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Visualizzazione dei contenuti con la reputazione più alta il 17/11/2021 in Commenti Voci blog

  1. 2 punti
    se si accontenta di cibo generico e acqua. Se già vuole arrosto di cinghiale, vino invecchiato 5 anni, e filetto di storione, forse il portafogli lo deve aprire. Ed anche le pozioni hanno ingredienti che vanno procurati e/o comprati. A parte questo sono in larga parte concorde con te, soprattutto per il restare all'ombra. Ma qui poi dipende molto dalla singola persona: cosa impedisce in tutto il mondo ai generali di mettersi d'accordo e fare un colpo di stato e prendere il potere? Nulla, e infatti a volte accade. @Lyt può anche fare isole governate e amministrate da maghi. Magari piccole isole dove il loro potere ha meno ostacoli. Sulla scuola, il mentore e quant'altro mi ha fatto venire in mente il sistema magico presente in GATE, dove vi erano maestri, esami e i maghi si focalizzavano su determinate magie e con determinati "catalizzatori" (episodi 18 e 19)
  2. 2 punti
    @Le Fantome @Lyt Il fatto che qualcuno possa lavorare per qualcun altro (che non significa necessariamente sudditanza o servilismo: nella saga di Geralt di Rivia le maghe sono consigliere dei Re, ma di fatto su molte cose detengono il vero potere) è giustificato dal fatto che abbia in cambio qualcosa che altrimenti non potrebbe ottenere. Formulo meglio: Tizio, mago, lavora per Caio se in questo modo può ottenere qualcosa che, se non lo facesse, non avrebbe o avrebbe con molta più difficoltà. I maghi che lavorano per conto terzi sono giustificati in tutte le ambientazioni e gli scenari in cui la loro magia ha dei limiti e non può tutto. Come, appunto, avviene in D&D (dove, se ci pensate, un mago di livello X non è particolarmente più potente di un guerriero, ladro o paladino di livello X: proprio per costruzione; quindi, perché mai il primo dovrebbe dominare il mondo?). L'economia dei mondi fantasy lascia, in genere, molto a desiderare, e quelle di Harry Potter e di D&D non fanno eccezione. Ma in Harry Potter i maghi hanno bisogno di soldi per pagare le cose (libri, pozioni, vestiti, bacchette, scope): questo è sicuro; non vengono approfonditi i dettagli tecnici, ma è chiaro che non possono semplicemente far apparire tutte quelle cose dal nulla con la loro magia: di questo dobbiamo prendere atto, anche se non viene ben spiegata la meccanica alla base. In D&D può valere lo stesso principio: segui i soldi. Pensa a un PG mago, e alle ricchezze che guadagna nel corso delle avventure: come le usa? Per cosa le usa? Gli servono? Gli capita mai di non averne (ancora) abbastanza per qualcosa che desidera? Se i nostri PG maghi buttano tutto il denaro nell'immondizia perché la loro magia fornisce già tutto quello che vogliono, allora ha senso che nell'ambientazione avvenga lo stesso e nessun mago faccia mai niente per soldi. Ma se non è così (e in diverse campagne di D&D - tutte quelle che ho giocato io - non è così) è evidente che i soldi servono, anche ai maghi. È proprio evidenza sperimentale. Quindi non è strano che un PNG mago si metta al servizio di un individuo che, per ragioni sociali o personali, è straricco e può pagarlo bene. C'è anche un'altra risorsa, oltre ai soldi, che vale la pena considerare: il potere. In molte ambientazioni il potere politico, l'autorità, è collegato a strutture sociali che non sono molto facili da manipolare: in una monarchia ereditaria comanda la dinastia regnante, è così che la gente è abituata a vivere. Se un mago la usurpasse dovrebbe aspettarsi caos e rivolte perché molta gente si ribellerebbe. Più utile, allora, è associarsi al potere (come consigliere, ad esempio) e pian piano fare in modo da rendersi indispensabili. Senza contare che l'esercizio del potere comporta molti impegni estenuanti che portano via tempo. In molte ambientazioni fantasy i maghi sono presi dai loro studi arcani e non amano perdere tempo con leggi, tasse, infrastrutture, rimostranze e così via. Potrebbero accontentarsi di lottare per la supremazia tra di loro, in una sorta di lotta per il potere parallela e indipendente, senza per questo ambire alle posizioni di influenza note alla gente. In uno scenario del genere un riccone, nobile o mercante, vede un mago che si mette "al suo servizio"; ma il mago non la vede così: vede invece un riccone che, in cambio di un modico impegno magico da parte sua, lo solleva da un sacco di futili preoccupazioni mondane (tipo il cibo, l'alloggio, i vestiti) di cui non avrebbe voglia di occuparsi. Dal punto di vista del mago, è l'altro a fornire un servizio a lui. Edit: tutto quello che ha detto @Le Fantome nell'ultimo post è valido ma si applica praticamente a qualunque classe, non solo ai maghi. Potresti fare un identico ragionamento per i paladini, per i chierici, per i ladri, per i bardi, per i monaci e così via. Vedere i maghi come qualcosa di "speciale" e diverso rispetto a tutti loro sarebbe giustificato in quelle ambientazioni (anch'esse un filone comune e molto bello del fantasy) in cui il mago è qualcosa di poderoso, inarrivabile, "fenomenali poteri cosmici", e da solo vale venti o cento guerrieri. Ma non è il caso di D&D. 🙂
  3. 2 punti
