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Dragons´ Lair

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esahettr

Circolo degli Antichi
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Tutti i contenuti pubblicati da esahettr

  1. Grandissima canzone! Grandissima!
  2. Verremo nudi alla morte come da bimbi nei campi le gote vitree dimenticate le fantasie ritorte andati gli affanni sull'ala muta degli artigli Cosa sono diventato? Devi suonare la morte quando chiama il cielo e gli angeli vomitano sabbia dai ponti e si accarezzano i capelli di carezze incandescenti e si baciano le ali di gemiti impossibili froci La tenebra ha occhi di diamante socchiusi nel respiro del re della collina incoronato di rupi e nebbia che culla i suoi stracci di vetri rotti e li stringe al petto piangendo un lieve pianto di foglie secche riarse e topi di campagna Il mare feconda la luna di parole grevi e brucianti come stelle cadenti al ritmo d'argento della cavalletta e in calore per il fallo meccanico degli occhi di fuoco e roteanti un cimitero di costole di stella In ginocchio a baciare le orbite vuote del teschio d'edera il fascio di fantasie ritorte che disse alle nubi siate grigie che disse al vento sii una vampa bizzosa disse al sole di bruciare ardendo Ne avrei di urla da sussurrare nell'etere e incendiare danzando fino a incenerire la mia camicia a scacchi e precipitare il mio giardino irrequieto nelle pornografie ghiacciate dei cieli dell'inferno ai cui è impiccato un uomo con un chitarra nello sterno costretto a intirizzire litanie di foreste e ruggiti di dissonanze ormai annegate Nevica la neve fresca delle estati sui fari azzurri delle macchine cieche che cieche nella neve affondano e Satana ammantato d'inverno fa l'amore con i cani rabbiosi sul cornicione Per te si compie l'eclisse lo scialbo miracolo serotino della luce attanagliata dalle serpi il brivido degli alberi elettrici con i volti rugosi e i capelli di foglie ritti sulla testa sapiente e antica Oltre l'erba violacea e i campi spenti il camposanto di croci scintillanti sogna i suoi sogni di vetro in attesa della fine del nostro sentiero fra le ragazze bellissime e terribili inginocchiate sui rami più alti degli alberi un bisbiglio più in alto dello sguardo Le rane cantano e tossiscono rincorrendo il sorriso sghembo del sole dell'abisso proliferante d'ombre più dense del sangue le rane cantano e tossiscono e le cose non cambiano Piovono palle di tennis nella palude mentre il cielo aspira le gocce del proprio manto lucente E ruzzeremo con gli unicorni eterni cuccioli sulle bianche spiagge del sogno e dormiremo sereni con i polsi tagliati Strane creature le creature
  3. Alle cose che forse si stanno mettendo un po' meglio. Radio - Rancid Never fell in love until i fell in love with you Never know what a good time was until i had a good time with you If you wanna get the feeling and you wanna get it right Then the music gotta be loud for when the music hit i feel no pain at all Warm summer night i was drinking with my dad He tried to give me the love that i never had But he gave more love to his bottle of wine So i had to go out and find love of another kind Here it is Here i am Turn it up fuckin´ loud Radio, Radio, Radio... When i got the music i got a place to go Radio clash magnificent 7 I was a choir boy you showed me no heaven Two tools surley lost no remorse ignoring the cost
  4. Grandissimo! Forma e contenuto perfetti! E te lo dice uno che crede che scrivere in endecasillabi e rime alternate nel 2007 sia un po' anacronistico, quindi il complimento è doppio! Bella davvero!
