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Solo..


Ferion vallas

Messaggio consigliato

Solo,vago in un mondo di nebbia

dove niente è quello che sembra

gente che credevo amica

mi pugnala alle spalle

Ricevo dolore anche fuori dal mondo

tutto ciò che sono viene gettato alle ortiche

vengo additato come un malato

chiedo carezze e ricevo pugni

osservo il cielo notturno,

ma nemmeno le stelle mi guardano

Solo sono destinato a rimanere

solo sono destinato a morire

solo

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  • 1 mese dopo...

Vi ringrazio,amici...

qui su DL,posso veramente dire di avere trovato gente fidata,che mi è amica...e posso dire di avere trovato anche qualcosa di più....

Quella poesia incarna quello che era il pensiero che mi ha guidato per la maggiorparte della mia vita...e possi dire di non essere stato esagerato...per ringraziarvi vorrei dedicare a tutti voi questa:

La tana dei draghi

Nel profondo della notte,

mai ti sarà negato alloggio,

alla tana dei draghi...

battaglie violente,

risate contente,

calore ed amici,

amori felici..

Ti aspettan qui

alla tana dei draghi..

battute irrisorie,

canzoni di glorie,

creature assai strane,

tristezze lontane..

Qui potrai trovare

gioia infinita,

sapore di vita,

donne aggrazziate

persone fidate..

Trovare potrai

alla tana dei draghi..

Grazie a tutti...

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è facile sentirsi soli....è più difficile comprenderne il perchè...molti credono che questo sia un problema derivante dagli altri e che la nostra persona dunque nn è responsabile di ciò...o almeno non una parte troppo significativa...bhe il problema di interelazionarsi con gli altri è un grave problema,poichè ognuno ragiona in un modo derivante dall'esperienza,dalle situazioni e da tutto ciò che bene o male lo riguarda...Del resto quello che per me può essere divertente per altri può risultare il contrario e ciò sfocia nel problema di convivere con gli altri...Tuttavia la solitudine ,nella maggioranza dei casi, è un problema che proviene dal proprio io e che c'entra ben poco con gli altri...questa tesi si svincola in altre due possibilità,una è quella che è conveniente chiudersi in un mondo che prescinde dal reale e di cui la propria persona non è niente altro che un Dio finalistico in cui questa costruzione tende...ergo a questa persona diviene difficile socializare in una realtà in cui egli nn è il padrone e il fine a cui tutto tende...Un'altra possibilità è che l'animo di questa persona è troppo fine per la mediocrità generale,infatti essendo costui più fine e in grado di capire cose a cui gli altri nn riescono a tendere si sente isolato in quanto egli sente di essere leggermente superiore (questo prescinde dal fatto che costui poi sia saccente o meno,poichè chi è sublimemente fine rimane in uno stadio di modestia e di contrasto superiorità dell'io-modestia) e ciò lo fa soffrire in quanto non riesce ad accettare alcune "leggi" che regolano il comportamento nella nostra società...

questo è un po' una mia analisi...

Don Merry...

  • Mi piace 2
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beh merry..

hai studiato psicologia..o è semplicemente il tuo studio di filosofia che ti riporta a questi ragionamenti?;-)

Magari è tutta farina del tuo sacco..( ;-) )

beh..(anche se questo intervento l'avrei visto bene nel topic "filosofeggiando"..in cui magari riporterò..)io credo che la tua analisi.."empiristica" sia in parte esatta..anzi..completamente esatta..ma,diciamo,incompleta(ovviamente in come la vedo io..poi ognuno ha i suoi pareri etc etc..).

Certo..l'uomo tende sempre a voler essere padrone del suo mondo..(ognuno vive in un suo ed unico mondo..di cui una parte prescinde da quello degli altri..e che resta isolata almeno in parte..lo diceva Kant e lo riprende poi,in maniera eccellente,Aldous Huxley in "le porte della percezione")e a condizionare gli altri in modo che seguano il suo filo logico..o il suo pensiero personale..

ergo..la solitudine è anche prerogativa del capo..(ce lo ricordiamo tutti il"Macbeth"di shakespeare no?),solo chi si trova in una situazione di subalternità ha la possibilità di essere "socialmente attivo"..e,ancora,chi ha la libertà totale ha la possibilità di essere "socialmente attivo"..il problema è che,ritornando al ragionamento iniziale,l'uomo per natura è un essere egoista e tendente a sovrastare l'altro..(come ci diceva il caro vecchio Rousseau..o meglio..il buon vecchio hobbes..corretto però da Hume..che arginò il pensiero abbastanza "estremista"del collega),quindi tende ad assumere una posizione di"comando"sugli altri individui ogni volta che se ne presenti l'occasione..

e dunque tende alla solitudine..soffrendo per la sua situazione "antisociale"..il problema è nella crescità della società..che ci insegna ad essere egoisti..ed insieme ad essa è la natura stessa dell'uomo..che tende all'autolesione..ed anche all'egoismo per la "sopravvivenza"..(ed è forse la sopravvivenza che viene travisata nella nostra epoca..con cose superflue..che ci riempono la vita di cose inutili..di troppo..che ormai reputiamo indispensabili..e che contribuiscono a renderci più egoisti di quello che già siamo..)..