    Complimenti come sempre per il materiale che aggiungi alla tua ambientazione! Riferendomi ad entrambi i commenti precedenti: le due opinioni sono diciamo opposte, ok, ma perché l'una dovrebbe escludere l'altra? Se stiamo parlando di differenti ordini minori, ognuno potrebbe avere le sue filosofie. Inoltre, trattandosi di un sistema di maestri-apprendisti, sarebbe normale avere differenti filosofie e punti di vista sulla questione "dove si pongono i maghi nel mondo?". Queste filosofie andrebbero a diffondersi con l'aumentare degli apprendisti che si sono addestrati con un certo maestro, come ad esempio accade per i jedi in Star Wars. Allo stesso modo i differenti ordini potrebbero avere, oltre che obiettivi differenti, ideologie differenti. Un ordine potrebbe essere alla stregua di una banda di "mercenari della magia." Un'altro potrebbe ricercare soltanto la conoscenza, senza neanche preoccuparsi della subordinazione (lavorativa). Ma un terzo potrebbe essere indipendente e essere organizzato come una vera e propria impresa di maghi. Un libro che consiglio per avere una differente e originale rappresentazione degli incantatori è Anonima Stregoni (inglese: Magic, Inc.) di Robert A. Heinlein (che qualcuno ricorderà per Fanteria dello Spazio e altre cose buffe ma originali). In conclusione: perché non entrambe le opinioni, insieme? 😊
  4. 2 punti
    Inanzi tutto, grazie per aver letto tutto (cosa non scontata) e per l'opinione🤩 La tua è una obbiezione molto valida, non è un caso infatti se in molte saghe i maghi sono la nobiltà (come in ascendance of bookworm), ma generalmente in quel tipo di mondi c'è una differenza, e cioè che maghi si nasce, e non si diventa (quelli che in D&D sarebbero gli stregoni in pratica). è inutile creare una dinastia di maghi se poi basta un contadino con un libro in mano per fare le stesse cose. Anche se ammetto che una storia sui maghi che provano a tenere nascosti gli incantesimi al mondo per mantenere il potere sembra interessante, non è quello che vorrei fare col mio mondo, per il semplice fatto che andrei a limitare i giocatori nella scelta delle classi. Il problema logico è proprio il sistema magico, in D&D non ci sono molti incantesimi che ti permettono davvero di creare risorse, e soprattutto, a che ti servirebbe lavorare in proprio se sei un mago? Hai passato anni a studiare la magia e sei uno dei pochi a farlo, andare a cercare materiali, dipendenti, clienti, accordi commerciali e non, non fa parte ne della tua istruzione e non è neanche particolarmente comodo. Meglio lavorare per qualcuno, e risparmiarsi tutto il lavoro superfluo, e concentrare il tuo tempo ad approfondire la magia e gli incantesimi. Anche perché a conti fatti, la differenza tra la paga del "titolare" e del mago è minima. Il mago può minacciare in qualunque momento di andarsene per chiedere un aumento, dopotutto non è divertente per il titolare dover andare a cercare un altro mago. Come hai detto anche te, cambia molto a seconda del sistema magico. Io per forza di cose uso D&D, in Harry Potter le cose sono diverse, i malfoy sono più ricchi dei weasley perché hanno ereditato gran parte dei soldi dai loro antenati, mentre i weasley devono dividere uno stipendio in nove Lavorare per qualcuno non vuol per forza dire trovarsi in una situazione di servilismo o sudditanza, stessa cosa per un mercenario, un mercenario lo paghi per lavorare per te, ma prova a farlo inginocchiare ed è un altro discorso. Il problema rimane sempre lo stesso, in un mondo come Dark Sun (ah i see you're a man of culture as well😂) la magia è qualcosa di misterioso e segreto, con poche persone che ne sono in possesso. In D&D chiunque abbia un punteggio di 13 in intelligenza può diventare un mago secondo le regole, e sarebbe davvero strano che una cosa cosi facile sia in possesso di poche persone. Poi per carità, in una campagna apposita sarebbe bellissima e interessantissima un idea di maghi al potere, ma in un mondo cosi, creato per una campagna sandbox (quindi dove essenzialmente non c'è una trama) mi andrei a complicare non poco la vita andando a creare un gruppo cosi potente di individui. Poi vabbè, ogni isola è una cosa a se, magari potrei fare qualcosa che segue questa logica🤔 Ma tutto questo alla fine non è che una mia opinione, e rispetto la tua idea (che ammetto essere davvero molto interessante😁)
  5. 2 punti
    Perchè un mago dovrebbe spesso lavorare per conto di terzi? Un mago, generalmente, ha la facoltà di manipolare la realtà in base ai suoi capricci. Questa è proprio una delle cose che non ho mai capito in libri come Harry Potter: come fanno a esistere maghi "ricchi" e maghi "poveri"? Nella realtà ci sono poche persone ricche e molte persone povere perchè le risorse sono limitate e alcuni individui ne hanno accumulate di più a discapito di altri. Ma i maghi possono creare nuove risorse praticamente dal nulla, con la loro sola volontà (e, a seconda del sistema magico, qualche trascurabile componente rituale). Anche nella tua ambientazione, trovo straniante pensare che qualcuno in possesso di poteri sovrannaturali debba mettersi in una condizione di servilismo o sudditanza nei confronti di qualcun'altro. Se nella tua ambientazione esistono re, i maghi dovrebbero essere re (ogni riferimento ai re-stregoni di Dark Sun è puramente intenzionale). Se nella tua ambientazione esistono ordini di maghi, dovrebbero essere loro a stabilire la legge e la morale (come fece la Chiesa nella realtà). Comunque, hai scritto un topic molto gradevole da leggere!