  5. Non potevo non postarne una delle sue. E' un genio. Dylan Thomas - Vedo i Ragazzi dell'Estate I Nella loro rovina vedo i ragazzi dell'estate Desolare i campi d'oro, Non dare importanza alla messe, raggelare il suolo; Laggiù nel loro ardore che l'inverno inonda Di gelidi amori, le loro ragazze essi prendono, Nelle proprie maree le mele cariche annegano. Questi ragazzi di luce nella follia coagulano, E inacidiscono il miele bollente; Negli alveari col dito le cotte di gelo essi toccano; Laggiù nel sole con frigidi fili Di dubbio e oscurità nutrono i loro nervi; Nei loro vuoti è nulla il quadrante della luna. Vedo i fanciulli dell'estate nelle loro madri Fender le muscolose intemperie del grembo, Notte e giorno dividere coi pollici fatati; Laggiù nel fondo con ombre inquartate Di sole e luna le genitrici dipingono Come luce di sole dipinge il guscio delle loro teste. Da questi ragazzi m'accorgo che uomini da nulla Per movimenti esausti cresceranno, O azzopperanno l'aria dai suoi calori balzando; Laggiù nei loro cuori il palpito canicolare D'amore e luce esplode nelle loro gole. Oh, vedi il palpito, nel ghiaccio, dell'estate. II Ma le stagioni han da esser vendicate altrimenti vacillano In un quartiere di suoni Dove, come la morte puntuali, faremo squillare le stelle; Laggiù, nella sua notte, le campane dal cupo linguaggio, L'insonnolito uomo dell'inverno scuote, Né le respinge la luna-e-mezzanotte quando soffia. Noi siamo coloro che negano oscuri, lasciateci evocare La morte da una donna dell'estate, Da stretti amanti una vita muscolosa, Dai morti di gentile aspetto che inondano il mare Il verme dal vivido occhio sulla lampada di Davy, E dal piantato grembo l'uomo trascurabile. Noi ragazzi dell'estate in questa rotazione quadriventosa, Verde del ferro dell'alghe marine, Il fragoroso mare sosteniamo e facciamo gocciare i suoi uccelli, Raccogliamo la sfera del mondo di flutto e di schiuma Per soffocar deserti con le sue maree, Pettiniamo i giardini delle contee per farne una ghirlanda. In primavera sulle nostre fronti un agrifoglio in croce disponiamo, Sia gloria al sangue e alla bacca, Ed inchiodiamo all'albero gli allegri possidenti; Qui l'umido muscolo amoroso si dissecca e muore, In cava nessuna d'amore un bacio noi spezziamo. Oh, vedi, nei ragazzi, della promessa i pali. III Nella vostra rovina vi vedo, ragazzi dell'estate. L'uomo è sterile nella sua larva. E nella sacca i ragazzi son colmi e stranieri. lo sono l'uomo che fu vostro padre. Noi siamo i figli della selce e della pece. Oh, vedi i pali che si baciano incrociandosi.
  6. Con un rogo cominciò la vita. La contemplazione cieca del signhiozzo della notte giunge in silenzio a trarre in salvo la luce in suppurazione. Pazzesco è come infine ogni stella sanguini la sua dose di nubi automatiche senza alcun impegno come una gran cassa sghemba. O mia morte sfrontata ho paura di annoiarti troppo a lungo? Mi nauseranno queste strade serpeggianti fra le siepi un giorno o l'altro? Tocca. Ho paura che la melma contenga solo scarafaggi. La serenità è il cielo riflesso sullo specchio degli orti dei sogni. L'anima è una vecchia palla da biliardo e la puoi imbucare soltanto nella buca del tempo. Spiriti, cosa vi ho fatto? Con un rogo immenso cominciò.
  7. Non li ascoltare. Il quarto è il migliore, ma una saga è una saga. Se ti piace, la devi finire. Finiscila. Vedrai che il livello continuerà a essere alto, anche se non eccezionale come per il primo e il quarto volume.
  8. C'è, c'è. Eccome se c'è.
  9. Eh no. Non è tutta a questo livello, purtroppo. Ma non ti scoraggiare,perchè imho alcuni tratti del terzo e del quinto, e il quarto nella su interezza, sono anche meglio!
