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  1. Joram Rosebringer

    Joram Rosebringer

    Circolo degli Antichi


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  2. PanuZ

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  3. Subumloc

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Contenuti visualizzati con la più alta reputazione il 18/07/2006 in tutte le aree

  1. visto che il vecchio topic ha raggiunto le 100 pagine e quandi, come da regolamento, verrà chiuso, repentinamente ne apro un'altro, che sia il degno seguito del suo predecessore .. e che c'è di meglio se non iniziare con una cosuccia tratta dal signore degli anelli?? tanto per andare subito off topic .. visto che con D&D c'entra poco e nulla ..
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  2. Riciao a tutti, ecco un'altra domanda che magari potrà sembrare stupida, ma non trovo alcuna risposta sui libri in mio possesso... 2 incantatori (un mago ed un chierico ad esempio) possono collaborare per la creazione di oggetti magici o altro?
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  3. Torno il Topic delle dediche musicali. Scrivete qua il testo della canzone che volete dedicare a chi volete, anche a chi non lo leggerà. E apro il Topic con la canzone da cui lo stesso prende il titolo, una canzone che da un anno finalmente mi dà la stessa gioia di quando la sentivo le prime volte, dopo un periodo in cui una persona aveva deturpato il suo significato. E la dedico come un anno fa alla mia amica lontana. Cosa fai ragazza Biagio Antonacci Cosa fai ragazza che cammini nel parco e che vuoi vedere Se questo primo sole cancella l'inverno e il dolore Pensi e ascolti musica ma da un solo auricolare E non ti perdi i commenti..di chi ti vede passare Sembra che dentro di te ci sia un mistero da scoprire Guarda che modo hai di camminare Come stai ragazza che per noi splendi come il sole Una panchina tu ti siedi e ti lasci curiosare Senti che non è vero che non c'era più niente da fare Ti senti cosi libera da ritornare a giocare Che sguardi hai Sembra che non lo sai E raccogli un fiore come se fosse un ultimo esemplare Ma ti piace ho lo fai per cazzeggiare Cosa fai ragazza che cammini nel parco e che vuoi vedere Se io come te e anche tu... tu come me (tu come me) C'è qualcuno che mi chiede qualcosa che mi porta via E non ti ho più vista almeno ti avrei parlato Che cosa sei Cosa rimane per noi Siamo gli amori che non si conoscono mai Battiti di cuore che non si scordano mai Questa è la tua canzone Tu non lo sai Non lo sai Che sguardi hai Sembra che non lo sai Che cosa sei Cosa rimane per noi
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  4. Ciao a tutti. Apro questo post con il preciso scopo di sfogarmi, ma anche nella speranza di poter condividere con altri sfortunati appartenenti a questa rara specie, le varie disavventure e difficoltà che ci capitano, le soluzioni inventate e la difficoltà nel farci sostituire. Premetto che il mio gruppo attuale è composto da giocatori piuttosto esperti, altamente imprevedibili e senza uno straccio di pietà per il sottoscritto... Sono due anni e mezzo che masterizzo ed imploro di poter giocare, ma niente da fare... Del resto è anche vero che mi dispiacerebbe interrompere la campagna che sto giocando, perché un nuovo master la rovinerebbe. Tornando al discorso, come vi comportate quando su 5000 ipotesi valutate per affrontare un problema loro decidono di fare quello che mai vi sareste aspettati? Un'esempio: Gruppo di livello elevato, allineamento neutrale: Si trovano in un villaggio dove una strana malattia sta decimando gli abitanti, chierici compresi. Il gruppo, pagato per metà anticipatamente scopre che la causa è una comunità di Kuo Toa che sta avvelenando gli abitanti con il veleno distillato da un aboleth. Soluzione dei pg al problema: Penetrano nel villaggio, rubano i tesori del tempio Kuo Toa e si teletrasportano dall'altra parte del globo con il bottino...lasciando morire il villaggio....ed io a reinventare e riadattare una nuova avventura all'istante... Questo è solo uno dei tanti esempi. Ora passo la palla a voi, sono proprio curioso!