  6. 1 punto
    Link di approfondimento/spoiler alert su eventi dei romanzi (ma penso anche sulla serie tv) https://witcher.fandom.com/wiki/Lodge_of_Sorceresses
  7. 1 punto
    Non penso che un mago debba necessariamente dominare il mondo, penso che la tua fosse un'iperbole per enfatizzare il concetto. Comunque tengo a precisare che il concetto che tentavo di esprimere e che, secondo me, un incantatore è la classe (o "professione", che dir si voglia) che più di tutte ha gli strumenti per mantenersi indipendente da eventuali potenti. Un guerriero, per quanto abile, non può creare acqua o cibo dall'etere. Un ladro, per quanto abile, non può fare un incantesimo di contingenza che lo protegga da eventuali incidenti. Un paladino non può teletrasportarsi fuori da una cella. Insomma, per quanto altre classi possano avere un "potere grezzo" analogo, il mago ha più strumenti e capacità per sopperire a tutti i propri bisogni e per "svincolarsi" dagli impedimenti dei comuni mortali. Si tratta di questo il punto focale: un mago può aver bisogno di qualcosa, il suo potere non è illimitato, ci mancherebbe. Ma tutto quello di cui può aver bisogno non è necessario: può aver bisogno di un raro artefatto magico, ma di certo può vivere più che bene anche senza. Un mago asceta potrebbe vivere come un nababbo terrestre in totale eremitismo: potrebbe costruire alcuni golem che lo servano e potrebbe creare con la magia il cibo per sfamarlo. La sera potrebbe cullarsi al suono di flauti magici animati con la sua magia e il letto stesso potrebbe rifarsi le lenzuola da solo. Insomma, meglio che un sovrano con la servitù. Il punto è che i PG incantatori, spesso, hanno bisogno di enormi quantità di denaro per diventare più potenti, non per migliorare il proprio stile di vita. Ma la conquista del potere non credo sia il punto focale dei PNG incantatori (non di tutti, spero): un incantatore medio, come la maggior parte delle persone del resto, dovrebbe ambire al proprio benessere: la magia permette proprio questo, un enorme benessere senza dover chiedere aiuto a terzi. Ovviamente se l'incantatore tal de tali vuole fare incetta di oggetti magici, reliquie o di componenti per rituali di grande potere avrà bisogno di una caterva di denaro e, necessariamente, avrà bisogno di qualcuno che lo finanzi: ma nulla di tutto ciò ha a che vedere con il suo stile di vita o con beni necessari. Ma infatti non credo che un incantatore dovrebbe preoccuparsi del potere, un po' come i filosofi nella Repubblica di Platone sono disinteressati al comando: una volta che la magia sopperisce a tutte le necessità mondane, penso che l'incantatore medio potrebbe anche disinteressarsi in toto delle paturnie dei mortali. Forse nella mia visione un incantatore è quasi una sorta di asceta, è solo che non capisco proprio perché qualcuno che padroneggi la magia debba preoccuparsi dei problemi dei comuni mortali. (Un po' come le divinità nella concezione di Epicuro: perché dovrebbero preoccuparsi dei problemi degli esseri umani? Il concetto è analogo) Comunque ti ringrazio per le tue osservazioni, hai espresso comunque delle considerazioni intelligenti e che in parte condivido. Soprattutto questa: E' un ribaltamento di prospettiva che condivido, giustamente è il mago che percepisce il riccone in una situazione di dipendenza (o "sudditanza") nei suoi confronti.
  8. 1 punto
    Anche questa è un idea molto interessante, che mi piacerebbe di sicuro approfondire. In effetti il paragone con i jedi (anche se su scala più piccola) è molto calzante. Non ho mai sentito Anonima Stregoni , ma sembra interessante, li darò senz'altro un occhiata😉
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