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"Il cavaliere dei sette regni" di George R. R. Martin


Messaggio consigliato

C'è poco da dire: rispetto alla saga de “Le cronache del ghiaccio e del fuoco”, i delicatissimi intrecci politici e appassionanti vicende umane di quei personaggi, le avventure e disavventure di un modesto cavaliere errante sono ben poca cosa. Anche i combattimenti e le passioni che caratterizzano i diversi personaggi sono più modesti. Eppure l'autore sa tenere il lettore incollato alle pagine pure mentre narra di una banale contesa per accapparrasi l'acqua di una diga. Unico e straordinario. Consigliato senza riserve a tutti gli amanti della saga ma non solo.


Voto: 5/5

Ciao, MadLuke.

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  • 2 settimane dopo...

Opinione molto interessante. Come possiamo mettere in relazione l'aggettivo "modesto" che usi con l'aggettivo "realistico"? Possiamo dire che, tralasciando i draghi e i non morti, una storia dove le ambizioni dei personaggi sono un pozzo, una diga, un appezzamento di terra, e la loro forza di volontà potrebbe facilmente venire meno quando il sacrificio da fare o la violenza da esercitare è troppo elevata, è più REALISTICA (sempre tralasciando i draghi, la magia e i non morti) di una storia che invece risulta essere EPICA, dove i personaggi hanno ideali o obiettivi di grande impatto nell'intero mondo, positivi o negativi, e fanno di tutto, ma proprio tutto, per perseguirli?

E un'altra domanda. Tu che hai letto le cronache, come sono rispetto alla serie tv? Io ho solo visto la serie, e devo dire che prende tantissimo e mi piace molto, anche se per me il Fantasy è solo Tolkien (XD)

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Io credo che l'aggettico "realistico" in un romanzo fantasy lasci sempre il tempo che trovi. Ad ogni modo non penso che la "modestia" delle avventure de "Il cavaliere dei sette regni" renda il personaggio o la storia più o meno realistica rispetto alla saga con tutte le sue trame politiche. Credo invece che ogni lettore possa riconoscersi in ser Dunk tanto quanto in Ned Stark o Tyrion Lannister, perché non sono le motivazioni (la diga sul fiume piuttosto che la conquista del trono, assurde entrambe paragonate al nostro mondo reale) che consentono l'immedisamazione, quanto le paure e le speranze che invece sono sempre comuni a tutti i personaggi, così come a noi del mondo reale (giustizia, il bene della propria famiglia, la lealtà verso le persone care, ecc.).

Le cronache ovviamente approfondiscono meglio la psicologia dei personaggi, mentre la serie tv ha sacrificato questo aspetto in favore dei combattimenti (magnifici) e delle scene di sesso (e ti pareva...). Non che la saga dei libri fosse roba per verginelle, ma diciamo che, per farla semplice, se la saga dei romanzi si divideva equamente tra sesso, combattimenti, introspezione psicologica, e relazioni tra i personaggi, nella serie tv gli ultimi due aspetti sono stati fatti un po' fuori in favore dei primi due.
Inoltre la trama della serie tv è stata semplificata, altrimenti sarebbero stati necessari più personaggi/attori, e spiegare perché c'erano, da dove arrivavano, le loro storie... Cosa che George Martin si è permesso di fare nei romanzi spendendo capitoli aggiuntivi per questo. La saga tv invece, dovendo essere 10 puntate hanno tagliato.

Modificato da MadLuke
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