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  5. Vide le fiamme diradarsi e,per un attimo,tutto si fermò Quasi come la pioggia che sembrò finire di sbatacchiare sulle lamiere della poderosa armatura rumoreggiando sommessamente. Ma come il tempo che riprende a scorrere,le nuove fiamme sembrarono divampare con più potenza e riverbero delle precedenti. Il cavaliere,nero nella sua ombra,non sembrò sorprendersi poi molto. Certo aveva cose più importanti a cui pensare che alla sopravvivenza di quegli stupidi umani aggrappati alla loro vita “come un gatto si aggrappa ad un drappo che,prima o poi,cede sotto il peso del felino”Pensò Cecil nell’intramezzo dei suoi ragionamenti. -a proposito di gatti lo senti anche tu vero Black?- disse rivolgendosi al destriero che,fiero,si era già inoltrato tra le fiamme. Si ritrovarono sotto l’anziano che guidava ancora la resistenza contro quella che sembrava una forza troppo potente da sopportare,soprattutto per chi aveva già sopportato molto. L’anziano sembrava concentrato a tal punto da non curarsi della figura che si stagliava,nera,nel frastagliare delle fiammelle che lambivano il destriero quanto il cavaliere. “in cerca di qualche altro trucchetto immagino,ma non gli resterà ancora molto tempo,e,forse,farei meglio a sbrigarmi” Nemmeno lui sapeva per quale motivo era riluttante ad entrare. All’inizio pensò fosse per lo scalpore che la sua figura unita a quella del cavallo avrebbe creato in quella cittadella,ma era già entrato in altre città,anche di giorno,e non gli era mai importato molto che venisse notato dagli umani. Non gli aveva mai creato problemi. Ma gli sguardi lo infastidivano,e non poteva sopportare l’appiccicaticcio senso dell’essere osservati da ottusi esseri come i mezz’orchi o umani ubriachi che si aggiravano fuori dalle locande. “dannazione,devo decidermi in fretta,non posso indugiare ancora;Blackmoon mi sta portano direttamente al portone principale,e se voglio starne fuori devo allontanarmi ora che le fiamme non mi preoccupano più di tanto” Non ci fu molto tempo per decidere,e,impugnando la spada (che in precedenza aveva estratto dal fodero)con fierezza,tra le fiamme falciò il crepitante ostacolo con colpi molto precisi,atti ad alleviare le sofferenze del destriero che dava prova di gran prodezza affrontando fiamme che sembravano scogliere le mura. La fortuna fu quella del fatto che,ironia della sorte,le fiamme erano molte di meno e più deboli davanti al portone principale rispetto a quelle presenti sul perimetro delle mura circostanti. Sentì dei commenti che provenivano dalle mura “di certo provenienti da quei petulanti,giovani,maghi che,esausti dalla troppa fatica,si saranno messi a cercar di salvare le vita altrui,stupidi. Pensate a tener in piedi la città in cui vivete. Non sono forse le regole dei buoni umani quelle che indicano di sacrificarsi per la vita altrui,soprattutto quella della propria città? E questi pensano alla mia sopravvivenza” E tra questi pensieri si incupì pensando al proprio passato da umano. Quando anche lui proteggeva quegli ideali che ora sembrava disprezzare con cotanto astio. Potrebbe essere stato un velo di tristezza e malinconia quello che coprì il fiero viso del non-morto in quell’attimo in cui la pioggia sembrò riprendere a rumoreggiare tintinnando;tanto sull’armatura lucente quanto sulla lama della spada,che continuava a protrarsi con fendenti veloci e sicuri contro il fastidioso quanto tedioso ostacolo. Il portone principale non sembrava chiuso o barricato in qualche modo “d’altronde”pensò Cecil ripresosi dai propri turbamenti “quello contro cui si stanno difendendo non è un esercito,per quanto feroce,questo avversario,effettivamente sia”. Bastò una sfuriante impennata del fiero Blackmoon,seguita da un possente colpo di zoccolo,per spalancare il portone principale di quella che si dimostrò essere una città abbastanza spaziosa. La figura del nero destriero sormontato dalla nera forma del non-morto si affacciò,tra la fitta pioggia,alla vista di un nano che,guidato da un gatto,sembrava attraversare in tutta fretta la cittadella. Il boato del portone fragorosamente aperto sembrò spegnersi lasciando il posto all’ormai consueto tintinnio “uno scavafosse ed un felino” pensò ”un seccatura di cui farei a meno” Guardò i due che sembravano essersi fermati ad osservarlo quasi attoniti. In realtà sembrò che il nano vacillasse,rumoreggiando fastidiosamente con le vettovaglie appese al proprio corpo. Il gatto sembrò osservarlo con un velo di preoccupazione negli occhi. Blackmoon si limitò ad avanzare di un passo verso le due figure. Cecil si limitò a rispondere agli sguardi con un espressione quasi assorta. Il suo pensiero era rivolto altrove. Ma,ben presto,l’odore che pervadeva le sue narici sensibili si protrasse fino ad invadere i suoi pensieri. E fu portato ad osservare i due fradici personaggi che si ritrovava sotto i pallidi occhi dorati. Il suo solito sguardo assente e malinconico. Ed un unico pensiero sotto la pioggia “preferirei non avere seccature in certi momenti,e preferirei che il portone non avesse fatto tanto rumore”
