Vide le fiamme diradarsi e,per un attimo,tutto si fermò
Quasi come la pioggia che sembrò finire di sbatacchiare sulle lamiere della poderosa armatura rumoreggiando sommessamente.
Ma come il tempo che riprende a scorrere,le nuove fiamme sembrarono divampare con più potenza e riverbero delle precedenti.
Il cavaliere,nero nella sua ombra,non sembrò sorprendersi poi molto.
Certo aveva cose più importanti a cui pensare che alla sopravvivenza di quegli stupidi umani aggrappati alla loro vita
“come un gatto si aggrappa ad un drappo che,prima o poi,cede sotto il peso del felino”Pensò Cecil nell’intramezzo dei suoi ragionamenti.
-a proposito di gatti
lo senti anche tu vero Black?-
disse rivolgendosi al destriero che,fiero,si era già inoltrato tra le fiamme.
Si ritrovarono sotto l’anziano che guidava ancora la resistenza contro quella che sembrava una forza troppo potente da sopportare,soprattutto per chi aveva già sopportato molto.
L’anziano sembrava concentrato a tal punto da non curarsi della figura che si stagliava,nera,nel frastagliare delle fiammelle che lambivano il destriero quanto il cavaliere.
“in cerca di qualche altro trucchetto immagino,ma non gli resterà ancora molto tempo,e,forse,farei meglio a sbrigarmi”
Nemmeno lui sapeva per quale motivo era riluttante ad entrare.
All’inizio pensò fosse per lo scalpore che la sua figura unita a quella del cavallo avrebbe creato in quella cittadella,ma era già entrato in altre città,anche di giorno,e non gli era mai importato molto che venisse notato dagli umani.
Non gli aveva mai creato problemi.
Ma gli sguardi lo infastidivano,e non poteva sopportare l’appiccicaticcio senso dell’essere osservati da ottusi esseri come i mezz’orchi o umani ubriachi che si aggiravano fuori dalle locande.
“dannazione,devo decidermi in fretta,non posso indugiare ancora;Blackmoon mi sta portano direttamente al portone principale,e se voglio starne fuori devo allontanarmi ora che le fiamme non mi preoccupano più di tanto”
Non ci fu molto tempo per decidere,e,impugnando la spada
(che in precedenza aveva estratto dal fodero)con fierezza,tra le fiamme falciò il crepitante ostacolo con colpi molto precisi,atti ad alleviare le sofferenze del destriero che dava prova di gran prodezza affrontando fiamme che sembravano scogliere le mura.
La fortuna fu quella del fatto che,ironia della sorte,le fiamme erano molte di meno e più deboli davanti al portone principale rispetto a quelle presenti sul perimetro delle mura circostanti.
Sentì dei commenti che provenivano dalle mura
“di certo provenienti da quei petulanti,giovani,maghi che,esausti dalla troppa fatica,si saranno messi a cercar di salvare le vita altrui,stupidi.
Pensate a tener in piedi la città in cui vivete.
Non sono forse le regole dei buoni umani quelle che indicano di sacrificarsi per la vita altrui,soprattutto quella della propria città?
E questi pensano alla mia sopravvivenza”
E tra questi pensieri si incupì pensando al proprio passato da umano.
Quando anche lui proteggeva quegli ideali che ora sembrava disprezzare con cotanto astio.
Potrebbe essere stato un velo di tristezza e malinconia quello che coprì il fiero viso del non-morto in quell’attimo in cui la pioggia sembrò riprendere a rumoreggiare tintinnando;tanto sull’armatura lucente quanto sulla lama della spada,che continuava a protrarsi con fendenti veloci e sicuri contro il fastidioso quanto tedioso ostacolo.
Il portone principale non sembrava chiuso o barricato in qualche modo
“d’altronde”pensò Cecil ripresosi dai propri turbamenti “quello contro cui si stanno difendendo non è un esercito,per quanto feroce,questo avversario,effettivamente sia”.
Bastò una sfuriante impennata del fiero Blackmoon,seguita da un possente colpo di zoccolo,per spalancare il portone principale di quella che si dimostrò essere una città abbastanza spaziosa.
La figura del nero destriero sormontato dalla nera forma del non-morto si affacciò,tra la fitta pioggia,alla vista di un nano che,guidato da un gatto,sembrava attraversare in tutta fretta la cittadella.
Il boato del portone fragorosamente aperto sembrò spegnersi lasciando il posto all’ormai consueto tintinnio
“uno scavafosse ed un felino” pensò ”un seccatura di cui farei a meno”
Guardò i due che sembravano essersi fermati ad osservarlo quasi attoniti.
In realtà sembrò che il nano vacillasse,rumoreggiando fastidiosamente con le vettovaglie appese al proprio corpo.
Il gatto sembrò osservarlo con un velo di preoccupazione negli occhi.
Blackmoon si limitò ad avanzare di un passo verso le due figure.
Cecil si limitò a rispondere agli sguardi con un espressione quasi assorta.
Il suo pensiero era rivolto altrove.
Ma,ben presto,l’odore che pervadeva le sue narici sensibili si protrasse fino ad invadere i suoi pensieri.
E fu portato ad osservare i due fradici personaggi che si ritrovava sotto i pallidi occhi dorati.
Il suo solito sguardo assente e malinconico.
Ed un unico pensiero sotto la pioggia
“preferirei non avere seccature in certi momenti,e preferirei che il portone non avesse fatto tanto rumore”