L'uomo è anche portato al confronto.

Al confronto sociale e verbale..(anche se quello fisico viene letto come quello più frequente..ma di questo discorso bisongerebbe "analizzare"l'ego del soggetto in particolare a contatto con la società moderna e non..quindi non mi dilungo troppo)che porta alcuni individui all'analisi ed alla crescita personale..(altra forma di egoismo..non in senso negativo..l'egoismo penso possa essere anche positivo..)ecco che nasce l'intellettuale..(alcuni di animo sensibile ed alcuni no)che,immancabilmente,sente dentro di sè la sua "superiorità" rispetto alla mediocrità..ma di solito non la sbeffeggia..e cerca financo di nasconderla..perchè sente che potrebbe spingerlo alla sua emarginazione totale..

Ecco forse la figura più solitaria di tutte..l'intellettuale..che,sebbene ammirato,è la maggior parte delle volte solo..

Ma non per questo solo..visto che esistono individui capaci di capire queste cose,individui capaci di integrare il"genio" e l'intellettuale..il capo..individui intelligenti..(ma non per questo buoni) che spinti dalla compassione(che crea amicizia..non è una cosa negativa..la compassione ci rende amici l'uno dell'altro..e anche l'ammirazione..[anche se quest'ultima in maniera più complessa])integrano socialmente l'individuo letto dalla"società" come inadatto o "diverso"--

La società la maggior parte delle volte sbaglia..peccato che siamo noi a costituire la società..

l'uomo tende a socializzare ma,al contempo,a rimanere solo..purtroppo l'egoismo ci porta a questo..

Riflessione lunga la mia..e spero di essere riuscito a farmi capire in tutto.. ci tengo a far presente che il discorso di Merry vorrei integrarlo al mio..ricordando inoltre che la mia era una riflessione personale di"completamento"del discorso di merry..

quindi lo ringrazio molto per avermi dato questo spunto per una riflessione che spero risulti completa(se non lo è vi prego di completarla e di farmi presente in cosa deficita)..

infine un saluto al caro ferion..che si è visto "riempire" il topic con dilungamenti di questo genere..che volevano essere solo un omaggio alla sua poesia..che fa riflettere un po ognuno di noi..

grazie Ferion;-)

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Bhè Bg io non studio psicologia...il mio è frutto dell'esperienza

cmq tornando a noi...quello che tu hai scritto mi è sembrato un pochettino più personale...ma ovviamente il tuo discorso era più completo in quanto sei andato a vedere lo stato di solitudine all'interno della società...

tuttavia ho una cosa da puntualizare...

bhe sono concorde con te quando parli di solitudine dell'intelletuale (basti pensare al Leopardi...) e quindi eviterò di discorrere di questo punto;devo però dissentire.Infatti il capo deve per forza di cosa avere un rapporto con i suoi sottoposti,questo sia in uno stato dittatoriale,sia in una democrazia...infatti i duei differiscono solo per il tipo di rapporto che instaurano (conflittuale o consensuale)...Ma tuttavia non sono completamente liberi,poichè questi devono avere la capacità di vedere lontano e capire ciò che una determinata scelta,e dovendo avere questa capacità non possono comunque essere mediocri...

P.S. Ferion credo che queste riflessioni prescindano dalla tua poesia (nel senso che comunque uno le fa) quindi sono io (credo di parlare anche a nome di Bg) che ti ringrazio per lo spunto...

Don Merry...

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Allora merry devo proprio farti i miei complimenti per le tue riflessioni visto che sono farina del tuo sacco;-)

Bene.

Abbiamo trovato alcuni punti d'incontro nella discussione centrale,e penso che non ci sia altro da dire per quanto riguarda la solitudine dell'individuo intellettuale,sociale e per gli altri.

Tranne per quanto riguarda il capo.

Io penso che proprio la lungimiranza che deve avere un capo lo porti a distaccarsi dal resto del mondo"sociale"(lo dicevi anche tu nel tuo primo intervento,se non sbaglio,che "l'essere avanti"porta alla solitudine) e quindi lo porta al "complesso di superiorità"che può essere altezzoso come può essere introverso(come capita a Macbeth che passa dall'uno all'altro)..