  10. No, dai, anche il paragone di Shar imho è sbagliato. Harry Potter e Le Cronache sono proprio due cose diverse. Con questo voglio dire che una sia migliore dell'altra, assolutamente no. Comunque, per rispondere a MIK, la trama de Le Cronache è complicatissima e niente affatto episodica. D'altro canto a me sembra impossibile non leggere interamente una saga, impossibile. Per il mio cervello è qualcosa di assolutamente inconcepibile, per qualsiasi serie.
  11. Rockettino all'italiana. Nulla di dispregiativo, comunque, nella mia definizione
  12. Pipol, mi sa che ormai sarebbe più onesto ammettere che abbiamo fallito... No?
  13. Ho sentito un paio di volte Il Mondo Prima e mi è piaciuta. Questa è la loro unica canzone che conosco.
  14. Io non leggo i fumetti, quindi ho votato libri, ma probabilmente il mio è un pregiudizio.
  15. Cesseranno un giorno le vibrazioni siderali cesseranno tutte Com'è vuoto questo cielo, notte! Come sono spente le stelle, luna! Il sole è morto mortomortomortomortomortomortomorto e non è nemmeno esploso Ho sognato la slavata perdizione dell'infanzia larve negli occhi di un pupazzo e stridore di foresta ancestrale le creature spezzate escono dagli anfratti Il potere è quietato ora nel grembo delle viscere del mondo fra le radici antiche dei faggi onniscenti Scaveremo nel manto umido dell'orrore e nel fango accecante della morte nello spettrale terrore dei villaggi abbandonati il terrore senz'occhi ma con mille tentacoli dissonanti I cani risorgono due a due nella terra delle sorgenti disseccate e i pipistrelli di polvere con le cieche ali violacee spalancate nella notte eterna riemergono dagli occhi di pietra degli antichi dei Le querce dai rami fitti di visioni echeggiano il respiro lampeggiante del cielo spiritato di candele e poi il deserto rosso dei campi coperti di rocce bluastre rabbrividisce e il vento ne infrange i sospiri La pace verde e assolata del mio capo incoronato dalla luce tremula della vite di maggio Il richiamo dell'ingranaggio triangolare dei fari della macchina argento mi disintegra E' bene o è male sarchiare il fiume? Chiedilo alla tempesta che ritorna chiedi alla muta tempesta chiedilo alla falce Frammenti prismatici di allucinazione materializzata di collina che rotola accecandoci con il fulgore di una visione di scorrere di ruscello d'acciaio i fili del nulla combaceranno ancora e il sole masturberà altre ombre Tutta la nostra vita fluisce in quegli sferraglianti fremiti d'immagini cieche e di siepi di labirinto a nutrire l'adunata-miraggio dei volti nelle bolle iridescenti sulle spalle dei pini E' l'imbrunire e le carovane della notte cominciano a viaggiare fra le luci Nelle case degli idoli di fango i lupi d'acqua s'impiccano alle stelle
  16. Perchè mi fa pensare all'estate. California Sun - Rancid California sun has sunk Behind the Anaheim Hills, here comes the night I was high on junk And the warm winds of Santa Anna feel all right Will every crimmin' hood make a bargain with the world Seats are successive when you're shot to the curb I spend my day in blindness, at night I get my vision Dodgy, cause there are no one indecision Cause it's wild, well it's Wild wild wild wild I get destructive outside obedience I am no longer respected in this new transition I put into effect, my long time standard Disastrous living, disastrous living! Cause it's wild, cause it's Wild wild wild wild All right
  17. A me la musica classica fa schifo perchè sono troppo bocia per apprezzarla, ma parlare così di Mozart è l'incoronazione dell'ignoranza.