    1 punto
  6. Il problema è che è difficile soprattutto per il mio gruppo, nel quale siamo arrivati ad essere otto, a prevedere tutte le mosse dei PG..... Io di solito scrivo pochi punti fondamentali da seguire per la storia, senza stare a dettagliare tutto..... ma questo richiede anche unn buono studio dell'ambientazione in cui giochi, poichè conoscere l'ambientazione ti permette anche di spaziare con la fantasia e introdurre una nuova avventura senza averla preparata (ma magari ti è venuta in mente sul momento!), così che non sei costretto a terminare la seduta anticipatamente solo perchè i pg hanno fatto qualcosa di imprevedibile.....
    1 punto
  7. Veck esitò solo un istante sulla porta, prima che l'urgenza della chiamata lo riscuotesse. Senza aggiungere altro, corse fuori dalla stanza, lasciandosi alle spalle le due elfe perplesse. Avrebbe trovato il tempo di raccontare le sue scoperte... ma ora c'era un'emergenza da affrontare. Sui gradini dell'Accademia si stavano radunando decine e decine di studenti, tutti con le vesti blu e rosse degli elementalisti. Veck riconobbe molti studenti del suo anno, e qualcuno più vecchio di lui. Davanti a loro il professor Lajos, titolare di magia del fuoco, stava urlando istruzioni al di sopra del tumulto della folla, aiutato dai suoi assistenti. Veck si stupì nel constatare che il professore, un uomo di mezz'età dal fisico asciutto e con diverse cicatrici sul viso, non indossava la tunica dell'Accademia, ma una sorta di armatura leggera con dei particolari simboli arcani, l'uniforme dei Maghi da Battaglia di Aalborg. Qualche minuto dopo la comitiva di tre o quattrocento studenti si stava schierando sulle mura cittadine, al cospetto di uno spettacolo terribile quanto affascinante. La foresta di Aalweld stava bruciando, consumata da fiamme di un intenso blu elettrico. Gli alberi sembravano sciogliersi e consumarsi lentamente, come se fossero fatti di cera. Un penetrante odore di fumo, resina bruciata e altro si levava dall'antica foresta, e ondate di piccoli animali ne saettavano fuori in un disperato tentativo di sopravvivere. Ma non c'era tempo per pensare a cosa stava succedendo; era il momento di agire. Il professore e i suoi assistenti, sparpagliati tra gli apprendisti maghi, intonarono una cantilena, una serie di arcane parole di potere ripetute all'infinito; ben presto, anche gli studenti si unirono a questa specie di mantra, formando un unico legame di magia. ...ild megismer ild weten spun ild geben dul chuig... Le parole della Lingua Arcana risuonarono nell'aria, espandendosi come dita che cercano nel buio verso lo strano incendio. Il contatto fra i due poteri fu percepito in maniera quasi fisica da chi stava partecipando al rituale; il fuoco blu ardeva di un'energia molto più profonda e inarrestabile di quella a cui erano abituati i giovani manipolatori di fuoco magico. "Allontanate le vostre menti dal fuoco! Non lasciatevi coinvolgere!" urlò il professor Lajos, consapevole dei rischi di un tale potere allo stato grezzo. Il suo avvertimento, però, era inutile; alcuni dei ragazzi più giovani, meno esperti o forse più ambiziosi, lasciarono che la propria volontà fosse attirata verso quel calore così intenso. I loro corpi si illuminarono come fiammiferi, consumati in un secondo dalle fiamme azzurre, e caddero senza vita. Nonostante le perdite, il rituale continuava. Dopo il primo contatto con la misteriosa catastrofe che ruggiva al di là delle mura, Lajos cambiò le parole del rituale, cercando di formare una barriera che la contenesse. ...ild haltigi ild ndaloj spun ild teruggaan malantaue... Dalla finestra della sua stanza, Lariel osservava quello che succedeva qualche miglio più in là, con i suoi sensi magicamente potenziati al massimo. Poteva vedere le sottili linee di forza che si intrecciavano, una ad una, a formare una rete, e circondavano l'estensione dell'incendio. E vedeva anche la barriera cedere, il fuoco blu che consumava la magia come consumava il legno della foresta. Sembrava che non ci fosse modo di fermare quello che stava succedendo. "Oh, Kirne... cerca di tornare indietro intero" pensò.
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