Certo,una relazione con i"sottoposti"(se così li vogliamo chiamare) deve esserci per forza di cose..ma di solito(se non nel cento per cento dei casi) avviene con un tramite..i "messi"consegnano i messaggi al re nelle leggende e storie di cui conosciamo bene il contenuto(;-) )

Se si pensa ad un capo militare(perchè è questa la prima cosa che mi viene in mente per quanto riguarda l'argomento..) beh..si,ha un contatto con i suoi sottoposti..contatto che viene però "fermato"o comunque blccato per quanto riguarda la sfera personale..dunque non è al pari degli altri..è solo,(magari con altri capi nella stessa divisione..ma che comunque di solito parlano di cose militaresche..e guerrafondaie..cose così insomma..tanto per intenderci),e forse è questo l'aspetto più strano di un capo..ha un potere..ma(attenzione..parlo del vero capo..di chi se lo merita e di chi ha l'indole per farlo..non parlo dei capitalisti delle multinazionali che so li per far soldi e sacrificano ciò che pensano sia "sacrificabile" nei termini loro..sarebbe da fare una distinzione netta al riguardo..qui si parla di capi con il "sentimento" per essere nella loro posizione)tende ad avere problemi con la sua"potenza"..tende a chiedersi come la sua vita potrebbe essere se non fosse"costretto" ad assumere una posizione di comando..

Detto questo..ed avendo,spero,espresso il mio pensiero chiaramente,volevo dire a merry che si,parlavi anche a nome mio quando hai detto a ferion "P.S. Ferion credo che queste riflessioni prescindano dalla tua poesia (nel senso che comunque uno le fa) quindi sono io (credo di parlare anche a nome di Bg) che ti ringrazio per lo spunto..."

Ebbene..

ringrazio anche merry che da l'opportunità di esprimere queste mie riflessioni almeno in una loro parte..

sperando ci siano altre occasioni(se non questa occasione stessa che potrebbe essere prtata avanti;-) )di discuitere in questa maniera:

un saluto :bye:

Black God

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Io penso che proprio la lungimiranza che deve avere un capo lo porti a distaccarsi dal resto del mondo"sociale"(lo dicevi anche tu nel tuo primo intervento,se non sbaglio,che "l'essere avanti"porta alla solitudine) e quindi lo porta al "complesso di superiorità"che può essere altezzoso come può essere introverso(come capita a Macbeth che passa dall'uno all'altro)..

Certo,una relazione con i"sottoposti"(se così li vogliamo chiamare) deve esserci per forza di cose..ma di solito(se non nel cento per cento dei casi) avviene con un tramite..i "messi"consegnano i messaggi al re nelle leggende e storie di cui conosciamo bene il contenuto(;-) )

Black God

bhe..io come capo pensavo uno alla Napoleone...in quanto stabilisce il suo contatto con il popolo per mezzo dei plebisciti e però cmq ne è distaccato sia per il suo assolutismo sia per la condizione basilare di capo da me posta precedentemente...

per quanto riguarda l'ambito militare devo essere franco...nn ci ho mai pensato quindi nn ho le basi su cui replicare...

P.S. evitiamo di mettere in mezzo tesi politiche come quella del capitalismo che il rischio è di generare flame e cose del genere...se vuoi sapere coma la penso in quell'ambito prenditi il mio contatto msn e ne parliamo;-)

Don Merry...

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bhe..io come capo pensavo uno alla Napoleone...in quanto stabilisce il suo contatto con il popolo per mezzo dei plebisciti e però cmq ne è distaccato sia per il suo assolutismo sia per la condizione basilare di capo da me posta precedentemente...

per quanto riguarda l'ambito militare devo essere franco...nn ci ho mai pensato quindi nn ho le basi su cui replicare...

P.S. evitiamo di mettere in mezzo tesi politiche come quella del capitalismo che il rischio è di generare flame e cose del genere...se vuoi sapere coma la penso in quell'ambito prenditi il mio contatto msn e ne parliamo;-)

Don Merry...

in effetti non ci avevo pensato..lol..beh..appena ho tempo e hai tempo per una chiaccherata piglio il tuo contatto msn e ne parliamo con calma;-)

stà di fatto che in effetti,come tu non avevi pensato all'ambito militare..io non avevo pensato a Napoleone e generis..

mi ero concentrato di più su figure come i re o come,appunto,figure "medievali"che possono risultare ancora attuali..

mi scuso per il mio pensiero fuori luogo..o meglio..troppo"trasportato"dal contesto e dalla mia logica..(più che altro per far capire cosa volevo dire con la figura del capo..etc etc..)..quindi..un saluto..a presto..

:bye:

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