  18. Vero, eccezion fatta per Spoiler: le Nozze Rosse
  19. @ Aerys: Spoiler: E' fottu*amente fantastica, la parabola di Robb. Imho è uno dei personaggi meglio delineati dell'intera saga. Alla morte del padre tutto è sulle sue spalle: opta per la ribellione totale e s'incorona RE del Nord. Ha sedici anni e deve comandare un esercito, deve combattere contro gente con il doppio dei suoi anni, nella totale inesperienza. Deve tagliare la testa ai luogotenenti che non gli obbediscono. Riesce a vincere tutte le battaglie, a battere strateghi leggendari ed eseciti formidabili. Certo, ha fortuna, ma chi non ce l'ha a quest'età? Il ragazzo intanto continua a macinare vittorie, ormai quasi tutti lo acclamano come il vincitore della guerra. E proprio lì, all'apogeo, quando è sulla cresta dell'onda, torna a essere un uomo, anzi, torna a essere un ragazzo, il ragazo che è in realtà: si innamora. E non s'innamora neanche di chissà, chi, no! Perde la testa per una figlia della nobiltà minore, bruttina, poco appariscente, che magari gli ricorda la madre. Eh, sì, quei figli di putt*na degli antichi ei del Nord si sono ripresi la loro maledetta rivincita. Se la sposa di nascosto da tutti, dalla madre e dagli alfieri. Se la sposa è per questo viene tradito e ammazzato. Perchè nella sua spumeggiante giovinezza ha osato andare contro le buone maniere, i matrimoni combinati e l'etichetta, per questo lo ammazzano. Muore perchè ha avuto la stupidità di amare.
  20. Spoiler: Eh, sì, ci sarà qualche sorpresina, magari non proprio piacevole!
  21. Sperando di non essere caduto nell'abisso del buonismo, tomba dell'arte. E poi menate a parte essere buonista mi starebbe proprio sulle palle. Ballata Sono caduto fra le rose per commuoverle (fammi piangere) fammipiangerefammipiangerefammipiangere sono apparso al confine fra gli alberi e l'abisso dove il vento abbraccia con le sue dita gelide le liane del tempo ho dato le spalle agli alberi e ho cominciato a costruire un ponte che non finirò mai un ponte oltre l'abisso un ponte dìinquietudine e di squarci di ombra e di luci aliene quando ero piccolo mi piaceva dondolare quando ero piccolo mi piaceva dondolare quando ero piccolo mi piaceva dondolare eiaculazione di lacrime a comando i miei avi hanno tagliato la foresta tutte le mie immagini infrante così potenti così infrante sono per voi martiri insonni navigatori dello spazio avventurieri pazzi ho masticato l'amore della gomma di tutti i vostri occhi abbiamo mangiato il sacramento dell'amore fianco a fianco di notte verrà il giorno in cui gli dei verrà il giorno in cui gli dei si riprenderanno la mia creta il mio pugno di terra verrà il giorno in cui la mia sabbia si asciugherà verrà il giorno in cui gli dei concimeranno delle mie ossa l'immensità verrà il giorno del sacrificio verrà il giorno dei vermi le luci rotanti hanno uno sguardo strano cammina cammina cammina nei profondissimi fiumi di nebbia d'autunno e ama il vento e sii il vento quante volte dovrò buttarmi giù? mi fa male qui mi fa male qui tutti i miei errori e i miei rimpianti i miei occhi rivoltati un altro giro sprecato e il mulino va ad incupire altre notti avvitando il pozzo delle mie tristezze e il mulino va a insudiciare altri santi davanti al tuo viso a zigzag una notte d'euforia volevo cantare le onde delle strade la resurrezione dello spirito delle maree delle piazze l'amore è la canzone di un giorno l'amore è una canzone spezzata l'amore è l'istante in cui la polvere è eterna per i fratelli rotti per le epifanie della strada per tutta la luce che danza nel buio sono triste ed è per questo che canto per tutti quei ragazzi tristi che non hanno nulla tranne un sogno e una maledetta ostia alla fine, riesco sempre a commuovermi fingendo appartenenza e forse non fingendo del tutto alla molecola dell'amore la comunione sacra dei ragazzi delle strade sorgeremo sorgeremo sorgeremo senti le