferirei che tu mi dia del voi perché solo così sarò indulgente”. Bane mi stava traendo in salvo? Non capivo affatto la situazione ma decisi di proseguire “Perché mi avete tratto in salvo?”, Bane rispose “Era la domanda che aspettavo di sentire da un po', la risposta è semplice, è dentro di te... So che tu avresti maledetto il nome del tuo dio ogni giorno se solo avessi potuto, so che hai sempre trovato priva di significato la tua vita, ti sei arruolato nell'esercito come passatempo e ti sei interessato a me studiando per evadere... E io so anche perché tu ti sei interessato tanto a me: hai visto riflesso in me quello che è il tuo grande sogno di potere, di gloria! E ora ti pongo davanti due vie... Cadi nella voragine insieme a quei cani e resta con loro torturato per l'eternità, diventa anche tu un numero come lo sono loro, fai cadere anche tu il tuo nome nella dimenticanza oppure realizza le tue ambizioni, servimi! Ottieni il potere che hai sempre voluto! Fa in modo che il tuo nome rimanga stampato in quelle terre sanguinose nelle quali abitavi da vivo! Guadagna la mia riconoscenza e io ti ricompenserò donandoti tutto questo e un posto accanto a me per l'eternità!”.
Bane si era espresso in modo esauriente ed aveva fatto leva sulla mia paura più grande: la dimenticanza... Egli aveva ragione, io non volevo diventare un numero, io non volevo sguazzare nel fango come quegli animali, io meritavo di più... Me lo sentivo! Così d'istinto dissi “Sì! Vi servirò” inchinandomi e abbassando il capo in segno di giuramento, la potente voce riprese un'altra volta “Bene figlio, ora tornerai sulla terra per predicare la mia parola. Quando ti sveglierai ti sentirai più forte, avrai finalmente uno scopo!”.
Com'ero arrivato lì, tornai sul campo di battaglia, in mezzo ai miei nemici inoltre, in mano avevo non più la mia spada ma un grosso maglio a due mani con il simbolo di Bane sulla parte usata per infliggere tremendi colpi.
Mi alzai e con l'aiuto del resto dell'esercito imperiale finii ciò per cui ero lì.
Una volta terminata la battaglia un curatore provò a curarmi e come risultato ottenni un forte dolore ed una forte escoriazione al braccio destro... Che diavolo stava succedendo?
Quella notte presi le mie cose e mi misi in viaggio verso il tempio di Bane del quale avevo solo qualche indicazione nel mio libro.
... Chembryl lo guardò e disse “Ah è così dunque? E poi sei arrivato da noi” sorrise e poi continuò “Ricordo ancora la mia sorpresa quando vidi che sul tuo corpo recavi il marchio dell'Unico”, Shadovar a sua volta lo guardò e rispose “Sì, ricordo anche io il vostro stupore maestro, di come subito mi avete procurato un armatura degna di un seguace di Bane e di come mi avete spiegato che l'energia positiva non andasse più molto d'accordo con il mio corpo. Beh che dire, arrivedervi maestro, io sono arrivato” ed entrò in quella che era la stanza dei chierici inferiori per cercare qualcuno che pulisse il sangue dall'icona di Bane.