grida degli anni sprecati il paradiso dei dannati per me per tutti voi per tutti noi le rovine fumanti del cielo ricordo tutte le notti di mura di volti di streghe liquefatte le idee pazze per le idee distorte i lampi di cristallo che per una notte aprivano in due il cielo e ci tenevano al caldo e ci tenevano al caldo tutti insieme abbracciati non perdete la speranza smarriti nel lussuoso labirnto della miseria annegati nelle strade allagate del fango del nostro amore troppo grande per amare quando progettavamo improbabili fughe dal grigiore della provincia mi sentivo vivo perchè non abbiamo mai preso quel treno? abbiamo fatto bene a non farlo così nel giorno cruciale avremo rimpianti a sufficienza per restare un attimo a contemplare tutto questo amore soffocato che fiorisce morendo ogni secondo e non perderà mai e non trionferà mai tutto questo amore ma è bello sperare che trionferà e per una notte se piacerà alle stelle mute trionferà ancora e se alle stelle mute piacerà per una notte questo amore trionferà e per altre notte e ancora altre notti e ancora e ancora e tutte le notti d'amore e i fratelli della notte di tutte le notti si prenderanno per mano e si illuderanno e crederanno che l'amore abbia trionfato per sempre e invece è solo una notte ma non sarò certo io a dirgli che è questione soltanto di una notte perchè saranno al caldo e non vorrò disturbarli sfonderete le vostre tombe d'asfalto e i vostri teschi di cemento le vostre catene di paranoia risorgerete di luce e cavalcherete le cime innevate dei monti e le stelle viola e verdi e gialle come frutti e l'albero del cielo lontano risorgeremo per divorare il sole il profeta con gli occhi di gomma andrà per tutte le strade a dare l'amore ai disperati ai disperati tutto l'amore ai disperati tutto l'oblio ai disperati tutta la sofferenza andata tutto il mio amore sprecato i miei altari di cenere il miei templi di parole inutili forse siamo stati liberi forse saremo liberi forse non potevamo essere più liberi forse non poteva andare meglio di così forse andrà meglio di così certe notti non poteva andare meglio di così
  22. Occhio però che non sono endecasillabi... L'unità metrica è apprezzabilelo stesso, però...
  23. No, proprio per nulla imho. E lo dice uno che non ha apprezzato molto Eragon.
  24. La città sotto il mare Ci siamo attardati troppo nelle camere del mare Con le figlie del mare incoronate d'alghe rosse e brune finchè le voci umane ci svegliano, e anneghiamo. T.S. ELIOT Il mare prende e il mare dà e divora il mare e dimentica. (Che cos’è la sabbia se non tempo perduto?) Il mare distrugge e dall'oblio risorge. Chiedi agli annegati se è profondo l’oceano. (Laghi come pozze di tramonto liquefatto d’occhi fuochi sull’acqua) Fratelli andati nel vento con la schiuma delle onde, maledetti, perdonatemi. Ti mostrerò la terra dove le ombre sfumano Ti mostrerò la città degli spiriti dolenti. Sotto il mare sotto l’oceano sotto le onde, fratello, sotto il ponte coriaceo delle onde negli anditi subacquei dove non fiammeggia lo spazio, dove la marea accoltella d’immagini il fondale sabbioso (non c’è luce là sotto, soltanto fuochi di buio nell’ombra e non c’è pace, soltanto il silenzio inquieto del sonno agitato) e i teschi affranti delle rocce si frantumano nel frinire senza fine delle vongole, vedrai cadere le stelle marine e sanguinare vedrai nuotare i velieri fantasma, rovesciati e con le vele fradice maciullate. E il vento è incessante laggiù, e soffia la sua anemone di fiato musicale solleticando il ghigno delle zucche azzurre (e marce e dimenticate). Guardale rotolare e rotolare e rotolare senza peso, le bocche e i nasi che vomitano le carni bluastre e pestate e sofferenti. Rotolare rotolare rotolare nei canali delle correnti gelide, rotolare, sempre più veloci, sempre più vicine al vorticante grembo di tamburo dell’abisso perlaceo. Rotolare rotolare rotolare vomitando la polpa iridescente, guardale. (Avanti, sorelle, andiamo a respirare le tossine dell’estremo frutto della mente!) Gli echi smorzati degli oblii dell’amore si rincorrono come scariche elettriche nelle gallerie del respiro del mare, nelle grotte. Si baciano sfiorandosi con gli artigli di aragosta, perchè non possono toccarsi senza morire. Viene lo scorfano sornione a deriderli, viene la triglia sanguinante a divorarli. I cadaveri dei marinai fioriscono nell’acqua come fiocchi di neve che galleggiano, si imbibiscono d’acqua i vestiti e le membra irrigidite dall’addio e affondano a nutrire le chele villose dei granchi senz’occhi e rosso sangue. E si strusciano i serpenti dal verde collare sciaguattanti nella vitrea pioggia dorata della polvere liquefatta del sole sott’acqua. Si aggrovigliano viscidi in gomitoli rettili, i serpenti marini si aggrovigliano danzando nell’alfabeto degli oceani. I volti degli annegati lampeggiano come vetro incrinato alberi salati di ghiaccio e d’alghe tremando gli rispondono, colore schizzato nella tromba impazzita dei ruggiti delle balene nei gorghi perduti delle profondità. Guarda il sentiero di fango rosso brulicante di lumache di mare (all’ombra di tombe di denti di squalo nei cimiteri delle inondazioni all’ombra degli altari di tendini di balena). Segui l’ossessione senza patria della marcia bisbigliante. Tutti i naufraghi, tutti gli annegati, i pirati e i marinai, tutti gli amici perduti, qui, che camminano le strade del mare con le alghe verdi fra i verdi capelli marini con viscidi molluschi che nuotano negli occhi. Verso la città tre volte promessa verso l’azzurro monte di fumo verso le torri dell’abisso. Ecco il triste sobborgo dei relitti arrugginiti e ricoperti d’erba di mare, carcasse di navi che non navigheranno mai più, colate a picco, in cui nuotano magri squali affamati dai denti crudeli con gli occhi bianchi e più ciechi dell’abisso, più bianchi delle cataste madreperlacee delle ossa dei padri pronte per il rogo dei delfini. Ecco le capanne d’alghe e fango dei tritoni minacciosi, e le sirene loro sangue. Guarda il giardino in eterno fiorito dove le figlie del mare danzano la perduta danza ammaliatrice degli annegati. Guarda la pelle liscia e i capelli lucenti bruciare e avvizzire guarda i loro biondi visi maliziosi splendere e marcire guarda la loro danza diventare un vortice di polvere. Il delirio della carne appassisce come una candela nel vento. La loro danza arde del fuoco nelle vene degli uomini, ma non c’è sangue nelle vene d’aria degli spettri insensibili alla carne. I morti danzano soltanto la morte. Ecco la città, fratello, con le sue cupole di ragnatela e le sue porte di pioggia. Sul fondo dell’oceano, nell’intestino dell’abisso, la città annega, annega. Affonda con i suoi specchi di sogno e i suoi altari di alghe marce con le sue case vuote e lucenti, distorte al bagliore delle ombre nel rintocco freddo dei cocci di vetro della clessidra del tempo contro il pavimento di roccia dei saloni del mare. Affonda la città nella piaga aperta sul suolo del mare, nella voragine cauterizzata da fiamme antiche, con le sue bianche scalinate di marmo dell’abisso, con i suoi templi di ossa di balena, sul cui pulpito a volte il fantasma di un falso profeta vomita il suo muto sermone di bolle. E’ un puntino, è microscopico nell’accecante vastità azzurra dell’oceano infinito e sacrifica un ricordo a dei dimenticati, e piange vento nel vento dell’abisso. Su, monte, torri, Torre! Tanti, tantissimi, tutti gli spiriti azzurri accalcati uno sull’altro, all’infinito! Ecco il monte, gli spiriti! Ecco le torri e la loro bianca regina capovolta! La porta! I marinai cavalcheranno di nuovo! Di nuovo! La torre svanisce! Guarda! Gli annegati risorgono e la città affonda! Sacrifica un fiore alla Madre degli Abissi per l’amore sfiorito.

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